Esplorazione dello spazio: il ruolo dell Europa. Bozza provvisoria

Transcript

1 Bozza provvisoria SIMONETTA DI PIPPO, Responsabile dell osservazione dell universo, ASI. Signor presidente, ministro, signore e signori, il mio intervento si focalizza sul ruolo centrale dell Italia nell esplorazione, anche tenendo conto, in questo momento, del mio doppio ruolo, cioè di responsabile per l Agenzia spaziale italiana dell osservazione dell universo, ma anche di presidente del Comitato di programma per i voli umani, la microgravità e l esplorazione in ESA. Cercherò, dunque, di coniugare i due aspetti che sono, peraltro fondamentali, in questo discorso. È chiaro che l Italia si è guadagnata, nel passato, un ruolo fondamentale in questo settore, un ruolo che, in realtà, ci viene da una forte tradizione aerospaziale; siamo stati il terzo Paese al mondo ad avere un satellite in orbita. La nostra posizione nel settore dell esplorazione ha cominciato a consolidarsi con la missione Cassini- Huygens, una missione trilaterale che abbiamo sviluppato insieme alla NASA cioè l agenzia americana e l Agenzia spaziale europea. Quest ultima ha fornito la sonda Huygens, che poi è atterrata sulla Luna Titano a gennaio 2005; l ASI ha contribuito enormemente a questa missione sia attraverso l ESA, sia anche direttamente con la NASA, tanto da farci assurgere a livello delle altre due agenzie. Uno degli elementi principali con cui abbiamo contribuito alla missione Cassini- Huygens è un antenna da quattro metri ad alto guadagno, che, ancora oggi, è l elemento che consente di avere a terra importanti informazioni da Saturno che si trova mediamente a milioni di chilometri ed è, quindi, abbastanza distante. Questo ci consente di avere un ruolo adesso, anche nello scenario mondiale. Chiaramente, da quel momento in poi noi abbiamo avuto una serie di difficoltà, anche per il fatto che ci affacciavamo a livello internazionale come una piccola agenzia, ma sempre più intenzionata ad avere un ruolo importante; inoltre, questa attitudine a lavorare in ambito europeo ma anche in collaborazione con la NASA ci 1

2 ha portato a importanti risultati in termini scientifici, tecnologici ed anche di visibilità. Questo ci ha permesso, inoltre, di conquistare la leadership sul programma opzionale dell ESA, Aurora, di cui vi parlerò più in dettaglio fra breve. Abbiamo diverse missioni in orbita sia dell ESA, sia della NASA sulle quali abbiamo una partecipazione scientifica consistente ed anche missioni in preparazione. Per esempio, in ambito ESA, cito la missione BepiColombo, nella quale abbiamo il 40 per cento della scienza; una missione NASA, su cui abbiamo una presenza importante, che studierà due asteroidi doveva essere lanciata il 30 di giugno, ma è stata rimandata a settembre per problemi legati al lanciatore e, infine, una missione importante per lo studio di Giove, sempre in collaborazione con la NASA. Siamo impegnati, quindi, in una serie di attività rivolte a vari soggetti del sistema solare. Tuttavia, dopo il lancio di Cassini tra l altro, volevo ricordare che proprio di questi giorni è la notizia che è stata scoperta, grazie a Cassini, la sessantesima luna di Saturno; ricordo che quando siamo partiti quelle conosciute erano poco più di trenta l ESA stava, nel frattempo, riflettendo anche su questo programma di grossa portata sul lungo termine, che, nella mente dell ESA, all epoca, avrebbe dovuto prendere il posto della stazione spaziale internazionale. In realtà, anche l ASI si era posta il problema di quale futuro vi fosse per l esplorazione in Italia, ovviamente basandosi su elementi scientifici ed anche di innovazione tecnologica. A dicembre 2000, fu proprio la delegazione italiana che chiese ed ottenne di presentare al Consiglio dell ESA un proprio piano per l avvio di un programma di esplorazione; questi furono i prodromi l ESA stava già lavorando in parallelo ad un discorso analogo di quello che sarebbe diventato il programma opzionale Aurora che fu approvato, in una prima fase, ad Edimburgo nel 2001 e poi alla Conferenza ministeriale di Berlino, a dicembre L aspetto interessante di questo programma è che si tratta di un programma scientifico, tecnologico, a cui gli Stati membri dell ESA partecipano sulla base di 2

3 una percentuale che decidono in linea con i loro interessi. Quindi non un programma obbligatorio, come il programma scientifico standard dell ESA, ma un programma in cui il primo progetto che è stato già approvato a Berlino, il progetto ExoMars, è innanzitutto una prima mondiale, in quanto coniuga la capacità di muoversi in questo laboratorio sulla superficie di Marte con la capacità di perforare i primi strati sottosuperficiali. Peraltro il sistema di perforazione è di concezione italiana, noi siamo leader a livello mondiale in questo tipo di sistemi. Per quanto riguarda ExoMars, l Italia è presente al 40 per cento, quindi ne guidiamo sia lo sviluppo tecnologico, sia, anche, la parte scientifica. Vale la pena di ricordare che, in realtà, oltre al progetto ExoMars, l Italia ha anche una preponderanza per quanto riguarda la preparazione dei progetti futuri e in particolare per il terzo elemento di questo programma, che è già stato citato prima da Bernard, cioè il Crew space transportation system, che al momento è in fase di studio, in collaborazione con i russi, ed è, appunto, il futuro sistema di trasporto per gli equipaggi. Anche in questo progetto, come dicevo, l Italia, ad oggi, si è conquistata una posizione di leadership. Mentre l Europa si preparava all esplorazione, c è stata la dichiarazione del Presidente Bush, a gennaio del 2004, nella quale è stato annunciato il rilancio del programma umano verso la Luna e il ritiro della flotta degli shuttle a partire dal In realtà, l Europa, a quel punto, era già pronta non solo a raccogliere la sfida nel campo dell esplorazione umana, ma sicuramente anche a disporre di elementi chiave per l esplorazione robotica di Marte. Era, però, molto importante fare tesoro delle lezioni che avevamo imparato sul concetto di cooperazione internazionale attraverso la stazione spaziale internazionale. In realtà, infatti, era già successo, ed ancora spesso accade, che nell ambito delle decisioni che riguardano la stazione spaziale internazionale come sapete, si tratta di un laboratorio orbitante a quattrocento chilometri intorno alla terra e al cui sviluppo hanno partecipato quattordici nazioni la NASA ha scelto di 3

