Diritto penale militare. Indice. 1 Premessa

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1 INSEGNAMENTO DI DIRITTO PENALE MILITARE LEZIONE V I REATI SPECIALI PROF. FRANCESCO BACCARO

2 Indice 1 Premessa I reati contro l amministrazione militare I reati contro la fede pubblica I reati contro la persona I reati contro il patrimonio di 15

3 1 Premessa Come è già stato accennato agli inizi della trattazione del diritto penale militare, i reati militari si distinguono in quelli esclusivamente militari ed in quelli non esclusivamente militari. Ebbene, visto che i primi sono stati già trattati, si esamineranno ora i reati non esclusivamente militari, ovverosia quei reati che trovano anche una disciplina nella legge penale comune ancorché, poi, previsti e puniti dalla legge penale militare, ciò per essere i soggetti coinvolti militari ed, altresì, per le circostanze particolari in cui vengono a verificarsi i reati in questione. 3 di 15

4 2 I reati contro l amministrazione militare I reati militari contro l amministrazione sono il peculato e la malversazione e trovano disciplina nel codice penale militare di pace agli artt. 215 e seguenti. Ai sensi dell art. 215 del c.p.m.p., commette il reato di peculato militare il militare che, incaricato di funzioni amministrative o di comando, si appropri di denaro o di altra cosa mobile appartenente all amministrazione, beni per cui, in ragione del suo ufficio, si trovi ad averne il possesso; risponde, ad esempio, di tale fattispecie delittuosa, il militare incaricato di gestire uno spaccio militare che si appropri degli incassi della giornata, oppure delle somme di denaro scaturenti dagli sconti applicati dai fornitori (Cass. Pen., Sez. I, 7 luglio 2000, n. 8088). Ai sensi dell art. 218 del c.p.m.p., è previsto e punito il peculato militare mediante profitto dell errore altrui, ovverosia la condotta del militare incaricato di funzioni amministrative o di comando, che, nell esercizio di esse, giovandosi dell errore altrui, riceve o ritiene indebitamente, per sé o per un terzo, denaro o altra cosa mobile, appartenente ad altro militare o all ammiistrazione militare; per la configurazione di tale reato è necessario che l errore altrui non venga dolosamente provocato dal militare agente, poiché in tal caso andrebbe a realizzarsi il reato di truffa militare ex art. 234 del c.p.m.p., stante l induzione in errore con artifici e raggiri. Per le fattispecie di peculato militare in argomento, si può notare la loro natura non esclusivamente militare, posto che il soggetto agente è un militare ed i beni di cui lo stesso si va ad impossessare sono di proprietà dell amministrazione o di altro militare. Se, infatti, il soggetto agente non è un militare, oppure i beni non sono di proprietà dell amministrazione, il fatto criminoso commesso dovrà essere ricondotto nell orbita del peculato previsto e punito dalla legge penale ordinaria (art. 314 c.p.), laddove, per l appunto, si punisce il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di danaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria ; in riferimento alla fattispecie di reato del peculato comune, si può notare che il soggetto agente non è un militare ed, altresì, che il bene di cui lo stesso va ad appropriarsi, a seguito della 4 di 15

