BREVE PRONTUARIO GIURIDICO DELL IRC NELLA SCUOLA

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1 DIOCESI DI VICENZA UFFICIO PER L INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA BREVE PRONTUARIO GIURIDICO DELL IRC NELLA SCUOLA Cari Amici, con piacere Vi consegno questo rapido sussidio di carattere giuridico, il quale raccoglie le essenziali e ricorrenti e talvolta non risolte in taluni Istituti scolastici questioni amministrative riguardanti l IRC, che un IdR deve conoscere, affrontare e far rispettare. E frutto del competente lavoro del prof. Giuseppe Simonetto, consulente giuridico del nostro Ufficio, al quale va la riconoscenza di tutti noi. Questo breve prontuario IRC va progressivamente aggiornato e completato in base ai cambiamenti - piccoli o grandi - in atto nella scuola. Spero possa essere utile, soprattutto da tenere sotto mano per la consultazione veloce. E uno strumento che dovrebbe dare ulteriore garanzia a Voi IdR, maggior dignità alla disciplina IRC e unitarietà di indirizzo in diocesi. Direttore Don Antonio Bollin Vicenza, 17 gennaio 2008 Memoria di S. Antonio Abate

2 1) ISCRIZIONI: IRC E NON AVVALENTISI Il Concordato tra la CEI e la Repubblica Italiana (legge 121/85) ha introdotto l istituto di avvalersi o meno dell IRC. La C.M. 177/87 precisa che la scelta di avvalersi o non avvalersi dell IRC deve essere esercitata personalmente dall avente diritto all atto dell iscrizione. Il modulo per la scelta se avvalersi o meno di tale insegnamento è l allegato D, che accompagna in genere la circolare ministeriale sulle iscrizioni; il modulo E, che accompagna la stessa circolare, è relativo alle scelte da parte degli alunni che non si avvalgono dell IRC. Il modulo D deve essere consegnato a tutti gli alunni all atto dell iscrizione; il modulo E invece deve essere consegnato in un secondo momento solo agli alunni che non si avvalgono dell IRC e dagli stessi compilato. Questa tempistica è riportata nella sentenza della Corte Costituzionale n. 203/89 : è da separare il momento dell interrogazione di coscienza sulla scelta di libertà di religione da quello delle libere richieste individuali alla organizzazione scolastica. Si precisa inoltre che il modulo D va distribuito solo per l iscrizione al primo anno sia della scuola primaria che di quella secondaria di primo e secondo grado: tanto è previsto dal terzo comma dell art. 310 del D.L.vo n. 297/94 e dal punto 1.4 della C.M. n. 119/95. Per le altre classi vale la scelta già effettuata, a meno che non si intenda modificarla al momento dell iscrizione dell anno successivo: questo è affermato anche dalla C.M. n. 174/01 e dal punto 2.1 lettera b) del D.P.R. n. 751/85. Stanti queste disposizioni non è possibile modificare all inizio o durante l anno scolastico la scelta fatta all atto dell iscrizione. II

3 2) COLLOCAZIONE DELL IRC Rispondono a questo argomento la C.M. n. 316/87, le sentenze della Corte Costituzionale n. 13/91 e n. 290/92, la C.M. n. 9/91. In particolare quest ultima afferma la piena legittimità della collocazione di questo insegnamento nell ordinario orario delle lezioni, con la conseguenza che nella formazione del quadro orario l insegnamento stesso sia collocato anche in ore intercalari, così come è per le altre discipline scolastiche, in relazione a criteri di buon andamento della scuola che implicano l ottimale distribuzione delle diverse discipline sotto il profilo didattico e la migliore utilizzazione del personale docente. Non è possibile quindi che tale insegnamento sia collocato solo alla prima e all ultima ora di lezione o solo al pomeriggio. E di questo è responsabile il Dirigente Scolastico, perché spetta a lui predisporre l orario delle lezioni dopo aver sentito le proposte del Collegio dei Docenti. 3) ATTIVITÀ ALTERNATIVE ALL IRC Gli alunni non avvalentisi dell IRC hanno diritto di scegliere una delle quattro possibilità presentate dal modulo E. Spetta al Collegio dei Docenti, in quanto deputato alla programmazione dell attività didattica della scuola, formulare precisi programmi per lo svolgimento delle attività didattiche e formative per gli alunni non avvalentisi (C.M. n. 316/87) entro un mese dall inizio delle lezioni. Queste attività non possono avere contenuti curriculari comuni a tutti gli alunni, ma devono costituire un opportunità educativa e culturale, mediante l approfondimento di quelle parti dei programmi più strettamente attinenti ai valori della vita e della convivenza civile (CC.MM. n /86). Questo impegno del Collegio dei Docenti è ulteriormente ribadito nella C.M. n. 302/86. III

