Pollini ARPA Rivista N. 1 Gennaio-Febbraio 2006

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1 Pollini ARPA Rivista N. 1 Gennaio-Febbraio 2006 RIMA, una rete integrata multireferenziale al servizio del Paese Una convenzione tra Associazione italiana di aerobiologia (Aia) e Apat ha portato alla nascita della Rete italiana di monitoraggio aeroallergeni (RIMA). Tra gli obiettivi assumere e condividere per l intera rete i contributi migliori dei vari partecipanti. Attualmente RIMA conta 96 centri in attività ed è presente in tutte le regioni italiane. Si stanno implementando procedure di qualità, modelli previsionali. Disponibile un sito internet dedicato. 38 Con il progetto POLL-NET, la cui conclusione è prevista per il 30 giugno 2006, il sistema delle Agenzie ambientali ha perseguito l obiettivo della realizzazione di una rete nazionale di monitoraggio dei pollini e delle spore d interesse allergenico, agronomico e ambientale. La rete avrebbe avuto quindi carattere di ufficialità e sarebbe stata il riferimento italiano per ciò che attiene al monitoraggio aerobiologico. Sin dall inizio è stato evidente, che quest iniziativa avrebbe avuto effettivo successo, solo se fosse stata in grado di promuovere una fattiva collaborazione fra tutti i principali soggetti che già operavano in questo settore e che già davano vita a reti regionali e nazionali. Tale consapevolezza ha portato attraverso un paziente lavoro d avvicinamento reciproco alla sottoscrizione di una storica convenzione tra Aia e Apat e alla successiva nascita della Rete italiana di monitoraggio aeroallergeni (RIMA) che potenzialmente realizza l obiettivo di partenza. L acronimo non è nuovo (era già presente in Aia), ma è efficace ed è stato adottato senza problemi seguendo, anche per il nome, la logica di assumere e condividere per l intera rete i contributi migliori dei vari partecipanti. sono l integrazione, la multireferenzialità e la qualità. Con essa si realizza, infatti, un integrazione sia territoriale poiché riguarda omogeneamente tutto il territorio nazionale, sia istituzionale, in quanto vede per la prima volta su questo tema la collaborazione organica di soggetti diversi quali il sistema delle Agenzie ambientali, Aia, Ausl, Università, Cnr ecc., sia funzionale, perchè di supporto alle attività di servizio e a quelle di ricerca. La multireferenzialità la troviamo nell organizzazione della rete che è tale da consentire un utilizzazione efficace degli stessi dati di monitoraggio sia in ambito sanitario, sia agronomico sia ambientale. La qualità è garantita, nelle diverse fasi, attraverso l applicazione da parte di ciascun centro delle procedure UNI 11108, l adozione d opportuni accorgimenti nel software di gestione e trasmissione dati, nella formazione del personale addetto, e nell organizzazione d interconfronti tra tutti i centri partecipanti. Alcuni laboratori, inoltre, Attualmente RIMA conta 96 centri in attività ed è presente in tutte le regioni italiane, per essa è stato elaborato uno specifico software di gestione e trasmissione dati, si stanno implementando procedure di qualità, modelli previsionali, e ad essa è dedicato un apposito sito internet (v. immagini). Caratteristiche principali di RIMA (mutuate da POLL-NET), Demo del sito internet della Rete italiana di monitoraggio aeroallergeni (RIMA)

2 ARPA Rivista N. 1 Gennaio-Febbraio 2006 si stanno certificando Sinal. Sono infine previste, e in parte pianificate, anche le strategie di comunicazione e diffusione dell informazione prodotta, con particolare attenzione alla loro efficacia in ambito sanitario. Accanto all implementazione della rete in ogni suo aspetto tecnico, attività che richiede ancora molte energie, è fondamentale trovarne un corretto assetto organizzativo così come previsto dalla convenzione Aia-Apat precedentemente citata. Le indicazioni di massima che prevedono, schematizzando, Aia quale polo scientifico della rete, le Agenzie ambientali