INDICE GENERALE TAVOLE MORFOLOGICHE III 1 IL NOME: SOSTANTIVI E AGGETTIVI 2 2 IL VERBO 15

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1 INDICE GENERALE TAVOLE MORFOLOGICHE 1 IL NOME: SOSTANTIVI E AGGETTIVI 2 Glossario Prima declinazione: genitivo singolare -ae 3 Particolarità Seconda declinazione: genitivo singolare -i 3 Sostantivi con il nominativo in -us 4 Sostantivi con il nominativo in -er 4 Sostantivi con il nominativo in -um (neutri) 4 Particolarità Terza declinazione: genitivo singolare in -is 5 I modello: temi in consonante (imparisillabi e falsi parisillabi) 6 II modello: temi in -î (parisillabi e falsi imparisillabi) 6 Sostantivi neutri in -e, -al, -ar 7 Particolarità Quarta declinazione: genitivo singolare in -us Quinta declinazione: genitivo singolare in -ei Aggettivi della prima classe 9 Aggettivi con il nominativo singolare in -us, -a, -um 9 Aggettivi con il nominativo singolare in -er, -a, -um 9 Aggettivi pronominali 10 Dall aggettivo all avverbio Aggettivi della seconda classe 11 Aggettivi con il nominativo singolare a due terminazioni 11 Aggettivi con il nominativo singolare a tre terminazioni 11 Aggettivi con il nominativo singolare a una terminazione 12 Particolarità 12 Dall aggettivo all avverbio Comparativi e superlativi 12 Comparativi e superlativi degli aggettivi 12 Formazioni particolari 13 Comparativi e superlativi degli avverbi 14 2 IL VERBO 15 Glossario Verbi regolari attivi 19 Prima coniugazione 19 Seconda coniugazione 21 Terza coniugazione 23 Quarta coniugazione 25 Verbi attivi a coniugazione mista (o verbi in -io) Verbi regolari deponenti 30 Prima coniugazione 30 Seconda coniugazione 31 Terza coniugazione 32 Quarta coniugazione 33 Verbi deponenti a coniugazione mista (o verbi in -ior) 35 Verbi semideponenti Coniugazioni perifrastiche 37 Coniugazione perifrastica attiva 37 Coniugazione perifrastica passiva 38 III

2 INDICE GENERALE 2.4 Verbi irregolari 39 Il verbo sum 39 I composti di sum 41 Il verbo possum 42 Il verbo fero 43 Il verbo eo 45 I composti di eo 46 Il verbo fio 48 I verbi volo, nolo e malo 49 Verbi difettivi 51 Verbi impersonali 51 Nemo, nihil, nullus (indefiniti negativi) 62 Alius, alter, cetêri, relîqui 62 Totus, omnis, cunctus, universus 63 Plerïque 63 Tantus, tot, tam multi, talis 63 4 I NUMERALI Declinazione di unus, duo, tres, milia 66 3 I PRONOMI 53 Caratteristiche generali Pronomi personali Pronomi e aggettivi possessivi Pronomi e aggettivi determinativi 54 Is, ea, id 54 Idem e ipse Pronomi e aggettivi dimostrativi 55 Hic, haec, hoc 55 Ille, illa, illud 56 Iste, ista, istud Pronomi relativi 56 Qui, quae, quod 56 I relativi indefiniti Pronomi e aggettivi interrogativi ed esclamativi 57 Quis?, quid? (pronome) e qui?, quae?, quod? (aggettivo) 57 Uter?, utra?, utrum? (pronome e aggettivo) Pronomi e aggettivi indefiniti 58 Quis e aliquis 58 Quisquam e ullus 59 Quidam 60 Quivis, quilîbet, quicumque, quisquis 60 Quisque e unusquisque 60 Uterque e neuter (indefiniti duali) 61 5 GLI AVVERBI Avverbi di modo Avverbi di quantità Avverbi di tempo Avverbi di luogo 70 RCS LIBRI EDUCATION SPA 5.5 Avverbi affermativi, negativi, di dubbio 72 6 LE PREPOSIZIONI Preposizioni con l accusativo Preposizioni con l ablativo Preposizioni con l accusativo e l ablativo 76 7 LE CONGIUNZIONI Congiunzioni coordinanti 77 Copulative 77 Disgiuntive 78 Avversative 78 Dichiarative 78 Conclusive Congiunzioni subordinanti 79 8 LE INTERIEZIONI Interiezioni proprie Interiezioni improprie 81 IV

