Rassegna stampa. 12 luglio Responsabile : Claudio Rao (tel. 06/ claudio.rao@oua.it)

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1 Ufficio stampa Rassegna stampa 12 luglio 2006 Responsabile : Claudio Rao (tel. 06/ claudio.rao@oua.it) 1

2 SOMMARIO Pag. 3 LIBERALIZZAZIONI: Avvocati in corteo contro un giudice (la repubblica) Pag. 5 LIBERALIZZAZIONI: I giudici:sciopero illegittimo - E «precettano» gli avvocati (il giornale) Pag. 6 LIBERALIZZAZIONI: Il decreto Bersani blocca gli stipendi. Giudici onorari in allarme (diritto e giustizia) Pag. 8 LIBERALIZZAZIONI: Il maxi-sciopero divide gli avvocati (il sole 24 ore) Pag. 9 LIBERALIZZAZIONI: Liberalizzazione, Bersani chiama (italia oggi) Pag.10 LIBERALIZZAZIONI: Sciopero avvocati, Oua: urge intervento Mastella (alice) Pag.11 LIBERALIZZAZIONI: Il decreto Bersani non piace agli avvocati, maxi adesione allo sciopero (punto on-line) Pag.12 LIBERALIZZAZIONI: Sciopero avvocati, Oua, adesione alta protesta anche oggi (ansa) Pag.13 LIBERALIZZAZIONI: Grillo,Oua: intervenga il ministro della giustizia (adnkronos) Pag.14 LIBERALIZZAZIONI: Ecco perchè scioperiamo (il corriere delle alpi) Pag.15 LIBERALIZZAZIONI: Incassi dei professionisti, si rischiano nuove evasioni (italia oggi) Pag.17 LIBERALIZZAZIONI: L'art. 35, comma 12, del dl 223/06 (italia oggi) Pag.18 LIBERALIZZAZIONI: Anche gli avvocati di sinistra protestano (il tempo) Pag.19 LIBERALIZZAZIONI: Pregiudizio ideologico e non riforma delle professioni di Maurizio de Tilla - Presidente Cassa forense e Fbe (italia oggi) Pag.20 LIBERALIZZAZIONI: Giustizia bloccata da ottobre (il sole 24 ore) Pag.22 LIBERALIZZAZIONI: I giudici di pace dichiarano guerra (il tempo) Pag.23 LIBERALIZZAZIONI: Ordini in protesta - Restyling urgente (italia oggi) Pag.25 LIBERALIZZAZIONI: Dagli Ordini i paletti alla deregulation (il sole 24 ore) Pag.26 LIBERALIZZAZIONI: Lo strano sciopero degli avvocati - Avvocati e forme di lotta discutibili - di Pietro Ichino (il corriere della sera) Pag.27 LIBERALIZZAZIONI: L'Unione sbaglia sugli avvocati - Senza la tariffa minima aumenteranno gli evasori - di Roberto Paradisi (libero) Pag.28 LIBERALIZZAZIONI: Udc: la riforma riparta dalla bozza Vietti (italia oggi) Pag.29 LIBERALIZZAZIONI: Catricalà: "Avanti con le liberalizzazioni. Stop agli interessi corporativi" (diritto e giustizia) Pag.30 L INTERVENTO: «Seria autocritica dalle toghe e dall'università» di Filippo Falvella - Avvocato, componente della giunta nazionale Organismo Unitario dell 'Avvocatura (il mattino) Pag.31 EUROPA: Efficienza del sistema giudiziario italiano, a settembre il responso della Cepej di Gabriele Guarda - Presidente Eur (Unione europea dei cancellieri) Pag.32 CORTE COSTITUZIONALE: Eletto Franco Bile nuovo presidente " (diritto e giustizia) Pag.33 PARLAMENTO: Il Parlamento fa il pieno di rinvii (il sole 24 ore) 2

3 LA REPUBBLICA La battaglia sul decreto Bersani sfocia in un ordinanza che contesta l astensione dei legali dalle udienze Avvocati in corteo contro un giudice Milano, tensione per lo sciopero. Il magistrato:protesta illegittima L'Oua: adesione sempre molto alta. Ma i praticanti: trionfalismo comico MILANO- Al secondo giorno di sciopero degli avvocati italiani contro il "decreto Bersani", arriva dal tribunale di Milano l'attacco più deciso contro l'agitazione dei legali. Mentre in buona parte delle aule del paese i giudici accolgono di buon grado le richieste di rinvio delle udienze avanzate dagli avvocati, a respingere le istanze dei legali è a Milano il presidente della Seconda sezione penale, la sezionechiave dei processi per reati finanziari: si chiama Vincenzo Perozziello, esponente di Magistratura democratica. Un giudice di sinistra che però, in questa circostanza, ritiene che lo sciopero degli avvocati sia illegittimo. E ordina di proseguire le udienze. Scontri sporadici tra giudici ed avvocati si registrano anche altrove: l'altro ieri a Torino, ieri a Rovigo. Ma è a Milano, di fronte all'ordinanza del giudice Perozziello, che la situazione rischia di degenerare. Gli avvocati cui il giudice ordina di proseguire l'udienza lanciano l'allarme ai colleghi in assemblea nell'aula magna del primo piano: <Vuole denunciarci per interruzione di pubblico servizio». L'assemblea parte in corteo, invade l'aula, blocca il processo. Il presidente dell'ordine degli avvocati Paolo Giuggioli prende la testa della rivolta 3

4 e annuncia un esposto al Consiglio superiore della magistratura contro Perozziello, una parte di legali chiede a gran voce che nei confronti del giudice parta anche una contro-denuncia penale alla Procura di Brescia. Al centro dello scontro,l'ordinanza letta dal giudice in aula nel corso di una di quelle udienze dove si affrontano un caso dopo l'altro. Per buona parte della mattinata, di fronte all'ordine del giudice i legali si adeguano e proseguono il lavoro. Ma all'ultimo processo sul banco delle difese c'è un avvocato particolarmente agguerrito, l'esponente della Fiamma tricolore Piero Porciani. Anche a lui e ai suo colleghi Perozziello legge l'ordinanza: lo sciopero degli avvocati, dice, non è legittimo perché«non sono stati rispettati i vincoli di preavviso e di durata previsti dalle norme della Commissione di garanzia. Gli avvocati hanno sempre sostenuto di essere esonerati dal preavviso in quanto la protesta contro il decreto Bersani sarebbe una protesta (< in difesa di valori costituzionali ovvero per gravi attentati ai diritti fondamentali dei cittadini e alle garanzie essenziali del processo». Ma Perozziello non ci sta: il decreto sulla deregulation, dice il giudice, non tocca in alcun modo i valori costituzionali, e <le questioni poste a fondamento dell'astensione risultano semplicemente estranee alla specifica materia delle garanzie del processo». Si tratta di uno sciopero che tocca solo «aspetti strettamente inerenti la disciplina della professione forense», che doveva dunque eseguire le regole. E poiché <<l astensione dalle udienze appare dichiarata in violazione delle regole previste, il giudice rigetta la richiesta di rinvio»: scatenando la protesta degli avvocati. Lo sciopero indetto dall'oua, l'organismo unitario dell'avvocatura, comunque prosegue. Dodici i giorni previsti. Ieri l'oua ha dichiarato con un comunicato che l'adesione è stata «alta»: ma è stata invitata da un altro organismo della categoria,l'associazione nazionale praticanti e avvocati, a non cantare vittoria: <È- davvero comico che giornalmente gli stessi organismi che hanno proclamato lo sciopero pensino di ammantare di ufficialità i loro dati circa il tasso di adesione all'astensione».luca Fazzo 4