5 condotta criminosa, può anche essere appartenente a soggetti non identificabili necessariamente con l amministrazione. Pertanto, il peculato è uno di quei reati non esclusivamente militari, proprio perché può essere anche commesso da soggetti non appartenenti alle Forze Armate, con conseguente applicazione della legge penale comune, stante, per l appunto, la configurazione del peculato comune previsto e punito ai sensi dell art. 314 del c.p. Il secondo reato contro l amministrazione è la malversazione a danno di militari. Tale reato, previsto e punito ai sensi dell art. 216 del c.p.m.p., è configurabile allorquando il militare, incaricato di funzioni amministrative o di comando, si appropri, o comunque distrae a profitto proprio o di un terzo, denaro od altra cosa mobile altrui di appartenenza ad altro militare e di cui egli ne detiene il possesso in ragione del suo ufficio o servizio; risponde, ad esempio, di siffatta fattispecie delittuosa, il militare addetto al servizio postale che si appropria di valori e/o altri beni mobili contenuti nella corrispondenza di un altro militare. Da un confronto di entrambi i reati in questione, si può rilevare che a distinguerli è solo la qualità del soggetto passivo, posto che nel peculato è l amministrazione militare, mentre nella malversazione un altro militare. La malversazione a danno di altro militare è reato non esclusivamente militare, atteso che anche la legge penale ordinaria, all art. 316 bis del c.p., prevede e punisce la fattispecie della malversazione, la quale ovviamente, come per il peculato ordinario e militare, è strutturata in maniera diversa circa i soggetti (attivo e passivo) ivi coinvolti, la condotta e l evento conseguente. Ai sensi dell art. 316 bis del c.p., rubricato malversazione a danno dello Stato, è punita la condotta di chiunque, estraneo alla pubblica amministrazione, avendo ottenuto dallo Stato o da altro ente pubblico e dalle Comunità contributi, sovvenzioni o finanziamenti destinati a favorire iniziative dirette alla realizzazione di opere od allo svolgimento di attività di pubblico interesse, non li destina alle predette finalità, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Si può notare come siano strutturati in maniera completamente differente le due fattispecie della malversazione comune e militare. Per i quanto riguarda i reati di peculato e malversazione militare, è prevista, in caso di condanna, ai sensi dell art. 219 del c.p.m.p., l applicazione della pena accessoria della degradazione e, quando non ne derivi questa, quella della rimozione. La ratio di tale pena accessoria come conseguenza automatica è da ravvisarsi sul fatto che chi commette detti reati è da considerarsi indegno di rivestire gradi nelle forze armate. 5 di 15

6 3 I reati contro la fede pubblica I reati contro la fede pubblica trovano disciplina negli artt. 220 e 221 del c.p.m.p. e sono, rispettivamente, il falso in fogli di licenza, di via e simili e l usurpazione di decorazioni o distintivi militari. In linea generale, la fede pubblica può essere individuata nella fiducia che i cittadini ripongono in alcuni documenti, oggetti e simboli, in ragione della certezza legale che lo Stato gli attribuisce. Pertanto, la fede pubblica rappresenta il bene giuridico protetto dalle norme incriminatrici relative ai reati di falso. Per quel che riguarda la materia militare, in ordine ai reati in questione, i documenti che interessano sono quelli indicati nell art. 220 c.p.m.p., ovverosia il foglio di licenza, di via e simili; quanto, invece, agli oggetti ed i simboli, quelli indicati nell art. 221 del c.p.m.p., vale a dire le decorazioni, i distintivi di grado, ecc. Ebbene, fatte queste precisazioni, si possono esaminare i reati di falso previsti e punti dalla legge penale militare, tenendo presente che anche questi reati non sono esclusivamente militari. Innanzi tutto, va rilevato che la legge penale militare punisce solo il falso materiale e non, invece, anche quello ideologico, così come avviene ai sensi della legge penale comune. Nel codice penale comune, infatti, sono previsti e puniti i reati di falso ideologico e materiale. Pertanto, il militare, che pone in essere una condotta di falso ideologico, sarà punito ai sensi della legge penale comune (artt. 479 e ss. del c.p.). Detto questo, è opportuno fare dei cenni sul falso ideologico e materiale. Il falso ideologico ricorre allorquando vengano dichiarati fatti non veri su un documento, mentre quello materiale qualora venga creato un documento da parte di un soggetto che non ne sia l autore, ovvero ogni qualvolta venga alterato un documento originale. 6 di 15

7 Ebbene, fatta questa precisazione, si può subito rilevare che il falso ideologico, commesso dal militare, verrà punito ai sensi della legge penale comune. Pertanto, il militare che dichiara il falso su un foglio di viaggio, circa ad esempio la durata della missione, risponderà di falso ideologico e, più precisamente, di falso in atto pubblico ex art. 479 del c.p. e non, invece, del falso in fogli di via di cui all art. 220 del c.p.m.p; per contro, risponderà di quest ultimo reato allorquando alteri materialmente il contenuto del foglio di viaggio, circa ad esempio le prescrizioni ivi indicate dalle Autorità militari all uopo competenti. Il prefato distinguo assume particolare rilevanza allorquando, ad esempio, vengano poste false dichiarazioni sul foglio di viaggio circa la durata della missione fuori sede, posto che in questa circostanza, essendo i reati configurabili quelli di truffa militare e quello di falso ideologico in atto pubblico ex art. 479 del c.p., avrà luogo la connessione ex art. 13, comma 2, del c.p.p. di cui si dirà meglio più avanti. Per ora è sufficiente accennare che, ai senti di detta norma, qualora dovessero configurarsi siffatti reati, la competenza a giudicare sarebbe del Tribunale ordinario, stante la maggior gravità del reato di falso ideologico in atto pubblico rispetto a quello di truffa militare. L elemento oggettivo del reato di falso in generale è ravvisabile nella condotta avente ad oggetto l immutazione del vero. L elemento soggettivo è rappresentato dal dolo generico, che deve essere inteso come coscienza e volontà di immutare il vero, indipendentemente dalla finalità per cui una siffatta condotta di falsificazione della realtà venga posta in essere. 7 di 15

