abbonamento intera stagione da giovedì 30 ottobre a domenica 2 novembre abbonamento a 5 spettacoli martedì 28 e mercoledì 29 ottobre

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1 PH.D. LUCIO DALLA IL CONTRARIO DI ME tour teatrale Dopo contui impegni tra regie teatrali, performance con grandi orchestre (Royal Philarmonic Orchestra, Orchestra Ciaikovskij di S. Pietroburgo) e concerti-evento grandi spazi, il cantautore a tutto campo torna teatro privilegiando spazi più raccolti per potersi rivolgere al suo pubblico direttamente, faccia a faccia, occhi negli occhi, con scenografie teatrali, musicisti a 360 gradi e alcuni momenti di vera e propria recitazione musicalizzata, con brani scritti da lui stesso e recitati dall attore Marco Alemanno già Arleccho nell ultima regia di Dalla al festival di Wexford Irlanda. La scelta del cantautore bolognese di tornare teatro per cantare i suoi successi, ormai diventati memoria storica per il pubblico di molte generazioni, nasce dal consenso che ha ottenuto il suo disco Il contrario di me uscito, oltre che nei negozi di dischi anche, e per la prima volta Italia, tutte le edicole. Sul palco i suoi fedeli musicisti (Bruno Mariani e Ricky Portera alle chitarre; Roberto Costa al basso, Fabio Coppi alle tastiere, Gionata Colaprisca alle percussioni, Maurizio dei Lazzaretti alla batteria, vocalist Iskra Menari) e l attore Marco Alemanno che oltre a cantare la canzone del nuovo album I.N.R.I. duetto con Lucio è uno dei produttori (con Dalla) del disco. Le scenografia e l allestimento sono curate da Italo Grassi. La produzione del tour è di Bruno Sconocchia per Ph.D. srl abbonamento tera stagione da giovedì 30 ottobre a domenica 2 novembre abbonamento a 5 spettacoli martedì 28 e mercoledì 29 ottobre DOPPIAEFFE - COMPAGNIA DI PROSA MARIANO RIGILLO MARIANO RIGILLO ANNA TERESA ROSSINI ROMOLO, IL GRANDE Una commedia storica che non si attiene alla storia di Friedrich Dürrenmatt traduzione di Aloisio Rendi con NICOLA D ERAMO, MARTINO DUANE, LUCIANO D AMICO, PIETRO FAIELLA, NORMA MARTELLI, LILIANA MASSARI, FRANCESCO CUTRUPI, DAVIDE D ANTONIO FRANCESCO FRANGIPANE, ANTONIO FORNARI, LORENZO PRATICO, ALFREDO TROIANO scene e costumi LORENZO GHIGLIA musiche LINO PATRUNO disegno luci LUIGI ASCIONE regia ROBERTO GUICCIARDINI Mariano Rigillo è da sempre terprete di testi importanti che si evidenziano per messe scena novative e apprezzate. L allestimento di Romolo, il Grande si basa sull omonimo testo di Friedrick Dùrrenmatt, scrittore svizzero che ha sempre fatto scalpore per il taglio non

2 troppo politicamente corretto dei suoi romanzi, caratteristica mantenuta viva da Roberto Guicciardi che ne cura la regia. Comico e sieme pessimistico, Romolo, il Grande è, come recita il sottotitolo, una commedia storica che non si attiene alla storia, rapndo il Tardo Impero Romano alla vigilia della sua caduta. Un impero che era riuscito a sopravvivere basandosi sull ideale di uno stato autoritario oppressivo e violento, è ora allo sfacelo e il suo Imperatore, per tutta risposta si consacra unicamente all allevamento di polli. Inutili gli appelli dell Imperatrice che vuole risvegliare le ambizioni del regale consorte. A corte gli unici funzionari ancora efficienti sono il cuoco e i due camerieri, mentre l esercito vasore si appressa sempre di più. Situazioni comiche e satira amara si crociano verso un epilogo aspettato. Alla testa dell Impero c è un uomo che non vuole più corrispondere alle aspettative, disprezzato da tutti per la sua manifesta debolezza nel comando. In realtà, la maschera del pazzo è solo una simulazione fatti Romolo vuole esprimere il proprio rifiuto per il mondo cui vive perché non crede più negli ideali su cui si basa. In