PIANO REGOLATORE DELL ILLUMINAZIONE COMUNALE (P.R.I.C.)

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1 PIANO REGOLATORE DELL ILLUMINAZIONE COMUNALE (P.R.I.C.) NORME DI ATTUAZIONE Tecnico incaricato Sirio s.r.l. Padenghe S/G p.i. Lorenzini Bruno p.i. Segreto Maurizio Desenzano del Garda, lì

2 INDICE GENERALE TITOLO I - NORME DI ATTUAZIONE DEL P.R.I.C. Art. 1- DEFINIZIONE Pag.4 Art. 2 - OBIETTIVI Pag.4 Art. 3 - ATTUAZIONE DEL P.R.I.C. Pag.5 Art. 4 - DEFINIZIONE DELLE AREE OMOGENEE Pag.5 Art. 5 - AMBITI CARATTERIZZANTI (RELAZIONE DI CORRISPONDENZA TRA P.R.I.C. E P.R.G.) Pag.7 Art. 6 - CRITERI DI CLASSIFICAZIONE ILLUMINOTECNICA DEI LUOGHI Pag Classificazione della viabilità 6.2 Classificazione illuminotecnica strade 6.3 Classificazione illuminotecnica di ambiti stradali 6.4 Punti di intersezione tra strade 6.5 Parcheggi radenti, marciapiedi o piste ciclabili 6.6 IIluminamento semisferico di classe A 6.7 IIluminamento semicilindrico 6.8 IIluminazione verticale 6.9 Collegamento tra le diverse classi di illuminamento 6.10 Correlazione tra la norma UNI10439 e la norma EN Valutazione dei flussi di traffico 6.12 Dipendenza dell'indice della categoria illuminotecnica da flusso di traffico, per tipologie di strade esistenti. Art. 7 - CLASSIFICAZIONE DELLA VIABILITÀ Pag Classificazione illuminotecnica strade 7.2 Flussi di traffico 7.3 Classificazione degli ambiti urbani ed extraurbani particolari Art. 8 - PRESCRIZIONI RELATIVE AGLI IMPIANTI ELETTRICI Pag Caratteristiche delle sorgenti luminose Le lampade ad incandescenza Vapori di mercurio Ioduri metallici Vapori di sodio a bassa pressione Vapori di sodio ad alta pressione Art. 9 - PROGETTAZIONE ELETTRICA Pag NORMA CEI NORMA CEI NORMA CEI 11-7 Art PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI O PER L ADEGUAMENTO DI QUELLI ESISTENTI Pag Nuova illuminazione Adeguamento impianti esistenti 2

3 TITOLO II - NORME PER IL CONTENIMENTO DEL CONSUMO ENEGETICO E L ABBATTIMENTO DELL INQUINAMENTO LUMINOSO Art FINALITA Pag.27 Art IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE ESTERNA PUBBLICI E PRIVATI DA REALIZZARE SUCCESSIVAMENTE ALLA DATA DI ENTRATA IN VIGORE DEL PRESENTE REGOLAMENTO Pag.27 Art IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE ESTERNA PUBBLICI PREESISTENTI ALLA DATA DI ENTRATA IN VIGORE DEL PRESENTE REGOLAMENTO Pag.28 Art IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE ESTERNA PRIVATI PREESISTENTI ALLA DATA DI ENTRATA IN VIGORE DEL PRESENTE REGOLAMENTO Pag.29 Art IMPIANTI SPORTIVI Pag.29 Art CRITERI INTEGRATIVI PER IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE ESTERNA PUBBLICI E PRIVATI Pag.29 Art. 17 DEROGHE Pag.30 Art. 18 AUTORIZZAZIONI Pag.31 Art PREVENZIONE, CONTROLLI, DIFFUSIONE DELLA DISCIPLINA INTINQUINAMENTO LUMINOSO Pag.31 Art. 20 SANZIONI Pag.32 ALLEGATI A) ELABORATI COSTITUTIVI DEL P.R.I.C. Pag.33 A1) TAVOLE PLANIMETRICHE A2) DOCUMENTI B) RIFERIMENTI NORMATIVI Pag.34 C) GLOSSARIO Pag.35 3

4 TITOLO I NORME DI ATTUAZIONE DEL P.R.I.C. Art.1 DEFINIZIONE COMUNE DI DESENZANO DEL GARDA Il PIANO REGOLATORE DELL'ILLUMINAZIONE COMUNALE della Città di Desenzano del Garda (in seguito chiamato PRIC) è uno strumento unitario, esteso a tutto il territorio comunale, che norma le prescrizioni riguardanti i caratteri illuminotecnici e formali per i progetti degli impianti di illuminazione. Il PRIC nella sua struttura sarà uno strumento a struttura parzialmente variabile in quanto formato da due diverse parti. - La prima parte contenente lo stato di fatto e le indicazioni per le future installazioni costituisce la parte invariabile salvo modifiche legislative o indirizzi provenienti direttamente dalla volontà dell Amministrazione comunale. - La seconda parte quella variabile sarà formata da tabelle e tavole di disegno che dovranno essere aggiornate con le variazioni che saranno effettuate sugli impianti esistenti o con le integrazioni per la realizzazione di nuovi impianti o diverse conformazioni delle zone o delle strade. (es. creazione di nuove rotatorie in sostituzione di incroci, creazione di nuovi marciapiedi o piste ciclabili etc.) Dall esame di tutti gli elaborati contenuti o connessi al PRIC saranno deducibili tutte le informazioni necessarie alla gestione complessiva della pubblica Illuminazione. Art.2 - OBIETTIVI L obiettivo del P.R.I.C. è quello di definire i criteri generali di intervento perseguendo: La sicurezza per il traffico stradale veicolare, nel rispetto delle norme del codice della strada e delle norme cogenti. La sicurezza fisica e psicologica delle persone, riducendo il numero di atti criminosi. L integrazione estetico-formale diurna e notturna degli impianti nel territorio comunale. L incentivazione delle attività serali. La migliore fruibilità degli spazi urbani. L illuminazione adeguata delle emergenze architettoniche e ambientali. L ottimizzazione dei costi di esercizio e manutenzione. L ottimizzazione delle linee di alimentazione in modo da limitare il numero dei quadri comando riducendo i punti di fornitura Enel e i costi d installazione degli impianti. L elevato grado di sicurezza per gli utenti e gli operatori. Scelte tipologiche di apparecchi illuminanti performanti, di facile manutenzione e installazione. Il controllo centralizzato delle linee principali degli impianti di illuminazione pubblica Il risparmio energetico: miglioramento dell efficienza globale dell impianto. Il contenimento dell inquinamento luminoso. 4

