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1 GLOSSARIO Per eventuali approfondimenti è possibile consultare il glossario on line sul sito ISTAT e quello dell Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto dai quali sono state tratte la maggior parte delle voci di seguito riportate. ACQUE SOTTERRANEE Le acque che si trovano al di sotto della superficie del terreno, nella zona di saturazione e in diretto contatto con il suolo e sottosuolo (D.Lgs. 11/05/99 n. 152) ACQUEDOTTO Manufatto realizzato per portare l acqua da una località all altra, composto da sistemi di captazione o alimentazione, sistemi di adduzione, sistemi di accumulo (serbatoi), sistemi di distribuzione. A queste componenti si aggiungono opere accessorie quali impianti di potabilizzazione e di sollevamento. E costituito da condotte artificiali d acqua oppure da canali murati per condurre l acqua da un luogo ad un altro; può essere sotterraneo o sopra terra. BECQUREL (Bq) Il Becquerel è l attività di un radionuclide avente una transizione nucleare spontanea al secondo; l attività dei radionuclidi era in passato misurata in Curie (Ci), con le seguenti formule di conversione: da Ci a Bq 3,7*10^10; da Bq a Ci 2,7*10^-11. BOSCHI Superfici coperte da alberi e/o arbusti forestali., il cui prodotto principale è il legno. Sono considerati boschi anche i terreni il cui suolo occupato dalle piante forestali viene parzialmente utilizzato per coltivazioni erbacee aventi carattere accessorio o marginale. Sono compresi i vivai forestali destinati al fabbisogno aziendale. Sono esclusi i castagneti da frutto e le pioppete. BACINO IDROGRAFICO Il territorio dal quale le acque pluviali o di fusione delle nevi e dei ghiacciai, defluendo in superficie, si raccolgono in un determinato corso d'acqua direttamente o a mezzo di affluenti, nonché il territorio, delimitato da una cintura montuosa o collinare che funge da spartiacque, che può essere allagato dalle acque del medesimo corso d'acqua, ivi compresi i suoi rami terminali con le foci in mare ed il litorale marittimo prospiciente; qualora un territorio possa essere allagato dalle acque di più corsi d'acqua, esso si intende ricadente nel bacino idrografico il cui bacino imbrifero montano ha la superficie maggiore. Il bacino termina in un punto del fiume detto "sezione di chiusura", in cui transitano tutte le acque che defluiscono dal monte. (L.183/89) CAPTAZIONE IDRICA Prelievo dell acqua che può avvenire o dalle falde, nel qual caso si usano i pozzi, dotati di pompe di sollevamento dell acqua, e manufatti per il collegamento alle opere di adduzione, o da sorgenti e invasi, mediante la costruzione di condotte che la portino fino ai centri abitati. Dai fiumi l acqua viene captata tramite la costruzione di traverse o dighe per poter realizzare le condizioni idrauliche adatte per l alimentazione delle opere di presa. COMUNI MONTANI Comuni appartenenti alla zona altimetrica di montagna. Per zona altimetrica di montana, ai fini statistici, si intende il territorio caratterizzato dalla presenza di notevoli masse rilevate aventi altitudini, di norma, non inferiori a 600 metri nell'italia settentrionale e 700 metri nell'italia centro-meridionale e insulare Comune interamente montano (Nuove disposizioni per le zone montane, legge n.97 del 31 gennaio 1994) Per comune interamente montano si intende il comune che è stato classificato tale per l'intera superficie amministrativa Comune parzialmente montano (Nuove disposizioni per le zone montane, legge n.97 del 31 gennaio 1994) Per comune parzialmente montano si intende quello in cui solo una parte del proprio territorio è stata riconosciuta come montana. COMUNITA MONTANE L'appartenenza dei comuni alle Comunità Montane è stata aggiornata sulla base dei diversi provvedimenti legislativi regionali emanati in attuazione della L. 142/90 che ha modificato i criteri di partecipazione dei Comuni alle Comunità Montane stabiliti in sede di istituzione delle Comunità medesime dalla L. 1102/70. DEPOSIZIONE ATMOSFERICA ACIDA L'insieme dei composti a reazione acida che dall'atmosfera si depositano sulle componenti degli ecosistemi (suolo, acqua, ) sia per via secca che per via umida. Si

