Visone satellitare del lago di Tiberiade con le città più importanti.

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1 Lc 5, Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennesaret, 2 vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3 Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. 4 Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca". 5 Simone rispose: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti". 6 Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7 Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8 Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: "Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore". 9 Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10 così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: "Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini". 11 E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Visone satellitare del lago di Tiberiade con le città più importanti. Chi è Gesù? Che cosa dobbiamo fare noi credenti in lui? Per quanto generali, in queste due domande sta racchiuso il senso fondamentale del brano di Luca che intendiamo fare oggetto della nostra preghiera. Il contesto vitale dello stesso brano, offrendo ricadute concrete e circostanziate, impedisce la deriva di un interpretazione generica. Siamo sulle rive del lago di Il lago di Tiberiade o di Gennesaret o di Kinneret, talvolta chiamato anche mar di Galilea: è il più grande lago d'acqua dolce dello Stato di Israele avendo una circonferenza di circa 53 km e una superficie di 166 kmq. La superficie del lago di Garda è di 370 kmq. 1

2 Tutta la vita pubblica si è svolta attorno alle rive di questo lago. E' un luogo molto bello, fatto a forma di arpa (Kinner) e sembra un nido attorno alle montagne che lo circondano. Lungo le sue sponde ci sono delle pianure molto fertili perché il clima è tropicale. Situato a 213 m sotto il livello del mare, ha una profondità massima di 43 m: si tratta del lago d'acqua dolce più grande della Terra sotto il livello del mare, superato per dimensioni solo dal mar Morto che è però un lago d'acqua molto salata. Il lago si trova nella Grande fossa tettonica, depressione creatasi dal distacco delle placche araba e africana e nella quale, da nord a sud, scorrono le acque del fiume Giordano che alimentano il lago Le città che sono attorno al lago le conosciamo: Bethsaida che è la patria di cinque discepoli. Poi abbiamo Cafarnao, dove Gesù passa i tre anni della vita pubblica nella casa di Pietro. Poi Magdala, dove il pesce veniva essiccato, e poi Tiberiade dove risiedeva Erode Antipa con Erodiade. LECTIO L'aria che si respira in questo brano è chiaramente ecclesiologica, cioè riguarda la chiesa. Qui ci viene presentato un Gesù dai tratti marcatamente post-pasquali, di un Gesù già risorto, benché il racconto venga posto nel corso della sua prima attività missionaria e, quindi, prima della risurrezione. Del resto tutti i vangeli sono stati scritti nel periodo postpasquale. Ciò ha consentito di leggere la figura di Gesù, la sua predicazione e la sua opera alla luce della risurrezione, cogliendone il vero senso. Per la comprensione del brano di Luca di questa domenica, dobbiamo rifarci al profeta Ezechiele, che, nel capitolo 47,10 vede un acqua che esce dal tempio di Gerusalemme, scorrere verso il mare, risanandolo e provocando una pesca abbondante. Dice il testo " 10 Sulle sue rive vi saranno pescatori: da Engàddi a En-Eglàim vi sarà una distesa di reti. I pesci, secondo le loro specie, saranno abbondanti come i pesci del Mare Grande. Questo è il riferimento che l evangelista prende come sfondo della sua narrazione. Luca evidenzia anzitutto che: La gente faceva ressa intorno a Gesù per ascoltare la parola di Dio. Il verbo usato è piuttosto suggestivo: ἐπίκειμαι epikeimai lett. "giaceva sopra". Luca insiste sulla presenza e sull'attenzione delle folle alla predicazione di Gesù. E' una folla che ha fame di "Parola di Dio", perché essa è la risposta di Dio al bisogno di pienezza di vita che ogni persona si porta dentro: la gente sente nel suo messaggio ciò di cui ha bisogno e fa ressa attorno a Gesù. L evangelista mette in risalto il ruolo decisivo della parola di Dio: 2

