Linee Guida alla redazione di un Manuale di Gestione SME

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1 Linee Guida alla redazione di un Manuale di Gestione SME

2 Linee Guida alla redazione di un Manuale di Gestione SME 1

3 ARPA UMBRIA Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale Via Pievaiola San Sisto Perugia (PG) tel Fax GRUPPO DI LAVORO PROGETTAZIONE/REDAZIONE VERSIONE VISTO Gianluca COTOGNI Rev. 3 Giovanna SALTALAMACCHIA Angela GALLI Adriano ROSSI Giancarlo MARCHETTI 2

4 INDICE PARTE A. IL MONITORAGGIO IN CONTINUO DELLE EMISSIONI IN ATMOSFERA 5 1 INTRODUZIONE 5 2 FINALITÀ 6 3 DEFINIZIONI, ABBREVIAZIONI E ACRONIMI 7 4 RIFERIMENTI NORMATIVI 9 5 VALIDITÀ DEL MANUALE DI GESTIONE 10 PARTE B. CONTENUTI DEL MANUALE DI GESTIONE 11 1 DESCRIZIONE DELL IMPIANTO E DELLO SME DESCRIZIONE DELL IMPIANTO CONDIZIONI OPERATIVE LIMITI ALLE EMISSIONI UBICAZIONE DEI COMPONENTI DELLO SME DESCRIZIONE DEI PUNTI DI EMISSIONE CARATTERISTICHE DELLO SME MODALITÀ DI CAMPIONAMENTO CARATTERISTICHE DEGLI ANALIZZATORI IMPIEGATI Scelta dei campi di misura strumentali Scelta dei valori limite di rilevabilità MATERIALI DI RIFERIMENTO 16 2 MODALITÀ DI TRATTAMENTO DEI DATI DESCRIZIONE DEL SISTEMA DI ACQUISIZIONE ARCHIVIO DATI ISTANTANEI ARCHIVIO DATI MEDI TIPOLOGIA DI DATI E LORO UTILIZZO MISURE AUSILIARIE (MA) Grandezze di processo Grandezze chimico-fisiche VALORI STIMATI CRITERI DI VALIDAZIONE/INVALIDAZIONE DEI DATI ELABORAZIONE DEI DATI METODI DI CALCOLO DEI VALORI MEDI CONSERVAZIONE DEI DATI CRITERI DI ARCHIVIAZIONE DEI DATI 23 3

5 2.5.2 TEMPI DI CONSERVAZIONE DEI DATI Documentazione Dati PRESENTAZIONE DEI DATI 23 3 GESTIONE DELLO SME CALIBRAZIONE DEGLI ANALIZZATORI MANUTENZIONI QUADERNO DI MANUTENZIONE VERIFICHE PERIODICHE VERIFICHE PLURIENNALI (QAL2) VERIFICHE PERIODICHE DEL SISTEMA DI CAMPIONAMENTO ED ANALISI IN CONTINUO (QAL3) VERIFICHE ANNUALI (AST) SCELTA DEI METODI E DEI LABORATORI DI PROVA ALTRE VERIFICHE IN CAMPO GESTIONE DEI GUASTI GESTIONE DEI SUPERAMENTI 30 4 SCHEMA DELLE PROCEDURE 32 APPENDICE A A.1 Verifica della linearità degli analizzatori gas 33 A.2 Verifica della linea di trasporto del campione 33 A.3 Indice di Accuratezza Relativa (IAR) 33 A.4 Verifica della rappresentatività della sezione di prelievo 34 A.5 Verifica del software 35 A.6 Taratura degli analizzatori per le polveri con bassi livelli emissivi 37 ALLEGATO 1 4

6 Parte A. IL MONITORAGGIO IN CONTINUO DELLE EMISSIONI IN ATMOSFERA 1 INTRODUZIONE Il monitoraggio in continuo delle emissioni soggette ai Criteri per la valutazione della conformità dei valori misurati ai valori limite di emissione, così come previsti nell Allegato VI alla parte quinta del D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i., è una tematica che ormai riveste una sempre maggiore importanza nel panorama della gestione degli impianti industriali. La normativa nazionale e comunitaria dispone, per specifici parametri ed inquinanti e per diverse tipologie impiantistiche, la misurazione in continuo e la registrazione delle emissioni. L installazione di analizzatori in continuo per le emissioni atmosferiche sono espressamente previsti dalla normativa vigente per: grandi impianti di combustione (Allegato II alla parte quinta del D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i.) impianti di incenerimento e coincenerimento (parte quarta, Titolo III-bis, del D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i.) raffinerie (Allegato I, Parte IV, alla parte quinta del D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i.) impianti che hanno emissioni con flusso di massa di solventi in uscita superiori ai 10 kg/h (parte quinta del D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i.) impianti per il recupero, anche energetico, dei rifiuti (D.M. 05/02/1998) impianti termici industriali sopra i 6 MW e civili sopra i 1,5 MW, relativamente alla verifica della buona conduzione della combustione (parte quinta del D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i.). Da sottolineare la valenza ambientale e le implicazioni che comporta la presenza di un sistema SME installato a presidio di un emissione industriale. Tale sistema consente infatti di ricavare una notevole serie di dati che consentono di avere una conoscenza approfondita dell emissione non solo in termini di concentrazioni degli inquinanti (da rapportare quindi ai corrispettivi valori di soglia autorizzati) ma, tramite la misura della portata, anche di flussi di massa (quantità di uno specifico inquinante emesse dal camino su un dato orizzonte temporale), oltre a consentire il monitoraggio costante delle emissione anche in situazioni diverse dal normale funzionamento (stati transitori quali avvii e spegnimenti, oppure stati di avaria/guasto). A tal fine la Comunità Europea ha introdotto una serie di norme tecniche di notevole importanza, la cui corretta applicazione è fondamentale per una gestione moderna ed efficiente, anche dal punto di vista ambientale, degli impianti industriali. Il presente documento è stato redatto seguendo le indicazioni contenute nella linea guida rilasciata da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca sull Ambiente) e dalle Agenzie Regionali e delle Provincie Autonome per la protezione dell ambiente (ARPA/APPA) Guida Tecnica per i Gestori dei Sistemi di Monitoraggio in Continuo delle Emissioni in atmosfera (SME), nonché sulla base di quanto previsto dalla vigente normativa nazionale. In esso vengono stabiliti i criteri di base per la definizione di un protocollo condiviso tra l Autorità Competente per il Controllo e i Gestori per la gestione dello SME, anche attraverso l applicazione della norma UNI EN 14181:2005. Benché il documento sia nato principalmente per fornire i riferimenti relativi all applicazione di tale norma, esso è utilizzabile anche nel caso di sistemi non gestiti secondo la UNI EN 14181:

7 2 FINALITÀ La finalità del presente documento è quella di fornire una linea guida al fine di implementare una corretta gestione dei sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni (SME), applicando un modello di Manuale di Gestione (MG) degli SME istallati presso impianti soggetti al monitoraggio in continuo, nel quadro di una fattiva collaborazione tra il Gestore dell impianto e l Autorità Competente per il Controllo. Il Manuale di Gestione deve pertanto garantire la corretta gestione delle informazioni ambientali e dei dati relativi alle emissioni in atmosfera, nell intento di assicurare il rispetto dei limiti ed il mantenimento del sistema di gestione dello SME nell ottica della migliore gestione possibile degli impianti. Il presente documento, oltre a fornire indicazioni per la redazione del Manuale, definisce criteri di scelta della strumentazione, di elaborazione dei dati, nonché altri aspetti operativi e comportamentali che costituiscono premessa alla corretta gestione degli SME. Dell applicazione di tali criteri dovrà esserne dato riscontro nel manuale o in documentazione correlata. Nella redazione del Manuale di Gestione si dovrà tenere conto dei contenuti illustrati nella successiva Parte B. Nel caso in cui il Manuale costituisca parte integrante dell autorizzazione e del Piano di Monitoraggio e Controllo ad essa associato, alcune sue parti possono essere riportate nei documenti autorizzatori. Il Manuale di Gestione è un documento che deve essere redatto secondo i principi della qualità e deve essere strutturato in modo tale da fotografare esaurientemente tutto il sistema di misura in continuo, in particolare dovrà: a) descrivere e definire il funzionamento dell impianto durante gli stati a regime, transitorio, avarie, emergenze, etc.; b) definire univocamente il sistema SME in ogni sua parte (campionamento a camino, trattamento e analisi dell effluente, elaborazione, validazione, archiviazione e trasmissione dei dati); c) indicare il tipo e la frequenza delle manutenzioni e delle verifiche periodiche cui è soggetto lo SME (es. linearità, I AR, QAL2, AST); d) garantire il mantenimento delle prestazioni dello SME (es. QAL3); e) indicare le procedure concordate da attuare in caso di avaria/guasto all impianto o al sistema SME o a parti di questo, o eventualmente di superamento dei limiti emissivi; f) identificare la responsabilità dei soggetti coinvolti nelle procedure oggetto del presente documento; g) contenere la documentazione attestante il rispetto dei requisiti tecnici richiesti (es. certificazioni, etc.), nonché definire le modalità di trasmissione dati e delle informazioni di servizio (relazioni taratura, I AR, guasti e malfunzionamenti, superamenti del valore limite di emissione); h) essere periodicamente revisionato ed aggiornato. Nell Allegato 1 viene riportato il fac-simile della copertina e dell indice del Manuale di Gestione. In particolare i contenuti dei capitoli e dei paragrafi del succitato indice faranno puntuale riferimento a quanto indicato nei rispettivi paragrafi della successiva Parte B. L eventuale inserimento di capitoli non previsti, dovrà essere preventivamente concordato con l ACC. 6

8 3 DEFINIZIONI, ABBREVIAZIONI E ACRONIMI Si riporta di seguito l elenco delle abbreviazioni e degli acronimi presenti nel documento, nonché, per alcune di esse, le definizioni utilizzate: AC ACC GI RS RM AM SME DCS MG ADI ADM ID IC AUTORITÀ COMPETENTE Organismo che attua le Direttive Europee e regola l installazione e l uso degli SME presso l impianto (così come definito nella norma UNI EN 14181:2005). AUTORITÀ COMPETENTE AL CONTROLLO Autorità incaricata per il controllo della rispondenza delle prescrizioni. GESTORE DELL IMPIANTO Qualsiasi persona fisica o giuridica che detiene o gestisce l impianto oppure che dispone di un potere economico determinante sull esercizio tecnico dell impianto stesso. RESPONSABILE DEL SISTEMA SME RESPONSABILE DELLA MANUTENZIONE ADDETTO ALLA MANUTENZIONE SISTEMA DI MONITORAGGIO IN CONTINUO PER LE EMISSIONI SISTEMA DI CONTROLLO AUTOMATICO DI UN IMPIANTO (DISTRIBUTED CONTROL SYSTEM) MANUALE DI GESTIONE ARCHIVIO (ORARIO/SEMIORARIO) DEI DATI ISTANTANEI ARCHIVIO (GIORNALIERO) DEI DATI MEDI (SEMIORARI/ORARI) INDICE DI DISPONIBILITÀ DELLE MISURE INTERVALLO DI CONFIDENZA Quando T 1 e T 2 sono due funzioni dei valori osservati tali che, essendo θ un parametro della popolazione da stimare, la probabilità P r (T 1 θ T 2 ) è almeno uguale a (1-α) [dove (1-α) è un numero fisso, positivo e minore di 1], l intervallo T 1 e T 2 è un intervallo di confidenza bilaterale (1-α) per θ [ISO :1993]. L intervallo di confidenza del 95% è illustrato nella figura di seguito, dove: T 1 = θ σ 0 T 1 = θ σ 0 I = T 1 - T 2 = σ 0 σ 0 = I / (2 1.96) n f m limite di confidenza del 95% superiore limite di confidenza del 95% inferiore lunghezza dell intervallo di confidenza scarto tipo associato all intervallo numero dei valori osservati frequenza valore misurato VLE MA VALORE LIMITE DI EMISSIONE MISURE AUSILIARIE 7

