Elementi di illuminotecnica. La percezione della luce, sintesi fotometria, Illuminazione naturale

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1 Elementi di illuminotecnica Capitolo 2 La percezione della luce, sintesi fotometria, Illuminazione naturale

2 La luce La luce è l agente fisco che rende visibile gli oggetti, ovvero è la sensazione determinata nell occhio umano dalle onde elettromagnetiche, comprese nell intervallo del visibile sensazione prodotta sull occhio umano da onde elettromagnetiche La radiazione elettromagnetica è caratterizzata da due grandezze fisiche: lunghezza d onda λ e frequenza f La lunghezza d onda è la distanza percorsa dall onda durante un ciclo completo di oscillazione. La frequenza è il numero di cicli completi di oscillazione che avvengono in ogni secondo, e si esprime in hertz (hz). Queste due grandezze sono legate alla velocità di propagazione: λ=c/f oppure c =λf.

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4 La luce Le onde elettromagnetiche coprono una vasta gamma di lunghezze d onda. Lo spettro delle radiazioni visibili non ha dei limiti ben precisi, in quanto la sensibilità dell occhio umano varia da individuo a individuo, ma la sua estensione è stata fissata, per convenzione, nell intervallo che va da 380 a 780 nm (1 nm = 1/ m), confinato a sinistra dalle radiazioni ultraviolette (lunghezza d onda inferiore a 380 nm) e a destra dalle radiazioni infrarosse (lunghezza d onda superiore a 780 nm). La sensibilità dell occhio umano, comunque, risulta essere massima per il colore giallo-verde, che ha una lunghezza d onda di circa 550nm, e decade rapidamente sia verso l ultravioletto che verso l infrarosso.

5 Le radiazioni visibili sono comprese tra 380 nm e 780 nm. Prima e dopo tali valori siamo nel campo dell ultravioletto e dell infrarosso.

6 La luce Lo spettro delle radiazioni visibili può essere a sua volta suddiviso in sei bande principali, ciascuna corrispondente ad una determinata sensazione cromatica nm: viola nm: blu nm: verde nm: giallo nm: arancio nm: rosso

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8 La luce Onde elettromagnetiche visibili di diversa lunghezza d onda danno una percezione diversa degli oggetti e del loro colore. Questo è, infatti, una sensazione ottica che dipende dall insieme delle lunghezze d onda che un corpo non assorbe e che, cioè, riflette. Ad esempio, un corpo bianco riflette tutte le sue onde elettromagnetiche mentre un corpo nero le assorbe. Se una luce è costituita da onde elettromagnetiche con una stessa lunghezza d onda, essa si definisce monocromatica e produce un unico colore. La luce del sole o quella di una lampada ad incandescenza sono a spettro continuo poiché comprendono tutta la gamma di lunghezze d onde visibili e danno una luce bianca.

9 Fotometria La fotometria studia il legame tra sensazione visiva (soggettiva) e proprietà fisiche (oggettive) delle radiazioni luminose 0,38 µm < λ < 0,78 µm Quando una radiazione luminosa investe l'occhio, la conseguente sensazione raggiunge rapidamente il suo valore definitivo che rimane poi costante (adattamento). Il valore di regime della sensazione si raggiunge in tempi assai rapidi (dell'ordine di 0,1 s) per cui nei problemi di normale tecnica dell'illuminazione non si prendono normalmente in considerazione fenomeni luminosi di carattere transitorio.

10 Curve di visibilità L occhio umano non è ugualmente sensibile alla potenza energetica di due fasci monocromatici a diversa λ, ossia due fasci luminosi con la stessa potenza energetica [W] potranno essere giudicati più o meno luminosi a seconda del valore di λ. La potenza emessa per ogni singola lunghezza d'onda deve essere "pesata" secondo la sensibilità dell'occhio a quella lunghezza d'onda. A tale scopo è stata studiata la risposta dell'occhio alle radiazioni di varie lunghezze d'onda sia in condizioni di luce diurna (visione fotopica) sia in condizioni di minore intensità luminosa (visione scotopica). Il CIE ha codificato un occhio con una sensibilità media, risultato di una elaborazione statistica condotta su un gran numero di soggetti