3 INDICE GENERALE DAL LATINO ALL ITALIANO Premessa: le modalità del passaggio Aggettivi della seconda classe 95 I nomi dei mesi Comparativi e superlativi Tracce dei casi 97 1 MUTAMENTI FONETICI Vocalismo Consonatismo 87 2 SOSTANTIVI E AGGETTIVI Sostantivi della prima declinazione Sostantivi della seconda declinazione Sostantivi della terza declinazione 90 Sostantivi passati senza subire alcuna modificazione 90 Sostantivi passati con piccoli mutamenti fonetici 91 Sostantivi latini divenuti nomi tronchi italiani 91 Sostantivi latini sostituiti in italiano da altri termini 91 Sostantivi passati in italiano con diverso significato Sostantivi della quarta declinazione 92 Sostantivi passati senza mutamenti fonetici rilevanti 92 Sostantivi latini sostituiti in italiano da altri termini 92 Sostantivi passati in italiano con diverso significato Sostantivi della quinta declinazione 93 Sostantivi passati senza mutamenti fonetici rilevanti 93 Sostantivi passati con qualche mutamento fonetico 93 Sostantivi passati in italiano con diverso significato Parole italiane derivate da diminutivi latini Aggettivi della prima classe 94 Aggettivi passati senza cambiamenti fonetici di rilievo 95 Aggettivi scomparsi 95 3 PRONOMI Pronomi personali Pronomi e aggettivi possessivi Pronomi e aggettivi determinativi Pronomi e aggettivi dimostrativi Pronomi relativi e interrogativi Pronomi relativi e indefiniti NUMERALI I numeri La misura del tempo VERBI La coniugazione verbale 104 Da quattro a tre coniugazioni 104 Le desinenze personali La formazione dei tempi 105 Tempi dell indicativo latino 105 Tempi del congiuntivo latino 105 Tempi dell imperativo latino 106 Tempi dell infinito latino 106 Tempi del participio latino I verbi deponenti AVVERBI, PREPOSIZIONI E CONGIUNZIONI Avverbi 108 Avverbi di modo 108 Avverbi di quantità 108 Avverbi di luogo 108 Avverbi di tempo Preposizioni Congiunzioni 111 V

4 TAVOLE MORFOLOGICHE RCS LIBRI EDUCATION SPA

5 1 IL NOME: SOSTANTIVI E AGGETTIVI Glossario Caso Il caso, marcato con apposite desinenze, indica la funzione logico-sintattica (soggetto, oggetto ecc.) che il nome assume nella proposizione. In latino i casi sono sei (nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo, ablativo) e ciascuno raggruppa diverse funzioni sintattiche attorno a un idea fondamentale (v. tabella nel vol. 1 a pag. 75). Nella fase più antica della lingua esisteva anche un settimo caso, il locativo, di cui rimangono tracce significative. Alcuni casi, come il nominativo e il vocativo, esprimono una sola funzione, gli altri possono, invece, esprimerne diverse. In particolare l accusativo e l ablativo ne esprimono moltissime, precisate spesso da preposizioni. Declinazione Serie delle diverse forme che un nome o un pronome assumono a seconda del caso che esprimono. Le declinazioni del nome in latino sono cinque e si distinguono empiricamente dalla terminazione del genitivo singolare che si trova sempre registrata sul vocabolario accanto al nominativo: -ae per la prima declinazione, -i per la seconda, -is per la terza, -us per la quarta, -ei per la quinta. Genere Un nome in latino può essere maschile, femminile o neutro. Alcuni sostantivi che indicano esseri animati possono essere sia maschili sia femminili, ad esempio sacerdos («sacerdote»/ «sacerdotessa») e numerosi nomi di animali come vulpes («volpe»), pavo («pavone») ecc. Sono maschili i nomi dei fiumi e dei venti (es. Padus «il Po», Zephirus «lo Zeffiro»). Sono femminili i nomi delle piante, mentre sono neutri i nomi dei frutti: ad esempio malus («il melo») è femminile, mentre malum («la mela») è neutro. Sono neutri i nomi dei metalli (es. aurum «l oro»), gli aggettivi usati come sostantivi astratti (es. verum «la verità», propriamente «il vero») e gli infiniti usati come sostantivi (es. legêre «il leggere»). Numero I numeri sono, come in italiano, due: singolare e plurale. Alcuni sostantivi si trovano usati solo al plurale e per questo sono detti pluralia tantum (cioè «solo plurali»): ad esempio divitiae «ricchezza», Syracusae «Siracusa». Talvolta il sostantivo cambia significato a seconda del numero: ad esempio fortuna al singolare significa «sorte», «fortuna», al plurale (fortunae) significa invece «beni», «mezzi», «patrimonio». Traccia di un numero «duale», ben presente in diverse lingue indoeuropee, è rimasta soltanto nei numerali duo («due») e ambo («entrambi»). 2