9 QAL QAL1 QAL2 QAL3 AST I AR SRM NORMALE FUNZIONAMENTO 1 Si intende come normale funzionamento un assetto impiantistico che venga mantenuto nel tempo; tale definizione non coincide con quella più comunemente usata di minimo tecnico che è legata all applicabilità o meno dei limiti emissivi. FASI DI TRANSIZIONE O TRANSITORI Ai fini della UNI EN 14181:2005, stati di passaggio tra periodi di normale funzionamento, non necessariamente al di sopra del minimo tecnico, di breve durata e pertanto non caratterizzabili nella taratura QAL2. FONDO SCALA STRUMENTALE Il massimo valore misurabile da uno specifico analizzatore, al di là del quale la misura non è più all interno di caratteristiche di precisione ed affidabilità note e garantite dal costruttore dello strumento stesso. Tale valore deve essere preso in considerazione dalle procedure di manutenzione e verifica dell analizzatore (ad esempio per scegliere la concentrazione dei gas di calibrazione). RANGE DI VALIDITÀ (AI SENSI DELLA QAL2) Intervallo di concentrazioni misurate da uno specifico analizzatore per le quali sono state verificate sperimentalmente le caratteristiche di incertezza in confronto con un metodo di riferimento; tale intervallo non coincide necessariamente con il fondo scala strumentale in quanto di solito è un sottoinsieme di questo. Infatti il range di validità si verifica solo nelle condizioni di normale funzionamento, mentre i valori misurati durante i transitori, che di solito sono maggiori, vengono verificati in termini di confronto con materiali di riferimento. LIVELLO DI ASSICURAZIONE DELLA QUALITÀ (QUALITY ASSURANCE LEVEL) Procedimento da utilizzarsi per dimostrare l idoneità dello strumento al proprio compito di misurazione (parametro e composizione del gas effluente) secondo quanto specificato dalla UNI EN :2007. Procedimento per la determinazione della funzione di taratura e della sua variabilità nonché una prova della variabilità del sistema di misurazione automatico (AMS) rispetto all incertezza fornita dalla legislazione. Procedimento utilizzato per controllare la deriva e la precisione al fine di dimostrare che l AMS è in controllo durante il funzionamento, in modo che continui a funzionare secondo le specifiche richieste per l incertezza. PROVA DI SORVEGLIANZA ANNUALE (ANNUAL SURVILLANCE LEVEL) Prova di sorveglianza annuale per valutare se i valori ottenuti dall AMS soddisfano ancora i criteri di incertezza richiesti. INDICE DI ACCURATEZZA RELATIVA METODO STANDARD DI RIFERIMENTO (STANDARD REFERENCE METHOD) 1 Il termine normale funzionamento è ascrivibile agli stati caratteristici del funzionamento durante l esercizio commerciale o, più in generale, produttivo. Nel caso di impianti per la produzione di energia elettrica, le caratteristiche d interesse principali ai fini dell individuazione della flessibilità in esercizio sono: a) il tipo di servizio b) il minimo tecnico c) il gradiente di presa di carico in funzione della potenza erogata d) il tempo di avviamento a caldo al rientro da un blocco e) le ore di utilizzazione f) le ore di disponibilità dell impianto produttivo. In altri casi il concetto di normale funzionamento è legato alle modalità impiantistiche che sono più utilizzate in termini temporali. A puro titolo di esempio, un impianto elettrico utilizzato come riserva calda o rotante, benché operi al di sotto del minimo tecnico, ha però un normale funzionamento legato proprio a tali stati. 8

10 4 RIFERIMENTI NORMATIVI Si riportano di seguito i principali strumenti normativi di riferimento in materia di SME: Normativa Nazionale Parte quinta del D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i.: Norme in materia di tutela dell aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera ed in particolare l Allegato VI Criteri per la valutazione della conformità dei valori limite misurati ai valori di emissione e l Allegato II Grandi impianti di combustione (ex D.M. 21/12/1995); Parte quarta, Titolo III-bis, del D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i.: Incenerimento e coincenerimento di rifiuti ; D.M. 5 febbraio 1998 e s.m.i.: Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 ; D.Lgs. n. 59/05 e s.m.i.: Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento; D.M. 31/01/2005: Linee guida recanti i criteri per l individuazione e l utilizzazione delle migliori tecnologie disponibili (ex art. 3, comma 2, D.Lgs. n. 372/99) ed in particolare l Allegato 2 Linee guida in materia di sistemi di monitoraggio. Norme tecniche di riferimento UNI EN 14181:2005 Emissioni da sorgente fissa Assicurazione della qualità di sistemi di misurazione automatici ; UNI EN :2008 Qualità dell aria Certificazione dei sistemi di misurazione automatici Criteri di prestazione e procedimenti di prova per sistemi di misurazione automatici per monitorare le emissioni da sorgenti fisse ; UNI EN ISO 14956:2004 Qualità dell aria Valutazione dell idoneità di una procedura di misurazione per confronto con un incertezza di misura richiesta ; UNI EN 15259:2008 Qualità dell aria Misurazione di emissioni da sorgente fissa Requisiti delle sezioni e dei siti di misurazione e dell obiettivo, del piano e del rapporto di misurazione ; UNI EN :2001 Emissioni da sorgente fissa Determinazione della concentrazione in massa di polveri in basse concentrazioni Metodo manuale gravimetrico ; UNI EN ISO 9169:2006 Qualità dell aria - Definizione e determinazione delle caratteristiche prestazionali di un sistema di misurazione automatico ; UNI EN ISO 6143:2007 Analisi del gas Metodo comparativo per la determinazione e la verifica della composizione delle miscele di gas per calibrazione ; ISO/TR :1997 Assessment of uncertainty in calibration and use of flow measurement devices Part 1: Linear calibration relationships ; UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e di taratura ; UNI CEI EN 45011:1999 Requisiti generali relativi agli organismi che gestiscono sistemi di certificazione di prodotti ; ISO :1993 Statistics Vocabulary and symbols Part 1: Probability and general statistical terms. 9

11 5 VALIDITÀ DEL MANUALE DI GESTIONE Il Gestore dell impianto è tenuto, entro la data di messa a regime, alla redazione di un proprio Manuale di Gestione dello SME conforme al modello proposto nel presente documento, e alla successiva trasmissione dello stesso all ACC per la sua condivisione. La validità del Manuale è strettamente legata alla durata dell autorizzazione: non può tuttavia superare i 5 anni dalla sua emissione, e almeno ogni 12 mesi deve essere riesaminato dal Gestore ed eventualmente revisionato in accordo con la pertinente autorità. Deve essere prevista all interno del MG una sezione in cui venga mantenuta traccia delle revisioni subite dal documento, numerate progressivamente, con indicata la data, la lista delle modifiche accorse e dei paragrafi oggetto di revisione. Il Manuale deve essere considerato automaticamente non più valido, e quindi da revisionare nella sua interezza, qualora avvenga uno o più dei seguenti avvenimenti: 1. modifica (sostanziale o meno ai sensi del D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i.) dell impianto tale da comportare una significativa modificazione dei parametri chimico-fisici dell effluente; 2. modifica sostanziale del sistema SME al di fuori delle specifiche elencate nel MG stesso; 3. modifiche sostanziali al quadro normativo applicabile. 10

