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1 WORKSHOP PROGETTO FA.RE.NA.IT La Condizionalità o «Sostegno condizionato» Come «salire» in agricoltura! Dr. Narciso Monni Cagliari,

2 PAC: dalle macerie, dalla penuria alimentare e dai buoni propositi originari.. OBIETTIVI Aumento delle produzioni agricole Ammodernamento delle aziende agricole Sostegno ai redditi agricoli Stabilità dei prezzi dei prodotti agricoli

3 .attraverso strumenti protettivi di mercato a) aiuto accoppiato sui prodotti agroalimentari (prezzi minimi garantiti); b) tariffe all importazione (dazi); c) sussidi all esportazione, SUPPORTATI, TRA L ALTRO, DA elevato progresso tecnologico e meccanico; utilizzazione massiccia di mezzi chimici.

4 agli eccessi produttivi e distorsivi di mercato! Produzioni eccedentarie, che hanno comportato, tra l altro, l adozione di alcune misure di contenimento, come: set-aside; estensivizzazione; quote latte; espianti dei vigneti; distruzione orto-frutta, ecc. Distorsione sui costi per le sovvenzioni e per l ammasso (AIMA), divenuti troppo onerosi per il bilancio comunitario e impopolari agli occhi del consumatore e contribuente.

5 PAC: un nuovo ruolo per l agricoltura europea Riforma Mc Sharry (1992) Agenda 2000 (1999) Riforma Fischler (2003) Health check (2008) Sicurezza e qualità degli alimenti (Produrre come e non quanto!). Promozione di una politica agricola e rurale quale strumento di sostenibilità ambientale ( Chi inquina e deturpa, paga! ); Quindi, non solo approvvigionamento di «beni alimentari» salubri e non nocivi, ma anche fornitura di «beni pubblici» ambientali, messi a disposizione della collettività anche attraverso fonti di reddito alternative, come la Multifunzionalità.

6 REG. CE 1782/2003 (Riforma Fischler) RIFORMA A MEDIO TERMINE DELLA PAC ( ) Pagamento Unico Aziendale (PUA) Basato ad ettaro su un ammontare storico. (Spostamento del sostegno dal prodotto al produttore) Disaccoppiamento totale, quasi un sostegno sociale. Premi «disgiunti» dalle produzioni, quale stimolo per riorientarle in base agli indirizzi di mercato. Condizionalità: un «patto di stabilità» tra l UE, gli imprenditori e i cittadini. Attraverso la promozione di un agricoltura: sostenibile e socialmente accettabile; competitiva sul mercato.

7 Condizionalità o Sostegno condizionato: impegni e patti Reg. 73/2009 Reg. CE 1698/2005, come modificato dal Reg. CE 74/2009 Con sottoscrizione avvenuta al momento della presentazione della domanda di PUA o di alcune richieste rivolte all ottenimento di premi su alcune Misure del PSR ogni agricoltore, fatte salve le circostanze di forza maggiore, si impegna al rispetto dei Criteri di Gestione Obbligatori (CGO) nonché delle Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali (BCAA)» su tutte le superfici e i capi presenti in azienda, pur non fruitori di premi e/o aiuti.

8 I «CAMPI» DELLA CONDIZIONALITA CRITERI DI GESTIONE OBBLIGATORI (CGO) BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI (BCAA) Salvaguardia dell ambiente Tutela della sanità pubblica, della salute degli animali e delle piante Igiene e benessere degli animali Preservare il suolo dall erosione e regimazione delle acque Conservazione della struttura del terreno Conservazione della sostanza organica del terreno Assicurare un livello minimo di mantenimento dei terreni, evitando il deterioramento degli habitat Protezione e gestione delle risorse idriche

9 Condizionalità: Ignorantia legis non excusat La maggior parte degli impegni di condizionalità, specie quelli appartenenti ai CGO, sono previsti da norme legali vigenti. Pertanto, la non conoscenza di tali impegni non è una valida giustificazione in caso di infrazioni. La violazione dell impegno, a causa di atti o omissioni direttamente imputabili all agricoltore che ha presentato domanda di aiuto, nonché gli eventuali effetti, in termini di: Portata (limitazione aziendale o meno) Gravità (discostamento dagli obiettivi) Durata (tempistica nel ripristino) comporta la riduzione, fino all esclusione, del beneficio per l anno civile in cui si verifica l inosservanza (Reg. CE 73/2009).