6 TAVOLE MORFOLOGICHE 1. IL NOME: SOSTANTIVI E AGGETTIVI Tema Terminazione e desinenza Tema della declinazione è quanto rimane di un nome una volta tolte le terminazioni. Il tema della declinazione non coincide con il tema radicale di cui parla la grammatica storica e che si ottiene togliendo la desinenza (non la terminazione) del genitivo plurale. Ai fini didattici quello che ci interessa è il tema della declinazione, al quale vengono di volta in volte aggiunte le terminazioni. È la parte terminale della parola che varia a seconda del numero e del caso. È costituita dalla «desinenza» e dalla «vocale tematica», elementi spesso difficilmente distinguibili. 1.1 Prima declinazione: genitivo singolare -ae Comprende sostantivi maschili e femminili. La terminazione del nominativo singolare è sempre -â. rosa, rosae, f., rosa agricôla, agricôlae, m., contadino CASO SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE nominativo rosâ rosae agricolâ agricolae genitivo rosae rosärum agricolae agricolärum dativo rosae rosis agricolae agricolis accusativo rosam rosas agricolam agricolas vocativo rosâ rosae agricolâ agricolae ablativo rosä rosis agricolä agricolis Il locativo ha la terminazione -ae, uguale a quella del genitivo singolare, ed esprime lo stato in luogo con i nomi di città e di piccola isola singolari (es. Romae = «a Roma»). Particolarità Il sostantivo familia presenta al genitivo singolare l antica terminazione -as nella espressione formulare pater e mater familias. Specie negli scrittori arcaici è facile trovare il genitivo singolare con la terminazione -äi, anziché -ae (es. patriäi = patriae). In nomi di origine greca e in poesia è facile trovare il genitivo plurale in -um, anziché in -arum (es. amphôrum anziché amphorarum). Il dativo e l ablativo plurale di dea e filia presentano la terminazione -abus, anziché in -is, in alcune espressioni formulari come deis et deabus, filiis et filiabus per differenziarsi dai corrispondenti nomi maschili della seconda declinazione che al dativo e ablativo plurale presentano la terminazione -is. 1.2 Seconda declinazione: genitivo singolare -i Comprende sostantivi maschili, femminili e neutri. La terminazione del nominativo singolare varia a seconda del genere: i maschili escono in -us o in -er, i femminili in -us e i neutri in -um. 3

7 TAVOLE MORFOLOGICHE 1. IL NOME: SOSTANTIVI E AGGETTIVI Sostantivi con il nominativo in -us amicus, amici, m., amico fagus, i, f., faggio CASO SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE nominativo amicus amici fagus fagi genitivo amici amicörum fagi fagorum dativo amico amicis fago fagis accusativo amicum amicos fagum fagos vocativo amice amici fage fagi ablativo amico amicis fago fagis I nomi in -us sono tutti maschili ad eccezione dei nomi di pianta (es. pinus), di isola (es. Delus) e di regione (es. Aegyptus) che sono femminili. Sono neutri pelâgus («mare»), virus («veleno») e vulgus («volgo») di uso piuttosto raro. I sostantivi in -ius, come filius, hanno generalmente la doppia i al genitivo singolare (filii) e al dativo/ablativo plurale (filiis). Sempre contratte sono invece le forme dei nomi in -aius e -eius (es. Pompeius, gen. Pompei). I nomi propri in -ius e il sostantivo filius presentano il vocativo singolare in -i (es. Pompei, fili). Il sostantivo locus presenta al plurale due diverse forme: una maschile, loci, che indica i «passi» di un libro, l altra di genere neutro, loca, che indica invece i «luoghi» in senso geografico. Sostantivi con il nominativo in -er puer, pueri, m., bambino, ragazzo magister, magistri, m., maestro CASO SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE nominativo puer pueri magister magistri genitivo pueri puerörum magistri magiströrum dativo puero pueris magistro magistris accusativo puerum pueros magistrum magistros vocativo puer pueri magister magistri ablativo puero pueris magistro magistris I nomi in -er sono tutti maschili. Alcuni nomi in -er, come puer, pueri, conservano la e del nominativo per tutta la declinazione, altri, come magister, magistri, invece, la perdono. RCS LIBRI EDUCATION SPA Sostantivi con il nominativo in -um (neutri) donum, doni, n., dono CASO SINGOLARE PLURALE nominativo donum dona genitivo doni donörum dativo dono donis accusativo donum dona vocativo donum dona ablativo dono donis I sostantivi in -ium, come consilium, hanno generalmente la doppia -i al genitivo singolare (consilii) e al dativo e ablativo plurale (consiliis). 4

