1 L IRPEF: un imposta in continua trasformazione

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1 1 L IRPEF: un imposta in continua trasformazione L imposta sul reddito delle persone fisiche è stata istituita quaranta anni fa, in occasione della profonda riforma del sistema fiscale varata nei primi anni 70; in origine il testo normativo di riferimento era il D.P.R. 29 settembre 1973, n Il tributo, tuttavia, nel corso degli anni è stato più volte rivisitato e innovato, pur mantenendo saldi i presupposti ed i capisaldi essenziali del meccanismo impositivo. Non è un caso, infatti, che già nel 1986 è stata sentita l esigenza di raccogliere in un testo unico, approvato con D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, l intero corpus di disposizioni che nel frattempo erano state introdotte. Non sono mancati ulteriori interventi correttivi negli anni successivi, anche perché qualsiasi manovra fiscale varata da un governo non può prescindere da interventi su un tributo che da un lato assicura le maggiori entrate erariali e dall altro incide su una vastissima platea di contribuenti. A questa logica non era sfuggito il secondo governo Berlusconi, il quale da un lato aveva varato una nuova riforma tributaria, i cui caratteri salienti erano contenuti nella legge quadro n. 80 del 2003, e dall altro ha realizzato il primo modulo della riforma, emanando il D.Lgs. 344/2003 che, nell introdurre una nuova imposta: l IRES, in luogo della soppressa IRPEG, ha anche rivisitato la disciplina dei redditi d impresa, di capitale e dei redditi diversi. La legge delega aveva anche previsto l abolizione dell IRPEF e la sua sostituzione con una nuova imposta, l IRE (Imposta sul reddito), che, tuttavia in buona parte ne ricalcava i principi ed i caratteri essenziali; In particolare l IRE avrebbe dovuto prevedere: l inclusione tra i soggetti passivi degli enti non commerciali; la sostituzione delle detrazioni di imposta con deduzioni dal reddito complessivo; la riduzione delle aliquote a due: 23% per i redditi fino a euro e 33% per i redditi superiori a tale importo. Questa parte della riforma non ha mai visto la luce poiché i successivi esecutivi hanno percorso altre strade. Ed, infatti i provvedimenti normativi in campo fiscale che si sono succeduti hanno rimodulato il tributo ma non stravolto e tantomeno sostituito. In tal senso si segnala: la modifica delle aliquote e scaglioni di reddito; la trasformazione delle deduzioni in detrazioni; l introduzione di nuove deduzioni e detrazioni; le novità in materia di lavoro autonomo. 2 La nozione di reddito Le nozioni di reddito proposte dalla scienza delle finanze sono riconducibili a tre distinti concetti e precisamente al reddito-prodotto, al reddito-entrata e al reddito-consumo. Il reddito-prodotto è l insieme dei proventi nuovi beni e nuovi servizi generati da una precisa fonte produttiva individuata nella terra, nel capitale e/o nel lavoro, ed idonei a riprodursi regolarmente. Si tratta dunque di redditi derivanti dall esercizio di un attività lavorativa (dipendente o autonoma) o dall impiego di capitali finanziari (rendite finanziarie) o di capitale fisico. Il reddito-entrata (comprehensive income), invece, comprende tutti gli incrementi (o decrementi) patrimoniali riconducibili ad un soggetto e provenienti da una qualsia si fonte. Ai redditi derivanti dai fattori produttivi (terra, capitale e lavoro) si aggiungono dunque anche le variazioni di valore delle componenti patrimoniali (capital gains) nonché le entrate di natura straordinaria od occasionale («entrate portate dal vento» o «windfall gains») quali le vincite, le donazioni e le eredità. Il reddito entrata è dunque definibile come «la somma dei consumi e delle variazioni del patrimonio in un dato periodo di tempo» o ancora «il potere di spesa dell individuo comprensivo dei guadagni e delle perdite in conto capitale». percorso F Le imposte dirette 1

