Oggetto: ordine del giorno a firma del Consigliere Cristiano Di Pietro sull emergenza danni causati dalla specie cinghiale (sus scrofa).

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1 Alla.c.a. del Presidente del Consiglio regionale del Molise Ing. Vincenzo Cotugno Oggetto: ordine del giorno a firma del Consigliere sull emergenza danni causati dalla specie cinghiale (sus scrofa). Richiesta al Presidente delle Giunta regionale del Molise Arch. Paolo Di Laura Frattura di attivare la procedura per chiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale e proroga dei termini del periodo di abbattimento per contenimento dalla specie cinghiale (sus scrofa). Premesso che l emergenza riguardante la proliferazione della specie cinghiale (sus scrofa) si sta rilevando un caso che riguarda tutto il territorio nazionale, come dimostrato dagli atti e dalle innumerevoli testimonianze riportate dalla stampa (Allegato 1) ormai con frequenza quotidiana. Considerato che il cinghiale (sus scrofa) rappresenta una delle specie più problematiche della fauna selvatica di interesse gestionale presente nel nostro Paese, ma l analisi della letteratura e i contatti con gli enti gestori anche di altri paesi europei, ci dimostrano che il caso italiano non è unico; attualmente è l ungulato più diffuso in Italia, con un areale di circa km², corrispondente al 64% del territorio nazionale. Una stima molto approssimativa, derivata dall analisi dei carnieri di caccia, ha valutato la popolazione dei cinghiali (sus scrofa) in numero non inferiore a capi; i danni prodotti a livello nazionale nel settore agricolo da questo ungulato rappresentano il 90% di quelli complessivamente provocati da tutti gli altri animali selvatici e corrispondevano, nel 2004, a ,00 Euro (Marsan, 2009) e per il 2015 secondo Coldiretti, a ,00 euro; in materia di conflitto tra attività agricole e cinghiale (sus scrofa), il principale strumento conoscitivo a disposizione è sicuramente il monitoraggio costante della distribuzione geografica e dell entità dell impatto sulle colture;

2 in Molise il cinghiale (sus scrofa), nell ultimo decennio, ha ampliato molto il suo areale, con un evoluzione caratterizzata da andamento sorprendente, tanto per dimensioni dei nuovi territori colonizzati, quanto per rapidità con cui è avvenuto il fenomeno; tale espansione rapida e apparentemente inarrestabile, ha comportato l esplosione in Regione di vere e proprie situazioni critiche, aggravate dagli effetti contraddittori sul piano ecologico, gestionale e sociale. Negli ultimi anni infatti la regione Molise ha affrontato spese di risarcimento danni elevatissime. Le continue denunce da parte del mondo agricolo, che chiede alle Istituzioni di intervenire sia per porre fine all aumento esponenziale dei cinghiali (sus scrofa) attraverso un efficace politica di controllo della fauna selvatica, sia nel concedere risarcimenti rapidi agli agricoltori che hanno subito danni, hanno reso la problematica ancor più seria ed urgente; come evidenziato dall'ispra, la presenza del Cinghiale (sus scrofa), in un territorio, è fisiologicamente associata al manifestarsi di danni alle colture, di cui sarebbe velleitario prefiggersi l eliminazione totale, ma il cui costo non può e non deve essere sostenuto unicamente dagli agricoltori, che devono pertanto essere indennizzati e protetti. Si può affermare che la risoluzione di un problema così annoso passi attraverso una corretta ed efficace gestione della specie (ad esempio piani di abbattimento selettivo), ma il contenimento dei danni deve puntare, al contempo, alla prevenzione. Sempre considerato che la Coldiretti ha affermato che, nel giro di dieci anni, il numero di cinghiali (sus scrofa) in tutta Italia è raddoppiato, superando il record di un milione di esemplari mettendo a rischio non sono solo le produzioni, ma anche la vita degli automobilisti con danni per oltre ,00 di Euro nel solo 2015; la Confederazione italiana agricoltori, in una nota diffusa, ha ribadito "l'emergenza" costituita dalla presenza di troppi cinghiali (sus scrofa) affermando che la situazione è fuori controllo, minaccia i campi coltivati, gli allevamenti ma anche la sicurezza dei cittadini"; Secondo i dati Aasps negli incidenti stradali provocati dagli ungulati nel 2015 sono morte 18 persone e altre 145 sono rimaste ferite. Preso atto che la legge 157/92, all art. 18. (Specie cacciabili e periodi di attività venatoria), comma 1 lettera d) annovera la specie cinghiale (sus scrofa) come cacciabile dal 1 ottobre al 31 dicembre o dal 1 novembre al 31 gennaio (Allegato 2);

