Dipartimento di Scienze agrarie e forestali

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1 Progetto LIFE11 NAT/IT/ "PELAGIC BIRDS" Cofinanziato dalla Commissione Europea Dipartimento di Scienze agrarie e forestali Progetto esecutivo per l eradicazione del ratto nero Rattus rattus nell Isola di Linosa (Isole Pelagie) e per le azioni di controllo in alcune aree dell Isola di Lampedusa Paolo Sposimo (sposimo@nemoambiente.com) Relazione 25 marzo 2015 Con la collaborazione di Bruno Massa, Dario Capizzi, Giacomo Dell Omo, Tommaso La Mantia, Viviana Stanzione Beneficiari: Università degli Studi di Palermo, Dipartimento di Scienze agrarie e forestali (coordinatore), Dipartimento Regionale Sviluppo Rurale e Territoriale, Legambiente, Fare Ambiente Pagina 1 di 80

2 Sommario Premessa Le motivazioni dell intervento Background/contesto Caratteristiche dell area di intervento Specie animali alloctone Principali azioni previste per l'eradicazione del ratto nero Azioni preparatorie sul ratto nero a Linosa Azioni preparatorie sul ratto nero (Lampedusa) Eradicazione del ratto nero a Linosa Modalità di distribuzione Numero di distribuzioni, quantitativi di esche e periodo dell'intervento Principio attivo Personale impegnato Informazione della popolazione Regime proprietario delle aree di intervento Riduzione del rischio di ricolonizzazione Controllo localizzato del ratto nero in alcune aree di Lampedusa Coinvolgimento Autorità ed acquisizione autorizzazioni Rischi per le specie non target e principali azioni previste per la loro riduzione Specie non target potenzialmente a rischio di avvelenamento Rischi a livello ecosistemico Principali azioni previste per la riduzione dei rischi...38 Pagina 2 di 80

3 5.3.1 Tutela delle specie selvatiche non target Popolazione umana e animali domestici Rischi per la popolazione umana Rischi per animali domestici Impatti del ratto nero sulla popolazione residente e benefici derivanti dall eradicazione Indagini e monitoraggio su specie animali Cronoprogramma degli interventi e sintesi delle misure necessarie Bibliografia...47 Allegato I Peer review -pareri di esperti e revisori indipendenti e controdeduzioni...54 Allegato II - Monitoraggio Ratti neri Rattus rattus a Lampedusa e individuazione del possibile impatto sulla popolazione di Berta minore mediterranea Puffinus yelkouan...58 Allegato III - Raccolta in campo di informazioni relative all abbondanza del ratto nero nei principali habitat dell isola di Linosa, alla fenologia riproduttiva e ad altri aspetti ecologici, effettuata mediante campionamenti standardizzati. Monitoraggio dell eventuale presenza di roditori a bordo dei traghetti e nei porti di imbarco. Svolgimento di test in campo per la scelta delle esche rodenticide...64 Allegato IV - Analisi per la caratterizzazione genetica della popolazione di Rattus rattus di Linosa, Lampedusa e Porto Empedocle...75 Pagina 3 di 80

4 1. Premessa Il Progetto LIFE11 NAT/IT/ Pelagic Birds, finanziato dall UE, prevede una serie di interventi, tra cui l eradicazione del ratto nero Rattus rattus nell isola di Linosa. Esso ha avuto inizio a giugno 2012 e si prevede la conclusione nel dicembre 2017, formulando apposita istanza di proroga alla Commissione UE rispetto all originaria scadenza fissata alla fine del L intervento di eradicazione del ratto nero prevede una serie di specifiche azioni preparatorie, di conservazione e di monitoraggio: azione A1: azioni preparatorie sul ratto nero; azione A3: action plan di minimizzazione del rischio di reinvasione di Linosa da parte del ratto nero mediante la prosecuzione delle misure di biosecurity avviate e sperimentate nel corso del progetto; azione C1: eradicazione del ratto nero; azione C2: attivazione misure di biosecurity. La presente relazione è stata redatta dall esperto Paolo Sposimo, incaricato dal DSAF con la collaborazione di Bruno Massa, Dario Capizzi, Giacomo Dell Omo, Angelo Dimarca, Tommaso La Mantia, Viviana Stanzione. Nel Progetto LIFE che è stato approvato dalla Commissione UE erano stati indicati diversi punti dell operazione di eradicazione del ratto nero (di alcuni dei quali si propone ora la modifica), come ad es. la modalità di distribuzione delle esche rodenticide (via terra), il periodo di avvio dell'intervento (fra l'estate 2014 e l'inverno successivo), il budget a disposizione. Alcuni dettagli tecnici operativi dell intervento verranno ulteriormente chiariti e perfezionati progressivamente, in modo da essere congruenti con il Piano Operativo (PO) di eradicazione, in base ad eventuali nuove informazioni raccolte sul campo, all esame dei prodotti da utilizzare per l eradicazione disponibili sul mercato, alle nuove indicazioni emerse da progetti analoghi in corso o in via di conclusione e alle indicazioni ricevute dagli esperti consultati ed alla condivisione con gli altri partner. Il Piano Operativo sarà redatto sulla scorta ed a seguito dei pareri e delle autorizzazioni delle Amministrazioni competenti da acquisire in sede di Conferenza di servizi sul presente Progetto Esecutivo. Nelle scelte tecnico-operative pesano molto le problematiche relative alla presenza di una comunità residente relativamente numerosa, e quindi alla necessità di evitare ogni rischio per la popolazione e di ridurre al minimo quelli per gli animali domestici; si è inoltre tenuto conto dei vincoli derivanti dalla presenza di aree naturali protette (riserva naturale, SIC, ZPS e IBA) e naturalmente dell esigenza di rendere minimi i rischi per la fauna selvatica e complessivamente per le catene alimentari. Il Progetto Esecutivo (PE) di eradicazione del ratto nero è stato inviato ad alcuni esperti che si occupano o si sono occupati di eradicazioni oppure dello studio e della tutela delle specie che potrebbero subire degli impatti dalle attività previste nel progetto, in modo da raccoglierne le Pagina 4 di 80

