Città di Panama, 25 gennaio 1671

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1 1 Città di Panama, 25 gennaio 1671 Il nome era Don Antonio Pedro Centelles y Boca, visconte di Calvet, cugino della contessa Ana Francisca de Borja y Doria, moglie di Pedro Antonio Fernandez de Castro, conte di Lemos, viceré del Perù. Era più basso di lei, di trentun anni più vecchio, aveva una rada barba grigia a punta, acquosi occhi castani sormontati da sopracciglia cespugliose e l alito pesante. E quella domenica mattina di fine gennaio, dopo tre settimane di logorante attesa e vana speranza, nella cattedrale gremita di cittadini, di fronte al vescovo di Panama, all altare di Dio, alla statua della Vergine e al suo tutore Don Juan Perez de Guzman, pallido per la febbre, Soledad stava per diventare sua moglie. L atmosfera che pesava sui presenti era pregna di tensione, non c era festa nell aria, non c erano fiori, non c erano sorrisi sui volti che la circondavano, solo attesa... di quello che sarebbe accaduto, della minaccia che incombeva e si faceva di ora in ora più pressante. Soledad si volse leggermente, distratta da un ufficiale che 19

2 risalì la navata laterale e raggiunse Don Juan, chinandosi per sussurrargli all orecchio parole inudibili. Provava un cocente rancore verso di lui, eppure in quel momento riuscì ad ammirarlo, per lo stoicismo con cui si preparava, sofferente e stremato dalla malattia, a guidare il suo esercito e a combattere in difesa della città. Lo vide annuire, il volto se possibile ancora più pallido, la cui espressione tradiva l aggravamento della situazione. Seguì il soldato con la coda dell occhio mentre ripercorreva la via a ritroso. Si accorse di non essere la sola... e si accorse anche che il vescovo aveva smesso di parlare. Riportò di scatto l attenzione su di lui, ritrovandosi a sostenere un occhiata di rimprovero, ma invece di chinare il capo, il risentimento le fece sollevare il mento e raddrizzare le spalle, superando l altezza del suo sposo ben oltre il volume della parrucca che indossava. Sfidò il vescovo con uno sguardo diretto che egli non sostenne, ma che di sicuro si ripromise di punire, attraverso l uomo pio e devoto che le stava accanto e che entro breve avrebbe avuto su di lei ogni diritto. Serrò i denti, consapevole di come le brave monache lo avessero messo a parte della sua natura perversa, e di come si fosse convinto, nella frustrante attesa di poter celebrare il matrimonio, di essere stato indotto a sposare una donna d animo indocile. Ciò purtroppo non era stato sufficiente a spingerlo ad annullare il contratto, come Soledad aveva sperato, ma solo a inasprirlo nei suoi confronti, e a farle temere un futuro troppo simile a quello che era stato il passato. Cercò di calmarsi, dicendosi che l alternativa sarebbe stata altrettanto inaccettabile, ma quando Don Antonio le prese senza alcuna gentilezza la mano nella sua, per infilarle l anello al dito, nessuna prospettiva le parve peggiore di quella che l attendeva. Chiuse gli occhi, sforzandosi di non ritirarla, assalita da un ondata di nausea improvvisa. Si impose di non pensare all intimità... di non pensare a quello che sarebbe accadu- 20

3 to dopo... e seppure vergognandosi, non seppe reprimere la speranza che l imminente battaglia potesse in qualche modo... risparmiarglielo. Con una mano sul pomo del bastone, e l altra chiusa a pugno in grembo, Don Juan fissava devotamente la statua della Vergine, pregando con fervore per l immane compito che l attendeva mentre presenziava la cerimonia rimandata troppo a lungo. La malattia, che lo aveva costretto a letto con febbre altissima e che ancora lo indeboliva, insieme all allarme generato dalla caduta del castello di San Lorenzo, alla foce del Chagres, e dalla notizia che il nemico stava marciando su Panama, avevano causato quell inopportuno ritardo, reso ancora più intollerabile dal disappunto e dall insofferenza mostrati da Don Antonio, che avrebbe voluto essere già sulla rotta di ritorno per Lima, e dagli inamovibili rifiuti della sua figlioccia di sposarsi senza la sua presenza. Si era trattato di un atteggiamento irrispettoso, che avrebbe dovuto essere punito severamente, come le monache a- vevano ripetutamente esortato, e come Don Antonio aveva vigorosamente richiesto, tuttavia Don Juan non poteva negare che con il suo riprovevole comportamento, Soledad gli aveva inconsapevolmente fornito un centinaio di uomini da aggregare alla sua armata in difesa della città, e per quella sola ragione, in quel momento poteva sentirsi soddisfatto di lei. Quella mattina, infatti, di fronte alla sua richiesta di unirsi a lui per combattere l invasione nemica, Don Antonio non aveva potuto far altro che accettare, assicurandogli il suo appoggio e quello del suo equipaggio, poiché rifiutare avrebbe significato macchiarsi di codardia e disonore. Una lama di luce fendette per un istante la semioscurità della cattedrale, poi i passi affrettati lungo la navata laterale 21