5 IL GIORNALE I giudici:sciopero illegittimo E «precettano» gli avvocati.al secondo giorno di sciopero nazionale degli avvocati, è scontro aperto tra legali e magistrati. Rinviate buona parte delle udienze in programma, si apre il fronte della <legittimità>della protesta. Già l'altro ieri alcuni giudici avevano messo in dubbio il diritto a uno sciopero nato senza preavviso, e destinato a protrarsi oltre i vincoli di durata. Ieri, lo scontro frontale a Roma, Milano e Cagliari. Nella metropoli lombarda l'aula della seconda sezione penale si trasforma in un' «arena». II presidente Vincenzo Perozziello ha appena rigettato la richiesta di rinvio avanzata da un avvocato,piero Porciani. «L'agitazione non è un legittimo impedimento», il processo deve proseguire. Oltre un centinaio di avvocati, riuniti in assemblea a Palazzo di giustizia,interrompono il dibattito e al seguito di Paolo Giuggioli,presidente dell'ordine cittadino, occupano l'aula della discordia. «È una prevaricazione dicono -. Noi non ci siamo mai permessi di dire qualcosa quando i magistrati hanno scioperato». Inutile, Perozziello non sente ragioni. <<Non sono stati rispettati gli obblighi di preavviso e i vincoli di durata - scrive invece il giudice milanese nell'ordinanza -. La Commissione di garanzia ha ritenuto di dover rilevare una situazione di infrazione alla regolamentazione predisposta, provvedendo a una formale segnalazione». Ancora, «la sospensione del procedimento comporterebbe il sacrificio dei valori di buon andamento dell'amministrazione della giustizia e della ragionevole durata del processo». La tensione è altissima quando dibattimento e polemica vengono sospesi per <<sopravvenuto black out» elettrico (l aula rimane al buio, e si spengono gli strumenti per la registrazione). La miccia però è innescata. <<I magistrati -sbotta Giuggioli- si trasformano in giudici del nostro sciopero. L'astensione è legittima. C'è un attacco alla nostra professione che ha le caratteristiche di una violazione costituzionale. Dalla Commissione di garanzia non abbiamo ricevuto ancora alcuna comunicazione formale». Eppure quell'iniziativa il Garante l'ha presa davvero se anche a Roma viene brandita da Giorgio Dilorio, presidente della seconda sezione penale della Corte di cassazione. Il magistrato, recependo il provvedimento della Commissione di garanzia sugli scioperi, dichiara illegittima la protesta e celebra le udienze, tra lo <<sconcerto» dei difensori. «Siamo indignati - dicono i legali - fermo restando che il provvedimento esiste, sarebbe auspicabile che i magistrati riconoscessero il nostro elementare diritto di astensione». A Cagliari otto avvocati potrebbero finire sotto inchiesta. II sostituto procuratore generale della Corte d'appello Giuseppe Geremia ha infatti chiesto la trasmissione degli atti perché l'astensione dal lavoro stabilita senza preavviso costituirebbe interruzione di pubblico servizio. E un'iniziativa analoga è stata presa a Rovigo dal gip Alessandra Testoni. L'adesione allo sciopero, comunque, rimane alta (anche la dodicesima udienza del processo di Cogne ad Anna Maria Franzoni è slittata dal 13 luglio a fine settembre) ed è difficile intravedere uno sbocco alla protesta. «Abbiamo chiesto formalmente un incontro a Prodi, Mastella e Bersani - spiega Michele Grillo, presidente dell'organismo unitario dell'avvocatura italiana (Oua) -,ma fino a questo momento alle parole non sono seguiti i fatti». Enrico Lagattolla 5

6 DIRITTO E GIUSTIZIA Il decreto Bersani blocca gli stipendi. Giudici onorari in allarme Il decreto Bersani sta creando qualche grattacapo ai piani alti di via Arenula, soprattutto per il passaggio riguardante le spese di giustizia. Lunedì i magistrati onorari avevano infatti lamentato l impossibilità di essere pagati secondo le nuove disposizioni dettate dall articolo 21 del Ddl 223/06 che escludeva la possibilità di anticipare agli uffici postali il pagamento per le spese di giustizia e che riduceva di 50 milioni di euro gli stanziamenti in materia per l anno in corso (vedi tra gli arretrati del 4 e dell 11 luglio). Al ministero della Giustizia ieri mattina si è svolto presso un incontro tecnico volto proprio a risolvere l empasse. Prima dell incontro, l Associazione nazionale dei giudici di pace, d intesa con l Unione nazionale dei giudici di pace aveva proclamato lo stato di agitazione contro il decreto Bersani: «Un fatto così grave imporrebbe lo sciopero ha affermato Francesco Cerosimo presidente dell Angp ma in base al codice di autoregolamentazione la protesta avrebbe coinciso con il periodo delle ferie». Anche il segretario dell Unagipa, Gabriele Longo ha promesso uno sciopero se «non sarà eliminato il pregiudizio arrecato dal decreto legge e non sarà dato l avvio ad una riforma della magistratura di Pace». Il blocco dei pagamenti non riguarda solo i giudici di pace, ma anche i magistrati onorari di tribunale, i giudici onorari di tribunale e i giudici onorari aggregati, in tutto circa 3600 giudici laici che possono concludere in un anno anche più di un milione di procedimenti. Al termine del tavolo tecnico, il ministero ha diramato una nota con la quale si ipotizza la retribuzione dei giudici onorari attraverso l emissione di particolari ruoli di spesafissa gestiti dalle direzioni provinciali del Tesoro e la possibilità di un integrazione al bilancio da parte del ministero dell Economia e delle Finanze in modo che la riduzione degli stanziamenti non abbia ricadute negative sul corretto funzionamento dell attività giudiziaria. Il ministero ha reso noto di aver avviato «opportuni contatti con i competenti uffici dell economia e delle finanze al fine di definire tutti i dettagli utili per l avvio della nuova procedura che consentirebbe di dare continuità e cadenza regolare al pagamento degli emolumenti della magistratura onoraria». Per quanto riguarda poi la riduzione degli stanziamenti, via Arenula ha specificato che «l inserimento nel Ddl di assestamento di bilancio dello Stato della clausola spesa obbligatoria alle spese di giustizia consentirà all amministrazione, in caso di insufficienza di fondi in corso d anno, di poter richiedere le opportune integrazioni di bilancio al ministero dell Economia al fine di evitare pregiudizi al corretto svolgimento dell azione giudiziaria». Contro il decreto, intanto, è proseguito ieri lo sciopero degli avvocati sul quale pesa la decisione della commissione di garanzia sullo sciopero. Lunedì scorso sulla legittimità dello sciopero era intervenuto anche il ministro per lo sviluppo Pierluigi Bersani (vedi tra gli arretrati dell 11 luglio) e ieri è arrivata la replica del presidente dell Organismo unitario dell avvocatura Michelina Grillo. «Noi la legge la conosciamo bene ha affermato il presidente Oua ma la rispettiamo anche. A proposito di leggi e di chi le rispetta, siamo certi che anche il ministro Bersani sappia che la materia delle professioni è di competenza del ministro della Giustizia. Non si capisce perché, allora, provvedimenti che incidono in modo dirompente sulle professioni non solo non abbiano la paternità del Guardasigilli, ma addirittura siano stati approvati senza alcuna concertazione con il ministro stesso. Tutti gli interventi che riguardano questa materia vanno approvati all interno della riforma delle professioni, il ministro Mastella si è già detto disposto ad agire su questo fronte e lo invitiamo a procedere con decisione e urgenza. Oggi solo un suo intervento può contribuire a risolvere la situazione». Ma sul fronte avvocatura a non essere d accordo con l astensione è l Anpa, i giovani legali italiani che attraverso il presidente Gaetano Romano fanno sapere di non aderire allo sciopero, indetto senza il minimo consulto con la base della classe forense. «La 6