8 TAVOLE MORFOLOGICHE 1. IL NOME: SOSTANTIVI E AGGETTIVI Particolarità Il locativo, sia per i nomi maschili e femminili sia per i neutri, ha la terminazione -i (la stessa del genitivo singolare) ed esprime lo stato in luogo con i nomi di città e di piccola isola (es. Deli «a Delo», Mediolani «a Milano»). Il genitivo plurale, specie in poesia o in espressioni formulari, presenta talvolta la terminazione -um anziché -orum (es. praefectus fabrum «capo dei genieri»). Ecco la declinazione completa di vir, viri («marito», «uomo grande», «eroe»), unico sostantivo con il nominativo singolare in -ir, e di deus, dei («dio»), che presenta alcune forme particolari. vir, viri, m., uomo, marito deus, dei, m., dio CASO SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE nominativo vir viri deus dei, dii, di genitivo viri virörum dei deörum, deum dativo viro viris deo deis, diis, dis accusativo virum viros deum deos vocativo vir viri (deus, dive) dei, dii, di ablativo viro viris deo deis, diis, dis 1.3 Terza declinazione: genitivo singolare in -is Comprende la maggior parte dei sostantivi latini maschili, femminili e neutri. Il nominativo singolare presenta grande varietà di terminazioni. La declinazione avviene sulla base di tre diversi modelli che differiscono fra loro per le terminazioni dell ablativo singolare (-e/-i), del genitivo plurale (-um/-ium) e del nominativo/accusativo plurale neutro (-a/-ia). I modello: comprende nomi con il tema in consonante, empiricamente riconoscibili perché sono generalmente imparisillabi, presentano cioè al genitivo singolare una sillaba in più rispetto al nominativo: es. consul, consûlis («console»); corpus, corpôris («corpo»); homo, homînis («uomo»). Si declinano secondo il I modello anche i falsi parisillabi, cioè alcuni sostantivi che, pur essendo formalmente parisillabi, presentano tuttavia il tema in consonante, come pater, patris («padre») e mater, matris («madre»). II modello: comprende nomi con il tema in -î, empiricamente riconoscibili perché sono generalmente parisillabi, presentano cioè lo stesso numero di sillabe al nominativo e al genitivo singolari, come civis, civis (= «cittadino») e ignis, ignis («fuoco»). Si declinano secondo questo modello anche i falsi imparisillabi, cioè alcuni sostantivi che, pur essendo formalmente imparisillabi, presentano tuttavia il tema in -î, come mons, montis («monte»). III modello: comprende pochi sostantivi neutri che escono al nominativo singolare in -e, -al, -ar. 5

9 TAVOLE MORFOLOGICHE 1. IL NOME: SOSTANTIVI E AGGETTIVI I modello: temi in consonante (imparisillabi e falsi parisillabi) ablativo singolare: -ê genitivo plurale: -um nominativo, accusativo, vocativo neutro plurale: -a consul, consûlis, m., console (imparisillabo) flumen, flumînis, n., fiume (imparisillabo) lex, legis, f., legge (imparisillabo) CASO SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE nominativo consul consûles lex leges genitivo consûlis consûlum legis legum dativo consûli consulîbus legi legîbus accusativo consûlem consûles legem leges vocativo consul consûles lex leges ablativo consûle consulîbus lege legîbus mater, matris, f., madre (falso parisillabo) CASO SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE nominativo flumen flumîna mater matres genitivo flumînis flumînum matris matrum dativo flumîni fluminîbus matri matrîbus accusativo flumen flumîna matrem matres vocativo flumen flumîna mater matres ablativo flumîne fluminîbus matre matrîbus Fra i «falsi parisillabi» più comuni: pater, patris «padre»; mater, matris «madre»; frater, fratris «fratello»; iuvenis, iuvenis «giovane»; senex senis «vecchio»; canis, canis «cane». II modello: temi in -î (parisillabi e falsi imparisillabi) ablativo singolare: -ê genitivo plurale: -ium nominativo, accusativo, vocativo neutro plurale: -a civis, civis, m., cittadino (parisillabo) mons, montis, m., monte (falso imparisillabo) CASO SINGOLARE PLURALE SINGOLARE PLURALE nominativo civis cives mons montes genitivo civis civîum montis montium dativo civi civîbus monti montîbus accusativo civem cives montem montes vocativo civis cives mons montes ablativo cive civîbus monte montîbus I sostantivi neutri sono pochissimi e sono tutti falsi imparisillabi come os, ossis, «osso» e cor, cordis, «cuore». 6

