L Annunciazione. «Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».

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3 72 Il Gran Teatro del Sacro Monte di Varallo C appella 2. Annunciazione Le sculture sono di Gaudenzio Ferrari, eseguite entro il 1514; gli affreschi sono di un autore ignoto e risalgono alla seconda metà del XVI secolo. L architettura è forse dello stesso Ferrari, La cappella originariamente dedicata come Santa casa di Loreto doveva contenere il gruppo della Madonna con bambino, oggi nella cappella 9. Lo spostamento delle statue è stato fatto sulla base delle successive modifiche proposte da Galeazzo Alessi. Sullo sfondo è raffigurata la figura di Isaia con la sua celebre profezia (7, 14): «Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele». L Annunciazione Cappella 2 A sinistra è collocata la figura dell angelo Gabriele (con in mano fiori di gigli bianchi simboli della purezza) e a destra quella di Maria, che viene interrotta nella sua preghiera dall apparizione dell angelo che le comunica il grande messaggio, dicendole che quella vergine che partorirà un figlio sarà proprio lei. Gaudenzio si è certamente ispirato al testo di Luca 1, 26-35: «Al sesto mese l angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: Rallegrati, o piena di grazia, il Signore è con te. A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L angelo le disse: Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine. Allora Maria disse all angelo: Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?. Le rispose l angelo: Lo Spirito Santo scenderà su di te, la potenza dell Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio». Il volto di Maria è raffigurato come stupito e turbato, come dice il testo evangelico, ma in modo misurato; l angelo è rappresentato con un viso dolce e assai commosso, evidentemente non solo perché consapevole della straordinaria portata del messaggio che sta comunicando, ma anche perché compartecipe del turbamento della giovane di fronte all immane responsabilità che accetta di assumere, con le conseguenze che comporta. Giovanni Testori (1962 = 20072, p. 56) rileva: «A vederli oggi, stampati qui, non so chi non tremi. Dire che Gaudenzio vi sta a pari con le immagini tipiche e supreme che, della bellezza, l arte, che da uomo è uomo, ci ha offerto, è rispettare appena la pienezza di un emozione che pare non contenersi, tanto v è tremante eppur solenne, incondita eppur riconosciuta, relativa eppur assoluta». Ai lati della cappella sono raffigurati anche altri profeti che come Geremia, Ezechiele, Zaccaria, Malachia preannunciarono la venuta di Cristo.

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5 112 Il Gran Teatro del Sacro Monte di Varallo Cappella 5. Arrivo dei Magi (per i motivi che spiegheremo, preferiamo il titolo I Magi verso Betlemme) Sono di Gaudenzio Ferrari sia le statue, sia gli affreschi, sia il progetto architettonico, eseguiti fra il 1516 e il Le singole statue dei Re Magi e dei personaggi al loro seguito sono presentate mediante un bel gioco poetico-drammaturgico, realizzato con una tecnica raffinatissima, che mette in atto un perfetto rapporto tra affreschi e statue. Sul lato sinistro si vede un bellissimo cavallo che è inglobato nella parete con le zampe posteriori, e sembra balzare fuori dal muro scavalcando un masso roccioso. Inoltre sta nitrendo con la bocca semiaperta, e due seguaci del Re nero gli rivolgono lo sguardo, e uno di essi sembra addirittura parlargli. Si noti poi la bellissima figura del servo nero, che, chinato, lega i lacci del calzare destro del Re Magio, il quale reca nella mano sinistra lo scrigno contenente l oro. Molto bello è anche il Re Magio al centro, che reca nella mano sinistra il vaso in forma di calice contenente la mirra, mentre il primo Re Magio porta nella mano destra il recipiente contenente l incenso e ha una espressione di attesa e stupore. Il testo evangelico cui Gaudenzio si è ispirato è Matteo (2, 1-12): I Magi verso Betlemme Cappella 5 «Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo di re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: Dov è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo. All udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele. Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch io venga ad adorarlo. Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un altra strada fecero ritorno al loro paese». Naturalmente, Gaudenzio ha aggiunto a ciò che dice Matteo quanto hanno tramandato gli apocrifi e che la comune opinione aveva fatto proprio. Il testo evangelico, infatti, parla di «alcuni» Magi e non di «tre»; inoltre parla solo di