10 La Condizionalità. NON E UN RICATTO O UNA COSTRIZIONE, MA CONVINZIONE! Il «sostegno condizionato» non deve essere visto, tuttavia, come un ulteriore aggravio di incombenze, di doveri, di restrizioni, di punizioni, ma come: virtuosismo imprenditoriale; crescita culturale dell azienda, del territorio e del comparto; dimostrazione delle finalità positive della PAC, che giustifichi la spesa agricola comunitaria nei confronti del cittadino europeo, oltre ad essere precondizione per «l accesso agli aiuti» previsti dall UE

11 1 CAMPO DI CONDIZIONALITA : AMBIENTE Le risorse ambientali non sono illimitate: un continuo/errato utilizzo/sfruttamento da parte dell uomo porterà ad un loro improcrastinabile impoverimento, esaurimento, erosione, inquinamento e depauperamento con effetti irreversibili, oltre che ad un maggiore inquinamento dei cibi. Necessitano, quindi, azioni di sostenibilità (protezione, rinforzamento, fortificazione), creando un «patto fra Agricoltura ed Ambiente», in sintonia fra di loro e non più in competizione, a vantaggio: degli uccelli e della fauna selvatica; delle acque sotterranee e superficiali; dei suoli; degli habitat naturali.

12 Campo di Condizionalità «Ambiente»: i 5 Atti A1 A2 Conservazione uccelli selvatici (Direttiva Uccelli - ZPS) Protezione delle acque dall inquinamento di sostanze pericolose A3 Protezione dell ambiente nella utilizzazione dei fanghi A4 A5 Protezione delle acque dall inquinamento dei nitrati Conservazione degli habitat naturali e seminaturali (Direttiva Habitat - SIC)

13 ATTO A1 (Direttiva 147/2009/CE Conservazione degli uccelli selvatici (ZPS) SCOPO Mantenere e/o ripristinare gli habitat naturali e semi-naturali presenti all interno della rete ecologica europea, denominata Natura 2000, dove vivono e debbono trovare sopravvivenza le biodiversità animali e vegetali minacciate dall estinzione. DESTINATARI Tutte le aziende agricole e forestali, i cui terreni ricadono all interno delle aree ZPS (Zone di Protezione Speciale) e delle aree SIC (Siti di Importanza Comunitaria), a volte sovrapposte territorialmente. ATTO A5 (Direttiva 92/43/CEE) Conservazione habitat naturali, della flora e fauna selvatica (SIC) COSA FARE? rispettare le disposizioni e gli impegni concordati nei Piani di gestione (PdG) territoriali; in loro assenza, si applicano le pertinenti disposizioni presenti nel Decreto Ministero dell Ambiente n 184 del 17 ottobre 2007 (Rete Natura 2000 )

14 Agricoltura, uomo e biodiversità:quale legame? Agricoltura intensiva Alto grado di meccanizzazione Aumento uso fertilizzanti, pesticidi e diserbanti Declino specie selvatiche, tra cui gli uccelli Diminuzione ambienti naturali Riduzione fonti trofiche e aree riproduttive Maggiore inquinamento ambientale e dei cibi Problemi sanitari e psicologici per l uomo