10 2 IL VERBO Il sistema verbale latino comprende, come quello italiano, verbi attivi che, se transitivi, possono avere oltre alla forma attiva anche quella passiva, e verbi deponenti (una categoria inesistente nel sistema verbale italiano) che hanno forma attiva ma significato passivo o medio-riflessivo. Glossario Coniugazioni verbali I verbi latini regolari, sia attivi sia deponenti, si raggruppano in quattro coniugazioni (più una «mista») che si distinguono in base alla terminazione dell infinito presente. Rimangono fuori da questa classificazione alcuni verbi detti genericamente irregolari o anomali (come, ad esempio, il verbo sum). Ecco le terminazioni dell infinito presente che consentono di individuare con esattezza a quale coniugazione appartiene un verbo: CONIUG. VERBI ATTIVI VERBI DEPONENTI I -äre (es. laudäre, amäre) -äri (es. hortäri, imitäri) II -ëre (es. monëre, vidëre) -ëri (es. merëri, pollicëri) III -êre (es. legêre, vincêre) -i (es. loqui, nasci) IV -ïre (audïre, punïre) -ïri (es. largïri, blandïri) Presentano una coniugazione mista, conforme in alcune voci alla terza e in altre alla quarta coniugazione, alcuni verbi attivi che presentano la 1 a persona dell indicativo presente in -io e l infinito presente in -êre (es. facio/ facêre) e alcuni deponenti in -ior con infinito in -i (es. patior/ pati). Deponenti Desinenze personali Si tratta di verbi di forma passiva ma di significato attivo o medio-riflessivo (v. «Forma e diatesi»). Possono essere sia transitivi, come hortor, che significa «io esorto», sia intransitivi, come proficiscor, che significa «io parto». Naturalmente un deponente transitivo non ammette la trasformazione dall attivo al passivo. Alcuni verbi sono detti semideponenti poiché hanno forma attiva nei tempi del sistema del presente e forma passiva in quelli del sistema del perfetto. Nella coniugazione dei modi finiti le desinenze indicano le sei persone (tre singolari e tre plurali) e la forma attiva o passiva. Nella forma attiva sono identiche per tutti i tempi del modo indicativo e congiuntivo, con l eccezione dell indicativo perfetto che ha desinenze proprie. Nella forma passiva sono identiche per tutti i tempi del sistema del presente dei modi indicativo e congiuntivo. Presentano desinenze particolari i tempi dell imperativo. 15

11 TAVOLE MORFOLOGICHE 2. IL VERBO PERSONA INDICATIVO E CONGIUNTIVO INDICATIVO PERFETTO ATTIVO PASSIVO ATTIVO 1 a sing. -o, -m -or, -r -i 2 a sing. -s -ris, -re -ïsti 3 a sing. -t -tur -it 1 a plur. -mus -mur -îmus 2 a plur. -tis -mîni -ïstis 3 a plur. -nt -ntur -ërunt, -ëre Forma e diàtesi PERSONA IMPERATIVO PRESENTE IMPERATIVO FUTURO ATTIVO PASSIVO ATTIVO PASSIVO 1 a sing. 2 a sing. tema puro -re -to -tor 3 a sing. -to -tor 1 a plur. 2 a plur. -te -mîni -töte 3 a plur. -nto -ntor La desinenza della 1 a persona singolare attiva è -o in alcuni casi (ad esempio al presente indicativo) e -m in altri (ad esempio al presente congiuntivo). Le desinenze -ërunt, -ëre della 3 a persona plurale del perfetto indicativo attivo e le desinenze -ris, -re della 2 a persona singolare dell indicativo/congiuntivo di forma passiva erano alternative: nelle opere degli scrittori si trovano documentate entrambe. RCS LIBRI EDUCATION SPA Come in italiano un verbo transitivo può presentarsi alla forma attiva o passiva. C è invece con l italiano una radicale differenza per quanto riguarda la formazione del passivo: in italiano si forma con il participio perfetto + il verbo «essere»; in latino, invece, nei tempi del sistema del presente, si forma in modo organico, cioè con terminazioni particolari (laudor «io sono lodato»). Non va confusa la forma del verbo con la sua diàtesi, che indica il tipo di partecipazione del soggetto all azione verbale. Un verbo può avere diàtesi attiva, coincidente con la forma attiva (tranne che per i verbi deponenti e pochi altri), diàtesi passiva, coincidente con la forma passiva (tranne che per i verbi deponenti e pochi altri) e diatesi medio-riflessiva generalmente espressa con la forma passiva, corrispondente alla nostra coniugazione pronominale, (ad es. moveor «mi muovo», queror «io mi lamento). Genere del verbo Modi e tempi Come in italiano, anche il verbo latino può essere transitivo o intransitivo. Molti verbi, come peraltro avviene in italiano, non sono transitivi o intransitivi «per natura» ma ammettono sia un uso transitivo sia un uso intransitivo. Ad esempio il latino lego, come l italiano «leggo», è usato in funzione transitiva nella espressione lego librum («io leggo un libro») e in funzione intransitiva nella frase lego in horto («io leggo in giardino»). Sono modi finiti l indicativo, il congiuntivo e l imperativo (rispetto all italiano manca il condizionale); sono modi indefiniti o nomi verbali l infinito, il participio, il gerundio, il gerundivo e il supino. Ecco una tabella di corrispondenza fra latino e italiano: I tempi del modo indicativo in latino sono 6 mentre in italiano sono 8: il perfetto latino può, infatti, corrispondere a tre diversi tempi italiani. 16