2 Con la locuzione reddito-consumo si intende fare riferimento solo a quella parte di proventi che il soggetto destina al consumo. Per l individuazione di questa nozione di reddito è necessario sottrarre dalle entrate del soggetto la quota di proventi risparmiata in modo che il reddito sia dato dalla differenza tra gli incrementi patrimoniali e la quota degli stessi destinata al risparmio. Ma quali di queste nozioni, elaborate dalla dottrina economica, è stata posta a fondamento dell imposizione diretta e assunte ad oggetto della base imponibile? L attuale legislazione, pur non fornendone alcuna espressa definizione, è prevalentemente informata al concetto di reddito come prodotto, ancorché in taluni casi abbia ceduto il passo al modello teorico del reddito-entrata (incrementi patrimoniali non riconducibili alle fonti produttive; plusvalori involontari o fortuiti; crediti professionali percepiti dagli eredi). Infatti nel nostro sistema sono ricondotti a tassazione solo i redditi (incremento e non mera reintegrazione) derivanti da una precisa fonte produttiva espressamente e tassativamente indicata dalla legge (art. 6 TUIR). 3 Il rinvio alle norme IRES Nell ambito dell IRPEF, il Capo VI del TUIR, che si interessa di disciplinare il reddito di impresa, rappresenta quello più inciso dall introduzione dell IRES, al di là delle modifiche sostanziali, pure numerose, apportate al regime di tassazione delle imprese individuali e delle società personali. Ciò per il semplice motivo che con l introduzione dell IRES, ribaltando l assetto sistematico previgente, viene data centralità, nella determinazione del reddito d impresa, alla disciplina prevista dalle norme che regolano l imposta sulle reddito delle società (IRES). In concreto, nel testo previgente la disciplina organica del reddito d impresa era contenuta nell ambito IRPEF e trovava applicazione ai fini IRPEG nei confronti delle società ed enti commerciali. Nel testo novellato accade esattamente il contrario: le disposizioni che, ai fini IRES, regolano la determinazione della base imponibile delle società e degli enti commerciali residenti costituiscono la disciplina organica del reddito d impresa. In tale ambito è stata trasferita, infatti, la disciplina fiscale relativa ai componenti positivi e negativi del reddito d impresa e alle norme generali sui componenti del reddito d impresa e sulle valutazioni. Le disposizioni sulla determinazione del reddito delle società e degli enti residenti trovano applicazione, per quanto compatibili, anche nei confronti delle imprese individuali e delle società di persona residenti. 4 Gli altri regimi contabili Il regime dei contribuenti minimi Il regime dei contribuenti minimi, originariamente introdotto dalla L. 244/2007 è stato notevolmente modificato ad opera del D.L. 98/2011, conv. in L. 111/2011. Tale regime, che è entrato in vigore dal 1 gennaio 2012, trova applicazione nei confronti di coloro che intraprendono un attività di impresa, arte o professione o che comunque l hanno intrapresa a decorrere dall Il beneficio è riconosciuto a condizione che: il contribuente non abbia esercitato, nei tre anni precedenti l inizio dell attività, attività artistica, professionale, anche in forma associata o familiare; l attività da esercitare non costituisca mera prosecuzione di un attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo, escluso il caso in cui l attività precedentemente svolta consista in una pratica obbligatoria ai fini dell esercizio di arti e professioni; 2 percorso F Le imposte dirette