5 indicazioni e arrivare alla definizione dettagliata avvalendosi anche delle loro esperienze. La presente relazione è stata quindi integrata e rivista tenendo conto delle indicazioni ricevute in fase di peer review, come indicato nell Allegato I. Il presente Progetto di eradicazione (PE) è stato condiviso con i referenti dei beneficiari associati e integrato ove necessario in base alle loro indicazioni; il Piano Operativo (PO) sarà realizzato con la collaborazione del DRSRT. Le attività preparatorie sono state autorizzate dalle varie Autorità competenti. Alcuni aspetti quali la precisazione del numero di operatori impiegati, la (conseguente) suddivisione dell'isola in settori, la precisazione dei tempi necessari per lo svolgimento delle diverse operazioni, sono stati definiti anche con il contributo dei referenti dei diversi partner e a seguito di una simulazione di installazione di erogatori concentrata in zone dell isola di Linosa con difficoltà di accesso ed effettuata nel maggio 2014; saranno ulteriormente precisati nel Piano Operativo. Il Piano Operativo (PO), un documento interno di lavoro dove saranno definiti in modo dettagliato aspetti logistici, personale coinvolto e altri aspetti pratici, sarà condiviso e concordato con tutti i soggetti coinvolti nell'operazione. Il Piano Operativo (PO) sarà completato entro un mese dall acquisizione delle autorizzazioni di legge sul presente Progetto Esecutivo e sarà costantemente aggiornato fino all avvio dell eradicazione, e se necessario riadeguato anche in corso d'opera. Contenuti e finalità del presente PE sono coerenti con gli standard ormai consolidati per la pianificazione e la gestione di questo tipo di attività (cf. Resource Kit for Rodent and Cat Eradication, analoga considerazione varrà per il PO. Nel presente documento vengono presi in considerazione i vincoli derivanti dal quadro normativo vigente, che si è evoluto di recente (Bascherini et al. 2011), ed elementi di contesto quali vincoli, criticità e opportunità legati alla presenza di una popolazione residente, eventuale opposizione da parte di cittadini singoli od organizzati. La presente relazione tiene conto anche dei vincoli discendenti dal regime di tutela delle aree naturali protette esistenti, della normativa vigente alla data della stesura per quanto riguarda l utilizzo dei biocidi, delle valutazioni già espresse dal Comune di Lampedusa e Linosa con nota prot del 6 novembre 2013 e dai partner di progetto con note scritte e nel corso di riunioni di lavoro. Il presente Progetto Esecutivo di eradicazione è accompagnato dalla Relazione di Valutazione di Incidenza Ambientale redatta ai sensi del DPR 357/97 e s.m.i., della LR13/2007, del DA e s.m.i., tenuto conto delle previsioni del Piano di Gestione Isole Pelagie approvato dalla Regione Siciliana. Sulla base soprattutto dei vincoli di cui sopra è stata presa in esame la possibilità di realizzare l eradicazione adottando modalità di distribuzione delle esche parzialmente diverse da quelle indicate nell originaria proposta. In particolare, è stata valutata l opzione di svolgere l intera operazione somministrando le esche esclusivamente all interno di erogatori, al fine di superare alcune criticità legate principalmente al rischio di intossicazione di conigli selvatici (oggetto di caccia e del consumo da parte dei residenti) e cani da caccia e alle possibili preoccupazioni per i Pagina 5 di 80

6 residenti derivanti dalla potenziale possibilità di assunzione di esche distribuite in modo non protetto da parte di bambini. Tali criticità sono già state evidenziate ufficialmente dal Comune di Lampedusa e Linosa ed anche dal beneficiario Legambiente-Ente gestore Riserva Naturale Isola di Lampedusa. Per queste ragioni si è optato per un intervento che prevede la distribuzione di esche esclusivamente all'interno di erogatori nell intera superficie dell isola. 2. Le motivazioni dell intervento A Linosa è stato studiato in passato l'impatto della presenza del ratto nero sulla colonia nidificante di berta maggiore Calonectris diomedea, grazie a studi i cui risultati sono parzialmente riportati da Baccetti et al. (2009); tali impatti sono di assoluto rilievo trattandosi della maggiore colonia europea di questa specie 1, che comprende più del 60 % dell'intera popolazione italiana. In generale l'impatto dei ratti negli ambienti insulari è di assoluto rilievo e si ripercuote sull'intero ecosistema (cf ad es. Towns et al. 2006, Drake e Hunt 2009); a Linosa impatti su altre specie sembrano evidenti sebbene manchino evidenze scientifiche: certamente i ratti condizionano fortemente la presenza di specie di Procellariformi di taglia inferiore rispetto alla berta maggiore, ma interagiscono anche con altre componenti ecosistemiche quali invertebrati (certamente i Gasteropodi terrestri, dei quali si osservano numerosi resti in prossimità delle tane di ratto), specie vegetali di cui si cibano preferenzialmente (incluse varie piante coltivate), verosimilmente alcuni uccelli terrestri e i Chirotteri. Linosa è inoltre uno dei pochissimi siti italiani di nidificazione della tartaruga marina Caretta caretta, le cui uova possono essere certamente predate dai ratti, tanto che in almeno un caso è stata svolta un eradicazione di ratti espressamente finalizzata alla tutela delle tartarughe marine (Meier e Varnham 2004). A Linosa il ratto è la maggiore causa di minaccia per C. diomedea: negli anni il successo riproduttivo è stato del 38-40% (su un campione di nidi) quando non è stato effettuato alcun controllo dei ratti, mentre si è attestato su valori dell 80-90% (su nidi) in un area dove il controllo è stato effettuato e non si è verificata sottrazione di uova da parte dell uomo. Nel 2013 e 2014, nell ambito del presente Progetto LIFE, sono stati monitorati 102 nidi di questa specie nell area di Mannarazza. Il successo riproduttivo totale, inteso come numero di pulcini involati sul numero di uova deposte, è stato pari al 44,4%, valore simile a quello rilevato negli anni precedenti. La causa principale che conduce al fallimento i nidi di berta maggiore è la predazione da parte del ratto nero su uova (16% dei nidi) e pulcini (20%), responsabile complessivamente di circa il 62% dei fallimenti. Riferendo tali valori all intera popolazione nidificante a Linosa (stimata in coppie), la perdita di pulcini causata dal ratto nero nel 2013 è valutabile in circa 3500 ind/anno. L eradicazione permetterà di proteggere una grossa frazione della popolazione italiana (>60%), della EU (>20 %) e globale (in fase di progetto stimata in circa il 15 %; percentuale notevolmente da ridurre in accordo con la recente revisione della stima della popolazione di Zembra da a 1 Colonie più numerose sono presenti in Europa solo alle Canarie ma si tratta della forma atlantica, oggi considerata specie a sé stante. Pagina 6 di 80

