IL PARCO TEMATICO. (Una proposta per il dopo EXPO)

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1 IL PARCO TEMATICO (Una proposta per il dopo EXPO) COAUTORI TIZIANA BARDI, ALESSANDRO BERTANI, KILIAN CANDELA, VANNI CODELUPPI, UGO COMOLLO, MARCELLO CORADINI, RALF DEJACO, PAOLO DEL PRETE, BRUNO FRANCHI, CARLO INFANTE, GIUSEPPE MIRETTI, FRANCESCA NEONATO, GIANLUCA RANZINI, EUGENIO REPETTO, MAURO ROSI, SARA SERAVALLE, PACO SIMONE, TOMMASO VALENTE, ETTORE ZAULI a cura di EUGENIO REPETTO Febbraio

2 Questo volume è stato stampato presso «Braille Gamma s.r.l.» di Santa Rufina di Cittaducale (RI) Elaborazione al computer del testo e della grafica Lucia Campi 2

3 IL PARCO TEMATICO (Una proposta per il dopo EXPO) RAPPORTO DI SINTESI... 5 INTRODUZIONE IL PROFILO DEL PARCO IL LOGO DEL PARCO DA LASCITO EXPO A PARCO TEMATICO I CONTENUTI DEL PARCO TEMATICO Le Scienze della Terra Dal nucleo alla crosta terrestre Il percorso espositivo, gli strumenti multimediali La sala per proiezioni su grande schermo La Biosfera Le serre di ultima generazione Innovazioni tecnologiche, scelte energetiche Le serre nel dopo EXPO L Area rinaturalizzata e la Collina mediterranea La Cupola dell Universo L osservazione satellitare della Terra Il viaggio nel Sistema Solare, nell Universo Il percorso espositivo, gli strumenti multimediali I planetari digitali di ultima generazione Lo Shopping Center Prodotti alimentari a km zero ed enogastronomici Le nuove tendenze progettuali La Ristorazione La ristorazione a km zero ed etnica Innovazione e tendenze Le nuove locations IL PARCO TEMATICO E L'ECOSOSTENIBILITÀ Smart Grid(*) L energia da fonti rinnovabili La previsione dell energia producibile I sistemi di stoccaggio dell energia La sala controllo Il sistema di comunicazione L interfaccia con i sistemi di gestione della rete pubblica Il ciclo di funzionamento del Parco CENTRO DI SPERIMENTAZIONE, DI RICERCA E DI APPLICAZIONE IL PARCO TEMATICO E LA MOBILITÀ SOSTENIBILE I veicoli elettrici BUS elettrici con pannelli fotovoltaici montati sul tetto BUS elettrici a doppia batteria BUS elettrici alimentati da energia prodotta da impianti fotovoltaici BUS elettrici e il Parco tematico I catamarani ad energia solare LE PISTE CICLABILI: ALLA SCOPERTA DEL TERRITORIO Il territorio e la rete ciclabile

4 8.2 La rete ciclabile Bike Sharing elettrico e pensiline fotovoltaiche Geoblog I BACINI DI UTENZA Il sito dell Expo Accessibilità Le isocrone della localizzazione Composizione delle aree del bacino di utenza Caratteristiche demografiche Struttura della popolazione CATEGORIE E NUMERO DEI VISITATORI ATTESI GLI SVILUPPI DEL PARCO TEMATICO Il Centro acquatico Il Resort tematizzato FATTURATO, CAPACITÀ RICETTIVA, ADDETTI IL PARCO TEMATICO COME MOTORE DEL TERRITORIO INVESTIMENTI, FINANZIAMENTI CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA ALLEGATO A ALLEGATO B ALLEGATO C ALLEGATO D

5 IL PARCO TEMATICO (Una proposta per il dopo EXPO) RAPPORTO DI SINTESI Viene illustrata la proposta di dar vita ad un Parco tematico ludico educativo grazie al recupero, alla valorizzazione del lascito EXPO 2015 e ad investimenti aggiuntivi da graduare nel tempo in funzione dei risultati operativi raggiunti. Si tratta di un Parco alimentato da energie rinnovabili, ad impatto ambientale vicino a zero, nel quale il visitatore compie un viaggio che dal Centro della Terra lo porta, dopo aver attraversato i più suggestivi biomi del pianeta ed aver osservato la Terra dallo spazio, nell Universo. Numerose le innovazioni introdotte che riguardano i contenuti espositivi, l impiego di strumenti multimediali, le tecnologie per la minimizzazione dei consumi energetici, dell impatto ambientale, la mobilità sostenibile all interno, da e verso il Parco, l interazione con il territorio metropolitano e la Città di Milano. È una interazione che potrà contare, fra l altro, su una rete di piste ciclabili (che verrà completata nel 2015 in occasione dell Esposizione Universale) baricentrata sul Parco, con un servizio di Bike Sharing per bici elettriche integrato da strumenti di partecipazione come il geo blog. Si evidenzia come il Parco, completati gli investimenti e raggiunte le condizioni di regime sia in grado di superare 2 milioni di presenze/anno, con un fatturato di oltre 70 mil, dan - do lavoro a 710 addetti. Nel seguito viene presentata una breve sintesi di questa proposta, articolata in 14 Capitoli. Cap. 1 Il profilo del Parco Viene fatto un breve excursus sulla evoluzione dei parchi di ricreazione iniziata secoli or sono con un punto di svolta rappresentato dal parco Disneyland, il primo ad aver messo in scena un tema. Da allora il modello del parco tematico si è andato diffondendo assumendo molteplici forme. Rientra in questo genere il Parco oggetto di questa proposta che recupera, allargando e spettacolarizzando, le tematiche dell EXPO incentrate sulla alimentazione, sull energia, sullo sviluppo sostenibile. Inoltre vuol essere un esempio di struttura complessa ad impatto ambientale vicino a zero. Un struttura, quella del Parco di cui si prevede l ampliamento negli anni successivi all EX- PO con la creazione di un Centro acquatico e di un Resort che si richiama alle tematiche del Parco. Per questi suoi contenuti si vuol porre in competizione con parchi di ultima generazione come ad esempio l Accademia delle Scienze, in California, e l Eden Park in Cornovaglia. Cap. 2 Il logo del Parco I valori di cui il Parco si fa interprete vengono espressi in forma grafica attraverso un logo che esprime l equilibrio da raggiungere tra etica, ecologia e tecnologia affinché si possa parlare di sviluppo sostenibile. Come simbolo dello sviluppo sostenibile il logo è applicabile a tutte le attività umane nelle quali i tre valori giocano un ruolo significativo ed equilibrato. Può essere associato ad una linea di prodotti, ai relativi processi di fabbricazione, ad uno stile di vita, etc. Il logo del Parco è stato poi l elemento ispiratore nell impostazione progettuale del Resort tematizzato la cui pianta triangolare ricorda i segni grafici del logo. 5

6 Cap. 3 Da lascito EXPO a Parco tematico Dall esame di fonti di informazioni diverse risulta che il lascito EXPO sarebbe costituito da: cinque aree bioclimatiche, Palazzo Italia, Cascina Triulza, Performance Center (ora EXPO Center), area destinata a parco pubblico, Decumano, Cardo, Canale navigabile. La proposta qui avanzata prevede il recupero, la valorizzazione, la conversione del lascito EXPO per dare vita ad un innovativo Parco ludico-educativo le cui tematiche ampliano e spettacolarizzano quelle presentate durante l EXPO incentrate in particolare sulla alimentazione, sullo sviluppo sostenibile e sull'energia come risorsa vitale. Il Parco va concepito per essere modello avanzato di bioarchitettura, per essere alimentato da energie rinnovabili e gestito per riprodurre la circolarità dei sistemi naturali con l obiettivo di ridurre il suo impatto ambientale a valori prossimi a zero. Se il lascito viene progettato in vista della sua successiva conversione, si potrebbe allora parlare di un EXPO che contiene in nuce il Parco tematico. Cap. 4 I contenuti del Parco Par Le Scienze della Terra Il Parco è strutturato in modo da portare il visitatore a seguire un ideale percorso che inizia dalle profondità della Terra e arriva ai confini più lontani dell Universo conosciuto. Lungo questo percorso viene illustrata la struttura della Terra con i suoi strati che si succedono dal nucleo interno fino alla crosta terrestre, più sottile nei fondali e più spessa nei continenti e dove il vulcanismo gioca un ruolo importante nel modellare l ambiente naturale. Viene poi affrontato il grande tema della biodiversità (argomento che si collega al tema dell EXPO, Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita ) dedicando un ampio spazio espositivo a quelli che vengono definiti i punti caldi, (hot spot), della biodiversità. Viene infine declinato il complesso rapporto tra l'uomo e l'alimentazione. È un percorso che si caratterizza per un elevato tasso di spettacolarità grazie ad exhibit, diorami, strumenti multimediali e che si conclude in questa sua prima tappa all interno di una sala grande schermo, con spettacoli in 2D e 3D. Par La Biosfera A seguito di un analisi condotta sulle migliori realizzazioni a livello mondiale di serre bioclimatiche, viene proposto di ridurre a due le serre sul sito espositivo, una dedicata ai climi tropicali umidi ed una a quelli aridi, secchi, per una superficie che non superi mq. Vengono suggeriti materiali e forme degli involucri architettonici delle serre per minimizzare i consumi energetici che fanno comunque della serre l utenza più energivora del Parco tematico. Come utenza più energivora, le serre si possono candidare a diventare vetrina nell utilizzo di tecnologie per la produzione di energia elettrica, termica, frigorifera da fonti rinnovabili attraverso: minicentrale idroelettrica, pannelli fotovoltaici, impianto di cogenerazione/trigenerazione a biomasse integrate a pompe di calore ad acqua di falda. Sono impianti che, come verrà esplicitato al Cap. 6, andrebbero allacciati ad una smart grid, un rete intelligente destinata a servire anche le altre utenze del Parco e in previsione dei suoi ulteriori ampliamenti, il Centro acquatico ed il Resort tematizzato. Vengono suggerite le modalità da seguire per la scelta l'approvvigionamento e l'acclimatazione delle specie vegetali da mettere a dimora all'interno delle serre. Viene sottolineato come molte di queste specie sono reperibili in Italia da vivai e anche da taluni giardini botanici. Da non trascurare il contributo nella fornitura delle piante, da parte dei paesi partecipanti aventi gli stessi climi da ricreare nelle serre e al cui interno potrebbero essere loro assegnate piccole aree da allestire. 6

7 Perché rimanga una traccia duratura nel tempo della loro partecipazione all EXPO, a questi Paesi andrebbe chiesto di personalizzare la loro area donando un opera d arte rappresentativa della loro cultura e tradizioni, ciò che farebbe aumentare l attrattività delle serre. Par L Area rinaturalizzata e la Collina mediterranea Al termine dell evento espositivo rimarranno aperti al pubblico, se verrà confermato il Masterplan, i cinque agro sistemi fra i quali quello rappresentativo del clima temperato, tipico del territorio metropolitano milanese. Un area, quella dedicata al clima temperato, di mq a ridosso del canale navigabile e di Lake Arena dove, durante l EXPO, verranno mostrate sia la vegetazione spontanea sia le diverse culture introdotte e sviluppate dall essere umano. La proposta è di riprogettare, nel post-expo, quest area rinaturalizzandola per riproporre, in piccola scala, il paesaggio vegetazionale lombardo preesistente, allora rappresentato dalla foresta planiziale, dai boschi igrofili, dagli habitat particolari di fontanili/risorgive, corsi d acqua. Aspetti relittuali di paesaggio ancora rintracciabile in particolare a Nord Ovest di Milano, nell Alto Milanese, nel Parco Agricolo Sud Milano, in Brianza, grazie anche alla presenza di numerosi parchi e aree naturali. È un ampio territorio connesso da una rete di piste ciclabili, a cui annettere la rete ciclabile del Parco tematico, integrandolo in tal modo a un sistema più vasto, con evidenti ricadute ambientali, turistiche, didattiche ed escursionistiche. Per stimolare le emozioni, la curiosità intellettuale del visitatore si propone di mettergli a disposizione strumenti di partecipazione interattiva e di conoscenza come il "Geoblog" e il "Plastico Metavisuale". Da mantenere invece nella sua integrità la Collina mediterranea destinata ad ospitare, già durante l'expo, una serie di elementi architettonici (terrazzamenti, nicchie, ciglionamenti) tipici del paesaggio italiano mediterraneo ed un bosco con le specie della macchia mediterranea. Par La Cupola dell Universo Il percorso iniziato dal Centro della Terra e proseguito nelle aree bioclimatiche che riproducono il clima tropicale umido, arido e secco, il clima temperato/temperato mediterraneo si conclude, nella sua ultima tappa, con un viaggio all esplorazione della Terra, del Sistema Solare, dell Universo. L osservazione della Terra sta producendo conoscenze che hanno implicazioni nella nostra quotidianità e che si inquadrano perfettamente nelle tematiche dell EXPO come: controllo e gestione dell agricoltura, mappatura di foreste, aree agricole, terre umide, desertiche. È un processo conoscitivo destinato ad ulteriori progressi attraverso una migliore integrazione dell osservazione satellitare con quella ricavabile al suolo. Viene illustrato lo stato dell arte sulle conoscenze del Sistema Solare costituito dall astro centrale, il Sole, da 8 pianeti, 162 satelliti, 3 pianeti nani con quattro satelliti, o lune, ed una pletora di piccoli corpi. Dal Sistema Solare il viaggio prosegue all esplorazione dell Universo grazie alle conoscenze ottenute con sonde spaziali, robot, con la stazione orbitante, con il telescopio Hubble, in attesa del 2014 quando verrà lanciato il nuovo telescopio James Webb. Viene proposto, come strumento di conoscenza per il pubblico nel compiere questo viaggio, un planetario di nuova generazione dove trasferire su schermo emisferico, attraverso sistemi di proiezioni diversi, le più recenti acquisizioni ricavate dall osservazione della Terra e del cosmo. È uno strumento al quale vanno affiancati exhibit, strumenti multimediali da collocare lungo il percorso espositivo. Il materiale informativo rigorosamente scientifico va integrato, per una spettacolarizzazione del tema, con filmati di realtà virtuali con effetti speciali. 7