7 verità ha detto Romano è che c è un timore, da parte di alcuni vertici della classe forense, a confrontarsi con la base della categoria, specie con i giovani, perché vi è da parte delle nuove leve una sostanziale adesione alle riforme del ministro Bersani». Oggi intanto a Roma si svolgerà l assemblea dell Ordine degli avvocati capitolini che hanno aderito in massa all agitazione. Con una lettera inviata al presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa, il 4 luglio scorso, alla vigilia dell incontro che ha poi stabilito la mobilitazione, Alessandro Cassiani, presidente dell Ordine di Roma, organizzatore della seconda fase del Congresso nazionale dell avvocatura, dichiara di condividere in pieno il grido di dolore per la situazione determinata con il decreto sulle liberalizzazioni. «Avrei preferito però scrive Cassiani che la reazione fosse stata preventiva, tempestiva nell ambito del Congresso nazionale forense rinviato da giugno a settembre all unico, incredibile scopo di risolvere l eterna contesa sulla rappresentanza dell Avvocatura». Confermando la sua presenza all incontro del 5 luglio, Cassiani conclude affermando di provare «grande rimpianto per le occasioni perdute e molto disappunto per avere chiesto invano che i veri, urgenti, gravi problemi da mesi a conoscenza di tutti venissero affrontati con carattere di assoluta priorità». Il decreto Bersani, comunque, arriverà in aula a Palazzo Madama lunedì 24 luglio alle 15, così ha stabilito ieri la conferenza dei capigruppo, mentre in commissione Giustizia il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per lunedì prossimo 17 luglio. Tra cinque giorni quindi si capirà se l esecutivo tramite il relatore Gerardo D Ambrosio intenderà venire incontro alle richieste degli avvocati e dei magistrati onorari. (p.a.) 7

8 IL SOLE 24 ORE Alcuni magistrati non sospendono le udienze Il maxi-sciopero divide gli avvocati MILANO. È sempre più aspra la polemica sullo sciopero degli avvocati, dopo il secondo giorno di astensione dalle udienze. Anche ieri nei palazzi di giustizia italiani i legali hanno incrociato le braccia contro il decreto legge 223. L'Oua (Organismo unitario dell'avvocatura) continua a sollecitare l'intervento del ministro della Giustizia Clemente Mastella, ma in attesa di una risposta fa sapere che l'astensione proseguirà. L'adesione allo sciopero ha raggiunto numeri elevati, anche se non tutti i legali concordano sull'agitazione. «Questa manovra penalizza soprattutto i giovani» ha detto il presidente dell'ordine di Milano, Paolo Giuggioli, a un'assemblea a cui hanno partecipato circa 700 professionisti. Qualcuno in aula ha affermato che i processi subiranno un rinvio di sei mesi che rallenterà il meccanismo già lento della giustizia. Sulla questione è intervenuto anche il Codacons, sottolineando che «lo sciopero è un diritto garantito dalla Costituzione, ma quando va a scapito del cliente e a rimetterei è solo il consumatore l'astensione dal lavoro è fin troppo facile». Tra le proposte avanzate durante l'incontro di ieri c'è quella di continuare a lavorare dichiarando però lo stato di agitazione. L'assemblea milanese è finita con l'occupazione di un'aula della II sezione penale, dopo che il giudice Vincenzo Peruzzello ha dichiarato illegittimo lo sciopero degli avvocati. Il giudice ha rigettato la richiesta di rinvio per legittimo impedimento dei legali coinvolti nell'udienza. In risposta, un centinaio di avvocati ha fatto irruzione nell'aula al terzo piano del tribunale. Secondo il giudice lo sciopero degli avvocati sarebbe illegittimo perché non rispetta gli obblighi di preavviso e i vincoli di durata previsti dalla legge 146/90. L'illegittimità dell'agitazione era stata già dichiarata due giorni fa a Torino: in un'ordinanza il giudice Giuseppe Casalbore, della prima sezione penale, aveva affermato di «non ritenere che lo sciopero sia stato proclamato in conformità con le disposizioni di legge». A Cagliari un sostituto procuratore generale della Corte d'appello ha chiesto ieri la trasmissione degli atti perché lo sciopero costituirebbe, a suo giudizio, un'interruzione di pubblico servizio. Polemiche tra giudici e avvocati anche al tribunale di Rovigo, dove il Gip Alessandra Testoni ha segnalato alla Commissione di garanzia i legali in sciopero. A Roma la protesta è stata definita illegittima da Giorgio Di Iorio, presidente di una sezione della Cassazione che ha celebrato comunque le udienze. Nella capitale si tiene oggi l'assemblea dell'ordine degli avvocati di Roma, che si propone di avviare un confronto con il Governo per arrivare a un complessivo riassetto della manovra. In aggiunta alla protesta degli avvocati, il vicepresidente della Camera penale di Milano, Angelo De Riso, ha ricordato che da venerdì 14 a venerdì 21 luglio è in programma lo sciopero contro la sospensione della riforma sul riordino giudiziario voluta dal ministro Mastella. FRANCESCA MILANO 8