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12 Curve di visibilità L osservatore percepirà come più intensa la luce a λ=0.55µm, dove l'occhio presenta quindi massima sensibilità, mentre stimerà progressivamente meno intensa la luce con λ maggiore o minore. Muovendosi verso i due limiti inferiore (0,38 µm) e superiore (0,78 µm)dello spettro visibile, per ottenere una sensazione di equivalenza dei due fasci luminosi, occorrerà incrementare la potenza della radiazione. Per 0,38µm<λ e superiore di 0,78µm<λnon si avràpercezione visiva

13 Curva A) -visione fotopica - percezione piena dei colori e delle differenze cromatiche Curva B) -visione scotopica - luci molto deboli e visione praticamente in bianco e nero - scarsa illuminazione (bassi valori di luminanza) Nota Nell impiantistica a luce artificiale si persegue la condizione di massimo comfort visivo in visione fotopica

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15 Energia luminosa Energia associata alla radiazione luminosa moltiplicata per la visibilità relativa media dell occhio umano. E ( λ ) = V ( λ) l E vis

16 Il flusso luminoso (φ, lm) è la quantità totale di energia luminosa emessa da una sorgente nell unità di tempo (potenza) e di superficie. Il flusso luminoso non dà informazioni sulla qualità della luce, né sulla sua distribuzione nello spazio. L unità di misura del flusso luminoso è il lumen (lm) che corrisponde al flusso luminoso emesso da una sorgente di luce puntiforme di intensità pari ad 1 candela (cd) uscente da una superficie di 1 m 2, intercettata su una superficie sferica di raggio pari a 1 metro. Nota: Le lampade normalmente utilizzate in illuminotecnica hanno flussi che variano da poche centinaia di lm (lampade ad incandescenza) ad alcune centinaia di migliaia di lm (lampade a scarica di grossa potenza per esterni).

17 Flusso luminoso Il flusso luminoso (Φ, lm) misura l intensità della sensazione luminosa legandola alla potenza dello stimolo Pertanto, se consideriamo una sorgente che emette una potenza Φ λ [W], il flusso luminoso Φ l per sorgenti monocromatiche risulta: Φ l = V λ Φ λ [lumen] dove V λ è il coefficiente di visibilità

18 Intensità luminosa L intensità luminosa (I, cd) è il rapporto tra flusso luminoso ed angolo solido. E una grandezza fotometrica vettoriale che permette di calcolare il flusso entro un cono ideale che ha il vertice nella sorgente e come asse longitudinale la direzione di propagazione L unità di misura è la candela [lm/sr] I φ Ω = l

19 Luminanza La luminanza (L, cd/m 2 ) di un punto P di una superficie luminosa, osservata in una certa direzione, è data dal rapporto tra l intensità luminosa irradiata e la superficie emittente apparente. Area apparente: proiezione della superficie emittente sull ortogonale alla direzione di emissione).

20 Illuminamento

21 Illuminamento L'illuminamento è un parametro fondamentale nel calcolo illuminotecnico. Esso è una misura di quanto agevolmente l'occhio può vedere. Ad illuminamenti più elevati corrispondono funzioni visive più agevolate. In un magazzino sono sufficienti poche decine di lux. Per lavori di precisione possono essere necessari anche migliaia di lux normative e raccomandazioni prescrivono i livelli di illuminamento per le diverse destinazioni degli ambienti di lavoro

22 Luminosità o radianza Rapporto tra il flusso luminoso diffuso da una superficie illuminata e l area della superficie stessa. L unità di misura è [lm/m 2 ]

23 Indice di resa cromatica Definisce in che misura la luce emessa da una sorgente consente di apprezzare le sfumature di colore degli oggetti illuminati. In altre parole, è l attitudine di una sorgente luminosa a rendere i colori degli oggetti illuminati senza alterazioni. Si esprime mediante un indice IRC che varia fra 0 e 100 Si esprime mediante un indice IRC che varia fra 0 e 100 Quanto maggiore è l IRC di una lampada tanto più essa permette di apprezzare realisticamente i colori

