Cicloturistica Portogruarese. Viaggio da Portogruaro a Berlino dal 08 al 17 luglio 2013

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1 la Voce Cicloturistica Portogruarese Anno XVII - Numero 172 Notiziario per i Soci Luglio 2013 Viaggio da Portogruaro a Berlino dal 08 al 17 luglio 2013 di Gianluca Rossitto U n viaggio nel cuore dell'europa: grande esperienza per dodici soci della Cicloturistica Portogruarese, che nello scorso mese di luglio si sono cimentati in lungo viaggio in bicicletta da Portogruaro a Berlino, passando per Austria, Repubblica Ceca e Germania orientale. Un percorso affascinante, non privo di asperità. Oltre 1200 i chilometri percorsi, circa metri il dislivello complessivo. Il drappello della Ct Portogruarese ha compiuto l'itinerario verso la capitale tedesca in sette tappe, con una giornata di riposo a Praga. L'8 luglio il via da Piazza Repubblica a Portogruaro, arrivo a Spittal an der Drau, dopo 204 km e circa 1370 metri di dislivello, con stilettata finale nelle gambe con l'ascesa di 3 impegnativi chilometri fino all'alloggio. Seconda tappa da Spittal a Radstadt (100 km), passando dalla Carinzia al Salisburghese, non prima di aver superato i monti Tauri, attraverso l'impervio Passo Katschberg (1641 mt) e il Radstadter Tauren (1739 mt). Prime due tappe solo leggermente disturbate da temporali fugaci negli ultimi chilometri. Terza tappa da Radstadt a Steyr (Alta Austria) di 196 km, buona par- te dei quali sulla pista ciclabile del fiume Enns. Quarta frazione Steyr-Cecke Budejovice di 175 km, con ingresso in Repubblica Ceca. Struggente la sosta presso Mauthausen, già sede di un campo di sterminio nazista, ancora oggi visitabile. Quinta tappa da Ceske Budejovice a Praga, 160 km, senza vette significative, ma senza pianura. Un continuo susseguirsi di colline in un contesto rurale godibilissimo in sella alle nostre biciclette da corsa. Il 13 luglio sosta nella indimenticabile Praga, tra le più belle capitale del mondo. Il giorno dopo l'ingresso in Germania (Sassonia), con la frazione PragaDresda di 157 km, anche in questo caso con dislivello di poco inferiore ai 2000 metri. Lungo il tragitto abbiamo reso omaggio ai caduti del campo di concentramento di Tere- zin, località da noi attraversata. Spettacolare l'ingresso a Dresda, la Firenze del Nord, adagiata sulle sponde dell'elba. Chiusura il 15 luglio con la settima ed ultima tappa Dresda-Berlino di 213 km, solcando le lande ventose e coperte di orzo della Sassonia e del Brandeburgo. Non facilissimo l'ingresso a Berlino per vie periferiche. IL giorno successivo, prima di rientrare a casa con i nostri due pulmini, ci siamo concessi una visita alla capitale tedesca, città nel contempo modernissima ma ricca di rimandi alla storia dell'ottocento e Novecento. Il suggello del nostro viaggio è arrivato con la foto presso la Porta di Brandeburgo, dove sono immortalati i dodici partecipanti: Daniele Bellomo, Renzo Bertoli, Gabriele Ceresatto, Mario Ceresatto, Romeo Chiarot, Dante Drigo, Luca Furlanis, Aldo Gruarin, Luigi Luvisutto, Giuseppe Pauletto, Gianluca Rossitto, Daniele Travain. Nel complesso è stato un viaggio ricco di emozioni, con poche disavventure (quattro forature, due problemi meccanici) e un clima da tarda primavera, ideale per il ciclismo.