2 distinguono le deposizioni solide, costituite principalmente dal particolato atmosferico, e quelle umide che comprendono la pioggia, la neve, la grandine e la nebbia. I composti che conferiscono acidità alle deposizioni sono generalmente l'acido nitrico e quello solforico che si formano dalla reazione dell'acqua con gli ossidi di azoto e di zolfo presenti nell'aria inquinata. Le deposizioni acide possono modificare l'acidità dei laghi e delle acque, uccidendo pesci ed altri organismi acquatici, o quella dei suoli alterando la disponibilità degli elementi nutritivi e di quelli tossici con conseguenze sulla fertilità. DEPURAZIONE E il tentativo dell uomo di ripristinare le condizioni originarie della sostanza alterata o di renderla atta a determinati usi. In particolare la depurazione dell'acqua è l'insieme dei trattamenti artificiali che permettono di eliminare totalmente o parzialmente da un acqua le sostanze inquinanti. Esistono numerosi trattamenti di depurazione e il loro impiego dipende dalle caratteristiche dell acqua da depurare e dal grado di depurazione che si vuole raggiungere. Gli impianti di depurazione si possono differenziare, a seconda dei processi di funzionamento su cui si basano, in fisici, chimico-fisici e biologici DICHIARAZIONI AMBIENTALI (Reg. 1836/93) Dichiarazione elaborata dall impresa per descrivere la politica ambientale adottata e le attività svolte, per valutare i problemi ambientali rilevanti e fornire un prospetto dei dati quantitativi su emissioni inquinanti, produzione dei rifiuti, consumo di materie prime, energia e acqua, rumore e altri aspetti ambientali significativi. DISCARICA Area predisposta per il deposito sul suolo dei rifiuti, dotata di caratteristiche costruttive diverse in funzione del tipo di rifiuto ad essa destinato e in base alle disposizioni della normativa. EMISSIONE Scarico di qualsiasi sostanza solida, liquida o gassosa introdotta nell ecosistema proveniente da un impianto o da qualsiasi altra fonte che può produrre direttamente o indirettamente un impatto sull ambiente. (cfr. DPR 203/1988) FOGNATURA La fognatura domestica è costituita da una rete di collettori secondari e principali, che raccolgono le acque provenienti dalle abitazioni e le adducono a un impianto terminale per il trattamento di depurazione. L effluente che esce dall impianto è riversato nel corso d acqua ricevente (fiume, canale, lago, mare). Le fognature separate convogliano soltanto i liquami domestici; quelle miste ricevono anche l acqua proveniente dalle strade in tempo di pioggia GAS NATURALE Da un punto di vista geologico il gas naturale è la fase gassosa del petrolio. Esso è costituito in massima parte da metano e per il resto da quantità variabile, a seconda dei giacimenti, di idrocarburi paraffinici superiori quali etano, propano, butano, pentano, ecc.. Trova larghissime applicazioni nell uso domestico, nell industria e, come materia prima, nell industria petrolchimica. INCENERIMENTO Smaltimento di rifiuti solidi o di fanghi mediante loro combustione, con l'obiettivo di ridurne il volume e di trasformare/abbattere eventuali sostanze tossiche. L'incenerimento può permettere inoltre il recupero del calore generatosi per la produzione di vapore acqueo ed energia elettrica e dei rifiuti solidi (ceneri) come materiali inerti da costruzione. INDICE BIOTICO ESTESO (I.B.E.) Negli ambienti di acque correnti, gli organismi che sono risultati più utili nel valutare lo stato di salute dei corsi d acqua sono gli invertebrati bentonici, cioè quelli che vivono strettamente a contatto con il substrato e tra questi, per ragioni essenzialmente pratiche, quelli di dimensioni superiori al millimetro, noti come macroinvertebrati bentonici o macrobenthos. Questi organismi