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7 136 Il Gran Teatro del Sacro Monte di Varallo Cappella 7. Adorazione dei pastori Le statue della Madonna, di san Giuseppe e di alcuni pastori sono di Gaudenzio Ferrari, e sono state eseguite attorno al Giovanni d Enrico ha eseguito le statue di altri pastori e degli angeli musicanti nel Sono ignoti gli autori degli affreschi. Dopo aver detto che Maria, non avendo trovato posto in albergo a Betlemme, diede alla luce il figlio in una capanna, e che, avvoltolo in fasce, lo depose in una mangiatoia, Luca (2, 8-19) prosegue: «C erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l angelo disse loro: Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia. E subito apparve con l angelo una moltitudine dell esercito celeste che lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel più alto dei cieli E pace in terra agli uomini che egli ama. Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: Andiamo fino Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere. Andarono dunque senz indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore». Adorazione dei pastori Cappella 7 La cappella rappresenta un vero e proprio presepio, con gli elementi divenuti essenziali, come il bue e l asino e Gesù collocato nella mangiatoia, con accanto Maria e Giuseppe e i pastori con i loro doni. Ricordiamo che presepio o presepe deriva dal termine latino praesaepe, che significa stalla, e che la prima messa in atto di un presepio in forma scenica si ritiene che sia stata compiuta da san Francesco a Greccio nel 1223; e il frate francescano Bernardino Caimi non poteva non includere un presepio nel suo progetto del Sacro Monte. Alcuni particolari vanno messi in rilievo. In primo luogo, Maria curiosamente non sta contemplando il figlio, ma guarda verso l esterno. Evidentemente guarda verso lo spettatore, per coinvolgerlo nell adorazione di Gesù. (Altre interpretazioni proposte, come quella che fa richiamo addirittura a fatti miracolosi avvenuti in connessione con l elezione di papa Innocenzo X, non reggono, come ha dimostrato Pomi, 2008, p. 71). Nell originale, dalla cima della verga che Giuseppe tiene in mano usciva un mazzo di fiori bianchi (oggi eliminato per motivi tecnici di conservazione), che in qualche modo fanno richiamo al mazzo di gigli bianchi che l angelo

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9 174 Il Gran Teatro del Sacro Monte di Varallo Cappella 11. La strage degli innocenti Le statue sono di Giacomo Paracca di Valsolda detto il Bargnola, di Michele Prestinari e Domenico Alfano, e sono degli anni Gli affreschi sono opera di Battista e Mauro della Rovere, detti i Fiamminghini e sono del L architettura è dei fratelli d Enrico edificata a partire dal Matteo (2, 16-18) scrive: «Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. Allora si compì quello che era stato detto per mezzo del profeta Geremia [31,15]: Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più». La strage degli innocenti Cappella 11 Di questa strage provocata da re Erode non si hanno notizie da altre fonti, ma rientra a pieno titolo nelle atrocità da lui commesse. (Il fatto che non si abbiano notizie da altre fonti viene spiegato da alcuni studiosi adducendo la ragione che i bambini uccisi da Erode non dovettero esser molti, per il motivo che Betlemme era, in realtà, una piccola città). Nel suo insieme, la scena, in cui rientrano ben novanta statue in perfetta armonia con lo sfondo, è di una drammaticità che raggiunge i limiti di estrema potenza, che Giovanni Testori con il suo stile tagliente e provocatorio, descrive nel modo che segue (1969 = , p. 70): «[ ] nella nostra Cappella, strangosciamento e disfacimento si leggono persino nel disegno generale e nella sua distribuzione; o, per dir meglio, nella sua regia; dove ogni stilema compositivo è distrutto in pro dell assembramento e dell ammassamento; anzi, della vera e propria accumulazione o catasta di carni, gesti, atrocità, urli, viscere, sangue e delitti». A Erode raffigurato come impassibile e quasi con una punta di compiacimento, che assiste alla strage solennemente assiso in trono, si contrappongono in modo drammaturgico assai ben studiato, da un lato, gli incresciosi volti e gli atroci gesti degli aguzzini e, dall altro, i disperati volti e i gesti convulsi delle madri e un gran numero di corpi di bambini già uccisi. Si noti in particolare lo straordinario effetto teatrale delle due donne al centro: una ricurva verso sinistra e l altra verso destra, gridano disperate sui figli uccisi, con sullo sfondo fra l una e l altra la figura di Erode impassibile in trono. Da tempo la strage degli innocenti è stata intesa come paradigma o modello di tutte le stragi che sono avvenute e che continuano a succedere nel mondo: i sanguinosi scontri nelle varie guerre, i bombardamenti, i campi di concentramenti con le camere a gas e molte altre.

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