12 Parte B. CONTENUTI DEL MANUALE DI GESTIONE 1 DESCRIZIONE DELL IMPIANTO E DELLO SME 1.1 DESCRIZIONE DELL IMPIANTO Per ogni impianto inserito all interno del sito produttivo deve essere presente una descrizione schematica dello stesso che comprenda almeno: 1. scopo produttivo dello stabilimento e del singolo impianto 2. planimetria dello stabilimento, delle singole linee produttive e degli impianti, con evidenza dei punti emissivi e relativa codifica come da autorizzazione 3. schema a blocchi del/i ciclo/i produttivo/i con indicazione degli eventuali presidi depurativi (tipologia, caratteristiche tecniche, etc.) 4. combustibili utilizzati (scheda analisi) e comunque ammissibili e loro eventuali limitazioni, con esplicita dichiarazione dei parametri caratterizzanti (PCI, umidità, etc.) 5. copia delle autorizzazioni ambientali concesse 6. organigramma della struttura societaria che mostri chiaramente le responsabilità attribuite per legge con particolare riguardo alle responsabilità ambientali relative al sistema SME e correlate (responsabile della sicurezza, della conduzione, direttore tecnico, rapporti con le Autorità Competenti, etc.) CONDIZIONI OPERATIVE Oltre alle definizioni comunemente utilizzate, devono essere definite dal Gestore in maniera chiara ed univoca le seguenti condizioni di impianto: 1. il minimo tecnico (se previsto) 2. gli stati di funzionamento dell impianto produttivo, evidenziando per ogni assetto la correlazione esistente tra le diverse variabili d impianto (es. consumo di combustibile, energia/materia prima prodotta, numero di presidi depurativi attivi e caratteristiche emissive medie) 3. lo/gli stato/i di funzionamento a regime (potenzialità nominale massima alla quale l impianto è autorizzato senza limiti di tempo) 4. lo stato di avviamento 5. lo stato di fermata 6. lo stato di guasto 2 7. gli stati di funzionamento dei sistemi di abbattimento. Tali definizioni devono essere poi utilizzate per la consultazione del Manuale e per l adempimento agli obblighi di legge che da essi derivano. Le definizioni non devono essere generiche, ma devono 2 Tale definizione deve essere intesa ad identificare condizioni operative eccezionali, condizioni in cui peraltro potrebbe non essere garantito il mantenimento delle emissioni imposte durante l esercizio; non viene richiesto di evidenziare ogni possibile causa di guasto, cosa di per sé impossibile, ma di evidenziare quali accadimenti tecnici pongono l impianto in uno stato di funzionamento anomalo, come ad esempio il fuori servizio di uno o più sistemi di abbattimento, l anomalia ad uno o più bruciatori, etc. In tale condizione non vanno inseriti quegli accadimenti che, invece, non costituiscono un problema per il normale funzionamento, come ad esempio il fuori servizio di solo una sezione di filtri a maniche, purché le altre garantiscano il rispetto dei limiti imposti. 11

13 tenere conto delle specifiche realtà impiantistiche ed essere riferite ad ogni singolo punto di emissione autorizzato (forno, caldaia, etc.) LIMITI ALLE EMISSIONI Deve essere riportata una sintesi: 1. dei parametri inquinanti da monitorare così come riportati nell autorizzazione all esercizio dell impianto 2. del/i relativo/i limite/i autorizzato/i in relazione alla scala temporale di riferimento (ora/semiora, giorno, etc.) 3. dei parametri di normalizzazione previsti per legge per quella specifica tipologia produttiva (es. tenore di ossigeno di processo di riferimento) 4. delle grandezze di stato da misurare parallelamente per la normalizzazione dei dati di emissione (es. temperatura, pressione, umidità, ossigeno) così come determinate dalla specifica modalità di campionamento dell effluente adottato per il rilievo degli inquinanti UBICAZIONE DEI COMPONENTI DELLO SME Nel MG deve essere inserita la planimetria dell impianto con evidenza della collocazione dei principali componenti dello SME: emissione/i punto/i di prelievo armadio SME postazione del server di raccolta dati percorso della linea di campionamento. 1.2 DESCRIZIONE DEI PUNTI DI EMISSIONE Ciascun punto di emissione deve essere descritto, allegandone i disegni costruttivi (piante, sezioni, etc.) in idonea scala, riportando almeno i seguenti dati: 1. altezza del punto di emissione (quota sul piano di campagna) 2. diametro esterno del condotto emissivo 3. diametro interno del condotto emissivo 4. altezza massima del punto d ingresso dell emissione nel condotto (quota sul piano di campagna) 5. altezza della sezione di prelievo (quota sul piano di campagna) 6. caratteristiche costruttive del condotto di emissione 7. caratteristiche dimensionali e costruttive della sezione di prelievo 8. specificare se esistono difformità rispetto alla norma UNI EN 15259:2008. Inoltre, ai fini di consentire una corretta valutazione dell idoneità del sistema di misura installato rispetto alle peculiarità dell emissione, deve essere altresì fornita una stima delle caratteristiche chimico fisiche medie e/o tipiche degli effluenti, quali: 1. portata media oraria normalizzata e tal quale 2. temperatura allo sbocco in atmosfera (misurata o stimata) 3. temperatura al punto di prelievo 4. pressione al punto di prelievo 5. concentrazione O 2 al punto di prelievo 12