scena c è soprattutto un mondo grottesco che non può più essere superato agendo e trasformando, come auspicava Brecht nella sua drammaturgìa, ma può solo essere sofferto e sopportato. Romolo è Grande perchè è l unico a riconoscere il carattere grottesco della realtà e decidere di recitare il ruolo di clown. Di Romolo vanno colte ironia e autoironia le difese più efficaci contro la disperazione e il senso di impotenza. Quest ideale di eroismo è proposto maniera divertente facendo uso di gags cabarettistiche e di esagerazioni grottesche, un lguaggio sieme espressivo e di grande effetto. Roberto Guicciardi abbonamento tera stagione da giovedì 6 a domenica 9 novembre BALLANDI ENTERTAINMENT MARIANGELA MELATO SOLA ME NE VO testo di Vcenzo Cerami, Riccardo Cassi, Mariangela Melato, Giampiero Solari con musicista scena LORENZO CAPELLI corpo di ballo MARCO BEBBU, STEFANO BENEDETTI, TONY B., EMANUELE PINNA, PAOLO SABATINI, MARCELLO SACCHETTA musicisti video RUGGERO BRUNETTI chitarra, ROBERTO GALLINELLI basso, CRISTIANO MICALIZZI batteria, FERNANDO BRUSCO tromba, LUCA GIUSTOZZI trombone, CLAUDIO PIZZALE - sassofono PRISCA AMORI violo, ADRIANA ESTER GALLO violo, ROSARIA PANEBIANCO - viola GIUSEPPE TORTORA violoncello, MASSIMILIANO PITOCCO bandoneon musiche LEONARDO DE AMICIS coreografie LUCA TOMMASSINI impianto scenico e luci MARCELLO JAZZETTI costumi FRANCESCA SCHIAVON regia di GIAMPIERO SOLARI Dopo l enorme successo ottenuto nella passata stagione, Mariangela Meleto torna a teatro con il suo spettacolo Sola me ne vo, spettacolo teatrale che la propone una veste completamente solita. In questo spettacolo la grande attrice italiana si confronta con un genere per lei nuovo, il One woman

3 Show, nel quale racconta storie, recita monologhi tensi e brillanti, canta e balla affiancata da balleri e musicisti. Mariangela Melato ci offre una carrellata di storie ventate e storie vissute, fa considerazioni personali sul modo di vedere la vita, cita testi teatrali di Brecht, Gaber, Shakespeare, Tennesee Williams. Ci racconta della sua Milano degli anni 60 e dei suoi izi nel mondo del Teatro. Ci racconta di sé come attrice e come donna che con orgoglio ha fatto della solitude una scelta di vita ed è così, sola, che si sul palco al suo pubblico. Sola me ne vo è una parentesi diversa nel percorso teatrale della Melato e al tempo stesso la grande prova di un attrice, che arrivata al culme della sua carriera, si rimette gioco misurandosi con un genere completamente nuovo, elegante ed origale con testi che portano la firma di Vcenzo Cerami, Giampiero Solari, Riccardo Cassi e Mariangela Melato. Le musiche origali e gli arrangiamenti delle canzoni sono del maestro Leonardo De Amicis, le coreografie origali di Luca Tommassi. La regia è affidata a Giampiero Solari. Una squadra che ha già collaborato diverse occasioni e che non a caso si è riunita torno a questa grande artista. Con Sola me ne vo la Ballandi Entertament amplia il suo sforzo produttivo a 360 nel mondo dello spettacolo italiano e consolida il suo impegno nel Teatro al fianco di una grande artista come Mariangela Melato, prima attrice e simbolo del Teatro italiano. abbonamento tera stagione da giovedì 20 a domenica 23 novembre abbonamento a 5 spettacoli martedì 18 e mercoledì 19 novembre GLI IPOCRITI ISA DANIELI MADRE CORAGGIO di Bertolt Brecht rielaborazione del testo Antonio Taranto, traduzione Roberto Men con ALARICO SALAROLI, MARCO ZANNONI, LELLO SERAO, ARIANNA SCOMMEGNA XENIA BEVITORI, CARLO CARACCIOLO, MATTEO CREMON, ANTONIO FABBRI, TIZIANO FERRARI, VESNA HROVATIN, PAOLO LI VOLSI, FABIO MASCAGNI, AURORA PERES, SERGIO RAIMONDI, LUIGI TABITA, SHI YANG scene BRUNO BUONINCONTRI costumi GIANLUCA FALASCHI musiche PASQUALE