come garanti del monitoraggio e dei servizi all utenza, e Apat con il ruolo di coordinatore delle attività, si stanno confrontando con la realtà concreta e devono trovare una corretta applicazione in quello che abbiamo indicato essere il regolamento di RIMA (come segreteria scientifica se ne sta elaborando una prima bozza). È necessario, inoltre, che si facciano ancora alcuni passi avanti nell integrazione delle reti regionali tra centri Aia e centri Arpa per raggiungere anche localmente l ottimo livello di collaborazione già realizzato come coordinamento nazionale. Riflettendo su tutti questi aspetti, risulta evidente che una generalizzata adesione ad Aia dei centri agenziali (per altro già in essere per molti di essi), sarebbe quanto mai opportuna. Non esiste, infatti, una separazione netta tra ciò che è ricerca, attività scientifica, e ciò che è servizio. Non c è quindi, in tema di aerobiologia, una separazione netta tra l attività di Aia e quella propria delle Agenzie ambientali. Al contrario, proprio dall integrazione dei due approcci, si possono raggiungere i risultati migliori in termini di qualità dell attività complessiva. Inoltre, si arriverebbe con più facilità all auspicata piena collaborazione tra i centri della rete e diventerebbe anche più agevole la stesura del regolamento. Naturalmente queste problematiche organizzative, non devono ritardare l avvio ufficiale di RIMA, ormai prossimo, al termine dell attuale fase di sperimentazione. Una volta partiti, si procederà successivamente all integrazione delle parti carenti o mancanti risolvendo uno ad uno i problemi che non avessero trovato ancora soluzione. In ogni fase del nostro lavoro d implementazione di RIMA, non dobbiamo perdere di vista il senso di ciò che stiamo realizzando. La rete, per caratteristiche, numero e qualità dei partecipanti pone l Italia in posizione di rilievo internazionale in tema di monitoraggio aerobiologico e ci consente di fornire un servizio rispondente ai bisogni dell utenza e una solida base per lavori scientifici e di ricerca. Partecipare a RIMA dà un valore aggiunto di contenuti e d immagine al lavoro di ciascun centro e organizzazione partecipante. I primi frutti dell attività di collaborazione tra Aia e Agenzie ambientali, sono evidenti non solo nella realizzazione di RIMA, ma anche su altri versanti. Ad esempio nel progetto ATMOS- NET (Programma INTERREG III B ARCHIMED) per il quale si è ottenuta l approvazione e che si è riusciti a redigere e presentare con successo proprio grazie alle collaborazioni precedentemente realizzate. Questo progetto, che prevede l avvio di una rete di monitoraggio aerobiologico integrata tra Apat, Campania, Sicilia, Malta e Grecia, sarà di grande impulso e arricchirà ulteriormente la rete italiana ponendola come riferimento per tutta l area del Mediterraneo. La rete integrata è anche presente nella programmazione delle attività del sistema agenziale in tema di rete di laboratori di riferimento per quanto attiene al monitoraggio aerobiologico. Va inoltre ricordato che si sta lavorando insieme anche al raggiungimento di un assetto normativo (nazionale e/o regionale) del monitoraggio aerobiologico che dia maggiori certezze alla nostra attività. Finora non si sono ottenuti risultati concreti, ma è probabile che proprio la realizzazione e l avvio di RIMA sarà elemento decisivo per raggiungere questo fondamentale obiettivo. Vincenzo De Gironimo Responsabile progetto POLL-NET Apat FOTO G. NALDI FOTO G. NALDI 39