3 l ammontare dei ricavi, realizzati nell eventuale periodo precedente in cui era svolta l attività da un altro soggetto, non sia superiore a euro. Il nuovo regime, inoltre, può trovare applicazione al massimo per cinque anni e comunque fino ai 35 anni di età del contribuente. Di fatto l applicazione di tale sistema comporta: l eliminazione di qualunque obbligo contabile; la determinazione del reddito secondo un rigido criterio di cassa; l applicazione di un imposta sostitutiva dell imposta sui redditi e delle relative addizionali, pari al 5%; l esclusione dall IRAP; l esclusione dagli studi di settore e dai parametri; l esclusione dall IVA. Il regime fiscale agevolato per le nuove iniziative imprenditoriali e di lavoro autonomo Del regime per le nuove iniziative (art. 13 L. 388/2000) possono avvalersi neo imprenditori e neo professionisti che intraprendono la prima nuova attività, i cui compensi o ricavi non siano superiori a ,41 euro per i primi due anni e a ,12 euro per il terzo anno, per le attività di lavoro autonomo e di prestazione di servizi, e a ,83 euro per i primi due anni e a ,24 euro per il terzo anno, per le altre attività. Tale regime consente il pagamento di un imposta sostitutiva IRPEF pari al 10% sul reddito di impresa o di lavoro autonomo. Il regime prevede l esonero dagli obblighi di registrazione e di tenuta delle scritture contabili rilevanti ai fini delle imposte dirette, dell IVA e dell IRAP. 5 La tassazione del trattamento di fine rapporto (TFR) Il trattamento di fine rapporto, per semplicità denominato TFR, è la prestazione economica che spetta al lavoratore subordinato al momento della cessazione del rapporto di lavoro. L ammontare del TFR è dato dalla somma, per ciascun anno, della retribuzione annua divisa per 13,5. Il TFR è poi soggetto ogni anno ad una rivalutazione, attualmente pari al 75% dell inflazione più un 1,5% fisso. Tale rivalutazione, tuttavia, non si applica alla quota maturata nell anno. Il trattamento di fine rapporto è soggetto a tassazione separata. La disciplina fiscale del TFR, contenuta nell art. 19 del TUIR, è stata modificata dal D.Lgs , n. 47, di riforma della previdenza complementare, a decorrere dal 1 gennaio 2001, e da ultimo dall art. 2, co. 514, della L. 244/2007 e dal relativo decreto attuativo che esplicano i loro effetti sulle indennità il cui diritto alla percezione sorge a partire dal 1 aprile In base all attuale normativa le quote di TFR maturate dal 1 gennaio 2001 sono imponibili solo per la quota capitale, al netto cioè delle rivalutazioni annuali. Tali rivalutazioni sono soggette all imposta sostitutiva dell 11% che va a ridurre l importo del TFR e deve essere versata dal datore di lavoro, secondo un meccanismo di acconto e saldo. È prevista, inoltre, una speciale detrazione di 61,97 euro annui dall imposta dovuta sul TFR per i rapporti di lavoro a tempo determinato di durata non superiore ai due anni. L aliquota da applicare al TFR è l aliquota media di tassazione dei cinque anni precedenti a quelli in cui è maturato il diritto alla percezione. Ai sensi del D.M , il prelievo fiscale sulle indennità di fine rapporto ed equiparate il cui diritto alla percezione sorge a partire dal 1 aprile 2008 è ridotta di un importo pari a: 70 euro se il reddito di riferimento non supera euro; percorso F Le imposte dirette 3

4 50 euro + 20 euro ( euro reddito di riferimento)/ euro, se l ammontare del reddito di riferimento è superiore a euro ma non a euro; 50 euro ( euro - reddito di riferimento)/ euro, se il reddito di riferimento è superiore a euro ma non a euro. Se il risultato dei rapporti indicati negli ultimi due punti è maggiore di zero, lo stesso si assume nelle prime quattro cifre decimali. La normativa previgente al D.Lgs. 47/2000 continua ad applicarsi alle quote di TFR maturate fino al 31 dicembre 2000 in riferimento alle quali l imponibile è determinato, in base al vecchio meccanismo, riducendo il loro ammontare di 309,87 euro (per periodi inferiori all anno la riduzione è rapportata a mese) e l imposta si calcola applicando l aliquota corrispondente all importo che risulta dividendo l ammontare del TFR per il numero di anni e frazioni di anno preso a base di commisurazione e moltiplicando il risultato per percorso F Le imposte dirette

5 Percorso F Le imposte dirette Lezione 1 L imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) Area operativa espansione web Esercitazioni a) Scegli la lettera cui corrisponde la risposta esatta: 1 Su quali criteri si fonda l IRPEF: Personalità Proporzionalità Onerosità Nazionalità 2 Le aliquote IRPEF attualmente applicabili sono: 10% e 22% 23%, 27%, 34%, 41% 18%, 23%, 29%, 31% 23%, 27%, 38%, 41%, 43% 3 I redditi derivanti da operazioni speculative ricadono tra: I redditi di lavoro autonomo I redditi di capitale I redditi diversi I redditi di lavoro dipendente 4 Ai fini della tassazione dell IRPEF, il contribuente deve determinare: Il patrimonio netto Il reddito netto Il reddito lordo Il reddito complessivo netto 5 Gli oneri familiari vengono: Detratti dall imposta da pagare Dedotti dal reddito complessivo Non vengono presi in considerazione Dedotti solo per il contribuente lavoratore dipendente b) Rispondi alle seguenti domande utilizzando lo spazio a disposizione: 1 Quali sono le categorie reddituali che concorrono a formare la base imponibile dell IRPEF? percorso F Le imposte dirette 5

6 area operativa esercitazioni 2 Cosa deve determinare il contribuente ai fini dell applicazione dell IRPEF? 3 In cosa consiste il regime di contabilità cosiddetto semplificato? 4 A quanto ammonta l acconto di imposta IRPEF e quando è dovuto? 5 In quali casi i redditi sono soggetti a tassazione separata? 6 percorso F Le imposte dirette

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