24 Gruppo di resa di colore IRC 1 A B

25 Tonalità della luce La tonalità della luce è funzione della temperatura della sorgente luminosa. Si misura in gradi Kelvin (K)

26 Alcuni valori di riferimento

27 Efficienza Luminosa η Rapporto fra il flusso luminoso emesso (Φ l ) dalla sorgente nel campo del visibile e la potenza necessaria a generare la radiazione di onde elettromagnetiche (W). Φ η = l P la misura dell efficienza luminosa è lm/w Fattore di visibilità K Rappresenta il rapporto fra il flusso luminoso e il flusso radiante emesso dalla sorgente nel campo del visibile k Φ Φ Φ vis è una grandezza energetica (W). = l vis

28 Efficienza Luminosa η per lampade ad incandescenza è pari a circa 15 lm/w per lampade a mercurio lm/w per lampade agli alogenuri lm/w per lampade al sodio ad alta pressione lm/w per lampade al sodio a bassa pressione lm/w

29 Effetti della luce sull uomo La luce influisce: sul benessere psicofisico e fisico dell uomo: - Stanchezza - Affaticamento - Abbagliamento sul rendimento lavorativo In particolare, la massimizzazione dell impiego di illuminazione di tipo naturale comporta oltre a condizioni di comfort visivo anche risparmio energetico

30 Effetti sul rendimento Ambienti dove si svolgono attività lavorative non risultano gradevoli se caratterizzati da livelli di illuminamento - inferiori a 200 lux o - superiori a 2000 lux

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37 D.M. del 5 luglio 1975 Ribadisce l importanza di un adeguata illuminazione naturale in ambienti interni e ne specifica i requisiti: Ampiezza finestre maggiore di 1/8 della superficie del pavimento; Il Fattore medio di Luce Diurna (FLD) o Daylight Factor Il Fattore medio di Luce Diurna (FLD) o Daylight Factor (D) dipende dalla destinazione d uso dei locali:

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39 Fattore di Luce Diurna Serve per valutare l illuminazione naturale all interno di un ambiente confinato, in assenza di radiazione solare diretta. E il rapporto tra l'illuminamento medio dell'ambiente chiuso (E m ) da luce naturale e l'illuminamento (E 0m ) che si avrebbe, nelle identiche condizioni di tempo e di luogo, su una superficie orizzontale esposta all'aperto in modo da ricevere luce dall'intera volta celeste senza irraggiamento diretto del sole. D = E E m 0m

40 Il fattore di luce diurna Significato fisico di D Esprimere la percentuale di luce naturale che interessa un punto dell ambiente interno proveniente direttamente dall esterno o riflessa dalle ostruzioni esterne, come alberi, palazzi, e riflessa dalle superfici interne. A ogni destinazione d uso è associato un valore di D consigliato. In tal modo D è utile per fare una valutazione della qualità dell illuminazione naturale di un ambiente interno, sia per scegliere e dimensionare correttamente le superfici trasparenti in fase di progetto.

41 Tipo di edificio Ambiente FLD Residenza e alberghi Soggiorno 1% fino ad una profondità di almeno metà ambiente Camera da letto 0,5% fino ad una profondità di almeno metà ambiente Cucina 2% fino ad una profondità di almeno metà ambiente Terziario Uffici 2% Uffici con lavoro di 4% dattilografia Scuole, Università Aule 2% Laboratori 4% Uffici 1% Ospedali Accettazione, sale 1% d attesa Ambulatorio 3% Edifici Sportivi Campi coperti, piscine 2% Bordo piscina 1% Biblioteche Sala lettura 1% Musei Sale espositive 1%

42 D = E E m 0m Osservazioni: la percentuale di D varia in ogni punto di un ambiente e per questo ci si riferisce solitamente a un D medio ; essendo D l espressione di un rapporto tra due grandezze che variano contemporaneamente col tempo, questo rimane invariato. Si ha infatti che: E int (t)= D E est (t) ma mentre E int e E est sono dipendenti dal tempo, il valore di D non cambia