rispondono alle modificazioni ambientali seguendo schemi abbastanza precisi: quando la qualità dell acqua peggiora, scompaiono dapprima le specie più sensibili e poi, progressivamente, le altre, mentre le specie più resistenti riescono a sopravvivere e, anzi, proliferano in una situazione di minore competizione. Seguendo questo schema, sono stati messi a punto metodi che, sulla base della sensibilità dei diversi gruppi agli inquinanti e della struttura delle comunità dei macroinvertebrati, permettono di definire la qualità biologica di un tratto di un corso d acqua mediante valori numerici convenzionali (indici biotici). In Italia l indice utilizzato ormai comunemente è l Indice biotico esteso (IBE), proposto nel 1995 dall Irsa come metodo analitico di riferimento per gli ambienti di acque correnti. L IBE deriva dal Trent Biotic Index messo a punto in Inghilterra nel 1964 da Woodwiss per analizzare la qualità biologica del fiume Trent, rielaborato nel 1978 come Extend Biotic Index (IBE) e infine modificato in funzione della realtà italiana da Ghetti nel ORGANISMO GENETICAMENTE MODIFICATO (OGM) Organismo nel quale con una tecnica, detta di ingegneria genetica o tecnica del DNA ricombinante, viene inserito un gene estraneo a quell'individuo; i geni contenuti nel DNA sono alla base della sintesi delle proteine, per cui mediante la modificazione del tipo

3 di geni presenti nel DNA di una pianta o di un animale è possibile "programmare" la sintesi proteica, al fine di far produrre all'individuo geneticamente modificato una proteina particolare, che viene poi "sfruttata" per scopi diversi (resistenza a specifici diserbanti, resistenza a fattori ambientali nocivi, resistenza agli insetti, resistenza ai virus, etc.) PARCHI NAZIONALI E REGIONALI Sono parchi nazionali i territori costituiti da "aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l'intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future" (L. 394/91, art. 2, comma 1). Essi sono istituiti con legge o provvedimento dello Stato. Sono parchi naturali regionali i territori costituiti da "aree terrestri, fluviali, lacuali ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore naturalistico ed ambientale, che costituiscono, nell'ambito di una o più regioni limitrofe, un sistema omogeneo individuato dagli assetti naturali dei luoghi, dai valori paesaggistici ed artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali " (L. 394/1991, art. 2, comma 2). Essi sono istituiti con legge regionale. GIORNI PIOVOSI (UCEA-Ufficio Centrale di Ecologia Agraria) I giorni in cui la quantità di precipitazioni ha raggiunto un millimetro di altezza. LIMNOLOGIA Scienza che studia i laghi e le acque dolci in generale. POTABILIZZAZIONE E l insieme dei trattamenti (chiarificazione, filtrazione, disinfezione e correzione) volti a rendere potabili le acque, cioè a renderle utilizzabili a scopo alimentare, evitando danni alla salute. PRECIPITAZIONI (UCEA-Ufficio Centrale di Ecologia Agraria) L'insieme di particelle di acqua, liquide (pioviggine, pioggia, rovescio, temporale, rugiada e brina ) e/o solide (neve e grandine), che cadono o vengono spinte verso il basso dalle correnti discendenti (venti discendenti) delle nubi fino a raggiungere il suolo. PRODUZIONE LORDA DI ENERGIA ELETTRICA La produzione di energia misurata ai morsetti di tutto il macchinario elettrico generatore installato nelle centrali. PRODUZIONE NETTA DI ENERGIA ELETTRICA La produzione di energia misurata all'uscita delle centrali che è pari alla produzione lorda di energia elettrica meno l'energia consumata per i servizi ausiliari delle centrali elettriche. RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI Nel D. Lgs. n. 22 del viene data la seguente definizione: "La raccolta idonea a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche omogenee, compresa la frazione organica umida, destinate al riutilizzo, al riciclaggio ed al recupero di materia prima." REFLUO Scarico di acque provenienti