7 ca coppie: Defos et al., 2012) dell intera specie oggi ritenuta endemica del Mediterraneo (le popolazioni atlantiche sono state recentemente separate come specie differente, C. borealis), all interno della sua roccaforte (Canale di Sicilia), con benefici per la sua conservazione a livello globale. L eradicazione del ratto potrebbe favorire in futuro l incremento numerico di Puffinus yelkouan (oggi scarsissima) e l insediamento di Hydrobates pelagicus melitensis, specie più vulnerabili alla predazione da ratto rispetto a C. diomedea, maggiormente presenti nell isola di Lampedusa dove si rifugiano in falesie e grotte irraggiungibili per i ratti. Permetterebbe inoltre di rimuovere una significativa causa di minaccia per C. caretta, varie specie di uccelli terrestri nidificanti, Chirotteri e forse Sauri, favorendo inoltre il possibile sviluppo di biocenosi più complesse, equilibrate e meno influenzate dalla presenza di specie aliene. Lo svolgimento, in alternativa all eradicazione, di interventi localizzati di controllo dei ratti in periodo riproduttivo nelle zone di nidificazione permetterebbe di tutelare solo una frazione della popolazione di Linosa di berta maggiore, non avrebbe garanzie di continuità e a lungo termine risulterebbe più costoso in termini economici e ambientali (periodico rischio di mortalità per avvelenamento indiretto ripetuto a tempo indefinito). A differenza dell'eradicazione, il controllo localizzato non apporterebbe significativi vantaggi alle altre componenti dell ecosistema, data la sua limitata durata nel tempo e diffusione spaziale. Per la tutela di Puffinus yelkouan è stato effettuato un monitoraggio della presenza dei ratti in due aree di nidificazione della specie a Lampedusa, allo scopo di raccogliere dati sull impatto della presenza del roditore su questa specie, impatto che normalmente è elevatissimo (cf. ad es. Baccetti et al., 2009). Nel progetto era previsto l esame dell impatto dei ratti sul successo riproduttivo della berta minore. Abbiamo pertanto effettuato un ulteriore monitoraggio della popolazione di berta minore nidificante a Lampedusa. La popolazione di berta minore di Lampedusa è stata oggetto di diversi tentativi di valutazione numerica. La specie è nota come nidificante sin dagli anni '60 (Moltoni, 1970); sulla base di censimenti effettuati nel , Ientile & Massa (2008) stimavano una popolazione di circa 500 coppie; successivamente, sulla base di osservazioni ulteriori Corso et al. (2009) stimavano una popolazione tra 2000 e 4000 coppie, ripartite nella parte settentrionale dell'isola. Dal 2012 abbiamo effettuato ulteriori censimenti nel periodo riproduttivo di questa specie (gennaioluglio), ma non abbiamo ottenuto risultati in linea con quest'ultima stima. Il censimento effettuato dal Dipartimento SAF (Tommaso La Mantia e Bruno Massa) in collaborazione con Legambiente- Ente gestore della Riserva di Lampedusa (Enzo Billeci, Giuseppe Maraventano, Elena Prazzi, Gerry Sorrentino), con l'aiuto di Giuseppe Sanguedolce, lampedusano che frequentava in giovane età la colonia di berte per motivi alimentari, ha consentito di mappare tutte le località ove la specie si riproduce, che sono state riportate sulla carta IGM di Lampedusa 1: Nell'All. n II si riportano in sintesi i dati sul monitoraggio effettuato a Lampedusa nel La metodologia usata per contare i raft della Berta maggiore non può essere applicata per la Berta minore, come fatto da Corso et al. (2009), avendo le due specie comportamenti molto diversi. Inoltre, il periodo dell anno in cui i conteggi sono stati effettuati da Corso et al. (2009) non è ideale, in quanto la popolazione nidificante è fortemente incrementata da individui non nidificanti e da Pagina 7 di 80

8 visitatori da altre colonie, come dimostrano i tracciati ottenuti durante altri studi. La stima effettuata da Corso et al. (2009) di coppie, quindi a nostro parere è esagerata; nel complesso, siamo nelle condizioni di sottolineare l importanza delle acque intorno a Lampedusa come sito di foraggiamento veramente importante per i Procellariformi, ma non siamo in grado ancora di confermare la presenza di una colonia di berte minori superiore alle coppie nell isola di Lampedusa. Nella Fig. 1 sono indicate le aree di riproduzione a Lampedusa. A queste si devono aggiungere anche le zone a strapiombo sotto Albero Sole (Nord-Ovest) Fig. 1. Aree di nidificazione di berta minore a Lampedusa: 1)Cala Creta; 2) Faro; 3) Punta Zu Pasquale; 4) Punta Taccio Vecchio; 5) Mare Nuovo; 6) Mare Nuovo; 7) Punta Cappellone; 8) Isola dei Conigli; 9) Grotta bue marino e Punta Sottile Riassumendo, il raggiungimento degli obiettivi definiti nel progetto vuole garantire elevati benefici di conservazione per le comunità di animali e vegetali dell isola, mantenendo un buon livello di biodiversità. Infatti, qualora si raggiungessero gli obiettivi previsti, si potrebbe assicurare la conservazione di una delle maggiori popolazioni esistenti di berta maggiore, la seconda del Mediterraneo, permettere l incremento numerico o l insediamento di altre specie di Procellariformi (berta minore e uccello delle tempeste), favorire varie altre specie minacciate o endemiche e un diffuso incremento del livello di naturalità dell ecosistema insulare. Pagina 8 di 80