3 Pollini ARPA Rivista N. 1 Gennaio-Febbraio Inquinamento, verde pubblico e allergie a Bologna Evidenze epidemiologiche e stime future dicono che asma e broncopneumopatie croniche ostruttive costituiranno nei prossimi anni il più frequente motivo di invalidità nel mondo occidentale, soprattutto negli abitanti delle metropoli e dei grandi centri urbani. Tra i rischi ambientali più gravi non solo lo smog e il fumo di sigaretta, ma anche gli acari della polvere di casa e i pollini. A Bologna è in corso un programma per l identificazione della reale portata del problema e un progetto triennale ambizioso di educazione globale all allergia rivolto agli studenti. Le problematiche di ordine sanitario connesse alle allergie e all inquinamento atmosferico coinvolgono ormai quotidianamente, oltre al medico di famiglia, vari specialisti. In prima linea allergologi e pneumologi, poiché evidenze epidemiologiche e stime future ci dicono che asma e broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO) costituiranno nei prossimi anni il più frequente motivo di invalidità nel mondo occidentale soprattutto negli abitanti delle metropoli e dei grandi centri urbani. Numerosi studi confermano le correlazioni tra gli inquinanti atmosferici e i danni alla salute: in particolare l insorgenza di asma è favorita da alte concentrazioni di biossido di azoto (NO 2 ) e di ozono (O 3 ) potente agente ossidante che si forma per reazione fotochimica a opera delle radiazioni ultraviolette della luce solare sul NO 2 e grande attenzione si concentra oggi sul materiale particolato (PM), considerato attualmente un indicatore attendibile della qualità dell aria e in definitiva del livello di inquinamento atmosferico. In base al diametro medio le particelle sono suddivise in PM 10 o particolato respirabile che si deposita prevalentemente nelle vie aeree prossimali e PM 2,5 o particolato ultrafine che progredisce in profondità nell albero bronchiale raggiungendo le piccole vie aeree e risultando maggiormente pericoloso per l intero apparato respiratorio. Nel PM sono comprese particelle sia solide che liquide di differenti dimensioni, la cui origine varia per le differenti situazioni locali e per le diverse sorgenti di produzione: gli scarichi industriali, gli inceneritori, gli impianti di riscaldamento a carbone o a gasolio, elementi minerali di varia natura, particolato incombusto dei gas di scarico dei veicoli a motore. È oggi dimostrato che alti tassi di inquinamento atmosferico, specialmente il particolato incombusto dei motori a ciclo diesel, si associano a un incremento della suscettibilità di soggetti predisposti alle malattie allergiche respiratorie - aggravando la infiammazione delle vie aeree - favorendo, con legami chimici, la penetrazione di importanti allergeni attraverso la mucosa delle vie aeree - stimolando la sintesi ematica delle immunoglobuline E, base immunologica delle allergie. Ciò spiegherebbe anche l evidenza epidemiologica dell incremento della pandemia allergica nei centri urbani rispetto alle aree rurali nelle diverse nazioni del mondo con stile di vita cosiddetto occidentale. L Oms ha individuato per l Europa tra i rischi ambientali più gravi non solo lo smog e il fumo di sigaretta, ma anche gli acari della polvere di casa e i pollini. Non bisogna quindi dimenticare la componente biologica allergizzante dell aria che respiriamo sia indoor, all interno delle nostre abitazioni e degli ambienti lavorativi (acari della polvere, derivati animali, muffe) che outdoor, all aria aperta (prevalentemente pollini di erbe e/o di alberi). Le maggiori minacce provengono sempre secondo l Oms dai luoghi che dovrebbero essere i più sani: - la casa - la scuola - la comunità - i mezzi di trasporto per cui vengono incentivati i Governi ad attuare misure per rendere l ambiente più sano. Da quanto sopra risulta evidente il ruolo principe sia dell intervento sull ambiente al fine di evitare, per quanto possibile, l inserimento di vegetazione e materiale allergizzante, sia dell educazione e dell informazione, al fine di individuare precocemente le patologie allergiche e di gestirle nel modo più adeguato. Il tutto non può prescindere da un ampia rilevazione epidemiologica che dia l esatta dimensione del problema. FOTO G. NALDI Tab. 1 Indagine epidemiologica su 329 studenti dalla 5a elementare all università (età compresa tra 10 e 24 anni) - presenta sintomi allergia-correlati 38% - maschi 42% - femmine 36% - casi di familiarità 73,5% (nelle famiglie dei ragazzi sono presenti parenti allergici) - allergeni più importanti - pollini 26,9% - acari 24,4% - farmaci 17,6% - alimenti 16,1% - muffe e derivati animali 9,8% - punture di imenotteri 5,2% - il 45% dei ragazzi colpiti dagli effetti dell allergia dichiara di rendere meno nello studio e/o nel lavoro