da attività civili o industriali. RIFIUTO (Direttiva 91/156/CEE sui Rifiuti, 91/689/CEE sui Rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli Imballaggi e sui Rifiuti di imballaggio, Decreto legislativo 5/2/1997, n.22). Qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nel Decreto Legislativo e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi. RIFIUTI PERICOLOSI Secondo il D. Lgs. n. 22 del , sono pericolosi i rifiuti individuati in un apposita lista allegata al decreto stesso. Viene, pertanto, superata la classificazione dei rifiuti tossici e nocivi dalla previgente normativa (D.P.R. n. 915/88), che era basata sul contenuto nei rifiuti di determinate sostanze nocive, individuate da disposizioni tecniche. Con il nuovo criterio, conforme alle norme comunitarie, i rifiuti rientranti nella citata lista vengono qualificati come pericolosi, a prescindere dalle effettive caratteristiche di rispettiva pericolosità. RIFIUTI SPECIALI Secondo il D. Lgs. n. 22. del sono rifiuti speciali: a) i rifiuti da attività agricole e agro-industriali; b) i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti pericolosi che derivano da attività di scarico; c) i rifiuti da lavorazioni industriali; d) i rifiuti da lavorazioni artigianali; e) i rifiuti da attività commerciali; f) i rifiuti da attività di servizio; g) i rifiuti derivanti dall attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da

4 altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento dei fumi; h) i rifiuti derivanti da attività sanitarie; i) i macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti; l) i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti. RIFIUTI RADIOATTIVI Materiali prodotti o utilizzati nell impiego pacifico dell energia nucleare (e per i quali non è previsto il riutilizzo), elementi di combustibile esclusi, che contengono, dall origine o in seguito ad attivazione o contaminazione, sostanze radioattive. Non essendo stato trovato un processo pratico per l eliminazione di tale radioattività, queste scorie vengono chiuse in recipienti ermetici e raccolte in aree riservate a questo scopo da accordi internazionali, che prevedono anche le condizioni di sicurezza per la deposizione. RIFIUTI URBANI (Direttiva 91/156/CEE sui Rifiuti, 91/689/CEE sui Rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui Rifiuti di imballaggio", Decreto legislativo 5/2/1997, n.22) Sono rifiuti urbani: a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione; b) i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sensi dell'articolo 21, comma 2, lettera g; c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade; d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua; e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali; f) i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e). SCARICHI IDRICI Sversamento di effluenti liquidi o comunque convogliabili tramite condotta, proveniente da insediamenti sia produttivi che civili, con caratteristiche di continuità, o periodicità o anche saltuari, ma non meramente occasionali. SCARICHI INDUSTRIALI Flusso di materiale di rifiuto proveniente da un processo produttivo industriale. Secondo la normativa vigente, tali scarichi sono da considerarsi quantomeno rifiuti speciali e possono essere pericolosi. SEDIMENTAZIONE Processo di deposizione di materiale solido trasportato in sospensione dall acqua o dal vento. Da tale processo hanno origine le rocce sedimentarie. Nella depurazione delle acque la sedimentazione è l operazione mediante la quale le sostanze solide sospese in un liquido vengono fatte depositare sul fondo di un recipiente adatto, grazie alla forza di gravità. STAZIONE RADIOBASE E una stazione radio di terra a servizio di uno o più gestori, destinata al collegamento radio dei terminali mobili con la rete del servizio di telefonia cellulare SUPERFICIE FORESTALE La somma della superficie forestale boscata e della superficie forestale non boscata. Superficie forestale