2 La Voce n. 172 Luglio 2013 Pag.2 Tour de Transdanubie (Il fascino dell ignoto) dal 11 al 14 luglio 2013 Randonnèe in Ungheria di Km1231 di Diego Gallo di Diego Gallo I l TAM TAM dei mesi precedenti ha convinto tanti ciclisti italiani habituè delle ultracycling in Europa di effettuare le trasferte in Ungheria per partecipare al TOUR DE TRANSDANUBIE. La misteriosa Ungheria ci ha coinvolto per affrontare una nuova sfida sulla lunga distanza. Quando dopo il viaggio in auto ci siamo ritrovati nella sede di partenza nella bella e antica città di Vezsprem, nel centro dell Ungheria, ad est del lago Balaton, abbiamo trovato un clima dolce e un atmosfera distesa. Al punto di ritrovo (Hotel Magister) si sono fatti i primi incontri soprattutto con italiani, scambiandoci opinioni e auspici. Tra noi c era il fortissimo Giorgio Murari di Verona e la volitiva Angela Perin di Castelfranco che alla fine porteranno a termine il percorso in 60 ore, dormendo soltanto due microsonni da trequartidora!!! Una buona logistica e un accoglienza rilassante ci hanno permesso di preparare, con calma, le bici e tutto il materiale necessario. Partenza di oltre 60 randonneurs alle cinque del mattino dell 11 luglio, dal punto più alto di Vezsprem. Era evidente che gli organizzatori erano quasi più emozionati di noi. La loro iniziativa era stata accolta con successo. Non capita tutti i giorni al di la dell ex cortina di ferro!!! I motociclisti, molto efficienti, ci accompagnano per una sessantina di km e poi via, verso l ignoto! Il primo tratto è pianeggiante. Ci inoltriamo verso il profondo sud delle etnie tzigane e arriviamo nella splendida Kapsovar (merita una visita) Già nel secondo tratto comincia a farsi sentire la salita e troviamo una superba pista ciclabile verso Pecs. Timbratura e via verso terre meno conosciute, ai confini della Romania. Siamo insieme a Giorgio Murari ed Angela Perin ma subito dopo facciamo amicizia con Mariano Simonato e Silvano Spagnolo con i quali arriveremo poi fino alla fine del nostro viaggio. Nel frattempo Giorgio (Bozza) subisce un guasto alla ruota posteriore ed è costretto a pedalare come se avesse avuto il rapporto fisso! Gli infiniti saliscendi magiari lo hanno costretto a pedalare senza poter contare sulla ruota libera. Poi, grazie a Silvano e ad un cambio ruota (di scorta nell auto del figlio Davide) la situazione si è normalizzata. A Nagykanizsa la prima sosta. Tre ore di sonno in un simpatico ostello e poi via alle 3.30 di notte. Di buona lena circumnavighiamo il Balaton e giungiamo in un area dell Ungheria decisamente più evoluta. Attraversiamo Herend, Pàpa, Szalto, Fertod e sostiamo di nuovo 3 ore a Pannonhalma. Di nuovo in bici alle tre e mezza e avanti fino alla fine con i tratti più impegnativi. Francesco non dava segni di crisi: un mastino non molla mai! Diego, nonostante i problemi ai piedi, tiene duro! Soffre ma non cede! Giorgio pedala con i rapporti più duri. La scala è più bassa rispetto alla ruota cambiata. Si aggregano a noi un paio di bulgari, un ungherese (fortissimo) e Tal un israeliano. Si corre lungo il confine austriaco, si sfiora la slovacchia e poi si torna giù verso l Ungheria centrale. Incrociamo antiche città e grandi fiumi, il Danubio. Le strade non sono delle migliori ma è l ultima notte (un po fresca) e si va verso la meta. Uno splendido sole ci scalda e un vento contrario ci accompagna per le ultime ore di fatica. Arriviamo a Vezsprem insieme in 77 ore e 20 minuti. Dei 62 partenti altri 48 arriveranno più tardi, entro le 90 ore. Adesso il meritato riposo. Poi serata nel cuore di Vezsprem per recuperare, tra musica e carne alla brace, l energia e la voglia di raccontare la nostra avventura. Ogni randonnè è un viaggio di fatica, di stupore, di scoperta e di umanità. Anche questa lo è stata. La CT Portogruarese può orgogliosamente arricchire il suo palmares. Alla prossima.