5 Art. 3 ATTUAZIONE DEL P.R.I.C. COMUNE DI DESENZANO DEL GARDA Il PRIC si attua attraverso la definizione: o Delle tipologie illuminotecniche suddivise in zone omogenee. o Dell architettura della rete. o Delle prestazioni richieste per le singole zone. o Delle tipologie di riferimento costruttive e impiantistiche. o Dell inserimento ambientale degli apparecchi. Art.4- DEFINIZIONE DELLE AREE OMOGENEE Per poter effettuare le opportune scelte illuminotecniche sia in relazione dell adeguamento degli impianti esistenti che nella realizzazione di quelli nuovi tenendo in dovuta considerazione la morfologia del territorio (pianura, collina, montagna), gli aspetti climatici prevalenti che influenzano la viabilità e la visibilità (pioggia, neve, agenti corrosivi, ecc.) e i vincoli territoriali (osservatori, aree protette, ecc.), si è diviso il territorio comunale in macrozone. Le macrozone identificate ed esplicitate nella TAV A01/A02/A03 degli allegati sono compatibili e ovviamente conformi alle indicazioni tipologiche esposte nell esistente PIANO REGOLATORE GENERALE; le aree individuate sono classificate secondo la loro possibile destinazione futura. Esse non rispecchiano fedelmente lo stato di fatto attuale ma indicano quale dovrà essere la loro classificazione e il loro inquadramento illuminotecnico a seguito delle variazioni che saranno realizzate negli anni a venire. (ES. Area attualmente sede di attività industriale ma destinata alla creazione di nuovi insediamenti residenziali sarà classificata come Z2 residenziale e non Z5 come attività produttiva. La creazione di illuminazione pubblica dovrà garantire i requisiti illuminotecnici previsti per le zone residenziali). Si precisa che l intero territorio non è compreso nelle fasce di protezione degli osservatori astronomici definite dalla delibera della Giunta regionale della regione Lombardia n 2611 del 11 dicembre Il territorio comunale è stato diviso nelle seguenti aree o ambiti caratterizzanti per quanto riguarda i requisiti illuminotecnica dell illuminazione esterna : A1 = Città Storica. Centro Storico; A2 = Vocazione Residenziale. Residenziale; A3 = Vocazione Terziario. Commerciale, Alberghi, Scuole, Ospedali; A4 = Ambientale e Agricolo. Agricolo, Boschi; A5 = Attività Produttive. Attività Produttive, Impianti Tecnologici; A6 = Parcheggi A6.1 = Parcheggi ad uso Pubblico 5

6 A6.2 = Parcheggi Privati A7 = Aree Verdi A7.1 = Verde Pubblico A7.2 = Verde Privato A8 = Caratterizzanti A8.1 = Zona di valore Storico A8.2 = Zona Archeologica A9 = Costiero. Aree Portuali, Balneari-Lungo lago Gli ambiti caratterizzanti sono più dettagliatamente descritti come segue: A1 = ambito 1 centro storico. Comprende tutte quelle zone che presentano un particolare pregio urbanistico perché contenenti gli edifici pregiati per storia e arte, i servizi primari, gli edifici amministrativi. La definizione dei limiti della zona 1 sono particolarmente importanti perché permettono all Amministrazione di poter concedere alcune deroghe come indicato nel regolamento di attuazione. A2 = ambito 2 ad indirizzo residenziale. Questa tipologia comprende tutte le aree esistenti già ad uso prevalentemente residenziale, quelle previste nei futuri piani di espansione residenziale e le aree in cui si preveda la trasformazione dell attuale utilizzo in residenziale. A3 = ambito 3 vocazione terziario comprende le aree destinate a servizi terziari e commerciali quali scuole, ospedali, supermercati, alberghi, centri sportivi, aree ricettive all aria aperta, aree per la protezione civile e gli intrattenimenti all aperto, aree di culto non rientranti nell elenco degli edifici di pregio storico, aree e attrezzature portuali, centri commerciali e affini, A4 = ambito 4 ad uso ambientale e agricolo comprende quella parte di territorio la cui destinazione non prevede la possibilità di realizzare attività diverse da quelle agricole. In tali zone sono compresi anche i parchi, i boschi. A5 = ambito 5 attività produttive comprende le aree già utilizzate dalle attività industriali e artigianali, le aree previste nei Piani di intervento per le attività produttive e tutte le aree al loro servizio e le aree per attrezzature impianti tecnologici. A6 = ambito 6 parcheggi comprende le aree destinate ad essere utilizzate come parcheggi,ad uso pubblico, privato e quelli al servizio delle attività. A7 = ambito 7 aree verdi sono aree inserite nel tessuto urbano destinate ad essere fruite come verde pubblico, fasce di rispetto stradale e verde privato. A8 = ambito 8 caratterizzanti comprende tutte le aree e gli edifici di pregio storico anche rurali, e le zone di tutela delle aree archeologiche. A9 = ambito 9 rispetto costiero definisce di massima le aree e le attrezzature balneari, i lungolaghi, le aree portuali e gli ambiti di tutela degli specchi e dei corsi d acqua. di rispetto delle strade principali, del corso del fiume, delle ferrovie ed altro previsto dalla vigente legislazione. 6

7 Art.5 - AMBITI CARATTERIZZANTI (RELAZIONE DI CORRISPONDENZA TRA P.R.I.C. E P.R.G.) La tabella riportata a seguito permette di realizzare una corrispondenza puntuale fra la definizione delle zone contenute nel Piano Regolatore Generale del comune e gli ambiti caratterizzanti utilizzati per la formazione del PRIC. AMBITI CARATTERIZZANTI PIANO REGOLATORE ILLUMINAZIONE COMUNALE AZZONAMENTO PIANO REGOLATORE GENERALE A 1 CITTA' STORICA CENTRO STORICO Zone a tessuto storico architettonico di conservazione e recupero (ZTS) (art. 41) Zone a tessuto urbano prevalentemente residenziale ad alta densità (ZTR1) (art. 43) A 2 VOCAZIONE RESIDENZIALE RESIDENZIALE Zone a tessuto urbano prevalentemente residenziale a media densità (ZTR2) (art. 44) Zone a tessuto urbano prevalentemente residenziale a bassa densità (ZTR3) (art. 45) Zone a tessuto urbano per attività prevalentemente commerciali terziarie (ZTC) Zone a tessuto urbano per attività alberghiere (ZTA) (art. 48) A 3 VOCAZIONE TERZIARIO COMMERCIALE ALBERGHI SCUOLE OSPEDALI Zone per attività ricettive all'aria aperta (ZARA) (art. 50) Aree e attrezzature per il culto Aree e attrezzature scolastiche per l'infanzia Aree e attrezzature scolastiche dell'obbligo Aree e attrezzature per lo sport Aree e attrezzature ospedaliere Aree e attrezzature scolastiche per l'istruzione superiore A 4 AMBIENTALE E AGRICOLO AGRICOLO BOSCHI Ea1 Zone agricole produttive a colture specializzate (art. 62) Ea2 Zone agricole produttive (art. 63) Eb1 Zone agricole e boschive di tutela paesistico ambientale (art. 60) Eb2 Zone agricole e boschive di valore 7

