Provincia di Pesaro e Urbino AGGIORNAMENTO INTEGRAZIONE DEL PIANO CON IL RISCHIO INCENDI BOSCHIVI E DI INTERFACCIA

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1 Comune di Cartoceto Provincia di Pesaro e Urbino AGGIORNAMENTO INTEGRAZIONE DEL PIANO COMUNALE DI EMERGENZA DI PROTEZIONE CIVILE CON IL RISCHIO INCENDI BOSCHIVI E DI INTERFACCIA Approvato con Deliberazione del Commissario Prefettizio (adottata con i poteri del Consiglio Comunale) n 3 del 10/02/2009 = RELAZIONE TECNICA = Elaborazione: Ufficio Tecnico Comunale Geom. Aprili Romano Geom. Cardilli Valens Alessandro Cartoceto, lì 18/02/2014.

2 P R E M E S S A La presente relazione, con i relativi elaborati grafici, integra il Piano di Protezione Civile recentemente approvato con atto di C.C. n 18 del 29/04/2013 per quanto concerne il rischio incendi boschivi e di interfaccia; per comodità di consultazione si riepilogano i dati base. A PARTE GENERALE A.1 - Dati di Base A Aspetti Generali del Territorio Il Comune di Cartoceto ricadente amministrativamente nella Provincia di Pesaro e Urbino e si estende per circa 23,17 Kmq. I Comuni confinanti sono: Fano Mombaroccio Montemaggiore al Metauro Piagge Saltara Serrungarina. Il territorio è individuato dall I.G.M. nella Carta Tecnica Regionale nel foglio n 280 scala 1: nelle sezioni n (tav. 4) e (tav. 03) e nel foglio n 268 scala 1: nella sezione n (tav. 15). - Superfice boscata ha 56,00 circa A Altimetria La ripartizione altimetrica del territorio è la seguente: da quota 0 a 200, circa 19,40 Kmq; da quota 201 a 400, circa 3,77 Kmq; A Morfologia L'area è caratterizzata da una morfologia prevalentemente collinare per circa il 70% del territorio con la restante parte pianeggiante (Frazione Lucrezia di Cartoceto). 1

3 A Idrografia L'idrografia si limita ad un breve tratto del fiume Metauro nei pressi di Lucrezia di Cartoceto dove vi confluisce il Rio Secco che scorre quasi per intero nel territorio comunale i cui due rami nascono a quota 400 mt. s.l.m.m. in altri Comuni. Nel territorio del Comune di Cartoceto sono presenti alcune sorgenti, dislocate nei pressi del Capoluogo ed 1 a Lucrezia di Cartoceto denominata Fonte Caivola. A Reti di monitoraggio La rete di monitoraggio non è presente sul territorio. A Popolazione Popolazione totale residente all'ultimo aggiornamento n 8065 * Nuclei familiari n 3130 * (*) Dati aggiornati al A Cartografia di base La cartografia di base utilizzata per l'elaborazione della carta del modello di intervento è la seguente: 1. Carta Tecnica Regionale Scala 1:10.000; A.2 - Scenario di rischio decenni. A Breve nota sugli eventi recenti: Nessun incendio boschivo rilevante verificatosi nel territorio comunale negli ultimi A Aree e popolazione a rischio Il rischio nella fascia di interfaccia viene equiparato alla pericolosità della fascia perimetrale in quanto, considerata la natura del rischio, l esiguità della profondità della fascia (50 mt.), l estrema frammentazione dei nuclei abitati della regione e le loro caratteristiche geo-morfologiche, rendono poco significativo un calcolo di tipo analitico del rischio. Nella tabella seguente vengono individuate le aree entro la fascia di interfaccia suddivise a seconda dei vari livelli di pericolosità nella corrispondente fascia perimetrale (vedi cartografia allegata Tav. n 1): 2