9 ITALIA OGGI Appuntamento per domani al ministero per lo sviluppo economico. Ieri le audizioni al senato Liberalizzazione, Bersani chiama Convocato il Cup. Che intanto ha depositato un emendamento Non sarà molto. Ma sicuramente è un passo avanti. Dopo più di una settimana che gli ordini chiedono un incontro ai vertici del governo, ieri è arrivata la convocazione per il Cup, il comitato guidato dall'architetto Raffaele Sirica e che rappresenta il mondo delle professioni ordinistiche. L'appuntamento è fissato per domani mattina con i funzionari del ministero per lo sviluppo economico e con quelli della giustizia. L'incontro arriva, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, dopo un sofferto braccio di ferro fra chi si è ricordato, dopo l'emanazione del provvedimento, della promessa concertazione sulla riforma delle professioni fatta da Prodi agli ordini a Bologna. E chi da sempre ritiene che le liberalizzazioni si fanno al riparo dei riflettori e in silenzio. Chiara la richiesta del mondo ordinistico: stralciare dal disegno di legge di conversione del decreto legge le disposizioni prive dei requisiti di necessità e urgenza da far confluire in un separato disegno di legge, al quale assicurare una corsia preferenziale in parlamento e attraverso la consultazione delle categorie interessate. La richiesta è una di quelle approvate nel corso della riunione del Cup svoltasi a Roma il 5 luglio. L'audizione in programma potrebbe, però, portare a un nulla di fatto. Come si è dimostrato con i tassisti. Noi siamo ancora ad ascoltarli', ha dichiarato ieri lo stesso ministro, ma le cose che ci hanno detto fin qui le abbiamo ritenute insufficienti. Spero che facciano un ulteriore sforzo e che abbiano ulteriori cose da dirci'. Intanto nella mattina di ieri la conferenza dei capigruppo del senato ha fissato per il 24 luglio la data di inizio dell'iter di conversione del decreto legge sulle liberalizzazioni in commissione bilancio. La stessa commissione che nei giorni scorsi ha ascoltato le istanze di notai, farmacisti, avvocati, commercialisti e ragionieri. E che ieri ha anche ricevuto il Cup. Il comitato unitario per conto delle categorie professionali che non sono state convocate dalla commissione ha depositato un emendamento che mira a precisare il contenuto dell'articolo 2 dl Bersani. Lo stesso decreto, infatti, abolisce il divieto di fare pubblicità. Ma non spiega con quale modalità si potrà fare comunicazione. Ecco quindi che con la proposta di modifica si specifica che la pubblicità dovrà avere carattere informativo circa i titoli e le specializzazioni professionali, le caratteristiche del servizio offerto e i criteri per la determinazione degli onorari (dato che non è sempre possibile individuare a priori il prezzo della prestazione). Stesso discorso per le società. Il Cup si dice disponibile a recepire la novità. Ma a patto che l'opportunità sia riferita alla società semplice e a quella in nome collettivo. Un capitolo a parte merita il discorso delle tariffe. Qui si chiede di inserire un comma 4 che prevede, entro 12 mesi dall'entrata in vigore del presente decreto, la delega al governo, sentiti gli ordini e i collegi interessati, a emanare uno o più decreti legislativi al fine di riordinare la disciplina sulle tariffe'. Seguendo però dei criteri precisi e sostanzialmente facendo salve le tariffe che regolano i servizi professionali di interesse pubblico. Insomma, il comitato unitario, e questo lo dirà anche ai funzionari di Bersani, non ha paura di riformare il sistema aprendosi alla concorrenza. Ma chiede di non fare tabula rasa delle norme esistenti. E di procedere con il supporto degli ordini nei tempi necessari per riformare un sistema complesso come quello ordinistico. In attesa di qualche novità utile per il mondo delle professioni, però, le categorie mantengono alta la guardia (si veda altro pezzo accanto). E l'organismo unitario dell'avvocatura italiana (Oua), nel suo secondo giorno di sciopero, torna a chiedere pubblicamente lo stralcio della posizione dell'avvocatura del decreto e si dichiara disponibile a dialogare con il governo. Contro lo sciopero dei legali, però, scende in campo anche il Codacons (l'associazione di tutela dei diritti dei consumatori). Lo sciopero è un diritto garantito dalla nostra Costituzione. Tutti, ivi compresi gli avvocati, hanno diritto a farlo, ma quando va a scapito del cliente e a rimetterci è solo il consumatore, l'astensione dal lavoro è fin troppo facile', ha dichiarato Marco Maria Donzelli, presidente del Codacons. Ci si lamenta per i tempi lunghi della giustizia ma con questo sciopero si contribuisce solo ad allungarli', ha proseguito Donzelli. La gran parte delle udienze dei Tribunali di Milano e di Roma, denuncia sempre il Codacons, è stata rinviata a gennaio. Un ritardo medio di sei mesi che penalizzerà soprattutto i clienti. Nonostante tutto, però, l'associazione invita Bersani a non scorporare dal suo decreto la parte riguardante le libere professioni, nemmeno se per i soli avvocati'. (riproduzione riservata) Ignazio Marino 9

10 ALICE Sciopero avvocati, Oua: urge intervento Mastella Roma, 11 lug. (Apcom) - "Adesione altissima" degli avvocati anche alla seconda giornata di astensione dalle udienze, proclamata per protestare contro il dl Bersani. A riferirlo è l'organismo unitario dell'avvocatura, che sollecita un intervento "urgente" del ministro della Giustizia Clemente Mastella, l'unico che "può contribuire a risolvere la situazione". "Spero - dice la presidente dell'oua, Michelina Grillo - che questa partecipazione convinca tutti di quanto profondi siano il malessere e la contrarietà della stragrande maggioranza degli avvocati nei confronti di provvedimenti sbagliati, imposti nel modo sbagliato e dai soggetti sbagliati. Al ministro Bersani ricordiamo, con quel rispetto dovuto alle istituzioni e che le istituzioni dovrebbero mostrare nei confronti dei loro interlocutori, che noi la legge non solo la conosciamo perfettamente, ma la rispettiamo anche. E con altrettanto rispetto vorremmo fargli sapere che non accettiamo improvvisate lezioni di diritto". "A proposito di leggi e di chi le rispetta, siamo certi - aggiunge la Grillo - che anche il ministro Bersani sappia che la materia delle professioni è competenza del ministro della Giustizia. Non si capisce perché, allora, provvedimenti che incidono in modo dirompente sulle professioni non solo non abbiano la paternità del Guardasigilli, ma addirittura siano stati approvati senza alcuna concertazione con il ministro stesso. Tutti gli interventi che riguardano questa materia vanno approvati all'interno della riforma delle professioni". "Il ministro Mastella - ricorda la leader dlel'oua - si è già detto disposto ad agire su questo fronte e lo invitiamo a procedere con decisione e urgenza. Oggi, solo un intervento del ministro Mastella - conclude - può contribuire a risolvere la situazione". 10