8 ambientale (art. 61) Boschi Zone a tessuto urbano per attività prevalentemente produttive (ZTP) (art. 46) A 5 ATTIVITA' PRODUTTIVE ATTIVITA' PRODUTTIVE IMPIANTI TECNOLOGICI Zone per attrezzature e impianti tecnologici (art. 37) Zone per attrezzature e impianti tecnologici - depuratore Zone per servizi speciali (art. 38) Area per la protezione civile e l'intrattenimento all'aperto A 6 PARCHEGGI PARCHEGGI AD USO PUBBLICO PARCHEGGI PRIVATI Parcheggi residenziali di uso pubblico Parcheggi extraresidenzili di uso pubblico Parcheggi privati a servizio delle attività Fasce di rispetto per infrastrutture della viabilità A 7 AREE VERDI VERDE PUBBLICO FASCE DI RISPETTO STRADALE Zone per il verde di mitigazione e ambientazione stradale Piazze e spazi pubblici pedonali Aree a verde attrezzato Aree e attrezzature civiche e collettive VERDE PRIVATO Zone con alta incidenza di verde privato (ZVP) (art. 49) Aree a verde in zone produttive e commerciali A 8 CARATTERIZZAN TI ZONA DI VALORE STORICO Classe 1 Insediamenti di origine rurale di valore storico e/o architettonico (art 64) Edifici di pregio (art. 64) ZONA ARCHEOLOGICA Ambito di tutela della zona archeologica Aree e attrezzature balneari A 9 COSTIERO AREE PORTUALI BALNEARI LUNGO LAGO Ambiti di tutela degli specchi e dei corsi d'acqua Aree e attrezzature portuali 8

9 Art.6 - CRITERI DI CLASSIFICAZIONE ILLUMINOTECNICA LUOGHI Classificazione della viabilità Il comune di Desenzano è già dotato di Piano Urbano del Traffico a cui si è fatto riferimento per la classificazione illuminotecnica delle strade. Si riporta la classificazione illuminotecnica delle strade del territorio comunale, sulla base della tipologia di asse stradale (da desumere dalla valutazione effettuata dal professionista illuminotecnico incaricato di redigere il Piano dell'illuminazione, in accordo con gli Uffici tecnici comunali. Si riportano le indicazioni per la classificazione di nuove strade o aree del territorio, in coerenza con le indicazioni del Piano e per l'ottimizzazione illuminotecnica degli impianti redatto dalla Regione Lombardia si veda l'allegato 6 Controllo del flusso luminoso indiretto e classificazione illuminotecnica del territorio) Classificazione illuminotecnica strade Si riporta la classificazione delle strade, in quanto strettamente correlata alla caratteristica degli impianti d'illuminazione, assumendo, quali riferimenti normativi: - Nuovo Codice della Strada (d.lgs. 30 aprile 1992, n. 285 e s.m.i.); - decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 5 novembre 2001 (Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade); - norma UNI10439 (definizione dell'indice illuminotecnico); - Norma UNI EN /2/3/4 nuova norma europea; Per effettuare la prima classificazione illuminotecnica delle strade si è fatto riferimento alla tabella contenuta nelle norme UNI revisione 1 che permettono di classificare la tipologia della strada e la conseguente classificazione illuminotecnica. Nelle tabelle si indicano i valori delle unità di misura quali la luminanza, l illuminamento, l uniformità e l abbagliamento. Successivamente sono state create le corrispondenze con le classificazioni contenute nella norma UNI-EN /2/3/4. 9

10 6.3 - Classificazione illuminotecnica di ambiti stradali La classificazione della tipologia della strada per stabilire il corretto indice illuminotecnico sarà desumibile dalla seguente tabella: Classificazione Carreggiate indipendenti (min) Corsie per senso di marcia (min) Altri requisiti minimi Indice illuminotecnico A autostrada B extraurbana principale C extraurbana secondaria D urbana a scorrimento veloce D urbana a scorrimento Tipo tangenziali e superstrade presenza di bancine laterali transitabili - S.P. Oppure S.S Limite velocità > 50 km/h Limite velocità < 50 km/h E urbana di quartiere o 2 nello stesso senso di marcia - solo proseguimento strade C - solo con corsie di manovra e parcheggi esterni alla carreggiata F extraurbana locale o 1 Se diverse strade C 4 F urbana interzonale o 1 Urbane locali di rilievo che attraverso il centro abitato F urbana locale o 1 Se diverse strade C NOTA Si consiglia che le sole strade urbane classificate con indice illuminotecnico 2, che ospitano un servizio permanente di trasporto pubblico e siano classificate con indice illuminotecnico 3 La classificazione illuminotecnica di ambiti stradali ha come fine ultimo la definizione dei valori progettuali di luminanza, che devono rispettare i progetti illuminotecnici definiti nella Tabella sottostante. 10

11 Indice illuminotecnico Luminanza media mantenuta Lm (cd/m²) Approx. Uniformità minima (%) +/- su Lm Uo U1 Valore Max indice abbagliamento debilitante Ti (%) 6 2, , , , , , NOTA E' necessario fare sempre riferimento al documento originale UNI. La l.r. 17/00 prescrive questi valori di luminanza come valori minimi di progetto. Il margine di tolleranza è specificato dalle stesse norme in termini di tolleranze di misura (valore massimo pari al 15%). La norma UNI si riferisce esclusivamente alle strade con movimento veicolare e non prende in considerazione tutte gli altri spazi presenti in un territorio urbano. Con il recepimento della norma EN armonizzata europea sono stati introdotti nuovi e diversi parametri e classi che permettono di armonizzare correttamente tutti gli ambienti. Nella norma EN in relazione alle strade definisce due nuove categorie illuminotecniche ME per le strade asciutte e MEW per le strade bagnate. Per strade bagnate si intende quelle che per la loro posizione prossima a bacini acquatici o per il loro utilizzo sono bagnate per la maggior parte dell anno. Tabella ME Classe Luminanza della carreggiata Contrasto di soglia L cd/m2 Uº Uι TI SR ME ME ME 3a ME 3b ME 3c ME 4a ME 4b ME ME N.R. E.m. aree circostanti La tabella ME deve essere utilizzata in presenza delle seguenti condizioni : - Strada con prevalente traffico motorizzato. - Strade con marciapiedi o piste ciclabili separate. 11