3 Gesù, ritto in piedi, come il Signore sovranamente presente in mezzo ai suoi, sta annunciando la Parola e la folla lo ascolta. Egli è il primo evangelizzatore e ascoltare la parola di Dio è sempre il primo atteggiamento dei suoi discepoli. Sullo sfondo di questa folla che fa ressa attorno a Gesù lungo il lago per ascoltare la parola di Dio, si profila già il futuro popolo di Dio, convocato dalla sua parola, cioè la chiesa. Vedremo poi che c è la trasposizione a questa parola di Dio diventa la parola di Gesù, perché Gesù non è un inviato da Dio, ma è Dio stesso. Gesù, stando presso il lago di Genneraset, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Questo è il contesto, il cui sfondo è la profezia di Ezechiele: i pescatori con le loro reti. In Luca il lago è luogo in cui si manifesta l onnipotenza divina, così come il monte è luogo in cui Dio comunica con l uomo. Il secondo versetto ha un duplice scopo: a) descrivere, rimarcandola, la normalità quotidiana; Gesù - e quindi Dio - interpella la libertà umana sempre nel vissuto umano ordinario, in questo caso in un vissuto di attività lavorativa. b) orientare l attenzione del lettore su due barche in particolare. Per tre volte si parla di "barca". Gesù «vide»: in gr. ὁράω horáō è il secondo dei tre verbi vocazionali (passare, guardare e chiamare) e si noti che il vedere così narrato, non si dirige anzitutto sulle persone ma sulle barche da pesca all'attracco. Il verbo usato è molto forte ed è usato solitamente per indicare uno sguardo profondo, intuitivo, di comunione. Da ciò si deduce che quelle "barche" non sono solo mezzi per l'attività di pescatori, ma hanno un significato molto più esteso, quasi "personale": la barca indica la chiesa di Cristo, che Lui guarda in profondità e con amore. I pescatori erano scesi da quella barca "infruttuosa" e stanno facendo un lavoro di grande pazienza e noia: ripulire le reti. Questo secondo gruppo di persone, non sembra nemmeno interessarsi troppo di Gesù, sono occupati nella quotidianità del loro faticoso lavoro, ripulire le reti, che è ancora più frustrante quando per tutta la notte non si è preso nulla. v. 3- «Salì... di Simone»: sale su una barca, non a caso, e sceglie quella dì Simone. La barca è proprietà di Simone e di Andrea (Mt 4,18; Mc 1,16); ma quest ultimo resta di proposito innominato, al fine di portare in primo piano la figura di Simone: Simone è «a fuoco», Andrea sfuocato. Il lettore è invitato a concentrarsi su Simone, tenendo gli altri personaggi sullo sfondo. 3

4 Gesù accende un rapporto con Simone, qui chiamato con il suo vero nome (e con ogni uomo) entrando nel suo mondo (in greco non c'è il verbo ἀναβαίνω cioè "salire su" ma ἐμβαίνω embainó che vuol dire "entrare in"). Gesù (e quindi Dio) non prende le distanze, anzi crea vicinanza. Già dall'uso di questi verbi comprendiamo sempre meglio che quella barca sarà pescosa, solo perché Gesù è entrato. Fuori metafora: è la vita di Gesù che entra nella vita di queste persone. La barca rappresenta la vita di queste persone, che viene messa a disposizione del maestro per il suo annuncio. Quando il vangelo entra nella vita di una persona, essa è chiamata a mettere a disposizione la sua vita per la realizzazione di questo progetto di mondo nuovo. Lo prega di scostarsi un poco da terra". Gesù invita Pietro a scostarsi un poco da terra e da questa posizione Gesù lancia la sua predicazione. Questo scostarsi da terra indica come con la sua predicazione Gesù si scosti dalla terra del Giudaismo, dalla terra del vecchio culto. Con la predicazione di Gesù, pertanto, si ha l inizio di uno scostamento dai vecchi parametri della Legge di Mosé. E ciò avviene dalla barca di Pietro. Egli, pertanto, rappresenta l inizio e il fondamento di un nuovo culto; si presenta come l erede di un nuovo inizio. Stupendo questo verbo ἐρωτάω erótaó: Gesù non si impone alle persone, ma chiede con discrezione. Gesù si propone, non si impone! «Lo pregò»: è lo stesso verbo (ἐρωτάω) usato per chiedere la guarigione della suocera di Simone (4,39); là Simone prega Gesù, qui è Gesù che prega Simone. Gesù si mette sullo stesso piano di Simone: poiché gli vuole bene, non solo concede favori, ma sa anche chiedere e ricevere favori, fa grazia e chiede grazia. Dio è come Gesù: ama e si lascia amare. Amare è anche... essere amato: e ciò vale anche per Dio; anzi, vale per noi perché originariamente e assolutamente vale per lui. In tal modo Gesù entra - per così dire - un po di più nella vita di Simone, offrendogli l opportunità di fargli un favore. Il verbo «pregare» dice anche che Gesù (e Dio) propone con finezza e discrezione, non impone con violenza. Tuttavia, quando la vicinanza si pone come ostacolo all ascolto, si distanzia perché la parola di Dio possa essere ascoltata: fa allontanare la barca dalla riva perché tutti, e non solo i vicini, siano in grado di udirlo. Quella barca dovrà andare spesso "sull'altra riva" quella dei pagani. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. I verbi utilizzati - καθίζω kathízō e διδάσκω didáskō - indicano l azione propria del maestro in cattedra: Gesù seduto in trono insegna, 4

