Il presente documento è finalizzato alla promozione dei protocolli/patti locali in materia di sicurezza urbana.

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1 GIUNTA REGIONALE Assessorato Riforme Istituzionali, Enti Locali, Bilancio, Attività sportive Promozione degli accordi locali in materia di politiche integrate per la sicurezza Premessa Il presente documento è finalizzato alla promozione dei protocolli/patti locali in materia di sicurezza urbana. Al livello nazionale, le normative regionali in materia ed il contenuto dei patti finora stipulati possono offrire utili indicazioni sul ruolo dei soggetti coinvolti nella formazione ed attuazione dei protocolli/patti ma meno esaurienti sul loro procedimento di formazione. Pertanto, in assenza di indicazioni specifiche, è importante provare a definire un possibile percorso formativo del protocollo o patto locale. Per tipicità di contenuto, si possono distinguere i protocolli/patti stipulati tra le Regioni ed il Ministero dell Interno dai Patti per la sicurezza delle Città. I primi rappresentano spesso la cornice nella quale si inseriscono i Patti delle città, finalizzati, invece, a contestualizzare meglio gli interventi previsti. Non mancano, inoltre, esempi di Patti locali, promossi dalle Città nei quali intervengono anche le Regioni. Ove manchi un intesa tra Regione e Ministero dell Interno, il riferimento normativo è il Patto per la Sicurezza stipulato tra il Ministero e l Anci il 20 marzo L iter che, successivamente, viene ipotizzato è finalizzato ad agevolare la formazione dei protocolli/patti, nel rispetto delle competenze proprie degli enti ed istituzioni coinvolti, evidenziando un possibile ruolo da attribuire alla Regione. 1 di 6

2 1. Il Patto per la sicurezza urbana Che cos è Il Patto per la sicurezza urbana è lo strumento attraverso il quale, nel rispetto delle competenze proprie di ciascun soggetto istituzionale, si realizza l'integrazione tra le politiche e le azioni che hanno l'obiettivo di migliorare le condizioni di sicurezza urbana di un determinato territorio di riferimento. Il Patto può rappresentare un opportunità di completamento ed ampliamento dei protocolli per la sicurezza che normalmente vengono stipulati per la definizione di interventi direttamente riconducibili alla materia dell ordine pubblico e sicurezza, non di competenza regionali. Infatti, il Patto per la sicurezza urbana può introdurre un modello operativo nuovo, capace di favorire la collaborazione tra le parti attraverso la definizione strategica e condivisa di linee sinergiche di azione, atteso che la competenza statale in materia di sicurezza ed ordine pubblico e di contrasto alla criminalità fa capo nella provincia al Prefetto, quale Autorità provinciale di pubblica sicurezza, mentre è compito del Sindaco, come rappresentante della comunità locale, assumere tutte le iniziative di sicurezza e prevenzione sociale atte al miglioramento della vivibilità e della qualificazione dei luoghi di vita ed al contrasto dei fenomeni di disagio sociale e di degrado urbano. Il Patto può interessare un comune singolo od un insieme di comuni, appartenenti preferibilmente allo stesso ambito provinciale ovvero ad ambiti provinciali diversi, qualora, debbano essere realizzati interventi di contrasto a fenomeni di criminalità urbana che coinvolgano Comuni contigui appartenenti a diversi ambiti provinciali. A cosa serve Il Patto per la sicurezza urbana, così intesa, oltre alla finalità principale di garantire la sicurezza come diritto principale dei cittadini, serve a promuovere, nel rispetto delle reciproche competenze e responsabilità, un sistema integrato di servizi ed interventi, anche attraverso la valorizzazione di risorse di solidarietà e di auto aiuto, esistenti sul territorio. Può realizzare azioni finalizzate a migliorare la vivibilità del territorio, affiancando ai necessari interventi per la tutela dell ordine e della sicurezza pubblica, iniziative di prevenzione, di mediazione dei conflitti, di controllo del territorio e di formazione degli operatori. Chi lo elabora Il contenuto del protocollo/patto viene deciso da tutti i soggetti istituzionali firmatari, ciascuno per la parte di competenza attraverso l attivazione di iniziative organiche ed integrate in relazione alla specificità dei contesti territoriali (Regione, Provincia, Comune, altre autonomie comunali, Prefettura Ufficio Territoriale di Governo). Nell attuazione dei Patti possono essere coinvolti anche i soggetti associativi, rappresentativi di interessi collettivi, quali associazioni di volontariato presenti nel territorio, associazioni di categoria, Unione Commercianti, Unione Industriali, Camera di commercio, istituti privati di vigilanza, Scuole, Centri di ricerca, Università. I soggetti associativi, rappresentativi di interessi collettivi, possono partecipare al processo di individuazione delle priorità d'azione del protocollo/patto, quale strumento di politiche concertate e integrate per il miglioramento della sicurezza urbana. L'impiego delle organizzazioni di volontariato è volto ad assicurare una presenza attiva sul territorio, aggiuntiva e non sostitutiva rispetto a quella ordinariamente garantita dalla polizia 2 di 6