14 6. umidità al punto di prelievo 7. inquinanti presenti e relativa concentrazione media (sia tal quale che normalizzata e riferita al tenore di ossigeno di processo) caratteristica di ogni assetto impiantistico. Infine, allo scopo di garantire l accesso e la permanenza in sicurezza al punto di prelievo, devono essere riportate almeno le seguenti informazioni: 1. percorso di accesso alla postazione 2. presenza di tratti di scala alla marinara e/o altri tratti di percorso che per l accesso richiedano l ausilio di dispositivi di trattenuta e sistemi anticaduta in genere, e indicazione se tali dispositivi sono installati a impianto o devono essere predisposti dal personale che accede alla postazione 3. tipologia di postazioni (interna/esterna, struttura metallica terrazzata agganciata al condotto, struttura in muratura indipendente parte dell impianto stesso, etc.) 4. caratteristiche della postazione (dimensioni, forma, superficie, portata espressa in kg e come n massimo di persone, etc.) 5. tipologia di pavimentazione (continua/grigliata), presenza di eventuali botole o cancelletti 6. presenza/assenza di dispositivi fissi di sollevamento (montacarichi, verricelli manuali/elettrici, etc.) 7. disponibilità di prese di corrente. Così come espresso al par. 5.3 della norma UNI EN 14181:2005, la piattaforma di lavoro utilizzata per accedere allo SME deve consentire di eseguire facilmente misurazioni parallele utilizzando un SRM. Le porte di campionamento per le misurazioni con l SMR devono essere collocate il più vicino possibile, ma a non più di tre volte il flusso a monte o a valle di diametro equivalente rispetto alla posizione dello SME, al fine di consentire misurazioni comparabili tra il sistema di misurazione automatico e l SMR. 1.3 CARATTERISTICHE DELLO SME Nel MG devono essere riportate tutte le informazioni atte a documentare le diverse parti del Sistema di Monitoraggio per le Emissioni in atmosfera. In particolare dovranno essere riportate le informazioni relative a: Modalità di campionamento dell effluente Caratteristiche degli analizzatori impiegati Materiali di riferimento Gli SME devono comunque essere conformi ai requisiti di cui all Allegato 2 del D.M. 31/01/ MODALITÀ DI CAMPIONAMENTO Deve essere descritto il sistema di campionamento, anche con l aiuto di schemi e disegni, con riferimento a tutti i dispositivi e alle componenti interessate, dalla sonda fino agli analizzatori. La descrizione fornita deve essere funzionale alla comprensione delle modalità di campionamento dell effluente, della tipologia di linea di prelievo installata, dei trattamenti fisici che questo subisce (es. refrigerazione) prima che ne vengano analizzate le caratteristiche fisiche da parte degli analizzatori. 13

15 1.3.2 CARATTERISTICHE DEGLI ANALIZZATORI IMPIEGATI Gli analizzatori devono essere certificati secondo quanto espresso al punto 3.3, Titolo II, Allegato VI alla parte quinta del D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i.: Possono essere utilizzati, previa verifica di idoneità da parte dell'autorità competente per il controllo, gli analizzatori provvisti di una certificazione acquisita da un ente certificatore estero appartenente ad uno Stato dell'unione europea accreditato da un ente operante nell'ambito della convenzione denominata «European Cooperation for Accreditation», purché l'atto di certificazione sia corredato da: a) rapporti di prova emessi da laboratori che effettuano prove accreditate secondo la norma EN ISO/IEC in cui siano indicati il campo di misura, il limite di rilevabilità, la deriva, il tempo di risposta e la disponibilità dei dati sul lungo periodo; tali rapporti, su richiesta dell'autorità competente, devono essere resi disponibili in lingua italiana, con traduzione asseverata presso i competenti uffici del Tribunale; b) esiti delle verifiche di sistema condotte secondo la norma EN dall'ente certificatore. In alternativa a tali analizzatori possono essere utilizzati, previa verifica di idoneità da parte dell'autorità competente per il controllo, gli analizzatori autorizzati, con apposito provvedimento, da una pubblica amministrazione di uno Stato estero appartenente all'unione europea. In questo caso il provvedimento deve essere corredato dalla documentazione di cui alla lettera a). Nella verifica di idoneità l'autorità valuta, anche sulla base dei parametri indicati nella lettera a) la capacità degli analizzatori di rilevare gli inquinanti nelle emissioni dell'impianto in relazione alle caratteristiche qualitative e quantitative degli inquinanti, ai valori limite di emissione e alle eventuali prescrizioni contenute nell'autorizzazione. Si precisa inoltre che tutti gli analizzatori di nuovo acquisto sono considerati idonei da parte dell ACC solo se dotati di certificato di prodotto secondo la norma UNI EN 15267:2009, in base alla quale la valutazione dell idoneità dello SME e del relativo procedimento di misurazione è basata sulla norma UNI EN ISO 14956:2004 (QAL1). Nel caso di sistemi SME già esistenti o comunque autorizzati anteriormente la pubblicazione della norma UNI EN 15267:2009, l ACC può accettarne l utilizzo purché se ne verifichi l adeguatezza alla determinazione del limite di legge imposto con un incertezza non superiore a quanto ammesso dal D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i. Tale verifica deve essere effettuata: sulla base di una documentazione tecnica da parte del costruttore del sistema che ne attesti l adeguatezza, sulla base dei limiti imposti e della reale condizione del sistema SME installato, anche per gli impianti non soggetti alla UNI EN 14181:2005 sulla base della verifica condotta durante il test di variabilità richiesto in fase di QAL2. Gli analizzatori impiegati devono essere descritti elencando, per ciascuno di essi, almeno: 1. parametro/i misurato/i 2. costruttore 3. modello 4. principio di misura 5. n di serie e/o di matricola 6. campo di misura 14

16 7. limite di rilevabilità 8. incertezza associata ad ogni parametro misurato con indicazione delle modalità di determinazione 9. errore di linearità massimo 10. errore di interferenza massimo 11. tempo di risposta 12. deriva di zero 13. deriva di span 14. altre caratteristiche richieste dalla normativa specifica applicabile Scelta dei campi di misura strumentali Il campo di misura (ossia l intervallo tra la concentrazione minima e massima che un analizzatore è in grado si misurare senza soluzione di continuità) degli analizzatori deve essere scelto in modo tale che ciascuno strumento del sistema SME sia in grado di misurare le concentrazioni emesse dall impianto in ogni condizione di esercizio, compresi i transitori di avvio e arresto degli impianti. In base a quanto detto, il campo di misura da utilizzare deve essere sicuramente superiore al più alto valore istantaneo misurato, e comunque: non inferiore a 1.5 volte il limite su 10 minuti, semiorario o orario, se esiste, e tale da comportare un valore su 10 minuti, semiorario o orario, valido (in pratica il fondo scala deve essere scelto in modo tale da non dover escludere più del 30% dei campioni misurati, al fine di non invalidare l intera semiora, o comunque più di 504 minuti alla settimana). Le condizioni di cui sopra possono essere ottenute, se necessario, con l adozione di più scale di misura o di più strumenti Scelta dei valori limite di rilevabilità Le Direttive Europee, riprese nella parte quarta del D.Lgs. n. 152/06 per gli impianti di incenerimento e coincenerimento di rifiuti e nella parte quinta del D.Lgs. n. 152/06 per i grandi impianti di combustione, impongono per determinati inquinanti (rispettivamente il D.Lgs. n. 152/06, parte quarta, per NO X, SO 2, polveri, CO, HCl, HF e COT, il D.Lgs. n. 152/06, parte quinta, per NO X, SO 2, polveri e CO) un limite massimo all intervallo di confidenza concesso ai sistemi SME. A tal fine appare opportuno utilizzare a riferimento la seguente tabella riportante i valori massimi di incertezza (definiti come percentuale del VLE) ammessi per ogni parametro, così come definiti dalla vigente normativa, e integrati dalle indicazioni fornite da ARPA Umbria relativamente a quei parametri non normati dai suddetti decreti nazionali. PARAMETRO D.Lgs. n. 152/06, parte quarta, Titolo III-bis All. I, Paragrafo C D.Lgs. n. 152/06, parte quinta All. II, Parte II, Sezione 8 Indicazioni ARPA Polveri 30% 30% 30% COT 30% - 30% HCl 40% - 40% HF 40% - 40% SO 2 20% 20% 20% 3 Nel caso di adozione di strumento multi-scala, si precisa che non è richiesta la certificazione per i campi di misura diversi da quelli impiegati per la verifica del rispetto dei limiti. 15