15 ATTI A1 (Uccelli) e A5 (Habitat): DM 184/2007 Non vieta di fare, ma come fare! Nelle aziende agricole, ai fini del rispetto della Condizionalità, in assenza o insufficienti disposizioni contenute nei PdG, fra i «Criteri minimi uniformi di conservazione» delle ZSC e ZPS si applicano: alcune azioni che «richiamano» degli impegni previsti negli «Standard» delle BCAA. 1.1b Divieto di effettuare livellamenti non autorizzati nei terreni 1.2 Copertura vegetale minima del suolo 1.3 Mantenimento dei terrazzamenti 2.1 Divieto di bruciatura delle stoppie e paglie su seminativi 4.1 Protezione del pascolo permanente 4.4 Mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio

16 SIC e ZPS: Delibera G.R. n 5/11 del 15 febbraio 2005 Inoltre, nel caso siano stati eseguiti, a far data dal 1 gennaio 2005, o se sono in corso di realizzazione, degli interventi strutturali (realizzazione di fabbricati zootecnici, recinzioni, strade, taglio di boschi, ecc.), o interventi di elevata importanza, verrà verificata la presenza/richiesta/congruenza: della necessaria autorizzazione, rilasciata dall ente preposto; e, ove prevista, la Valutazione di Incidenza.

17 ATTO A2 (Direttiva 2000/60/CE) Protezione delle acque sotterranee dall inquinamento provocato da certe sostanze pericolose COSA FARE? SCOPO In tutte le aziende: Prevenire, ridurre ed eliminare l inquinamento e la contaminazione delle acque da sostanze pericolose, che possono confluire nei sistemi idrici sotterranei, utilizzati in larga parte per il consumo umano. DESTINATARI Tutte le aziende agricole che producono e/o utilizzano e/o scarichino sostanze pericolose. (Decreto Legislativo N 152/2006) corretta conservazione (occasionale o permanente), stoccaggio e smaltimento delle sostanze pericolose, dei mezzi di produzione o sottoprodotti derivanti dal loro uso. Nelle aziende, i cui scarichi non siano assimilabili a quelli domestici: acquisire l autorizzazione allo scarico delle sostanze pericolose, rilasciata dalla Provincia (Autorità competente), e rispettare le indicazioni in essa riportate.

18 Protezione delle acque dall inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole SCOPO Ridurre l impatto della attività agricola attraverso una oculata gestione delle fertilizzazioni azotate e dello spandimento nel suolo di effluenti zootecnici, al fine di garantire: la tutela ambientale; l ottenimento di prodotti di alta qualità; la conservazione delle risorse idriche, preservando, al contempo, la salute dell uomo. ATTO A4 (Direttiva 91/676/CEE) DESTINATARI Aziende agricole situate nelle Zone Vulnerabili da Nitrati (Z.V.N.), individuate in Sardegna nel comune di Arborea. COSA FARE? obblighi amministrativi, differenti per tipologia aziendale (comunicazioni, PUA, ecc.); divieto spaziale e temporale allo spandimento di effluenti, fertilizzanti azotati e ammendanti organici; gestione degli accumuli temporanei; dotazione, autonomia e funzionalità dei contenitori di stoccaggio, in assenza di perdite; rispetto dei massimali di apporto di azoto (170 kg/ha/anno), dovuto agli effluenti distribuiti sui terreni aziendali.

19 REQUISITI MINIMI RELATIVI ALL USO DEI FERTILIZZANTI Per le aziende che beneficiano dei Pagamenti agroambientali (Misura 214) SCOPO Ridurre l impatto della attività agricola, attraverso una oculata gestione delle fertilizzazioni azotate e dello spandimento nel suolo di effluenti zootecnici, al fine di garantire: la tutela ambientale; l ottenimento di prodotti di alta qualità; la conservazione delle risorse idriche, preservando, al contempo, la salute dell uomo. DESTINATARI Aziende agricole situate nelle Zone Ordinarie (ZO) COSA FARE? obblighi amministrativi, differenti per tipologia aziendale (comunicazioni, PUA, ecc.); divieti spaziali e temporali allo spandimento di effluenti zootecnici, fertilizzanti azotati e ammendanti organici; gestione degli accumuli temporanei; dotazione, autonomia e funzionalità dei contenitori di stoccaggio, in assenza di perdite; rispetto dei massimali di apporto di azoto (340 kg/ha/anno), dovuto agli effluenti distribuiti sui terreni aziendali.