boscata L'estensione di terreno non inferiore a mezzo ettaro, in cui sono presenti piante forestali legnose, arboree e/o arbustive che producono legno o altri prodotti forestali, determinanti, a maturità, un'area d'insidenza (proiezione sul terreno della chioma delle piante) di almeno il 50% della superficie e suscettibile di avere un ruolo indiretto sul clima e sul regime delle acque. Superficie forestale non boscata L'estensione di terreno costituita dalla superficie non produttiva, ma necessaria alla produzione (strade forestali, viali parafuoco, depositi di legno), e da altre piccole superfici quali terreni rocciosi, terreni paludosi, ruscelli, vivai forestali situati in foresta e destinati al fabbisogno proprio, nonché dalle abitazioni del personale forestale con i terreni annessi e le relative dipendenze dell'azienda forestale. TEMPERATURA (UCEA-Ufficio Centrale di Ecologia Agraria)

5 Il livello termico dell'atmosfera esistente in un punto ed in un determinato momento. Rappresenta il livello energetico dell'aria, cioè l'energia cinetica media associata alle molecole dell'aria per effetto del riscaldamento indotto dalla radiazione solare. TONNELLATE EQUIVALENTI DI PETROLIO (TEP) L'unità di misura convenzionale che consente di esprimere in una unità di misura comune le varie fonti energetiche, tenendo conto del loro diverso potere calorifico. Unità di misura del consumo di energia equivalente a 10 milioni di Kcal (chilocalorie). ZONA ALTIMETRICA ISTAT La ripartizione del territorio nazionale in zone omogenee derivanti dall'aggregazione di comuni contigui sulla base di valori soglia altimetrici. Si distinguono zone altimetriche di montagna, di collina e di pianura. Le zone altimetriche di montagna e di collina sono state divise, per tener conto dell'azione moderatrice del mare sul clima, rispettivamente, in zone altimetriche di montagna interna e collina interna e di montagna litoranea e collina litoranea, comprendendo in queste ultime i territori, esclusi dalla zona di pianura, bagnati dal mare o in prossimità di esso. Zona altimetrica di pianura Il territorio basso e pianeggiante caratterizzato dall'assenza di masse rilevate. Si considerano nella zona di pianura anche le propaggini di territorio che nei punti più discosti dal mare si elevino ad altitudine, di regola, non superiore ai 300 metri, purché presentino nell'insieme e senza soluzione di continuità, inclinazione trascurabile rispetto al corpo della zona di pianura. Si escludono dalla pianura i fondovalle aperti ad essa oltre l'apice delle conoidi fluviali ancorché appiattite e si escludono, altresì, le strisce litoranee pianeggianti di modesta estensione. Eventuali rilievi montagnosi o collinari, interclusi nella superficie pianeggiante e di estensione trascurabile, si considerano compresi nella zona di pianura. Zona altimetrica di collina Il territorio caratterizzato dalla presenza di diffuse masse rilevate aventi altitudini, di regola, inferiori a 600 metri nell'italia settentrionale e 700 metri nell'italia centromeridionale ed insulare. Eventuali aree di limitata estensione aventi differenti caratteristiche, intercluse, si considerano comprese nella zona di collina. Zona altimetrica di montagna Il territorio caratterizzato dalla presenza di notevoli masse rilevate aventi altitudini, di norma, non inferiori a 600 metri nell'italia settentrionale e 700 metri nell'italia centromeridionale e insulare. Gli anzidetti livelli altitudinali sono suscettibili di spostamento in relazione ai limiti inferiori delle zone fitogeografiche dell'alpinetum, del Picetum e del Fagetum, nonché in relazione ai limiti superiori delle aree di coltura in massa della vite nell'italia settentrionale e dell'olivo nella Italia centromeridionale e insulare. Le aree intercluse fra le masse rilevate, costituite da valli, altipiani ed analoghe configurazioni del suolo, s'intendono comprese nella zona dì montagna.

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