Verona, ottobre 2013!

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1 Verona, ottobre 2013!

2 OPEN DATA, OPEN FORMAT E OPEN SOURCE Nicole C. Engard Ing. Lisa Zinato Università degli Studi di Padova

3 Interoperabilità (Da Enciclopedia Treccani, Lessico del XXI Secolo) interoperabilità s. f. Capacità di due o più sistemi, reti, mezzi, applicazioni o componenti di scambiare informazioni tra loro e di essere poi in grado di utilizzarle. Nella società tecnologicamente avanzata, caratterizzata da una crescente diversità di sistemi e di applicazioni, l i. consente lo sviluppo di sistemi globali (per es. i mercati), prevenendo gli effetti indesiderabili della frammentazione.

4 Interoperabilità L interoperabilità è importante perché permette a componenti diverse di lavorare insieme. L abilità di rendere ciascun dato un componente e di combinare insieme vari componenti è essenziale per la costruzione di sistemi sofisticati. In assenza di interoperabilità ciò diventa quasi impossibile come nel mito della Torre di Babele, in cui l impossibilità di comunicare (e quindi di Inter-operare) dà luogo a un fallimento sistemico della costruzione della torre.

5 Interoperabilità Nel caso dei dati ci troviamo in una situazione simile a quella della torre di Babele. Il punto cruciale di un bacino di dati (o linee di codice) accessibili e utilizzabili in modo condiviso è il fatto che potenzialmente possono essere liberamente mescolati con dati provenienti da fonti anch esse aperte. L apertura dei dati è la chiave per realizzare l interoperabilità: aumenta in modo esponenziale la possibilità di combinare diverse basi di dati, e quindi sviluppare nuovi e migliori prodotti e servizi.

6 Definizione di OPEN

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8 Open Definition: OPEN DATA I dati aperti sono dati che possono essere liberamente utilizzati, riutilizzati e ridistribuiti da chiunque, soggetti eventualmente alla necessità di citarne la fonte e di condividerli con lo stesso tipo di licenza con cui sono stati originariamente rilasciati.

9 OPEN DATA Full Open Definition: Disponibilità e accesso: i dati devono essere disponibili nel loro complesso, per un prezzo non superiore ad un ragionevole costo di riproduzione, preferibilmente mediante scaricamento da Internet. I dati devono essere disponibili in un formato utile e modificabile.

10 OPEN DATA Full Open Definition: Riutilizzo e ridistribuzione: i dati devono essere forniti a condizioni tali da permetterne il riutilizzo e la ridistribuzione. Ciò comprende la possibilità di combinarli con altre basi di dati.

11 OPEN DATA Full Open Definition: Partecipazione universale: tutti devono essere in grado di usare, riutilizzare e ridistribuire i dati. Non ci devono essere discriminazioni né di ambito di iniziativa né contro soggetti o gruppi. Ad esempio, la clausola non commerciale, che vieta l uso a fini commerciali o restringe l utilizzo solo per determinati scopi (es. quello educativo) non è ammessa.

12 OPEN DATA: considerazioni Nel dicembre del 2009 il presidente degli USA, Obama, ha promulgato una direttiva che contiene le indicazioni per realizzare quello che viene definito un open government che si basa su trasparenza, partecipazione e collaborazione. Anche in Europa è sempre più sentore come il fatto che la trasparenza, soprattutto in ambito governativo, sia la chiave di volta per il futuro anche economico. La trasparenza è, infatti, la base da cui attingere per spingere la filosofia dell'open Data verso un rilancio competitivo garantendo l'accesso ai dati da parte delle aziende più talentuose e più creative. (Gigi Cogo)

13 OPEN FORMAT I formati in cui le informazioni sono pubblicate - in altre parole, la base digitale in cui sono memorizzate le informazioni - può essere aperto o chiuso. Un formato aperto è quello in cui le specifiche per il software sono a disposizione di chiunque, gratuitamente, in modo che chiunque possa utilizzarle nel proprio software senza alcuna limitazione di riutilizzo imposto attraverso diritti di proprietà intellettuale.

14 OPEN FORMAT Quando il formato è chiuso, o il formato è proprietario e le caratteristiche tecniche non sono pubblicamente disponibili, o il formato del file è proprietario ed anche se le specifiche tecniche sono pubbliche, il riutilizzo è limitato. La pubblicazione dell informazione in un formato chiuso può causare notevoli ostacoli per la riutilizzazione dei dati in essa codificati, costringendo coloro che desiderano utilizzarli ad acquistare il software necessario.