8 Par Lo Shopping Center Si prevede di dotare il Parco tematico di un Shopping Center per la vendita delle seguenti categorie di prodotti: a) prodotti che richiamano le tematiche ludico educative ed ecologiche del parco come: libri, prodotti multimediali, gadget, giochi ed attrezzature didattiche, piante ornamentali (provenienti in particolare da aziende florovivaistiche locali), b) prodotti agroalimentari, enogastronomici provenienti dal territorio metropolitano, oltre che di provenienza regionale/nazionale, come espressione delle eccellenze del Made in Italy, c) i così detti articoli di prima necessità per la visita; sono prodotti che si potrebbero acquistare anche al di fuori del Parco o i prodotti alla moda che si vendono solo il periodi di tempo limitato. Molti di questi prodotti rientrano in classi coperte dal marchio registrato, rappresentato dal triangolo dei valori descritto al Cap. 2. Viene sottolineato come lo Shopping Center vada concepito non tanto come struttura centralizzata ma come un insieme di reparti distribuiti strategicamente nel Parco tematico in funzione della tipologia dei prodotti in vendita, secondo le nuove tendenze progettuali. Par La Ristorazione Alle regole del basso impatto ambientale non possono sfuggire gli alimenti destinati alla ristorazione all interno del Parco. Si propone allora una ristorazione a km zero finalizzata, come noto, a ridurre l impatto ambientale nel trasporto dei prodotti agricoli dal produttore al consumatore e a far apprezzare alimenti freschi e saporiti non coltivati solo per favorire il trasporto a distanza o per stazionare negli scaffali dei punti vendita. Viene sottolineato come la filosofia del km zero vada applicata anche nella progettazione degli arredi favorendo l impiego di materiali di provenienza locale, nella scelta di prodotti in plastica riciclabile, etc. Non può mancare nell offerta del Parco la ristorazione etnica rivolta al variegato mondo dei visitatori dalle provenienze più disparate. Cap. 5 Il Parco tematico e l ecosostenibilità Par Smart grid ed energia da fonti rinnovabili Par Il ciclo di funzionamento del parco In linea con gli sviluppi tecnologici più recenti si prevede di attrezzare il Parco con una smart grid collegata localmente a sistemi di generazione di energia elettrica rinnovabile e pulita (ad es. impianti fotovoltaici, mini-hydro, di cogenerazione/trigenerazione a biomasse) per alimentare le utenze del Parco comprese le pompe di calore per il riscaldamento/raffrescamento degli ambienti. È una smart grid progettata per servire non solo il Parco tematico, nelle sue fasi di crescita (Cap. 11) ma anche il quartiere a destinazione residenziale/direzionale previsto all'interno dell'area espositiva. Per ridurre l impatto ambientale del Parco a valori prossimi a zero oltre all impiego di energie rinnovabili occorre progettare le strutture applicando i principi della bioarchitettura per contenere i consumi energetici e provvedere al riciclaggio/recupero dei rifiuti. Coerentemente con questa impostazione viene presentato lo schema riproducente il ciclo di funzionamento del Parco con evidenziate le linee di flusso che mettono in relazione le variabili in ingresso (energia, fluidi, materiali, prodotti) con le varie utenze, con i sottoprodotti/rifiuti risultanti, sottoposti ad operazioni di trattamento, termovalorizzazione, compostaggio, etc. per riprodurre la circolarità dei sistemi naturali. 8

9 Cap. 6 Centro di sperimentazione, ricerca, applicazione Si tratta di un Centro composto da un Gruppo multidisciplinare con competenze in settori come: bioclimatologia, scienze ambientali, mobilità sostenibile, modellizzazione e processamento dei dati, etc. Formato da unità, facenti parte del personale del Parco, ha un ruolo chiave nella sua gestione con attività che riguardano in particolare: creazione, rinnovamento e personalizzazione dei prodotti audiovisivi da presentare nei padiglioni: le Scienze della Terra, La Cupola dell Universo, rinnovo dell offerta della Biosfera, dell Area rinaturalizzata, della collina artificiale dedicata al clima temperato mediterraneo, riguardante l introduzione di nuove specie vegetali adatte ai climi tropicali, europei, italiani, contributo alla gestione del Parco al fine di ridurre il suo impatto ambientale a valori prossimi a zero, per riprodurre la circolarità dei sistemi naturali, con certificazione del raggiungimento di questo risultato, organizzazione di manifestazioni, convegni aventi per oggetto le tematiche di cui il Parco si fa interprete e vetrina, contributo alla implementazione, gestione del Geoblog e del Plastico Metavisuale per una migliore fruizione non solo del Parco tematico ma del territorio metropolitano servito, fra l altro, da una rete di piste ciclabili. Cap. 7 Il Parco tematico e la mobilità sostenibile La disponibilità all interno del Parco di una smart grid servita da impianti di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili porta a privilegiare soluzioni di mobilità basate su questo tipo di energia. Si avrebbe così una mobilità totalmente sostenibile che riguarderebbe: autobus per il trasporto dei visitatori all interno del Parco, veicoli per il trasporto merci all interno del Parco, barche solari in servizio lungo il canale. bici a pedalata assistita all interno e da e per il Parco, (vedi Cap. 8), Sono mezzi le cui batterie vengono caricate tramite colonnine connesse alla smart grid e/o con l energia autoprodotta dallo stesso mezzo mediante pannelli fotovoltaici che ne ricoprono le superfici esposte. Questo secondo è il caso delle barche solari dove questa energia da la quasi autosufficienza energetica e degli autobus dove si limita ad aumentare la loro autonomia prima di ogni ricarica. In relazione a quanto sopra e in linea con gli sviluppi tecnologici in atto vengono definite le caratteristiche dei mezzi tarate sulle esigenze specifiche del Parco. Cap. 8 Le piste ciclabili: alla scoperta del territorio metropolitano Il Parco, con oltre due milioni di presenze/anno attese, si candida a porsi al centro di una rete di piste ciclabili con direzione sia verso il territorio metropolitano che verso la Città di Milano, piste già percorribili o che, essendo ancora allo stadio progettuale, lo diventeranno in occasione dell EXPO. È a questo stadio la pista di 7-8 km che partendo dall area espositiva e passando dalla Fiera di Rho-Pero raggiungerà la fermata della metropolitana a Molino Dorino, intercettando lungo il percorso la rete delle metropolitane e di preesistenti piste ciclabili. Verso il territorio metropolitano è prevista una pista, anch essa allo stadio progettuale, che permetterà di connettersi con la Dorsale che unisce il Parco del Ticino con il Parco di Monza, già ora percorribile, almeno in parte, per raggiungere, seguendo il canale Villoresi, ad Est Monza e a Ovest il fiume Ticino, con i loro parchi. Dalla Dorsale è poi possibile connettersi alla rete di piste che attraversano il Parco delle Groane e,quindi, al Parco di Montevecchia e del Grugnotorto. 9

10 La rete ciclabile attraversa,inoltre, il paesaggio agrario che presenta in alcuni tratti degli elementi storici e di qualità paesistico- ambientali. La rete pertanto può costituire un ulteriore elemento di valorizzazione del sistema agrario cui EXPO fa riferimento. Trattandosi di un territorio vasto andrebbe dotato, per una sua migliore fruizione, di un servizio di Bike Sharing, con stazioni fornite di pensiline modulari per la ricarica di bici elettriche a pedalata assistita. Sono stazioni che andrebbero localizzate ad esempio presso aziende agrituristiche e possibilmente in zone di particolare interesse culturale, paesaggistico, turistico. Andrebbe poi messo a disposizione del turista uno strumento di partecipazione interattiva come il Geoblog per far conoscere in tempo reale le offerte sia del Parco tematico che del territorio raggiungibile dalla rete di piste ciclabili. Cap. 9 I bacini di utenza Il sito espositivo, servito dalla Metropolitana M1, da strade, autostrade, da linee ferroviarie suburbane ed al alta velocità, da una rete di piste ciclabili è situata all interno di bacini di utenza di particolare interesse. Viene esaminato il bacino all interno dell isocrona 90, la cui consistenza numerica è di oltre 10 milioni di abitanti. Questa isocrona viene suddivisa per fasce isocrone ad intervalli di 15 min delimitando così sei zone di appartenenza della popolazione per poi calcolarne la consistenza numerica. Viene poi studiata, all interno delle sei zone, la consistenza numerica delle famiglie, distinte in funzione del numero dei componenti e della popolazione a sua volta distinta per fasce d età. Lo studio si completa con un analisi della struttura della popolazione in funzione di: titolo di studio, occupazione per settore e tipologia di attività. Come viene evidenziato nel capitolo seguente, il quadro informativo che emerge è utile al calcolo, mediante opportuni algoritmi, del numero dei visitatori attesi nel Parco tematico. Cap. 10 Categorie e numero dei visitatori attesi Queste le principali categorie dei visitatori attesi: nuclei famigliari giovani (la così detta nuova famiglia ); studenti delle scuole di ogni ordine e grado; cittadini delle città di Milano, dell area metropolitana; visitatori della Fiera di Rho-Pero; visitatori abituali di musei e città d arte; visitatori abituali dei parchi tematici; turisti della terza età; turisti d affari; turisti in arrivo alla Malpensa, Linate e Bergamo-Orio al Serio; agriturismo e turismo a livello regionale. Viene stimato il numero di visitatori attesi, una volta raggiunte le condizioni di regime, dalla conoscenza dei bacini di utenza, delle categorie dei visitatori e tenuto conto del tasso di penetrazione e dell indice di ritorno. Questo numero, di oltre due milioni di visitatori/anno, risulterà (Cap. 12) essere compatibile con la capacità di ricezione del Parco tematico. Si sottolinea come il fatturato, essendo generato con il contributo consistente di visitatori al di fuori dell area metropolitana, rappresenti un reale apporto di ricchezza a beneficio di quest area. Cap. 11 Gli sviluppi del Parco tematico Secondo il Masterplan, al termine dell evento espositivo, l area compresa tra le serre e il Decumano, delimitata a Est dalla collina artificiale e ad Ovest dal Cardo verrebbe liberata dalle strutture temporanee. Non avendo una destinazione di tipo abitativo ma pubblico sarebbe la sede ideale per ospitare nel periodo post-expo, un Centro acquatico ad apertura annuale ed un Resort: due tipologie di strutture viste con crescente interesse dal pubblico e che assieme al Parco tematico creerebbero un pacchetto di offerte unico nel panorama italiano ma anche internazionale. 10

11 Par.11.1 Il Centro acquatico Vengono illustrate le caratteristiche di questo Centro ad apertura annuale costituito da zone dedicate al divertimento con vasche e piscine ricche di giochi acquatici, al benessere secondo gli standard dei centri termali dell Alto Adige, al fitness; una struttura, dotata di cupole di copertura, dimensionata per accoglier fino a 2000 persone contemporaneamente. Si caratterizza per un'architettura in cui forma, colori e materiali sono fondamentali tanto quanto il risparmio energetico (adozione dei criteri Casa Clima). Si potrebbe in tal senso puntare ad un edificio a 0-energia/passivo con la climatizzazione degli ambienti affidata a pompe di calore alimentate dalla smart grid. La vicinanza/contiguità del Centro acquatico con le serre potrebbe essere sfruttata per creare con queste inedite ibridazioni attraverso la creazione, al suo interno, di ambientazioni di tipo tropicale, senza significativi costi aggiuntivi potendo contare sul personale impiegato nelle serre. Par Il Resort tematizzato Vengono descritte le linee progettuali di un Resort Tematizzato la cui pianta, ispirandosi al logo del Parco, (Cap.2), è a pianta triangolare. È un edificio costituito da tre torri cilindriche ai vertici di questo triangolo, unite da corpi con facciate piane. Mentre i corpi piani ospitano le camere standard, le torri, in ciascuna delle quali è dominante anche negli esterni uno dei colori del logo, ospitano le suite. Sopra il tetto vetrato che copre l atrio è posizionato un maxi logo che di notte, illuminandosi con l energia immagazzinata durante il giorno da pannelli fotovoltaici incorporati nello stesso logo, è visibile sia dall interno dell edificio che dal cielo. Vengono infine descritte le misure per ridurre i suoi consumi energetici e che riguardano in particolare l isolamento termico dell involucro architettonico, la ventilazione, il riscaldamento e il raffreddamento. Con il Centro acquatico e il Resort tematizzato il Parco troverebbe il suo completamento con la prospettiva di superare i 2 milioni di visitatori/anno, obiettivo perseguibile considerati i bacini di utenza, i collegamenti (metro, linee ferroviarie, autostrade), la tipologia dei visitatori. Cap. 12 Fatturato, capacità ricettiva, addetti Viene calcolato il fatturato, su base annua, del Parco tematico una volta raggiunte le condizioni di regime e dopo averlo dotato di Parco acquatico e Resort tematizzato. Questo fatturato, suddiviso per voci di appartenenza e pari in totale a , è basato su una stima di capacità ricettiva del Parco pari ad oltre 2 milioni di visitatori/anno. È un valore congruente con quello del numero dei visitatori attesi stimato dalla conoscenza dei bacini di utenza, delle categorie dei visitatori e tenuto conto del tasso di penetrazione e dell indice di ritorno, (Cap. 10). Viene infine valutato in 710 il numero di addetti suddivisi per categoria (responsabili di area, personale di supporto, personale di contatto) e la loro distribuzione tra i reparti del Parco. Cap. 13 Il Parco tematico come motore del territorio Vengono evidenziate le sinergie attivabili tra il Parco tematico ed il territorio metropolitano dove insistono i Comuni del Patto del Nord Ovest, dell'alto Milanese, della Brianza, il Parco Agricolo Sud Milano e la stessa Città di Milano. Il Parco trovandosi in zona baricentrica e per i suoi contenuti ludico educativi, si candida a diventare verso questo territorio motore culturale-scientifico-tecnologico-turistico-economico, con l'obiettivo, fra gli altri, di far conoscere al grande pubblico le bellezze paesag- 11