8 4 I reati contro la persona I reati militari contro la persona trovano disciplina negli artt. 222 e seguenti del c.p.m.p. e sono configurabili allorquando ricorrano condotte che ledano direttamente l'integrità fisica e morale della vittima. Per tali reati non assume rilevanza il vincolo di subordinazione esistente tra militare superiore ed inferiore, in quanto riguardano le ipotesi in cui i fatti vengano posti in essere tra parigrado, oppure allorquando il soggetto agente ignori la posizione gerarchica della vittima. Qualora, invece, assuma rilevanza il predetto vincolo di subordinazione, nel senso che venga violato, ricorrono i reati della insubordinazione (ex artt. 186 e ss. del c.p.m.p.) e dell abuso di autorità (ex artt. 195 e ss. del c.p.m.p.). Uno dei reati contro la persona che lede la sua integrità fisica è il reato di percosse previsto e punito ai sensi dell art. 222 del c.p.m.p. e che ricorre ogniqualvolta il militare percuota altro militare senza che, però, derivi una malattia del corpo e della mente da codesta condotta. In sostanza, è punita la percossa come atto violento privo di conseguenze lesive. Il bene giuridico tutelato dalla norma incriminatrice militare del reato di percosse, come anche di quello di lesioni, è l integrità fisica del militare. Il reato in parola, come anche quello di lesione, è un reato non esclusivamente militare, atteso che la fattispecie criminosa delle percosse trova anche disciplina nella legge penale comune (ex art. 581 del c.p.). L elemento oggettivo del reato di percosse è individuabile nell esercizio di una violenza fisica su parti corporee altrui. L elemento soggettivo è rappresentato dal dolo generico, che deve essere inteso come coscienza e volontà di percuotere qualcuno. Il reato di percosse è un reato istantaneo, posto che si consuma nel momento in cui il soggetto agente esercita la su citata violenza fisica su parti corporee altrui. Se ricorrono tali conseguenze lesive, vengono a configurarsi, in base alla gravità dell evento dannoso, i reati di lesione personale e lesione personale grave e gravissima, reati previsti e puniti, rispettivamente, ai sensi dell art. 223 e 224 del c.p.m.p. 8 di 15

9 Ai sensi della legge penale militare, è prevista e punita solo la lesione dolosa e non, anche, quella colposa come, invece, avviene nel diritto penale comune, laddove, all art. 590 del c.p., è prevista anche la lesione personale colposa. Pertanto, il militare, che dovesse porre in essere una lesione colposa, sarebbe punito ai sensi della legge penale comune, con conseguente competenza a giudicare del Tribunale ordinario. L elemento oggettivo del reato militare di lesione (personale e personale gravissima) è individuabile nell esercizio di una violenza fisica sulle parti corporee altrui. L elemento soggettivo è rappresentato dal dolo generico e consiste nella volontà e nella coscienza di offendere, con la propria azione, l'incolumità altrui, analogamente al reato di percosse. L'evento è rappresentato dalla malattia fisica e/o psichica della persona offesa, riconducibile con nesso causale alla condotta del soggetto agente. La consumazione del delitto avviene con la comparsa della malattia e, pertanto, il soggetto agente non risponderà del reato in discorso nell ipotesi in cui non dovesse venire in essere codesta malattia. Dopo aver esaminato i reati contro la persona comportanti una lesione dell integrità fisica, si esamineranno ora quelli che, invece, comportano una lesione dell integrità morale. Uno dei reati contro la persona che lede l integrità morale è l ingiuria, fattispecie criminosa prevista e punita ai sensi dell art. 226 del c.p.m.p. e che ricorre allorquando il militare offenda l onore ed il decoro di altro militare presente. L elemento oggettivo del reato di ingiuria è individuabile nella pronuncia di espressioni offensive. L elemento soggettivo è rappresentato dal dolo generico e consiste nella volontà e nella coscienza di pronunciare espressioni offensive. Ai sensi dell art. 228, comma 1, del c.p.m.p., se le offese sono reciproche, il Giudice può dichiarare non punibili uno od entrambi gli aggressori. Ed, inoltre, ai sensi del 2 comma dell art. citato, può dichiarare non punibile l aggressore qualora l offesa sia commessa nello stato d ira determinato da un fatto ingiusto altrui, e subito dopo di esso. Un altro reato contro l integrità morale del militare è la diffamazione prevista e punita ai sensi dell art. 227 c.p.m.p. e configurabile allorquando il militare, comunicando con più persone, offenda la reputazione di altro militare. 9 di 15