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44 Illuminazione diretta del sole Confronto tra livelli di illuminamento solare

45 Illuminazione diretta e diffusa L illuminazione diurna globale si può considerare somma di due componenti: - illuminazione diretta associata alla radiazione solare - illuminazione diffusa, derivante dai processi di riflessione che la luce solare subisce attraverso la volta celeste. La stima dell illuminazione diretta, essendo questa funzione della posizione del sole, dalla presenza delle nuvole e del tempo, richiederebbe una stima in regime variabile, ma in realtà si usa un modello stazionario semplificato. Nella progettazione della luce naturale la sorgente primaria di luce convenzionalmente considerata non è il sole ma il cielo, attraverso il quale viene emessa la radiazione solare diffusa. Si considera il cielo come sorgente di luce

46 Occorrerebbe la distribuzione di luminanze nel cielo punto per punto nell intera calotta emisferica. Si tratta però di una informazione molto difficile da definire in modo statico in quanto soggetta ad una estrema variabilità spaziale e temporale.

47 Illuminazione naturale Si suole far riferimento a delle condizioni standard sintetizzate da modelli di cieli di riferimento. Il modello di cielo di riferimento utilizzato più frequentemente è il cosiddetto cielo coperto CIE- (standard overcast sky). Si tratta di un modello in cui la luminanza di un qualsiasi punto del cielo è rapportata a quella allo zenith

48 Il fattore di luce diurna Osservazioni Occorre fissare preliminarmente le condizioni del cielo di progetto e fissare i valori dell illuminamento esterno di progetto, che solitamente è fissato a 5000 lux (E est =5000 lux); Per quanto riguarda l illuminamento interno, invece, si considera come la somma di tre fattori: una parte di illuminamento è quello dato direttamente dal cielo (E c ), una parte arriva sul piano di lavoro per effetto della riflessione su superfici esterne (E e ) quali alberi e costruzioni vicine e una parte per effetto della riflessione su superfici interne (E i ), quali pareti, pavimento, soffitto, etc. Per cui: E int = E c +E e +E i

49 Il fattore di luce diurna Osservazioni Le componenti dell illuminamento interno (E int = E c +E e +E i )

50 Il fattore di luce diurna Raccomandazioni D. M. del 5 Luglio 1975, per locali scolastici UNI 10840:2007 D > 2%

51 Il fattore di luce diurna Metodi di calcolo Formula della Building Research Station (1979) - BRS: D m = S tot MA τ u f (1 ρ 2 m ) [%]. A f S tot d m M τ u area vetrata totale area totale superfici interne coefficiente medio di riflessione luminosa delle superfici interne fattore di correzione per la presenza di sporco o altre ostruzioni coefficiente di trasmissione luminosa dei vetri piani angolo di vista del cielo in gradi, a partire dal baricentro della finestra

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53 Il fattore di luce diurna Metodi di calcolo UNI del 2007 D m = A tot A τ f ( 1 l ρ l,m εψ ) [%]. A f superficie vetrata netta delle finestre, per ogni vano finestra si calcola come A f = 0,75A v dove A v è l area del vano finestra. A tot τ l ρ l,m Area totale della superfici che delimitano l ambiente Fattore di trasmissione luminosa del vetro, si calcola come 0.9 τ dove τ è il fattore di trasmissione del vetro e 0,9 è un coefficiente che tiene conto dello sporco del vetro. Fattore di riflessione luminosa medio ponderato delle superfici interne dell ambiente