15 OPEN FORMAT: considerazioni Il vantaggio dei formati di file aperto è che permettono agli sviluppatori di produrre software e servizi multipli utilizzando tali formati. Questo riduce al minimo gli ostacoli per riutilizzare le informazioni in essi contenute. Usare per i file formati proprietari, per i quali le specifiche non sono disponibili pubblicamente, può creare dipendenza dal software di terzi o dai detentori della licenza del formato. Nel caso peggiore questo può significare che l informazione può essere letta soltanto utilizzando un certo pacchetto software - che può avere un costo proibitivo, o potrebbe divenire obsoleto.

16 OPEN FORMAT: considerazioni Dal punto di vista degli open government data la preferenza è che l informazione sia rilasciata in formati di file aperti, e che tendenzialmente siano machine-readable, cioè leggibili e interpretabili automaticamente da un elaboratore.

17 Formato ODF Il formato OpenDocument (ODF), abbreviazione di OASIS Open Document Format for Office Applications (Formato OASIS Open Document per Applicazioni da Ufficio), è un formato aperto per file di tipo documento per l'archiviazione e lo scambio di documenti per la produttività di ufficio, come documenti di testo, fogli di calcolo, diagrammi e presentazioni. Questo standard è stato sviluppato dal consorzio di industrie OASIS (Organization for the Advancement of Structured Information Standards) ed è impostato su una versione di XML; è pubblicamente accessibile e può essere implementato da chiunque senza restrizioni, anche grazie alla Sun Microsystem, che detiene alcuni brevetti sul formato e che ha rinunciato a valersi degli stessi per tutte le implementazioni dello standard.

18 Formato ODF Il formato OpenDocument, dopo essere stato sottoposto per lunghi mesi all'iso/iec per la standardizzazione, ha trovato consenso senza voti contrari in data 2 maggio 2006 ed ora è conosciuto anche come ISO/IEC 26300, pubblicato il 30 novembre Dal 25 gennaio 2007 OpenDocument è diventato uno standard italiano, rilasciato da UNI/UNINFO con la sigla UNI CEI ISO/IEC Il 12 maggio 2010 con il rilascio di Microsoft Office 2010, il formato ODF è supportato anche dalla suite di produttività d ufficio di casa Microsoft.

19 Formato ODF Le estensioni più comuni dei documenti nel formato OpenDocument, sono:.odt - documenti di testo.ods - fogli di calcolo.odp - presentazioni.odg - grafica.odb - database. Ogni estensione ha in comune le prima due lettere (od sta per OpenDocument) ed utilizza una terza lettera per identificare il tipo (t per text, s per spreadsheet e così via), permettendo una facile memorizzazione.

20 Formato ODF: considerazioni Il formato OpenDocument nasce per fornire una alternativa "aperta" a formati proprietari tra cui i ben noti formati usati da Microsoft Office, DOC, XLS, PPT e recentemente Office Open XML, nato per contrastarne l'adozione. Organizzazioni ed individui che memorizzano i loro dati in un formato aperto come OpenDocument evitano di essere vincolati ad un singolo produttore di software, restando liberi di cambiare software se il produttore del loro attuale software dovesse uscire dal mercato, alzare i prezzi, cambiare il software o cambiare i propri termini di licenza in modo meno favorevole per l'utente.

21 OPEN SOURCE In informatica, open source (termine inglese che significa sorgente aperta) indica un software i cui autori (più precisamente i detentori dei diritti) ne permettono, anzi ne favoriscono, il libero studio e l'apporto di modifiche da parte di altri programmatori indipendenti. Questo è realizzato mediante l'applicazione di apposite licenze d'uso.

22 Freeware Freeware (software free = gratuito, libero) è un programma distribuibile liberamente e gratuitamente da chiunque. L'autore mantiene la proprietà del software, che non è modificabile o sfruttabile commercialmente da altri (es Acrobat reader). Free Software e Open Source Software vengono collettivamente identificati con l'acronimo FOSS (Free & Open Source Software), pur partendo da due concetti di base diversi.