4 Oltre a quanto appena precisato la C.M. n. 316/87 chiarisce le modalità di utilizzo degli spazi scolastici e, in particolare, del personale docente chiamato a svolgere le attività alternative o l assistenza per quegli studenti che hanno scelto l attività di studio e/o ricerca individuale con assistenza. E possibile esercitare questa scelta anche senza assistenza; pur tuttavia la responsabilità ricade sul Dirigente Scolastico. 4) POSSONO RESTARE IN CLASSE I NON AVVALENTISI? Gli alunni non avvalentisi o chi per essi hanno il diritto di scegliere fra una delle quattro possibilità presentate nel modulo E; nessuna di queste prevede che gli stessi possano restare in classe con l insegnante di religione. Pertanto nessuno può obbligare quest ultimo a tenere in classe i non avvalentisi, che non possono neppure essere mandati in classi parallele, stanti le possibilità che sono loro offerte. L organizzazione delle attività scelte spetta solo alla scuola. E per superare ormai evidenti difficoltà non è che la scuola possa pensare di accorpare classi di alunni avvalentisi, qualora il numero per classe sia anche inferiore a 15 unità. Questo è precisato dalla nota n /91 del M.P.I., che così afferma: non sembra consentito all accorpamento a classi parallele, anche nel caso in cui il numero di alunni per classe avvalentisi dell insegnamento della religione cattolica sia inferiore a 15. 5) ORARIO SETTIMANALE DEGLI IDR Le attuali disposizioni prevedono per l IRC il seguente orario settimanale: 1 ora e 30 minuti nella scola dell infanzia; 2 ore nella scuola primaria; 1 ora nella scuola secondaria sia di primo che di secondo grado. IV

5 L orario della scuola dell infanzia e di quella primaria può anche essere frazionato, in quanto nessuna norma prevede il contrario. In tutti gli ordini di scuola però l orario deve essere solo frontale, nel senso che l IdR deve impiegare tale tempo nell attività didattica con gli avvalentisi. Non è pertanto consentito che gli IdR possano fare assistenza alla mensa o sorveglianza durante l interscuola, a meno che non si tratti di IdR di ruolo con ore a disposizione secondo accordi intervenuti tra il Dirigente Scolastico e il CSA/l USP. 6) SCHEDA DI VALUTAZIONE E stata questa oggetto di continui ricorsi e controricorsi da parte di Sindacati, privati cittadini, M.P.I. Non si vuole qui farne una elencazione, ma riportare soltanto l ultima nota del M.P.I., la n del , relativa alla valutazione degli alunni del primo ciclo nel precedente anno scolastico. Essa prevede che sia il Collegio dei Docenti ad individuare nella scheda di valutazione gli spazi in cui collocare tutte le discipline, sia quelle obbligatorie che quelle facoltativoopzionali. Si può desumere da questo che la scuola dovrebbe predisporre un unico modello di scheda su cui i singoli insegnanti possono riportare le proprie valutazioni disciplinari, dalle quali il Consiglio di classe elabora successivamente, insieme con altri elementi, il giudizio complessivo. Altri predenti modelli valutativi prevedono l inserimento di un foglio a parte per l IRC nella scheda che va consegnata alle famiglie. V