3 La Voce n. 172 Luglio 2013 Pag.3 La Sfida Olimpica tra Antonio Rossi e Jury Chechi G.F. Campagnolo 16 giugno 2013 di Fulvio Babich I n una curva in contropendenza, dopo la velocissima discesa del Croce d Aune, finisce la rincorsa di Antonio Rossi e della sua squadra a Jury Chechi che ha pochi secondi di vantaggio. I crampi costringono il campione alla resa: la sfida olimpica è persa. Ma andiamo per ordine: di quale sfida stiamo parlando? Anche quest anno mi ero iscritto alla Sportful. Dopo il percorso medio di due anni fa, e quello lungo dell anno scorso, con partenza dall ultimissima fila, mi ero iscritto per tempo, per avere una griglia migliore. Il destino ha deciso diversamente: sono partito davanti a tutti. Gli organizzatori hanno pensato di organizzare una gara nella gara. Una sfida tra due campioni olimpici, Antonio Rossi e Jury Chechi, ognuno scortato da una squadra. Ho dato, come molti altri, la mia disponibilità e sono stato selezionato mediante sorteggio per correre con Antonio Rossi. Niente percorso lungo, la sfida si fa sul percorso medio. Vince la squadra che porta i primi sei atleti al traguardo. Fra loro ci deve essere il capitano. I sei devono arrivare insieme, l ultimo a non più di un minuto dal primo. Ci sono altre regole. Soprattutto quella di fermarsi ai ristori per dare un segnale di agonismo meno sfrenato. Il primo incontro fra capitani e squadre è organizzato a Cesenatico, in occasione della Nove Colli (ovviamente sono presenti coloro che la fanno). Abbiamo modo di fare conoscenza con i due campioni che già tante volte ho visto in gara. Sono simpaticissimi. Davvero gentile è Antonio Rossi. Più vispo e furbetto è Jury Chechi. La sfida mi pare persa, visto il diverso peso dei due, e la pendenza delle ultime rampe del Cereda e, soprattutto, del Croce d Aune. Ma non importa: è un esperienza nuova per tutti e sono pronto a fare la mia parte. Le squadre al completo si trovano a Feltre, il sabato che precede la gara, per pedalare insieme ai campioni e ai bambini la Mini Granfondo. Ci sono anche due atlete giunte da lontano, Australia e Nuova Zelanda: sono un autentico spettacolo, in tutti i sensi. Durante la Mini Granfondo sosta nel piazzale della Sportful, azienda di Fonzaso, sponsor della gara e della sfida olimpica. Dopo la pedalata, le squadre vengono presentate alla stampa e ogni corridore riceve la sua divisa da gara: gialla per la squadra di Jury, arancione per quella di Antonio. Dopo la presentazione si discute di strategie: partiremo con calma, poi inizieremo a far sul serio in salita e così via. Tutte balle, non sarà affatto così. Domenica mattina siamo pronti, in primissima fila, tra tanti altri campioni (Silvio Fauner, Christian Zorzi) e vip. È una brutta faccenda essere proprio davanti. Quando lo starter dà il via non c è strategia che tenga: si parte a tutta. Il guaio è che la parte iniziale è tutta un continuo saliscendi, e affrontarla a tutta velocità non è proprio il massimo, almeno per me. Così, mentre quasi tutti gli altri filano via come razzi, io prendo il mio passo (non certo lento) e vengo superato da frotte di ciclisti. Comincio a pensare che la mia sfida olimpica sia già finita. Ovviamente non sarà così. Dopo quaranta chilometri tutto cambia: inizia la prima salita vera, la forcella Franche, e per molti scende la notte. Anche per il nostro capitano che raggiungo in cima (dopo aver superato quasi tutti gli altri), stanchissimo. A questo punto la corsa riprende molto più lentamente per noi, gialli e arancioni, e smetto persino di sudare. Da qui in poi sarà una passeggiata, quasi fino in fondo. C è un accordo fra i capitani, correre insieme fino a Sorriva, poco prima dell ultima parte, difficilissima, del Croce d Aune. Qui c è l ultimo ristoro. Solo qui la sfida vera avrà inizio. Ma per Antonio Rossi, ormai stanco, anche il ritmo facile è un problema, e sulle rampe del Cereda, i primi crampi si fanno sentire. Neanche l assistenza di un campione della bici, Stefano Giraldi, plurivincitore a Feltre, presente in veste di gregario di lusso di Antonio, consente di raggiungere facilmente il passo. Comunque si arriva in cima e può iniziare la lunga e spettacolare discesa che porta all ultima salita. Per Antonio Rossi c è il tempo di rifiatare. Intanto, mentre qualcuno di noi va quasi a spasso, intorno c è l altra gara, con tanti ciclisti che si esprimono al massimo delle loro possibilità. Uno perde il controllo e vola nel burrone: sapremo quasi subito che si è fatto male, ma molto meno di quanto poteva sembrare in un primo momento. Dopo una longa sosta al ristoro, e un ultima trenata nelle gallerie che portano a Ponte Oltra, arriva la salita finale e la nuova pausa a Sorriva. La gara ora può iniziare, ma per Antonio è subito dura. L idea è di perdere il meno possibile in salita, e poi scendere a tutta. Dato che in discesa non sono un fenomeno decido di anticipare e fare la salita forte. Non sono per niente stanco, mi sembra di volare e supero tantissimi ciclisti in difficoltà. Quasi in cima, un vecchietto mi indica e dice ma quel no xe quel forte che l core a pie?. In effetti sono anche un runner discreto, e a Feltre ho vinto una gara. Ma forse mi avrà scambiato per qualcun altro. Inizio così la discesa, veloce ma non velocissimo, in attesa della mia squadra. A tre quarti mi passano i gialli, con Jury Chechi. Il loro passo non è irresistibile. Una moto mi avvisa: subito arrivano anche i tuoi. Vedo dei missili in avvicinamento e accelero con tutte le forze per agganciarmi, a 80 all ora. La discesa termina subito e nella prima contropendenza ecco il crampo che ferma la rincorsa. La gamba di Antonio si blocca: è finita. Alcuni minuti di massaggi rimettono il capitano in sella. Vogliamo almeno finire, e a discreta velocità arriviamo al viale che tutti i partecipanti della 24 ore ben conoscono. Porfido, curva a sinistra, arco: si entra nel centro storico e inizia l ultima, difficile salita. Sono 500 metri, ma, a questo punto, per chi ha problemi sono una vera sfida. Giraldi vorrebbe dare ancora una mano. Non serve: il campione ce la fa da solo e, attorniato dai suoi gregari, che bloccano il resto del gruppo che preme da dietro, arriva al traguardo attorniato da una nuvola arancione. Fra di noi c è un altro grande canottiere: Niccolò Mornati. È una bella immagine, e il Gazzettino del lunedì ci dedicherà una magnifica foto, migliore di quella dei vincitori. Abbiamo perso, ma con dignità, e gli applausi sono anche per noi anche se la medaglia viene consegnata ai gialli. Antonio è stremato, e la sua espressione è molto eloquente. Riesce a fare una bella firma sulla mia maglia che conserverò come ricordo di questa bella avventura. E il prossimo anno? Forse la gara verrà ripetuta, anche con altri campioni e con altre squadre, sempre sul percorso medio. Per i granfondisti il prossimo anno c è di nuovo il Manghen, ma questa è un altra storia. Una breve analisi tecnica Gli organizzatori hanno detto di aver scelto le squadre mediante sorteggio. È

4 La Voce n. 172 Luglio 2013 Pag.4 Continua il racconto della sfida Olimpica proprio così? Probabilmente è vero solo in parte. Il regolamento prevedeva che almeno cinque ciclisti giungessero con i capitani, ma ne sono stati selezionati dieci più tre riserve. È interessante notare che fra gli arancioni (noi) solo cinque sono arrivati con Antonio Rossi, mentre gli altri sono giunti dopo (molto dopo le riserve). Proprio per evitare il rischio che meno di cinque arrivassero con Antonio, alla squadra è stato aggregato anche il forte canoista Niccolò Mornati, giunto anche lui con noi. Anche fra i gialli, squadra un po più compatta e forte, sette sono i ciclisti arrivati con Jury Chechi (insieme, poco prima o poco dopo). Gli altri dopo (molto dopo le riserve). Per favorire la prestazione dei capitani, a entrambi i team sono stati affiancati ciclisti di provata esperienza: Stefano Giraldi per noi, Andrea Peron e Marco Varisco per la squadra di Jury Chechi. In particolare Giraldi doveva favorire il recupero nel velocissimo finale. Purtroppo i crampi hanno reso impossibile il recupero. Antonio ha pagato la troppa foga e le troppe energie spese inutilmente nel velocissimo tratto iniziale. Ceresatto 20^ Gabriele 27^ Maratona delle Dolomiti 30 giugno 2013 Babich 21^ Fulvio Bozza 19^ Giorgio Franzolini 16^ Roberto Russi 15^ Roberto Travain 1^ Daniele di Daniele Travain Partecipazioni alla Maratona dei soci Portogruaresi G ià il nome mi evoca scenari sunto. Sveglia alle 4.00 del mattino!, suggestivi e nel contempo per chi non ci è abituato non è facile, si permea di qualcosa di soprattutto se le ore di sonno sono state mitico : mi sarebbe sempre poche, complice la tensione che ti porti piaciuto correrla ma le difficoltà dell iscrizione hanno fatto si di accantonare l idea oramai da qualche anno; finchè, inaspettata, arriva la possibilità grazie alla vincita di una partecipazione