MOTIVI DELLA DECISIONE L'azione revocatola di cui all'art c.c. ha la funzione di ricostituire la garanzia generica assicurata al creditore dal p

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Bonaventura Pala
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1 Il Giudice: Dr.ssa Marta Ienzi Ha pronunciato la seguente SENTENZA REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO TRIBUNALE DI ROMA DECIMA SEZIONE CIVILE Nella causa civile iscritta al n del ruolo generale affari contenziosi dell'anno 2009 e vertente Tra M. S.p.A. (avv. L.M.) Attrice E T.G. T.F. Convenuti - contumaci Oggetto: azione revocatoria. SVOLGIMENTO DEL PROCESSO Con atto di citazione ritualmente notificato la M. S.p.A. conveniva in giudizio T.G. e T.F. per sentir accertare e dichiarare, ai sensi e per gli effetti dell'art c.c., l'inefficacia nei loro confronti dell'atto di disposizione di cui al rogito per atto del Notaio D. di Roma in data 9/5/2006 con cui il sig. G.T. vendeva al figlio sig. F.T. la proprietà di un appartamento ancora in corso di ultimazione, posto al piano secondo, distinto con il numero interno quattro, con annessi locale ripostiglio e corte al piano terreno, il tutto confinante con vano scala, appartamento interno tre, distacco verso detta via, salvo altri, distinto in Catasto al foglio (...). I convenuti rimanevano contumaci. Definito il tema della lite, all'esito dell'istruttoria, venivano precisate le conclusioni dalla sola parte attrice; quindi la causa veniva rimessa in decisione.

2 MOTIVI DELLA DECISIONE L'azione revocatola di cui all'art c.c. ha la funzione di ricostituire la garanzia generica assicurata al creditore dal patrimonio del debitore ex art c.c. la cui consistenza, per effetto dell'atto di disposizione posto in essere dal debitore, si sia ridotta al punto di pregiudicare la realizzazione del diritto del creditore con l'azione espropriativa. In coerenza con tale sua unica funzione, l'azione predetta, ove esperita vittoriosamente, determina l'inefficacia nei soli confronti del creditore che l'abbia vittoriosamente esperita, consentendo allo stesso di esercitare l'azione esecutiva ai sensi degli artt. 602 e ss del c.p.c. per la realizzazione del credito. In tale prospettiva, le condizioni per l'esercizio dell'azione revocatoria ordinaria, allorché l'atto di disposizione sia successivo al sorgere del credito, sono rappresentate dalla scientia damni, ossia dalla necessaria e sufficiente consapevolezza di arrecare pregiudizio agli interessi del creditore, e dall'eventus damni, ossia dalla più difficile soddisfazione coattiva del credito in conseguenza dell'atto di disposizione, dal consilium fraudis cioè dalla consapevolezza anche da parte del terzo beneficiario dell'idoneità dell'atto a recare pregiudizio alle ragioni del creditore. Nel caso di specie la banca attrice ha provato con documenti: 1) di essere creditrice dei fideiussori sigg.ri T.G. e L.M., in ragione di fideiussione dagli stessi rilasciata in data 29/2/2000 in favore della società T. S.r.l., i cui rapporti correnti con l'istituto bancario soffrivano, già dal marzo 2003, una grave esposizione debitoria per un importo complessivo di Euro ,26; 2) con atto del 26/3/2003, a rogito dott.ssa A.M., Notaio in Latina, i coniugi T.G. e L.M. costituivano in fondo patrimoniale un appartamento ancora in corso di ultimazione, posto al piano secondo, distinto con il numero interno quattro, con annessi locale ripostiglio e corte al piano terreno, il tutto confinante con vano scala, appartamento interno tre, distacco verso detta via, salvo altri, distinto in Catasto al foglio (...); 3) con nota di costituzione in mora del 3/6/2003 l'odierna attrice intimava ai fideiussori T. e L. il pagamento di quanto dovuto in forza della garanzia rilasciata alla società debitrice principale della banca; 4) successivamente la banca otteneva contro il fideiussore T. il decreto ingiuntivo n (R.G /03) emesso in data 25/9/2003, mai opposto, con cui il Tribunale di Roma ingiungeva al T., in solido con altri, il pagamento, in favore della B.M. S.p.A. della somma di Euro ,90 oltre interessi moratori e spese di procedura; 5) con sentenza n. 9608/2007 resa in data 5/5/2007 il Tribunale di Roma rigettava la domanda avanzata dai sigg.ri T. e Le. nei confronti della Banca attrice per ripetizione dell'indebito; 6) con sentenza n /08 resa in data 26/5/2008, a definizione del giudizio promosso dalla Banca attrice contro i sigg.ri T. e L., volto alla revocatoria dell'atto