10 Per quanto precede, si può notare che gli elementi costitutivi del predetto reato sono gli stessi di quello di ingiuria, con l unica differenza che le frasi ingiuriose vengono poste in essere, non solo in presenza della vittima, ma comunicando con più persone. Per finire, va esaminata un altra fattispecie di reato contro l integrità morale, ovverosia la minaccia prevista e punita ai sensi dell art. 229 del c.p.m.p. e che è configurabile allorquando un militare minacci un ingiusto danno ad altro militare. Il bene giuridico tutelato dalla norma incriminatrice è la libera determinazione di un soggetto e, quindi, la piena esplicazione della sua libertà morale. L elemento oggettivo è individuabile nel proferire espressioni minacciose. L elemento soggettivo è rappresentato dal dolo generico e consiste nella volontà e nella coscienza di pronunciare espressioni minacciose. Questo reato si realizza nel momento in cui la minaccia viene comunicata alla vittima e prescinde dal fatto che essa venga o meno posta in atto o che il reo abbia (o non) l'intenzione di attuarla. Anche per questo reato, è prevista, ai sensi del 2 comma dell art. citato, una causa di non punibilità allorquando la condotta criminosa della diffamazione è commessa nello stato d ira determinato da un fatto ingiusto altrui, e subito dopo di esso. 10 di 15

11 5 I reati contro il patrimonio I reati speciali contro il patrimonio sono le fattispecie delittuose che vengono poste in essere contro il denaro o altri beni mobili altrui. Anch essi sono reati non esclusivamente militari poiché previsti e puniti anche ai sensi della legge penale comune. Per i militari, assume rilevanza la legge penale militare allorquando ricorrano le circostanze secondo cui il soggetto agente è un militare, la vittima è un altro militare e/o l amministrazione militare ed il fatto è commesso per motivi attinenti al servizio. Di seguito verranno esaminati alcuni dei più importanti e ricorrenti reati militari contro il patrimonio: a) furto militare; b) truffa militare; c) appropriazione indebita; d) ricettazione militare; a) furto militare Il reato di furto militare è previsto e punito ai sensi dell art. 230 del c.p.m.p. ed è configurabile allorquando un militare, in luogo militare, si impossessi della cosa mobile altrui, sottraendola ad altro militare che la detiene, oppure all amministrazione militare, al fine di trarne profitto ingiusto per sé o per altri. Il bene giuridico tutelato dalla norma incriminatrice è il possesso o la detenzione della cosa mobile altrui. L elemento oggettivo è il sottrarre la cosa mobile altrui a chi la detiene, con conseguente eliminazione dell altrui possesso contro, ovviamente, la volontà di quest ultimo, ed il relativo impossessamento da parte del soggetto agente. L elemento soggettivo è rappresentato dal dolo specifico e consiste, quindi, non solo nella volontà e nella coscienza di sottrarre la cosa mobile altrui a chi la detiene e di impossessarsene, ma, 11 di 15