54 D m = A tot A τ f l ( 1 ρ l,m εψ ) ρ l,m Fattore di riflessione luminosa medio ponderato delle superfici interne dell ambiente, si calcola come ρ l, m Ai ρi = A con A i le superfici e ρ i i loro rispettivi coefficienti di riflessione. i i ε Fattore finestra, inteso come rapporto tra illuminamento esterno sulla superficie verticale della finestra e l illuminamento esterno su un piano orizzontale ε =1,0 per finestra orizzontale (lucernario) senza ostruzioni ε = 0,5 per finestra verticale senza ostruzioni ε < 0,5 per finestra verticale con ostruzioni (da grafico 1) ψ Fattore finestra, che tiene conto dell arretramento del piano della finestra rispetto al filo esterno della facciata (da grafico 2) tot

55 Il fattore di luce diurna ε = Fattore finestra Rapporto tra l illuminamento esterno sulla superficie verticale della finestra e l illuminamento esterno su un piano orizzontale; Esso è calcolato in funzione della posizione della finestra e di eventuali ostruzioni presenti: senα 2 senα ε = 2

56 Il fattore di luce diurna Metodi di calcolo UNI del Determinazione del fattore finestra

57 Il fattore di luce diurna UNI del Determinazione del fattore di riduzione ψ = Coefficiente di arretramento del piano della finestra rispetto alla facciata L: Lunghezza finestra P: arretramento finestr h f : altezza finestra

58 Il fattore di luce diurna Un esempio di calcolo del fattore di luce diurna D ai sensi della UNI 10840:2007 Locali scolastici criteri generali per l illuminazione artificiale e naturale Aula 8 Polo Nuovo Università di Pavia

59 Il fattore di luce diurna Un esempio di calcolo ai sensi della UNI 10840:2007 Tale aula presenta - due aperture in vetri basso-emissivi esposti verso Nord-Est e Nord-Ovest (coefficiente di trasmissione luminosa τ l =0,60 e di riflessione luminosa verso l interno ρ l,m =0,16). -Le pareti laterali e il soffitto sono costituite da pannelli di cartongesso tinteggiati con tempera bianca e sono rivestiti sui lati con pannelli in tinte tenui (coefficiente di riflessione luminosa ρ l,m =0,80), -il pavimento è in gomma scura (coefficiente riflessione luminosa ρ l,m = 0,10). Si trascurano i coefficienti di riflessione luminosa della lavagna e degli arredi.

60 Il fattore di luce diurna Un esempio di calcolo ai sensi della UNI 10840:2007 A[m 2 ] τ ρ l A. ρ l [m 2 ] Soffitto Pavimento Finestre Porte Pareti totale Media 0.56 Esposizione Quantità Lunghezza Altezza [m] [m] Finestra A Nord - Est Finestra B Nord - Ovest

61 Il fattore di luce diurna Un esempio di calcolo ai sensi della UNI 10840:2007 D m = A i tot A τ f i l i ε ψ i ( 1 ρ i l,m = ) ( x0.5 ) + ( 3.38 x x0.5 ) = 0,01 482,65 ( 1 0,56) Il Fattore di luce Diurna è dunque dell 1%, mentre il valore minimo dovrebbe essere (per i locali scolastici) del 2%. Soluzione: Aumentare la sup. vetrata

62 Strategie progettuali per gli elementi finestrati ILLUMINAZIONE DA CIELO COPERTO Il cielo coperto (overcast sky) è una fonte di luce diffusa. Si osserva che la luminanza del cielo allo zenit è tre volte maggiore di quella sull orizzonte. Questa è la distribuzione di luminanza tipica dei cieli artificiali di laboratorio.

63 Strategie progettuali per gli elementi finestrati ILLUMINAZIONE DA CIELO COPERTO Strategie progettuali

64 Strategie progettuali per gli elementi finestrati ILLUMINAZIONE RIFLESSA E DIFFUSA Una particolare importanza è data dall influenza della luce riflessa. In una giornata di sole, le sorgenti di illuminazione secondaria che dominano sono le superfici riflettenti degli edifici. La quantità e il tipo di luce riflessa dipendono allora principalmente dai materiali usati. In un giorno di cielo coperto, invece, è il cielo stesso ad essere la sorgente di luce dominante, perché la luce diffusa emessa è molto tenue e gli effetti di riflessione sono meno significativi. Esiste una differenza di resa tra le superfici riflettenti orizzontali e quelle verticali

65 Strategie progettuali per gli elementi finestrati ILLUMINAZIONE RIFLESSA E DIFFUSA Superfici riflettenti orizzontali La luce riflessa da superfici orizzontali è maggiore sulla facciata di un edificio esposta al sole. La luce riflessa in tal modo può essere una risorsa significativa di luce naturale, specialmente per quanto riguarda gli edifici bassi. Per ottenere lo stesso risultato in un edificio alto, è richiesta una superficie molto più ampia.