23 Freeware e OpenSource Freeware, concetto nato agli inizi degli anni ottanta, indica software la cui licenza soddisfa una definizione in quattro punti prevalentemente basata su concetti etici, quali la possibilità di studiare, di aiutare il prossimo, di favorire la comunità (FSF, Free Software Foundation); OpenSource, concetto nato alla fine degli anni novanta si riferisce alla Open Source Definition, a sua volta derivata dalle Debian Free Software Guidelines, ovvero una serie di 10 punti pratici che definiscono quali criteri legali debba soddisfare una licenza per essere considerata effettivamente libera (OSI, Open Source Initiative).

24 Libertà del Software Free Le quattro libertà offerte dal free software: Libertà di usare il programma senza impedimenti; Libertà di aiutare se stessi studiando il codice disponibile e modificandolo in base alle proprie esigenze; Libertà di «aiutare il proprio vicino», cioè la possibilità di distribuire copie del software rielaborato, rendendolo così accessibile a tutti; Libertà di pubblicare una versione modificata del software. Logo ufficiale del sistema operativo open di Linux.

25 Principi base del Software Principi base dell'open source: OpenSource Libertà di redistribuzione (sta poi al singolo decidere se farlo gratuitamente o se far pagare il prodotto); Libertà di consultare il codice sorgente; Necessità di approvazione per i prodotti derivati; Integrità del codice sorgente dell'autore; Nessuna discriminazione verso singoli o gruppi di persone; Nessuna discriminazione verso i settori di applicazione; La licenza deve essere distribuibile; La licenza non può essere specifica per un prodotto; La licenza non può contaminare altri software; La licenza deve essere tecnologicamente neutrale.

26 Licenze: OS o free? Nonostante le differenze di forma, è di fatto molto difficile che una licenza possa soddisfare i requisiti per una definizione, ma non per l'altra; non basta avere la possibilità di vedere e modificare per proprio uso i sorgenti di un programma perché questo sia considerabile software libero; in particolare l'open source non è necessariamente copyleft 1, ma può avere licenze permissive esattamente come il software libero. [1] Con il termine copy left si intende quel meccanismo per cui dopo un'elaborazione di un software libero è vietato ridistribuirlo come software proprietario ed è inoltre necessario segnalare le modifiche attuate all'autore del software.

27 Licenze GPL La GNU General Public License, comunemente indicata con l'acronimo GNU GPL o semplicemente GPL, è una licenza per software libero, originariamente stesa nel 1989 da Richard Stallman per distribuire i programmi creati nell'ambito del Progetto GNU della Free Software Foundation (FSF). La versione 2.0 di tale licenza è attualmente la licenza di software libero per antonomasia, considerata per le proprie caratteristiche Open Source dalla OSI. Contrapponendosi alle licenze per software proprietario, la GNU GPL assicura all'utente libertà di utilizzo, copia, modifica e distribuzione.

28 Licenze GPL Come ogni licenza software, la GPL è un documento legale associato al programma rilasciato sotto tale licenza. Come ogni licenza di software libero, essa concede ai licenziatari il permesso di modificare il programma, di copiarlo e di ridistribuirlo con o senza modifiche, gratuitamente o a pagamento. Chi distribuisce è tenuto a rendere disponibile il codice sorgente del software alle persone che ne hanno ricevuto una copia o, in alternativa, accompagnare il software con una offerta scritta di rendere disponibile il sorgente su richiesta a prezzo nominale. Quest ultima è la caratteristica principe della GPL, il concetto ideato da Richard Stallman e da lui battezzato copyleft.

29 Licenze LGPL La GNU Lesser General Public License (abbreviata in GNU LGPL o solo LGPL) è una licenza di software libero creata dalla Free Software Foundation, studiata come compromesso tra la GNU General Public License e altre licenze non-copyleft come la Licenza BSD, la Licenza X11 e la Licenza Apache. Fu scritta nel 1991 (aggiornata nel 1999 e nel 2007) da Richard Stallman, con l'ausilio legale di Eben Moglen. La LGPL è una licenza di tipo copyleft ma, a differenza della licenza GNU GPL, non richiede che eventuale software "linkato" al programma sia rilasciato sotto la medesima licenza. La LGPL è principalmente usata per le librerie software; talvolta è utilizzata anche da applicativi, come Mozilla Firefox, OpenOffice.org o LibreOffice.