5 poiché è la sapienza divina discesa tra gli uomini. Gesù, parla stando seduto. Questa postura corrisponde alla mentalità semitica e, come per la greca lo stare in piedi, esprime autorità (che è un dato oggettivo) e autorevolezza (che è un evento anche soggettivo: dice autorità riconosciuta e accolta dalla persona cui ci si rivolge). Ciò che si sottolinea è che la Parola deve essere annunciata. "Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca". Dalla domanda di cortesia Gesù passa alla richiesta che esige la fede. In greco ì due verbi sono resi con un imperativo aoristo positivo che ordina di iniziare un'azione nuova. La pesca precedente, fatta con tutte le regole dettate dall'esperienza umana, non ha nulla a che vedere con la nuova pesca. La pesca, svoltasi senza Gesù, era andata a vuoto; con luì la "nuova pesca" darà risultati prodigiosi, anzi molto di più (Cfr. Gv 14,12: «farete opere più grandi delle mie»). Alla lettera il testo dice: " Prendi il profondo e gettate la rete". Non ha nulla di logico tutto ciò: non si pesca di giorno e in profondità Simone lo sa bene!). Eseguire l ordine di Gesù significava esporsi al rischio di cadere nel ridicolo. Anche questa è un esperienza frequente per i discepoli di Gesù: obbedire alla sua parola che fa scorgere una luce, fa prendere il largo e conduce in spazi aperti, comporta spesso andare contro la mentalità normale. La novità consiste, paradossalmente, nel compiere un azione già fatta da Pietro e compagni tante volte ma che ha dato un esito completamente negativo (verremo a saperlo dal versetto seguente). A Pietro è chiesto di riprendere il largo, però con l aggiunta dell avverbio «decisamente», che rende in italiano una preposizione greca (epí) la quale intensifica il significato del verbo. In tal modo il senso è trasparente: Simone deve riprendere il largo, avanzare ancora con coraggio su acque profonde non nella maniera rassegnata di chi prevede un nuovo risultato negativo, ma con lo stesso impegno e la stessa speranza che ha posto quando ha affrontato la pesca nelle condizioni ottimali. d) Gesù rivolge la parola soltanto a Simone, sebbene siano presenti anche Andrea, Giacomo e Giovanni («Riprendi decisamente il largo»): deve essere Simone a prendere l iniziativa. E' la prima volta che, nel vangelo di Luca, Gesù comanda a delle persone: prima aveva comandato solo al demonio (4,35). Poi rivolge la parola anche agli altri, senza però nominarli se non al v.10 (anzi, Andrea non sarà mai nominato): «Calate le vostre reti per la pesca». La missione evangelizzatrice, di cui l atto del pescare è simbolo, è cosa troppo importante perché Simone possa fare il battitore libero. Nella chiesa non si va da soli ma si è sempre in cordata. E' bene che lo ricordiamo tutti, preti per primi. 5

