Cosa influenza la salute dei torinesi?
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- Albino Pappalardo
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1 Cosa influenza la salute dei torinesi? Nella nostra città, a dispetto del generale miglioramento dello stato di salute della popolazione osservato a partire dagli anni Settanta, la distanza nelle chance di vita e di salute tra chi è più povero e meno istruito e chi dispone di un reddito e di un istruzione elevati è rimasta invariata o addirittura aumentata. Le circostanze sociali ed economiche condizionano lo stato di salute nella popolazione ancora di più di quanto lo possano fare fattori di rischio importanti e ben conosciuti come il fumo. Alcuni fattori che influenzano la salute, come l età, il sesso e il patrimonio genetico, non possono essere controllati né modificati dalla volontà delle persone o dalle politiche pubbliche. Viceversa i fattori legati alle condizioni socioeconomiche sono suscettibili di interventi correttivi. Essi includono: i fattori dell ambiente fisico, come l adeguatezza della casa, le condizioni di lavoro, la qualità dell aria i comportamenti personali pericolosi per la salute e le barriere che si frappongono all adozione di stili di vita sani l accesso a servizi sociali e sanitari appropriati ed efficaci i fattori sociali ed economici, come il reddito disponibile, l occupazione, la qualità dell ambiente sociale e la disponibilità di un sostegno sociale. Quali implicazioni per le politiche della città? Più si studiano i determinanti della salute, più si impara che la salute di una persona non può essere disgiunta dall ambiente sociale ed economico in cui vive. Questa consapevolezza spinge a promuovere la salute della città attraverso un nuovo approccio alla prevenzione: un approccio in cui le politiche sociali ed economiche diventano persino più importanti di quelle sanitarie nel raggiungere obiettivi di salute. La città si impegna a cercare allora nuovi sviluppi delle politiche di salute, dando risposte a domande come: quali sono i meccanismi che legano la posizione sociale degli individui al loro stato di salute? fino a che punto sono accettabili tali diseguaglianze nella salute? in che misura le diseguaglianze pesano sul bilancio di salute di tutta la società? quali sono gli interventi più efficaci ed economici in grado di rimuovere o migliorare le condizioni sociali che colpiscono la salute? Intorno a queste domande la città chiamerà nei prossimi mesi ad intervenire tutti gli interlocutori interessati, dedicando un notiziario come questo ad ogni grande tema delle politiche pubbliche per la salute: la scuola il lavoro il sostegno al reddito i trasporti la casa l ambiente l alimentazione la sanità
2 La Torino degli anni Novanta è una città attraversata da diseguaglianze sociali di mortalità intense e regolari. Quale che sia l indicatore di posizione sociale impiegato, l istruzione (fig. 1), la classe sociale (fig. 2), le caratteristiche dell abitazione (fig. 4), il rischio di mortalità cresce in ragione inversa delle risorse sociali di cui gli individui dispongono. Questo vale per tutte le fasce d età con la sola eccezione dei ragazzi e degli adolescenti (1-14 anni) per i quali negli anni non si osservano più differenze sociali nella mortalità. L eccesso totale delle morti attribuibili alle diseguaglianze sociali negli anni Novanta corrisponde all incirca all effetto cumulativo di un incidente aereo grave che si ripetesse ogni tre settimane. Queste diseguaglianze si osservano per quasi tutte le cause di morte (tab. 1), in modo particolare per quelle associate a stili di vita insalubri (tumore al polmone e cirrosi), a lunghe esperienze di povertà e svantaggio sociale (malattie respiratorie e tumori dello stomaco), a problemi di sicurezza (infortuni e incidenti stradali), al disagio sociale (suicidi, morti droga-correlate), alle condizioni di stress (malattie ischemiche del cuore) e ultime, ma non meno importanti alle difficoltà di accesso all assistenza sanitaria (morti evitabili). Le diseguaglianze di mortalità a Torino, così come nella più parte dei paesi industrializzati, sono in crescita. La figura 3 documenta come, muovendo dagli anni Settanta agli anni Novanta, la distanza tra le persone più istruite e quelle che non lo sono affatto è sensibilmente cresciuta, questo a dispetto del generale miglioramento delle condizioni di salute della popolazione. Figura 1. Mortalità per età e titolo di studio familiare (se età< 30 anni) o individuale - maschi perinatale anni anni anni 75 anni e oltre
3 Figura 2. Mortalità per classe sociale della famiglia Uomini, anni SMR 50 Donne, anni SMR 50 classe borghese piccola borghesia con dipendenti classe media impiegatizia piccola borghesia senza dipendenti classe operaia Figura 3. Andamento nel tempo della mortalità per titolo di studio: uomini, anni tasso x laurea maturità media inferiore elementare nessuno Periodi di studio
4 Tabella 1. Percentuali di morti attribuibili alle differenze nel titolo di studio uomini donne TUTTE LE CAUSE tum. stomaco tum. colon retto tum. polmone tum. mammella diabete AIDS mal. psichiche nervose mal. ischemiche del mal. cerebro vascolari mal. respiratorie cirrosi fegato incidenti da trasporto cadute suicidi morti evitabili altre cause Figura 4. Mortalità per superficie dell abitazione Uomini, anni >= metri quadrati Donne, anni <= >= <=50 metri quadrati Le politiche di contrasto delle diseguaglianze di salute: il problema A partire dalla seconda metà di questo secolo in gran parte dei paesi industrializzati le statistiche sullo stato di salute della popolazione documentano la presenza di due tendenze contraddittorie: la crescita generalizzata della speranza di vita e il progressivo inasprirsi delle disuguaglianze di mortalità e morbilità che separano gli individui in ragione della loro classe sociale. Da qui il rilievo delle politiche di contrasto delle disuguaglianze di salute. Alcuni paesi europei hanno di recente avviato politiche sociali e sanitarie orientate alla riduzione delle disuguaglianze di salute. In Italia la questione viene esplicitamente messa a tema nel Piano Sanitario Nazionale Il piano ha tra i propri obiettivi la riduzione delle disuguaglianze di salute; obiettivo perseguito valorizzando la collaborazione di una pluralità di soggetti istituzionali e non, dagli operatori sanitari al volontariato; dalle istituzioni di governo centrali e periferiche ai privati cittadini; dai produttori di beni e servizi sanitari agli organi e gli strumenti della comunicazione.