alla manifestazione tramite un concorso indetto dalla Skoda, sponsor dell evento, vincita ottenuta da Bozza Giorgio che mi ha ceduto la possibilità di partecipare essendo lui già iscritto. Si trasforma quindi in un emozione la partecipazione alla gran fondo delle Dolomiti, emozione che comincia già dal sabato quando, arrivando sul passo di Campolongo, per andare a ritirare il pacco gara e poi all albergo, si vede la strada piena di ciclisti che sono intenti ad un leggero allenamento in vista della corsa dell indomani: strada piena di biciclette che, a dire il vero, ostacolano dentro e non ti fa prendere sonno; colazione e poi giù in auto fino a Corvara per parcheggiarla in maniera idonea per ripartire presto al pomeriggio. Obiettivo: percorso medio di m106 km. Inizia quindi il trasferimento al posto di partenza della granfondo, in un atmosfera suggestiva con tanti ciclisti che si incolonnano verso i vari punti e con una temperatura (in settimana aveva nevicato!) di pochi gradi sopra zero, non propriamente ottimale anche per i tempi di attesa prima della partenza. Finalmente alle 6.00 inizia il movimento con lo speaker che comincia a diffondere la sua voce e la macchina organizzativa che si mette in moto: veramente emozionante il passaggio degli elicotteri che effettuano le riprese della manifestazione (di cui ti senti veramente a il traffico in maniera sensibile ma, quel punto di far parte). Finalmente tant è, per un amante delle due ruote non si riesce a vederlo come un fastidio; viene vissuto con intima emozione anche il momento del ritiro del pacco gara con la susseguente visita agli stand presenti in loco; salto in albergo e quindi, come tanti altri ciclisti, leggero allenamento affrontando il passo del Campolongo, assieme a tanti altri amanti delle due ruote che senti parlare in più lingue, a suggello dell internazionalità che la manifestazione ha as- alle 6.30 la partenza. Cominci la tua corsa a fianco di tanti e tanti ciclisti che ti superano (qualcuno lo superi, comunque) con il battimani di parecchi infreddoliti spettatori ed a quel punto la corsa e solo tua e con i tuoi limiti: primo passaggio al passo Campolongo; discesa con ciclisti che ti passano innanzi spericolati; salita al Pordoi spettacolare come sempre e con l elicottero vicino che effettua riprese sui tornanti della salita; discesa (temperatura parecchio fredda!) e quindi salita al passo Sella leggermente più ostica delle precedenti, allietata all inizio dal suono di alcuni campanacci suonati da persone in abbigliamento tradizionale locale; discesa e quindi prima noia della giornata con una foratura che costringe a scendere e riparare la ruota, sentendo alle tue spalle il rumore delle decine e decine di ciclisti che ti passano innanzi mentre tu cerchi di riparare la ruota con le mani intirizzite (ed il nervoso che ti attanaglia per aver bucato proprio qui, alla maratona delle dolomiti, quando erano almeno due anni che non ti succedeva!); comunque si prosegue e si arriva al passo Gardena dove incontro Gabriele Ceresatto che, partito con un pettorale più alto, mi raggiungeva dicendomi di essere in crisi e di voler fare il percorso breve, che invece dopo lo scollinamento sparisce innanzi (alla fine mi precederà di mezz ora al traguardo); discesa verso Corvara (una marea di gente, bellissimo!) e quindi altro passaggio al Campolongo; via verso Livinallongo e poi il passo Falzarego, e qui cominciano alcuni problemi, con la salita scandita chilometro dopo chilometro fino al passo dove alcuni minuti di riposo al ristoro non me li leva nessuno; il più sembra fatto, ma la salita fino al passo Valparola (fatta una sola volata in precedenza anni fa e quindi non particolarmente conosciuta), con la strada che si inerpica più che alla precedente ascesa al Falzarego, fa si che nonostante la brevità diventi ostica e ti faccia agognare lo scollinamento come la fine delle sofferenze; resta ancora la discesa e quindi l arrivo a Corvara, ma oramai la corsa è fatta: il passaggio sul traguardo lo vivi come un emozione: ho concluso la mia prima (e spero non ultima a questo punto) Maratona dles Dolomites. Resta il tempo di andare a pranzare all interno del palaghiaccio, ammirando l enorme numero di persone, dentro e fuori dello stesso, che hanno partecipato e/o solo fatto da contorno ad una manifestazione che, una volta vissuta in prima persona, acquista ancora più fascino di come me l ero immaginata prima di parteciparvi.