17 PARAMETRO D.Lgs. n. 152/06, parte quarta, Titolo III-bis All. I, Paragrafo C D.Lgs. n. 152/06, parte quinta All. II, Parte II, Sezione 8 Indicazioni ARPA NO X 20% 20% 20% CO 10% 10% 10% NH 3 30% - 20% Tabella 1 - Valori massimi di incertezza previsti dalla normativa. Per una gestione più agevole del sistema SME conviene trattare gli eventuali analizzatori di O 2, H 2 O e CO 2 al pari degli altri parametri per i quali l intervallo di confidenza è stabilito dalle norme, e definire un livello convenzionale del limite alle emissioni (VLE) e dell intervallo di confidenza da assegnare a tali parametri, così da poter trattare formalmente questi assieme agli altri parametri già regolamentati. Si ritiene che valori ragionevoli per tali parametri siano pari a: COMPOSTO LIMITE APPLICABILE INTERVALLO DI CONFIDENZA (AL 95%) (VLE) O 2 21% vol. anidro 10% H 2 O 25% vol. 30% CO 2 25% vol. anidro 10% Tabella 2 - Valori limite alle emissioni applicabili e valori massimi di incertezza ammessi per i parametri O 2, H 2 O e CO 2. Qualora venga imposto il monitoraggio di altri inquinanti, è necessario che venga preventivamente concordato un intervallo di confidenza per ciascuno di questi che dovrebbe essere compreso tra il 10% ed il 50% del limite di legge, a seconda dell inquinante, della sua pericolosità, del metodo utilizzato per la determinazione e del limite MATERIALI DI RIFERIMENTO È necessario descrivere tutti i materiali di riferimento (quali ad esempio le miscele gassose) necessari al funzionamento o alla calibrazione dello SME definendo le specifiche utilizzate per il loro approvvigionamento. Con la sola eccezione dell aria strumentale, per ciascun materiale di riferimento è richiesto il certificato di analisi rilasciato dal fornitore o di altra figura equivalente, che garantisca inoltre la tracciabilità, così come definito nella norma UNI EN ISO 6143:2007 del prodotto; detti certificati devono essere conservati per almeno cinque anni al fine di poter gestire le eventuali non conformità che dovessero emergere. Nella scelta del fornitore degli stessi sono da privilegiarsi quelle società in grado di fornire un certificato di analisi conforme agli standard metrologici europei o internazionali (UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005) e comunque dotate di un sistema di gestione della qualità. Le principali caratteristiche richieste per i materiali di riferimento sono: 1. composizione chimica 2. metodo di preparazione 3. taglia del contenitore 4. tipo di contenitore richiesto (es. inox, alluminio, alluminio vetrificato, etc.) 5. pressione massima di carica (se applicabile) 16

18 6. pressione minima di utilizzo (se applicabile) 7. incertezza massima della concentrazione 8. numero di serie del contenitore 9. data di fabbricazione 10. concentrazione di targa 11. metodo di analisi e norma di riferimento 12. concentrazione di analisi 13. incertezza massima della concentrazione 14. periodo di stabilità 15. tipo di utilizzo previsto per la miscela e stima della sua durata. 17

19 2 MODALITÀ DI TRATTAMENTO DEI DATI 2.1 DESCRIZIONE DEL SISTEMA DI ACQUISIZIONE Il sistema di acquisizione deve essere descritto in ogni sua parte, sia dal punto di vista dell hardware che del software. Tutti gli algoritmi utilizzati, sia in fase di acquisizione dei dati (dati istantanei 4 ) che in fase di validazione ed elaborazione degli stessi (dati medi), e in ogni altro processo di elaborazione, vanno chiaramente descritti evidenziando, per ciascuna grandezza trattata, quali delle variabili che intervengono nell algoritmo di calcolo assumono valori in base a specifiche software predefinite e quali sono invece configurabili dall utente del sistema (utente normale, amministratore, etc. e secondo quali criteri). Particolare attenzione va data, nel MG, alla definizione di tutti i parametri che sono configurabili dall utente del sistema stesso; essi devono essere chiaramente indicati in modo da poter essere in ogni istante verificati. Nel MG devono essere chiaramente specificate le modalità di archiviazione dei dati istantanei (archivio dati istantanei) e dei dati medi (archivio dati medi), precisando: dove risiedono fisicamente tali archivi dati (server e relativo percorso di accesso ai file) il formato utilizzato per il salvataggio dei record di dati all interno dei file, nonché la denominazione utilizzata per il salvataggio dei file stessi (che dovrà essere conforme a quanto indicato nell Allegato 1, paragrafo C, del D.d.s. n del 27/04/2010 della Regione Lombardia) la modalità di trattamento dei dati istantanei e dei dati medi orari/semiorari o calcolati su diversa base temporale. Devono inoltre essere illustrate le modalità adottate relative alle garanzie di sicurezza dei dati, ovvero tutte le policies aziendali utilizzate per garantire la coerenza dei dati acquisiti ed archiviati (es. elenco dei profili utente abilitati e delle persone a conoscenza delle password associate) ARCHIVIO DATI ISTANTANEI Per ogni parametro monitorato devono essere indicati almeno i seguenti dati: - tipo di segnale utilizzato per la trasmissione - soglia minima e massima di accettabilità del dato istantaneo, espresso in termini di valore del segnale elettrico/ingegnerizzato - campo di misura dell analizzatore - soglia minima e massima di validità incrementale - soglia inferiore e superiore di accettabilità del dato istantaneo - tipologia segnalazioni di anomalia - la frequenza di acquisizione 5 dei dati istantanei relativa a: 4 Si intende come dato istantaneo una misura per la quale si assuma non sia associata alcuna media o varianza. È il termine minimo su cui vengono valutati tutti i parametri successivi, che acquistano così una valenza statistica. 5 La frequenza di acquisizione deve essere specificata anche per quelle grandezze che intervengono nel processo di calcolo di altre grandezze (misure stimate o grandezze calcolate): ad esempio nel caso della determinazione della portata fumi in base al consumo di combustibile, nel MG deve essere indicata la frequenza con la quale viene effettuata l analisi chimica dalla quale si desume il potere calorifico del combustibile stesso. 18