12 gistiche, architettoniche, nonché i prodotti agricoli a km zero ed enogastronomici, per altro acquistabili anche nello Shopping Center del Parco. A questo fine viene proposto di mettere a disposizione del visitatore due strumenti di partecipazione interattiva, di conoscenza come il Geoblog e il Plastico Metavisuale mentre l'area rinaturalizzata all'interno del Parco, riproducendo su piccola scala le eccellenze paesaggistiche del territorio, si propone nel ruolo di incentivo alla scoperta dei paesaggi originali. Cap. 14 Investimenti, finanziamenti Secondo la proposta che viene qui formulata, il Parco nasce dalla rivisitazione del lascito EXPO. Un'operazione da pianificare già durante la progettazione dell'expo e che prevede in particolare la creazione di percorsi espositivi con exhibts, giochi interattivi, diorami etc. di una sala per proiezioni su grande schermo, di un planetario digitale, la messa a dimora di nuove specie vegetali nelle aree bioclimatiche in serra o all'aperto, etc. A titolo orientativo viene stimato in 6,9-9 mil l'investimento per dotare i percorsi espositivi, la sala grande schermo, il planetario digitale delle apparecchiature necessarie, nell'ipotesi di avere a disposizione ambienti già predisposti e dotati dei servizi necessari. Investimenti di gran lunga maggiori, stimabili in mil sono necessari per la realizzazione del Parco tematico e del Resort tematizzato. Si sottolinea come alcune finalità del Parco in termini di impatto ambientale, di ricorso ad energie rinnovabili, etc. possono attivare finanziamenti a fondo perduto, a tasso agevolato provenienti dalla Comunità Europea, dalla Regione Lombardia, dal MIUR. 12

13 INTRODUZIONE EXPO, grande manifestazione della durata di sei mesi rappresenta una grande opportunità per Milano, la Lombardia, l Italia. Tuttavia i benefici effetti indotti rischiano di essere di breve durata se non viene pianificato il dopo EXPO in una visione strategica che permetta la massima valorizzazione dei padiglioni destinati a rimanere, il lascito EXPO. La proposta che viene qui illustrata prevede la nascita, da una rivisitazione di questo lascito, di un Parco ludico educativo il cui contenuti allargano, per aumentarne l attrattività, il tema dell EXPO: Nutrire il Pianeta, Energia per la vita, incentrato sulla alimentazione nelle sue diverse declinazioni, sullo sviluppo sostenibile, sull energia come risorsa vitale. È candidabile a far parte di questo Parco il lascito costituito da: il Performance Center (ridenominato EXPO Center), Cascina Triulza, Palazzo Italia, le grandi serre dove vengono riprodotti i climi tropicali umido, arido e secco, e le due aree bioclimatiche per clima temperato e temperato mediterraneo. Veniamo ora ai contenuti della proposta: Nutrire il Pianeta Allargare i contenuti, come detto sopra, vuol dire dare risposte a domande del tipo: conosci il Pianeta nel quale vivi? Si può rispondere seguendo due approcci complementari: presentare, con l ausilio di percorsi espositivi, le più recenti scoperte sulla struttura interna della Terra, sulla composizione del suolo, sugli aspetti climatici e su come questi fattori incidano sulla differenziazione delle specie vegetali ed in particolare sulla biodiversità agricola e alimentare; Illustrare l importanza dell osservazione satellitare della Terra per il conseguimento dei seguenti scopi: controllo e gestione dell agricoltura; mappatura di foreste, aree agricole, terre umide, desertiche, etc; monitoraggio e controllo della qualità delle acque; climatologia; sviluppo sostenibile. Più estensivamente illustrare l importanza dell osservazione dell Universo. Seguendo questa impostazione, il visitatore, nell attraversare il Parco, compie un viaggio virtuale che lo porta dal centro della Terra all Universo dopo aver attraversato i più suggestivi biomi del pianeta, ricostruiti all interno delle serre o all aperto nelle aree bioclimatiche, ed aver esplorato la Terra dallo spazio grazie ai satelliti e alle stazioni orbitanti. Il nome dato al Parco Dal centro della Terra all Universo è in linea con questi contenuti. Per ridurre gli oneri della conversione da lascito EXPO a Parco tematico, tutte le strutture di questo lascito andrebbero concepite pensando all EXPO e al dopo EXPO come un unico momento progettuale per ridurre al minimo questi costi. Seguendo questa impostazione, il Parco sarebbe una presenza viva ed attiva avvertibile, anche se in forma ancora embrionale, durante i sei mesi dell esposizione. Energia per la vita Allargare i contenuti vuol dire interpretare l energia per la vita non solo in associazione al cibo ma come tema per capire come ogni paese possa soddisfare le proprie necessità energetiche nel futuro. Per sviluppare questo tema, si propone di progettare quello che darà vita al Parco in modo che possa rappresentare un esempio, da offrire al grande pubblico, di ecosistema il cui impatto ambientale viene ridotto a valori prossimi a zero. 13

14 Operativamente ciò vuol dire: disporre di fonti energetiche rinnovabili, applicare nella progettazione delle strutture i principi della bioarchitettura, scegliere opportunamente, anche in previsione del loro smaltimento, materiali/componenti necessari alla gestione del Parco, disporre di impianti di trattamento delle acque, dei rifiuti/residui generati internamente con minimizzazione della frazione da mandare all esterno. In linea con gli sviluppi tecnologici più recenti, si è ipotizzata una smart grid, ossia una rete intelligente all interno del sito espositivo, progettata per servire non solo il Parco (fra le cui utenze un sistema di mobilità sostenibile), ma anche, in prospettiva, il previsto quartiere residenziale/direzionale collegata ad impianti, meglio se localizzati nel sito espositivo, di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili (fotovoltaica, da mini hydro, da biomasse, etc.). Finalità del Parco tematico Il Parco vuol coniugare contenuti sia ludici che educativi con l obiettivo di porsi come benchmark dei più celebrati parchi tematico come, in California, l Accademia delle Scienze ed in Europa, l Eden Park, Cité de l Espace, Vulcania, Futuroscope, Museo delle Scienze Principe Felipe, etc.. Se a questo si aggiunge che il sito ha un considerevole bacino di utenza ed è servito da autostrade, metropolitana, linee ferroviarie suburbane e ad alta velocità, ne può derivare che l obiettivo di raggiungere, con l apporto ulteriore di un centro acquatico e di un resort tematizzato, almeno 2 milioni di visitatori/anno è assolutamente perseguibile, con tempi brevi di andata a regime, potendo beneficiare dell azione trainante dei sei mesi di EXPO. Così pure è raggiungibile l obiettivo di offrire opportunità di impiego a personale EXPO, altrimenti destinato ad essere ricollocato sul mercato del lavoro. In maniera più analitica ed esaustiva vengono riportate, nell elenco che segue, le principali finalità del Parco: essere verso il territorio motore culturale, scientifico, tecnologico, turistico, economico, porsi come benchmark nei confronti dei più celebrati parchi ludico educativi di ultima generazione, rappresentare un esempio di struttura complessa ad impatto ambientale vicino a zero, condividere con il quartiere residenziale/direzionale, che dovrà sorgere all interno dell area espositiva, un impostazione progettuale improntata allo sviluppo sostenibile, proporre per il trasporto di persone/cose da e per il Parco ed al suo interno, soluzioni di mobilità sostenibile, a zero emissioni, candidabili ad un impiego di massa, attivare, per il rinnovo dell offerta, rapporti di collaborazione con Università, Centri di ricerca, riviste scientifiche, con il Centro per lo Sviluppo Sostenibile, diventare sede di convegni/eventi sulle tematiche di cui si fa interprete e vetrina, essere in grado di attrarre, raggiunte le condizioni di regime e con l apporto di un centro acquatico, di un resort tematizzato da realizzare in un momento successivo, almeno 2 milioni di presenze/anno, creare occupazione prevalentemente giovanile, stimabile in 710 unità, per la sola gestione del Parco, escludendo l indotto sul territorio metropolitano essere in grado di auto sostenersi, senza contributi esterni. 14

15 1. IL PROFILO DEL PARCO Il presente progetto propone di riutilizzare una parte dei padiglioni e delle infrastrutture approntati per l EXPO 2015 allo scopo di dare vita ad un Parco di tipo ludico ed educativo. I parchi di divertimento hanno una lunga storia alle spalle, in quanto rappresentano il risultato di un processo di fusione di varie forme spettacolari durato diversi secoli. Possiamo però ritenere che tali parchi abbiano assunto molte delle loro caratteristiche attuali a partire dall Ottocento. È in tale periodo infatti che si è definito il fondamentale modello del luna park. Ma Walt Disney, a metà del Novecento, ha determinato un salto qualitativo per tale modello, in quanto con la creazione in California del suo primo parco Disneyland vi ha introdotto un idea innovativa: la messa in scena di un tema. E negli ultimi anni il modello del parco tematico è andato sempre più diffondendosi nel mondo assumendo molteplici forme. Anche il parco che si intende proporre in questa sede per sfruttare un patrimonio che rimarrà disponibile dopo lo svolgimento dell EXPO 2015 appartiene alla categoria dei parchi tematici, ma riteniamo che possa avere delle caratteristiche originali, soprattutto se messo a confronto con l offerta di parchi esistente sul territorio italiano e nelle zone geografiche immediatamente limitrofe. Va considerato inoltre che il tema proposto per questo progetto di parco è particolarmente in sintonia con i consumatori odierni, i quali sono sempre più preoccupati per il destino dell ambiente e il futuro del Pianeta in cui vivono. Infatti, il tema principale che si intende sviluppare è l ambiente naturale in tutte le sue diverse manifestazioni. Il che comporterà di dover affrontare dei problemi che sono di particolare attualità nelle società attuali, come le risorse alimentari, l energia, lo sviluppo sostenibile, la salute umana, ecc. Non è un caso d altronde che questi problemi siano previsti come centrali anche all interno del progetto dell EXPO Pertanto, anche dal punto di vista tematico, il Parco che qui si propone potrebbe porsi in diretta continuità con l Esposizione Universale che dovrebbe precederlo sullo stesso spazio. Per rendere interessante e coinvolgente il tema ambiente naturale, si è pensato di strutturare il Parco in modo da portare il visitatore a seguire un ideale percorso che muove dalle profondità della Terra e arriva sino ai confini più lontani dell universo conosciuto. Dunque, le principali attrazioni del Parco consentiranno in primo luogo ai visitatori di esplorare da vicino le caratteristiche della crosta terrestre e delle diverse specie vegetali e anche animali che la popolano per approdare successivamente ad un efficace presentazione dell Universo e dei corpi celesti in esso presenti. L approccio adottato per presentare nel Parco queste tematiche sarà di tipo informativo e pedagogico, ma naturalmente nella consapevolezza che nell epoca attuale non è possibile fare educazione senza ricorrere all impiego di linguaggi spettacolari. Le persone infatti si sono familiarizzate nella loro esperienza mediatica con elevati tassi di spettacolarità e di ciò occorrerà senz altro tenere conto nelle modalità di presentazione dei vari aspetti. La particolare impostazione data al tema prescelto e il ricorso ad un elevato tasso di spettacolarità consentirebbero di dare vita ad una proposta in grado di competere alla pari con le più importanti realizzazioni esistenti al mondo nell ambito dei parchi tematici incentrati sulla natura. Come ad esempio l innovativa Accademia delle Scienze, creata recentemente in California su progetto di Renzo Piano, o l Eden Park, spettacolare parco naturale realizzato in Inghilterra. Naturalmente, date le forti valenze ecologiche del tema prescelto per il Parco, riteniamo che dovrà essere posta particolare attenzione all autonomia energetica dell intera struttura e all obiettivo di minimizzare l impatto da essa prodotto sull ambiente. Dovranno inoltre essere messi a disposizione dei mezzi di trasporto ecologici per i visitatori, il che consentirà di ottenere anche un maggiore coinvolgimento di essi rispetto al tema principale proposto dal Parco. 15

