IL BATTESIMO DI GESÙ
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- Paola Benedetti
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1 IL BATTESIMO DI GESÙ 1
2 PRESENTAZIONE DEL TESTO, - Da tutto un complesso di osservazioni è probabile che questo breve racconto sul battesimo di Gesù esistesse già da tempo nella primitiva 2
3 tradizione cristiana: Marco lo ha ripreso inserendolo in una nuova composizione d insieme circa la persona e l opera di Gesù. Lo stile della narrazione è molto succinto e ritmico, pieno di richiami dell antico testamento. Si tratta di una sintesi catechistica intesa ad annunciare in modo globale il significato di Gesù Cristo, Figlio di Dio. A tale scopo viene utilizzata la descrizione della scena del battesimo di Gesù, che contemporaneamente si presta a illustrare il significato del battesimo nella chiesa, che «connatura» il <cristiano a Gesù Cristo (cf. Rm 6, 5). il vangelo infatti è stato scritto per la chiesa, alla quale si chiarisce fin dall inizio che cosa comporti per il cristiano l essere «figlio di Dio» in forza del battesimo stesso: essere «figlio di Dio», contrariamente a quanto l uomo, come Adamo, può pensare, significa fare come ha fatto Gesù (cf. Fil 2, 5-1 1), il quale si mostra Figlio di Dio proprio nel suo più profondo essere solidale con gli uomini. 9. In quei giorni Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. IO. E, uscendo dall acqua vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. 11. E si sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto». Tutti i Vangeli narrano che ci fu un momento forte in cui Gesù percepì in maniera straordinaria qual era la sua identità e missione: quando trentenne partì dalla bottega di Nazaret e andò con la gente ad ascoltare le prediche e a farsi battezzare dal Battista lungo il Giordano. Il battesimo di Giovanni. Giovanni veniva chiamato il Battista, cioè il battezzatore, dai contemporanei e dagli stessi primi cristiani, perché a esprimere simbolicamente il significato della sua predicazione aveva istituito un rito nuovo: egli, quale profeta di Dio, immergeva nell acqua (questo significa in greco «battezzare») del Giordano chiunque riconosceva e confessava apertamente i propri peccati, se ne dichiarava pentito e deciso a cambiar mentalità e condotta, pronto anche a dimostrarlo coi fatti; costui otteneva così il lavaggio completo dei suoi peccati, e non sarebbe stato colpito dal prossimo intervento punitivo del Giudice divino. Per tale rito Giovanni scelse il Giordano, il fiume già attraversato dall antico Israele sotto la guida di Giosuè per entrare nella Terra Promessa: invitava così gli ascoltatori a un nuovo esodo dalla schiavitù e a un nuovo ingresso nella terra promessa, per realizzare meglio che in passato quell ideale di vita comunitaria e fraterna in una terra propria e prospera, da cui purtroppo si erano da tempo allontanati. Battesimo d acqua e battesimo di Spirito Santo. Il Battista annuncia che il suo battesimo di acqua non è che preparazione a quella effusione o abluzione di Spirito dell epoca messianica che secondo i profeti (Is 32,15; Ez 36,25-27; GI 3,1-3) avrebbe agito dal di dentro dei cuori,- ossia nelle coscienze, li avrebbe lavati ossia purificati dai peccati e suscitato in loro un cuore nuovo capace di corrispondere al piano di Dio; questo Spirito Divino avrebbe anche saggiato i buoni ed eliminato i cattivi, al modo con cui il fuoco nel crogiuolo separava il buon metallo dalla ganga. Battesimo nello Spirito Santo era infatti già chiamato dai primi cristiani il battesimo di acqua da loro praticato e da loro messo in stretta relazione col dono messianico dello Spirito Santo (1 Cor 6,11; 12,13; Tt 35: cf. At 1,5 e 2,1-4.38; Gv 3,5); esso più tardi verrà chiamato semplicemente battesimo e presentato come istituito da Gesù (Mc 16,16 ultimo redattore; Mt 28,19). Gesù si sottopone al battesimo del Battista. Marco descrive con tutta naturalezza che lo stesso Gesù venne da Nazaret, ove faceva il falegname (cf. 6,3), ad ascoltare le prediche di conversione del Battista e che fu da lui battezzato. Perché Gesù si è fatto battezzare? Il fatto creava difficoltà ai primi cristiani, così anche a noi. Da tutto il Vangelo riusciamo a 3