4 si insinuarono nell atona litania del vescovo che officiava i voti matrimoniali, distogliendo dagli sposi gli sguardi. Il capitano Pau si avvicinò rapidamente, salì il palco e si chinò per sussurrargli: «Morgan ha respinto i nostri attacchi e si trova sulla strada per Venta de Cruces.» Don Juan contrasse le mascelle, il sangue defluì dal volto evidenziando ancora di più le occhiaie scure sotto gli occhi. Venta de Cruces era dove avrebbe dovuto trovarsi in quel momento, a fermare l esercito nemico, se i nobili della città non si fossero espressi contro quella strategia, nel timore che Morgan potesse eluderli e conquistare Panama alle loro spalle. Fin dalla caduta del castello di San Lorenzo, nessuno di loro aveva avuto un idea chiara dell entità delle forze nemiche. Solo due giorni prima, a Guayabal, dove si era accampato con ottocento uomini con l intenzione di intercettarli, aveva iniziato a ricevere i primi rapporti, che avevano riempito gli animi di paura e spinto i suoi nobili e oltre la metà degli uomini a tornare di gran carica a Panama per mettere in salvo le loro ricchezze. Oltre duemila corsari! E Panama non possedeva alcuna fortificazione. Nessuna difesa muraria che potesse tenere lontana quell orda assetata di sangue e di ricchezze. La salvezza della città dipendeva unicamente da lui e dall esercito che sarebbe riuscito a mettere insieme, poiché nessuno di coloro cui aveva inviato richieste di aiuto e assistenza aveva risposto al suo appello. Se Morgan aveva raggiunto Venta de Cruces era ormai questione di pochissimo tempo. Avrebbe dovuto radunare tutti gli uomini in grado di combattere, nobili, soldati, liberi cittadini e schiavi, e organizzare la difesa quel giorno stesso. Si accorse che la cerimonia volgeva al termine. Gli sposi erano stati dichiarati marito e moglie, e il vescovo stava impartendo la benedizione di rito ai cittadini. Fece scivolare lo sguardo 22

5 su di loro, sapendo in cuor suo che molti di essi non sarebbero sopravvissuti alla battaglia, ma ancor peggio, se non fossero riusciti a fermare Morgan e a ricacciarlo nella giungla, nessuna atrocità e nessuna tortura sarebbe stata loro risparmiata. Quando Don Juan uscì dalla cattedrale, sulla scia degli sposi e dei fedeli, affiancato dal suo medico personale e dal suo segretario, la piazza principale era invasa da un enorme folla, in attesa sotto un sole splendente. Il segretario gli porse il proclama che aveva preparato su suo ordine quella mattina, ed egli si dispose a leggerlo, desiderando che potessero bastare quelle poche parole, scritte per richiamare gli animi al dovere, a trasformare cittadini spaventati in uomini d arme in grado di affrontare un esercito di tagliagole. Sulla piazza era calato un silenzio assoluto, si poteva udire in lontananza il rumore della risacca contro le carene delle navi ormeggiate nel porto. Don Juan fece scorrere lo sguardo sulle facce alzate verso di lui con un misto di aspettativa e incertezza. «Cittadini di Panama, a tutti coloro tra voi che si ritengono veri Spagnoli cattolici, difensori della Fede devoti a Nostra Signora della Concezione, in questo giorno di grave necessità, di fronte alla minaccia che avanza inesorabile, io, vostro Presidente, chiedo di seguirmi e di marciare insieme a me incontro al nemico, quest oggi, per difenderla! Anche a costo delle nostre vite. Possano, coloro che dovessero rifiutarsi di seguirmi, essere tacciati di infamia e codardia per aver eluso un tale, importante dovere.» Poco in disparte, Soledad fu percorsa da un brivido. E non seppe se per le parole di Don Juan, che rendevano palpabile e reale l avanzata corsara, o per la mano che Don Antonio le aveva chiuso sul braccio. Non ci sarebbe stato né il tempo né lo stato d animo per le feste di rito. Invero la celebrazione del matrimonio sembrava essere già stata accantonata come un dettaglio inconsistente, 23