9 Una motivazione accessoria, per un Progetto LIFE Natura, ma di estrema importanza sotto altri punti di vista, riguarda i benefici per la popolazione umana. L isola di Linosa rappresenta la più grande isola abitata italiana e mediterranea in cui si vuole tentare l eradicazione del ratto nero, e di gran lunga quella con la più alta densità di abitanti (435 residenti al 30 aprile 2008, con una densità di circa 80 abitanti/km 2 ). In questo contesto geografico le esperienze precedenti hanno riguardato isole abitate dal solo personale di sorveglianza o al più con pochissimi residenti (10-15) al di fuori del periodo estivo (Giannutri). La presenza dei roditori, dei ratti in particolare, produce rilevanti impatti socio-sanitari ed economici solo parzialmente quantificabili e in alcuni casi di non facile individuazione; tali impatti sono sommariamente esaminati nel Capitolo 6. In caso di esito positivo, l eradicazione del ratto nero permetterà, oltre a una riduzione del rischio sanitario legato alla trasmissione di svariate patologie, un miglioramento delle condizioni di vita per gli abitanti che, soprattutto nelle zone rurali dell'isola, devono costantemente difendersi in vario modo dai ratti; si avranno in particolare vantaggi economici derivanti sia dalla cessazione dei danni all agricoltura, agli allevamenti per autoconsumo e a materiali e manufatti, sia dal risparmio per il ridotto o cessato acquisto di esche rodenticide. Un ulteriore beneficio economico potrebbe derivare dall incremento dell ecoturismo legato alla valorizzazione della più grande colonia europea di berta maggiore liberata dalla predazione da ratti e più in generale alla maggiore attrattività dell isola grazie alla accresciuta naturalità. Per quanto riguarda Lampedusa, ci sentiamo di escludere la necessità di un intervento di lotta rodenticida, per i motivi esposti sopra. 3. Background/contesto 3.1. Caratteristiche dell area di intervento L'Isola di Linosa ha una superficie di circa 541 ha, ed è interamente costituita da rocce vulcaniche di età pliocenica (1,06 0,53 Ma) formatesi in seguito a tre diversi stadi di attività vulcanica. Caratterizzata dalla presenza di vari rilievi vulcanici che danno luogo a una morfologia varia e complessa, possiede una sola spiaggia sabbiosa e alcune zone relativamente pianeggianti, ampie depressioni tipo caldere, idonee all'agricoltura, ma anche significative estensioni di lave recenti quasi prive di suolo e colonizzate in modo discontinuo da vegetazione pioniera. Nel sessantennio le precipitazioni medie annuali sono state pari a 457,6 mm, concentrate soprattutto fra ottobre e gennaio e con valori bassissimi fra maggio e agosto. La temperatura media annua è pari a 20,2 C, il periodo più freddo è compreso fra gennaio e marzo, quello più caldo fra luglio e settembre. Il periodo arido (sensu Bagnouls & Gaussen, 1957) dura ben 6 mesi, da marzo all'inizio di settembre. Il paesaggio di Linosa presenta un estrema complessità. Le aree fortemente urbanizzate si aggirano intorno al 4,5%, costituite dal paese che si trova nel settore SW dell'isola, e da case sparse presenti lungo la costa e ai margini delle aree coltivate interne. Oltre il 13% del territorio è connotato da colture agrarie (prevalentemente orticole), quasi il 20% del sito coincide con colture abbandonate. Gran parte degli agroecosistemi sono caratterizzati da filari di fichi d'india Opuntia ficus-indica, Pagina 9 di 80

10 che nelle zone abbandonate da più tempo si sono ampiamente diffusi sulle superfici incolte. Non sono presenti allevamenti di bestiame brado o semibrado; vi sono solo singoli esemplari di cavalli, asini, pecore e vacche mantenuti in recinti di limitata estensione. Piccoli allevamenti di polli o piccioni destinati all'autoconsumo sono presenti in varie parti dell'isola. L'agricoltura è ancora significativa ma ormai economicamente residuale, praticata quasi esclusivamente da pensionati oppure come attività part time o per autoconsumo; oltre alle colture orticole sono da segnalare solo la vite e il cappero Capparis spinosa. Sui rilievi collinari e in gran parte delle zone costiere si rilevano alti livelli di naturalità, con comunità relativamente integre su rocce affioranti e scorie vulcaniche. Particolare rilievo mostrano gli aspetti di macchia, caratterizzati da dominanza del lentisco ma con buona presenza di altre specie arbustive. Soprattutto nelle zone incolte si nota invece una rapida evoluzione del paesaggio dovuta soprattutto alla diffusione di specie vegetali aliene. La vegetazione dell isola presenta limitate formazioni a steppa e a gariga, ma è caratterizzata essenzialmente da forme tipiche della macchia mediterranea. Tra di esse prevale il lentisco (Pistacia lentiscus), arbusto sempreverde che domina per abbondanza. Altre specie arbustive frequenti sono Euphorbia dendroides e Lycium europaeum, localmente anche olivastro Olea europaea oleaster. É praticata in tutta l'isola la coltivazione del cappero (Capparis spinosa), che si diffonde spontaneamente anche nelle aree naturali. Su scogliere e rupi è diffusissima una specie endemica dell isola, Limonium algusae, accompagnata da Daucus carota rupestre e Mesembryanthemum cristallinum. Altri endemismi ristretti sono il giglio marino Pancratium linosae, Oglifa lojaconoi e Linaria pseudolaxiflora. Anche la fauna di Linosa annovera diverse specie endemiche: tra i rettili è da ricordare la lucertola endemica pelagico-maltese presente con una sottospecie locale Podarcis filfolensis laurentiimuelleri, straordinariamente abbondante; assai numeroso è anche il gongilo, pure presente con una sottospecie endemica, Chalcides ocellatus linosae. Di particolare interesse è l avifauna, che ospita un numero limitato di specie nidificanti ma è ricchissima di specie, spesso presenti in contingenti numerosi, durante le migrazioni. Degno di nota appare in particolare il passaggio dei rapaci diurni, rilevante anche rispetto alle finalità del presente progetto. Nelle acque costiere dell arcipelago vive una popolazione stanziale di Tursiops truncatus (All. II della Direttiva 92/43/CEE). Inoltre il mare circostante le isole è regolarmente frequentato dal delfino comune Delphinus delphis, dalla stenella Stenella ceruleoalba e dalla balenottera comune Balenoptera physalis. Infine la spiaggia dei Conigli a Lampedusa e la piccola spiaggia di Pozzolana di Ponente di Linosa costituiscono due tra i pochi siti italiani di quasi regolare ovideposizione della tartaruga marina Caretta caretta. Parte dell'isola ricade all interno della Riserva Naturale Orientata Isole di Linosa e Lampione" (ca. 265 ha di superficie istituita nel 1997). La Riserva Naturale è gestita dal Dipartimento Sviluppo Rurale e Territoriale (ex Azienda Foreste Demaniali) della Regione Siciliana. Buona parte della superficie dell isola di Linosa ricade inoltre all interno del SIC ITA04001 (esteso su una superficie di 428,96) e della ZPS ITA04002 (che interessa anche le altre isole Pelagie e i settori marini a esse circostanti). Per entrambi i siti è stato realizzato il Piano di Gestione, approvato con D.D.G. 590 del e D.D.G. n. 861 del Pagina 10 di 80