3 locale, al fine di promuovere l'educazione alla convivenza e il rispetto della legalità, la mediazione dei conflitti e il dialogo tra le persone, l'integrazione e l'inclusione sociale. Anche gli istituti privati sono chiamati a svolgere funzioni di mera vigilanza, aggiuntive e non sostitutive a quelle ordinariamente svolte dalla polizia locale, al solo fine di attivare gli organi di polizia locale o le altre forze di polizia Cosa può contenere il Patto Anche in conformità con le indicazioni provenienti dal Patto per la Sicurezza ANCI Ministero dell Interno del 20 marzo 2007, il Patto può contenere: a) l'analisi dei problemi di sicurezza urbana presenti sul territorio, comprese le situazioni che ingenerano senso di insicurezza nei cittadini; b) gli obiettivi strategici e le priorità di intervento; c) le azioni previste; d) le modalità di integrazione gestionale, organizzativa e professionale necessarie per l attuazione dello stesso; e) le forme di coordinamento con gli organi periferici dello Stato; f) le modalità di collaborazione tra servizi territoriali e i soggetti operanti nell ambito della solidarietà sociale; g) la valorizzazione dell apporto della solidarietà organizzata a fini di promozione sociale; h) i luoghi e le modalità di partecipazione; i) i criteri di monitoraggio e valutazione degli interventi, gli indicatori di qualità. Conseguentemente le azioni previste all interno del Patto potrebbero riguardare, tenuto conto delle caratteristiche di ciascun territorio,: a) la promozione di una più stretta e proficua collaborazione tra i sistemi informativi, nei limiti consentiti dalle attuali disposizioni normative, sui fenomeni di criminalità, inciviltà e disordine urbano diffusi; b) la realizzazione di forme di gestione integrata del controllo del territorio, nei limiti del vigente quadro ordinamentale, anche attraverso l'impiego di strumenti tecnologici; c) la promozione di iniziative di formazione ed aggiornamento rivolte agli operatori delle forze di polizia locali; la sperimentazione di iniziative di formazione integrata tra operatori delle forze di polizia locali, della sicurezza e altri operatori sociali; d) la previsione di iniziative organiche ed integrate di prevenzione sociale mirate, in relazione alla specificità dei contesti territoriali, alla riqualificazione del tessuto urbano, al recupero del degrado ambientale e delle situazioni di disagio sociale, alla riduzione dei danni derivanti da atti incivili, alla educazione alla convivenza nel rispetto del principio di legalità; e) la gestione integrata di servizi per le vittime di reato. Arco temporale di validità Il Patto locale deve avere una durata determinata, con possibilità di proroga. Qualora nell arco temporale di attuazione si rendesse necessario procedere a una revisione dei contenuti del Patto, su proposta ed iniziativa di una delle parti firmatarie dell accordo sarebbe opportuno indire una Conferenza di servizio, nella quale presentare i motivi che rendono necessaria la revisione e condividere le modalità per procedere all elaborazione di ulteriori soluzioni. 3 di 6

4 2. Compiti e funzioni degli enti territoriali che collaborano alla costruzione del Patto I soggetti coinvolti nel protocollo/patto sono chiamati a promuovere e a realizzare l esercizio collaborativo, associato, solidale e unitario delle responsabilità presenti nel territorio, così da meglio rispondere ai bisogni della popolazione. L art. 117, lettera h) della Cost. attribuisce allo Stato la competenza esclusiva nella materia dell ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa locale attribuita alla Regione. La Regione, le Province ed i Comuni sono titolari delle funzioni e dei compiti di polizia amministrativa ai sensi degli artt. 158 e ss. del D.Lgs 112/98. Le funzioni ed i compiti amministrativi relativi alla polizia amministrativa regionale e locale concernono le misure dirette ad evitare danni o pregiudizi che possono essere arrecati ai soggetti giuridici ed alle cose nello svolgimento di attività relative alle materie nelle quali vengono esercitate le competenze, anche delegate, delle regioni e degli enti locali, senza che ne risultino lesi o messi in pericolo i beni e gli interessi tutelati in funzione dell'ordine pubblico e della sicurezza pubblica. La Regione Abruzzo, in particolare, ai sensi dell art. 1 della l.r.40/04 Interventi regionali per promuovere l educazione alla legalità e per garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini, concorre a garantire nel proprio territorio condizioni di sicurezza dei cittadini ed interviene per diffondere i principi di un ordinata e pacifica convivenza. In collaborazione con il sistema delle autonomie locali, sostiene iniziative tendenti all integrazione delle politiche sociali e territoriali sulla sicurezza di competenza regionale e degli Enti locali con l azione di contrasto alla criminalità, di competenza degli organi dello Stato. I Comuni sono titolari di tutte le funzioni amministrative concernenti i compiti di polizia amministrativa al fine di tutelare l ordinata e civile convivenza. Le Province, se coinvolte, potrebbero svolgere funzioni e compiti relativi alla raccolta ed elaborazione dati. 3. Ipotesi di formazione del Patto L ambito di riferimento territoriale L ambito territoriale di programmazione locale coincide con il Comune singolo ovvero con più Comuni associati. Per i Comuni di minori dimensioni demografiche e/o territoriali è opportuno promuovere la formazione dei patti da parte delle forme associative esistenti, in particolare dalle Unioni dei Comuni. I livelli di responsabilità Un possibile percorso tipo di elaborazione del Patto, per la parte di competenza degli enti locali, si può articolare su tre livelli di responsabilità: il livello politico, il livello tecnico operativo, il livello comunitario. I livelli di responsabilità costituiscono un sistema integrato e mettono in atto modalità di lavoro basate sulla collaborazione e l integrazione. 4 di 6