12 - Strade con piccoli incroci a raso. - Strade con traffico misto e velocità di scorrimento ridotta. - Fondi prevalentemente asciutti Tabella MEW Classe Luminanza della carreggiata Asciutto Bagnat Contrasto E.m. aree o di soglia circostanti L cd/m² Uº Uι Uº TI SR MEW MEW MEW MEW N.R MEW N.R La tabella MEW deve essere utilizzata in presenza delle seguenti condizioni: - Stessi criteri della classe ME1 ma da utilizzare nei casi in cui il fondo sia prevalentemente umido o bagnato.una verifica può essere utile nei casi in cui il fondo bagnato possa compromettere le condizioni divisione per gli osservatori (es.: banchine dei porti). Condizioni in cui è applicabile la tabella MEW: - Visibilità minima di 60-80m - 1/2 sensi di osservazione significativi Punti di intersezione tra strade Nella classificazione della circolazione stradale assumono particolare importanza i punti di intersezione o di conflitto fra le varie strade. In questi casi non si possono applicare gli stessi criteri dei tratti rettilinei ma devono essere verificati gli illuminamenti orizzontali. Questi punti sono formati prevalentemente da strade commerciali corsie di accelerazione e incolonnamento, incroci, rotatorie,sottopassi e similari. La classe di questi ambienti si definisce CE 12

13 Tabella CE Classe Illuminamento orizzontale E. Medio (minimo mantenuto) Uº (minimo) CE CE CE CE CE CE La tabella CE deve essere utilizzata in presenza delle seguenti condizioni : - Incroci importanti, rotatorie e svincoli. - Strade di aree commerciali. - Corsie di incolonnamento e decelerazione. - Sottopassi pedonali e ciclabili. Condizioni in cui è applicabile la tabella CE. - Quando le convenzioni per la luminanza non sono applicabili (in generale aree complesse con molteplici direzioni di osservazione). Come classe aggiuntiva per situazioni in cui siano presenti più utenti della strada. 6.5 Parcheggi radenti, marciapiedi o piste ciclabili Oltre ai punti di conflitto sulle strade molte volte sono realizzate zone di parcheggio radente, marciapiedi o piste ciclabili. Anche in questo caso diviene importante per la sicurezza l illuminamento orizzontale. La classe di questi ambienti si definisce S. 13

14 Tabella S Classe Illuminamento orizzontale E. Medio (minimo mantenuto) E. min (mantenuto) S S S S4 5 1 S S S7 Non determinato La tabella S deve essere utilizzata in presenza delle seguenti condizioni : - Nelle aree in cui sia necessario garantire la sicurezza delle persone o delle cose da illuminare assicurando un minimo livello di illuminazione. Le aree in questione saranno prevalentemente di tipo pedonale o di secondaria importanza. La categoria S deve essere considerata come base per l illuminazione di Piazze, Parchi Pubblici, parcheggi, marciapiedi ed eventualmente piste ciclopedonali. 6.6 Illuminamento semisferico di classe A In alternativa alla precedente tabella utilizzabile per lo stesso tipo di ambienti può essere utilizzata un diverso approccio illuminotecnico calcolando l illuminamento semisferico di classe A che permette di valutare meglio le dimensione degli oggetti. Tabella A Classe Illuminamento semisferico E. Medio (minimo mantenuto) Uº (minimo) A A A A A A6 Non determinato. 14

15 6.7 Illuminamento semicilindrico Per gli ambienti in cui diviene importante il riconoscimento delle forme tridimensionali e una buona percezione della figura anche a distanza aumentando la sicurezza, quali le aree pedonali, le piazze, i parcheggi, i marciapiedi e similari, si utilizza la classe ES che serve a valutare l illuminamento semicilindrico. Tabella ES Classe Illuminamento semicilindrico Esc. Minimo (mantenuto) ES1 10 ES2 7.5 ES3 5 ES4 3 ES5 2 ES6 1.5 ES7 1 ES ES9 0.5 La tabella ES deve essere utilizzata in presenza delle seguenti condizioni: La classe ES è una classe aggiuntiva, il suo utilizzo è da prevedere congiuntamente alle altre classi base. In tutte le aree pedonali dove è importante limitare il senso di insicurezza, principalmente piazze, parcheggi, marciapiedi e zone pedonali Illuminazione verticale Nei casi in cui sia necessario valutare in modo corretto la quantità di luce che colpisce una sagoma o un ostacolo che si stagli sul fondo come nel caso di passaggi pedonali, caselli autostradali e simili, sarà necessario valutare l illuminazione verticale con i criteri stabiliti dalla classe EV 15

16 Tabella EV Classe Illuminamento verticale Ev. Minimo (mantenuto) EV1 50 EV2 30 EV3 10 EV4 7.5 EV5 5 EV6 0.5 La tabella EV deve essere utilizzata in presenza delle seguenti condizioni : - Il calcolo della classe EV è un parametro aggiuntivo ed integrativo in alcune condizioni alle classi ME MEW CE S - Negli attraversamenti pedonali, sul fronte dei caselli a pedaggio. In tutti i casi in cui è necessario verificare la corretta illuminazione di una sagoma. 6.9 Collegamento tra le diverse classi di illuminamento Per permettere un collegamento facilmente accessibile del coordinamento fra i vari ambienti e le loro classi di appartenenza si faccia riferimento alle seguenti tabelle. 16

17 Livelli di prestazione visiva e di PROGETTO Indice III. UNI Classe EN ME1 ME2 ME3 ME4 ME5 ME6 Luminanze [cd/m²] 2 2,5 1 0,75 0,5 0,3 E orizzontali CE0 (50lx) CE1 (30lx) CE 2 (20lx) CE3 (15lx) CE4 (10lx) CE5 (7.5lx) E orizzontali S1 (15lx) S2 (10lx) S3 (7.5lx) S4 (5lx) S5 (3lx) S6 (2lx) E. semicilindrici ES1 (10lx) ES2 (7.5lx) ES3 (5lx) ES4 (3lx) ES5 (2lx) ES6 (1.5lx) ES7 (1lx) ES8 (0.75lx) ES9 (0.5lx) E. verticali EV1 (50lx) EV2 (30lx) EV3 (10lx) EV4 (5lx) EV5 (0.5lx) NOTA Definita la classe, secondo la norma UNI10439, della strada di progetto, è possibile risalire alle classi delle aree limitrofe (percheggi, incroci, ciclabili, parchi, pedonali, ecc...) Correlazione tra la norma UNI10439 e la norma EN Per la corretta classificazione del resto del territorio con i valori massimi consentiti in termini di Illuminamenti orizzontali medi per ciascuna classe non stradale si riporta di seguito la tabella di correlazione tra la norma UNI10439 e la norma EN Classe Illuminamento orizzontale E. Medio (minimo contenuto) Illuminamento semicilindrico Uo Emedio Classe Esc Minimo (mantenuto) CE0 50 0,4 ES1 10 CE1 30 0,4 ES2 7,5 CE2 20 0,4 ES3 5 CE3 15 0,4 ES4 3 CE4 10 0,4 ES5 2 CE5 7,5 0,4 ES6 1,5 Classe E. Medio (minimo contenuto) E. min (mantenuto) ES7 1 17