11 L intero territorio dell Isola di Linosa ricade all interno dell Important Bird Area (IBA) 168 Pantelleria e Isole Pelagie. Inoltre, il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio ha istituito con decreto del 21 ottobre 2002 l Area Marina Protetta Isole Pelagie, affidata in gestione al Comune di Lampedusa e Linosa. L'Isola di Lampedusa ha una superficie di 20,2 km 2, con una popolazione residente (dato del 2008) di circa abitanti. Diversamente da Linosa il substrato è di natura calcarea e l'isola è caratterizzata dalla presenza di falesie, distribuite soprattutto lungo le coste settentrionali ma anche, localmente, negli altri settori e sull'isola dei Conigli. Lungo la costa sono inoltre presenti numerose grotte. La temperatura media annua è pari a 19,3 C, le precipitazioni medie ammontano a 321 mm annui. Il periodo arido (sensu Bagnouls & Gaussen, 1957) dura ben 7 mesi, da metà febbraio fino alla seconda decade di settembre. Il paesaggio vegetale è di tipo nord-africano, caratterizzato da steppe e garighe con rocce affioranti; soprattutto nei valloni si ritrovano lembi di formazioni vegetali più evolute (macchia mediterranea). Le attività agricole sono in massima parte residuali rispetto al passato, come testimoniato dalla diffusa presenza di muretti su gran parte dell'isola. La fauna è di rilevante valore conservazionistico e biogeografico, presentando innumerevoli emergenze e buoni valori di biodiversità; da segnalare in particolare la presenza di un notevole contingente di endemismi fra gli Artropodi. Di rilievo anche l'erpetofauna. L'isola ha un importante ruolo per la sosta dei migratori e assoluto valore per la nidificazione di uccelli marini (come descritto più avanti). Sono segnalati 8 mammiferi terrestri, dei quali solo i 4 taxa di Chirotteri sono da considerare certamente autoctoni, le altre specie (coniglio selvatico, topolino domestico, ratto nero) sono state invece introdotte dall'uomo o sono di origine incerta (mustiolo Suncus etruscus). La superficie terrestre dell'isola ricade per circa 2/3 (67,81 %) nel SIC ITA "Isola di Lampedusa e Lampione" e nella ZPS ITA "Arcipelago delle Pelagie - Area marina e terrestre". All'interno del SIC è inoltre presente la Riserva Naturale orientata "Isola di Lampedusa" estesa su 367 ha. Inoltre l intero territorio dell Isola di Lampedusa ricade all interno dell Important Bird Area (IBA) 168 Pantelleria e Isole Pelagie Specie animali alloctone Rispetto alle finalità del Progetto di eradicazione le specie di maggiore interesse sono quelle che: 1) potrebbero subire impatti significativi a livello di popolazione, fino alla possibile estinzione, legati a mortalità causata da intossicazione primaria o secondaria; 2) potrebbero essere fortemente condizionate, positivamente o negativamente, dall'eradicazione dei ratti e conseguentemente andare incontro a significativi incrementi o riduzione di abbondanza. Di seguito vengono prese in esame le specie alloctone che potrebbero far parte del primo gruppo, comprendenti anche quelle target dell'eradicazione. Pagina 11 di 80

12 Il ratto nero Rattus rattus è presente a Linosa presumibilmente dall epoca Romana, quando questa specie si diffuse in gran parte delle isole mediterranee. Precedentemente al presente progetto non erano state effettuate indagini sull abbondanza, né altre ricerche scientifiche su questa popolazione. I dati sull'impatto del ratto nero sul successo riproduttivo della berta maggiore (Baccetti et al., 2009) sono abbastanza in linea con quelli raccolti su altre isole di estensione medio-grande (Zembra: P. Vidal, ined.). Con ogni probabilità tale impatto ha avuto un incremento negli ultimi decenni, a seguito della crescente disponibilità di risorse trofiche indotta dalle attività umane, sia direttamente (diffusa presenza di rifiuti) che indirettamente (incremento numerico della popolazione nidificante di gabbiano reale Larus michahellis, diffusione di fico degli Ottentotti Carpobrotus edulis). Non sono stati finora osservati impatti evidenti dei ratti su altri gruppi faunistici. Il topo domestico Mus musculus è presente a Linosa dove verosimilmente è stato introdotto sin dall'antichità, ma mancano del tutto indicazioni in proposito. Le prime indagini standardizzate sono quelle svolte nell'ambito del presente lavoro, che hanno mostrato come la specie sia presente in tutte le aree e gli ambienti esaminati, sebbene con frequenze molto basse nelle aree collinari più naturali, più alte nelle zone costiere e negli ambienti agricoli. A Linosa sino a oggi non sono stati osservati impatti ecologici riferibili alla presenza di questa specie. L isola ospita anche una popolazione di coniglio selvatico Oryctolagus cuniculus, sebbene i frequenti individui di varia colorazione testimonino una probabile ibridazione con forme domestiche, derivante da introduzioni avvenute in tempi molto recenti (metà degli anni 80 del XX secolo), che hanno dato luogo a una popolazione diffusa su tutta l isola e piuttosto numerosa, che causa non pochi problemi alle residuali attività agricole. La presenza del coniglio selvatico a Linosa infatti non era nota fino alla metà degli anni 80, quando sono stati liberati per motivi venatori alcuni individui. Sull'isola sono presenti gatti (Felis catus): in paese si tratta per lo più di animali del tutto domestici, anche se molti sembrano non avere un proprietario e vivono costantemente all'aperto, costituendo quindi una minaccia per molte specie locali, anche se regolarmente alimentati dall'uomo. Attorno alle abitazioni rurali sono molto frequenti soggetti apparentemente semidomestici, che presumibilmente hanno una dieta basata in parte significativa sulle prede che riescono a catturare. Questi potrebbero rappresentare un'importante causa di minaccia per la berta maggiore, potenzialmente superiore a quella rappresentata dai ratti (Bonnaud et al., 2009), essendo in grado di uccidere anche soggetti adulti o comunque pulcini anche prossimi all'involo. D'altra parte, la predazione che certamente esercitano sui ratti, che assieme a topo domestico e lucertole presumibilmente costituiscono le prede principali, potrebbe contribuire a mantenere relativamente basso il tasso di predazione da parte dei ratti (cfr. ad es. Rayner et al., 2007). Tale predazione è stata da noi più volte confermata a Linosa. A Linosa sono assenti cani inselvatichiti o randagi; sono invece presenti in discreto numero cani da caccia, normalmente rinchiusi in recinti o in piccoli giardini. Nel corso dei sopralluoghi effettuati a Linosa nel 2013 è stato osservato un solo cane, appartenente a residenti, libero di vagare sull'isola. A febbraio 2014 sono stati osservati altri 2-3 esemplari incustoditi in libertà. Le specie sopra citate sono presenti anche a Lampedusa, dove però la presenza di cani vaganti è molto significativa e riguarda l intero territorio dell isola. Pagina 12 di 80