16 Come avviene in tutti i principali parchi a tema odierni, anche in questo caso le maggiori attrazioni dovranno necessariamente essere affiancate da punti vendita in grado di offrire merchandising a tema, ristoranti, luoghi di ristoro di vario tipo e servizi utili per i visitatori. Così come sarà indispensabile pensare alla costruzione negli anni successivi di un Centro acquatico e di un Resort legato alle principali tematiche sviluppate dal Parco. In sostanza, riteniamo che un Parco come quello qui proposto potrebbe costituire un motore di tipo economico, turistico, culturale e scientifico per Milano e l area limitrofa in cui dovrebbe operare. Potrebbe cioè rappresentare un importante strumento per il raggiungimento di un adeguato livello di benessere da parte della popolazione residente nel territorio coinvolto. 2. IL LOGO DEL PARCO La crescita economica è stata per decenni l obiettivo ampiamente condiviso da parte della società civile nelle sue complesse articolazioni. La conseguente crescita dei consumi è stata assunta ad indicatore del grado di benessere e questa associazione di valori ha conferito al consumo un valore etico tanto che il concetto di etica consumistica è entrato a far parte del bagaglio culturale dell uomo industrializzato. A ben vedere nello spirito del moderno consumismo si è persa ogni traccia di questa componente etica, in origine di matrice calvinista. Di fatto è bastato appena un secolo di sviluppo consumista da parte di una frazione minoritaria della società per giungere ad un risultato inaspettato ed inquietante: l inizio del degrado del pianeta Terra difficilmente controllabile. Viene indicata come via d uscita il passaggio da una crescita continua ottenuta con l incremento quantitativo del prelievo delle risorse naturali ad uno sviluppo sostenibile senza crescita oltre le capacità di rigenerazione ed assorbimento dell ambiente. Crescita continua e sviluppo sostenibile non sono però concetti facilmente separabili come potrebbe sembrare in apparenza. Si assiste infatti, a livello mondiale, ad uno sviluppo impetuoso della tecnologia che, in quanto attivatore di nuove opportunità, determina quasi sempre come effetto accompagnatore, la crescita sia del prelievo di risorse da un ambiente finito, sia del rilascio di sostanze inquinanti. Per evitare che l ecosistema diventi vittima dell uomo tecnologico occorre approfondire il significato di tecnologia. L aspetto preoccupante è che la tecnologia (*) sembra voler sempre l ultima parola senza ancora aver rilevato la sua dimensione simbolica. Nella letteratura più recente la tecnologia viene sottoposta a discussione e nell intento di scoprirne il significato nascosti, vengono analizzate possibili correlazioni con varie dimensioni e più frequentemente con quelle riconducibili a valori etico/religiosi ed ecologico/ambientali. Da un primo esame sembrerebbe che la tecnologia originariamente confinata in un ambito più facilmente controllabile dall uomo, stia sempre più allargando i propri confini modificandosi geneticamente attraverso l incorporazione nei propri codici tecnici di nuovi codici derivati dai suddetti valori. L incorporazione di questi nuovi codici non sembra però avvenire con il pieno consenso e la partecipazione attiva e preventiva di quelle istituzioni/organizzazioni custodi ed interpreti di principi etico-ecologici. (*) Tecnologia : rientra in questo termine ogni forma di attività umana che sfruttando le acquisizioni scientifi - che, trasforma il mondo attraverso strumenti e dispositivi. La tecnologia, in quanto interazione tra tecnica e scienza, non agisce sulla natura e le cose ma sull uomo stesso, sulla società e sulla sua struttura. Pertanto la tecnologia possiede anche una dimensione sociale. 16

17 Una delle possibili ragioni è che gli uomini che presidiano questi principi rifuggono spesso dal pensiero tecnico considerandolo il più delle volte un accessorio estraneo alla propria cultura mentre l uomo tecnologico sta perfezionando la propria abilità di rielaborare il pensiero tecnico, finalizzandolo a molteplici obiettivi, introducendo questi nuovi codici che però non domina perfettamente o che attiva più o meno consapevolmente per scopi che mirano alla produttività e al profitto. Il compito non facile che gli uomini e le Istituzioni ad indirizzo etico/ecologico devono allora prendersi in carico consiste nel decodificare azioni quotidiane che vengono svolte nell ambito delle società tecnologiche per individuare quelle che rappresentano violazioni più o meno occulte dei valori di cui sono portatori. Per svolgere questo ruolo l uomo etico/religioso deve prendere familiarità con il pensiero tecnico ed attraverso il suo approfondimento riproporre i tradizionali precetti e divieti in una forma accessibile all uomo moderno allo scopo di rendere palesi e trasparenti queste sempre più frequenti violazioni al fine di educare la popolazione a comportamenti conformi con lo sviluppo sostenibile. In un tentativo di schematizzazione, tecnologia, etica ed ecologia potrebbero essere simboleggiati da cerchi posti ai vertici di un triangolo nel quale le linee di collegamento rappresentano le interazioni tra questi valori. Secondo questa grafica etica è posta in alto, tecnologia a sinistra in basso ed ecologia a destra in basso, mentre ad ogni cerchio è stato attribuito il colore che meglio rappresenta il valore di riferimento. Se l importanza attribuita da una qualsiasi Società ai suddetti valori viene esplicitata dall area dei cerchi e l intensità delle interazioni dallo spessore delle linee si perviene ad una sorta di fotografia della Società presa a riferimento che, in una situazione bilanciata ed equilibrata, sarebbe descritta da un triangolo equilatero con eguali aree dei cerchi e con linee di uguale spessore, chiamato triangolo dei valori e raffigurato in Fig. 1a. Per arrivare al logo del Parco è richiesto un passaggio intermedio attraverso il vaso di Fig. 1b che racchiude al suo interno uno spazio privo di significato, essendo vuoto. Il triangolo dei valori nel momento in cui va ad occupare questo spazio, dandogli un significato, da vita, in unione con il vaso, alla configurazione di Fig. 1c qui assunta come rappresentazione simbolica di sviluppo sostenibile e come tale viene proposta come logo del Parco. La moderna Società occidentale, ben lontana da questa configurazione, si presenta in realtà fortemente squilibrata con la tecnologia che tende a far propri, in una situazione spesso di scarsa interattività con gli altri valori, codici non suoi. Il logo, oltre a rappresentare il Parco, può essere associato, a titolo esemplificativo, a: prodotti di aziende definite etiche ed ecologiche in quanto adottano comportamenti rispettosi delle persone, dell ambiente e della società; prodotti i cui componenti sono progettati per essere riciclati, giunti a fine vita, e/o sono costituiti, in tutto o in parte, da materiali riciclati, processi industriali concepiti per portare a valori prossimi a zero rifiuti e scarti generati lungo il ciclo di fabbricazione; mezzi di trasporto individuali e collettivi alimentati da energie rinnovabili, etc. Naturalmente perché abbia senso applicare il logo è necessario che in ciascuno di questi esempi tutti e tre i valori giochino un ruolo significativo ed equilibrato nelle fasi di individuazione del tema, di progettazione e di implementazione. Il logo è stato l elemento ispiratore nell impostazione progettuale del Resort tematizzato (par. 11.2). Infatti dalla forma stilizzata del logo è scaturita la struttura del Resort costituito da una base di forma circolare, a piano terra, sormontata da una struttura costituita da corpi cilindrici ospitanti le suite, ai vertici del triangolo, uniti da corpi lineari ospitanti le altre camere. 17

18 Un maxi logo posizionato sul tetto del Resort, si illumina nelle ore notturne con l energia immagazzinata di giorno, grazie a pannelli fotovoltaici incorporati nello stesso logo. La forma triangolare del Resort è inconsueta ma non rara. Un esempio recente è rappresentato da EnerGon, edificio amministrativo inaugurato nel 2003 a Ulm in Germania. È un edificio a bassa dispersione termica che utilizza per i consumi interni ed il condizionamento degli ambienti energia fornita da fonti rinnovabili. 18

19 a b c Fig. 1a, b, c: Dal triangolo dei valori al logo del Parco 19

20 3. DA LASCITO EXPO A PARCO TEMATICO Dall esame comparato di fonti di informazione diverse (sintesi del Masterplan [1], dichiarazioni di esponenti della Consulta Architettonica [2] e della Soc. EXPO [3], Dossier BIE [4] ) sembrerebbe che il lascito EXPO sia costituito da: - cinque aree bioclimatiche: 1) serra per clima tropicale umido; 2) serra per clima tropicale secco; 3) serra per clima tropicale arido; 4) area bioclimatica tipica del temperato mediterraneo; 5) area bioclimatica tipica del temperato - area occupata dagli orti (*) - Palazzo Italia - Cascina Triulza - Performance Center (ora EXPO Center) - Decumano, Cardo, Canale navigabile Questo lascito, con l esclusione degli orti, occupa la fascia del sito a Nord del Decumano, si sviluppa lungo il canale ed è delimitato ad EST e ad Ovest dai due ingressi principali (Fig. 2). (**) La proposta che viene qui avanzata prevede il recupero, la valorizzazione del lascito EXPO per dar vita ad un innovativo Parco ludico-educativo le cui tematiche ampliano e spettacolarizzano quelle presentate durante l EXPO incentrate sulla alimentazione, sviluppo sostenibile ed energia come risorsa vitale. Il Parco i cui contenuti vanno preferibilmente definiti già nella fase progettuale dell EX- PO (***) andrebbe concepito per essere modello avanzato di bioarchitettura, per essere alimentato da energie rinnovabili e gestito per riprodurre la circolarità dei sistemi naturali con l obiettivo di ridurre a valori prossimi a zero il suo impatto ambientale. Il visitatore, nell attraversare il Parco articolato in padiglioni e serre, compie un viaggio virtuale che dal Centro della Terra lo porta all Universo. Abbiamo così un padiglione dedicato alle scienze della Terra, con una sala grande schermo per proiezioni in 2D e 3D, serre ed aree bioclimatiche aperte dove vengono riprodotti i biomi nei quali si concentra la biodiversità planetaria (clima tropicale umido, arido/secco, clima temperato e temperato mediterraneo) un padiglione dedicato all osservazione satellitare della Terra e all esplorazione dell Universo, dotato di sala multimediale con planetario digitale. Fortemente integrato con il territorio metropolitano, il Parco può svolgere il ruolo di motore economico-turistico-culturale-scientifico-tecnologico. La prospettiva di avere su questo territorio un Parco tematico in grado di superare 2 milioni di visitatori/anno (Cap. 10), una volta andato a regime e con l aggiunta di un Centro acquatico e di un Resort tematizzato, può produrre l effetto di mobilitare, in una strategia di lungo periodo, altri progetti ampiamente pubblicizzati volti a far conoscere e valorizzare l agricoltura periurbana, le cascine storiche del Parco Agricolo Sud Milano, l agriturismo, etc. (*) Secondo il progetto iniziale formulato dalla Consulta Architettonica, l area occupata dagli orti (un grande sistema di campi coltivati, serre ad alta tecnologia dove vengono presentate dai Paesi partecipanti tutte le coltivazioni del Mondo) avrebbe conservato la sua integrità anche negli anni successivi al grande evento, sen - za interventi di edificazione. L insieme di queste aree e delle cinque aree bioclimatiche è stato denominato: Orto Botanico Planetario. Recentemente ed in accordo con il BIE il progetto è stato rivisitato lasciando ai Paesi partecipanti la flessibilità di utilizzare lo spazio all aperto loro assegnato per farne un orto o di utilizzarlo per interpretare in modo diverso il tema della coltivazione, dell alimentazione. Secondo alcune fonti, nel dopo EXPO quest area entrerà a far parte del parco pubblico e vedrà l insediamento del previsto quartiere abitativo. (**) La pianta di Fig. 2, versione originaria secondo il Masterplan, è ora in fase di riesame da parte della Soc. EXPO (***) Palazzo Italia, Cascina Triulza e EXPO Center andrebbero progettati anche in vista della loro successiva conversione a Parco tematico. Si potrebbe allora parlare di un EXPO che contiene in nuce il Parco tematico. 20