11 IL PUNTO ON-LINE IL DECRETO BERSANI NON PIACE AGLI AVVOCATI: MAXI ADESIONE ALLO SCIOPERO Adesione ''pressoche' totale'', a Firenze, alla prima giornata di sciopero degli avvocati indetto per protesta contro il decreto Bersani sulle liberalizzazioni. Lo sostiene il delegato fiorentino dell' Organismo Unitario dell' Avvocatura, Michelangiolo Panebarco. ''Mi aspetto una grandissima partecipazione anche all' assemblea degli avvocati in programma per mercoledi' a Firenze - ha aggiunto Panebarco - nel corso della quale si discuteranno modalita' e contenuti della protesta. C' e' una grande attenzione sul tema, lo intuisco dai messaggi che ricevo e dai contatti che ho con i colleghi''. 11

12 ANSA 11/07/ SCIOPERO AVVOCATI: OUA, ADESIONE ALTA A PROTESTA ANCHE OGGI ZCZC0219/SXA WIN20199 R CRO S0A QBXB SCIOPERO AVVOCATI: OUA, ADESIONE ALTA A PROTESTA ANCHE OGGI A APERTURA DICHIARATA DA MASTELLA NON SONO SEGUITI FATTI (ANSA) - ROMA, 11 lug - Resta ''alta'' anche oggi, nella seconda giornata di protesta, l'adesione degli avvocati allo sciopero indetto contro il decreto Bersani e che andra' avanti sino al 21. Lo fa sapere l'organismo Unitario dell'avvocatura che rinnova la richiesta dello stralcio delle norme che riguardano la professione forense dal Decreto e ''conferma la disponibilita' al dialogo con il Governo''. ''Alcune agenzie di stampa, ieri, riferivano della volonta' di aprire un confronto da parte del ministro Mastella. Ma fino a questo momento alle parole non sono seguiti i fatti, e l' avvocatura non e' ancora stata invitata a spiegare le ragioni della protesta'' lamenta il presidente dell'oua, ricordando che nella stessa giornata di ieri la categoria aveva chiesto incontri con Prodi, Mastella e Bersani. ''Ieri anche la Commissione Giustizia, sentite le motivazioni degli avvocati ha ritenuto fondati tanti dei rilievi posti - sottolinea ancora Grillo -. Soprattutto sulla richiesta di non ridurre ulteriormente le spese di giustizia, gia' scarse e sottostimate. La macchina giudiziaria e' gia' in crisi e a pagarne le conseguenze sono soprattutto i cittadini. Questo e' la vera priorita' del Paese. Per questa ragione chiediamo che si apra un confronto serio, che riparta dallo stralcio della posizione degli avvocati dal decreto Bersani''. (ANSA). FH 11-LUG-06 13:18 NNN 12

13 ADNKRONOS - 11/07/ COMPETITIVITA': GRILLO (OUA), INTERVENGA IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA ZCZC ADN ECO 0 RTX ECO NAZ COMPETITIVITA': GRILLO (OUA), INTERVENGA IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA = 'ALTISSIMA ADESIONE ALLO SCIOPERO DEGLI AVVOCATI' Roma, 11 lug. (Adnkronos) - ''Anche nella seconda giornata di astensione dalle udienze si e' registrata un'altissima adesione, sui livelli di ieri, da parte degli avvocati''. E' quanto informa Michelina Grillo, presidente dell'oua, l'organismo unitario dell'avvocatura, sperando che ''questa partecipazione convinca tutti di quanto profondi siano il malessere e la contrarieta' della stragrande maggioranza degli avvocati nei confronti di provvedimenti sbagliati, imposti nel modo sbagliato e dai soggetti sbagliati''. Continua la Grillo: ''Al ministro Bersani ricordiamo, con quel rispetto dovuto alle istituzioni e che le istituzioni dovrebbero mostrare nei confronti dei loro interlocutori, che noi la legge non solo la conosciamo perfettamente, ma la rispettiamo anche. E con altrettanto rispetto vorremmo fargli sapere che non accettiamo improvvisate lezioni di diritto''. (segue) (Sin/Col/Adnkronos) 11-LUG :23 11/07/ COMPETITIVITA': GRILLO (OUA), INTERVENGA IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA (2) ZCZC ADN ECO 0 RTX ECO NAZ COMPETITIVITA': GRILLO (OUA), INTERVENGA IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA (2) = (Adnkronos) - E a proposito ''di leggi e di chi le rispetta'', il presidente dell'oua di dice ''certa che anche il ministro Bersani sappia che la materia delle professioni e' competenza del ministro della Giustizia''. ''Non si capisce perche', allora, provvedimenti che incidono in modo dirompente sulle professioni non solo non abbiano la paternita' del Guardasigilli, ma addirittura siano stati approvati senza alcuna concertazione con il ministro stesso. Tutti gli interventi che riguardano questa materia vanno approvati all'interno della riforma delle professioni. Il ministro Mastella si e' gia' detto disposto ad agire su questo fronte e lo invitiamo a procedere con decisione e urgenza. Oggi -conclude Michelina Grillo- solo un intervento del ministro Mastella puo' contribuire a risolvere la situazione''. (Sin/Col/Adnkronos) 11-LUG-06 17:25 NNNN 13