4 ARPA Rivista N. 1 Gennaio-Febbraio 2006 un semplice questionario ad hoc, i cui risultati sono riportati in tabella 1. Abbiamo formulato, inoltre, un progetto triennale ambizioso di educazione globale all allergia rivolto a scuole medie, superiori, università (facoltà di Farmacia) che prevede anche corsi ECM per farmacisti e medici di medicina generale di Bologna e provincia. Le farmacie inoltre ci consentiranno di divulgare ai loro utenti materiale informativo e di raccogliere dati epidemiologici che in tal modo coinvolgeranno tutte le fasce di età. 41 Il portale del Servizio sanitario regionale dell Emilia-Romagna Su questi tre fronti siamo ormai impegnati da sette anni portando avanti un programma di rilevazione epidemiologica, un progetto educazionale per studenti delle elementari e medie, loro familiari e staff scolastici, e una collaborazione con gli amministratori per progettare una vegetazione pubblica non allergizzante, o meno allergizzante di quella attuale, scelta più per moda che per reali esigenze. Premessa indispensabile ci è sembrata censire il verde pubblico dei maggiori parchi, giardini e viali alberati di Bologna per rilevare, alla luce delle attuali conoscenze scientifiche, la percentuale di alberi che arrecano danni alla salute pubblica facendo insorgere asma, rinite, congiuntivite in inverno e in precoce primavera, a seconda dei periodi di pollinazione di ciascuna specie arborea. In base ai dati forniti da Area Verde-Comune di Bologna risulta che il verde pubblico è composto da alberi e in base al potere allergizzante dei pollini da essi prodotti emerge che il 24% (ca piante) è sicuramente innocuo, il 9% ( ca piante) è sicuramente allergizzante, mentre il restante 67% (ca piante) è probabilmente allergizzante. Sono state riesaminate le casistiche dei pazienti sottoposti a test diagnostici per sospette allergopatie quali asma, rinite, congiuntivite nel Presidio Pneumotisiologia-Tiarini e si è osservato sugli ultimi 500 pazienti che sono interessate tutte le fasce di età con rapporto 1/1 tra maschi e femmine; i polisensibili prevalgono (67%) rispetto ai monosensibili (33%) e in entrambe le categorie prevalgono gli allergici ai pollini e tra i monosensibili ai pollini (57%) vi è un 14% di pazienti allergici esclusivamente a pollini di alberi. Tale popolazione è in netto aumento rispetto alla epidemiologia regionale di un ventennio fa che era intorno al 5%. Data la crescente percentuale dei soggetti allergici ai pollini di alberi sia di provata e nota allergenicità, sia di quelli a rilevanza allergologica emergente riteniamo auspicabile per il prossimo futuro una fattiva collaborazione tra botanici, allergologi, amministratori, ingegneri, architetti e urbanisti per la progettazione di un verde pubblico e di interni innocui anche per i soggetti allergici. Abbiamo inoltre condotto un indagine epidemiologica su 329 studenti dalla 5 elementare all università, con età compresa tra 10 e 24 anni, tramite Ci sembra che tali interventi potranno consentire, in un futuro non troppo lontano, di arginare il costante aumento delle malattie allergiche, che interessano oggi più del 20% della popolazione generale, troppo spesso con sintomi gravi che impediscono o limitano fortemente le normali attività quotidiane, con conseguente alto costo sociale. Daniela Cagnetti Medico allergologo e pneumologo, Ausl di Bologna Luisa Forlani Botanico palinologo Università di Bologna Giancarlo Minore Medico allergologo e pneumologo, Azienda ospedaliera S.Orsola- Malpighi Bologna ARCH. ARPA, LINEA EDITORIALE