13 Non sono da segnalare ulteriori specie di interesse. 4. Principali azioni previste per l'eradicazione del ratto nero Azioni preparatorie sul ratto nero a Linosa Monitoraggio del ratto nero mediante trappolamenti standardizzati, nei principali ambienti presenti, ripetuti in ogni stagione, al fine di comprendere l'andamento della popolazione durante l'intero ciclo annuale e di individuare gli eventuali periodi in cui i ratti interrompono l'attività riproduttiva (quindi preferibili per lo svolgimento dell eradicazione). A luglio 2013, a ottobre 2013, febbraio 2014 e maggio 2014 sono state effettuate a Linosa sessioni di trappolaggio standardizzato per valutare la frequenza di ratto nero e topo domestico nei principali ambienti presenti sull'isola, in habitat diversi. Sono stati individuati 8 transetti standard (Fig. 2), ciascuno con 10 stazioni di cattura poste a intervalli di 10 m, tenuti in attività per 4 notti consecutive; per una o due notti precedenti la prima notte di cattura, in ciascuna stazione di cattura sono state somministrate esche e mantenute le trappole disattivate (preadescamento o pre-baiting). Ogni stazione di cattura era costituita da una trappola per ratti (erogatore rigido Protecta contenente una snap-trap T-Rex ) e da una per topi (trappola per cattura a vivo Tin-Cat ). Come esca è stata usata la cosiddetta esca virtuale, cioè pezzi di blocchetti paraffinati simili ai blocchi di esca rodenticida ma privi di principio attivo (Detex blocs ), che sono risultati assai più appetiti dai ratti rispetto a cereali o biscotti. Ciascun ratto catturato è stato pesato e sessato; alle femmine adulte viene controllata e registrata l'eventuale presenza di segni di allattamento. Nei (rari) casi in cui la trappola è scattata ma vuota questa viene esclusa dal calcolo della frequenza di cattura. Per i topi domestici viene solo registrato il numero di esemplari adulti e giovani. Fig. 2. Localizzazione dei transetti Pagina 13 di 80

14 Tabella 1 Numero di ratti e di topi catturati nei transetti standard Ratto nero (Rattus rattus) Luglio Ottobre Febbraio Maggio 1 Carpobrotus spp. e Tamarix spp. (costa N) Vegetazione costiera (Tamarix spp.) faro Campi incolti con filari di Opuntia ficusindica Monte Vulcano (macchia) Area di macchia mediterranea con Opuntia ficus indica ( Scasciati ) Area urbana Campi coltivati interno Scogliera di Mannarazza totale topo domestico (Mus musculus) Luglio Ottobre Febbraio Maggio 1 Carpobrotus spp. e Tamarix spp. (costa N) Vegetazione costiera (Tamarix spp.) faro Campi incolti con filari di Opuntia ficusindica Monte Vulcano (macchia) Area di macchia mediterranea con Opuntia ficus indica ( Scasciati ) Area urbana Campi coltivati interno Scogliera di Mannarazza totale I dati ottenuti nelle prime due sessioni di trappolaggio hanno rivelato una costante presenza e una simile abbondanza del ratto nero e del topo domestico tra le sessioni. Infatti, sia a luglio che a ottobre, gli indici di abbondanza (IA), calcolati in ogni sessione su 320 notti/trappola, non hanno mostrato tra loro differenze significative sia per i ratti (luglio: IA=0,153 vs ottobre: IA=0,137, V=19, p>0,05; Wilcoxon test) che per i topi (luglio: IA=0,143 vs ottobre: IA=0,137, V=18, p>0,05, Wilcoxon test). Il numero totale di roditori catturati è risultato molto simile a luglio e a ottobre sia per i ratti (47 vs 44) che per i topi (46 vs 44). Analizzando le classi di sesso ed età, è emerso un aumento nel numero di giovani nella sessione di ottobre (6 a luglio vs 17 a ottobre, V=2, p<0,05; Wilcoxon test), mentre non è cambiato il numero di femmine adulte (25 a luglio vs 31 a ottobre, V=6, p>0,05; Wilcoxon test) e dei maschi adulti (21 Pagina 14 di 80