6 di fronte al pensiero della battaglia imminente. Tutti gli uomini erano già preoccupati di come avrebbero affrontato il compito cui erano chiamati... Tutti, meno uno, si accorse Soledad, quando Don Antonio la sospinse con impazienza verso Don Juan, e quando questi, strappandole ogni residuo di speranza, gli concesse un ora di tempo prima di tener fede al suo impegno, e raggiungerlo sul campo. Soledad si sforzò di non far trapelare il suo stato d animo, mentre Don Antonio solcava la folla, guidandola attraverso la piazza, incurante del modesto seguito di donne che li accompagnava o dei nobiluomini che si erano raccolti attorno al Presidente. Ogni suo pensiero di colpo si concentrò sulla facciata del palazzo che aveva di fronte, sulla porta che di lì a poco avrebbero varcato, sulle scale che portavano al piano delle camere... e sulle sue preghiere che non erano state ascoltate. Rallentò inconsciamente, il respiro leggermente trafelato, guadagnandosi un occhiata di disapprovazione che la fece trasalire interiormente. Nessuna parola, solo asprezza nella piega della bocca, riprovazione negli occhi, e rabbiosa rigidità nelle dita che le penetravano nel braccio attraverso il tessuto dell abito... Una promessa silenziosa, più efficace di qualsiasi professata minaccia, che il momento di scontare il fio per il suo oltraggioso comportamento stava infine per giungere. Soledad non aveva esitato ad approfittare della malattia di Don Juan, celando in essa l avversione che provava e il desiderio che qualcosa potesse alla fine liberarla da quel contratto. Ma le ragioni politiche che stavano alla base di quell accordo non potevano essere ignorate, o eluse, non da Don Antonio, che si considerava un uomo d onore, e sicuramente non da lei, nient altro che una donna troppo avanti con gli anni per un altra occasione, o un futuro diverso dal convento. Un futuro che tuttavia, in quel momento, Soledad non ve- 24

7 deva migliore. Nonostante l età avanzata, Don Antonio era un uomo energico e in salute, mostrava di avere forza e volontà sufficiente a sopraffarla, se fosse stata tanto avventata, e sciocca, da respingerlo... Il passaggio dal caldo afoso della piazza alla frescura del palazzo non le diede sollievo, aggiunse invece un velo di sudore sul viso accaldato, e un involontario tremito al respiro già difficoltoso a causa dello stretto busto che indossava sotto l abito. Si sforzò di calmarsi, consapevole che se si fosse agitata le cose avrebbero potuto solo peggiorare per lei; affrontare il talamo nuziale sull orlo dello svenimento non avrebbe fatto altro che renderla più inerme di quanto già non fosse, e forse reso Don Antonio ancora più ostile. Conosceva i suoi doveri, le monache avevano provveduto in modo impersonale e conciso a spiegarle cosa l aspettava, e in fin dei conti, non era l intimità fisica che la spaventava, quanto invece la prospettiva della punizione che Don Antonio, forte della facoltà che la legge e Dio gli conferivano, attendeva di impartirle. Ai piedi della scala, Don Antonio non la lasciò per concederle di precederlo e di prepararsi a riceverlo, come sarebbe stata usanza in condizioni normali, invece la spinse energicamente su per i gradini, e Soledad si affrettò ad afferrare il vestito e a sollevarlo per impedirsi di inciampare. Facendo il possibile per tenere il suo passo senza ansimare, si arrischiò a lanciargli un occhiata da sotto le ciglia, e si sentì prendere dallo sconforto nel notare il modo in cui le pieghe ai lati della bocca e in mezzo alle sopracciglia si fossero fatte più profonde, e come le labbra fossero serrate e livide. Le si rizzarono i capelli sulla nuca. Perché quel pagano d un corsaro non era arrivato in tempo per mandare all aria il matrimonio? Invece di trovarsi al suo fianco davanti all altare, Don Antonio avrebbe potuto essere sul campo a combattere... Forse per non tornare mai più! 25