66 Strategie progettuali per gli elementi finestrati ILLUMINAZIONE RIFLESSA E DIFFUSA Superfici riflettenti verticali Per quanto riguarda le superfici verticali, è più abbondante la luce riflessa dal lato in ombra dell edificio, su cui converge anche quella riflessa dagli edifici circostanti. In questo caso, la quantità di luce riflessa aumenta con l abbassamento dell angolo solare, dovuto alle stagioni, all orario e alla latitudine.

67 Strategie progettuali per gli elementi finestrati Il livello di illuminamento da luce naturale in ambienti confinati dipende da: - località - orientamento dell edificio - orientamento e caratteristiche delle superfici vetrate - edifici confinanti ed elementi naturali di paesaggio La radiazione solare è: - Sorgente termica, che influenza la distrib. delle temp. negli ambienti interni e gli scambi termici con l esterno sia in inverno che in estate - Sorgente luminosa, che determina l illuminazione diurna dell ambiente Controllo delle superfici vetrate per evitare surriscaldamento in estate, abbagliamento e condizioni di discomfort.

68 Strategie progettuali per gli elementi finestrati ORIENTAMENTO DEGLI EDIFICI L orientamento facilita l integrazione dell illuminazione naturale negli edifici soprattutto in merito all illuminazione solare diretta. Gli edifici costruiti lungo l asse Nord-Sud sono maggiormente esposti al sole durante la mattinata o il pomeriggio e durante l estate.

69 Strategie progettuali per gli elementi finestrati ORIENTAMENTO DEGLI EDIFICI Per quanto riguarda l asse Est Ovest, le facciate ricevono luce soprattutto quando il sole è alto nel cielo. Nell emisfero nord, gran parte della radiazione solare è assorbita dalla facciata sud, mentre nell altro emisfero è assorbita dalla facciata opposta. Il ruolo principale per la schermatura solare è esercitato dal tetto, ma anche le altre superfici orizzontali dell edificio possono avere un ruolo molto importante proprio per la verticalità del sole.

70 Elementi di progetto: metodi di illuminazione naturale SCHERMATURE ORIZZONTALI Le schermature solari hanno la funzione di regolare gli apporti luminosi, ostacolare la luce diretta in estate, consentire la captazione degli apporti solari nel periodo invernale, garantire un ottimale illuminazione naturale degli ambienti interni, senza fastidiosi abbagliamenti, per tutto il corso dell anno.

71 Elementi di progetto: metodi di illuminazione naturale SCHERMATURE VERTICALI Le schermature solari servono a: eliminare disturbanti riflessi di luce sugli schermi dei PC; eliminare gli abbagliamenti (luce diretta, luce diffusa troppo intensa, luce riflessa da superfici esterne); evitare il surriscaldamento degli ambienti da parte dell irraggiamento solare. Tali elementi di ombreggiamento possono essere distinti in base alla geometria, posizione e modalità di gestione: rispettivamente sono classificati in esterni ed interni, fissi e mobili.

72 Elementi di progetto: metodi di illuminazione naturale SCHERMATURE ESPOSTE A SUD PER DIVERSE CONDIZIONI CLIMATICHE

73 Elementi di progetto: metodi di illuminazione naturale Strategie progettuali per evitare l abbagliamento

74 Elementi di progetto: metodi di illuminazione naturale ILLUMINAZIONE LATERALE L illuminazione laterale, ossia attraverso le superfici trasparenti poste sulle pareti perimetrali, è la principale fonte di luce degli edifici, ma per assicurare un illuminazione naturale efficiente è necessario integrare nello studio della luce anche tutte le superfici riflettenti e assorbenti che compongono il manufatto edilizio, per evitare i fenomeni di abbagliamento e surriscaldamento dell ambiente.