4 mettere a terra gli shuttle, di finanziare il suo mantenimento soltanto fino al 2015 (perché da quel momento in poi saranno probabilmente i partner privati a mantenerlo in orbita), ha stabilito quando lanciare i moduli internazionali e così via. D altra parte, anche in questa occasione l Italia aveva fatto una scelta oculata, perché avevamo partecipato, attraverso l ESA, alla stazione spaziale internazionale e continuiamo a farlo il Columbus, come è stato detto poco fa, sarà lanciato alla fine di quest anno, forse all inizio dell anno prossimo, ma sicuramente avremo il lancio del Nodo 2, con Paolo Nespoli a bordo, di cui parlerò brevemente dopo ma avevamo anche portato avanti un accordo bilaterale con la NASA per lo sviluppo di tre moduli logistici, il cui primo modulo, ossia il primo volo, è stato eseguito ormai ben sei anni fa. Mi riferisco a Leonardo, realizzato nel marzo del 2001, seguito un mese dopo da Raffaello con lo stesso shuttle, a bordo del quale si trovava Umberto Guidoni, primo europeo a raggiungere la stazione spaziale proprio grazie a questo accordo che l ASI aveva condotto con la NASA. Purtroppo, il terzo modulo non vedrà mai la stazione spaziale perché a seguito del disastro del Columbia la situazione è un po cambiata; quindi, come dicevo prima, gli shuttle saranno messi a terra a partire dal Nel frattempo, però, l Italia, grazie a queste competenze, è arrivata a sviluppare circa il 50 per cento del volume pressurizzato della parte non rossa della stazione. Così, nel 2002, abbiamo avuto anche il colonnello Roberto Vittori che ha raggiunto la stazione spaziale grazie alla capsula Soyuz, primo astronauta italiano a volare con i russi. Anche in questo caso, possiamo dire che i fatti parlano da soli e che, chiaramente, il programma di voli umani legato allo sviluppo e lo sfruttamento della stazione spaziale sono quasi sicuramente destinati ad evolversi verso l esplorazione umana del sistema solare; sembra quasi inevitabile. Ci sono attività scientifiche ed operative che non possono essere portate avanti questo è ciò che pensiamo senza un equipaggio di donne ed uomini addestrati. Esiste una strategia scientifica e di sviluppo che porta, sul medio e lungo termine, alla presenza permanente di 4

5 equipaggi sulla Luna, poi su Marte; secondo l annuncio americano anche beyond, ma vedremo. Una questione molto importante che è stata toccata anche poco fa dall Agenzia spaziale europea, nella persona di Bernard Hufenbach, è che, proprio grazie a questa esperienza che abbiamo acquisito con la stazione spaziale internazionale, abbiamo ritenuto questa volta insieme, ESA ed ASI che fosse necessario trovare un altro modo di operare. Così siamo partiti, nel 2005, con una serie di incontri aperti a tutte le agenzie spaziali del mondo e coorganizzato da ESA ed ASI, dedicati alla cooperazione internazionale per l esplorazione spaziale sostenibile. A fine maggio 2007, si è svolto il terzo di questi incontri sempre nello stesso luogo, cioè nella vecchia abbazia toscana di Spineto che quest anno ha visto una partecipazione straordinaria: quattordici agenzie spaziali che hanno condiviso un importante documento che è stato reso pubblico proprio durante questo evento. Devo dire che è stato un evento di portata politica e storica che non ha precedenti nella storia dello spazio mondiale e che è stata definita, sulle pagine del mensile Le Scienze, di questo mese, «la creazione di una piccola ONU per l esplorazione spaziale». Tutte le principali agenzie spaziali del mondo fanno riferimento a questa Global exploration strategy che, quindi, ci delinea il quadro entro il quale muoverci. Stiamo lavorando, ESA ed ASI, alla creazione di un segretariato di questo organismo, che coordinerà le varie agenzie. Credo che questa sia stato sicuramente un evento importante che abbiamo realizzato. Ritengo inoltre che sia da sottolineare un problema che dobbiamo affrontare, che riguarda la leadership dell Italia in Europa. Stiamo guidando questo programma in modo armonizzato, mostrando tra le agenzie, con l ESA e con la nostra industria, un sistema forte. Francia e Germania non sono avvezze a questo; si tratta di un problema che dovremo tenere in conto adesso che andremo a definire la politica per il futuro dell esplorazione in Europa, alla fine del prossimo anno, alla prossima ministeriale. Grazie. 5