La pubblicazione di un nuovo libro ormai non suscita grande considerazione e desta poca curiosità.

Dimensione: px

Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "La pubblicazione di un nuovo libro ormai non suscita grande considerazione e desta poca curiosità."

Lino Pucci
7 anni fa
Visualizzazioni

1 Il distacco degli affreschi. La pubblicazione di un nuovo libro ormai non suscita grande considerazione e desta poca curiosità. Di contro la presentazione del libro Musei interrotti a firma di Ugo Gelli, architetto, mi ha subito incuriosito e dopo l acquisto e la sua lettura mi ha fatto riflettere non solo su un punto ma su vari temi affrontati e presentati dall autore. Per primo la figura chiave: Cesare Brandi intorno al quale si sviluppa una ricerca d archivio ben documentata sul contenuto e lavoro svolto in Puglia per l Istituto Centrale del Restauro, gli intoppi politici-campanilistici, la visione progettistica di un museo atto a raccogliere le opere d arte provenienti dalle chiese rupestri pugliesi, la documentazione delle opere di distacco degli affreschi, il lavoro di restauro, la loro valorizzazione portando gli affreschi in luoghi di grande visibilità come l esposizione mondiale di Bruxelles del 1954, il ritorno in Puglia delle opere d arte e riconsegna ai Comuni ove erano stati prelevati. Il lavoro di Ugo Gelli riporta molti documenti rinvenuti negli archivi delle Sovrintendenze di Puglia, dei vari Comuni ove insiste l habitat rupestre e carteggi di studiosi locali andando così a formare e colmare una grossa pagina della storiografia rupestre pugliese mettendo così in evidenza l apprezzamento verso il Brandi ma anche le avversità dovute a visioni più campanilistiche e, con il tempo, al parer contrario di coloro che avversavano l idea dello strappo degli affreschi. Formano così l evoluzione delle visioni verso la salvaguardia dei monumenti rupestri e della loro valorizzazione. Altro aspetto di grande importanza è la valutazione delle opere di restauro su affreschi e le limitazioni dell opera di strappo inizialmente fortemente voluta da Cesare Brandi. Possiamo inserire il volume di Ugo Gelli tra le opere riguardanti la storia del pensiero e dell arte pugliese. Matera, S. Maria della Palomba. L icona della Madonna, simile a quella della Madonna della Bruna, è databile alla fine del XIII inizio del XIV, quindi testimonia che fu staccata dalla vecchia chiesa, distrutta per il nuovo santuario, salvata ed inserita per la devozione della popolazione sopra il nuovo altare a lei dedicata. Nel 1579 l affresco della Madonna, durante la festa della Visitazione della Vergine, infondeva miracoli nei confronti di malati guariti in breve tempo. Per ringraziamento si iniziarono subito i lavori di costruzione di un nuovo santuario dedicato alla Madonna. Il vescovo Saraceno consacrò il santuario composto da unica navata ma riccamente addobbata con statue e affreschi e, nella parete di fondo del presbiterio, un elaborato altare a muro con al centro dell ampia pala l effige affrescata della Madonna.

2 La traslazione dell affresco della Madonna della Palomba, mediante il distacco, si colloca nel quadro storico-religioso post concilio di Trento. Ginosa, s. Nicola. La chiesa rupestre di S. Lorenzo vecchio in Ginosa venne ampliata nel 1764 aggiungendo un avancorpo in muratura e quindi ridedicata a S. Maria Mater Domini.

3 Nell operazione di ampliamento, per devozione e rispetto, venne salvato un affresco con la figura di S. Nicola presentato in piedi segando il masso tufaceo su cui era applicato e spostato nella nuova sede costruita ed inserita alla base di un profondo arcone cieco posto di fronte all ingresso. Curiosamente venne però inserito ruotandolo di 90 in modo da essere posto in posizione orizzontale e non nella sua posizione originale verticale. Questo è l unico caso di salvataggio di un affresco preesistente e posizionato con la rotazione della figura. Massafra, santuario Madonna della Scala. L effige della Madonna della Scala, venerata a Massafra, è posta sulla pala dell altare principale del santuario realizzato nella gravina omonima. Il santuario fu costruito nel 1600 e ampliato nel presbiterio nel 1730, ma la venerata icona della Madonna è databile al XIII secolo, quindi fu ritagliata ed asportata da un altro posto come la chiesa precedente alla costruzione del santuario, di cui rimangono sei colonne, o dalla vicina chiesa rupestre detta della Buona Nuova rimasta sezionata proprio per creare un piccolo piazzale davanti al nuovo santuario. Anche in questo caso il distacco dell affresco fu dovuto per motivi di devozioni con l erezione di una chiesa più capiente per accogliere la massa dei fedeli.