5 Il livello politico, è deputato alla concertazione degli indirizzi e delle strategie ed alla pianificazione dell integrazione istituzionale; la sede naturale della concertazione, a livello regionale, può essere rappresentata dal Forum regionale per la sicurezza urbana di cui all art. 10 della l.r.40/04 e s.m.i.. In relazione ai contenuti del Patto possono essere invitate a partecipare anche altre Istituzioni. Gli enti partecipanti possono adottare un documento contenente gli indirizzi e le strategie per la definizione del protocollo/patto locale. Il livello tecnico-operativo, è deputato alla definizione tecnica delle scelte, delle azioni da intraprendere, delle condizioni di realizzabilità, delle condizioni organizzative necessarie per la loro attuazione, delle modalità di valutazione dell efficacia. L elaborazione può essere affidata ad un Gruppo tecnico del Patto (GTP) appositamente costituito e composto dagli operatori, prioritariamente individuati fra il personale dipendente delle amministrazioni coinvolte. Il GTP, istituito per ogni protocollo/patto locale potrebbe essere lo strumento operativo, di supporto e di assistenza tecnica anche per la fase di attuazione e verifica del patto. Una volta definito il contenuto, il Patto Locale viene sottoscritto dagli enti aderenti e pubblicato sul BURA. Il livello comunitario, è deputato a promuovere la conoscenza, la valorizzazione e la condivisione dei diversi apporti presenti nella comunità locale, tenendo conto delle specificità degli attori e del territorio. La partecipazione alla definizione del contenuto del patto/protocollo è condizione e strumento per favorire apporti e contributi al Patto locale, incrementa il senso di identità, rafforza il rapporto di fiducia tra istituzioni e i cittadini e contribuisce a un migliore funzionamento dei servizi. La partecipazione è premessa necessaria per condividere patti locali della comunità e del territorio, qualificando la cittadinanza responsabile e impegnando ogni attore nelle azioni di competenza. Presupposti per un efficace partecipazione sono: - l informazione alle persone, alle famiglie, ai gruppi, ai soggetti comunitari e alle formazioni sociali; - la comunicazione che facilita l interazione tra istituzioni e comunità locale; - la conoscenza reciproca degli attori istituzionali e sociali coinvolti. A tale scopo possono essere indette riunioni preparatorie, istruttorie, forum di discussione, conferenze in cui tutti gli attori sociali possono partecipare. Come si finanzia il Patto Il Patto è finanziato dai soggetti istituzionali firmatari con le risorse proprie. Qualora il Patto preveda spese ulteriori rispetto a quelle di personale e mezzi, queste andranno definite dai firmatari con l indicazione degli enti che si assumono gli oneri. Come monitorare il Patto Il Patto è monitorato e valutato ai vari livelli operativi e istituzionali, secondo criteri, azioni, flussi informativi definiti dalla Regione e integrati a livello locale. 5 di 6

6 Il GTP propone agli enti firmatari un rapporto sullo stato di attuazione del Patto, in cui sono riportati lo stato di realizzazione degli interventi programmati, l andamento della spesa, i risultati conseguiti, compresa la ricognizione delle buone pratiche. Conclusioni e prospettive Il Patto/protocollo per la sicurezza urbana rappresenta l applicazione concreta del principio di sussidiarietà orizzontale nel suo aspetto più prettamente operativo e contestualizzato nell ambito della sicurezza urbana. Il patto può rappresentare l occasione per : - promuovere la cultura della legalità, attraverso un azione socializzante ed educativa; - salvaguardare l incolumità dei cittadini in relazione alle dinamiche della circolazione con particolare riferimento all attività di tutela dei pedoni (specificatamente con riguardo ad anziani, bambini e disabili in situazione di particolare disagio); - attivare nuovi servizi di viabilità e di presidio integrativi, durante le manifestazioni; - realizzare servizi di vigilanza presso giardini, parchi pubblici, astuti scolastici, beni culturali, attività commerciali; - favorire l osservazione del territorio e dare concretezza alle cd. ronde attraverso la segnalazione alle Autorità competenti di eventuali fenomeni criminosi; - promuovere attività di soccorso in caso di pubbliche calamità. 6 di 6

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