4 intravvedere che Gesù fu da Dio a ciò spinto per inaugurare un atteggiamento, a cui terrà fede durante tutta la sua vita pubblica: solidarizzare coi peccatori (pur essendo innocente), farsi computare tra di loro (cf. Is 53,12), mescolarsi con loro; ricevendo il loro battesimo, confessa con loro i loro peccati, come più tardi mangerà coi peccatori e dichiarerà di essere venuto a salvare ciò che era perduto (Mc 2, ). Storicità della teofania. È un esperienza mistica di Gesù. Egli aveva visto lo Spirito divina scendere su di lui come sugli antichi profeti - e con un volo rapido come quella di una colomba - e aveva udito la voce di Dio che lo aveva proclamato sua Figlio Prediletto e che gli aveva anche indicato la strada nuova e paradossale da percorrere. Questa narrazione era già stata così formulata nella catechesi di una comunità giudeocristiana primitiva anteriore a Marco; e perciò assai vicina al Gesù terreno; infatti - come fra poco vedremo - si esprimeva mediante un fraseggio teologico desunto di peso dall Antico Testamento. Espressione della volontà divina potrebbe essere anche la voce del Battista stesso che proclama Gesù come Agnello o Servo del Signore che toglie il peccato del mondo: questa dà così possibilità all interpretazione che storicamente sia stato il Battista stesso, quale profeta o portavoce di Dio, la voce che proclamò Gesù come il Figlio Prediletto. Anche il film di Zeffirelli segue tale interpretazione. Seguiamo la narrazione: Mentre usciva dal Giordano, Gesù percepì che si apriva la volta solida del cielo (com era allora concepito il firmamento), e cioè che Dio stava per intervenire straordinariamente per suo mezzo nella storia dell umanità; sulla riva del Giordano comprese così che - in adempimento del sospiro già rivolto da lsaia a Dio Padre di aprire di nuovo i cieli - proprio lui era il nuovo Mosé che Dio faceva uscire dall acqua e gli poneva nell intimo il suo Santo Spirito per renderlo il pastore idoneo del suo gregge (Is 63, ); che proprio lui era il nuovo Giosué - come diceva il suo nome Gesù in forma abbreviata - che doveva introdurre Israele nella terra promessa messianica. La voce del Padre. In quell istante egli senti pure risonargli nelle orecchie la voce di Dio che lo proclamava con affetto suo Figlio Prediletto e che come Padre lo illuminava su una via insolita da percorrere e su un obbedienza costosa da compiere. Tu sei il figlio mio. Sentì anzitutto nella voce del Padre un eco della frase del Salmo 2,7: «Tu sei il Figlio mio»; con essa il Salmista alludeva al vaticinio con cui già il profeta Natan aveva promesso a Davide che il messia davidico futuro sarebbe stato caro a Dio come un figlio al padre (2 Sam 7,14) e gli prometteva l estensione del suo regno a tutti i popoli. Ma in che modo egli avrebbe regnato sul mondo? «Prediletto». La catechesi di Marco, ricordando che la voce di Dio accanto a Figlio aveva posto l aggettivo verbale prediletto («agapèt6s»), intese sottolineare che Gesù già al Giordano aveva percepito il carattere speciale e unico che lo univa come Figlio al Padre. Il termine greco «agapétòs» nella Bibbia greca usata dalla comunità di Marco si trovava solo nella narrazione del sacrificio di Isacco (Gen 22, ); traduceva l ebraico «jahid» e indicava Isacco tiglio prediletto da Abramo perché unico; ciò nonostante Abramo si era apprestato a immolarlo a Dio come massima espressione della sua fede e del suo culto. Secondo la interpretazione ebraica comune all epoca di Gesù, Isacco si era comportato in perfetta sintonia col padre Abramo e aveva perciò pure lui meritato la benedizione divina sul popolo di Israele e, per mezzo di esso, sull intera umanità. La voce quindi, secondo Marco, aveva inculcato a Gesù che, come Figlio prediletto del Padre, doveva arrivare anche a immolarsi completamente in sintonia col Padre al modo di Isacco per la salvezza di Israele e dell intera umanità. Immolarsi come? «In te mi sono compiaciuto». Secondo Marco, Gesù percepì pure che l obbedienza al Padre gli imponeva di immolarsi di persona sulla linea del Servo del Signore predetta dal profeta lsaia nei quattro relativi carmi (42,1-9; 49,1-7; 50,4-11; 52,13-53,12); la voce del Padre gli aveva infatti richiamato chiaramente proprio il primo versetto del primo carme (42,1): «Ecco il mio Servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio 4