SCIALÒ luci CESARE ACCETTA regia CRISTINA PEZZOLI Bertolt Brecht (Augusta 10 febbraio 1898 Berlo 14 agosto 1956) nel 1939, durante il suo soggiorno Danimarca, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, scrisse Madre Coraggio e i suoi figli ; la prima rapzione avvenne a Zurigo nel L opera teatrale Madre Courage e i suoi figli sottotitolo Una cronaca dalla guerra dei Trent anni porta scena le vicende verificatesi tra il 1624 ed il 1636 nel corso della guerra dei trent anni ( ); il conflitto fra Cattolici e Protestanti nel Sacro Romano Impero fornì alle potenze europee il pretesto per dare il via ad una lotta che segnò la fe dell egemonia asburgica Germania e la sconfitta della Controriforma, cosa che provocò genti perdite demografiche e grave decadenza economica particolar modo alla Germania. La protagonista del dramma è Anna Fierlg, vivandiera/commerciante detta Madre Coraggio per aver sfidato le cannonate, durante l assedio per portare a terme il suo commercio di pagnotte ammuffite. Gli affari vengono prima di tutto e, pur essendo bravissima nel suo lavoro, ciò non toglie che esso si basi prevalentemente sulla miseria e sulla sventura degli altri. Padrona di un carro, che utilizza sempre nei vari spostamenti, è accompagnata nel suo viaggio di lavoro dai tre figli che, giusto per ciso, hanno tre cognomi diversi considerato che Madre Coraggio non ricorda nemmeno i nomi dei padri con certezza. Schweizerkas è il figlio buono e onesto che, per troppa onestà, si fa uccidere da un sergente disonesto; Eilif, che è forte e robusto, aiuta la madre a spgere il carro e a fare affari, ma il brigadiere e il reclutatore lo portano via, arruolandolo nell esercito; fortuna che Madre Coraggio segue sempre gli eserciti e ha modo di

4 rivederlo tra un eroica azione e l altra e tra un massacro di contadi e un sequestro di bestiame. Arriva una pace temporanea, Eilif sarà processato e ucciso come crimale per le azioni commesse guerra. Kattr, la figlia muta, che sente di essere un grave peso per la madre, vive nella speranza della pace che difficilmente potrà arrivare così come il marito che lei sogna. Fortuna che la madre non l abbandona dopo la morte dei fratelli e dopo che un cuoco le propone di buttar via Kattr e andare a vivere con lui. Sarà l unica vera eroa di tutta questa tragedia! Morirà per salvare la città e fermare la guerra. Per Madre Coraggio nemmeno i figli contano, vorrebbe tenerli fuori dalla guerra, ma non può fare a meno di sacrificarli o comprometterli nella guerra.. fondo, lo dice anche il brigadiere nella prima scena è impossibile pensare di poter vivere della guerra, senza pagarle gli teressi. Madre Coraggio, nonostante la perdita dei figli, non capisce che la guerra è un affare solo per potenti e pensa di poterne fare un affare personale al seguito degli eserciti lotta. Durante le sue peregrazioni per l Europa, Madre Coraggio contra soldati e reclutatori senza scrupoli, una prostituta e un generale, un cuoco, un cappellano ecc una umanità piena di miserie, dolori e cismi a cui si è costretti ad assistere guerra. la guerra è solo la contuazione degli affari con altri mezzi, ma i grandi affari non li fanno la povera gente, e nella guerra le virtù umani diventano mortali questa è, secondo Brecht, la morale del dramma. Il vcolo di un testo, di ogni testo, non è la sua assoluta necessità, orde alle parole con le quali è stato creato come congegno espressivo, ma è la sua fatalità, ovvero il suo desto, la sua fortuna. Lo stesso autore avrebbe potuto riscrivere la cosa cento modi differenti. E ciò risiede l fitezza di un testo, di tutti i testi. (Antonio Taranto) abbonamento tera stagione da giovedì 15 a domenica 18 gennaio abbonamento a 5 spettacoli