6 5 Simone rispose: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti". Si sa che il tempo migliore per pescare con le reti è la notte, poiché il buio non dà modo ai pesci di vedere la rete. In questo contesto, di quale notte si parla? E' la notte della fede. In altre parole, se l'azione della Chiesa non è animata dalla fede in Cristo, ci si affatica inutilmente. Il verbo greco, infatti, usato per esprimere la fatica è κοπιάω kopiao che esprime le fatiche del lavoro apostolico. La Chiesa dei primi tempi si è resa conto da subito che chi converte non è la bravura dell'uomo, la sua oratoria e la sua abilità, ma soltanto la parola di Gesù. Per questo Pietro dirà subito "ma sulla tua parola getterò le reti". Quel "ma" avversativo dice quali sono le logiche da seguire nella missione della Chiesa: non gli sforzi umani, ma la parola di Gesù è fondatrice della Chiesa. L'annuncio, pertanto, deve sottendere tutta l'attività della Chiesa. Se si nota, il verbo "gettare" è poi al futuro. Questo per dire che l'azione missionaria della Chiesa (gettare le reti) è un atto conseguente all'annuncio della Parola. Prima, c'è la Parola proclamata da cui scaturisce, in seguito, la missione della Chiesa. Alla base del successo della Chiesa ci stanno, dunque, due realtà: la Parola e la fede in essa. La reazione di Simone è questa: non lo chiama maestro, come dice la traduzione, ma il termine greco Ἐπιστάτα Epistata significa capo, padrone, mentre maestro si dice "διδάσκαλος didaskalos"; Simone vede Gesù come un capo, un leader a cui lui si può e si deve sottomettere. D ora in poi, i dodici, quando si rivolgeranno a Gesù, lo chiameranno quasi sempre così, perché, di fatto, all inizio della loro esperienza, lo considerano un capo (cfr. Lc 8,24; 8,45; 9,33; 9,49; 17,13 nel testo greco). La riposta di Simone è chiara: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti". Nel Vangelo, l'espressione "δι ὅλης νυκτὸς" non ha mai un senso solo cronologico inteso come il calar del sole, ma ha sempre il significato di "tenebre", d'impedimento all accoglienza del Signore. La notte rappresenta il passato infruttuoso dell attività del gruppo che, guidato da Simone, ha sperimentato l inefficacia dei mezzi umani, nei quali confidava tanto. Il comando giunge dunque all interno di una relazione interpersonale preesistente. b) Questa relazione spiega la risposta a un tempo schietta e confidente di Simone, articolata in tre affermazioni: 6

7 1) franca ammissione della negatività assoluta di un esperienza passata («non abbiamo preso un bel niente»: cfr Gv 21,3); 2) deduzione implicita dell impossibilità di un esperienza positiva futura in circostanze proibitive (di giorno); 3) incondizionata fiducia in Gesù, la cui parola è capace di rendere possibile l impossibile. «Sulla tua parola»: in gr. ῥῆμα, rhèma significa parola-fatto operato. Nonostante l'umana assurdità dell'ordine di Gesù, Pietro professa la sua fede in Gesù. Ora la parola di Dio diventa la parola dell uomo: "getterò le reti. Obbedisco unicamente perché sei tu Gesù a chiedermelo e a darmi il coraggio e la forza di farlo (cfr 2Tim 4,17). 6 Fecero così e presero una quantità (πλῆθος moltitudine) enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Moltitudine si riferisce alla comunità cristiana che andrà crescendo attorno alla Parola. Ebbene, la pesca abbondante è una costante dell attività umana quando è condotta secondo la parola di Gesù. Dopo la risposta verbale, ecco quella con i fatti. Le parole non sono necessarie né per rischiare né per obbedire (cfr Mt 21,28-32), mentre i fatti sono sempre indispensabili e spesso sufficienti. La sorpresa per il pescato è sorprendente: presero un' enorme quantità di pesci che le reti si spezzavano. Il risultato è addirittura sproporzionato alle condizioni obiettive dell azione: si tratta di un segno vero e proprio, prodotto unicamente dalla parola infallibilmente efficace di Gesù; e, dall altro lato, rivelano un Gesù (e un Dio) dalle mani bucate, che non risparmia, che - attraverso e oltre la concretezza del dono - non dà mai meno di se stesso. Luca fa notare la necessità delle altre barche per raccogliere tutto il pescato: nella chiesa, nella comunità è vietato andare da soli. Come prima "insieme" si pulivano le reti da tutto ciò che è inutile, anzi dannoso per la pesca, così la comunità è chiamata a condividere anche le gioie e l'abbondanza dei doni. Al vedere questo, continua poi l evangelista, Simon Pietro". E' la prima volta che, in Luca, viene chiamato "Pietro". Questo discepolo si chiama Simone, ma ha un soprannome negativo Pietro, che significa "il testardo, il cocciuto" e mai Gesù si rivolgerà a questo discepolo, eccetto una sola volta, chiamandolo Pietro, lo chiamerà sempre Simone. Sono gli evangelisti che, come schema letterario, quando questo discepolo si comporterà bene, lo indicano soltanto con il nome; quando traballa, come in questo caso, Simone ha il soprannome negativo Pietro; quando è completamente all opposizione soltanto Pietro, cioè "il testardo". Se l'evangelista segnala il "doppio nome", vuol dire che Simone sta facendo qualcosa che non quadra. Cosa non funziona? L'ida che ha di Gesù! Pietro è in 7