15 a luglio vs 13 a ottobre, V=20,5, p>0,05; Wilcoxon test). I trappolaggi delle due specie nei due periodi si sono distribuiti in maniera molto disomogenea tra i vari transetti (ratto nero/luglio: χ 2 7 =42,592, p<0,01; ratto nero/ottobre: χ 2 7=17,465, p<0,01; topo domestico/luglio: χ 2 7=42,362, p<0,01; topo domestico/ottobre: χ 2 7= 34,571, p<0,01 Nella sessione di fine inverno (5-10 febbraio 2014) l'indice di abbondanza dei ratti è risultato sostanzialmente invariato rispetto alle sessioni precedenti (0,140 vs 0,153 a luglio e 0,137 a ottobre) ma è stato molto più ridotto il numero di giovani (febbraio n=3, luglio n=6, ottobre n=17). Nella sessione di febbraio sono emersi altri due elementi di notevole interesse: 1) a metà inverno sono piuttosto elevate le frequenze di cattura nel transetto in incolti con fichi d India (secondo solo al transetto nella macchia alla base del M. Vulcano), risultato coerente con la evidente maggiore disponibilità trofica invernale in questi ambienti; 2) le variazioni nelle catture riscontrate nell'area urbana (ratti: 1 a luglio, 9 a ottobre, 3 a febbraio) sembrano largamente riferibili allo svolgimento o meno di derattizzazioni da parte dei residenti: un abitante ci ha infatti informato che, qualche settimana prima della sessione di trappolaggio di febbraio, era stato costretto a distribuire ingenti quantitativi di rodenticida per difendere il proprio orto che era stato saccheggiato dai ratti, e solo da 2-3 giorni erano cessati i consumi di esche, inizialmente elevatissimi. Questo suggerisce che la frequenza dei ratti nella zona abitata poteva risultare molto maggiore di quella rilevata. A febbraio i topi sono risultati più numerosi rispetto alle sessioni precedenti (IA=0,265 vs luglio: IA=0,143 vs ottobre: IA=0,137), facendo registrare i maggiori indici di abbondanza nelle zone coltivate. Nella sessione primaverile (17-20 maggio 2014), come prevedibile, si sono registrati i più alti tassi di cattura per entrambe le specie. Per il ratto nero il solo transetto dove le catture sono state chiaramente inferiori a quelle delle sessioni precedenti è quello localizzato in un area coltivata interna, dove in parte era stato già effettuato il raccolto e potrebbero essere state effettuate disinfestazioni. Un incremento evidentissimo sia dei ratti che dei topi si registra invece nei transetti di Mannarazza e Scasciati, ambienti soprattutto il primo certamente caratterizzati da una forte variabilità stagionale delle risorse. Il numero e anche la percentuale di individui giovani sono risultati piuttosto elevati (N=12 pari al 19,4%) anche se al di sotto dei valori massimi registrati a ottobre. Da rilevare il fatto che il ratto nero in tutte le sessioni è stato sempre catturato in tutti e otto i transetti, a indicazione della sua diffusione in tutti i settori ed ambienti dell isola, mentre il topo domestico ha fatto registrare una maggiore variabilità. In tutte le sessioni la maggiore abbondanza di ratti è stata registrata negli ambienti di macchia del versante N del Monte Vulcano, mentre anche da questo punto di vista il topo domestico ha mostrato maggiori variazioni (abbondanza massima registrata in 4 diversi transetti su 4 sessioni); interessante riguardo a quest ultima specie lo scarso numero di catture registrato su M. Vulcano, forse riferibile alla competizione con i ratti (es. Zavaleta et al. 2001). Nell Allegato n III sono riportati in dettaglio i risultati dello studio annuale sulla popolazione di ratto nero a Linosa. Pagina 15 di 80

16 Fra la fine di agosto e i primi di settembre 2013 sono stati inoltre effettuati, sempre a Linosa, alcuni trappolaggi speditivi per campionare almeno una volta altre aree e ambienti, e una serie di test di appetibilità per mettere a confronto esche diverse attualmente disponibili sul mercato italiano (esaminate le esche in blocchi a base di brodifacoum e difenacoum prodotte da due ditte diverse e pellets a base di brodifacoum); questi ultimi hanno inoltre permesso di avere indicazioni indirette sull'abbondanza dei roditori in ulteriori zone dell'isola in base alla percentuale di consumo delle esche registrata in ogni area dove sono state mantenute per un numero fisso di notti. I dati integrativi così raccolti hanno sostanzialmente confermato quanto indicato dalle catture standardizzate. Test di confronto sull'appetibilità di esche diverse sono stati svolti anche a febbraio 2014, quando sono state testate le esche in blocchi prodotte da una terza ditta e ulteriori esche in blocchi a base di clorofacinone (che risultano a oggi commercializzate in Italia solo da una singola ditta). Anche in questa stagione non sono emerse nuove indicazioni: sono state rilevate solo modeste differenze di consumo fra i prodotti con diversi principi attivi, talvolta con risultati discordanti fra zone diverse dell isola, e differenze solo modeste fra i prodotti di ditte diverse (sebbene i blocchi di una ditta siano risultati sempre leggermente meno consumati di quelli delle altre due). Le aree dove sono potenzialmente o certamente disponibili significative fonti di cibo permanenti per i roditori sono rappresentate dalla zona abitata, comprendente anche entrambe le zone portuali, e da un buon numero di case isolate abitate in modo permanente o per periodi di tempo prolungati, cui si aggiungono singoli allevamenti di animali domestici. L individuazione cartografica di queste aree, la cui superficie complessiva è di circa 50 ha, così come la delimitazione di quello che si considera in questa sede il centro abitato, è riportata in Fig. 3 ma potrà essere via via rivista e precisata fino all ultima versione del Piano operativo. Pagina 16 di 80

17 Fig. 3. Isola di Linosa: sono evidenziate in rosso le aree con presenza certa o potenziale di fonti alimentari significative per i ratti (aree critiche), in violetto quelle difficilmente attraversabili. La caratterizzazione genetica delle popolazioni di ratti neri di Linosa e Lampedusa è stata effettuata dall'esperto genetista Marcello Tagliavia ed è riportata in Allegato n IV. Non è stato possibile ottenere campioni dal porto d imbarco (Porto Empedocle) in quanto dalle catture effettuate è emerso che nell'area è presente il solo ratto delle chiaviche o surmolotto (Rattus norvegicus). L'analisi genetica sulle popolazioni di ratti neri di Lampedusa e Linosa, condotta su un totale di 48 campioni di Rattus rattus (24 prelevati sull'isola di Lampedusa, ed altrettanti provenienti dall'isola di Linosa), ha mostrato profili genetici che, analizzati con opportuni softwares, indicano che i due gruppi possiedono analoghe caratteristiche genetiche. In particolare, dal numero di alleli rilevati, le rispettive frequenze calcolate, l'assenza di alleli privati e gli altri parametri considerati per l'analisi della struttura delle popolazioni, emerge che i due gruppi sono ascrivibili ad un unico cluster, quindi appartenenti alla medesima popolazione. Tale quadro è compatibile con un continuo scambio (migrazione) di riproduttori tra le due isole, e/o con fenomeni migratori da altri siti (terraferma) che interessano in misura paragonabile le due isole. In via ordinaria le azioni di derattizzazione svolte per fini di igiene e sanità pubbliche promosse dal Comune consistono nell uso di esche a base di bromadiolone all interno dei centri abitati delle due isole. In relazione agli obiettivi del progetto LIFE, tali interventi (limitati alle aree urbane) non Pagina 17 di 80