martedì 13 e mercoledì 14 gennaio IL SISTINA E TITANUS no BIANCA GUACCERO MICHELE CARFORA POVERI MA BELLI un'idea di Pietro Garei e Guido Lombardo Progetto artistico di Enzo Garei scritto da MASSIMILIANO BRUNO e EDOARDO FALCONE musiche di GIANNI TOGNI coreografie di FRANCO MISERIA scene di MARCO CALZAVARA costumi di GIOVANNI CIACCI regia di MASSIMO RANIERI Con Poveri Ma Belli, Il Sista un grande spettacolo musicale nella tradizione di quelli targati 'Garei e Giovanni'. Poveri Ma Belli è stato un film di grande successo degli anni 50/60, diretto da Do Risi, terpretato da un gruppo di attori allora di moda e prodotto dalla Titanus di Goffredo Lombardo. Lo spettacolo ha curiosito e teressato il mondo teatrale italiano tant'è che è già richiesto tutta Italia ed ha programma una lunga tournèe che partirà proprio dal Teatro Sista.. Nel ruolo della protagonista Bianca Guaccero. Il resto del cast è attualmente via di defizione. Dice Massimo Ranieri, il regista: 'Portare scena, commedia musicale, il film Poveri Ma Belli, grande commedia dedicata a Roma, è impresa abbastanza ardua. Soprattutto per chi, come me, si accge a doverlo dirigere seduto nella platea di quello che è il teatro più famoso Italia (e, forse, Europa) proprio per questo genere di spettacolo. L'tento è quello di proporre al pubblico una storia fatta di sentimenti puri, veri, genui non contamati e mistificati come sono ai nostri giorni.

5 Uno spettacolo fatto di attori, di musica, di balletti, di scenografie e di costumi. Tutte facce della stessa medaglia e tutte importanti allo stesso modo'. In breve la storia. In uno dei più antichi rioni di Roma vivono due giovani bulli, Romolo e Salvatore. Romolo fa il bagno uno stabilimento balneare sul Tevere e Salvatore è commesso un negozio di dischi. I due sono amici timi ed anche le loro famiglie sono tra loro legate. Non lontano dalla loro casa apre bottega un sarto che ha una bella figliola, Giovanna. I due giovani si mettono a fare la corte alla ragazza. Giovanna è dubbio e non sa decidersi. Alla fe si promette a Salvatore, ma quando Romolo fge di uccidersi per il dispiacere, le cose tornano al punto di prima. E così contuerebbero se Giovanna non contrasse un precedente fidanzato, del quale è ancora namorata. Rimasti soli i due ragazzi si accorgono dell'amore provato nei loro confronti dalla sorella dell'amico. Così alla fe Salvatore s'namorerà della sorella di Romolo e Romolo di quella di Salvatore. abbonamento tera stagione da giovedì 22 a domenica 25 gennaio TEATRO DI ROMA ELLEDIEFFE no La compagnia di teatro di luca de filippo FILUMENA MARTURANO di Eduardo De Filippo con LINA SASTRI LUCA DE FILIPPO e NICOLA DI PINTO, ANTONELLA MOREA GIUSEPPE RISPOLI, GIOIA MIALE, DANIELE RUSSO ANTONIO D AVINO, CHIARA DE CRESCENZO, CARMINE BORRINO, SILVIA MAINO luci STEFANO STACCHINI costumi CRISTIANA LAFAYETTE scene ENRICO JOB regia FRANCESCO ROSI Filumena Marturano, donna del popolo, ex prostituta, tolta dal postribolo da un napoletano borghese e benestante, Domenico Soriano, tenuta per venticque anni nella casa di lui come amante, pur se condizioni di feriorità; autrice di uno stratagemma per farsi sposare extremis dall uomo che vuol porre fe al legame perché si è namorato di una giovane che vuole sposare, è una delle commedie che Eduardo defiva commedie sociali. Rapta per la prima volta al Politeama di Napoli il 7 novembre 1946, Filumena Marturano è, delle commedie di Eduardo, la più rapta tutto il mondo. Filumena conduce il filo del dramma con la sapienza e la determazione dovute al sentimento di una maternità tenuta segreta per anni e poi rivelata. Filumena ha tre figli, avuti da tre uomi diversi, li ha voluti, li ha cresciuti, li ha assistiti, rimanendo nell