8 Si morse le labbra, turbata dalla natura poco cristiana di quei pensieri, ma nonostante il senso di colpa che le suscitavano, non trovava dentro di sé abbastanza volontà per reprimerli, o abbastanza rassegnazione da riconoscerli come vani, neppure di fronte all evidenza. In pochi momenti raggiunsero la stanza regale che Don Juan aveva fatto preparare per l occasione, la porta a doppio battente in legno scolpito e laccato venne loro aperta da un valletto, che Don Antonio congedò immediatamente, insieme alle cameriere che l attendevano nell anticamera, incurante del fatto che lei potesse averne bisogno. Poi, finalmente, la lasciò andare. Soledad fece qualche passo, scostandosi impercettibilmente mentre si massaggiava piano il braccio. Don Antonio si aprì la gorgiera di pizzo e si slacciò la marsina sontuosamente decorata. Il suo sguardo la sfiorò con piglio severo. «Finalmente io e voi, señora.» Si sfilò la marsina e la gettò a cavallo di una poltrona. Le voltò le spalle e si tolse la voluminosa parrucca che gli scendeva oltre le spalle, rivelando i radi capelli grigi che si incollavano al capo arricciandosi sulla nuca. «Non ci viene concesso molto tempo, ma questo lo dobbiamo a voi, nevvero?» Le lanciò un occhiata da sopra la spalla. Soledad lo fissava immobile, quasi senza respirare. Deglutì, nel tentativo di bagnarsi la gola arida e di ritrovare la voce per dire qualcosa. «Avremmo potuto essere sposati da settimane, e in questo momento essere già di ritorno a Lima,» disse a denti stretti, aprendosi la camicia «se non fosse per la vostra caparbietà.» Le si avvicinò, facendola sussultare quando le chiuse la mano sul polso. «Inginocchiatevi» le ordinò con voce ruvida. Il volto di lei perse ogni traccia di colore, fece una minima resistenza, mormorando una protesta, e la sua stretta si fece spietata, la strattonò e la spinse, facendola cadere in terra. «La caparbietà è un peccato, la vostra è anche un offesa» sen- 26

9 tenziò allontanandosi. Soledad lo osservò con occhi sgranati. Sussultò quando si fermò, tornando a guardarla con espressione speculativa. «Apritevi l abito e denudatevi la schiena.» Per un momento le si oscurò la vista. Il cuore prese a martellare impazzito provocandole fitte di dolore. «Señor, vi prego...» mormorò con un filo di voce. «La schiena, señora, se non volete aggiungere anche la disobbedienza alle colpe da espiare.» Soledad cercò di tenere sotto controllo il respiro, di reprimere il tremito che la scuoteva. Dopotutto non era nuova alle punizioni corporali, le disse una voce ragionevole, ma non le diede la calma stoica che le serviva ad affrontare questa. Si portò le mani tremanti dietro la nuca, armeggiando per alcuni istanti con la chiusura dell abito, sapendo che non sarebbe stata in grado di aprirlo senza aiuto. Fece diversi tentativi, prima di lasciar cadere le braccia lungo i fianchi. «Da sola non ries...» La voce le morì in gola nell alzare lo sguardo sul marito, e sul bastone che teneva tra le mani. Non di canna, ma di legno. Fece un balzo indietro, con un esclamazione strozzata. «Quanto più tempo perderemo con questo, tanto meno ve ne sarà per l adempimento dei vostri doveri coniugali, señora» l avvisò Don Antonio. Soledad scosse il capo, gli occhi colmi di sgomento e di un improvvisa luce di rabbiosa ribellione. Scattò in piedi afferrandosi l abito con entrambe le mani e fuggì oltre la porta della camera. Dietro di lei la voce di Don Antonio si alzò impetuosa, richiamandola, ma il panico la rese sorda. Con il respiro mozzato nella morsa del busto, e il rombo del sangue che le riempiva le orecchie, Soledad cercò affannosamente una via di fuga. Urlò quando si sentì afferrare e spingere nuovamente a terra. Cadde con un tonfo, ma si sollevò immediatamente sulle mani e sulle ginocchia, scappando carponi per sottrarsi al ma- 27