5 La Voce n. 172 Luglio 2013 Pag.5 Granfondo Carnia Classic a Tolmezzo 30 giugno 2013 di Claudio Coassin T olmezzo è qui che parte l avventura Carnia Classic Per alcuni di noi ( Claudio Coassin, Enrico Fontanel, Massimo Centazzo e Stival della Sagitta) in verità l avventura era iniziata il giorno prima, infatti il sabato pomeriggio partiti dalla sede abbiamo raggiunto a Prato Carnico il nostro ex presidente Renzo Bertoli che ci ha ospitati. Passato la serata prima in pizzeria e poi a casa parlando, ovviamente di ciclismo viene ora di andare a letto, e nel silenzio della notte cominciano i pensieri per il Crostis e le forature, per Casera Razzo e così via Arriva il momento di partire da casa di Renzo per andare a Tolmezzo, qua ci aspettano Paolo Benvenuto e Damiano Florean. E ora di andare in griglia ed i minuti prima del via non passano mai, forse perchè la temperatura era anche un po freschetta. Si parte e cominciamo subito ad andare a tutta, lasciamo Tolmezzo per prendere la direzione Villa Santina, e come comincia la strada buona, il serpentone di ciclisti è già frazionato in tanti gruppetti. Come prima salita c è Casera Razzo con i suoi 24km con punte del 18%, a fine salita le gambe cominciano a sentire un inizio di fatica, ma per fortuna dopo ci sono altrettanti km di discesa per recuperare e poi c è il ristoro. La discesa non finisce più ed invece di sentire le gambe riposate ovviamente come ricomincia la salita, le gambe dure non girano e qui cerco di dare più del dovuto per rimanere con il nostro gruppetto, ma la salita iniziata è la più difficile della giornata e lascio andare gli altri e salgo con il mio passo. Infatti c è il Crostis con i suoi 14.5km ed alcune rampe che superano il 20%. Gli ultimi km sono i più duri e per la testa ovviamente ti passa l idea di rientrare a Tolmezzo dopo la discesa, senza fare il Duron. Finita la salita, comincia lo sterrato della panoramica, dove la preoccupazione era quella di bucare, ma non succede (a nessuno dei nostri). Forse il freddo della vetta del Crostis o chissà cosa, mi fanno ragionare ed una volta sceso continuo la gara e decido di finirla. Ora ad spettarci c è il Duron dalla parte di Paluzza, che con i suoi 10.5 km ed alcune rampe anche qui al 18/20% che sembrano lunghissime finiscono l opera di distruzione del ciclista che c è in mè.. Ma non finisce qua, dopo la tanto attesa discesa per rientrare a Tolmezzo, ci aspetta il giro per Zuglio, dove gli ultimi km anche se in leggera discesa sono contro vento. A fatica ma ancora lucido, e soprattutto contento finalmente il traguardo dopo 155 km e 3780m di dislivello. Arrivato alla macchina, trovo tutti già li, ero l ultimo del nostro gruppo.. ma poi ho scoperto che l idea di tagliare e rientrato dopo il Crostis era passata per la testa anche ad altri. Un po malconci e stremati, una doccia e poi via al pasta party, e qui cominciano i nostri commenti della gara, ma questa e tutta un altra storia. Classifica Carnia Classic Km Nominativo Arrivato Tempo Cat. 154 Florean Damiano 164 h Fontanel Enrico 258 h Centazzo Massimo 285 h Coassin Claudio 311 h Bertoli Renzo ritirato - - Gare in Mountain Bike Giorno Nominativo Luogo Km 16 giu. Bozzato Andrea e Rizzetto Luca Rivignano giu. Bozzato Andrea Vivaro giu. Bozzato Andrea Purgessimo lug. Bozzato Andrea e Rizzetto Luca Gemona 26 Classifica Maratona delle Dolomiti Km Nominativo Arr. Tempo Cat. Media 107 Babich Fulvio Ceresatto Gabriele Franzolini Roberto Travain Daniele Bozza Giorgio Russi Roberto Raduno a Feletto Umberto 09 giugno 2013 Bozza Giorgio, Ceresatto Gabriele, Milanese Eugenio, Paolon Francesco, Rossitto Gianluca.