20 Recepimento regionale sull utilizzo degli effluenti zootecnici D.G.R. n.21/34 Ambito di applicazione 1. vengono dettate norme in materia di utilizzazione agronomica degli effluenti d allevamento e delle acque reflue provenienti da aziende di cui all art. 101 del D.lgs. 152/2006 e da piccole aziende agroalimentari. 2. viene disciplinato l intero ciclo di utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e delle acque reflue, garantendo la tutela dei corpi idrici.

21 4 BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI (BCAA) Una polizza infortuni da riscuotere in futuro Sono delle disposizioni ottimali per la conduzione dei terreni agricoli, che tendono a custodire la terra, conservarla con cura, mantenerla, quale «dovere civile» di responsabile vigilanza e sorveglianza. Il legislatore europeo vuole esortare l imprenditore agricolo, come in un ultima chiamata emergenziale, ad operare nella propria azienda tramite virtuose operazioni agricole e ambientali, sostenendo e dando credito al territorio ( bene pubblico ) nella sua interezza, a vantaggio e a godimento delle generazioni future.

22 BCAA: OBIETTIVI, NORME E STANDARD Obiettivo Norma Standard Interventi e azioni 1 Prevenire erosione del suolo 2 (S.O.) Gestione minima delle terre che rispetti le condizioni locali specifiche 1.2 Copertura minima del suolo 1.3 Mantenimento dei terrazzamenti 2.1 Gestione delle stoppie 2.2 Avvicendamento delle colture 3 (Struttura) Uso adeguato delle macchine 4 Habitat 5 (Acqua) Protezione del pascolo permanente Evitare la propagazione di vegetazione indesiderata sui terreni agricoli Mantenimento degli oliveti e dei vigneti in buone condizioni vegetative 4.4 Mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio 4.5 Divieto di estirpazione degli olivi 4.6 Densità di bestiame minime e/o regimi adeguati 5.1 Rispetto procedure autorizzazione emungimento acqua 5.2 Introduzione fasce tampone lungo i corsi d acqua

23 Standard 1.1b Divieto di effettuare livellamenti non autorizzati. OBIETTIVO Prevenire i fenomeni di dissesto idro-geologico. Lavorazioni mal eseguite danneggiano il terreno agrario, distruggendo irrimediabilmente la fertilità. Pertanto, lo Standard necessita in futuro di essere rafforzato dall acquisizione di ulteriori garanzie ambientali in fase progettuale.. I livellamenti sono autorizzati da parte della P.A. obbligatoriamente solo per le aree: sottoposte a vincoli idrogeologici; ricadenti in parchi o territori in cui le normative sono più stringenti. Negli altri casi (per es. preparazione impianti colture arboree), a tutt oggi, è prevista una semplice Dichiarazione Inizio Attività (DIA), con autorizzazione in regime di silenzio-assenso.

24 Standard 1.2: copertura minima del suolo Su superfici agricole che manifestano fenomeni erosivi evidenziabili da incisioni diffuse (rigagnoli). INTERVENTI NELLA REGIONE SARDEGNA DOVE a) Seminativi disattivati dalla produzione b) Seminativi e pascoli c) Colture permanenti COSA FARE Presenza di una copertura vegetale, naturale o seminata, durante tutto l anno. Copertura vegetale per un periodo almeno di 90 gg. fra il 15 gennaio e il 14 aprile Copertura vegetale per un periodo almeno di 90 gg. fra il 1 dicembre e il 28 febbraio DIVIETI Su terreni lasciati nudi, divieto di lavorazioni di affinamento del terreno (fresatura, frangizollatura, ecc.) per almeno 90 gg. A partire dal A partire dal 15 gennaio 1 dicembre In alternativa, in luogo dell ordinaria aratura, operare con tecniche per la protezione del suolo, quali discissura o ripuntatura, oppure lasciare i residui colturali.