20 i parametri inquinanti le grandezze di processo (impianto e presidi depurativi) le grandezze chimico-fisiche dell effluente - le condizioni di stato (temperatura, pressione, umidità) alle quali sono acquisiti i dati relativi ai parametri inquinanti ARCHIVIO DATI MEDI Il trattamento dei dati deve prevedere il calcolo della media oraria/semioraria direttamente a partire dai dati istantanei validi, acquisiti con opportuna frequenza di campionamento, senza il calcolo di grandezze intermedie. Dato istantaneo Dato medio (orario o semiorario) Vanno inoltre indicati almeno i seguenti elementi: - numero di misure minime necessarie per la validità del dato semiorario/orario (calcolo dell indice di disponibilità percentuale) - modalità di calcolo dei valori medi orari/semiorari relativi ai parametri inquinanti e le formule utilizzate per riferire le misure alle condizioni fisiche prescritte, in particolare: o per i valori medi grezzi (ovvero alle condizioni alle quali sono acquisiti i dati istantanei agli analizzatori) o per i valori medi tal quali (ovvero alle condizioni chimico-fisiche caratteristiche dell effluente) o per i valori medi normalizzati (rispetto a temperatura, pressione, umidità e al tenore di ossigeno di processo): il riferimento alle condizioni fisiche prescritte deve avvenire utilizzando i dati medi orari/semiorari dei parametri specifici per il calcolo 6 o per i valori medi utilizzati per la verifica del rispetto del limite di legge. Si precisa che il sistema di elaborazione dei dati non deve prevedere l applicazione di alcuna soglia (minima/massima) né di tipo assoluto, né di tipo incrementale, per la validazione dei dati medi orari, poiché tale procedimento deve essere applicato esclusivamente ai dati istantanei. 2.2 TIPOLOGIA DI DATI E LORO UTILIZZO Nel MG deve essere riportato un elenco completo delle grandezze oggetto di monitoraggio/registrazione da parte degli analizzatori e/o DCS 7, correlato delle relative unità di misura e descrizione sintetica delle stesse. Ad ognuna di tali grandezze deve essere associato un codice, ovvero una codifica alfanumerica univoca descrittiva della grandezza stessa e delle modalità di effettuazione della misura, nonché un indicatore delle condizioni del dispositivo con il quale è stata effettuata la rilevazione del valore della grandezza in un certo istante. 6 Ad esempio la normalizzazione del dato medio orario di un parametro emissivo rispetto all umidità deve avvenire utilizzando il valore medio orario dell umidità riferito alla stessa ora. 7 Al sistema che presiede al trattamento dei dati devono pervenire, in modo continuo, i segnali provenienti dagli analizzatori e dal DCS, a cui corrispondono dati istantanei. 19

21 Infine per ogni grandezza trattata dal sistema di trattamento dati deve essere specificato: di che tipologia si tratti: grandezze emissive (i cui segnali provengono dagli analizzatori), grandezze chimico-fisiche correlate ai parametri emissivi (i cui segnali provengono generalmente dal DCS) e grandezze di processo (i cui segnali provengono anch essi dal DCS); il procedimento adottato per l acquisizione del relativo valore: misurato (ovvero acquisito direttamente da analizzatore, sensore, etc.), calcolato (in modo diretto tramite algoritmo basato su altre grandezze acquisite), stimato (in modo indiretto in relazione all andamento di altre grandezze emissive e/o di processo) o parametro di riferimento, ovvero una costante MISURE AUSILIARIE (MA) Queste grandezze devono consentire di descrivere compiutamente il funzionamento dell impianto, in aggiunta alle informazioni comunemente fornite dai parametri acquisiti tramite SME. Tali misure ausiliarie (MA) possono essere distinte in grandezze di processo e grandezze chimico-fisiche Grandezze di processo Tali misure (consumo di combustibile, produzione, energia prodotta, etc.) devono fornire, nel modo più accurato possibile, informazioni quali: - i quantitativi di materie prime utilizzate - la/le modalità di combustione - la potenza elettrica lorda - la portata di vapore - il carico elettrico - la discriminazione tra i diversi stati di funzionamento (a regime, di fermata, di avviamento o guasto, emergenza, etc.) Grandezze chimico-fisiche Per la valutazione dei flussi di massa emessi, è necessario che, per ogni punto di emissione, siano fornite anche le misure dei seguenti parametri di stato dell effluente: - temperatura - velocità - tenore di umidità. Oltre a queste, nel caso ad esempio degli impianti dotati di sistema di post-combustione, deve essere fornita la registrazione della temperatura in camera di post-combustione. In questo caso devono essere anche chiaramente indicate tutte le azioni automatiche di supporto al mantenimento di questi parametri impiantistici minimali, quali ad esempio l attivazione di bruciatori ausiliari (deve essere registrato anche il consumo di combustibile ausiliario annuo), la periodicità delle verifiche dei sensori della temperatura, etc VALORI STIMATI È necessario indicare esplicitamente la metodologia utilizzata per il calcolo dei valori di backup, ovvero dei valori utilizzati in caso di malfunzionamento del sistema SME/MA. Sono ammesse due modalità di calcolo delle emissioni stimate (o entrambe): 20