3 al comma 2 recita: I termini di cui al comma 1 possono essere modificati per determinate specie in relazione alle situazioni ambientali delle diverse realtà territoriali. Le regioni autorizzano le modifiche previo parere dell'istituto nazionale per la fauna selvatica. I termini devono essere comunque contenuti tra il 1 settembre ed il 31 gennaio dell'anno nel rispetto dell'arco temporale massimo indicato al comma 1. L'autorizzazione regionale è condizionata alla preventiva predisposizione di adeguati piani faunistico-venatori. La stessa disciplina si applica anche per la caccia di selezione degli ungulati, sulla base di piani di abbattimento selettivi approvati dalle regioni; la caccia di selezione agli ungulati può essere autorizzata a far tempo dal 1 agosto nel rispetto dell'arco temporale di cui al comma 1. (Allegato 2); l art. 19, comma 2 recita: Le regioni, per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche, provvedono al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia. Tale controllo, esercitato selettivamente, viene praticato di norma mediante l'utilizzo di metodi ecologici su parere dell'istituto nazionale per la fauna selvatica. Qualora l'istituto verifichi l'inefficacia dei predetti metodi, le regioni possono autorizzare piani di abbattimento. Tali piani devono essere attuati dalle guardie venatorie dipendenti dalle amministrazioni provinciali. Queste ultime potranno altresì avvalersi dei proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani medesimi, purchè muniti di licenza per l'esercizio venatorio, nonchè delle guardie forestali e delle guardie comunali munite di licenza per l'esercizio venatorio. (Allegato 2); legge Regionale 10 Agosto 1993, n 19 all art. 7 (controllo della fauna) comma 1 recita: La Regione, sentito l'i.n.f.s., per particolari esigenze anche nelle zone vietate alla caccia provvede al controllo della fauna. Il controllo deve essere selettivo e basato su metodi ecologici. Qualora tali metodi non dovessero risultare efficaci la Regione può autorizzare piani di abbattimento. (Allegato 3); all art. 29 (controllo della fauna selvatica), comma 4 recita: La Giunta Regionale, per comprovate ragioni di protezione dei fondi coltivati e degli allevamenti, da forme inselvatichite di specie domestiche, può autorizzare, su proposta delle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale, tramite le loro strutture regionali, piani di abbattimento attuati dalle guardie venatorie dipendenti dalle Province con la collaborazione dei proprietari o conduttori dei fondi su cui si attuano i piani medesimi, tutti munite di licenza per l'esercizio venatorio (Allegato 3). Sempre preso atto che al verificarsi delle calamità naturali, la normativa vigente prevede l attivazione di mezzi di intervento straordinari disciplinati dall art. 5 comma 1 della legge n. 225 del 1992 (Stato

4 di emergenza e potere di ordinanza), che dispone testualmente: Al verificarsi degli eventi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c), ovvero nella loro imminenza, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero, su sua delega, di un Ministro con portafoglio o del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri segretario del Consiglio, formulata anche su richiesta del Presidente della regione interessata e comunque acquisitane l'intesa, delibera lo stato d'emergenza, fissandone la durata e determinandone l'estensione territoriale con specifico riferimento alla natura e alla qualità degli eventi e disponendo in ordine all'esercizio del potere di ordinanza omissis (Allegato 4) Ritenuto che l unico strumento efficace per il contenimento della specie cinghiale (sus scrofa) è l abbattimento tramite la caccia; che, poiché la legge nazionale ultima risale al 1992 e dunque risulta anacronistica rispetto alla situazione degli ultimi 25 anni che ha visto l aumento esponenziale della specie cinghiale (sus scrofa) sul territorio; che la situazione odierna a livello regionale e nazionale sia da affrontare in maniera emergenziale in quanto non più fronteggiabile tramite gli istituti previsti dalla legge poichè il solo utilizzo di metodi biologici, delle guardie venatorie, delle guardie forestali ecc. risulta inefficace rispetto alla gravità del momento; non si possa più perdere del tempo a parlare di tavoli tecnici, osservatori, censimenti, in quanto l entità del numero di cinghiali è ormai conclamata e bisogna salvaguardare il mondo agricolo, principalmente colpito e messo in ginocchio dai danni arrecati; di dover garantire la protezione dei cittadini dai potenziali rischi legati alla salute pubblica, vista l ormai presenza dei cinghiali (sus scrofa) stessi all interno dei centri abitati, nonché dai sinistri automobilistici provocati dagli attraversamenti stradali di vere e proprie mandrie di ungulati; di dover contenere i costi relativi ai risarcimenti danni che l Ente è costretto a impegnare in un momento di difficoltà economica generale, come testimoniato dai numerosi decreti ingiuntivi di pagamento pervenuti presso la struttura regionale della caccia.

5 Visto che come da allegato 5, ogni anno nella Regione Molise i cinghiali (sus scrofa) producono danni al patrimonio agricolo e zootecnico per un ammontare stimato nell ordine di ,00 Euro l'anno, per un totale di circa ,07 di Euro in 5 anni; il cinghiale (sus scrofa) arreca anche danni ai frutteti per nutrirsi dei frutti e dei semi (uva, mele, pere, prugne, castagne, nocciole, ecc.) già caduti al suolo e di quelli comunque in avanzato stato di maturazione ancora sulla pianta; da una prima analisi dei dati raccolti risultano 153 i sinistri stradali (anni 2013-giugno 2016) con una media di circa 47 incidenti all anno, escluso il Impegna il presidente della Giunta regionale del Molise Arch. Paolo Di Laura Frattura: a deliberare la richiesta per il riconoscimento dello stato di calamità naturale presso il Governo nazionale con proroga dei termini del periodo di abbattimento per il contenimento della specie cinghiale (sus scrofa); a pubblicizzare la stessa presso la Conferenza Stato Regioni affinché ci si possa collettivamente indirizzare verso la risoluzione del problema; il Presidente del Consiglio regionale del Molise Ing. Vincenzo Cotugno a trasmettere il presente ordine del giorno ai Consigli regionali delle altre regioni affinché possano adottare pari atto al fine di rafforzare la richiesta nei confronti del Governo nazionale. Campobasso, lì 10/08/2016 f.to Il Consigliere regionale

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