18 interferiscono con il presente progetto, in quanto sono diversi principio attivo e formulato utilizzato così come durata e frequenza delle distribuzioni. A Linosa sembrano avere un peso ben maggiore le attività di derattizzazione realizzate da privati in ambito urbano e rurale, il cui svolgimento sembra condizionare fortemente le catture nell'area del paese (cfr. sopra). Per quanto riguarda l area portuale di Porto Empedocle non risulta vengono effettuate attività di controllo roditori; l area portuale di Lampedusa è interessata dalle attività rodenticide effettuate a livello comunale, sopra citate. Tali elementi sono importanti al fine di predisporre accurate misure di biosecurity da avviare contestualmente all'eradicazione dei ratti Azioni preparatorie sul ratto nero (Lampedusa) Per quanto riguarda le attività di controllo dei ratti da realizzare a Lampedusa, nonostante il progetto non prevedesse lo svolgimento di indagini preliminari dirette sui roditori (trappolaggi), questo è stato effettuato nel mese di gennaio 2014, come sotto indicato. In data 29 gennaio-1 febbraio 2014 è stato effettuato il monitoraggio della popolazione di ratti nell'isola di Lampedusa. In particolare sono state scelte tre aree: 1) due siti nell'area portuale; 2) un sito presso la Punta di Taccio Vecchio; 3) un sito presso la Punta di Cappellone. I siti 2 e 3 si trovano in area di riproduzione delle berte minori Puffinus yelkouan. Per ogni transetto sono state posizionate per tre giorni consecutivi 4 trappole a molla per ratti (T- REX, Lab. Bell, U.S.A), distanziate fra loro alcuni metri. Per ogni trappola è stata utilizzata un esca non tossica per roditori che è stata distribuita anche intorno all'accesso delle trappole. Per quanto riguarda il peso dei ratti, è stato possibile ricavarlo anche dalle dimensioni degli escrementi rinvenuti in prossimità delle trappole, seguendo la metodologia descritta nell'allegato II. I risultati sono stati abbastanza scarsi, ma in linea con quanto osservato durante i campionamenti effettuati da Legambiente-Ente gestore della Riserva di Lampedusa, che durante l'estate-autunno 2013 aveva effettuato delle catture di ratti, allo scopo di fornire i tessuti da cui ricavare il DNA per il confronto con le altre popolazioni insulari. In quell'occasione, gli operatori della Riserva avevano osservato la scarsezza della popolazione di ratti neri nell'isola, sia nell'area portuale, dove non avevano potuto catturare neanche un esemplare, sia in altre aree, dove con difficoltà avevano potuto catturare 26 esemplari. Durante il trappolaggio di gennaio 2014 nell'area portuale non è stato catturato nessun individuo e non si è trovata neanche traccia del consumo dell'esca né dentro né fuori dalla trappola. Nella seconda area (Taccio Vecchio) è stato catturato un individuo adulto di sesso maschile (peso 250 gr) e sono stati rinvenuti escrementi di ratti in prossimità delle trappole, dalle cui misure si è risaliti al peso degli individui, sulla base della correlazione in precedenza calcolata: misure: 7x2,5, 10x3,0, 12x3,5, 16x5 mm, corrispondenti rispettivamente al peso di 80, 100, 200 e 300 gr., ricavati dal grafico riportato sopra. Pagina 18 di 80

19 Infine nella terza area (Punta del Cappellone) non è stato catturato nessun ratto né sono state rinvenute tracce del consumo delle esche. Quindi, da quanto esposto si desume che nell'area portuale non esiste una consistente popolazione di ratti neri, e che nella zona di nidificazione della berta minore la presenza del ratto nero è puntiforme. L indagine svolta sulla popolazione nidificante di berta minore e in particolare sul possibile impatto dei ratti sul successo riproduttivo di questa specie ha permesso di stabilire che non vi è interferenza tra le due specie che giustifichi un intervento rodenticida. Per quanto riguarda la popolazione nidificante, l indagine ha permesso di evidenziare la notevole importanza delle acque intorno a Lampedusa come sito di foraggiamento per i Procellariformi, ma una valutazione finale sulla consistenza della colonia di berta minore potrà essere fatta alla fine del progetto sulla base dei risultati delle attività di monitoraggio Eradicazione del ratto nero a Linosa Su isole di dimensione non ridottissima (superficie maggiore di alcuni ettari), il solo approccio possibile per l'eradicazione del ratto nero (o di qualsiasi altra specie di Roditori) consiste nella capillare distribuzione di esche avvelenate (cfr. ad es. Thomas & Taylor, 2002; Veitch & Clout, 2002; Courchamp et al., 2003; Howald et al., 2007; Veitch et al., 2011); è stato invece più volte tentato un approccio basato su tecniche multiple, con una fase iniziale di trappolamento intensivo, finalizzata a ridurre i quantitativi di esche avvelenate e il numero di ratti intossicati potenziale causa di intossicazioni indirette di specie non target, soprattutto nelle isole francesi (sia europee che di oltremare), ma si è sempre trattato di isole con superficie inferiore o in un solo caso (che peraltro non ha avuto successo) di poco superiore ai 100 ha, ma si tratta in massima parte di scogli o di isolotti di pochi ettari (cfr. Lorvelec & Pascal 2005). Sull'isola di Lavezzi, di superficie pari a ca. 70 ha e priva di aree difficilmente accessibili, lo svolgimento di un trappolamento intensivo iniziale ha effettivamente permesso di limitare i quantitativi di esche necessarie per ottenere l'eradicazione ma ha richiesto un notevole impegno in termini di giornate di lavoro sul campo (Pascal et al., 2008), in quanto tale tecnica richiede il controllo giornaliero delle trappole. A Linosa, considerando che per ottenere una significativa riduzione dei ratti occorrerebbe utilizzare quantomeno 6-8 trappole/ha, sarebbe necessario installare e controllare giornalmente, per almeno 15 gg, circa 3000 trappole. L'ipotesi di un approccio di questo tipo è quindi evidentemente da scartare. Le modalità di distribuzione delle esche sono state indicate tenendo conto della letteratura scientifica generale sulle eradicazioni dei roditori nelle isole (cf. Howald et al., 2007; Veitch et al., 2011), delle precedenti esperienze relative a isole mediterranee, e in particolare di quelle italiane (Sposimo et al., 2008, 2012), e degli esiti delle indagini svolte a Linosa. Limiti inderogabili alle azioni da progettare e realizzare sono costituiti dalle disposizioni normative e regolamentari sull utilizzo dei rodenticidi anticoagulanti e sulla gestione delle aree naturali protette interessate. In particolare il regolamento della Riserva naturale (GURS 33 del 14 luglio 2000) e le norme delle leggi regionali 98/1981 e 14/1988 stabiliscono che: Pagina 19 di 80

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