ombra senza mai rivelarsi come madre. Solo di uno è sicura la paternità, il figlio di Domenico Soriano, ma Domenico non lo sa e non lo deve sapere. Quando Filumena decide che lo deve sapere e glielo dirà, non gli dirà altro, chi è, come si chiama, come vive: perché i figli sono figli e devono essere tutti uguali, quelli di cui si conosce la paternità e quelli di cui non la si conosce. La commedia di Eduardo porta al pubblico il problema dei diritti dei figli illegittimi mentre nello stesso tempo l Assemblea Costituente svolgeva un dibattito sulla famiglia e sui figli nati fuori dal matrimonio. La tematica affrontata da Eduardo trova riscontro nell impegno dell Assemblea Costituente e offre materia di riflessione per affrontare il drammatico problema. Il 23 aprile 1947 l Assemblea Costituente approva l articolo che stabilisce il diritto-dovere dei genitori di mantenere, istruire e educare anche i figli nati fuori dal matrimonio. Nel febbraio del 1955 verrà approvata la legge che abolirà l uso dell espressione figlio di N.N.

6 Dimmelo chi è mio figlio, la carne mia, il sangue mio. Me lo devi dire, per te stessa, per non dare l impressione che fai un ricatto, io ti sposo lo stesso, te lo giuro Domenico Soriano non runcia a conoscere di chi è il padre. Filumena ha vto la battaglia, ma non cede: Ti ho voluto bene con tutta la forza della vita mia e come hai voluto tu. Agli occhi miei tu eri un Dio. E ancora ti voglio bene, forse meglio di prima: non me lo chiedere più. Tu devi essere forte. Perché per il bene che ti voglio, perciò ti ho detto non piangere, perché un momento di debolezza E sarebbe la nostra rova, specialmente la tua, soprattutto per te io non te lo dico. Comceresti a pensare: e perché non glielo posso dire che sono il padre? E gli altri due che sono, che diritto hanno?... L ferno. E noi ci dobbiamo solamente voler bene Abbiamo tanto bisogno di volerci bene, tutti quanti. Domenico Soriano sposa Filumena Marturano, i tre figli si chiameranno Soriano, avranno gli stessi diritti tutti e tre, e lo stesso amore. abbonamento tera stagione da giovedì 5 a domenica 8 febbraio abbonamento a 5 spettacoli martedì 3 e mercoledì 4 febbraio KHORA TEATRO ALESSANDRO PREZIOSI AMLETO di William Shakespeare regia ARMANDO PUGLIESE Amleto è un giovane che lotta, con armi impari e proprio con le armi del teatro contro il potere; un potere che nasconde dietro cerimoniali impeccabili, dietro un apparenza accattivante, tutta la sua brutalità e le sue raffate forme di controllo, da un educazione repressiva a un sistema di sorveglianza senza smagliature. Siamo qudi teressati alla dimensione politica e metaforica del testo e dal tentativo di recuperarla tutta la sua attualità, senza facili attualizzazioni. Ben consapevoli che la natura del teatro è comunque poco rassicurante e nasconde trappole. Lo sapeva bene proprio Amleto, che sceglie il teatro per prendere trappola la coscienza del re. L occasione per la messa scena dell Amleto è il 60 anniversario del festival teatrale shakespeariano al Teatro romano di Verona ( 1 luglio 2008). Amleto, oggi Ho udito che delle persone colpevoli, assistendo ad una rapzione, a causa dello stesso artificio messo scena, furono così turbate f dal profondo dell anima da confessare pubblicamente e senza dugio i loro crimi. La rapzione del dramma sarà la cosa con cui coglierò trappola la coscienza del re (W. Shakespeare, Amleto, II,2) Mettere scena Amleto è un tentativo di raccontare con parole potenti come sono quelle di Shakespeare qualcosa che ci riguarda e che riguarda il tempo che stiamo vivendo, il nostro tempo. Attraverso Amleto vogliamo parlare di noi e di oggi con la pretesa di tornare al compito fondamentale del teatro classico e dell