6 7) IRC E VALUTAZIONI FINALI L Insegnamento della Religione Cattolica è facoltativo, ma, una volta scelto, diventa obbligatorio e in quanto tale assurge al medesimo rango delle altre discipline (nota MIUR n /04). Gli IdR partecipano agli scrutini per le valutazioni periodiche e finali soltanto per gli avvalentisi. Nello scrutinio finale l organo deliberante (Consiglio di classe) deve essere perfetto implicando la presenza di tutti gli insegnanti (se qualcuno è assente deve essere sostituito da un altro insegnante non della stessa classe) e nessuno, compreso il Dirigente Scolastico o suo delegato (che non deve essere insegnante della classe che si sta scrutinando) può astenersi dal voto. Qualora nella votazione il voto dell IdR risultasse determinante, esso diverrebbe un giudizio motivato iscritto a verbale (ultimo comma del punto 2.7 del DPR 202/90). (Per chiarezza si precisa che il voto dell IdR è determinante quando la sua mancata espressione modificherebbe la decisione finale del Consiglio di Classe). In tale situazione vale ancora il voto dell IdR? L orientamento giurisprudenziale è per una conclusione affermativa e senza riportare una serie di sentenze di TAR, tutte concordi in questo senso, si ricorda che il Consiglio di Stato, con ordinanza cautelare n. 5822/04, ha affermato di non ritenere che il voto dell IdR perda rilevanza ai fini di una eventuale valutazione finale. Si ricorda poi ancora che con la C.M. n. 28/07 il M.P.I. ha emanato precise disposizioni in merito ai nuovi esami di stato conclusivi del primo ciclo d istruzione e alla relativa certificazione delle competenze. In base a quanto riportato su quest ultimo punto risulta che l Insegnamento della Religione Cattolica deve essere certificato per chi si è avvalso di tale disciplina. E da ultimo, per essere sintetici, si ricorda che l O.M. n. 26/07 fa chiarezza sul ruolo e sul comportamento degli IdR nell attribuzione del credito scolastico. Sono illuminanti per questo i commi 13 e 14 dell art. 8: col primo si afferma che gli IdR partecipano a pieno titolo alle deliberazioni del Consiglio di VI

7 Classe concernenti l attribuzione del credito scolastico agli alunni che si avvalgono di tale insegnamento ; col secondo si stabilisce che anche il giudizio formulato dall IdR, riguardante non solo l interesse con il quale l alunno ha seguito la disciplina, ma anche il profitto che ne ha tratto, concorrono all attribuzione del credito scolastico. 8) ATTIVITÀ FUNZIONALI ALL INSEGNAMENTO L art. 27 del CCNL 2003 suddivide queste attività in: a) adempimenti individuali; b) attività di carattere collegiale. Queste ultime comprendono: 1) riunioni del Collegio dei Docenti con incluse le attività di programmazione e verifica di inizio e fine anno e l informazione alle famiglie sui risultati degli scrutini intermedi e finali per un totale di quaranta ore; 2) riunioni dei Consigli di classe e di interclasse. Queste, per gli insegnanti con un numero di classi superiori a sei, dovranno prevedere di massima un impegno non superiore alle 40 ore annue ; 3) svolgimento di scrutini ed esami. Il punto 2) necessita di una precisazione e cioè che l insegnante con un numero di ore inferiore a quello di cattedra ma con un numero di classi superiore a sei è comunque tenuto a svolgere le 40 ore, perché queste non sono legate alla cattedra, ma proprio all insegnante. Dal combinato dei punti 1) e 2) si evince inoltre che le attività svolte all inizio dell anno scolastico rientrano nel computo delle attività funzionali, cioè nelle ore. 9) ATTIVITÀ DI INSEGNAMENTO NELLA SCUOLA PRIMARIA Il comma 5 dell art. 26 del CCNL 2003 fissa in 22 ore settimanali l attività di insegnamento nella scuola primaria; a queste vanno aggiunte due ore per la programmazione didattica, portando così VII

8 l orario di cattedra a 24 ore settimanali. Come vengono però calcolate e conteggiate le ore di programmazione per chi ha uno spezzone? Chiarisce il quesito la C.M. n. 366/96. Sintetizzando il suo contenuto si precisa che: a) fino a 10 ore settimanali di insegnamento non va aggiunta nessuna ora di programmazione; questa rientra nelle attività funzionali all insegnamento; b) da 12 a 16 ore comprese d insegnamento va aggiunta un ora di programmazione; c) da 18 e oltre vanno aggiunte due ore. Questo comporta nei casi b) e c) la stipula di un contratto con un numero di ore aumentato rispettivamente di una e due rispetto all orario di insegnamento. 10) FRUIZIONE DEL DIRITTO ALLA FORMAZIONE Il comma 5 dell art. 62 del CCNL 2003 stabilisce che: Gli insegnanti hanno diritto alla fruizione di cinque giorni nel corso dell anno scolastico per la partecipazione a iniziative di formazione con l esonero dal servizio e con sostituzione ai sensi della normativa sulle supplenze brevi vigente nei diversi gradi scolastici. La norma parla di insegnanti, evidentemente volendo comprendere sia quelli a tempo indeterminato che quelli a tempo determinato. Anche questi ultimi quindi possono godere di tale diritto e nel momento in cui lo usufruiscono non sono poi tenuti a recuperare le ore utilizzate per la partecipazione al corso di aggiornamento. a cura del prof. Giuseppe Simonetto VIII

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