10 rito che torreggiava su di lei. Poi lui le calpestò l orlo dell abito e mise fine alla sua fuga. Il suono raggelante di uno strappo riecheggiò al di sopra dei suoi ansiti spaventati e dei grugniti di rabbia che sentiva sopra di sé, e prima che potesse fare qualsiasi cosa, egli l afferrò per i capelli, affondò le dita nell elaborata acconciatura e la strattonò verso di sé. Lasciò cadere a terra il bastone per contrastare i suoi tentativi di lotta, la premette a terra, immobilizzandola con un ginocchio alla base della schiena, e si avventò sulla chiusura del corpetto, slacciandolo con violenti strattoni. «L obbedienza, señora» le disse a denti stretti. «Imparerete che l obbedienza è la più importante tra le virtù di una moglie. E lo imparerete sulla vostra pelle, ogni volta che oserete ribellarvi a vostro marito.» Con il viso premuto sul freddo pavimento di pietra, Soledad si guardò selvaggiamente intorno, la vista annebbiata da un velo di lacrime, le labbra bianche per lo shock. Con la coda dell occhio intravide il bastone, allungò un braccio per raggiungerlo. Prima che lui se ne accorgesse, riuscì ad afferrarlo e a brandirlo, colpendolo alla cieca. La presa che la teneva prigioniera si allentò immediatamente. Don Antonio fu costretto ad alzare le braccia per parare i seppur deboli colpi e per strapparle di mano l arma, e Soledad ne approfittò, riuscendo in qualche modo, grazie anche al busto allentato che le permetteva di respirare meglio, a sollevarsi sulle braccia e a fargli perdere l equilibrio. Ruotò su sé stessa, scalciando ferocemente per tenerlo lontano, indietreggiò affannosamente sui gomiti fino a sbattere contro il pitale vuoto accanto al letto. Don Antonio la seguì, si chinò per riagguantarla. Soledad si ritrovò il pitale in mano e con un grido di disperazione lo abbatté sulla testa quasi calva del marito. Dopo i momenti di furiosa confusione, un silenzio racca- 28

11 pricciante calò su di loro. Di colpo immobile, Don Antonio lasciò cadere il bastone, si portò una mano sul capo piegandosi su sé stesso. Ansimando terrorizzata, Soledad lo colpì di nuovo, e sussultò violentemente quando l uomo si accasciò accanto a lei, i radi capelli grigi macchiati di sangue. Per alcuni interminabili minuti, Soledad fu solo capace di fissarlo impietrita attraverso la nebbia delle lacrime, il petto sconquassato dai singhiozzi e dall orrore, incapace di credere a ciò che aveva fatto. Lasciò cadere il pitale sporco di rosso e si ritrasse contro il muro, premendosi una mano sulla bocca per contrastare un conato. Una voce rabbiosa prese a rimproverarla per l immediato senso di colpa, a gridarle che era suo diritto difendersi, un altra l accusava senza pietà di aver violato tutte le leggi di Dio e degli uomini, e di meritare per questo le fiamme eterne. Aveva paura di averlo ucciso, ma forse ne aveva ancora di più di non averlo fatto... Cosa le sarebbe accaduto quando fosse rinvenuto? Con quello spaventoso pensiero, Soledad si obbligò a tirarsi in piedi. Raccolse la gonna nelle mani e fece qualche passo sulle gambe instabili, allontanandosi dal corpo esanime del marito. Lo aggirò, senza smettere di guardarlo per paura di vederlo muoversi, sibilando disperate preghiere a fior di labbra. Quando fu a pochi passi dalla soglia si voltò, attraversò di corsa l anticamera, fermandosi senza fiato dietro la porta solo il tempo di controllare che nel corridoio non vi fosse nessuno, poi scivolò fuori. Non aveva idea di dove andare, ma doveva allontanarsi, trovare un luogo dove potersi nascondere e riflettere su come uscire dalla terribile situazione in cui si era cacciata. Raggiun- 29