3 di costituzione del fondo patrimoniale di cui al n. 2, accoglieva la domanda attrice e dichiarava l'inefficacia nei confronti della Banca dell'atto indicato; 7) durante lo svolgimento del giudizio di cui al punto 6, e precisamente in data 9/5/2006, con atto di compravendita a rogito del dr. D., Notaio in Roma rep , racc. 8672, il sig. T.G. trasferiva al proprio figlio sig. F.T. la proprietà dell'immobile già oggetto dell'atto costitutivo di fondo patrimoniale e del giudizio di revoca. Alla luce di quanto emerso all'esito dell'istruzione del giudizio, la domanda attrice risulta provata. In primo luogo, ed evidenziato che gli atti dispositivi del fideiussore sono assoggettati, al pari di quelli del debitore principale, al rimedio dell'azione revocatoria (Cass. Civ. 2115/1991), occorre, inoltre, ricordare che in tema di fideiussione l'art. 1944, c. 10, c.c. stabilisce che il fideiussore è obbligato in solido con il debitore principale al pagamento del debito. Ne consegue che nell'ipotesi normale di fideiussione (c.d. fideiussione solidale) il fideiussore è obbligato nei confronti del creditore garantito negli stessi termini e tempi del debitore principale, tant'è che si versa in ipotesi di solidarietà, per quanto sui generis o atipica. Tale circostanza trova fondamento anche nell'ipotesi di fideiussione con beneficio di escussione, in quanto il debito del fideiussore sorge nello stesso momento in cui sorge la fideiussione, se in quel momento sussiste il debito del debitore principale. Solo ai fini dell'esigibilità del credito fideiussorio, il creditore ha l'onere della preventiva escussione del debitore principale. Ciò, per altro, è conforme a quelli che sono il contenuto e la funzione dell'obbligazione fideiussoria, che realizzano un allargamento della garanzia patrimoniale generica in favore del creditore di cui all'art c.c., ponendo accanto a quella fornita dal debitore originario, quella che il fideiussore fornisce con tutti i suoi beni, sempre nei limiti previsti dall'art c.c. Orbene, poiché l'azione revocatoria ha la funzione unica e specifica di ricostituire la garanzia generica assicurata al creditore dal patrimonio del debitore a norma dell'art c.c., e poiché detta azione presuppone solo l'esistenza del debito e non anche quella che sia esigibile, potendo la stessa essere esperita (nel concorso degli altri requisiti di legge) anche per crediti condizionati o non scaduti (art. 2901, 1 c., c.c.) o anche solo eventuali (Cass. n ; Cass. n ), egualmente è a dirsi per la ricostituzione della garanzia patrimoniale generica che il fideiussore offre con tutti i suoi beni al creditore, per l'adempimento dell'obbligazione del debitore principale. Nel caso di specie sussistono tutti i presupposti dell'azione revocatoria: - l'eventus damni che consiste nell'indubbio pregiudizio alla garanzia patrimoniale della Banca creditrice. Danno eh è in re ipsa e che ricorre anche quando, come nel caso di specie, l'atto revocando importi una conversione in denaro, bene più facilmente occultabile e comunque più difficilmente aggredibile in sede esecutiva.

4 - La scientia damni, deducibile dalla circostanza della posteriorità dell'atto di disposizione dell'immobile rispetto all'obbligazione fideiussoria assunta dal venditore T. nei confronti della banca ceditrice, nonché rispetto ai saldi negativi dei rapporti bancari da cui origina il credito della Banca; - Il consilium fraudis, essendo pacifico che il T. fosse a conoscenza del pregiudizio che l'atto arreca alle ragioni del creditore; - La partecipatio fraudis del terzo essendo pacifico in giurisprudenza che "la prova della "participatio fraudis" del terzo, necessaria ai fini dell'accoglimento dell'azione revocatoria ordinaria nel caso in cui l'atto dispositivo sia oneroso e successivo al sorgere del credito, può essere ricavata anche da presunzioni semplici, ivi compresa la sussistenza di un vincolo parentale tra il debitore ed il terzo, quando tale vincolo renda estremamente inverosimile che il terzo non fosse a conoscenza della situazione debitoria gravante sul disponente" (Cass. Sez. 3, Sentenza n del 05/03/2009). Per le considerazioni sin qui svolte la domanda può essere accolta. Le spese processuali, liquidate come in dispositivo seguono la soccombenza. La presente sentenza è provvisoriamente esecutiva tra le parti a norma dell'art. 282 c.p.c. P.Q.M. Il Tribunale di Roma, definitivamente pronunciando sulla causa civile iscritta a R.G. n /2009, e vertente tra le parti di cui in epigrafe, così provvede: - Dichiara l'inefficacia nei confronti della B.M. S.p.A. dell'atto di disposizione di cui al rogito per atto del Notaio De. di Roma in data 9/5/2006 con cui il sig. G.T. vendeva al figlio sig. F.T. la proprietà di un appartamento ancora in corso di ultimazione, posto al piano secondo, distinto con il numero interno quattro, con annessi locale ripostiglio e corte al piano terreno, il tutto confinante con vano scala, appartamento interno tre, distacco verso detta via, salvo altri, distinto in Catasto al foglio (...); - Ordina al Conservatore dei RR. II. di Roma, con esonero di responsabilità, la trascrizione della presente sentenza; - Condanna i convenuti a rifondere alla B.R. S.p.A. le spese del presente giudizio che liquida nella somma complessiva di Euro 5.282,40, di cui Euro 284,00 per spese, Euro 454,40 quale rimborso forfetario per spese generali, Euro 1.187,00 per diritti, Euro 3.357,00 per onorari, oltre IVA e CPA come per legge. Sentenza provvisoriamente esecutiva per legge. Così deciso in Roma il 28 luglio Depositata in Cancelleria il 7 settembre 2012.

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