12 altresì, nella finalità di procurare a sé o ad altri un profitto, ovviamente, ingiusto. Da qui deriva, che l erronea convinzione che il profitto sia giusto esclude il dolo del reato in parola. Questo reato si realizza nel momento in cui si concretizza l impossessamento della cosa mobile altrui. Pertanto, non ricorrerà il reato in discorso, ma solo il tentato furto, qualora, alla perdita di detenzione del bene da parte di chi ne ha la titolarità, non seguirà l impossessamento del soggetto agente. Da rilevare, che la condanna per il reato in argomento importa la pena accesoria della rimozione, stante l evidente circostanza che chi ha commesso il furto militare sia indegno di rivestire un grado. b) truffa militare; Il reato di truffa militare è previsto e punito ai sensi dell art. 234 del c.p.m.p. ed è configurabile allorquando il militare, con artifici o raggiri, induce taluno in errore, procurando a se o ad altri un ingiusto profitto, con danno di altro militare oppure dell'amministrazione militare. Il bene giuridico tutelato dalla norma incriminatrice è l interesse patrimoniale e la libertà personale, talchè si può parlare di reato plurilesivo. L elemento oggettivo è la induzione, con artifici e raggiri, di taluno in errore, al fine di fargli tenere comportamenti attivi e/o omissivi, con conseguente danno per lo stesso e relativo ingiusto profitto per il soggetto agente. L elemento soggettivo è rappresentato dal dolo generico e consiste nella volontà e nella coscienza di indurre, con artifici e raggiri, taluno in errore al fine di determinarlo ad un atto di disposizione patrimoniale con altrui danno ed ingiusto profitto per sé o altri. Da qui deriva, come per il reato di furto, che l erronea convinzione che il profitto sia giusto esclude il dolo del reato in parola, con conseguente non configurabilità della fattispecie criminosa. Questo reato si realizza nel momento in cui si concretizza il danno patrimoniale per la vittima e l ingiusto profitto per l agente. Pertanto, non ricorrerà il reato in discorso, ma solo il tentativo di truffa, qualora, venga posto in essere un artificio o raggiro in astratto idoneo a sorprendere la buona fede altrui, senza che, quindi, si verifichino le conseguenze della truffa su indicate. Ciò potrebbe, ad esempio, verificarsi qualora il militare, nel porre in essere artifici o raggiri astrattamente idonei, non si procuri l ingiusto profitto poiché la potenziale vittima (altro militare od Amministrazione militare) scopra 12 di 15

13 previamente l errore in cui avrebbe dovuto essere indotta, talchè non avviene, conseguentemente, la disposizione patrimoniale da parte di quest ultima. Ai sensi dell ultimo comma dell art. 234 del c.p.m.p., la condanna per il reato di truffa importa la rimozione, stante l evidente circostanza che chi ha commesso la truffa militare sia indegno di rivestire un grado. b) appropriazione indebita Il reato di appropriazione indebita è previsto e punito ai sensi dell art. 235 del c.p.m.p. ed è configurabile allorquando il militare, per procurare a sè o ad altri un ingiusto profitto, si appropri di denaro o di una cosa di altro militare, di cui abbia, a qualsiasi titolo, il possesso. Il reato, ai sensi del commi 2 della norma citata, è aggravato se il fatto è commesso su cose possedute a titolo di deposito necessario o appartenenti all amministrazione militare. Il deposito necessario ricorre quando un soggetto, in preda ad un pericolo grave e urgente, si trova costretto ad affidare la custodia dei suoi bene al primo venuto. Se, invece, il fatto è commesso su oggetti di vestiario o di equipaggiamento militare al fine di sopperire a deficienze del proprio corredo, la pena è diminuita. Il bene giuridico tutelato dalla norma incriminatrice è la relazione di proprietà e di godimento della cosa che fa capo al soggetto passivo del reato. L elemento oggettivo è identificabile con gli atti rivolti a far entrare la cosa nella sfera del proprio dominio a titolo di proprietà o di possesso. In sostanza, a far propria la cosa posseduta, con conseguente mutamento del possesso, ovverosia da per conto altrui a per conto proprio. L elemento soggettivo è rappresentato dal dolo specifico e consiste, oltre che nella volontà e nella coscienza di appropriarsi della cosa mobile altrui posseduta, anche nella consapevolezza di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto. Da qui deriva, come per il reato di furto e di truffa, che l erronea convinzione che il profitto sia giusto esclude il dolo del reato in parola, come nel caso in cui il soggetto agente si appropri della cosa al fine di regolare ragioni creditorie nei confronti della vittima, con la coseguente non configurabilità della fattispecie criminosa. Questo reato si realizza nel momento in cui si concretizza l atto appropriativo. Pertanto, non ricorrerà il reato in discorso, ma solo il tentativo di appropriazione indebita, qualora, venga posto in essere un atto appropriativo senza riuscire nell intento del mutamento del possesso su descritto. Ciò potrebbe, ad esempio, verificarsi allorquando il militare metta in vendita 13 di 15