6 La Voce n.172 Luglio 2013 Pag.6 Raduno a Pozzecco Raduno a Pozzecco Partecipanti Anese Vanni Bertolo Pierino Ceresatto Gabriele Cusan Marco Drigo Dante Furlanis Nicola Luvisutto Alcide Migliore Mario Milanese Eugenio Paolon Francesco Travain Daniele Tuniz Claudio Zanon Paolo Granfondo 9 colli di Cesenatico il 19 maggio 2013 Partecipanti Bertolo Pierino, Bozza Giorgio, Ceresatto Gabriele, De Stefano Alfredo, Di Palma Antonio, Gazzin Paolo, Luvisutto Alcide, Milanese Eugenio, Pauletto Giuseppe, Rossitto Gianluca, Scalzotto Gianni, Simon Paolo, Travain Daniele, Tuniz Claudio, Zanon Paolo Km 200 Babich Fulvio Arrivato 695 In 7h 17m. 47s. Cat. 78 Km 200 Maranzana Claudio Arrivato 1736 In 8h 05m. 56s. Cat. 383 Partecipanti Gita alla Memoria 02 giugno 2013 Anese Vanni, Bellomo Daniele, Bellotto Giovanni, Belluzzo Dorino, Bertoli Renzo, Bigliatti Pierluigi, Bonaldo Giorgio, Bozza Giorgio, Canciani Paolo, Castiello Antonio, Centazzo Massimo, Ceresatto Gabriele, Ceresatto Mario, Chiarot Romeo, Coassin Claudio, Cusan Marco, De Stefano Alfredo, Di Palma Antonio, Drigo Dante, Fagotto Teresa, Fontanel Enrico, Furlanis Luca, Furlanis Nicola, Gruarin Alberto, Gruarin Aldo, Gruarin Enzo, Luvisutto Alcide, Milanese Eugenio, Nosella Fiorenzo, Paolon Francesco, Pauletto Giuseppe, Rossitto Gianluca, Tondello Villiam, Travain Daniele, Tuniz Claudio. Altri amici ; Corbetta Remo, Marzinotto Graziano, Savian Gianni, Azzariti Andrea, Bellomo Marco, Simonatto Danilo, e sette del gruppo GC Lugugnana. Raduno a Gradisca d Isonzo Milanese Eugenio Raduno a Sant Andrat dello Judrio 21/07/013 Ceresatto Gabriele e Mianese Eugenio Tempi ed altro sulla 24 ore di Feltre (ogni giro è di 1850 mt.) CT Portogruarese 46 posto con 418 giri in 22h 09 m. a una media di 34,89 kmh e 773,3 km percorsi Sagitta Bike 51 posto con 416 giri in 22h 09 m. a una media di 34,74 kmh e 769,6 km percorsi Giri effettuati da; Anese Vanni 33, Babich Fulvio 39, Benvenuto Paolo 51, Centazzo Massimo 38, Coassin Claudio 47, Cusan Marco 32, Florean Damiano 47, Fontanel Enrico 33, Gallo Diego 29, Luvisutto Alcide 32, Pauletto Giuseppe 37. Giro più veloce; 2min. 37 sec. 90 dec. di Paolo Benvenuto Giro più lento ; 4min. 20 sec. 30 dec. di... Notiziario La VOCE Fondato Da: Luigi BOZZATO Ideato da: Antonio Di PALMA Redatto da: Gabriele CERESATTO Facebook ; Cicloturistica Portogruarese A cura di Claudio Coassin e Gianluca Rossitto SITO INTERNET: A cura di Claudio Coassin Cicloturistica PORTOGRUARESE - Sede nuova in via Stadio n 5 a Portogruaro Venezia Consiglio Direttivo: Presidente Nosella Fiorenzo Vice Presidente Dante Drigo Vice Presidente Coordinatore Gabriele Ceresatto, Segretario Aldo Gruarin, Consiglieri:, Centazzo Massimo, Ceresatto Mario, Coassin Claudio, Luvisutto Luigi, Pauletto Giuseppe, Rossitto Gianluca, Paolo Zanon. Cassiere: Zanon Paolo A questo numero hanno collaborato: Gabriele Ceresatto. Gianluca Rossitto, Diego Gallo, Fulvio Babich, Daniele Travain, Claudio Coassin.

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