21 Fig. 2 La pianta del sito EXPO (secondo il Masterplan) 21

22 4. I CONTENUTI DEL PARCO TEMATICO 4.1. Le Scienze della Terra Il viaggio del visitatore inizia della centro della Terra seguendo un percorso che lo porterà ai confini più lontani dell Universo conosciuto. Un percorso, come verrà descritto nel paragrafo seguente, progettato per conoscere, in questa prima tappa del viaggio, la struttura interna della Terra, con le sue dinamiche di cui il vulcanismo attivo rappresenta l elemento più vitale, per apprezzare quel patrimonio da proteggere costituito dalla biodiversità, per prendere infine coscienza della sfida volta ad assicurare il necessario nutrimento al pianeta minacciato dai fenomeni indotti dall attività umana. Sono argomenti analizzati e descritti nei punti seguenti Dal nucleo alla crosta terrestre Struttura interna della Terra: la fotografia statica della Terra assume un valore del tutto parziale se a questa non si affianca la sua dinamica interna ed esterna. Della dinamica interna cogliamo un elemento spettacolare rappresentato dalle eruzioni vulcaniche e dagli effetti talvolta giganteschi che queste hanno sull atmosfera e sull ambiente superficiale. La natura parzialmente fluida del mantello profondo unita alle temperature elevate dell interno della Terra danno origine a movimenti convettivi del mantello profondo ed intermedio (astenosfera). Tali movimenti si trasferiscono alla parte superficiale e più rigida del pianeta (litosfera) con il risultato di frammentare la litosfera stessa in una moltitudine di calotte sferiche, rigide, dai contorni irregolari (placche) che si muovono a volte allontanandosi, a volte avvicinandosi, a volte scivolando una rispetto all altra. Alcune placche sono interamente costituite da litosfera oceanica piuttosto densa, altre sono formate in parte da litosfera oceanica e in parte costituite da litosfera continentale. La litosfera continentale comprende le masse continentali formate da rocce relativamente leggere che tendono a galleggiare sulle rocce del mantello emergendo così dal mare. L'altezza delle montagne continentali è regolata dallo spessore che le rocce leggere hanno in perfetta analogia a quello che succede per gli iceberg oceanici. Maggiore è lo spessore della parte sommersa dell'iceberg, più alta sarà la parte dell'iceberg che fuoriesce dalla superficie del mare. La dinamica delle placche costituisce di gran lunga il motore più importante della dinamica endogena della Terra e il fattore che condiziona e regola l attività sismica e vulcanica a scala globale. Il processo di allontanamento delle placche porta alla spaccatura della litosfera con produzione di attività sismica di moderata intensità. L allontanamento delle placche è inoltre accompagnato da una continua risalita del mantello, con conseguente fusione parziale delle rocce che lo formano e sviluppo di magma che risale ai livelli superficiali alimentando eruzioni vulcaniche e intrusioni magmatiche a poche chilometri di profondità. Il magmatismo che si sviluppa nelle aree divergenti (dorsale medio oceaniche) provvede alla generazione di nuova crosta e nuova litosfera oceanica. La crosta è costituita in parte da accumuli di lava (basalti) e in parte da rocce derivante dalla lenta solidificazione del magma all'interno della Terra (gabbri). Il processo di avvicinamento tra due placche adiacenti comporta un processo di collisione che mette in forte tensione gli ammassi rocciosi causando i terremoti più intensi che si registrano sul pianeta. Il terremoto del Giappone del 2011 costituisce un esempio notevole di quello che accade nei margini convergenti. La collisione tra placche litosferiche adiacenti porta normalmente all affondamento di una delle due placche sotto l altra e al suo successivo sprofondamento nell astenosfera (subduzione). Il processo di discesa e di riscalda- 22

23 mento di rocce provenienti dall oceano e contenenti acqua produce il rilascio dell acqua stessa. L acqua posta a contatto con le rocce che costituiscono il mantello causa la fusione delle rocce stesse e la risalita delle masse magmatiche che invadono il margine della placca soprastante con concomitante sviluppo di intrusioni e vulcanismo (i vulcani della cintura di fuoco del Pacifico). Una fondamentale variante del processo collisionale tra placche si verifica quando le placche in avvicinamento sono costituite da rocce continentali leggere. In questo caso il processo di affondamento e subduzione di una placca sotto l altra viene ostacolato dalla bassa densità delle rocce continentali presenti su entrambi i lati. Il risultato è una forte azione compressiva dei due margini con accavallamento degli ammassi rocciosi, ispessimento del margine e formazione di catene di montagne. L esempio migliore che il pianeta ci offre è la catena dell Himalaia recentemente formatasi dalla collisione della massa continentale indiana contro il margine continentale euro-asiatico e dove il processo geologico collisionale è tutt ora in atto come i forti terremoti della regione dimostrano Il vulcanismo attivo: i vulcani costituiscono l elemento più vitale della dinamica interna della Terra. Questa "vitalità" ce li fa sentire vicini nella spettacolarità del loro manifestarsi, nella forzatura ambientale di cui sono capaci quando gli essere viventi sono costretti a cimentarsi con le difficoltà di sopravvivenza imposte dai loro devastanti effetti, ma anche nella fertilizzazione dei suoli di cui sono capaci dandoci il senso della grande rinascita che segue una catastrofe, nella capacità di essere stati, secondo molti scienziati, gli incubatori stessi della vita sulla Terra. Collisioni, allontanamenti, scorrimenti delle placche, punti caldi sono all origine della formazione dei vulcani. Abbiamo così, in base alle condizioni geodinamiche che ne condizionano la morfologia e l attività, vulcani classificabili in: - vulcani di dorsale oceanica: tipo i vulcani islandesi - vulcani della cintura del Pacifico: tipo Ande e vulcani degli Stati Uniti occidentali - vulcani della cintura del Pacifico: tipo Aleutine a Nord, Giappone e Filippine a Ovest - vulcani di hot spot: tipo oceanico (Hawaii) e continentale (Parco dello Yellowstone) - vulcani di rift continentale: tipo vulcani dell'africa orientale. Oltre naturalmente ai vulcani di diversa rilevanza presenti ad es. nel nostro territorio. Meno noto il vulcanismo sottomarino che costituisce oggi una dei temi favoriti dai biologi che si occupano del grande tema scientifico della nascita della vita sulla Terra. I luoghi in cui i fluidi caldi provenienti dai vulcani sottomarini sgorgano sul fondo del mare sono luoghi di esplosione di flore batteriche e di forme di vita capaci di sopravvivere a condizioni estreme dal punto di vista chimico e termico con temperature che spesso superano i C. Queste frontiere ambientali estreme costituiscono una palestra unica per studiare come la vita abbia potuto fiorire sulla Terra quando l ossigeno non era presente in abbondanza nell ambiente superficiale e le condizioni chimiche del pianeta erano ben diverse da quelle che conosciamo oggi. In Europa numerosi parchi di edutainment riservano ampi spazi alle scienze della Terra e al vulcanismo come La Cité des Sciences et de l Industrie a Parigi ma l unico dedicato essenzialmente a queste tematiche è Vulcania, parco inaugurato nel 2002 nel Parco Regionale dell Auvergne in Francia La biodiversità: l attenzione viene rivolta in particolare agli hot spot di biodiversità ovvero ai punti caldi della biodiversità. Complessivamente questi hot spot rappresentano solo il 2,3 % della superficie terrestre ma si stima che il 50% di tutte le piante vascolari ed il 42% dei vertebrati terrestri siano esclusivi di queste zone. Distribuiti sui cinque continenti, ne troviamo anche nel Bacino del Mediterraneo, Italia compresa. 23

24 L hot spot del Bacino del Mediterraneo è caratterizzato da un nucleo centrale e da 10 mini hot spot che, pur rappresentando solo il 22% dell area totale del Bacino, ospitano qualcosa come specie di piante endemiche, ovvero il 44% di quelle complessivamente presenti nel Mediterraneo [5]. I più caldi tra gli hot spot sono le isole tropicali quali il Madagascar, l Indonesia, le Filippine, in cui l isolamento riproduttivo ha dato origine ad un grande numero di specie animali e vegetali esclusive [6] Lo sviluppo sostenibile e i fattori antropici: riuscire nell intento di assicurare il necessario nutrimento al pianeta mantenendone sotto controllo gli equilibri fondamentali è la sfida alla quale ci troviamo di fronte. Il sistema clima della Terra ed i rischi connessi con le sue possibili modificazioni indotte dalle attività dell uomo costituisce da alcuni anni un tema che ha, per la prima volta nella sua storia, costretto gli stati a cimentarsi a scelte di governo dell economia mondiale secondo linee condivise a livello sovranazionale. Ai fattori che da sempre concorrono alla regolazione del clima della Terra legati alle componenti naturali (terrestri, astronomiche) si sono sovrapposti fattori di natura antropica con l effetto finale di una alterazione dell equilibrio energetico indotto in particolare dai gas serra. Altri fattori antropici sono all origine dei fenomeni erosivi del suolo, dell inquinamento di aria ed acqua. La conversione dei suoli da forestali ad agricoli è stato una dei fenomeni indotti dall uomo. Allarmanti ne sono le conseguenze, legate allo sfruttamento di questi suoli ed ai fenomeni erosivi causati dalla lavorazione agricola. Ugualmente allarmanti sono i fenomeni di inquinamento di aria ed acqua dovuti a cause urbane, industriali e all uso di fertilizzanti in agricoltura. Gli ambienti contaminati riducono la biodiversità portando spesso all estinzione di specie ovvero facendo aumentare moltissimo il tasso di estinzione delle specie a livello globale. Alcune forme di inquinamento hanno carattere locale e sono reversibili con appropriati interventi. Altre forme di inquinamento hanno scala regionale o globale e fattori di inerzia tali per cui anche eventuali misure di ri - duzione o eliminazione dei fattori inquinanti non produrrebbero effetti significativi in tempi brevi. L utilizzo massiccio di fertilizzanti, di pesticidi in agricoltura ha come effetto positivo quello di incrementare la produttività dei suoli portando però con se pericolosi effetti collaterali diretti sulla salute umana ma anche effetti collaterali di lungo termine sull ambiente. In relazione al tema dell EXPO Nutrire il Pianeta la sfida è quindi quella di riuscire ad assicurare il necessario nutrimento al pianeta mantenendo sotto controllo gli equilibri fondamentali dell ambiente. L'alimentazione, nelle sue diverse articolazioni, è uno degli elementi motori di questa sfida. È una sfida che per vincerla richiede una integrazione delle scienze della Terra con le altro scienze per concorrere a dare piena e fedele rappresentazione ai meccanismi che regolano l equilibrio del sistema Terra, stabilire le forme di monitoraggio tecnologico delle trasformazioni in atto e le strategie più idonee al mantenimento dell equilibrio generale. La conoscenza scientifica fa emergere a valle la pressante necessità di nuove forme di governo del sistema globale Terra che sottopongano gli interessi dei singoli paesi e singoli comparti a quelli della gestione di questo sistema Il percorso espositivo, gli strumenti multimediali Il percorso è strutturato come mostra interattiva per guidare il pubblico alla scoperta del nostro pianeta. In via ancora preliminare si può ipotizzare una mostra articolata nei seguenti quattro settori, in linea con i contenuti precedentemente espressi: 24

25 - 1 settore: dedicato alla struttura della Terra e al vulcanismo (par e ). Per facilitare la comprensione del nostro pianeta si propone un percorso che inizia con la rappresentazione in rilievo della superficie terrestre su sfera di 6 8 m di diametro, collocata al centro di un emiciclo. Mediante sorgenti luminose puntuali viene evidenziata la distribuzione dei principali vulcani attivi, oltre 500, situati in zone particolari del pianeta. La sfera è in grado di compiere movimenti di rotazione sull asse polare per mostrare al pubblico distribuito in emiciclo la totalità della superficie e di aprirsi in due metà in corrispondenza del piano equatoriale. In questa posizione mentre l emisfero inferiore rimane fisso, quello superiore può ruotare di 90 attorno ad una tangente della circonferenza equatoriale per mostrare in sezione la struttura interna della Terra. Tale sezione funge da schermo per la retroproiezione di immagini di questa struttura comprendente vari strati concentrici: il nucleo interno, in parte solido ed in parte liquido, il mantello ove è distinguibile uno strato più interno, mesosfera, uno intermedio, astenosfera ed uno più esterno, litosfera ed infine la crosta terrestre. Il percorso prosegue con l impiego di altri strumenti multimediali: planisfero, pannelli/schermi/ terminali interattivi, plastici, animazioni-simulazioni, diorami, mostre fotografiche, etc. - 2 settore: dedicato alla biodiversità: I contenuti sono già stati esplicitati al par L obiettivo è di rendere famigliare al visitatore ecosistemi rappresentativi della biodiversità terrestre, caratterizzati da grande bellezza ma sempre più a rischio di estinzione e di far maturare nel pubblico una nuova cultura basata sulla teoria di Gala secondo cui la Terra sarebbe un organismo vivente di grande complessità la cui capacità di autoregolarsi potrebbe venir compromessa a causa dell uomo. Al visitatore la possibilità di approfondire questo argomento sia in questo settore sia nella Biosfera (par. 4.2) dove si propone di ricreare, all interno di spettacolari serre, biomi tipici dei climi tropicali umidi, aridi e secchi. - 3 settore: dedicato allo sviluppo sostenibile. È un tema che viene affrontato non solo in questo settore, declinandolo secondo i contenuti di cui al paragrafo ma nel Parco tematico stesso. È un Parco da progettare e gestire con l obiettivo di minimizzare il suo impatto sull ambiente. Un obiettivo per il cui raggiungimento occorre: disporre di fonti energetiche rinnovabili, applicare nella progettazione della struttura i principi della bioarchitettura, scegliere opportunamente, anche in previsione del loro smaltimento, materiali/componenti necessari alla gestione del Parco, disporre di impianti di trattamento delle acque, dei rifiuti/residui generati internamente con minimizzazione della frazione da mandare all esterno. Lo stesso logo del Parco è stato assunto a simbolo di sviluppo sostenibile ed elemento ispiratore nell impostazione progettuale del Resort tematizzato la cui pianta triangolare ricorda i segni grafici del logo. - 4 settore: dedicato all alimentazione (par ). È un tema che, come mostrerà l EX- PO, ha assunto un ruolo sociale sempre più importante, basti pensare alle questioni dell igiene e della sicurezza alimentare, alle mode gastronomiche o all obesità. Si propone di declinare il complesso rapporto tra l uomo e l alimentazione secondo tre temi principali: 1) produzione/lavorazione/conservazione, 2) preparazione, 3) consumo. Naturalmente vanno previsti laboratori didattici rivolti ai bambini e alle loro famiglie dove andare alla scoperta, divertendosi, dei segreti per la preparazione dei nostri alimenti. Una esperienza da proseguire nello Shopping Center con un offerta di prodotti freschi e sani a km zero ed enogastronomici e negli spazi destinati alla ristorazione a km zero ed etnica. 25