8 contraddizione con se stesso; si sente indegno/impuro di fronte a Gesù, che viene a liberare proprio quelli che si sentono o sono considerati peccatori/disprezzati (cfr. 5,32). Il testo evangelico insiste sull esistenza di una comunità umana e sulla guida di Simone, precedenti la chiamata di Gesù: Lo stupore, infatti, aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui. Infatti, si getta alle ginocchia di Gesù, dicendo: «κύριος Signore». L'espressione "Signore", è già un importante passo avanti rispetto a come si era rivolto in precedenza a Gesù chiamandolo Ἐπιστάτα. "duce, capo, padrone", adesso riconosce in Gesù il Signore. «Signore κύριος»: è l' appellativo che, dopo la resurrezione di Gesù, lo professa Dio come il Padre. Nella versione greca dell Antico Testamento secondo i Settanta, il titolo Kyrios, privo di articolo, è utilizzato per tradurre il tetragramma sacro - Yhwh - ossia il nome proprio del Dio d Israele Lo dice, a suo modo, anche la genuflessione («si buttò alle ginocchia di Gesù») che, a questo punto, è un simbolismo forte di confessione della «maestà e potenza divina» di Gesù. Si nota una progressione nella comprensione di chi è Gesù inizia l'esperienza personale. Resta lui («Simone»), eppure diventa un altro («Pietro»): «lui» e «non-lui» nello stesso tempo e sotto un diverso profilo. È già un convertito, nel senso che la dolente ammissione della propria radicale fragilità fa già parte della conversione, è una conversione avviata. Sarà però un lungo cammino! «Si gettò alle ginocchia»: Di fronte ad un avvenimento che sfuggiva al limite umano, un ebreo per prima cosa tremava; il contatto con il soprannaturale invece di esaltarlo lo sgomenta, quasi lo getta nella disperazione, a causa della miseria e della fragilità della creatura, che non può resistere all'incombere della presenza divina, la quale non sopporta impurità e peccato (Cfr. Dan 10,8-9; Cfr. Es 33,20; Lc 1,12 ecc.) L'errore, se così possiamo chiamarlo di Simone "Pietro", è di dice: Allontanati da me perché sono un peccatore. Qui l'apostolo è chiamato "Simon Pietro". Perché è un errore? Perché profondamente in contraddizione con la missione di Gesù che dirà di essere venuto a chiamare i peccatori, quindi Pietro è vittima di una tradizione religiosa per cui il peccatore deve essere allontanato dal Signore, si deve allontanare. Non capisce che Gesù, Dio viene a portare l amore per tutti, anche per i peccatori. Gesù non è attratto dai meriti delle persone, ma dai loro bisogni. «Allontanati da me»: significa esattamente «non sono degno di te». Pietro farà l'esperienza che nessuno è "indegno" di Dio, quando, finalmente, una 8