5 Pollini ARPA Rivista N. 1 Gennaio-Febbraio 2006 La modellistica previsionale Notevoli sforzi conoscitivi sono stati fatti per identificare gli inquinanti chimici e gli allergeni che forniscono un impatto sulla salute umana. Lo sviluppo di modelli previsionali di comparsa e concentrazioni dei pollini allergenici rappresenta un contributo importante alle strategie di prevenzione primaria rivolte ai soggetti suscettibili. Le previsioni delle concentrazioni polliniche a breve termine sono argomenti di particolare rilievo nella ricerca aerobiologica applicata. Questo campo può contare su una vasta letteratura, in cui i vari autori presentano metodi di previsione anche molto differenti. Nell articolo una disamina dei diversi modelli di previsione utilizzati oggi. 42 Il primo livello di previsione è basato sull individuazione di un andamento medio delle fioriture o delle concentrazioni polliniche, calcolato su una serie pluriennale di osservazioni e rappresentabile graficamente per mezzo di calendari del polline o fenologici (previsioni a calendario). Tuttavia, per ottenere un buon livello di accuratezza nelle previsioni, si deve introdurre la possibilità di modulare le previsioni in relazione all andamento fenologico e meteorologico del periodo considerato utilizzando adeguati modelli previsionali [1]. Particolarmente utilizzato è il metodo dei gradi giorno, ampiamente descritto da Robertson [2], che consente per le varie specie di determinare la soglia di sviluppo e la sommatoria di calore necessaria per il completamento delle diverse fasi fenologiche. Più in generale i modelli previsionali disponibili in letteratura possono essere classificati in categorie differenti, basate sul tipo di risposta fornito (previsioni puntiformi, di andamento spaziale e/o temporale). Recentemente, nonostante una maggiore complessità, si tende a costruire modelli per la simulazione dell andamento delle conte polliniche durante la stagione e nel territorio. Possiamo distinguere tali modelli di previsioni in: modelli empirici e modelli di simulazione. L obiettivo principale dei modelli empirici è di fornire valutazioni attendibili, basandosi principalmente su analisi di tipo statistico. Per realizzare e calibrare questi modelli, è necessario disporre di lunghe serie storiche di dati pollinici e meteorologici. Le stime ottenute sono generalmente soddisfacenti, a patto che la serie storica usata sia consistente e le condizioni ambientali dell annata non differiscano molto da quelle usate per la calibratura del modello. La non linearità delle relazioni fra predittori agrometeorologici e concentrazioni polliniche porta a preferire l implementazione di modelli empirici come le reti neurali, in cui la non linearità è dovuta alla struttura dell algoritmo di simulazione, nello specifico la funzione di attivazione di ogni cellula della rete. La topologia delle reti neurali distribuisce le informazioni fra le varie cellule, amplificando o riducendo ogni singolo contributo per mezzo della matrice dei pesi. Questa distribuzione delle informazioni conferisce a queste procedure una tolleranza migliore all errore o alla mancanza di dati di input rispetto ad altre tecniche di regressione. Queste caratteristiche rendono le reti neurali particolarmente adatte nelle situazioni in cui ci sono relazioni non lineari fra le variabili e quando la dinamica del fenomeno oggetto di studio non è così chiara. Per contro questo sistema di tipo blackbox può presentare problemi nell interpretazione dei risultati forniti dalla rete, in quanto la teoria sviluppata per questo tipo di modelli non permette una chiara attribuzione dei contributi dei singoli predittori. Un altro svantaggio possibile è che le prestazioni potrebbero non essere affidabili in situazioni molto differenti da quelle contenute nell insieme di dati di addestramento [3,4]. I modelli di simulazione invece sono strutturati in modo da ricostruire la storia dei