26 La sala per proiezioni su grande schermo Al termine del percorso espositivo, descritto al par e prima di iniziare il viaggio nei più suggestivi biomi del Pianeta, è prevista una sosta all interno di una sala dotata di grande schermo su cui proiettare filmati, documentari, reportage. Gli argomenti sono gli stessi affrontati durante l EXPO: l alimentazione, la salvaguardia della biodiversità, lo sviluppo sostenibile, le energie rinnovabili ai quali vanno aggiunti, in un processo di allargamento, quelli più specifici del Parco, riguardanti le Scienze della Terra, come da par L obiettivo è di trasmettere al pubblico una migliore conoscenza del nostro Pianeta, di renderlo consapevole dei rischi ambientali ai quali andrà incontro senza un adeguata presa di coscienza, senza un radicale cambiamento degli stili di vita. Ma è anche quello di coinvolgerlo su queste tematiche e su tematiche correlate facendo ricorso ad un linguaggio spettacolare. Due tipologie di sale sembrano rispondere meglio a queste esigenze: a) sale dove vengono proiettati film 2D su supporto analogico (la classica pellicola in poliestere da 35 mm) e film 2D e 3D su supporto digitale (D-Cinema): Cinema classico e Cinema Digitale; b) sale che impiegano la tecnologia IMAX su supporto analogico da 70 mm o su supporto digitale: Cinema IMAX. Pensando ad applicazioni più di nicchia andrebbe aggiunta una terza tipologia, che non verrà approfondita in questa sede, costituita da: c) sale 4D/5D dove oltre alla tridimensionalità (3D) si può avere la multisensorialità ottenuta ad esempio coinvolgendo il senso dell olfatto dello spettatore oppure impartendo alle poltrone movimenti in sintonia con l azione del film. È un tipo di sala che troviamo soprattutto all interno di parchi di divertimento dove la richiesta del pubblico è rivolta ai film d azione, di animazione, dove è più grande la necessità di effetti speciali Cinema classico e Cinema Digitale Il Cinema Digitale, (o D-Cinema), è un sistema mediante il quale il film, a differenza del Cinema classico, non viene proiettato sullo schermo utilizzando la tradizionale pellicola in poliestere da 35 mm ma, immagazzinato su un server, viene inviato ad un proiettore digitale. Rispetto alla proiezione con pellicola da 35 mm, la proiezione digitale offre parecchi vantaggi: immagini più nitide e brillanti, qualità costante nel tempo, audio digitale non compresso. Proprio grazie alla capacità del D-Cinema di mantenere la qualità della copia costante del tempo, in quanto la stessa non è soggetta come la pellicola al naturale deterioramento degli elementi chimici che la compongono, esso è risultato particolarmente versatile nella tecnologia del 3D Stereoscopico. Per avere una corretta visione delle immagini in 3D è infatti necessaria una totale conformità di colori, contrasto e allineamento tra l'immagine che viene percepita dall'occhio destro e quella che viene percepita dall'occhio sinistro, che solo il D-Cinema può dare. Con lo sviluppo digitale e delle telecamere ad Alta Definizione (HD) il 3D Stereoscopico ha visto, negli ultimi anni, un progressivo sviluppo in quanto la praticità di queste telecamere, il loro ingombro sicuramente inferiore a quello delle macchine da presa in pellicola, la loro maneggevolezza e qualità dell'immagine sempre crescente, ne hanno favorito l'utilizzo non solo nei grandi film con alti budget ed effetti speciali ma anche nel cinema indipendente e di documentario. Due esempi eccellenti sono Pina di Wim Wenders e Cave of forgotten dreams di Werner Herzog. Peculiarità della Stereografia e quella di simulare la visione binoculare degli occhi umani. L'uomo percepisce la profondità, e quindi la terza dimensione, principalmente grazie al fat- 26

27 to di avere due occhi. Le due immagini, separate, arrivano al cervello, che le rielabora restituendoci una percezione tridimensionale dello spazio. L'artificio tecnologico del 3D stereoscopico si basa sulla possibilità di poter riprendere due immagini separate dello stesso soggetto e di poterle mostrare allo spettatore separatamente su ciascun occhio. Il cervello umano rielabora le due immagini e restituisce una impressione di tridimensionalità allo spettatore. Questo avviene, in sede di ripresa, utilizzando due macchine da presa sincronizzate e montate su un rig che fa si che esse possano riprendere contemporaneamente lo stesso soggetto controllandone convergenza (in gradi di angolazione tra una macchina e l'altra) e interasse (mm o cm di distanza tra una macchina e l'altra). Le ultime innovazioni tecnologiche hanno permesso ad alcune case costruttrici, principalmente la Panasonic, di realizzare macchine da presa a corpo unico ma con doppio obiettivo. Esse sono limitate dal fatto di non poter modificare l'interasse ma solo la convergenza. In sede di proiezione le due immagini vengono destinate l'una all'occhio destro e l'altra una all'occhio sinistro attraverso 4 differenti tecnologie. Anaglifo: le due immagini sono sovrapposte in un unico fotogramma e gli occhialini sono dotati di una lente rossa e una blu. L'immagine viene differenziata per sintesi cromatica sottrattiva. Questo metodo è ormai desueto e non vede un largo utilizzo per via della scarsa qualità del risultato. Sistema ad oscuramento alternato: gli occhialini sono dotati di un otturatore che oscura ora un occhio ed ora l'altro. L'otturatore è sincronizzato al proiettore che, a seconda della fase dell'otturatore, proietterà ora l'immagine destinata all'occhio destro, ora quella destinata all'occhio sinistro. Dolby 3D: sistema brevettato dalla Dolby che si basa su la proiezione delle due immagini in contemporanea filtrate in modo tale da avere differenti lunghezze d'onda di colore. Gli occhiali, a loro volta faranno in modo, per sintesi sottrattiva di far percepire la giusta immagine all'occhio per cui è destinata. Real 3D: vede sempre le due immagini proiettate contemporaneamente ma la selezione binoculare viene fatta grazie all'effetto polarizzatore delle lenti. Quest'ultimo, basato su lenti polarizzate, sembra dare risultati migliori in termini di resa dei colori e di minore affaticamento visivo. Grazie alle innovazioni tecnologiche nelle videocamere, nei proiettori e all effetto trainante di alcuni film in 3D di grande successo, le sale digitalizzate in Europa sono passate a rappresentare, a inizio 2011, il 29% del totale, rispetto al 13,45% di dodici mesi prima, con l Italia al 23%, quindi al di sotto della media europea. Sempre in Europa, a inizio 2011 gli schermi 3D sul totale degli schermi digitali, (2 e 3D), hanno rappresentato l 81,5%. Un esempio di schermo 3D di ultima generazione lo troviamo nel Multiplex Nexus di Corte Franca (Brescia) dove, da pochi mesi, è operativo un sistema di proiezione digitale a risoluzione 4K. Lo standard 4 k prevede quasi 9 milioni di pixel per ogni immagine (pari a 4096 x 2160), risoluzione che è quattro volte quella del 2k (pari a 2048 x 1080) del D-Cinema e delle immagini HD. È uno standard per immagini più dettagliate e realistiche. Il proiettore, prodotto dalla Sony, impiega inoltre una tecnologia di proiezione stereoscopica sviluppata da RealD 3D, affermatasi come standard a livello mondiale per D-Cinema tridimensionali, e adottata in 9300 schermi digitali. Con questa tecnologia è sufficiente un solo proiettore digitale mentre allo spettatore è richiesto di indossare un paio di occhiali con lenti a polarizzazione circolare. Naturalmente anche con il sistema RealD occorre prevedere, in sede di ripresa, l impiego di un Rig capace di ospitare due macchine da presa ad alta definizione o di telecamere a doppio obiettivo. 27

28 È recente l annuncio secondo il quale RealD è ora in grado di proiettare immagini 3 D su schermo fino a 25 m di larghezza ed utilizzando un solo proiettore. Sono schermi pensati per auditorium, teatri e parchi tematici, con posti a sedere secondo la disposizione a stadio, quella cioè che avvicina maggiormente lo spettatore allo schermo rendendogli l esperienza 3D più coinvolgente. Il D-Cinema, sia in versione 2D che 3D, sta rivoluzionando il modo di fare cinema, dalla produzione dei filmati fino alla loro proiezione nelle sale, con la prospettiva di relegare l a - nalogico ad un ruolo marginale. Ma è la stessa sala cinematografica a cambiare di ruolo diventando un centro di diffusione culturale, di centro multimediale in quanto consente di proiettare eventi live, opere teatrali, concerti, etc. In un ottica prospettica, le nuove tecnologie di ripresa, riducendo i costi di produzione, permetteranno al cinema indipendente, al cinema del reale, di trovare spazio anche nel 3D. Da segnalare, infine, i grandi passi avanti fatti nelle trasmissioni live 3D nei D-Cinema grazie ai satelliti. È in corso un progetto innovativo che prevede, con il supporto di Eutelsat ed in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, di mettere in rete 100 sale attraverso l installazione di impianti di ricezione satellitare Cinema IMAX La tecnologia IMAX è basata sull impiego di un sistema di proiezione originale concepito per schermi giganti di forma rettangolare o emisferica. Questo speciale proiettore non utilizza la pellicola tradizionale da 35 mm ma una speciale da 70mm denominata 15/70 film format con fotogrammi a 15 perforazioni aventi superfici 10 volte superiori a quella del 35 mm. Le maggiori dimensioni della pellicola, hanno portato a sviluppare un proiettore completamente innovativo con movimento di avanzamento della pellicola su di un piano orizzontale anziché verticale. Ogni immagine, giunta all altezza dell obiettivo, viene fatta aderire, risucchiata da un sistema di vuoto, su di una superficie piana trasparente. Il risultato è un immagine sullo schermo ben focalizzata e stabile. Un dispositivo di pulitura provvede a rimuovere dalla pellicola particelle di polvere che verrebbero ingigantite sullo schermo. Questi accorgimenti e l elevata superficie di ogni fotogramma in grado di catturare un gran numero di dettagli garantisce una visione di qualità su schermi fino a 22 x 29 m o emisferici fino a diametri di cupola di 30 m. Per garantire la necessaria luminosità il proiettore utilizza lampade allo Xeno con potenze di kw. La pellicola IMAX non contiene tracce audio allo scopo di poter utilizzare tutta l area disponibile per l immagine. A questo riguardo è stato sviluppato da IMAX un impianto acustico basato sul sistema DATC (Digital Audio Theater Controle) secondo il quale l audio viene prelevato direttamente da un disco fisso sotto forma di file audio non compresso contenente 6 canali e distribuito agli amplificatori, per giungere in sala attraverso altoparlanti distribuiti strategicamente al suo interno. In tal modo viene garantita la stessa qualità del suono qualunque sia la posizione a sedere. Esiste anche una versione 3D da vedere con speciali occhiali ma che richiede un proiettore più sofisticato, a due obiettivi. In Italia, l unica sala IMAX per pellicole da 70 mm si trova nel complesso dei parchi di divertimento della collina di Riccione. Con 500 posti a sedere, dispone di uno schermo che misura 22m di altezza e 29 m di larghezza (per una superficie di 638 mq). Il fattore principale che ha limitato la diffusione del sistema IMAX è l elevato costo delle cineprese, delle riprese cinematografiche, della stampa delle pellicole, costo quest ultimo che si raddoppia passando da una copia 2D ad una 3D. 28

29 Da qui la decisione presa in anni recenti di fare il grande salto nel mondo della proiezione in digitale, sia 2D che 3D, mantenendo però lo standard qualitativo IMAX riconosciuto in tutto il mondo. Per facilitare la diffusione del digitale, IMAX ha avviato un programma di ristrutturazione di sale preesistenti per adeguarle a questi standard. È quello che è avvenuto con la sala 4, da 340 posti, del Cinema UCI di Piontello, in Provincia di Milano, la prima sala IMAX digitale in Italia. Inaugurata nel maggio 2011, dispone di uno schermo di 200 mq, leggermente inclinato e ad altissima risoluzione che permette, grazie a due proiettori digitali, ad un sistema audio con altoparlanti laser, alla tecnologia 3D, una full immersion dello spettatore nelle vicende del film. Resta il fatto che la tecnologia IMAX ha un costo e questo porta a ritenere che l utilizzo ideale del cinema IMAX, in versione analogica, sia solo per film d azione e di animazione particolarmente spettacolari o per blockbuster. Più difficile da valutare, in assenza di dati di confronto, è la quota di mercato che la versione più economica, quella in digitale, si può prendere in presenza di una concorrenza che, come visto al par , è particolarmente agguerrita. Conclusioni Dall esame precedente emergono alcuni elementi utili a definire le caratteristiche e finalità della sala grande schermo destinato al Parco tematico: rimarrà certamente uno spazio non trascurabile, nonostante la crescita impetuosa del D-Cinema, per il Cinema classico, grazie anche all imponente archivio di film su pellicola che non saranno convertiti in digitale, ne consegue che la sala andrebbe attrezzata sia con proiettore analogico che con proiettori digitali (singolo se si adottasse il sistema RealD) con risoluzione 2 e 4 k, sulla base degli ultimi sviluppi tecnologici del 3D, la sala può essere dimensionata per ospitare uno schermo fino a 25 m di larghezza, con poltrone disposte nella configurazione a stadio, la migliore in assoluto nelle proiezioni in 3D. Il numero dei posti a sedere, tutti con buona visibilità, è stimabile in almeno 500, la sala grande schermo, così come il planetario digitale di cui al par , se attrezzati con impianti di ricezione satellitare, si possono prestare alla proiezione di contenuti digitali, di eventi dal vivo via satellite, nell ambito di collaborazioni, di scambi con altri parchi tematici, con Centri di ricerca, con Organizzazioni internazionali in modo da costruire dei veri palinsesti da proporre al grande pubblico, la sala grande schermo, per le sue caratteristiche, si può candidare a diventare, nelle ore o nei periodi di chiusura del Parco tematico, un centro multimediale per il territorio metropolitano e per la città di Milano dove i vecchi grandi cinema sono stati trasformati in multisale, non sempre dotate di grandi schermi o sono stati convertiti in centri commerciali. Un centro di diffusione culturale dove proiettare eventi live, concerti di musica leggera, opere teatrali, partite di calcio e naturalmente le ultime novità in 3D. 29