75 Elementi di progetto: metodi di illuminazione naturale ILLUMINAZIONE LATERALE Ruolo degli elementi architettonici il soffitto Strategie progettuali

76 Elementi di progetto: metodi di illuminazione naturale ILLUMINAZIONE LATERALE Ruolo degli elementi architettonici il soffitto Strategie progettuali

77 Elementi di progetto: metodi di illuminazione naturale ILLUMINAZIONE LATERALE Ruolo degli elementi architettonici il soffitto Strategie progettuali Modellare la forma del soffitto

78 Elementi di progetto: metodi di illuminazione naturale ILLUMINAZIONE LATERALE Ruolo degli elementi architettonici le finestre Strategie progettuali Gradiente di illuminazione interna in funzione dell altezza delle aperture 1 ft = 0,30 m

79 Elementi di progetto: metodi di illuminazione naturale ILLUMINAZIONE LATERALE Ruolo degli elementi architettonici le finestre Strategie progettuali Utilizzare di finestre in alto con illuminazione da cielo coperto: permette di captare la luce allo zenit, soluzione molto consigliata in caso di cielo coperto, ma sconsigliata in caso di luce diretta. Il vantaggio delle aperture in questa fascia è che non danno mai problemi di abbagliamento, perché sono sempre collocate al di sopra del livello degli occhi.

80 Elementi di progetto: metodi di illuminazione naturale ILLUMINAZIONE LATERALE Ruolo degli elementi architettonici le finestre Strategie progettuali La fascia centrale è quella più usata, per la visuale che si ha dalle finestre, ma rappresenta anche la soluzione più sconveniente dal punto di vista dell abbagliamento e dei riflessi sui videoterminali.

81 Elementi di progetto: metodi di illuminazione naturale ILLUMINAZIONE LATERALE Ruolo degli elementi architettonici le finestre Strategie progettuali La fascia in basso, offre la possibilità di un ottima distribuzione in casi di luce diretta dal sole, massimizza la distanza tra la sorgente e il soffitto e permette quindi una distribuzione di luce ottimale. Può dare dei fenomeni di abbagliamento da luce riflessa, ma se tenuta sotto il livello degli occhi questo fenomeno è molto contenuto.

82 Elementi di progetto: metodi di illuminazione naturale ILLUMINAZIONE DALL ALTO Fornisce una luce più tenue, ma uniforme nell ambiente. La luce per unità di area dell apertura è maggiore nell illuminazione dall alto rispetto all illuminazione laterale

83 Elementi di progetto: metodi di illuminazione naturale ILLUMINAZIONE DALL ALTO L angolazione e la direzione dei lucernai sono scelti invece a seconda del tipo di luce che si sta cercando per lo spazio interno.

84 Elementi di progetto: metodi di illuminazione naturale ILLUMINAZIONE DALL ALTO - problematiche Problematiche delle aperture in copertura Possibilità che le aperture in copertura provochino surriscaldamento

85 Elementi di progetto: metodi di illuminazione naturale ILLUMINAZIONE DALL ALTO - problematiche Un modo per risolvere questo problema è l uso di metodi di schermatura esterni o di studiare l inclinazione del lucernario in modo che lasci entrare solo i raggi del sole ad altezze inferiori.

86 Elementi di progetto: metodi di illuminazione naturale ILLUMINAZIONE DALL ALTO - problematiche Più si allarga l apertura dal lucernario verso il soffitto, più la luce riesce a diffondersi in modo uniforme.

87 Elementi di progetto: metodi di illuminazione naturale ILLUMINAZIONE DALL ALTO - problematiche Lucernaio vicino alla parete perimetrale: Permette di dirigere il fascio di luce entrante verso un punto preciso, se la parete è trattata con materiale molto riflettente e bassa rugosità

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