18 S ES8 0,75 S ES9 0,5 S3 7,5 1,5 Illuminamento verticale S4 5 1 Classe Ev Minimo S5 3 0,6 EV1 50 S6 2 0,6 EV2 30 S7 Non determinato EV3 10 EV4 7,5 EV5 5 EV6 0, Valutazione dei flussi di traffico Al fine di favorire la migliore classificazione del territorio in funzione del traffico, la norma UNI permette di ridurre i livelli di luminanza quando il traffico risulta inferiore al 50% e al 25% del livello massimo consentito per ciascuna tipologia di strada. Nella successiva tabella sono indicati i valori utilizzabili. Clas se A B C D E F Tipo di strada Autostrada extraurbana Extraurbana principale Extraurbana secondaria Urbana di scorrimento Urbana di quartiere Extraurbana locale Portata di servizio per corsia (veicoli/ora) Indice illuminot ecnico con flusso massimo Flusso ridotto (< 50% del max) Portata per corsia (veicoli/ora) Indice illuminotecn ico Flusso ridotto (< 25% del max) Portata per corsia (veicoli/or a) Indice illuminotecn ico F Urbana locale

19 Dipendenza dell'indice della categoria illuminotecnica da flusso di traffico, per tipologie di strade esistenti. La riduzione della luminanza del manto stradale in funzione dei livelli di traffico e della tabella sopra riportata viene normalmente attuata con l'introduzione di sistemi di riduzione del flusso luminoso, prescritti dalla l.r. 17/00, che, oltre a permettere risparmi che possono anche raggiungere, in casi particolari, il 30% dei consumi elettrici, consentono di preservare e spesso allungare la vita media delle lampade installate, riducendo quindi anche i costi di manutenzione. L'utilizzo di tali sistemi è sempre obbligatorio nei nuovi impianti d'illuminazione stradale, dove devono essere utilizzate sorgenti luminose dimmerabili (come il sodio alta pressione) e dove è richiesto, per ragioni di sicurezza, il mantenimento delle luminanze minime di progetto, mentre la legge prescrive lo spegnimento alternato, parziale o completo ove non sussistano esigenze di sicurezza oltre una certa ora (monumenti, piazzali, parchi chiusi al pubblico, ecc.). Per permettere una corretta valutazione delle future scelte progettuali o si riportano alcune ulteriori precisazioni di legge o osservazioni di carattere generale: - la riduzione del flusso luminoso non è alternativa alle prescrizioni di legge in termini di controllo del flusso luminoso diretto, indiretto, e all'utilizzo di sorgenti efficienti, ma è subordinato a queste ultime e la sua obbligatorietà completa l'efficacia delle precedenti prescrizioni di legge; - è scorretto, sotto il profilo progettuale e in relazione ai riferimenti di legge, sovradimensionare gli impianti con potenze superiori a quelle richieste, applicando poi riduttori di flusso per ridurre le potenze stesse; questa operazione permette di conseguire elevati risparmi energetici, in realtà fittizi, su impianti che, se progettati correttamente, già a regime e senza riduzione consentono consumi inferiori;, - la scelta di un prodotto è funzionale alle effettive esigenze e scelte del Comune; è comunque importante, vista la particolarità e la delicatezza dell'applicazione, che il sistema sia semplice, funzionale, collaudato, facile da gestire e possibilmente sia già stato utilizzato in applicazioni simili. Art. 7 - CLASSIFICAZIONE DELLA VIABILITÀ Il Comune di Desenzano d/g è dotato di Piano Urbano del Traffico ( P.U.T.) a cui fare riferimento per la classificazione illuminotecnica delle strade e quindi si è provveduto ad effettuare l equivalenza secondo illuminotecnica secondo i criteri contenuti nel presente PRIC. Nella tabella generale allegata si riportano le indicazioni per la classificazione di nuove strade o aree del territorio, in coerenza con le indicazioni del Piano e per l'ottimizzazione illuminotecnica degli impianti 7.1 Classificazione illuminotecnica strade 19

20 Si riporta la classificazione delle strade, in quanto strettamente correlata alla caratteristica degli impianti d'illuminazione, assumando, quali riferimenti normativi: - Nuovo Codice della Strada (d.lgs. 30 aprile 1992, n. 285 e s.m.i.); - decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 5 novembre 2001 (Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade); - norma UNI10439 (definizione dell'indice illuminotecnico). In tale ambito, si procede a: - identificare la distribuzione percentuale delle strade per ciascun indice illuminotecnico; - elaborare la lista completa della classificazione delle strade e dell'indice di categoria illuminotecnica di tutto il tracciato viario del territorio comunale. 7.2 Flussi di traffico Si inseriscono i dati di traffico orario sull'asse viario comunale, estrapolati da controlli notturni sulle arterie più significative per la valutazione della curva di calibrazione per sistemi, puntuali o centralizzati, per la riduzione del flusso luminoso, in coerenza con la norma UNI del 2001, che consente di ridurre i livelli di illuminazione quando il traffico risulti inferiore al 50% e al 25% del livello massimo consentito per ogni tipologia di strada. 7.3 Classificazione degli ambiti urbani ed extraurbani particolari Si riporta la classificazione degli ambiti particolari del territorio, attingendo alle norme tecniche EN (assegnazione di determinati valori progettuali in relazione alla propria destinazione). a. EN Illuminamenti orizzontali: classe S La classificazione delle Aree, secondo la classe S della norma EN13201, riguarda: - strade pedonali; - piste ciclabili; - parcheggi; - piazze; - giardini e parchi (al servizio delle sole aree pedonali). b. EN Illuminamenti orizzontali: classe CE La classificazione delle Aree di conflitto, secondo la classe CE della norma EN13201, riguarda: - incroci principali; - rotatorie; - svincoli; - sottopassi; - aree di conflitto, a traffico misto, ove non sia applicabile la normativa stradale e la classe S. c. EN classe aggiuntiva A In alcune situazioni in cui le zone in oggetto non siano ben delimitate dalla sede stradale, altre alla luminanza è importante verificare anche il livello di illuminamento soprattutto nel valore minimo mantenuto 20

21 - parcheggi a raso, - marciapiedi - piste ciclabili. - piccole circolazioni interne veicolari o pedonali. d. EN illuminazione semicilindrica ES Per gli ambienti in cui diviene importante il riconoscimento delle forme tridimensionali e una buona percezione della figura anche a distanza aumentando la sicurezza. Questa illuminazione è sempre associata alla classe S e riguarda: - le aree pedonali, - le piazze - i parcheggi - i marciapiedi e similari e. EN Illuminazione verticale EV Dovrà essere utilizzata nei casi in cui sia necessario valutare in modo corretto la quantità di luce che colpisce una sagoma o un ostacolo che si stagli sul fondo. - passaggi pedonali - caselli autostradali e simili Il calcolo della classe EV è un parametro aggiuntivo ed integrativo in alcune condizioni alle classi ME MEW CE S Art. 8 - PRESCRIZIONI RELATIVE AGLI IMPIANTI ELETTRICI 8.1 CARATTERISTICHE DELLE SORGENTI LUMINOSE La prima forma di risparmio possibile nel campo dell'illuminazione tecnica è quella della sostituzione delle lampade inefficienti con delle lampade più efficienti, laddove questo sia possibile e non sia soggetto a considerazioni di carattere estetico : è questo il caso di aree sensibili e centri storici dove il tipo di illuminazione è parte integrante del monumento o dell'arredo urbano. Le lampade usate nell'illuminazione pubblica possono essere catalogate in funzione della natura dell'emissione luminosa e quindi in base al principio fisico di funzionamento e alla conseguente tipologia di produzione. Qui di seguito vengono descritti gli aspetti principali delle lampade normalmente in commercio: a incandescenza, a ioduri, a vapori di mercurio, a vapori di sodio in bassa pressione e a vapori di sodio in alta pressione Le lampade ad incandescenza Questo tipo di lampada può essere usato solo per particolari effetti nelle installazioni dei centri storici o nelle illuminazioni monumentali 21