25 Standard Mantenimento dei terrazzamenti OBIETTIVO Assicurare la protezione del suolo dall erosione, prevenendone il dissesto idrogeologico e conservando, al contempo, la qualità del paesaggio. DOVE? Su tutte le superfici agricole COSA FARE? Divieto di eliminare i terrazzamenti esistenti, delimitati a valle da muretti a secco, oppure da scarpate inerbite, anche mediante idonea manutenzione. Deroga: nel caso di rimodellamenti dei terrazzamenti, mantenendone la funzionalità allo scopo di renderli economicamente validi e meccanizzabili (per es. terrazzamenti collegati).

26 Standard Gestione delle stoppie e delle paglie OBIETTIVO Preservare la sostanza organica nel suolo, benefica sulla fertilità e struttura del terreno, nonché la tutela della fauna selvatica e la protezione dell habitat. DOVE? Seminativi COSA FARE? E vietata, salvo deroghe, la bruciatura delle stoppie, delle paglie e degli stocchi, presenti al termine dei cicli produttivi.

27 Gestione delle stoppie in Sardegna DEROGHE per le superfici investite a riso emergenze di carattere fitosanitario prescritti dall Autorità competente; in applicazione e osservanza delle «Prescrizioni regionali antincendi 2013». "...I proprietari e i conduttori dei terreni possono, sotto la propria responsabilità penale e civile, procedere all'abbruciamento delle stoppie, frasche, cespugli, nonché di incolti, nei periodi compresi: Terreni irrigui Altri terreni dal 1 luglio al 20 luglio dal 15 agosto al 14 settembre dal 1 giugno al 30 giugno dal 15 settembre a 31 ottobre solo su autorizzazione rilasciata dalla Stazione Forestale e V. A..." L abbruciamento è comunque subordinato alla realizzazione di idonee fasce di isolamento, al fine di evitare la propagazione del fuoco.

28 Gestione delle stoppie - Obblighi alle deroghe Interventi alternativi al ripristino della S.O. da eseguirsi nella campagna agraria successiva all abbruciamento. coltivazione di leguminose in purezza con interramento dei residui colturali; utilizzo di letame, effluenti zootecnici, stallatico, ecc. All interno delle Aree «Natura 2000», la bruciatura è sempre esclusa, salvo diversa prescrizione dell Autorità di Gestione (AdG) competente per territorio.

29 Standard Protezione del pascolo permanente OBIETTIVO Assicurare una costante copertura vegetale del terreno, in grado di mantenere intatta la struttura e il giusto livello di sostanza organica, oltre che prevenire il deterioramento degli habitat sui cicli vitali delle specie selvatiche e animali utili. COSA FARE? divieto di riduzione della superficie aziendale a pascolo permanente; divieto di conversione della superficie a pascolo permanente ad altri usi all interno delle Aree Natura 2000, salvo diversa prescrizione della Autorità competente prevista nel «Piano di gestione»; DOVE? Sulle superfici a pascolo permanente Pascolo: superficie utilizzata per la produzione di piante erbacee da foraggio, seminate e/o spontanee, non compresa nell avvicendamento aziendale da più di 5 anni. non effettuare lavorazioni come l aratura, l erpicatura o la fresatura, salvo interventi connessi al rinnovo e/o infittimento del pascolo stesso e alla gestione dello sgrondo delle acque.

30 Standard Evitare la propagazione delle infestanti OBIETTIVO Prevenire l abbandono progressivo dei terreni agricoli, l innesco degli incendi, la diffusione di infestanti e la scomparsa della fauna selvatica. DOVE? Sulle superfici non coltivate ordinariamente e ritirate dalla produzione. COSA FARE? (1) Sfalcio della copertura vegetale almeno una volta/anno; oppure, in alternativa: - trinciatura; - pascolamento equilibrato del cotico erboso.