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15 ITALIA OGGI Incassi dei professionisti, si rischiano nuove evasioni Obbligo di conto corrente per tutti i professionisti e i loro clienti. Il divieto di incassare in contanti importi pari o superiori a 100 euro non inibisce, tuttavia, la tenuta della contabilità semplificata ai professionisti. Anche gli incassi inferiori ai 100 euro debbono affluire nei conti correnti affinché possa essere verificato che gli stessi siano in linea con le riscossioni. Mancano, peraltro, disposizioni sanzionatorie per chi non rispetta le norme anzidette. Sono alcune delle conseguenze di rilievo sulla modifica all'art. 19 del dpr 600/73 apportata dall'art. 35, comma 12 del dl 223/2006. La norma alla luce della relazione ministeriale. Ai sensi della disposizione in commento le persone fisiche che esercitano arti e professioni e le società o associazioni fra artisti e professionisti sono obbligate a tenere uno o più conti correnti bancari o postali, nei quali debbono affluire obbligatoriamente le somme riscosse nell'esercizio dell'attività e dai quali debbono essere effettuati i prelevamenti per il pagamento delle spese. I compensi in denaro per l'esercizio di arti e professioni sono riscossi, esclusivamente, mediante assegni non trasferibili o bonifici ovvero altre modalità di pagamento bancario o postale nonché mediante sistemi di pagamento elettronico, salvo per importi inferiori ai 100 euro. In questi casi, tuttavia, si legge nella relazione di accompagnamento, permane l'obbligo da parte del professionista (o artista) di far affluire le somme ai predetti conti. Manca, peraltro, attualmente una qualsivoglia tipologia di sanzione per i professionisti che accettino pagamenti in contanti oltresoglia o che non rispettino le altre prescrizioni normative, in vigore, ricordiamo, dallo scorso 4 luglio. Il problema delle contabilità. Ci si può chiedere alla luce della norma se i movimenti finanziari del professionista oltre che essere supportati da movimentazioni di conti correnti debbano essere registrati sulla contabilità del professionista, imponendo di fatto a tutti la tenuta della contabilità ordinaria. Tale rischio a oggi sembrerebbe scongiurato in quanto né dalla norma né dalla relazione di accompagnamento appare adombrabile un tale obbligo. Ne deriva che i professionisti minori (in contabilità semplificata o che utilizzino il sistema forfettario) non saranno chiamati a registrare in contabilità le movimentazioni bancarie che resteranno, quindi, una sorta di certificazione extracontabile a uso dell'amministrazione finanziaria. Utilizzo conto corrente e pagamento spese. Non essendo previsto di evidenziare i movimenti del conto corrente in contabilità e non essendo stabilito dalla norma l'utilizzo dei conti a soli fini professionali, non dovrebbero sussistere problemi nel caso in cui gli stessi vengano utilizzati sia per movimentazioni di tipo professionale che di tipo privato. Non è, quindi, richiesta (anche se in un'ottica operativa ciò appaia consigliabile) la duplicazione del conto per gli artisti e professionisti a oggi utilizzatori di conti privati'. In detti conti correnti, devono peraltro essere prelevati i fondi per il pagamento delle spese, anche in questo caso, professionali e non, se si utilizza un conto unico per entrambe le tipologie di operazioni. In altri termini, tutte le spese di tipo professionale (per esempio postali, materiale tecnico, cancelleria ecc) o misto (per esempio schede carburanti) potranno continuare ad essere effettuate in contanti anche se superiori ai 100 euro purché con utilizzo di fondi di cui sia dimostrabile il prelievo in conto corrente. 15

16 Le conseguenze per i clienti. Uno dei più importanti effetti indotti dalla norma sarà quello di imporre a tutti i clienti degli studi professionali o degli artisti di attivare un conto corrente con cui effettuare i pagamenti attraverso assegni non trasferibili, bonifici o mezzi elettronici (carte di credito o bancomat). Ciò, da un lato, ingenererà un aggravio dei costi per gli stessi clienti e dall'altro una notevole burocratizzazione (ai limiti della gestibilità) per gli studi professionali. Conclusioni. La ratio della norma è presumibilmente quella di far sì che l'amministrazione finanziaria possa controllare gli incassi dei professionisti, monitorandoli attraverso il canale bancario, al fine di verificare che siano pari ai compensi evidenziati nei competenti quadri dichiarativi, rilevando in tal modo eventuali fenomeni di evasione. Ma se questo è lo scopo, è difficile che venga raggiunto in questo modo. Prendiamo, per esempio, la persona anziana che si rechi dallo specialista medico del caso per un controllo diagnostico, (ma il caso è proponibile anche in diversi settori in relazioni a piccole consulenze professionali), in genere compensato con parcelle ben superiori ai fatidici 100 euro. In detta situazione, essendo il pensionato abituato ad utilizzare contanti (e spesso non avendo neanche l'elasticità mentale per gestire nuovi strumenti di pagamento elettronico o bassa familiarità per gli assegni) non si finirà, invece, in molti di questi casi per rinunciare alla fattura, pagando, quindi, in nero' al professionista? In effetti, pare di poter ritenere che, soprattutto in relazione al restrittissimo' limite dei 100 euro, per come è contemplata la norma possa, in alcuni casi, rivelarsi più un' istigazione all'evasione' che un deerrente alla stessa. Non va dimenticato, infatti, che mentre gli importi fatturati non potranno essere pagati in contanti, quest'ultima modalità non ingenera problemi in caso di payment in black'. (riproduzione riservata) Luciano De Angelis 16

17 ITALIA OGGI L'art. 35, comma 12, del dl 223/06 Istituzione di conti correnti Tutti i professionisti sono obbligati a istituire uno o più conti correnti bancari o postali Movimentazione dei conti correnti Detti conti oltre a movimenti professionali possono essere movimentati anche per finalità private Riscossioni pari o superiori a 100 euro Dovranno avvenire mediante assegni non trasferibili,bonifici o altre modalità di pagamento bancario o postale o strumenti di pagamento elettronico Riscossioni inferiori a 100 euro È consentita la riscossione in contanti fermo restando l'obbligo di far affluire le somme nei conti correnti Pagamenti Le spese dello studio potranno essere pagate in contanti prelevando i fondi dai conti correnti Contabilità L obbligo di monitoraggio bancario delle operazione non obbliga i professionisti alla contabilità ordinaria 17

18 IL TEMPO Anche gli avvocati di sinistra protestano Per l Associazione giuristi democratici il decreto è in contrasto col programma dell Unione STRALI da sinistra il secondo giorno di sciopero degli avvocati contro il ministro Pierluigi Bersani mentre i Magistrati si schierano contro gli avvocati dichiarando illegittimo lo sciopero. A Milano un aula del Tribunale dove si trovava al lavoro il presidente della seconda sezione Vincenzo Perozziello, che aveva dichiarato illegittimo lo sciopero degli avvocati ordinando di procedere nello svolgimento di un processo, è stata occupata simbolicamente da un numeroso gruppo di legali. Anche una sezione della Corte di Cassazione ha dichiarato illegittima la protesta degli avvocati e ha celebrato le udienze. Diverse altre sezioni penali, invece hanno rinviato le udienze. A bollare il decreto sulla competitività come «contrario con il programma con il quale l'unione si era presentata agli elettori», è stata l'associazione nazionale giuristi democratici (Gd), composta da associazioni locali di giuristi, e quindi avvocati, magistrati, scienziati del diritto appartenenti al mondo dell'università e della ricerca, funzionari pubblici. In particolare, secondo Gd, è l'articolo 21 del decreto Bersani (Spese di giustizia) a contrastare con la promessa di una «giustizia più vicina ai cittadini. Fino a ieri ricordano i giuristi democratici - le spese di giustizia venivano pagate attraverso l'anticipazione degli uffici postali. Ora verranno pagate secondo le ordinarie procedure in materia di contabilità generale dello Stato. Questo vuol dire che i pagamenti verranno effettuati in tempi molto più lunghi. Chi ci rimetterà? In primo luogo tutti coloro che lavorano nel mondo giustizia, ma non sono pubblici dipendenti. In secondo luogo tutti quegli avvocati che difendono le persone non abbienti, per le quali, secondo quanto previsto dalla nostra Costituzione all'art.24, lo Stato provvede a pagare i costi della difesa davanti ai giudici civili, penali e amministrativi. Questi avvocati saranno sempre meno incentivati a difendere persone povere. In terzo luogo tutti quegli avvocati che sono obbligati per legge a difendere d'ufficio nei processi penali cittadini privi di difensori di fiducia e che non riescono a farsi pagare da questi cittadini. Gli avvocati saranno sempre più incentivati a sottrarsi a quest'obbligo con conseguenze nefaste per quei cittadini». Sempre in base all'articolo 21, inoltre, per l'associazione dei giuristi democratici, «ogni cittadino per proporre un ricorso avanti al Tar dovrà pagare grazie a Bersani una tassa di 500 euro e dovrà pagare un'ulteriore tassa di 250 per chiedere un provvedimento provvisorio in tempi celeri. Nella pratica ogni cittadino dovrà sborsare 750 euro, quando fino a ieri doveva pagare, in genere, solo 340. Questo avverrà sia per la grandissima impresa che impugna un bando di gara d'appalto miliardario, sia per la badante che presenta il ricorso contro il Questore che non le ha rinnovato il permesso di soggiorno - osservano i giuristi democratici - È evidente che una tassa così onerosa è in contrasto con l'art. 24 della Costituzione (Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi) e con il programma dell Unione, che prevedeva facilitazioni e non ostacoli all'accesso alla giustizia». L.B. 18