22 Vapori di mercurio COMUNE DI DESENZANO DEL GARDA Questo tipo di lampada non può più essere usato nelle nuove installazioni e deve essere sostituito entro i termini concessi nellì adeguamento dell esistente Ioduri metallici Questo tipo di lampada può essere utilizzato solo per illuminazioni di arredo urbano o in particolari luoghi in deroga quando sia necessario migliorare la resa colore dell illuminazione Vapori di sodio a bassa pressione Questo tipo di lampada si utilizza solo per particolari scelte progettuali Vapori di sodio ad alta pressione Questa tipologia di lampada in tutte le sue variabili, per il suo rendimento e la sua durata è idonea a tutti gli utilizzi di pubblica illuminazione. Art. 9 - PROGETTAZIONE ELETTRICA 9.1 NORMA CEI 64-8 La norma CEI 64-8 contiene i criteri e le prescrizioni occorrenti per la progettazione e la realizzazione elettrica degli impianti di illuminazione pubblica. Per gli altri impianti di illuminazione esterna non destinati all illuminazione pubblica (cortili di capannoni, giardini privati, ecc..), è necessario seguire le prescrizioni di altre norme CEI, in particolare la norma CEI 64-8 riguardante gli impianti elettrici utilizzatori. La norma CEI 64-8 contiene prescrizioni relative a: - resistenza d isolamento verso terra; - caduta di tensione; - perdite nella linea di alimentazione; - fattore di potenza (cos φ); - distribuzione dei carichi nei circuiti di alimentazione trifasi; - sezionamento e interruzione; - protezione contro i cortocircuiti ed i sovraccarichi; - protezione contro i contatti diretti ed indiretti; - protezione contro le sollecitazioni meccaniche; - grado di protezione dei componenti; - livello d isolamento verso terra dei componenti; - dispersori di terra, quando necessari; - sezione minima dei cavi; - sezione minima dei conduttori di terra, quando necessari; 22

23 - distanziamento dalla carreggiata e dalla sede stradale; - altezza minima sulla carreggiata; - distanziamento dai conduttori di linee elettriche aeree esterne. La norma prescrive altresì che ogni impianto di illuminazione pubblica sia dotato di: - schema elettrico dell impianto; - planimetria. Per quanto riguarda in particolare il grado di protezione dei componenti elettrici, si ricorda che esso è definito dalla sigla IP seguita da due numeri di cui il primo, compreso fra 0 e 6, indica il grado di protezione contro la penetrazione di corpi solidi ed il secondo, compreso fra 0 e 8, riguarda la protezione contro i liquidi. Tale grado di protezione deve essere, come minimo, il seguente: - per i componenti interrati o installati in un pozzetto: IP 58; - per i componenti installati a meno di tre metri dal suolo: IP 43; - per i componenti installati a 3 metri o più dal suolo: IP 23 se destinati a funzionare sotto la pioggia e IP 22 in caso contrario. La norma CEI 64-8 fa rimarcare anche i seguenti aspetti che devono pertanto essere tenuti presenti dai progettisti, dagli installatori e dai manutentori degli impianti elettrici di illuminazione pubblica: - la protezione dei sostegni contro i fulmini non è necessaria per gli ordinari sostegni degli impianti di illuminazione pubblica; la protezione contro i fulmini potrebbe risultare necessaria nel caso di sostegni molto alti come le torri-faro e simili (nel nostro comune, essendo la quantità prevista di fulmini che cadono al suolo ogni anno di 4 fulmini/km 2, devono essere protette contro i fulmini le torri-faro di altezza superiore a 21 m, ma soltanto se il terreno posto a meno di 5 m dalla torre-faro ha una resistività minore o uguale a 5k m e se è prevista la presenza di persone in numero elevato a meno di 5 m dalla torre-faro; se queste condizioni non sono verificate, le torri-faro, di qualunque altezza siano, non necessitano di protezione contro i fulmini); - nel caso di impianti realizzati con apparecchiature e/o morsettiere di classe I (ossia munite del solo isolamento ordinario), l impianto di messa a terra delle apparecchiature e dei sostegni può essere messo in esercizio (e quindi acceso l impianto) soltanto dopo che l impresa che lo ha realizzato ha prodotto la dichiarazione di conformità; - l impianto di messa a terra deve essere oggetto di verifiche periodiche; nel caso di impianti realizzati con apparecchiature illuminanti, cavi e morsettiere di classe II (a doppio isolamento o ad isolamento rinforzato), la messa a terra delle apparecchiature e dei sostegni non è né necessaria né richiesta; la manutenzione (o la riparazione) di un impianto di illuminazione pubblica è un lavoro elettrico che, pertanto, può essere eseguito soltanto da lavoratori formati secondo le norme CEI sui lavori elettrici e 11-27/1 (preposti, persone PEC, PAV, PES e PEI) i quali devono operare secondo 23

24 procedure di lavoro appositamente predisposte; i lavori di manutenzione elettrica degli impianti elettrici degli impianti di illuminazione pubblica saranno pertanto affidati unicamente a imprese aventi lavoratori dipendenti abilitati ad eseguire lavori elettrici; - anche gli altri committenti, pubblici o privati, che affidano ad un impresa la manutenzione (o la riparazione) di un impianto di illuminazione esterna devono pretendere che la stessa affidi i lavori a suoi lavoratori formati come indicato nel precedente alinea. Ulteriori prescrizioni riguardanti i cavi, le linee aeree, i quadri, i dispositivi di protezione, la messa a terra, ecc. sono contenute in altre norme CEI; fra esse sono particolarmente importanti le norme CEI 11-4, NORMA CEI 11-4 La norma CEI 11-4 Esecuzione delle linee elettriche aeree esterne fornisce le prescrizioni fondamentali relative al progetto ed alla costruzione delle linee elettriche aeree utilizzate per la distribuzione pubblica dell energia elettrica e, quindi, anche per l alimentazione degli impianti di illuminazione esterna. In particolare, tali prescrizioni riguardano gli attraversamenti di opere pubbliche (strade, altre linee elettriche, linee di telecomunicazione, ecc..), le distanze di rispetto dai fabbricati e dalle altre opere, le altezze rispetto al suolo. Le principali prescrizioni riguardano: - le altezze dei conduttori da terra (art ); - le distanze dai fabbricati (art ); - linee elettriche e di telecomunicazione su una stessa parete (art ); - le dimensioni minime dei conduttori (art ); - la tipologia dei sostegni (sezione 4). 9.3 NORMA CEI La norma CEI Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica, linee in cavo fornisce le prescrizioni fondamentali relative al progetto ed alla costruzione delle linee elettriche in cavo interrato utilizzate per la distribuzione pubblica dell energia elettrica e, quindi, anche per l alimentazione degli impianti di illuminazione esterna. In particolare tali prescrizioni riguardano: - gli attraversamenti di opere pubbliche (strade, altre linee elettriche, linee di telecomunicazione, canali, ecc..); - le distanze di rispetto dai fabbricati e dalle altre opere; - le altezze rispetto al suolo; - le modalità di posa dei cavi (art e art ); 24