12 TAVOLE MORFOLOGICHE 2. IL VERBO LATINO presente imperfetto futuro semplice perfetto piuccheperfetto futuro anteriore CORRISPONDENTE ITALIANO presente imperfetto futuro semplice passato prossimo passato remoto trapassato remoto trapassato prossimo futuro anteriore I tempi del congiuntivo sono 4, come in italiano. Imperfetto e piuccheperfetto svolgono anche le funzioni del condizionale italiano. LATINO presente imperfetto perfetto piuccheperfetto CORRISPONDENTE ITALIANO congiuntivo presente congiuntivo imperfetto condizionale presente congiuntivo passato congiuntivo trapassato condizionale passato I tempi dell imperativo sono due: rispetto all italiano c è anche un imperativo futuro. LATINO CORRISPONDENTE ITALIANO presente presente futuro I tempi dell infinito sono 3: rispetto all italiano c è anche l infinito futuro. LATINO CORRISPONDENTE ITALIANO presente presente perfetto passato futuro I tempi del participio sono tre: rispetto all italiano c è anche il participio futuro. LATINO CORRISPONDENTE ITALIANO presente presente perfetto passato futuro Gerundio, gerundivo e supino non possiedono tempi. 17

13 TAVOLE MORFOLOGICHE 2. IL VERBO Paradigma del verbo Persona e numero Temi verbali e sistema dei tempi Sequenza delle forme fondamentali di un verbo dalle quali si ricavano i temi verbali. Il paradigma di un verbo attivo è costituito dalla 1 a e 2 a persona dell indicativo presente, dalla 1 a persona dell indicativo perfetto, dal supino attivo e dall infinito presente. Il paradigma di un verbo deponente è costituito dalla 1 a e 2 a persona dell indicativo presente, dalla 1 a persona dell indicativo perfetto, dall infinito presente. Nei modi finiti il verbo si flette con terminazioni che marcano la persona (1 a, 2 a e 3 a ) e il numero (singolare/plurale). La voce verbale, inoltre, può anche presentarsi alla forma impersonale. Un verbo attivo presenta 3 temi verbali: il tema del presente (si ottiene togliendo la terminazione dell infinito presente), del perfetto (si ottiene togliendo la terminazione -i della 1 a persona dell indicativo perfetto) e del supino (si ottiene togliendo la terminazione -um dal supino attivo). Ciascuno dei tre temi è all origine di un «sistema» di tempi: SISTEMA DEL PRESENTE SISTEMA DEL PERFETTO indicativo presente, imperfetto, futuro semplice congiuntivo presente e imperfetto, imperativo presente e futuro, infinito presente, participio presente, gerundio e gerundivo indicativo perfetto, piuccheperfetto e futuro anteriore congiuntivo perfetto e piuccheperfetto, infinito perfetto SISTEMA DEL SUPINO supino attivo e passivo, participio perfetto e futuro Le tre forme dalle quali si ricavano i tre temi verbali sono registrate nel paradigma. Un verbo deponente ha due temi verbali, quello del presente (si ottiene togliendo le terminazioni dell infinito presente) e quello del supino (si ottiene togliendo la terminazione -us al participio perfetto). Manca il tema del perfetto perché i tempi del sistema del perfetto si formano tutti in modo perifrastico. Il sistema del presente e del supino sono del tutto analoghi a quelli dei verbi attivi. Le due forme dalle quali si ricavano i due temi verbali sono registrate nel paradigma. Terminazioni Vocale tematica Unite ai temi verbali, costituiscono la parte terminale delle varie voci. Nella terminazione si fondono insieme, in modo non sempre facilmente riconoscibile, la vocale tematica tipica di ogni coniugazione, i morfemi temporali che caratterizzano i vari tempi, le desinenze. È la vocale posta fra il tema verbale e gli altri elementi della terminazione. Ogni coniugazione ha una vocale tematica che la caratterizza. CONIUG. VOCALE ESEMPIO TEMATICA I -ä laudas, «tu lodi»; laudäbam, «tu lodavi»; laudärem, «io loderei» II -ë mones, «tu ammonisci»; monëbas, «tu ammonivi; monëres, «tu ammoniresti» III ê/î/ô legis, «tu leggi»; legêrem, «io leggerei»; legunt (<legônt), «essi leggono» IV ï/iê/iô audis, «tu ascolti»; audiebam, «io ascoltavo»; audiunt (< audiônt), «essi ascoltano» 18