arte essere specchio del mondo cui vive e terrogarlo sulle sue questioni essenziali, prendere una distanza proprio per riflettere. Una terrogazione a distanza che nessuno di noi nella quotidianità travolta dal vortice delle cose può avere o avere il tempo di avere. Spesso ci capita di trovarci di fronte, mediaticamente, ad una realtà che ci lascia frustrati come capaci di alterare l orde immorale del succedersi delle cose e tanto è lo sconforto, l impotenza, che ci rende sordi e ciechi verso un Male che abbiamo già riconosciuto, come crepa verticale e profonda della nostra società. Contro il malcostume del nostro tempo il Prcipe di Danimanrca ci mostra il suo lato più debole, aggirare la realtà, rifugiarsi nella sua fragilità, ma consegna allo spettatore una chiave che deve aprire porte rispetto alle quali lo stesso Amleto rimane nascosto.

7 Forza e debolezza, impulsività e calcolo, sensibilità e riflessione: tutto è estremo lui, che con il suo idealismo si pone sulla scena a testimoniare, assieme a un dramma personale, i conflitti e le aspirazioni di ogni giovane contemporaneo che abbia una concezione dell esistenza e tanto debba sperimentarne la corruttibilità. La tragedia classica riscopre la sua forza e la sua attualità, nella non banale cocidenza con la ricorrenza del quarantennale del 68, sottoleando il tema dell atavico conflitto tra padri usurpatori e figli: i primi che non accettano il cambiamento e impongono ai giovani una società ormai superata, e le nuove generazioni, che tentano di non farsi sopraffare da aspettative esagerate e ambizioni irraggiungibili. abbonamento tera stagione da giovedì 19 a domenica 22 febbraio NUOVO TEATRO diretta da Marco Balsamo cooproduzione con GLI IPOCRITI collaborazione con TEATRO ELISEO IL DIO DELLA CARNEFICINA di Yasma Reza con o.a. ANNA BONAIUTO ALESSIO BONI MICHELA CESCON SILVIO ORLANDO scene e costumi GIANNI CARLUCCIO regia ROBERTO ANDO La scrittrice francese Yasma Reza (1959), comcia come attrice lavorando varie spettacoli moderni ma anche classici come Molière e Marivaux. Nel 1987 scrive la sua prima pièce: Conversations après un enterrement (Conversazioni dopo una sepoltura) con cui vce il Molière Award come migliore autore. Traduce La Metamorfosi di Kafka per Roman Polanski per cui viene nomata per il Molière Award come migliore traduttrice. La sua seconda pièce La traversée de l hiver (La traversata dell verno) nel 1990 vce un altro Molière award e il successivo L homme du Hasard (L uomo del caso) riscuote grande successo tutta europa e anche America. Nel 1994 scrive Art (Arte) il capolavoro con cui vce l anno successivo un altro Molière Award come migliore autore, il testo viene riprodotto tutto il mondo e tradotto più di 30 lgue. Tra i lavori più importanti troviamo: Una desolazione, L alba la sera o la notte, Uomi capaci di farsi amare. Nel 2006 arriva Dieu du carnage (Dio della carnefica) messo scena l anno successivo con la regia di Jurge Gosch vce il Viennese Nestroy-Theatreprize come miglior performance lgua tedesca dell anno. Debutta l anno successivo a Londra con la regia di Matthew Warchus, la traduzione di Christopher Hampton, protagonista Ralph Fnes. Il Dio della carnefica racconta la storia di due coppie di genitori che si confrontano sulla questione di come raddrizzare il comportamento ribelle dei propri figli. Ma come andrà a fire? Sarà possibile una discussione calma e civile tra persone adulte? O diventerà una notte di isteria tra sulti, capricci e lacrime? I ragazzi sono ragazzi si sa, ma gli adulti fiscono per comportarsi anche peggio! «In tutto quello che ho scritto, credo che il tempo sia l'unico soggetto. Gli uomi, particolare gli uomi di azione, cercano tutti i modi di distrarsi dalla morte. Intraprendono con essa una corsa perduta e vana ma che può dare l'illusione di vivere. Yasma Reza abbonamento tera stagione da giovedì 5 a domenica 8 marzo