30 OPEN SOURCE: considerazioni La collaborazione di più parti (in genere libera e spontanea) permette al prodotto finale di raggiungere una complessità maggiore di quanto potrebbe ottenere un singolo gruppo di lavoro. I vantaggi principali sono: Qualità del Software Software che risponde ai requisiti degli utilizzatori La libertà di utilizzo del software La forza delle comunità di sviluppo Indipendenza dal fornitore

31 OpenOffice e LibreOffice Fino all altro ieri OpenOffice.org sembrava essere l unico concorrente serio di Office. All improvviso è spuntato una altro pacchetto di programmi, LibreOffice, che sembra essere la fotocopia di OpenOffice.org e che lo sta spodestando, al punto che le maggiori distribuzioni Linux, Ubuntu in testa, hanno deciso di adottarlo quale suite predefinita.

32 OpenOffice e LibreOffice Il 28 settembre 2010 alcuni membri del progetto OpenOffice.org hanno dato vita a un nuovo gruppo chiamato The Document Foundation. Il progetto OpenOffice.org è pilotato da Oracle, la grande software house che ha acquisito in tempi recenti Sun, all origine sponsor di OpenOffice.org. L azienda nel tempo si era rifiutata di regalare il marchio alla comunità degli sviluppatori che da molti anni si occupa di questa eccellente suite, donando infine il progetto all Apache Software Foundation.

33 OpenOffice e LibreOffice Tutte queste ambiguità e incomprensioni hanno fatto decidere una parte di questi a fondare un associazione non a scopo di lucro e meritocratica che, che usando i sorgenti di OpenOffice.org ha messo in produzione un pacchetto molto simile, partendo dalla versione 3.3. Quindi LibreOffice nasce da una costola (fork) di OpenOffice v. 3.3, che implementa una buona compatibilità con le altre maggiori suite del settore ed è disponibile per Windows, Mac OS X e GNU/Linux. Per i sistemi Linux è disponibile anche la versione a 64 bit. Lo scopo è quello di produrre una suite per ufficio indipendente, che supporti il formato ODF.

34 MSOffice vs LibreOffice: pareri Cosa ne pensano gli utilizzatori: Dal sito

35 Considerazioni finali Nell'era della comunicazione il valore di un prodotto o di una soluzione risiede anche e soprattutto nella sua diffusione sul mercato. Questo valore aggiunto prodotto dalla diffusione può essere definito net-effect (effetto rete). A lungo andare la diffusione del prodotto può ottenere quote di mercato bulgare e la concorrenza, grazie all'innalzamento di una barriera di ingresso pressoché invalicabile rischia di essere tagliata fuori.

36 TAO-index TAO-index: consente di quantificare in un indice, il cui valore è compreso tra 0 e 1, proprio la dipendenza dei clienti dai fornitori di tecnologia ICT. Un valore prossimo allo zero esprime un basso livello di dipendenza, mentre un livello prossimo all'uno esprime, evidentemente, un alto livello di dipendenza. Giacomo Cosenza, Equiliber, 2004

37 Considerazioni finali L'adozione di prodotti e soluzioni che implementano formati e protocolli proprietari (specifiche non documentate oppure non liberamente implementabili) aumenta il TAO- Index, proprio perché formati e protocolli proprietari vincolano il futuro e in particolare la libertà del cliente. Affinché i prodotti ICT siano facilmente sostituibili, è necessario che implementino i cosiddetti open standard (standard aperti) ossia quegli standard le cui specifiche, oltre ad essere documentate pubblicamente, sono anche liberamente implementabili.

38 Considerazioni finali Proviamo a immaginare uno scenario in cui i clienti adottino prodotti e soluzioni ICT che implementano open standard. I prodotti dei fornitori, oltre a garantire livelli interoperabilità molto elevati, sarebbero facilmente sostituibili tra loro. L'adozione di un approccio di acquisto orientato a soluzioni che implementano open standard abbatte il TAO-Index e quindi garantisce condizioni medie di mercato ottimali per i clienti di tecnologia ICT.

39 OPENSOURCE, OPENFORMAT, OPENDATA: conclusioni OPENSOURCE software di qualità, economico, svincolato da un fornitore specifico e adattabile facilmente per interagire con altri software OPENFORMAT formati di dati interpretabili da qualunque software ne implementi le caratteristiche OPENDATA dati disponibili a tutti

40 OPENSOURCE, OPENFORMAT, OPENDATA: ma QUALI dati?

41 Grazie dell attenzione