granuli pollinici, dalla loro produzione ed emissione nell atmosfera, alla loro dispersione e trasporto fino al campionatore; in questo caso le informazioni necessarie in ingresso al modello sono più ampie e comprendono da un lato la fenologia e distribuzione delle sorgenti e, dall altro, la dinamica atmosferica. La diffusione spaziale del polline viene modellata attraverso le equazioni del trasporto, proprie della fisica atmosferica. Queste equazioni possono essere accoppiate con modelli biologici che descrivono il comportamento delle popolazioni di piante che emettono il polline. Le potenzialità predittive di questi modelli sono certamente superiori rispetto a quelle dei modelli empirici, anche se bisogna osservare che la loro alta complessità e la difficoltà nell individuazione dei dati può rappresentare un ostacolo al loro utilizzo pratico. L ATTIVITÀ ALL INTERNO DELLA RETE RIMA All interno del progetto nazionale di costituzione della Rete italiana di monitoraggio aeroallergeni (RIMA), uno dei gruppi di lavoro è dedicato allo sviluppo di modelli previsionali della concentrazione in aria dei pollini delle principali famiglie allergeniche. L attività è finalizzata allo sviluppo di modelli previsionali della concentrazione in aria dei pollini delle principali famiglie allergeniche. Le fasi di quest attività comprendono: - l identificazione delle variabili predittive per descrivere il calendario pollinico delle varie famiglie - una rassegna della letteratura sui modelli utilizzabili in quest ambito - l identificazione dei modelli più idonei in funzione della situazione locale/regionale e alla disponibilità di dati retrospettivi - l implementazione progressiva dei modelli previsionali individuati all interno del sistema RIMA - l identificazione di zone omogenee in funzione dei parametri dei predittori. Le attività svolte ad oggi a livello locale/regionale e la ricerca bibliografica effettuata ha dato indicazioni circa la tipologia di modelli da poter implementare e la scala territoriale di migliore affidabilità. Nei siti con ampia disponibilità di dati storici si privilegia l implementazione di modelli di tipo statistico, utilizzando metodologie di regressione parametrica e non parametrica che permettano la simulazione di dinamiche non lineari fra predittori e variabili di output. La notevole variabilità spaziale riscontrata attraverso la redazione dei calendari pollinici o anche tramite analisi sperimentali (ad esempio analisi di cluster in funzione del giorno di superamento di differenti soglie polliniche) ha evidenziato una forte variabilità sia nel periodo di pollinazione, sia nelle quantità di concentrazione, anche a livello sub-regionale. Tali risultati suggeriscono di

6 ARPA Rivista N. 1 Gennaio-Febbraio 2006 Il bollettino regionale, un servizio in continuo rinnovamento Incremento delle stazioni di rilevamento, integrazione delle conoscenze e delle esperienze, nell ambito della rete nazionale RIMA, attivazione e miglioramento dell attività di previsione, rafforzamento della diffusione dei dati attraverso il sito internet di Arpa e il digitale terrestre Rai: sono queste le più significative novità introdotte per migliorare un servizio già attivo dal Arpa Emilia-Romagna presidia da molti anni il monitoraggio dei pollini e delle spore aerodisperse a supporto della prevenzione e della cura delle patologie di origine allergica. Dal 1998 viene redatto il bollettino regionale, nel quale sono integrate le conoscenze già presenti a livello locale. Ne risulta un informazione territoriale più completa, arricchita da competenze in materia ambientale e sanitaria provenienti da professionalità diverse, già presenti e attive all interno dell Agenzia. Contemporaneamente, per quanto riguarda il monitoraggio, si è cercato di incrementare i punti della rete di rilevazione per raggiungere una copertura regionale più omogenea. Oggi i campionatori appartengono anche a soggetti pubblici e privati (Università di Modena e Reggio Emilia, Centro Agricoltura e ambiente di San Giovanni in Persiceto, Ospedale di Faenza), che effettuavano il campionamento aerobiologico per finalità differenti. Oggi il bollettino dei pollini allergenici contiene i dati di 14 centri di monitoraggio, ubicati prevalentemente in area urbana, e tutti facenti parte della rete nazionale RIMA, avviata all interno dell omonimo progetto nazionale coordinato da Apat, e della rete di Aia (Associazione italiana di aerobiologia). In questo modo sono garantite la condivisione delle tecniche di campionamento e la confrontabilità del dato. Dal punto di vista operativo, i dati sono raccolti ed elaborati a livello locale dai centri di monitoraggio e successivamente accentrati nella banca dati di Arpa-Sim, che redige settimanalmente il bollettino regionale, contenente le informazioni sulle concentrazioni polliniche rilevate e previste nel breve periodo. Il bollettino viene diffuso via fax, via e anche attraverso il sito web ( nel quale è presente anche una rubrica sugli aspetti sanitari curata da Epam, la struttura Epidemiologia ambientale di Arpa Emilia-Romagna. In prospettiva è programmata la revisione dell aspetto grafico ed editoriale del bollettino regionale, tenuto conto delle diverse tipologie di diffusione, con un ampliamento dei contenuti informativi, in particolare delle Fig. 1 Stato e previsione dei pollini sulla rete digitale terrestre di Rai3 pagine web; a questo proposito è imminente la pubblicazione delle schede botaniche delle piante e delle muffe di maggiore interesse allergenico sul sito internet dedicato. La prima novità del 2006 riguarda la diffusione dell informazione sui pollini allergenici anche sulla televisione via digitale terrestre. Arpa-Sim sta infatti partecipando al progetto CASPER della Regione Emilia- Romagna, che prevede l attivazione di un canale informativo sperimentale di servizio pubblico sulla rete del digitale terrestre (DTT) di Rai3, per mezzo del provider Telespazio; tutti coloro in possesso del decoder Set-top box dispositivo indispensabile per tradurre il segnale da digitale ad analogico potranno visualizzare nel settore Visitare l Emilia-Romagna le previsioni dei pollini allergenici (fig. 1). Infine, entro quest anno la diffusione dei dati raccolti dalla rete regionale dovrebbe avvenire anche attraverso il sito nazionale del progetto POLL- NET, il cui accesso è per ora disponibile solo agli addetti ai lavori. Roberta Renati Lucio Botarelli Area Agrometeorologia e territorio Servizio IdroMeteo Arpa Emilia-Romagna 43 effettuare analisi per identificare zone omogenee relativamente agli indicatori biomoeteorologici utilizzati nella modellistica. I siti di monitoraggio della rete Rima sono collocati prevalentemente in aree a elevata urbanizzazione. La collocazione ambientale comporta differenze nelle tipologie di polline e nelle concentrazioni che si distinguono in modo significativo sia per periodo di comparsa, sia per concentrazione massima delle diverse famiglie polliniche all interno delle singole regioni, orientando quindi la modellistica previsionale verso implementazioni e scelta di parametri che tengano conto anche delle condizioni locali. Andrea Ranzi Struttura Epidemiologia ambientale Stefano Marchesi Servizio IdroMeteo Arpa Emilia-Romagna BIBLIOGRAFIA 1. Levetin E, Van de Water PK. Pollen count forecasting. Immunol Allergy Clin North Am Aug; 23(3): Robertson G.W., Weather-based mathematical models for estimating development and ripening of crops. WMOTN 180, Ranzi A, Lauriola P, Marletto V, Zinoni F. Forecasting airborne pollen concentrations: Development of Local Models, Aerobiologia, 2003, 19: Sanchez Mesa JA, Galan C, Hervas C. The use of discriminant analysis and neural networks to forecast the severity of the Poaceae pollen season in a region with a typical Mediterranean climate. Int. J. Biometeorol Jul; 49(6):

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