25 - la scelta dei cavi (sezione 2); - le condizioni ambientali e di posa (sezione 3); - le protezioni contro le sollecitazioni meccaniche esterne (sezione 4); - la coesistenza tra cavi di energia ed altre opere o strutture (capitolo IV, sezioni 1 e 2). Art PROCEDURE PER LA REALIZZAZIONE DI NUOVI IMPIANTI O PER L ADEGUAMENTO DI QUELLI ESISTENTI. Il presente PRIC contiene tutte le prescrizioni necessarie per ottemperare alle leggi vigenti ed è sufficiente a fornire le indicazioni necessarie per la completa realizzazione di un impianto di pubblica illuminazione. Per maggior chiarezza si indicano di seguito le seguenti la procedura amministrative Nuova illuminazione 1. Il progettista richiede all Ufficio Tecnico Comunale di fornire i seguenti dati relativi alla locazione dell impianto da realizzare e precisamente: ambito di appartenenza da TAV A01-A02-A03, classificazione della strada o del luogo esistenza di eventuali vincoli, tipologia dei pali e corpi illuminanti da installare in conformità alle scelte estetiche e tecniche dell Amministrazione. 2. A seguito il progettista redige un progetto illuminotecnico conforme alla legge 17/2000 e successivi aggiornamenti, completo di tutti gli elaborati previsti. 3. L Ufficio Tecnico Comunale valuta il progetto e, nel caso sia corretto, lo approva (è facoltà dell Ufficio Tecnico Comunale accettare una Dichiarazione di Conformità del progetto Illuminotecnico alla legge 17/2000, redatta in conformità ai modelli della Regione Lombardia Allegato 5). 4. I lavori, eseguiti obbligatoriamente da Ditta avente i requisiti di legge, saranno realizzati in conformità alla regola d arte alle leggi vigenti e al progetto. Al termine dei lavori la Ditta esecutrice dovrà fornire i seguenti documenti: Dichiarazione di Conformità dell Installazione alla L.R. 17/2000 redatta in conformità ai modelli della Regione Lombardia (allegato 6), Copia elaborati tecnici aggiornati allo stato di fatto, Dichiarazione di Conformità degli impianti elettrici realizzati completa di Allegati obbligatori, Dichiarazione di Conformità del corpo illuminante utilizzato avente le caratteristiche previste dal modello redatto dalla Regione Lombardia (allegato 6). 5. Sarà facoltà dell Ufficio Tecnico Comunale richiedere il collaudo dell impianto ad un tecnico diverso dal progettista prima della presa in carico dello stesso. 25

26 10.2 Adeguamento impianti esistenti COMUNE DI DESENZANO DEL GARDA Qualora si tratti di adeguare una illuminazione già esistente dovranno essere messi in atto tutte le considerazioni che permettano il maggior recupero delle parti esistenti. 1. Il progettista richiede all Ufficio Tecnico Comunale di fornire i seguenti dati relativi alla locazione dell impianto da realizzare e precisamente: ambito di appartenenza da TAV A01-A02-A03, classificazione della strada o del luogo (deducibile dalla TABELLA generale vie) esistenza di eventuali vincoli, tipologia dei pali e corpi illuminanti da installare in conformità alle scelte estetiche e tecniche dell Amministrazione. 2. A seguito il progettista redige un progetto illuminotecnico conforme alla legge 17/2000 e successivi aggiornamenti, completo di tutti gli elaborati previsti verificando la possibilità di recupero degli impianti elettrici e dei pali esistenti se compatibili. Verifica inoltre la possibilità di razionalizzare l impianto utilizzando utenze esistenti o accorpando le stesse. Verifica la possibilità di utilizzo di riduttori di flusso. 3. L Ufficio Tecnico Comunale valuta il progetto e, nel caso sia corretto, lo approva (è facoltà dell Ufficio Tecnico Comunale accettare una Dichiarazione di Conformità del progetto Illuminotecnico alla legge 17/2000, redatta in conformità ai modelli della Regione Lombardia Allegato 5). 4. I lavori, eseguiti obbligatoriamente da Ditta avente i requisiti di legge, saranno realizzati in conformità alla regola d arte alle leggi vigenti e al progetto. Al termine dei lavori la Ditta esecutrice dovrà fornire i seguenti documenti: Dichiarazione di Conformità dell Installazione alla L.R. 17/2000 redatta in conformità ai modelli della Regione Lombardia (allegato 6), Copia elaborati tecnici aggiornati allo stato di fatto, Dichiarazione di Conformità degli impianti elettrici realizzati completa di Allegati obbligatori, Dichiarazione di Conformità del corpo illuminante utilizzato avente le caratteristiche previste dal modello redatto dalla Regione Lombardia (allegato 6). 5. Sarà facoltà dell Ufficio Tecnico Comunale richiedere il collaudo dell impianto ad un tecnico diverso dal progettista prima della presa in carico dello stesso. Al recepimento di tutta la documentazione l Ufficio Tecnico Comunale provvederà (periodicamente) ad aggiornare gli elaborati grafici allegati al presente P.R.I.C.. 26