30 4.2. La Biosfera Le serre, dopo aver svolto durante l EXPO La funzione di mostrare al grande pubblico le tecniche di coltivazione, di trasformazione dei prodotti agricoli tipici dei climi tropicali umidi, tropicali aridi e secchi, nel dopo EXPO andrebbero riprogettate riguardo i contenuti al loro interno per enfatizzare il ruolo di edutainment con una attenzione rivolta alle esigenze di spettacolarizzazione. Si tratterebbe in primo luogo di spostare l attenzione del pubblico dagli aspetti tecnologici legati al ciclo di trasformazione del cibo, di minore impatto sul pubblico, a quelli legati alla nascita, alla crescita, alla raccolta dei prodotti della terra (cacao, datteri, riso, caffè ananas, zucchero, banana, frutti tropicali, spezie, etc.). Si libererebbero così degli spazi da dedicare alla coltivazione di specie vegetali rappresentative della biodiversità terrestre, in particolare quelle a rischio di estinzione o apprezzate dall uomo non solo come fonte di alimentazione ma per le loro riconosciute proprietà medicinali, per la loro bellezza. Ricreare artificialmente, per scopi ludici, educativi o scientifici un ecosistema è un impresa impegnativa già superata con successo in alcune realtà o ancora allo stadio di progettazione con un crescente impiego di tecnologie e materiali sofisticati Le serre di ultima generazione EDEN PARK Parco naturalistico di nuova concezione, inaugurato nel 2001 in Cornovaglia, che si estende per 14 ettari in un area occupata originariamente da una cava per l estrazione del caolino, contiene due spettacolari serre (Fig. 3a). La prima, di mq, ospita più di 2000 specie di piante tipiche delle Isole Oceaniche, Malaysia, Africa Occidentale e Sud America con un clima tropicale umido, la seconda di 6500 mq dedicata alla vegetazione tipica del clima temperato mediterraneo, Tab. I. Ogni serra è composta dal raggruppamento (cluster) di quattro cupole geodetiche di diverso diametro. In Fig. 3a è visibile, al centro della foto il cluster più grande,dedicato ad ecosistemi tropicali e di scorcio, a destra della foto, il cluster più piccolo dedicato ad ecosistemi mediterranei. I due cluster sono collegati da un corpo allungato, ricoperto da un manto erboso, ospitante ristoranti e servizi La serra Masoala La Serra Masoala, (Fig. 3b), facente parte dello Zoo di Zurigo, riproduce l ecosistema di una foresta pluviale quale è rintracciabile nel Parco Nazionale di Masoala, facente parte della Penisola di Masoala, nel Nord Ovest del Madagascar. Inaugurata nel 2003 su un area di mq, (Tab. I), ospita esemplari di piante appartenenti ad almeno 400 specie diverse (alberi di taglia grande e piccola, rampicanti, bambù, orchidee, pervinche, etc.). Sono stati inoltre introdotti animali di specie diverse: mammiferi, uccelli, farfalle, insetti, pesci che vanno dal lemure alla tartaruga gigante, ai pesci tipici della barriera corallina. La serra ha la forma di una porzione di cilindro, tagliato lungo un piano parallelo a quello che passa per il suo asse Heart of Africa Sorgerà nel 2014 nella città inglese di Chester una delle più grandi serre, (Fig. 3c), all interno della quale verrà riprodotta, su una superficie di mq, (Tab. I), l habitat tipico della foresta pluviale congolese, una delle più ricche di flora e fauna. 30

31 Fig. 3a Eden Park Fig. 3b La serra Masoala 31

32 Fig. 3c The Heart of Africa 32

33 Tab. I Aree climatiche EDEN PARK SERRE BIOCLIMATICHE NEL MONDO anno inaugurazione area area area EXPO area THE HEART m 2 MASOALA m 2 OF AFRICA m m 2 Madagascar Seychelles Clima tropicale umido, arido, secco Africa (Camerun) (Congo) Centro America Sud America Sud Est Asiatico Isole oceaniche Area desertica Area secca (Guyana) (Malaysia) I Totale Clima mediterraneo Clima temperato II Totale TOTALE Il bioma ospiterà gorilla, scimpanzé, okapi (giraffide presente solo in una ristretta area del Congo), uccelli, anfibi, rettili, pesci ed invertebrati. Per evitare contatti con queste specie animali, osservabili in un ambiente vicino a quello originale, verranno progettati per i visitatori percorsi non intrusivi. Si differenzia dall Eden Park, oltre che per la presenza di specie animali, per l adozione di tecnologie più avanzate. 33

34 Innovazioni tecnologiche, scelte energetiche Le strutture dal grande impatto visivo di Fig. 3a, b, c sarebbero state impensabili senza l impiego, per la loro copertura, di un materiale sostitutivo del vetro. Si tratta di un polimero termoplastico, l etiltetrafluoroetilene, noto come ETFE, impiegato sotto forma di fogli sottili il cui peso è l 1% rispetto al vetro. Sovrapponendo due fogli di ETFE si ottengono dei cuscini pneumatici gonfiati con aria a bassa pressione, chiusi tra profili metallici, sostenuti da una leggera armatura in acciaio. Si possono ottenere cuscini dalle forme più svariate: rettangolare, triangolare, pentagonale, esagonale, etc. L ETFE possiede straordinarie proprietà: alta trasmissione della luce negli spettri del visibile e dell UV, riciclabilità, resistenza agli agenti chimici, elevate proprietà meccaniche, etc.. L elevato grado di isolamento dei cuscini permette di realizzare strutture a bassa dispersione termica con risparmi nei consumi energetici del 30% rispetto a strutture tradizionali e molto più leggere EDEN PARK In Tab. II sono riportati alcuni dati caratteristici del cluster dedicato ad ecosistemi tropicali. Le cupole del cluster sono strutture realizzate in acciaio, formate dall unione di facce esagonali con saltuari inserimenti di facce pentagonali. La forma sferica delle cupole, i cuscini d aria in ETFE, il posizionamento in un declivio roccioso aperto a Sud, ad accumulo termico nelle ore diurne con restituzione del calore nelle ore notturne, sono misure adottate per minimizzare i consumi energetici necessari al controllo climatico degli interni. A queste misure di tipo strutturale volte alla riduzione dei consumi energetici se ne stanno aggiungendo altre per ridurre le emissioni di CO 2 del 25% nel 2013, rispetto al 2008 preso a riferimento e di un ulteriore 55% nel 2015, per un totale dell 80%. Queste le misure principali: - pannelli fotovoltaici della capacità di 30 kwp, - impianto a biomasse, da 300 kw, alimentato da cippato di provenienza locale, - pala eolica da 5 kw, - impianto geotermico da 3-4 MW in grado di erogare sia energia termica che elettrica per alimentare non solo l Eden Park ma il contiguo quartiere abitativo La serra Masoala Come si intravede nella Fig. 3b, l involucro climatico del biodome è formato da cuscini di EFTE di forma rettangolare, sostenuti e bloccati da una struttura metallica formata da dieci archi verticali spaziati sulla lunghezza dei 120 m. Ogni cuscino è ricoperto esternamente da una protezione trasparente antigrandine. Sulla sommità della volta, ad intervalli regolari e per tutta la sua lunghezza sono posizionate finestre di areazione che variano automaticamente la loro apertura in funzione della temperatura interna desiderata. Fanno parte di un sistema di condizionamento più complesso e sofisticato in grado di garantire un range di temperature tra 20 e 30 C. Quando l aria raggiunge un valore di soglia, viene estratta da un condotto con la bocca a 25 m di altezza e raffreddata nell impianto di condizionamento per essere reimessa nella serra attraverso una serie di bocchette. Il calore in eccesso va a riscaldare l acqua in una cisterna di 250 metri cubi per essere poi restituito alla serra nelle ore notturne. Questo calore fornisce, nei mesi invernali, il 20-30% dell energia termica richiesta; il resto proviene da un forno alimentato da cippato di legno che quindi non contribuisce alla emissione di CO2 nell ambiente. 34

35 BIOMI TROPICALI THE HEART Tab. II EDEN PARK MASOALA OF AFRICA Fig. Fig. Fig. superficie (m 2 ) lunghezza (m) larghezza (m) altezza (m) volume (m 3 ) copertura struttura energie rinnovabili recupero energetico cuscini di forma pentagonale ed esagonale in ETFE struttura tubolare in acciaio a facce esagonali e pentagonali Progetto: geotermica fotovoltaica da biomasse recupero calore assorbito dalle pareti di roccia che cuscini di forma rettangolare in ETFE struttura principale in acciaio formata da 10 archi spaziati sulla lunghezza di 120 m recupero calore accumulato di giorno sulla sommità della volta cuscini di forma triangolare in ETFE struttura tubolare in acciaio a facce triangolari - - recupero calore accumulato di giorno sulla sommità della volta chiudono il cluster temperatura interna ( C) umidità (%) 90% 80% Heart of Africa Secondo il progetto, la serra, alta 34 m, a volta geodetica, è costituita da un guscio a doppia curvatura, (grid shell), una struttura tubolare in acciaio a fecce triangolari. I triangoli vengono chiusi da fogli in ETFE gonfiati a forma di cuscini. La curvatura del guscio è studiata in modo che il peso della volta e la pressione del vento si traducano in spinte orizzontali contrastate da appoggi distribuiti lungo il perimetro della serra. Fra le innovazioni introdotte, l originale sistema di controllo della temperatura interna. Di giorno il calore che salendo si accumula sulla sommità della volta viene catturato da un sistema di recupero del calore che consiste in una serie di bobine alettate, finned coils), poste all interno dell aria esausta. Con un sistema di pompe e tubazioni questo calore viene trasferito in un serbatoio d acqua sotterraneo. Durante la notte il calore così accumulato viene recuperato per mantenere in temperatura l interno della serra

36 Le serre dell EXPO 2015 Dall esame dei par e emergono elementi utili alla progettazione delle serre previste nel Masterplan, dedicate al clima tropicale umido, tropicale arido e secco. - dimensioni e numero delle serre Rispetto alle dimensioni riportate nel Masterplan: mq l'area della serra dedicata al clima tropicale umido, 5000 al clima tropicale arido e 5000 mq a quello secco si suggerisce di portare a mq quella dedicata al clima tropicale umido e a 5000 mq l'area totale delle altre due serre accorpandole in una e modulando le condizioni climatiche, (temperatura ed umidità), da una estremità all altra, come è già stato fatto all interno di Biosphere 2, [7]. L'area totale passata così da mq a mq è pur sempre sostanzialmente uguale a quella delle più grandi serre al mondo dedicate ai climi tropicali, già realizzate o allo stadio progettuale (Tab. I); una riduzione di area che non sembra penalizzare la qualità dell'offerta. Un'offerta in realtà complessivamente più ricca se alle serre si aggiunge lo spazio all'aperto, per complessivi mq, dedicato ai climi temperato e mediterraneo. Aver ridotto l'area totale porta poi importanti benefici in termini di riduzione degli investimenti, dei costi di gestione, dei consumi energetici. - involucro climatico delle serre Al momento non sembrano esserci alternative all impiego del polimero ETFE in fogli con il quale si realizzano cuscini dalle forme più diverse per la chiusura della struttura metallica di sostegno. Viene attribuita un importanza crescente alla forma da dare a questo involucro sia per ridurre le perdite termiche sia per il recupero dell aria calda che si accumula sulla volta dell involucro. - riduzione dei consumi energetici La riduzione dei consumi energetici per il condizionamento delle serre si ottiene grazie alle proprietà isolanti dei cuscini in ETFE costituenti l involucro climatico, al recupero del calore di accumulo, trasferito con soluzioni tecnologiche diverse,(vedi Masoala e Heart of Africa) in un serbatoio sotterraneo d acqua che funge da volano termico, con restituzione del calore nelle ore notturne. Risultati analoghi, in termini di risparmi energetici, verrebbero raggiunti installando all'interno delle serre, come suggerito nel Masterplan, delle tende aventi una superficie con proprietà riflettenti. Nelle ore diurne questa superficie viene rivolta verso l'esterno per evitare sovratemperature nocive al modo vegetale e verso l'interno, nelle ore notturne, per ridurre le escursioni termiche. - energie rinnovabili Il Parco, per assolvere finalità educative oltre che ludiche, vuol essere esempio di struttura complessa alimentata da energie prodotte da fonti rinnovabili. Per la climatizzazione delle serre, la soluzione che si va affermando prevede l impiego di pompe di calore alimentate dell acqua di falda con cui si riscaldano o raffrescano le serre. L energia elettrica necessaria al funzionamento delle pompe va prodotta da fonti rinnovabili disponibili localmente quali in particolare: il fotovoltaico, le biomasse, il mini-hydro. Di particolare interesse la soluzione impiantistica di trigenerazione per la produzione non solo di energia elettrica ma di energia termica e frigorifera. Se si utilizzano, come combustibile, le biomasse provenienti in particolare dallo stesso Parco tematico e dal Parco Agricolo Sud Milano, la linea impiantistica si compone di: caldaia a biomasse, gruppo turbina alternatore, macchina ad assorbimento. 36