14 TAVOLE MORFOLOGICHE 2. IL VERBO 2.1 Verbi regolari attivi Avvertenza per la traduzione delle voci verbali La traduzione delle voci verbali è quella convenzionale, con una importante eccezione: non viene proposta alcuna traduzione per l infinito futuro poiché tale voce, oltre a non essere presente nel sistema verbale italiano, non ammette alcuna traduzione plausibile al di fuori della proposizione infinitiva. Prima coniugazione Paradigma: laudo, as, laudävi, laudätum, laudäre, lodare FORMA ATTIVA Modi finiti INDICATIVO FORMA PASSIVA PRESENTE PERFETTO PRESENTE PERFETTO (io lodo) (io lodai, ho lodato, (io sono lodato) (io fui, sono stato, ebbi lodato) fui stato lodato) laudo laudävi laudor laudätus, a, um sum laudas laudavïsti laudäris (-äre) es laudat laudävit laudätur est laudämus laudavîmus laudämur laudäti, ae, a sumus laudätis laudavïstis laudamîni estis laudant laudavërunt (-ëre) laudäntur sunt IMPERFETTO PIUCCHEPERFETTO IMPERFETTO PIUCCHEPERFETTO (io lodavo) (io avevo lodato) (io ero lodato) (io ero stato lodato) laudäbam laudavêram laudäbar laudätus, a, um eram laudäbas laudavêras laudabäris (-abäre) eras laudäbat laudavêrat laudabätur erat laudabämus laudaverämus laudabämur laudäti, ae, a erämus laudabätis laudaverätis laudabamîni erätis laudäbant laudavêrant laudabäntur erant RCS LIBRI EDUCATION SPA FUTURO SEMPLICE FUTURO ANTERIORE FUTURO SEMPLICE FUTURO ANTERIORE (io loderò) (io avrò lodato) (io sarò lodato) (io sarò stato lodato) laudäbo laudavêro laudäbor laudätus, a, um ero laudäbis laudavêris laudabêris (-abêre) eris laudäbit laudavêrit laudabîtur erit laudabîmus laudaverîmus laudabîmur laudäti, ae, a erîmus laudabîtis laudaverîtis laudabimîni erîtis laudäbunt laudavêrint laudabüntur erunt 19

15 DAL LATINO ALL ITALIANO

16 PREMESSA: LE MODALITÀ DEL PASSAGGIO Buona parte del lessico della lingua italiana deriva da quello latino, con trasformazioni, più o meno marcate, sia fonetiche (che interessano, cioè, la forma della parola) sia semantiche (che riguardano il significato). Il patrimonio lessicale latino ci è pervenuto in due modi: per tradizione diretta, quando il termine è sempre stato in uso nel linguaggio comune; per via dotta, quando un termine è stato recepito nel linguaggio letterario o nei linguaggi settoriali. Nel primo caso il termine ha subito trasformazioni fonetiche e semantiche anche notevoli, nel secondo ha invece mantenuto quasi integralmente il suo aspetto originario. In molti casi la stessa parola latina è stata trasmessa sia per via popolare sia per via dotta, dando origine dunque a due diverse parole italiane (allòtropi): così ad esempio, in bocca al popolo il sostantivo causa divenne rapidamente «cosa», ma giuristi e filosofi continuarono a discutere di «cause». Ecco alcuni altri esempi di allotropi: la prima parola di ogni coppia è quella di origine popolare, la seconda è quella di origine dotta. aia enfiagione spazzare aria inflationem spatiare area inflazione spaziare cerchio intero stagione circulus integrum stationem circolo integro stazione chiamare parola teglia clamare parabola tegula acclamare parabola tegola freddo rione vergogna frigidus regionem verecundia frigido regione verecondia Talvolta da una stessa parola latina sono derivati un sostantivo e un aggettivo per vie diverse: l uno rivela un origine popolare, l altro colta. 84

17 DAL LATINO ALL ITALIANO PREMESSA: LE MODALITÀ DEL PASSAGGIO È ad esempio il caso di magister da cui derivano sia il sostantivo «maestro» sia l aggettivo «magistrale». Ecco qualche altro esempio: bagno vescovo chiesa balneum episcopus ecclesia balneare episcopale ecclesiastico chiostro ghiaccio luogo claustrum glacies locus claustrale glaciale locale moglie prete sposo mulier presbyter sponsus muliebre presbitério sponsàli RCS LIBRI EDUCATION SPA 85

