S. Angelo alla Morsara, Santeramo.

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1 S. Angelo alla Morsara, Santeramo. Sant Angelo è inserita in quella parte dell antico territorio di Matera, alle pendici delle alture murgiose della Morsara, lì dove la terra si presta alla coltivazione delle graminacee, oggetto di contese dal 1500 tra il piccolo Comune di Santeramo e quello di Matera, al confine con gli attuali comuni di Laterza e Gioia del Colle. Il territorio ha una antica frequentazione ed utilizzazione. A circa 300 metri sono stati individuati i resti di una villa rustica tardo romana che insiste su un abitato rurale greco direttamente collegata con un antico tratturo che, dall Appia, all altezza del Viglione, porta nei boschi di Acquaviva ove era Salentino, sito noto per resti d epoca classica e paleocristiani. In questo territorio, noto con il toponimo i Pedali della Morsara, è inserita la chiesa ipogea di S. Angelo scavata nella roccia tufacea. Pianta della chiesa di S. Angelo alla Morsara con l atrio esterno. Nascosta da una paratia di masserie costruite tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900, si accede alla chiesa tramite un atrio scavato nella roccia tufacea dove, ad est, è l ingresso, nel lato nord si aprono i vani ipogei utilizzati un tempo ad abitazione, nel lato ovest e sud vi sono gli ingressi a vani utilizzati per depositi. La chiesa è preceduta da un piccolo nartece con arcone ospitante un tempo una tomba. L interno è suddiviso da quattro grossi pilastri in tre navate culminati con absidi.

2 Ingresso alla chiesa. L interno della chiesa.

3 Particolare di decorazione architettonica posta sul primo arco centrale. Oltre al decoro architettonico di gusto tardo romano, oltre al materiale fittile e monete ritrovate nel terreno circostante, anche le misure essenziali della chiesa sono in piedi romani, come ha notato l amico architetto e conservatore Giuseppe Fiorentino; la profondità della chiesa è di 30 piedi romani, come la larghezza del prospetto absidale. Invece l altezza dell invaso è di 10 piedi. Le absidi sono tutte larghe 7 piedi. Il prospetto absidale è chiaramente frutto di una precisa progettazione e realizzato con cura. Dimensioni principali della chiesa a croce inscritta, in piedi romani

4 Rilievo della parete absidale in cm e in piedi romani. Lucerna cristiana ritrovata nella vicina villa rurale tardo antica. La datazione al V-VI secolo per questa chiesa porta a considerare l origine della tipologia delle chiese a croce inscritta, a cui appartiene questa chiesa. L origine romana della pianta a croce greca, già sostenuta dal Rivoira, non può essere messa in discussione dopo gli studi del Giovannoni e del Grabar, il quale ultimo si è largamente servito dei prototipi romani per risalire alle fonti di queste forme, specie dei disegni del Montano. D altra parte anche l arte ellenistica ha lasciato esempi perfetti di costruzioni del genere: nel tychaion siriaco di Mesmiyé del 190 d.c. si trova già risolto felicemente il problema della pianta a croce greca

5 inscritta con triplice ambiente absidale; nel mausoleo di Saydnaya si realizza una croce entro un perimetro quadrato con volte a crociera ove il DE VOGŰĖ vi riconobbe un pretorio (Syrie centrale, Parigi ). Cfr. anche LASSUS, Sanctuaires, pp. 143 e ss.. L adozione di questa forma nell architettura cristiana si giustifica con chiari concetti simbolici: la croce non solo rievoca la passione del Signore, ma rappresenta il segno di Colui che apparirà alla fine dei tempi in veste di giudice, segno perciò di speranza e di gloria, di redenzione e di esaltazione. Il suo significato mistico si addice pertanto in modo particolare alle costruzioni funerarie, martyria e mausolei, ai battisteri e specialmente alle piscine. Il rinvenimento della Santa Croce da parte di Elena a Gerusalemme portò all elaborazione dell esaltazione della croce che diviene tema e fulcro non solo di meditazione, ma oggetto iconografico ripetuto per diversi secoli nelle varie regioni dell impero. Le figure di Costantino ed Elena vengono proposte quali oggetti iconografici nelle chiese. Ma l elaborazione dell esaltazione della croce venne portata avanti anche in architettura ed ha prodotto centinaia e centinaia di chiese. La chiesa a croce inscritta si distingue da quella libera per i quattro muri perimetrali che la delimitano; nell interno essa viene marcata dalle volte a botte che spalleggiano la cupola centrale, all esterno dai muri dei bracci che sovrastano le altre membrature. Derivato dall architettura funeraria precristiana, questo tipo di edificio non sembra che sia apparso in Oriente prima del sec. V ; il primo esempio è l Atik Mustafà-djami a Costantinopoli, o chiesa di SS. Pietro e Marco costruita nel 458 sotto il regno di Leone I, con volte a botte e raccordi di pennacchi rientranti tipici del sec. V (nel VI si avranno volte a crociera e pennacchi sporgenti). Le peculiarità dell Atik Mustafà-djami si ripetono in parte nella chiesa di Aladja Jaila nella Licia, nella Sulidjédjami (Hosios David) di Salonicco della fine del sec. V e nella restaurata cattedrale primitiva di Etschmiadzin (dubbie le absidi) del In Puglia è noto il battistero della cattedrale di Egnatia, un vano quadrangolare suddiviso da quattro pilastri con al centro la vasca battesimale, ben presentato da R. Cassano nel suo lavoro Architetture paleocristiane in Egnazia (in Vetera Christianorum n. 12, 1975, pp ). A sinistra pianta del battistero della cattedrale di Egnazia, a destra ricostruzione dell area battesimale.

6 A Parenzo, la cosiddetta casa del vescovo datata al VI sec. presenta, nel vano centrale, la stessa impostazione delle piante a croce inscritta, questa volta non per uso ecclesiale ma abitativo. Questa tipologia architettonica ebbe in Puglia una buona diffusione non solo nel costruito ma anche tra le chiese scavate nella roccia. Qui presentiamo alcuni esempi.: Esempi di alcune chiese rupestri pugliesi con pianta a croce inscritta (da sinistra a destra, dall alto verso il basso): Matera S. Nicola sulla via Appia Massafra S. Marco prima fase Giurdignano S. Salvatore Mottola S. Gregorio Ginosa S. Domenica Laterza S. Giacomo Concludo con un auspicio: la chiesa di S. Angelo alla Morsara a Santeramo, la più antica chiesa rupestre di Puglia, merita un più approfondito studio e ricerche archeologiche con il coinvolgimento di studiosi e ricercatori affinché si dia lustro a questa chiesa dimenticata e abbandonata per secoli. Franco dell Aquila