19 ITALIA OGGI Il punto Pregiudizio ideologico e non riforma delle professioni di Maurizio de Tilla - Presidente Cassa forense e Fbe Giulio Tremonti, in una intervista pubblicata su Il Corriere della Sera, osserva che il decreto legge 223 ripropone una visione binaria della società come se fosse divisa in due classi, dipendenti e delinquenti. Il lavoro o è dipendente o non lo è. Chi non è lavoratore dipendente è considerato un deviante, un potenziale evasore e va trattato di conseguenza'. Calando questi concetti nel decreto Bersani si può ritenere che, secondo la deformata concezione ispiratrice del provvedimento, il professionista non è un lavoratore, ma è un profittatore che abusa dei cittadini consumatori, spesso evade tasse e contributi e non è, quindi, meritevole di alcuna tutela. Ma anche un altro concetto espresso da Tremonti nello stesso articolo va commentato: La divisione della società per classi si unifica nella ideologia della soggezione universale al potere statale. Il prodotto finale è la società schedata, la società tracciata dal computer. Generalizzare la paura, imporre la virtù con la paura; una ragnatela che si estende riducendo i diritti. Più sei attivo nel tuo lavoro, più devi avere paura di sbagliare'. È questa la logica del decreto legge che non apporterà alcun beneficio ai consumatori, ma servirà a Bersani e Visco per incutere paura ai professionisti, profittatori del mercato e dei consumatori'. In una recente intervista Bersani ha dichiarato che questo è solo l'inizio. Non appena il decreto sarà convertito, si procederà ad ammodernare' gli ordini professionali che verranno così smantellati' in quanto costituiscono il baluardo delle professioni. Per fortuna solo penultimo, in quanto l'ultimo baluardo è costituito dalle casse professionali che si tenterà di trasformare da private in pubbliche e, con esso, il loro patrimonio che costituisce il risparmio privato accumulato dai professionisti italiani in danno dei consumatori (!). Fanno quindi bene gli avvocati a contrastare con ogni mezzo il decreto legge che viola palesemente numerosi articoli della Costituzione (sicuramente gli artt. 1, 2, 3, 24, 36, 41 e 111). Giustamente l'oua ha sottolineato che nel decreto appare evidente il grave difetto di proporzionalità tra le misure adottate e i pretesi obiettivi, posto che: a) la rimozione del divieto di pubblicità, in assenza di una disciplina di titoli e specializzazioni, apre la strada ai più gravi abusi informativi nei riguardi dell'utenza, provocando così un risultato esattamente opposto a quello auspicato; b) l'abolizione dei minimi tariffari apre la strada a una incontrollabile corsa al ribasso nell'offerta delle prestazioni professionali, inevitabilmente destinata a tradursi in uno scadimento del livello delle stesse, quanto meno a seguito della conseguente riduzione delle risorse da destinarsi alla ricerca della qualità; c) l'abolizione delle tariffe fisse obbligatorie parrebbe porre nel nulla anche la tabella relativa ai diritti, comportando, sostanzialmente, il venir meno pressoché integrale dell'attuale tariffa, della quale resterebbero infatti in essere unicamente gli onorari massimi; d) la rimozione del divieto del cosiddetto patto di quota lite è foriera di gravi e imprevedibili conseguenze sul piano del rischio di compromissione della terzietà dell'avvocato rispetto all'oggetto della lite. L'Avvocatura è disponibile al dialogo ma solo dopo che dal decreto sarà stralciata la parte che riguarda le professioni e, segnatamente, la professione di avvocato. 19