18 1 MUTAMENTI FONETICI Come si è detto, nel passaggio dal latino all italiano, soprattutto quando è avvenuto per tradizione diretta, si sono verificati numerosi mutamenti fonetici. Ecco i principali. 1.1 Vocalismo Fenomeno di portata rivoluzionaria fu il progressivo passaggio a partire dal II secolo d.c. dal sistema quantitativo, fondato sull opposizione vocale breve/ vocale lunga, al sistema qualitativo, fondato invece sulla differenza di timbro della vocale. Questo fatto comportò che le vocali lunghe furono pronunciate chiuse, le vocali brevi invece furono pronunciate aperte. Tale mutamento è alla base del sistema fonetico italiano, che risulta così determinato per le sillabe toniche: Latino ï î ë ê ä â ô ö û ü Italiano i é è a ò ó u In sillaba aperta ê, ô toniche si dittongano rispettivamente in ie e uo. Come si vede dallo specchietto, in italiano non esistono solo cinque vocali, ma sette (benché la grafia non le distingua tutte), avendo valore fonematico l opposizione fra é/ è e fra ó/ ò, come si può notare dagli esempi: ésse (pronome) / èsse (lettera dell alfabeto) légge (sostantivo) / lègge (voce verbale) vólto (sostantivo) / vòlto (voce verbale) bótte (recipiente) / bòtte (colpi) Ecco alcuni esempi di evoluzione fonetica: si badi che i nomi italiani derivano normalmente dalla forma dell accusativo singolare latino, che terminava in -m. Tale suono, molto debole già nel latino classico, scomparve del tutto in età più tarda. fïlu(m) > filo vöce(m) > vóce fîde(m) > féde sôlu(m) > suolo fêrru(m) > fèrro fûrnu(m) > fórno pêde(m) > piede müru(m) > muro In sillaba atona (e in fine di parola) le vocali tendono ad assimilarsi: Latino ï î ë ê ä â ô ö û ü Italiano i e a o u (o) 86

19 DAL LATINO ALL ITALIANO 1. MUTAMENTI FONETICI lupï > lupi discîpûlu(m) > discépolo fîdële(m) > fedéle frümentu(m) > frumento Le vocali atone, in certe posizioni, tendono a scomparire (sincope), determinando alterazioni consonantiche secondarie. dómîna > domna > donna ócûlu(m) > oclu(m) > occhio cálîdu(m) > caldu(m) > caldo civitáte(m) > cittade > città I dittonghi si riducono: au > o: es. laude(m) > lòde ae > e: es. caelu(m) > cièlo (ë da ae si confonde con ê dando è o -ie) oe > e: es. poena(m) > péna 1.2 Consonatismo Uno dei principali fenomeni connessi all evoluzione dal latino all italiano è costituito dalla formazione di suoni palatali, che non esistevano nel latino classico: 1) l affricata palatale sonora (suono della g in «gelo») è l esito di: g (velare) + e, i: es. generu(m) (pronuncia classica ghenerum) > genero; i semiconsonantica: es. iam > già; maiore(m) > maggiore; di + vocale: es. podiu(m) > poggio; diurnum > giorno; 2) l affricata palatale sorda (suono della c di «cena») è l esito di: c (velare) + e, i: es. dece(m) (pronuncia classica dekem) > dieci; si + vocale: es. basiu(m) > bacio; 3) la sibilante palatale sorda (suono della sc di «scena») è l esito di sc + e, i: es. descendêre (pron. class. deskendere) > discendere; 4) l affricata dentale sorda (suono della z di «azione») è l esito di: ti + vocale: es. gratia(m) > grazia; 5) la nasale palatale (gn) e la laterale (gl) sono rispettivamente l esito di: ni + vocale: es. scriniu(m) > scrigno; li + vocale: es. filiu(m) > figlio. I gruppi consonante + l sviluppano una i semiconsonantica: cl > chi: es. clamare > chiamare fl > fi: es. flore(m) > fiore gl > ghi: es. glïru(m) > ghiro pl > pi: es. pluvia(m) > pioggia Soprattutto nell Italia settentrionale le sorde intervocaliche o seguite da r si sonorizzano (lenizione): es. acu(m) > ago; strata(m) > strada; acre(m) > agro. La b intervocalica passa a v e la g intervocalica cade: es. faba(m) > fava; ego > eo > io. 87

20 DAL LATINO ALL ITALIANO 1. MUTAMENTI FONETICI Nel gruppo ns la n cade (già nel latino classico), nel gruppo rs la r si assimila: es. mënse(m) > mése; pêrsica(m) > pessîca(m) > pèsca. I nessi: bt, ct, pt si assimilano in tt: es. obtinëre > ottenere; ôcto > òtto; aptu(m) > atto; mn si assimila in nn: es. autumnu(m) > autunno; ps, x si assimilano in ss: es. scripsit > scrisse; saxu(m) > sasso. La ex- iniziale perde la e (afèresi) e la x si palatalizza: es. examen > sciame («esame» è voce dotta!). Le consonanti finali di parola cadono (la -m già era debolissima in età classica), tranne che nei monosillabi: es. vênit > viene; corpus > corpo; cum > con Talora si verificano fenomeni di rafforzamento consonantico: es. aqua(m) > acqua; vënit > (egli) venne In sillabe consecutive r e n si differenziano (dissimilazione): es. arbôre(m) > albero; Bononia > Bologna Nel latino parlato si determinano vari casi di spostamento d accento rispetto al latino classico, con importanti ripercussioni sull esito italiano: es. filìôlu(m) > filiô lu(m), figliuòlo, figliòlo. RCS LIBRI EDUCATION SPA 88

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