5 spinto su di lui...»; Gesù comprese così che doveva seguire - come si dice in quei carmi -non la via del successo personale o della prepotenza egoistica. ma quella umile e servizievole che arriva fino a sacrificarsi e a pagare di persona per la salvezza e dignità umana di tutti i membri della comunità, specie di quelli deboli, vacillanti, peccatori, e con prospettiva aperta a tutti i popoli. Originale professione di fede cristiana. Dobbiamo però osservare che il testo della voce celeste «benché possa ricordare Is 42,1; Sal 2,7 o Gen non si configura in alcun modo come una citazione; è invece una vera creazione cristiana, che tende a definire la novità di Cristo; evidentemente ricorre a elementi noti, ma li sintetizza in maniera originale.., la filiazione, comprensiva di tutto il suo mistero, non si riduce né alla semplice vocazione del Servo, né all adozione regale, né alla chiamata al sacrificio come lsacco; si illumina invece se compresa come quella di un uomo elevato ad una misteriosa intimità con Dio, a lui perfettamente fedele e perciò costituito capo di un popolo di cui è salvatore». Proclamazione del «Servo» La scena del battesimo è da considerare come l inizio che inquadra e anticipa tutta la vita di Gesù. Invece di parlare dell incarnazione Marco ci presenta Gesù che giunge da Nazaret di Galilea per farsi battezzare: Gesù si presenta in tutto solidale con noi. Lui, che «non conobbe peccato» è diventato «peccato per noi» (1 Cor 5, 21). «E stato messo tra i malfattori» (15, 28; Is 53, 2). Si è fatto «maledizione per noi» (Gal 3, 13; Dt 21, 23). Gesù in fila con tutti gli uomini peccatori. Dio sta con noi e non solo in modo generico; sta con noi da una parte ben precisa, nella parte più profonda di noi stessi: nel nostro essere peccatori. Così inizia il suo ministero. Si fa battezzare e immergere nell acqua: dopo l immersione, simbolo della morte, inizia una vita nuova. Come alla sua morte si squarcerà il velo del tempio (15, 38), così ora si squarcia il cielo e scende su di lui lo Spirito: è la proclamazione della sua missione di messia. Egli che si è fatto solidale con i peccatori, che si immerge nella morte, è il Messia atteso, il Cristo. Nello stesso tempo una voce dall alto rivela la sua realtà insospettata: «Tu sei il mio Figlio prediletto: in te mi sono compiaciuto». In questa parola «Figlio prediletto» risuona l intronizzazione regale del Salmo 2, 7, ma nello stesso tempo viene indicata la via attraverso cui Gesù compirà la sua missione di Messia e raggiungerà l esaltazione del Figlio di Dio, Signore dell universo: è la via prefigurata nella vicenda del Servo sofferente celebrato da Isaia (42, 1), a cui le parole di Marco fanno chiaro riferimento. Così Gesù, nella prefigurazione della morte dell atteso (il Messia, il Cristo), si rivela a noi come l inatteso (il Figlio di Dio). Il vero battesimo di Gesù sarà il Golgota (10, 38), dove egli morirà, dando «la sua vita in riscatto di molti» (10, 45); proprio allora, e non prima, il centurione per la prima volta sulla terra proclamerà la stessa parola che il Padre qui fa risonare dal cielo: «Veramente quest uomo era Figlio di Dio!» (15, 39). Qui è già data tutta la struttura del cammino di Gesù e del cristiano, cammino inverso a quello di Adamo (cf. Fil 2, 5-1 1): il cammino dell umiliazione, che porta all esaltazione. E la logica di tutto il vangelo, dove «il primo sarà l ultimo di tutti e servo di tutti» (9,35). Il Servo di Dio e degli uomini si fa così solidale con tutti i poveri, dei quali condivide la sorte di povertà, anche per protestare efficacemente contro di essa. Sull umile Servo «i cieli» chiusi «si riaprono»: il servizio di Gesù riconcilia l uomo con Dio, che è un Dio aperto all uomo, principio della sua liberazione totale. Su Gesù «viene lo Spirito»; e Gesù, ripieno di Spirito, «battezzerà gli uomini nello Spirito». La liberazione integrale non sarà solo opera dell uomo, ma anche frutto della potenza dello Spirito. Essa sarà alle radici un risveglio, una nuova creazione dello Spirito, che rinnoverà tutte le cose. Gesù è proclamato «Figlio prediletto», «oggetto della compiacenza di Dio». Alla base della liberazione dell uomo dalle sue alienazioni stanno l amore di Dio per gli uomini e la fedeltà di Dio alle sue promesse. Per questo essa è anche la grande liberazione di Dio. Gesù è l inatteso, l insperato, che si rivela nel quotidiano più grigio: il di- 5
6 vino nell umano. La persona si umanizza davvero quando si rapporta agli altri con un atteggiamento di servizio e di dono. Preghiamo Ti ringraziamo, o Padre nostro Celeste, di aver scelto il falegname di Nazaret come tuo Figlio prediletto e di avercelo inviato come Salvatore per la via dell amore e del servizio; concedi a noi tutti che lo abbiamo da seguire per la stessa strada dell amore fraterno e dell aiuto scambievole, in modo che meritiamo anche noi giorno per giorno di essere da te riconosciuti quali tuoi figli prediletti. 6
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