31 Standard Evitare la propagazione delle infestanti COSA FARE? (2) DIVIETI DI SFALCIO Nelle aree SIC/ZPS:30 aprile/30 settembre Nelle altre aree: 15 maggio/15 settembre Obbligo dello sfalcio e/o altre operazioni equivalenti nelle fasce antincendio. DEROGA Al fine di prevenire la fioritura di infestanti e la successiva disseminazione, lo sfalcio può essere eseguito anche in altri periodi, comunque evitando interventi che comportino la rottura del cotico erboso. N.B.: La deroga è esclusa, se non diversamente prescritta nei PdG, nelle aree «Natura 2000».

32 Standard Mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio OBIETTIVO (VERSO EUROPA 2020 E GREENING) La norma tende a conservare il paesaggio rurale e prevenire il deterioramento degli habitat naturali, mantenendo i loro elementi caratteristici, ambientali e paesaggistici, che fungono, tra l altro, specie su terreni in pendio, da barriera a frane ed erosioni. Elemento caratteristico del paesaggio: «armonia inserita in un certo contesto territoriale». DOVE? Su tutte le superfici agricole COSA FARE? rispetto delle norme attuative del Piano Paesaggistico Regionale vigente (PPR); divieto di eliminazione di muretti a secco, siepi, stagni, alberi isolati o in filari, alberi monumentali, oliveti e mandorleti con più di 30 anni di impianto, colture terrazzate, anche nelle aree periurbane, specie vegetali e faunistiche endemiche, ecc. nelle aree Natura 2000 (SIC e ZPS) rispettare i provvedimenti regionali/locali, adottati ai sensi della normativa comunitaria.

33 Deroghe Standard Mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio L elemento «caratteristico» si ha qualora il suo sviluppo lineare (per es. muretto a secco, filare alberato, siepe, fasce tampone, ecc.) abbia una lunghezza lineare minima di 25 metri. 1) Motivazioni di ordine fitosanitario riconosciute dalle Autorità Competenti. 2) Formazioni arbustive od arboree, realizzate anche con l intervento pubblico, che non presentino i caratteri della permanenza e della tipicità. 3) Interventi di manutenzione ordinaria delle formazioni arboree/arbustive, comprendenti anche il taglio a raso delle ceppaie e il taglio dei ricacci delle capitozze; 4) Eliminazione di soggetti arborei o arbustivi appartenenti a specie invadenti, pollonanti o non autoctone (ad es. ailanto, robinia pseudoacacia, ecc.) o eliminazione di soggetti arbustivi lianosi (ad es. rovo).

34 Standard Introduzione di fasce tampone lungo i corsi d acqua OBIETTIVO Proteggere le acque superficiali e sotterranee dall inquinamento, dovuto all'impiego nei suoli agrari di fertilizzanti inorganici e effluenti zootecnici (letami e liquami). COSA FARE? Realizzazione e/o mantenimento di una fascia tampone lungo alcuni corsi idrici superficiali (torrenti e fiumi), che siano ordinariamente attivi; Divieto di effettuarvi lavorazioni, tranne quelle che facilitano la capacità filtrante della fascia; Divieto di applicare su di esse fertilizzazioni inorganiche e concimazioni organiche. DOVE? Su tutte le superfici agricole, ad esclusione degli oliveti e dei pascoli permanenti.

35 Condizionalità post 2014: stato dell arte. REGOLE DI CONDIZIONALITA TEMI CGO N BCAA N TOTALE NORME Ambiente, cambiamenti climatici e buone condizioni agronomiche del terreno Sanità pubblica, salute degli animali e delle piante Acqua Suolo e stoccaggio carbonio Biodiversità Mantenimento paesaggio Sicurezza alimentare Identificazione e registrazione degli animali Malattie degli animali Prodotti fitosanitari Benessere degli animali Benessere degli animali 3 3 TOTALI CGO E BCAA

36 Condizionalità post 2014: stato dell arte.

37 Grazie dell attenzione!

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