4 Gravina, S. Vito. Gli affreschi di San Vito Vecchio di Gravina furono staccati nella loro totalità, essendo piccole le dimensioni della chiesa rupestre, nel 1954 e, dopo il loro consolidamento e restauro, presentate nella mostra internazionale di Bruxelles nel 1958 riscuotendo grande curiosità e interesse scientifico. Oggi sono rimontati in un locale del museo Pomarici Santomasi in Gravina ricostruendo la sua volumetria nella forma originale, compresa la parete d ingresso, dando modo di poter ammirare le superfici decorate nella loro complessità.

5 Poggiardo, S. Maria. Certamente le maggiori dimensioni e l articolazione delle superfici affrescate della chiesa rupestre di S. Maria degli Angeli di Poggiardo sono state determinanti nelle scelte museali richiedendo maggiori spazi e adeguati finanziamenti, dilatando così i tempi della definitiva destinazione degli elementi staccati nel 1953 sistemati nel La soluzione museografica adottata mostra i pannelli staccati con gli affreschi cercando di ricostruire le forme originarie della chiesa ipogea compresa la ricostruzione del pilastro centrale ma non restituisce assolutamente l idea dell originale ambiente sotterraneo con i suoi vari particolari architettonici liturgici.

6 Faggiano, S. Nicola. Ben più triste è la sorte destinata alla chiesa rupestre di S. Nicola in Faggiano (TA).

7 Gli affreschi staccati nel 1953 dall equipe di Brandi sono oggi collocati nella Pinacoteca Provinciale di Bari. La chiesa rupestre di S. Nicola, ormai priva del suo decoro di affreschi, aveva perso d importanza e per gli amministratori comunali anche l importanza monumentale e storico-artistica per cui venne distrutta dal Comune di Faggiano nel 1955 per realizzare una piazzetta. Altri distacchi. La possibilità di distacco degli affreschi operata dall Istituto Centrale del Restauro hanno suscitato anche l interesse di persone di pochi scrupoli che operando illecitamente hanno asportato e rubato affreschi di chiese rupestri pugliesi e materane. Il risultato di queste manomissioni devastatrici hanno lasciato i monumenti rupestri menomati del loro messaggio visivo togliendoci la possibilità di studio e di conoscenza di questo particolare mondo che nel suo ipogeismo esprimeva e colloquiava con chi vi entrava trasmettendo un messaggio di speranza e di serenità.

8 Matera. Nel 1962 uno studioso tedesco asportò ben 17 affreschi da alcune chiese rupestri materane. Alcuni furono recuperati per il forte intervento dei soci della Scaletta, altri sono stati recuperati nel Ora sono custoditi in Palazzo Lanfranchi ove ha sede la Pinacoteca medievale e moderna di Matera. I danni provocati dal distacco degli affreschi è notevole.

9 Massafra, chiesa S. Lorenzo. Nella nuova chiesa di S. Lorenzo in Massafra è conservato su una parete un affresco rappresentante la Madonna databile agli inizi del XIII secolo 1. L affresco proviene dalla chiesa rupestre di Simine a Famosa, posta nel territorio di Massafra, e faceva parte di una Déesis. Nell anno 1981 fu staccato e asportato da ignoti con l intento di trafugarlo ma fu abbandonato in un bosco, rinvenuto e ricuperato fu portato proprio nella chiesa maggiore di Massafra e lì murato sul pilastro che fiancheggia l ingresso sud della chiesa. E molto triste e di quello che rimane, a oggi, quale sarà la sorte?! Si farà qualcosa almeno per le più importanti?! Franco dell Aquila 1 R. Caprara, Il Duomo di Massafra, Massafra 2011, pp

Documenti analoghi

Già dall esterno, la chiesa rupestre di S. Lucia alle Malve rione di Matera, si presenta in modo anomalo.

La chiesa dei templa: s. Lucia alle Malve, Matera. Già dall esterno, la chiesa rupestre di S. Lucia alle Malve rione di Matera, si presenta in modo anomalo. Nel gradone più alto, in una parete verticale