14 la cosa mobile altrui su un giornale economico e venga previamente scoperto prima che la vendita venga realizzata. In tal caso, il militare, infatti, cerca di comportarsi come proprietario del bene, tant è che ne dispone la vendita. Ai sensi dell ultimo comma dell art. 235 del c.p.m.p., la condanna per il reato di appropriazione indebita importa la rimozione solo in riferimento ai casi preveduti dal primo e secondo comma della norma stessa, stante, in siffatti casi, l evidente circostanza che il reo sia indegno di rivestire un grado. d) ricettazione militare; Il reato di ricettazione militare è previsto e punito ai sensi dell art. 237 del c.p.m.p. ed è configurabile allorquando il militare, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquisti, riceva, od occulti denaro o cose provenienti da un qualsiasi reato militare, o comunque si intrometta nel farli acquistare, ricevere od occultare. Il reato, ai sensi del comma 2 della norma citata, è aggravato qualora il denaro o le cose provengono da un reato militare. La ricettazione richiede la presenza del delitto presupposto, cioè quel delitto in precedenza commesso dal quale provengono il denaro o le cose ricettate. Il bene giuridico tutelato dalla norma incriminatrice è il diritto del soggetto passivo del reato presupposto al non intervento di attività estranee rispetto al delitto di cui lo stesso è già stato vittima. L elemento oggettivo è identificabile con la ricezione o l acquisto, al fine di trarne profitto, di denaro o cose provenienti da un qualsiasi reato militare. Da qui deriva che il ricettatore debba essere estraneo al reato principale, altrimenti risponde del predetto reato principale e, conseguentemente, non ricorre il reato di ricettazione. L elemento soggettivo è rappresentato dal dolo specifico e consiste, oltre che nella volontà e nella coscienza di acquistare, ricevere od occultare denaro o cose provenienti da reato o di intromettersi per gli stessi motivi, anche nella consapevolezza di procurare a sé o ad altri (persone diverse dal titolare della cosa e dall autore del reato presupposto) un ingiusto profitto. Da qui deriva, che, qualora si abbia la consapevolezza che il profitto sia giusto, si esclude il dolo del reato in parola, come nel caso in cui il soggetto agente acquisisca la cosa di provenienza 14 di 15

15 criminosa al fine di soddisfare un credito liquido ed esigibile nei confronti della vittima del reato presupposto o principale. Deriva, inoltre, che la mancanza di prove in ordine alla consapevolezza del soggetto della provenienza illecita, rende, comunque, il fatto punibile per incauto acquisto, fattispecie di reato prevista e punita ai sensi della legge penale ordinaria all art. 712 del c.p. Questo reato si realizza nel momento in cui si concretizza il negozio traslativo, senza che sia necessario la consegna del bene od il pagamento del prezzo, talchè trattasi di reato istantaneo. Pertanto, non ricorrerà il reato in discorso, ma solo il tentativo di ricettazione, qualora, vengano poste in essere le trattative in ordine al predetto negozio traslativo senza però ivi riuscire nel perfezionamento in quanto le parti vengono vengano previamente scoperti. Ai sensi dell ultimo comma dell art. 235 del c.p.m.p., la condanna per il reato di appropriazione indebita importa la rimozione solo in riferimento ai casi preveduti dal primo e secondo comma della norma stessa, stante l evidente circostanza che chi ha commesso la ricettazione militare sia indegno di rivestire un grado. Oltre al reato di appropriazione indebita di cui sopra, la legge penale militare prevede e punisce, ai sensi dell art. 236 del c.p.m.p., l appropriazione di cose smarrite o avute per errore o caso fortuito, talchè una fattispecie di minore gravità e, peraltro, perseguibile a richiesta del Comandante ex art. 260 del c.p.m.p., stante la previsione della reclusione militare fino a sei mesi. Per quel che concerne quest ultimo reato, assumono rilevanza due pronunce della Corte Militare d Appello di Roma (CMA Roma, 06 maggio 1988, Benedetti e 13 luglio 1988, Calassi), laddove si è precisato che le munizioni rimaste inesplose sul campo da tiro non debbano considerarsi cose smarrite se si è proceduto alle operazioni di bonifica del luogo interessato. 15 di 15

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