12 se la base delle scale, spaventata al pensiero che qualcuno potesse notarla e si chiedesse come mai non si trovava in camera con lo sposo... Perché lo sposo era riverso sul pavimento, fors anche morto! Le parve già di udire le voci aspre dei giudici che emettevano la sentenza, e quelle delle suore che pregavano per la sua anima finita infine dove si aspettavano, nelle mani del demonio. Evitò i salotti dove i membri della famiglia erano soliti ricevere, qualcuno aveva di certo seguito gli sposi e ora erano riuniti in quello che avrebbe dovuto essere il suo banchetto nuziale. Poteva udirne le voci, smorzate dalla consapevolezza del pericolo che gravava sulla città. Si allontanò a passo svelto verso l ala del palazzo riservata alle cucine e alla servitù, le mani strette attorno al tessuto dell abito più prezioso che avesse mai indossato... L abito del suo matrimonio, del giorno che aveva aspettato da anni e che si era rivelato il peggiore degli incubi. Aveva pregato fermamente per un uomo giusto, invece le avevano dato quello che più aveva temuto: un uomo devoto. Un uomo che prima di incontrare la sua promessa sposa aveva conferito con coloro che si erano occupate della sua educazione. Era vecchio, rigido, severo, il suo aspetto non era piacente, eppure quel mattino, di fronte all ineluttabilità, Soledad si era ripromessa di fare del suo meglio per compiacere il suo sposo, di andare incontro alla sua nuova vita con buona volontà. Per un accecante momento la rabbia superò qualsiasi altra sensazione, le preghiere si tramutarono in invettive contro di lui e contro la propria impotenza. Non c era una via d uscita, non c era mai stata. Nulla poteva cancellare ciò che era accaduto. Nessuno avrebbe capito... Nessuno avrebbe preso le sue difese... Nessuno l avrebbe ascoltata... Solo condannata, come sempre. Si morse le labbra mentre la solita voce le gridava che 30

13 avrebbe dovuto accettare la punizione con dignità, che qualche bastonata era ben poca cosa in confronto a quello che ora l aspettava! Si immobilizzò nell udire il chiacchiericcio di un paio di cameriere che si avvicinavano. Si guardò intorno con il cuore in gola cercando un luogo dove nascondersi. Prima che potessero notarla avanzò ancora di qualche passo, infilandosi velocemente nel vano in ombra della scaletta che scendeva fino alle cantine. Si premette contro la parete trattenendo il respiro, supplicando mentalmente che quella non fosse anche la loro meta. Quando passarono oltre, ciascuna trasportando un vassoio colmo di prelibatezze, Soledad si sentì venir meno dal sollievo. Le forze l abbandonarono; per quanta volontà possedesse le gambe le cedettero, obbligandola ad accasciarsi contro il muro. Si portò una mano sulla fronte madida e gelida, e si accorse del tremito incontrollabile che la scuoteva. Non c era un luogo in quel palazzo dove avrebbe potuto trovare rifugio. Prima o poi qualcuno si sarebbe accorto di lei... e per lei sarebbe stata la fine. Si percosse la fronte, serrando i denti per non lasciarsi sfuggire il gemito che le bruciava la gola. Cosa aveva fatto? Doveva essere impazzita! Come aveva potuto ribellarsi a quel modo? Reagire con tanta violenza, colpire a sangue l uomo che aveva ogni diritto su di lei? Sollevò al soffitto il viso rigato dalle lacrime, pensando con una smorfia che forse Henry Morgan avrebbe risolto il problema una volta per tutte... Che Dio la perdonasse, pur sapendolo il male peggiore, aveva davvero sperato che la liberasse di quel marito. Era veramente malvagia, pensò affranta. Meritava quello che le sarebbe accaduto. Con un brivido si chiese se non dovesse tornare da lui e assicurarsi che fosse vivo... aspettare che si risvegliasse... chiedergli perdono e affidarsi alla sua clemenza... anche se sapeva che non ne avrebbe mostrata. 31

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