20 IL SOLE 24 ORE EMERGENZA FONDI/Rischio liquidità per i tagli alle risorse e lo stop alle anticipazioni delle Poste Giustizia bloccata da ottobre Mediazione di Mastella sui giudici onorari ROMA. Il ministero della Giustizia potrà far fronte alle spese della macchina giudiziaria non oltre il mese di ottobre. Le risorse a disposizione per sostenere, tra le altre cose, i costi di intercettazioni telefoniche; notifiche, gratuito patrocinio, nonché una parte delle indennità dei giudici onorari sono in rapido esaurimento. Il decreto Visco-Bersani (DI 223/06) rischia di incidere infatti in modo pesante su un capitolo del bilancio statale (il <<1360»)già tradizionalmente a rischio deficit, dato che si tratta di spese connesse all'andamento dei procedimenti civili e penali, indagini comprese, non preventivabili, ma obbligatorie. Da un lato si opera un taglio selettivo dei fondi (50 milioni di euro per quest'anno, 100 per il 2007 e 200 per il 2008); dall' altro viene bloccato il meccanismo di finanziamento indiretto in vigore dal '97 (Dlgs 237), cioè l'anticipazione delle spese di giustizia da parte degli uffici postali. Un meccanismo che, se non ha sempre permesso di tenere sotto controllo una fonte di uscite pari circa al 10% dei fondi complessivi destinati al pianeta giustizia, ha tuttavia avuto il pregio di non paralizzare il lavoro quotidiano di magistrati e tribunali. Pericolo che si fa ora concreto, a meno che non si intervenga correggendo il tiro della manovra-bis. Che la situazione sia delicata lo dimostra l'incontro convocato ieri mattina dal Guardasigilli, Clemente Mastella, con i tecnici di Via Arenula e con quelli dell'economia. Al termine della riunione alla quale hanno partecipato anche i rappresentanti dei giudici di pace che hanno poi proclamato lo stato di agitazione - il ministero della Giustizia ha reso noto che si cercherà di evitare l'emergenza finanziaria inserendo nel Odg di assestamento del bilancio una clausola speciale per consentire, in caso di necessità, un'integrazione automatica di risorse da parte del ministero di via XX Settembre. I conti, del resto, sono presto fatti. La Finanziaria 2006 stanzia per il capitolo classificato come «1360» 685 milioni di euro. Tuttavia, le uscite stimabili a inizio anno per impegni di spesa preesistenti ammontano già a 720 milioni. Se si considerano poi gli esborsi per le intercettazioni telefoniche, che superano ormai i 300 milioni annui, e la decurtazione di 50 milioni stabilita dal decreto Visco-Bersani, lo sforamento appare certo e potrebbe toccare i 150 milioni. Con l'intervento previsto dalla manovra-bis sulle tariffe minime potrebbe arrivare inoltre una robusta contrazione delle entrate annue (83 milioni di euro, in media), derivanti dal versamento (pari al 10%sugli onorari percepiti) agli archivi notarili (gestiti dal ministero) al quale sono tenuti i notai. Alla possibile crisi di liquidità se ne potrebbe aggiungere un'altra, legata all'iter di pagamento. Se in sede di conversione del decreto legge 223 fosse confermato il blocco delle anticipazioni, infatti, via Arenula dovrebbe attivare nuove procedure per il finanziamento diretto delle spese. Probabilmente si provvederà attraverso l'emissione di particolari ruoli fissi gestiti dalle direzioni provinciali del Tesoro. Un ritorno al passato del cosiddetto "modello 12", che però aveva palesato alcuni difetti, primo fra tutti quello di rallentare molto i pagamenti ai fornitori, con tempi d'attesa anche quinquennali. Negli ultimi anni, per ripianare i debiti maturati nei confronti delle Poste sono stati iscritti a bilancio a favore del ministero della Giustizia 1,2 miliardi di euro (403 milioni nella Finanziaria 2006 a copertura delle anticipazioni effettuate dal 2003 al 2005 e 823 milioni per rimborsare i residui fino al 2002). Intanto, i sintomi delle difficoltà economiche che sta incontrando il dicastero guidato da un paio di mesi da Mastella si moltiplicano. Lunedì scorso il Tribunale di Milano ha sospeso i pagamenti per le difese d'ufficio e per il gratuito patrocinio. E analoghi inconvenienti sono stati segnalati proprio ieri dalla Procura di Bologna. 20

21 Sono già esauriti, peraltro, i fondi per il risarcimento dei danni subiti dai cittadini a causa dell'eccessiva durata dei processi (legge Pinto). Con un decreto pubblicato in giugno sulla «Gazzetta Ufficiale» è stato certificato il raggiungi mento dei limiti di spesa per il 2006, fissati in poco più di 26 milioni di euro. Mentre a ottobre potrebbero ripresentarsi i problemi di pagamento delle imprese che assicurano l'assistenza informatica agli uffici giudiziari. La Finanziaria 2006 ha quasi dimezzato i fondi destinati al settore, scesi a 56 milioni rispetto ai 98 del 2005 con una riduzione del 42%, che diventa del 46% per l'assistenza alla rete, poiché gli 82 milioni del 2005 sono scesi a 44. In primavera sono stati stanziati fondi aggiunti vi (10 milioni) per una soluzione-ponte, ma dopo l'estate le società impegnate nella "manutenzione" informatica potrebbero di nuovo restare a secco. Marco Bellinazzo Conti in rosso Stanziamenti per spese di giustizia (Finanziaria 2006) 685 milioni Fondi per l'estinzione delle anticipazioni delle Poste(anni 2003, 2004 e 2005) 403milioni Tagli alle spese di giustizia previsti dal decreto Visco-Bersani 50 milioni nel milioni nel milioni nel

22 IL TEMPO I giudici di pace dichiarano guerra di LAURA DELLA PASQUA SI ALLARGA a macchia d olio la protesta contro il decreto Bersani sulle liberalizzazioni. La lista delle categorie che si sentono colpite nel vivo si allunga e il governo non riesce a far fronte alle proteste. Così mentre è in stallo la discussione con i tassisti, ieri si sono fatti sentire i giudici di pace che hanno proclamato lo stato di agitazione. Siccome il decreto Bersani non ammette l anticipazione da parte degli uffici postali dei pagamenti per le spese di giustizia, i giudici di pace di pace sono rimasti senza lo stipendio di giugno. Il presidente dell Associazione nazionale dei giudici di pace, Francesco Cersosimo ha detto che un azione di questo tipo avrebbe richiesto lo sciopero ma sarebbe coinciso con le ferie. L Associazione Nazionale ha chiesto l intervento del ministro Mastella ed è probabile che ci sia una convocazione il 19 luglio. Intanto il Guardasigilli ha dato assicurazioni sulle retribuzioni dei giudici onorari. L ipotesi su cui si sta lavorando è quella dell emissione di particolari ruoli di spesa fissa gestiti dalle direzioni provinciali del Tesoro. Vediamo quale è la situazione delle altre categorie. Taxi - Nulla di fatto all incontro con Bersani. Il ministro ha esaminato le proposte della categoria ma le ha ritenute «insufficenti». Insoddisfatti anche i tassisti che si erano detti disponibili a ampliare l orario di lavoro integrando alla guida oltre al titolare di licenza un altro autista, e a effettuare servizi integrativi in accordo con i Comuni. Assicurazioni - L Ania ha detto che le compagnie sono favorevoli al sistema dell indennizzo diretto ma questo richiede una forte collaborazione tra imprese, una cosa che è a forte rischio antitrust. No invece al reinserimento dell Iva per la compravendita di immobili strumentali. Farmacie - La Federfarma apre alla vendita dei farmaci nei supermercati ma a patto che l'agenzia italiana del farmaco prepari una lista ristretta di prodotti che non diano problemi e che quindi possano essere venduti tranquillamente. Il ministro Livia Turco ha fatto sapere di aver già chiesto all Aifa questa lista. le Coop che rappresentano il 20% del mercato, potrebbero avere i primi corner con i farmaci da banco da ottobre. Gli eserciz di distribuzione che sarebbero interessati dal decreto sarebbero solo 8 mila, il 37%, di cui 270 ipermercati e supermercati. Il vicepresidente della commissione Sanità al Senato ha sottolineato che i supermercati, a differenze delle farmacie, la notte sono chiusi. Panificatori - A fare la voce grossa tra i panificatori sono quelli campani che domani marceranno nelle strade di Napoli in segno di protesta. I panificatori hanno chiesto al governo un tavolo di concertazione: se non si dovesse giungere ad un accordo non viene esclusa in seguito la serrata dei panifici. 22

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