Simone Torino. Scompensi EDIZIONI FORME LIBERE

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Fulvio Longo
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1 Simone Torino Scompensi e altre catastrofi EDIZIONI FORME LIBERE

2 Simone Torino, Scompensi e altre catastrofi Copyright 2012 Edizioni Forme Libere Gruppo Editoriale Tangram Srl - Trento Via Verdi, 9/A Trento - info@ilgheriglio.it Collana Il gheriglio - NIC 11 Collana diretta da Angela Bonanno Prima edizione: giugno Printed in Italy ISBN Stampa su carta ecologica proveniente da zone in silvicoltura, totalmente priva di cloro. Non contiene sbiancanti ottici, è acid free con riserva alcalina

3 SCOMPENSO: rottura, squilibrio, sbilanciamento, deficit permanente di una funzione. CATASTROFE: avvenimento disastroso, rovina, sciagura, cataclisma.

5 Scompensi e altre catastrofi

7 Avvertenze e giustificazioni Salve, dico due cose veloci e sto zitto. Primo: qui dentro non c è metrica, e se c è è poca, e involontaria. E i rimandi, se ce ne sono, sono anche loro più o meno casuali. E qualsiasi cosa troviate che lontanamente possa ricordare o sembrare una citazione dotta, un ragionamento intelligente, o un intuizione arguta, bè, chiedo scusa. È l incoscienza. Secondo: tento di spiegare il titolo. Per scompensi non si intendono quelli dovuti a crisi psichiatriche (se avete avuto a che fare con il disturbo mentale, sapete di cosa sto parlando. Se sapete cos è un T.S.O., sapete di cosa sto parlando. Se sapete cosa vuol dire prendere cento gocce di stabilizzante al giorno, anche. Anzi, probabilmente ne sapete più di me), qui si parla di scompensi naturali. Squilibri comuni. Quelli che passano inosservati. Evidenti solo quando evolvono in catastrofe (se vi siete mai trovati a guardare con insistenza l asfalto sottostante a un cavalcavia, sapete di cosa sto parlando. Se, scoprendovi le braccia, avete strane cicatrici lungo i polsi, sapete di cosa sto parlando. Se sobbalzate al suono di una forchetta che cade, sapete di cosa sto parlando). Ho avuto a che fare con soggetti, persone, forse amici, più o meno disturbati. Tutti possessori involontari di poesia. Quel candore 9

8 fuori dal comune. Che però non permette la pace. Non c è pace. La verità non è quella giusta. È una verità che non combacia. Follia e poesia. Una perdita, lasciarsi andare, perdersi un po. Chi è più perso di uno convinto di non esserlo? Ironia e comicità. L umorismo della vecchia col rossetto viola e suo marito. Il morboso fascino dei tornado. Un palazzo che cade, stare a guardare. La bellezza del fulmine che schianta una roccia. Rompere la matrice. Non sapere più fare. Non sapere. Essere grezzi. Dell arte bruta. Dell art brut. Del Brut. Non avessi la memoria corta. Ecco, dovevo spiegare, mi sono perso. Ho mischiato. Che vergogna. Forse era meglio se non spiegavo. Scusarsi sì, bisogna scusarsi: mi scuso. Scusarsi, ma anche in silenzio. Di quei silenzi ondulati. Quei silenzi che piegano le fronti al suolo. S. T. 10

9 Meno rime

11 Freddi e duri come le grondaie (la Scrittura) Bisogna innanzitutto saper scrivere (e leggere). Bisogna avere una penna (se si scrive a mano, se no una macchina da scrivere o un pc). E un foglio. E una scrivania o un altro ripiano (anche per chi non scrive a mano, è più comodo). Una sedia (una sedia, proprio). Si può cominciare a scrivere. Si scrive. Si scrive. Si scrive. Si fa una pausa, ci si alza, ci si risiede. Si rilegge e si bestemmia per aver riletto. Non bisognava rileggere. Sembra una merda, ciò che si ha appena scritto. Si cancella. Si riscrive. Si riscrive. Controllo dita dei piedi. Sono in cancrena? No. Bene. (se sì, si va dal dottore) Perché si scrive? Ce lo si domanda. Si tenta una risposta: non la si trova. - Non c è nessun grande scrittore che scriva così, un po a cazzo? - No. Bè, Manzoni no, Pushkin no, Foscolo no, Alfieri no, Boccaccio no, Tolsto no, Dosto no, Raci? Corn? 13

12 Salinger! No. Ha fatto la seconda guerra. - Bukowski! - Bukowski era uno scherzo. Si scrive in silenzio. Si beve del tè, si scrive, si beve ancora, si guarda dalla finestra, si piange un po. Non hai fatto nulla. Non ho fatto niente. Silenzio, si scrive. Si pensa di stare per morire, sì, sicuramente tra pochi istanti si crollerà a terra, freddi e duri come le grondaie, stesso color metallico. Si scrive fischiettando. - Sono dieci ore che si scrive, ci si ferma? - No. - Dai, ci si ferma? - No. Ci si sistema i testicoli. Ci si infila le dita nell inguine per essere sicuri di non essere ancora in decomposizione. Le dita dei piedi? No, a posto. Si finisce il primo capitolo. Se si ha ancora fame si può mangiare, adesso. Se si riesce si può anche dormire. Altrimenti si rinizia a scrivere. Da capo. E via così. 14

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