27 TITOLO II NORME PER IL CONTENIMENTO DEL CONSUMO ENERGETICO E L ABBATTIMENTO DELL INQUINAMENTO LUMINOSO Art. 11 FINALITA 1. L obiettivo del presente regolamento è di stabilire per il territorio del Comune di Desenzano razionali criteri per la realizzazione di impianti per l illuminazione esterna, pubblica e privata, caratterizzati da proprietà illuminotecniche funzionali all abbattimento dell inquinamento luminoso ed al risparmio energetico. 2. Si considera inquinamento luminoso dell atmosfera ogni forma di irradiazione di luce artificiale che si disperda al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente dedicata e, in particolar modo, se orientata al di sopra della linea dell orizzonte. Art IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE ESTERNA PUBBLICI E PRIVATI DA REALIZZARE SUCCESSIVAMENTE ALLA DATA DI ENTRATA IN VIGORE DEL PRESENTE REGOLAMENTO 1. Tutti i nuovi impianti di illuminazione esterna pubblici e privati, ivi compresi quelli in fase di progettazione, devono rispettare le indicazioni espresse dalla legge Regione Lombardia n. 17 del 27 marzo 2000 Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad uso di illuminazione esterna e di lotta all inquinamento luminoso e successive modifiche e/o integrazioni e dal relativo regolamento d attuazione. 2. Tali impianti, dovranno avere un intensità luminosa massima di 0,49 candele (cd) per 1000 lumen di flusso luminoso totale emesso per angoli gamma maggiori o uguali a 90 ed essere dotati di sole lampade con la più alta efficienza possibile in relazione allo stato della tecnologia (rapporto lumen/watt maggiore o uguale a 100). 3. La luminanza media mantenuta delle superfici da illuminare non potrà essere superiore ai livelli minimi previsti dalle normative tecniche di sicurezza ovvero dai presenti criteri. 4. A parità di luminanza devono essere impiegati apparecchi che conseguano impegni ridotti di potenza elettrica e condizioni ottimali di interasse dei punti luce (rapporto fra interdistanza e altezza delle sorgenti luminose non inferiore al valore di 3,7 1 ). 5. Al fine di ridurre ulteriormente il consumo energetico e l inquinamento luminoso, tutti i nuovi impianti, salvo quelli destinati a: - ordine pubblico, giustizia, difesa e servizi pubblici; - zone legate alla sicurezza quali strade e incroci stradali, nodi ferroviari; 1 L.r. 38/04 articolo 7, comma 6 lettera c) 27

28 - lavori notturni e/o urgenti; - ove sussistano esigenze di sicurezza (monumenti, piazzali, parchi chiusi al pubblico, ecc.); dovranno essere provvisti di appositi dispositivi in grado di ridurre, entro le ore 24:00 2, il flusso emesso dalle lampade in misura non inferiore al 30% rispetto al pieno regime di operatività. In ogni caso la riduzione va applicata qualora le condizioni d uso della superficie illuminata siano tali che la sicurezza non ne venga compromessa. 6. Per tutti i nuovi impianti illuminanti edifici e/o monumenti è ammessa solo la tecnica di illuminazione radente dall alto verso il basso, nel quale caso, i fasci di luce dovranno rimanere almeno un metro al di sotto del bordo superiore della superficie da illuminare, comunque entro il perimetro degli stessi e la luminanza media delle superfici illuminate non può superare 1 candela/m 2. Nei casi di comprovata inapplicabilità è prevista deroga esclusivamente per manufatti di particolare e comprovato valore artistico, architettonico e storico purché rimangono entro il perimetro degli stessi e l'illuminamento non superi i 15 lux con l'emissione massima al di fuori della sagoma da illuminare non superiore a 5 lux. 7. L illuminazione pubblica del centro storico deve dare preferenza agli apparecchi posizionati sotto gronda o direttamente a parete. 8. Fari e/o proiettori, illuminanti parcheggi, piazzali, giardini, monumenti, impianti sportivi, ludici, di intrattenimento, svincoli ferroviari e stradali, complessi industriali e commerciali di ogni tipo dovranno obbligatoriamente avere, rispetto al terreno, un inclinazione tale, in relazione alle caratteristiche dell impianto, da non inviare oltre 0,49 cd per 1000 lumen a 90 e oltre. 9. L illuminazione delle insegne non dotate di illuminazione propria deve essere realizzata dall alto verso il basso. Per le insegne dotate di illuminazione propria, il flusso totale emesso non deve superare i lumen. 10. Le insegne illuminate da faretti, anche se facenti parte dell insegna stessa devono emettere massimo 0,49 cd per 1000 lumen a 90 e olt re, come tutti gli altri impianti di illuminazione esterna. 11. Gli impianti di illuminazione in presenza di alberature devono essere posizionati in modo che il flusso verso le superfici da illuminare non sia intercettato dalla chioma degli alberi stessi anche tramite le necessarie potature. Art. 13- IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE ESTERNA PUBBLICI PREESISTENTI ALLA DATA DI ENTRATA IN VIGORE DEL PRESENTE REGOLAMENTO. 1. Le modifiche delle inclinazioni delle sorgenti di luce, secondo i criteri indicati nel presente regolamento, devono essere applicate entro i termini previsti dalla legge. 2 L.r. 17/00 articolo 6, comma 2 28

29 2. Entro 1 anno dall entrata in vigore del medesimo regolamento comunale deve essere redatto da figure professionali specialistiche 3, un programma di interventi di adeguamento dell illuminazione pubblica alla L.R. 17/00 e al presente regolamento, da ultimarsi entro i termini fissati dalle disposizioni di legge regionali. Art. 14- IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE ESTERNA PRIVATI PREESISTENTI ALLA DATA DI ENTRATA IN VIGORE DEL PRESENTE REGOLAMENTO. Entro 4 anni dalla data di entrata in vigore del presente regolamento gli impianti di illuminazione esterna privati, non rispondenti ai criteri indicati per i nuovi impianti, devono essere ad essi conformati, fatte salve le deroghe di cui al successivo art.18. Art IMPIANTI SPORTIVI 1. L illuminazione di tali impianti, operata con fari, torri faro e proiettori, deve essere realizzata nel rispetto delle indicazioni generali di cui all art La stessa deve essere garantita con l impiego preferibilmente di lampade ad alta efficienza. 3. I proiettori devono essere di tipo asimmetrico, con inclinazione tale da contenere la dispersione di luce al di fuori dell area destinata all attività sportiva. 4. Gli impianti devono essere dotati di appositi sistemi di variazione della luminanza in relazione alle attività/avvenimenti, quali allenamenti, gare, riprese televisive, ed altri. 5. Per gli impianti sportivi di grandi dimensioni, ove siano previste riprese televisive, è consentito affiancare ai proiettori asimmetrici proiettori a fasci concentranti, comunque dotati di schermature per evitare la dispersione della luce al di fuori delle aree designate a condizione che l'impiego sia limitato al tempo della manifestazione. Art CRITERI INTEGRATIVI PER IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE ESTERNA PUBBLICI E PRIVATI 1. Tutte le sorgenti di luce altamente inquinanti già esistenti, come globi, globi con alette schermanti, sistemi a luce indiretta, lanterne e similari, devono essere schermate o comunque dotate di dispositivi in grado di contenere e dirigere a terra il flusso luminoso comunque non oltre 15 cd per 1000 lumen a 90 e olt re. 3 Professionisti singoli o associati, iscritti a Ordini o Collegi professionali, in possesso dell'esperienza e dei requisiti tecnico-professionali necessari, che siano intellettualmente e professionalmente indipendenti da società che forniscano energia, servizi o prodotti nel settore dell'illuminazione 29

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