22 1. calcolo in linea sulla base di misure ausiliarie di altre grandezze acquisite durante il verificarsi dell evento di guasto/manutenzione stesso, operato da un sistema automatico che può coincidere con il sistema di acquisizione/elaborazione SME (il dato stimato dovrà essere individuato tramite codice opportuno) 2. calcolo fuori linea sulla base di dati medi storici e relativi a stati di funzionamento analoghi a quelli in essere durante l evento di guasto/manutenzione, effettuato direttamente dall esercente qualora i dati del sistema automatico non siano disponibili. La scelta effettuata e le procedure operative adottate devono essere minuziosamente descritte nel MG e comunque essere concordate con l ACC. 2.3 CRITERI DI VALIDAZIONE/INVALIDAZIONE DEI DATI In conformità a quanto riportato nel D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i. Allegato VI alla parte quinta, punti e il sistema di validazione delle misure deve provvedere automaticamente, sulla base di procedure di verifica predefinite, a validare sia i valori elementari acquisiti, sia i valori medi calcolati. Le procedure di validazione adottate in relazione al tipo di processo e ad ogni tipo di analizzatore, devono essere stabilite dall ACC, sentito il Gestore. In particolare vengono definiti validi i valori istantanei che soddisfano contemporaneamente le seguenti condizioni: essere compresi tra due valori soglia concordati con l ACC (si veda il cap. 6 della norma 14181:2005, ed in particolare la parte relativa al range di validità ), e comunque compreso tra -5% e +105% del relativo campo di misura. Gli eventuali valori pari o superiori al 105% del campo di misura devono essere individuati con apposito flag, ma comunque ritenuti validi per i computi successivi essere acquisiti durante momenti di funzionamento regolare dello SME. Devono inoltre essere acquisite ed archiviate tutte le misure rilevate dallo SME: il sistema di controllo in continuo potrà essere fermato, previa comunicazione all ACC secondo le modalità concordate (fax, posta elettronica, etc.), solo in caso di arresto totale dell impianto di produzione in occasione ad esempio di fermate straordinarie, adeguamenti tecnologici, etc., i cui eventi dovranno essere codificati in termini di procedure di gestione e di comunicazione all interno del MG. In nessun caso, durante fasi di fermata che si verificano tra un transitorio di arresto e il successivo avvio in periodi di esercizio, lo SME potrà cessare la sua funzione di monitoraggio. Il sistema di misura dovrà essere in grado di indicare lo stato della misura (quindi riconoscere le tarature, le anomalie, i transitori di avvio e arresto dell impianto, etc.) associando alla stessa un codice di riconoscimento (flag). I dati istantanei acquisiti possono essere invalidati solo con i digitali dello stato di funzionamento del dispositivo preposto all acquisizione dei dati stessi (in particolare i dati relativi ai parametri inquinanti possono essere invalidati solo attraverso lo stato di funzionamento degli analizzatori dello SME). Non sono pertanto previste invalidazioni dei dati istantanei sulla base degli stati di funzionamento dell impianto produttivo. Verificata la disponibilità (Indice di Disponibilità maggiore del 70%) dei dati istantanei utilizzati per il calcolo del valore medio e ottenuta la media sul periodo di interesse (intervallo temporale sul quale è definito il limite autorizzato), le invalidazioni dei dati medi orari/semiorari (calcolati a 21

23 partire dai dati istanti validi) devono essere eseguite attraverso l associazione con gli stati di funzionamento dell impianto produttivo. Questo secondo processo di validazione permette di identificare i dati di emissione utilizzabili per il confronto con i limiti emissivi autorizzati (e la verifica del rispetto degli stessi) rispetto a quelli da escludere da tale conteggio. Si precisa inoltre che non possono essere effettuate invalidazioni dei dati medi orari/semiorari di emissione sulla base degli stati di funzionamento dei presidi di abbattimento. 2.4 ELABORAZIONE DEI DATI METODI DI CALCOLO DEI VALORI MEDI All interno del MG devono essere presentate le metodologie di calcolo adottate per ricavare i dati medi definiti sulle diverse basi temporali (giornaliera, mensile, ecc.) previste in autorizzazione e/o nelle vigenti normative, con indicazione delle condizioni di validità impostate. A tale scopo, il software di elaborazione deve essere predisposto affinché effettui il calcolo dell indice disponibilità (espresso in valore %) dei dati sulle corrispondenti basi temporali (giornaliera, mensile, annua, etc.). I valori delle concentrazioni medie, utilizzate ai fini della verifica dei limiti, devono essere costruite nel modo seguente: - il sistema deve acquisire misure istantanee (dette anche elementari) fornite dallo SME ed i parametri impiantistici definiti significativi ai fini della verifica delle emissioni; tutti i parametri devono essere acquisiti con la stessa base temporale - il sistema deve permettere il calcolo di una serie di valori medi, ottenuti partendo dai valori elementari istantanei validi con la base temporale prevista per legge, che dovranno essere confrontati con i limiti di legge. - la frequenza di acquisizione dei dati istantanei deve essere non inferiore a 1 dato/minuto - ad ogni valore istantaneo deve essere associato un indicatore di stato (flag), in grado di mostrare lo stato di funzionamento dello SME e dell impianto 8 - partendo da ciascuna serie di valori istantanei validi, vengono calcolate le medie di questi valutate sulle opportune basi temporali (es. 10 minuti per il CO); tali serie sono definiti valori primari - ciascun valore medio orario/semiorario è valido se costituito da almeno il 70% di tutti i relativi valori istantanei teoricamente acquisibili dallo SME nel periodo di riferimento - lo stato di funzionamento dell impianto produttivo nel periodo di funzionamento è definito come lo stato che è stato mantenuto per almeno il 70% del tempo nel periodo stesso - i valori medi orari/semiorari (valori primari) sono utilizzati per costituire parametri definiti secondari, ovvero, ma non solo: concentrazioni normalizzate per ossigeno (i valori medi dovranno essere normalizzati nelle condizioni fisiche prescritte) emissioni in massa Per costruire un parametro secondario è ammesso il ricorso a valori non direttamente misurati dallo SME, purché la modalità utilizzata sia evidente nel MG ed approvata dall ACC 8 La frequenza di acquisizione di tali indicatori deve essere la stessa di quella impiegata per l acquisizione dei dati, così da garantire la corretta validazione di ogni singolo dato dell archivio istantaneo rispetto alle condizioni di funzionamento dello strumento deputato all acquisizione del dato stesso. 22

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