8 abbonamento a 5 spettacoli martedì 3 e mercoledì 4 marzo PRODUZIONE ZOCOTOCO SRL LA SIRENA legge LUCA ZINGARETTI readg dal racconto Lighea di Giuseppe Tomasi di Lampedusa musiche di GERMANO MAZZOCCHETTI drammaturgia e regia di LUCA ZINGARETTI Nel tardo autunno del 1938 due uomi si contrano una Toro a entrambi estranea. Paolo Corbèra è nato a Palermo, giovane laureato Giurisprudenza, lavora come redattore de "La Stampa". Rosario La Ciura è nato ad Aci Castello, ha settantacque anni, ed oltre ad essere senatore, è il più illustre ellenista del tempo, autore di una stimata opera di alta erudizione e di viva poesia. Il primo risiede un modesto alloggio di via Peyron e, deluso da avventure amorose di poco valore, si trova " piena crisi di misantropia". Il secondo vive "un vecchio palazzo malandato" di via Bertola ed è "fagottato un cappotto vecchio con colletto di un astrakan spelacchiato", legge senza tregua riviste straniere, fuma sigari toscani e sputa spesso. I due sconosciuti si contrano un caffé di via Po ("una specie di Ade" o "un adattissimo Limbo") e, a poco a poco, entrano una garbata e cordiale confidenza. Tra riflessioni erudite, dialoghi sagaci, battute cicamente ironiche, i due trascorrono il tempo conversando di letteratura, di antichità, di vecchie e nuove abitudi di vita. In un immagario viaggio, geografico e temporale tra il Nord e il Sud, emerge un mondo costruito sulla passione e l estasi. Alle iziali avventure del giovane con "sgualdrelle ammalate e squallide (...), di un eleganza fatta di cianfrusaglie e di moette apprese al cema, a pesca di bigliettucci di banca untuosi nelle tasche dell amante" si sostituisce, modo tanto suoso quanto dirompente, l amore del vecchio per una creatura dal sorriso che esprime "bestiale gioia di esistere, una quasi diva letizia", dal "profumo mai sentito, un odore magico di mare", dalla voce che pare un canto. Nonostante Giuseppe Tomasi di Lampedusa sia noto soprattutto per Il Gattopardo, se si osserva la pur modesta opera letteraria dell autore, non si può far a meno di annoverare tra i suoi capolavori anche quel piccolo gioiello che è Lighea. Pubblicato postumo nel 1961 per i tipi di Feltrelli, questo racconto affasca sotto numerevoli aspetti. Colpiscono le raffate scelte semantiche che spaziano dall italiano forbito al dialetto popolano, la precisa e attenta costruzione della stassi, le scrupolose descrizioni di luoghi, personaggi, eventi, ma soprattutto sensazioni. Dalle page del racconto ambientato nella fredda Toro emerge con vigore la calda Sicilia: l odore della salsede, il sapore dei ricci di mare, il profumo di rosmaro sui Nèbrodi, il gusto del miele di Melilli, le raffiche di profumo degli agrumeti, "l canto di Castellammare, quando le stelle si specchiano nel mare che dorme e lo spirito di chi è coricato riverso fra i lentischi si perde nel vortice del cielo mentre il corpo, teso e all erta,teme l avvicarsi dei demoni". Di tutte queste sensazioni si arricchisce lo spettacolo La Sirena, accompagnato dalle musiche del Maestro Germano Mazzocchetti, di cui Luca Zgaretti non è solo terprete ma anche curatore della regia e dell adattamento drammaturgico, trova spazio, un percorso tra la carnalità del Presente e la spiritualità dell Antichità, la ricchezza della poesia della terra siciliana su cui sembra palpitare quella melensa e liquorosa stasi del vivere che connota gran parte dei paesaggi e degli uomi. abbonamento tera stagione da giovedì 12 a domenica 15 marzo