4 Fascia perimetrale N. Estensione fascia Codice edifici Rischio Denominazione area interfaccia in Km N. disabili area Pericolosità strategici o (*) (lunghezza) alta sensibili 1 RIPALTA 0,35 X 1 0 RA 2 CARTOCETO CAPOLUOGO 1,60 X 5 7 RA Fascia perimetrale N. Estensione fascia Codice edifici Rischio Denominazione area interfaccia in Km N. disabili area Pericolosità strategici o (*) (lunghezza) media sensibili 1 RIPALTA Chiesa 0,25 X 0 0 RM CARTOCETO Loc. Molinaccio e RM 2 0,75 X 2 0 parte Via Montefiore 3 CARTOCETO zone Via S. Anna 0,40 X 3 0 RM LUCREZIA zona Via Villa RM 4 1,60 X 6 0 Adanti/zona sportiva 5 LUCREZIA zona Via Metauro 0,16 X 1 0 RM (*) Rischio (equiparato alla pericolosità): RA (alto) / RM (medio) 3

5 A.3 - Indicatori di evento e monitoraggio Il rischio Incendio boschivo di interfaccia è da considerarsi evento parzialmente prevedibile e monitorabile. L attività di monitoraggio, che consiste nell analisi dei precursori, va esplicata mediante la previsione e l osservazione delle condizioni meteoclimatiche. E importante sottolineare che, in particolare nelle aree ad elevato e molto elevato rischio sarebbe opportuno istituire, un sistema di monitoraggio gestito dagli Enti preposti a tale attività, al fine di attivare le fasi operative di cui al modello di intervento. L attività di monitoraggio deve essere integrata da squadre di tecnici e Volontari Comunali che, in situazioni di allerta, provvedano al controllo a vista dei punti critici del territorio per l osservazione dei fenomeni precursori. Sarà quindi necessario da parte del C.O.C., tramite il responsabile della Funzione di supporto tecnica e di pianificazione, garantire il costante collegamento con tutti quegli enti preposti al monitoraggio dell'evento considerato nel Piano di emergenza. In particolare si svolgeranno le seguenti attività: la lettura attenta dell avviso meteo inviato dalla Regione e/o dalla Prefettura; l analisi delle previsioni a carattere modellistica provenienti dal Centro Funzionale della Protezione Civile della Regione Marche. l approntamento immediato e la gestione sistematica e puntuale delle opportune attività di monitoraggio a vista; il monitoraggio sistematico e progressivo di tutti gli interventi diretti alla rimozione dei pericoli immediati e alla messa in sicurezza del territorio, per un aggiornamento continuo dello scenario di rischio e quindi del Piano; l analisi e l archiviazione ragionata e l affissione in sede C.O.C. di tutti i dati meteorologici affluenti dagli enti gestori delle reti di monitoraggio ai fini della costituzione di serie storiche di riferimento per l aggiornamento delle soglie di pericolosità. Sarà fondamentale collegare tali attività sia al periodo ordinario che al periodo di emergenza. A Periodo ordinario Caratterizzato da attività di monitoraggio, di routine e di predisposizione 4

6 organizzativa per l attuazione degli interventi in fase di emergenza, da parte di ogni responsabile delle funzioni di supporto. Nel caso in cui le risultanze del monitoraggio dovessero indicare l'approssimarsi di una situazione critica sarà attivato un sistema di preavviso relativo al periodo di emergenza. A Periodo di emergenza Il periodo di emergenza va articolato secondo quattro livelli di allerta: Fase Preparatoria Si attua all inizio della campagna AIB o, al di fuori di essa, in seguito alla comunicazione nel bollettino della previsione di una pericolosità media, Fase di Attenzione Livello di allerta determinato dal ricevimento del Bollettino con la previsione di una pericolosità alta o al verificarsi di un incendio boschivo sul territorio comunale. Fase di Preallarme Livello di allerta determinato dall incendio boschivo in atto che, secondo le valutazioni del D.O.S. (Direttore Operazioni di Spegnimento), potrebbe interessare la fascia di perimetrale. Fase d Allarme Livello di allarme determinato dall incendio boschivo in atto interno alla fascia perimetrale a medio ed alto rischio. A ciascuno di questi livelli corrisponde una specifica fase operativa che rappresenta la risposta graduale del sistema di protezione civile coordinato. Per ogni fase operativa il C.O.C. dovrà predisporre in tempo reale le attivazioni per il coordinamento dei soccorsi. A. 4. Aree di emergenza Per quanto riguarda l attivazione del C.O.C., le aree di emergenza, modelli d intervento e quant altro, si fà riferimento al P.P.C. già vigente. Geom. Aprili Romano Geom. Cardilli Valens Alessandro 5

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