9 volta "convertito", comprenderà che la gloria del Signore consiste nella salvezza di ogni uomo. Questa espressione sarà poi ripresa negli Atti degli Apostoli, per bocca di Pietro, al capitolo 10,28 quando Pietro dirà Perché Dio mi ha mostrato che nessuna persona può essere considerata impura. E iniziato l esodo dall istituzione religiosa per far scoprire agli uomini l amore di Dio non discrimina, non limita, che non divide, ma un amore di Dio che è rivolto a tutti quanti. Questa è la Buona Notizia portata da Luca. Tuttavia la fede di Pietro, pur autentica, non è ancora perfetta; è mista a spavento, da intendersi però non come timore di ricevere del male (il miracolo della pesca straordinaria è dirimente nel merito), ma come sentimento spontaneo, da cui è preso chiunque si accorga di trovarsi in presenza del Divino. Trovarsi di fronte a Dio non è come bere un bicchier d acqua... Gesù rassicura Simone: "Non temere". Paura e azione evangelizzatrice fanno a pugni: Pietro (e gli altri) non sarebbe in grado di realizzare la propria missione se fosse spaventato. Il timore di Dio non ha nulla a che vedere con la paura; esso è un sentimento di riverenza di fronte a Dio che si manifesta. Udendo "non temere", l'uomo trasforma il proprio timore in adorazione. Queste parole che, nella Bibbia, pronunziano Dio e gli esseri celesti sollevano l'uomo dalla sua povertà e lo dispongono a un colloquio d'illuminazione o di amore, alla fiducia in imprese apparentemente impossibili o ardue. Queste parole annunciavano protezione, benefici e privilegi di là da ogni speranza. Ebbene, la conclusione dell episodio, che a Simone si associano pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo e Gesù disse a Simone: «Non temere». Il rapporto di Gesù, che è Dio, con l uomo, con l uomo peccatore, non è più di timore, di uno che teme un castigo, che si sente minacciato, ma d amore. D ora in poi sarai», e qui, stranamente, la traduzione dice "pescatore di uomini", ma l evangelista non adopera come Matteo e Marco il termine "pescatore", letteralmente dice: νῦν ἀνθρώπους ἔσῃ ζωγρῶν prenderai uomini vivi. E chiaro il significato è quello della pesca, ma va al di là. Qual è il significato che l evangelista vuole dare? Prendere uomini vivi, in questo caso come il ruolo di un pescatore, mentre tirare fuori i pesci dall acqua, significa tirarli fuori dal loro habitat naturale per dar loro la morte, tirare fuori un uomo dall acqua, prendere fuori un uomo vivo dall acqua, significa impedirgli di morire, perché nel mare, nel lago, la persona affoga. Gesù non invita i discepoli, Simone in questo caso, a essere un santo, cioè a pensare a sé, ma a prendere uomini vivi, cioè tirare fuori gli uomini da quelle situazioni 9

10 che possono far danno, e causare perfino la morte. Non pensare solo per sé, ma spalancarsi agli altri. Fin qui Simone è pescatore e anche discepolo di Gesù (cfr 4,38-39); da qui in poi è soltanto discepolo, che decide di seguire Gesù in maniera definitiva e incondizionata abbandonando tutto. Altrettanto fanno Andrea (vv ) e Giacomo e Giovanni (vv ). Ormai la loro vita sta tutta nel seguire Gesù. Il «lasciare tutto quanto» ha ragione di mezzo rispetto al fine del seguire Gesù, il quale «passò beneficando e sanando tutti quelli che stavano sotto il potere del diavolo» (At 8,38), così che «avessero la vita e l avessero in abbondanza» (Gv 10,10). Il percorso è univocamente determinato: lasciare tutto, per seguire Gesù, al fine di servire ogni vita umana. La sequela si storicizza, proprio e unicamente, nel diffondere tra gli uomini quel tipo di vita portato da Gesù. E, tirate le barche a terra, termina l evangelista, lasciarono tutto e lo seguirono. Possiamo affermare c è un cambio totale nella scala di valori che anche gli altri discepoli hanno accettato e hanno accolto. Entrambi i gruppi lasciano i valori nei quali hanno confidato finora e intraprendono la sequela di Gesù, alla quale saranno chiamati d ora in poi tutti quelli che vogliono essere suoi discepoli: E avendo condotto le barche a terra avendo lasciate tutte le cose seguirono lui. Non si tratta di un semplice consiglio evangelico, ma di una condizione indispensabile per diventare membri del gruppo di Gesù. Questo avendo lasciate tutte le cose, d altra parte, comporta un cambiamento totale nella scala dei valori, cambiamento che non si realizza in un istante né per un atto di generosità, per quanto pensato e riflettuto possa essere, ma giorno dopo giorno, a mano a mano che ognuno integra nell esperienza quotidiana i valori del regno. La pesca abbondante che si basa sulla Parola di Gesù, ci permette sempre di dire: «Credo in te, Signore, perché tu credi in me; ti do fiducia, perché tu mi dai fiducia; ti seguirò, perché tu hai voluto salire sulla mia barca. Resto peccatore, ma mi metto nelle tue mani e con te cerco di essere nella vita datore di vita. Ti ripeto con fede le parole di Pietro: anche oggi sulla tua parola getto le reti, compio il lavoro che tu mi affidi di poter annunciare e offrire agli altri quella misericordia che per primo sperimento e che dà senso e fecondità alla mia vita». A cura di padre Umberto 10

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