5 I modelli Le politiche di contrasto delle disuguaglianze di salute perseguono questo obiettivo con modelli, tipi di azione e strategie d'intervento diverse tra loro. La distinzione più generale, basata sul tipo di modello, contrappone le politiche universalistiche, da un lato, e quelle selettive dall'altro. Le politiche universalistiche si basano si interventi che si rivolgono indistintamente alla totalità della popolazione generale. Efficaci nella promozione della salute della popolazione generale, queste politiche risultano tuttavia non del tutto efficaci nella riduzione delle disuguaglianze perché sono soprattutto gli individui meglio attrezzati sul piano culturale a trarre maggiore profitto all'interno dei modelli di welfare universalistico. Le politiche selettive, per contro, aggrediscono il problema delle disuguaglianze di salute prendendo di mira gruppi sociali o contesti urbani o territoriali ben definiti. La considerazione del tipo di azione consente di distinguere quattro linee di condotta: le politiche strettamente sanitarie perseguite dal sistema sanitario nazionale nel proprio ambito di intervento; le politiche culturali a cui fanno capo gli interventi (universalistici o selettivi) di educazione alla salute; le politiche economiche concepite per attenuare la severità di alcuni tra i più insidiosi determinanti della cattiva salute, la povertà, l'emarginazione sociale e culturale; le politiche strutturali che agiscono sui fattori ambientali o incidono sulle strutture urbane di un quartiere o di una città; La considerazione della strategia di intervento consente di distinguere le politiche rivolte: ad individui e famiglie a zone o ad aree urbane: consentono di aggredire le disuguagliane di salute con un approccio integrato e multidisciplinare, che faccia propri più obiettivi di salute, che valorizzi i bisogni locali e che promuova la partecipazione delle istituzioni e dei soggetti residenti (es. programmi di rigenerazione urbana). Fatti chiave l eccesso totale di morti attribuibili alle differenze sociali a Torino è equivalente a quello di un grave incidente aereo o di un incendio come quello dello Statuto che si ripetesse ogni tre settimane gran parte delle malattie che sono causa di morte colpisce più spesso le persone socialmente svantaggiate le diseguaglianze sociali nella mortalità alla nascita e nel primo anno di vita sono rimaste invariate negli ultimi quindici anni
6 le diseguaglianze sociali nella mortalità tra i ragazzi si sono annullate negli ultimi venticinque anni le diseguaglianze sociali nella mortalità tra i giovani si sono allargate negli ultimi venticinque anni le diseguaglianze sociali nella mortalità tra gli adulti si sono allargate negli ultimi venticinque anni Note Tutti i dati si riferiscono a Torino e, se non specificato, al periodo Le tabelle presentate in queste pagine utilizzano tre statistiche di mortalità, l SMR (Standardised Mortality Ratio), il tasso standardizzato e la proporzione di morti attribuibili. (La procedura di calcolo detta standardizzazione garantisce che i confronti siano fatti a parità di età). L SMR (rapporto tra morti osservate e morti attese) esprime il rischio relativo di mortalità di un particolare segmento della popolazione, di un gruppo, rispetto alla popolazione nel suo insieme. L SMR fissa a 100 la mortalità media della popolazione di riferimento, nel nostro caso dei residenti a Torino nel periodo I gruppi con SMR inferiore a 100 sono più sani della media, quelli con valori superiori a 100 meno sani. Il tasso standardizzato di mortalità esprime, per una popolazione o per i raggruppamenti individuati al suo interno, il numero di morti per ogni persone/anno. La proporzione di morti attribuibili esprime la quota percentuale di morti osservate che sarebbe evitabile se nella popolazione in esame tutte le persone godessero delle medesime probabilità di sopravvivenza di cui gode la categoria di riferimento, nel nostro caso dei laureati. Notizie bibliografiche Independent Inquiry into Inequalities in Health.Report. Chairman: Sir Donald Acheson // Si tratta dei risultati dei lavori di una commissione britannica di indagine sulle diseguaglianze nella salute e sull efficacia degli interventi di contrasto alle diseguaglianze stesse. Nel lavoro sono stati passati in rassegna più di cinquecento voci di letteratura e decine di testimonianze di esperti sul tema. Torino Storie di salute in una grande città Giuseppe Costa, Mario Cardano, Moreno Demaria Città di Torino Osservatorio Socio-economico, Torino, 1998 ISBN Il volume non è in vendita. Esso verrà inviato, nei limiti della disponibilità, a chi ne farà richiesta a: Città di Torino - Ufficio di Statistica - Osservatorio socio-economico Via Frejus, Torino - Tel Fax pubblicazioni@comune.torino.it l
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