9 ALTERA ACTIONE RISVEGLIO DI PRIMAVERA (1891) di Frank Wedekd Traduzione e adattamento di Lorenzo Amato regia LORENZO AMATO La solitude degli adolescenti, il dramma della crescita nell assenza di terlocutori adeguati. Genitori all epoca repressivi, oggi distrattamente superficiali, istituzione scolastica che non dava e contua a non dare risposte sufficienti e le evitabili tragiche conseguenze (suicidi gratuiti, esperienze sessuali malate) sono le prcipali tematiche di Risveglio di Primavera. F.Wedekd, a soli 27 anni, denunciava lo smarrimento adolescenziale di fronte alle prime pulsioni sessuali, alle prorompenti energie vitali che, ignorate o mal tollerate dagli adulti, possono esplodere direzioni drammatiche. La mia traduzione-adattamento ha avuto come scopo primario la portabilità scena di un testo altrimenti oggigiorno non rapbile (37 personaggi, 19 ambienti diversi). Inoltre, si è prefisso di alleggerire il dramma origale soprattutto dalle sue abbondanti note grottesche spesso forzate, artificiose e bozzettistiche, per concentrare vece l attenzione sulle vicende dei giovani protagonisti. Questa operazione sul testo, ha costituito un punto di partenza sul quale sono tervenuto sieme agli attori per assicurare la massima efficacia e resa sul pubblico che per me resta il fe di qualunque messa scena. Il lguaggio utilizzato è alto, spesso poetico, carico di sospensioni ed accenti enfatici che, se da una parte rendono bene il disorientamento dei giovani protagonisti, dall altra sembrano voler nascondere od abbellire istti e pulsioni di cui si ha paura. E stato per me importante cercare di aiutare il più possibile i giovani protagonisti a penetrare questo lguaggio, da loro percepito come vico, per le tematiche ancora così tragicamente attuali, ma, allo stesso tempo, tremendamente distante per costruzione stattica e scelta di vocaboli, e a farlo vivere con tutta la forza che possiede. Per quanto riguarda la messa scena, la mia prima preoccupazione è stata quella di cercare di rendere fluido e contuo il susseguirsi delle brevi e numerose scene che compongono quest opera, elimando la divisione origaria tre atti, ed evitando il più possibile di serire il buio tra una scena e l altra. Ho cercato somma di creare una sorta di lungo piano sequenza, dove l azione si svolgesse senza terruzioni, e gli eventi precipitassero esorabilmente verso il tragico fale. Per fare questo, già molto tempo prima di comciare le prove, avevo disegnato un vero e proprio story board di tipo cematografico dell tera messa scena, che ha costituito la base di quella che, grazie alla creatività di Crista Gaetano, è diventata la scenografia vera e propria dello spettacolo. Insieme, siamo gradualmente arrivati alla defizione di uno spazio scenico allo stesso tempo realistico (costumi, elementi d arredo e decorativi d epoca) e fantastico: lo spettatore è come se vedesse attraverso una lente d grandimento la stanza di un bambo lasciato crescere solitude e poi abbandonato. La natura, fuori controllo, proprio come gli impulsi dei giovani protagonisti, si è impadronita di questa stanza, penetrandone il pavimento, sfondando soffitti e pareti. All terno di questo ambiente fantastico, i personaggi degli adulti hanno occupato quella che doveva essere una casetta giocattolo del bambo, uno spazio angusto, una gabbia senza vie d uscita, dove crescono ed educano i loro figli come uccelli una voliera. Solo ai giovani è consentito agire negli altri spazi, ma la loro libertà di movimento è solo apparente ed è comunque segnata da un desto tragico: il precipizio evitabile per chi, pur avendo le ali, non hai mai avuto nessuno che gli segnasse a volare. Lorenzo Amato abbonamento tera stagione da giovedì 26 a domenica 29 marzo

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