37 Le serre nel dopo EXPO Come si è già sottolineato in questo studio è di fondamentale importanza, nella progettazione e nella realizzazione dell'evento espositivo programmare sin da oggi la destinazione finale delle strutture destinate a rimanere, il lascito EXPO. Tra le più importanti strutture spiccano quelle riferite alle serre espositive, strutture di dimensioni tali, soprattutto per quanto riguarda le altezze (oltre 30 m), da fare escludere in partenza determinate possibilità di impiego come quelle produttive agricole o quelle legate ad attività di ricerca e ciò naturalmente per ovvi costi di gestione. Tuttavia esistono esempi diversi nel mondo di possibilità di utilizzo di strutture realizzate in occasioni di grandi eventi e che in seguito sono diventate sede di esposizioni e di eventi spettacolari di grande richiamo a livello mondiale. Le possibilità di impiego delle serre ( mq di superficie, come suggerito in questo studio), dovranno essere esaminate ed approfondite proprio in funzione del futuro impiego delle stesse secondo alcuni criteri fondamentali già sufficientemente trattati ma che si riassumono brevemente: A) La destinazione finale delle strutture dovrà essere decisa operativamente già prima di EXPO 2015 in modo tale che non intercorrano tempi brevi o lunghi durante i quali le serre restano inutilizzate. Sono infatti sufficienti pochi mesi di abbandono per causare danni gravissimi (alle strutture stesse, agli impianti tecnologici, ecc.) spesso non più recuperabili; B) Il decidere preventivamente gli impieghi successivi delle strutture non può che favorire anche l utilizzo delle stesse durante l'esposizione indirizzandolo in modo tale che i costi di allestimento possano in qualche modo tornare utili agli impieghi successivi; C) Le destinazioni finali delle serre devono tenere conto della sostenibilità economica di ogni progetto previsto per le stesse evitando il ricorso a fantasiose ed incerte forme di sovvenzionamento che d ora in avanti diventeranno sempre più difficili a reperire; D) La ricerca di soluzioni deve mirare a forme di utilizzo in grado di raggiungere la parità energetica ed economica di tutte le attività che si svolgeranno al loro interno. Trattandosi di serre, è naturale ipotizzare nel dopo EXPO il mantenimento di questa funzione, con un'attenzione rivolta al rinnovo dell'offerta, attraverso la messa a dimora di nuove specie vegetali con presenza di animali di piccola taglia se, come qui suggerito, le serre vengono destinate ad essere parte integrante del Parco tematico. Se invece si volessero impiegare le serre come semplici contenitori di attività slegate dalla botanica, dalla zoologia, dalla agronomia, dalle scienze forestali, dal paesaggismo, in tal caso le serre andrebbero considerate come un qualsiasi altro edificio. Visti i pochi anni che ci separano dall'expo sorge innanzi tutto la preoccupazione del reperimento sia per l evento espositivo che per gli impieghi successivi delle piante necessarie alla realizzazione delle presentazioni e delle scenografie necessarie. Il problema più grande è dato proprio dalle dimensioni delle strutture soprattutto per quanto riguarda le altezze. Trenta o più metri di altezza son difficilmente sfruttabili dalle piante a meno di realizzare solette interne e strutture interne a più piani ma, in questo caso si perderebbero le caratteristiche di serra per le zone interne e per i piani più bassi. Le massime dimensioni reperibili su mercato e movimentabili con facilità sono quelle compatibili con il trasporto su automezzi sia per quanto riguarda la lunghezza sia per quanto riguarda i pesi. In casi particolarissimi possono essere impiegati trasporti eccezionali ma questi non possono certamente essere la generalità ed anche i trasporti eccezionali hanno dei limiti non potendosi in ogni caso movimentare piante di 25 o 30 metri di altezza. 37

38 Nessun problema invece per la reperibilità sul mercato delle piante per le quali in tutto il mondo, ma specialmente in Italia, i vivai soprattutto ed anche taluni giardini botanici sono in grado di fornire o mettere a disposizione in breve tempo un numero di piante e di esemplari di moltissime specie e varietà più che sufficiente ad attrezzare e più mq di serre. Per meglio comprendere il concetto basta pensare che a Genova, in occasione di EU- ROFLORA vengono allestiti in poche settimane oltre 10 ettari di giardini di grande livello estetico e spettacolare e così viene fatto in altre grandi esposizioni di livello mondiale. Naturalmente, per le piante provenienti dall estero occorrerà che vengano rispettate le norme sanitarie internazionali e le regole dettate dalla convenzione di Washington per la protezione di piante a rischio di estinzione. Per quanto riguarda i trasporti gli stessi possono essere effettuati via terra per le piante reperibili in Europa e via mare o via aerea per le piante provenienti da altri continenti. (*) Non andrebbe esclusa la possibilità che i Paesi partecipanti, aventi clima tropicale, umido, arido, secco dessero un contributo nel reperimento delle piante da mettere poi a dimora in aree loro assegnate all'interno delle serre. Perché rimanga una traccia duratura nel tempo della loro partecipazione all'expo, a questi Paesi andrebbe chiesto di personalizzare la loro area donando un'opera d'arte rappresentativa della loro cultura e tradizioni, ciò che farebbe aumentare l'attrattività delle serre. (*) Sia per il reperimento delle piante che per la progettazione di spazi espositivi e degli allestimenti lo studio p arch (con sede a Genova, fondato dal Dr. Agr. Ettore Zauli) è in grado di fornire una valida collaborazione basata sull esperienza dei suoi componenti nella realizzazione di manifestazioni espositive di grande rilievo nazionale e mondiale sia all aperto che al coperto. Da molti anni infatti i soci dello studio si occupano e partecipano fattivamente all organizzazione di manifestazioni o all allestimento di spazi espositivi in tutto il mondo. A titolo di esempio si citano EUROFLORA (dal 1976 ad oggi), Floralies di Gand, Floralies di Nantes, Mosaicoltures di Montreal, di Shanghai e di Hamamatsu, allestimenti di parchi a Bata (Guinea Equatoriale), progettazione e allestimento di giardini a Bangkok, Bolla di Renzo Piano al Porto Antico di Genova, progettazione e allestimento giardini Dubai, ecc. Lo studio è quindi in grado di reperire sul mercato mondiale le piante necessarie a ogni tipo di allestimento e a curare la progettazione dell allestimento e delle scenografie. 38

39 Lo studio è in grado altresì di fornire collaborazione per lo studio, il reperimento e l inserimento di attività di tipo, culturale, commerciale, spettacolare connesse all impiego della vegetazione e atte a garantire per il futuro la piena sostenibilità e la funzionalità delle serre realizzate in occasione dell EXPO. 39

40 4.3. L Area rinaturalizzata e la Collina mediterranea L'Area rinaturalizzata Al termine dell evento espositivo, rimarranno aperti al pubblico, se verrà confermato il Masterplan, i cinque agroecosistemi fra i quali quello rappresentativo del clima temperato; un clima che caratterizza la pianura Padana dove prevalgono le colture cerealicole (frumento, orzo, riso), le leguminose (piselli, fagioli), colture a pieno campo, come patate e mais e dove sono ancora rintracciabili elementi del paesaggio vegetazionale preesistente al processo di antropizzazione, come fasce boscate, aree umide, risorgive. Un agroecosistema ospitato in un area di mq a ridosso del canale navigabile e di Lake Arena e dove, durante l EXPO, verranno mostrate sia la vegetazione spontanea sia le diverse culture sviluppate dall essere umano. Rinaturalizzare quest area vuol dire, una volta terminato l evento espositivo e sgombrato il terreno da queste colture, espressione di una ruralità agricola di tipo produttivo, ricostituire il manto vegetale per riproporre, in piccola scala, il preesistente paesaggio vegetazionale, allora rappresentato dalla foresta planiziale, dai boschi igrofili, dagli habitat particolari di fontanili/risorgive, corsi d acqua. Aspetti relittuali di paesaggio ancora rintracciabili in particolare a Nord Ovest di Milano, nell Alto Milanese, nel Parco Agricolo Sud Milano, in Brianza, grazie anche alla presenza di parchi e aree naturali. Le specie autoctone da mettere a dimora sono riconducibili al querco - carpineto, in parti - colare tra le specie arboree farnia, frassino maggiore, carpino bianco, acero campestre, olmo minore, tiglio; tra quelle arbustive biancospino, corniolo, pallon di Maggio, ligustro, nocciolo, sanguinella, rosa canina, etc.; tra le specie igrofile pioppo (bianco, nero, cipressino), salici, ontano. Il disegno complessivo dell'area rinaturalizzata andrà a ricomporre una matrice paesaggistica, attenta sia agli aspetti ecologici (attraverso la creazione di corridoi, varchi, stepping stone, etc.), sia gli aspetti escursionistici attraverso una rete di sentieri attrezzati per il bird watching. Una volta avviato questo ecosistema, è da attendersi, infatti, grazie alla presenza dei fontanili e specchi d acqua, l insediamento spontaneo di specie faunistiche tipiche di ambienti terrestri e di ambienti acquatici-umidi che si ritrovano nel territorio circostante. È un territorio che, come verrà esplicitato al Cap. 8, può essere raggiunto attraverso una rete di piste ciclabili, alcune già operative ed altre che lo saranno in occasione dell EXPO. Oltre ad assolvere una funzione educativa, l Area rinaturalizzata vuol far nascere nel visitatore il desiderio di esplorare questo territorio e può fare da stimolo al recupero, attraverso interventi di rinaturalizzazione, di aree marginali e naturalisticamente compromesse e al recupero di buone pratiche di un agricoltura più vicina alle esigenze ecologiche dell ambiente [8]. Sarebbe tuttavia riduttivo limitare questa esplorazione confinandola agli aspetti paesaggistici, naturalistici se si considera che, oltre ai parchi naturali (Parco del Ticino, delle Groane, di Trenno, etc.) il territorio è ricco di beni architettonici, (Villa Reale, Villa Litta, Villa Valera, etc.), un patrimonio straordinario che aspetta ancora di essere adeguatamente valorizzato. Per stimolare le emozioni, la curiosità intellettuale del visitatore, si propone di mettergli a disposizione strumenti di partecipazione interattiva e di conoscenza come il Geoblog e il Plastico Metavisuale. Geoblog Il Geoblog è uno strumento di partecipazione interattiva, basato su mappe condivise, per far conoscere in tempo reale le offerte sia del Parco tematico che del territorio. Come sottolineato al par. 8.3, una funzione importante che uno strumento come il Geoblog può ricoprire all interno del Parco tematico è quello di mettere in connessione tra loro tutta 40

41 la rete di informazioni che stanno attorno al territorio raggiungibile dalla rete ciclabile e che connettono persone, usi e luoghi come per esempio gli agriturismi e la loro offerta aggiornata, i luoghi che propongono eventi, i luoghi in cui fermarsi ad acquistare i prodotti biologici, le fattorie didattiche e tutta la rete commerciale e culturale che struttura il Parco. Plastico Metavisuale Il Plastico Metavisuale rappresenta una innovativa tecnologia di videoproiezione di immagini e filmati ad animare la superficie statica di un modello fisico di un territorio o di un progetto architettonico, ottenuto mediante il sistema della prototipazione rapida. Vengono così prodotti filmati in grado di descrivere con grande efficacia un luogo, un progetto urbanistico, una città, un quartiere storico, contemporaneo o ancora soltanto immaginato. Le videoproiezioni vengono deformate prospetticamente dalla superficie tridimensionale del piano de! plastico, e creano texture fotorealistiche o evidenze geometriche direttamente sulle superfici dei volumi, comprendendo schemi, illuminazioni, informazioni o una articolata trama digitale. Le videoproiezioni, di tipo panoramico FULL-HD e oltre, compatibili con il rapporto dimensionale del plastico, visualizzano in modo dinamico e direttamente sui volumi in scala, layer, videografica, titolazione, dati numerici e altre informazioni testuali. La superficie bianca e modellata del plastico viene investita di luce e si fa tessuto elettronico, ambiente digitale in movimento. Gli oggetti rappresentati sono così creati e animati, dando l'impressione di fluttuare nell'ambiente sospesi. Il Plastico Metavisuale può prevedere anche la presenza di un cielo verticale digitale, creando un vero e proprio ambiente immersivo, o di un modulo di interazione naturale con il pubblico (che può scegliere le visualizzazioni attraverso semplici gesti delle mani nell'aria). Nell'ambito del progetto, il Plastico Metavisuale può ricostruire in scala il Parco tematico e, se collocato all'ingresso, offrire ai visitatori il primo orientamento, fornendo tutte le info utili in merito ai percorsi, ai luoghi da frequentare, ai servizi e a quant'altro si ritenga opportuno mostrare. L'impiego di questo strumento per rappresentare contenuti con valenza di anteprima-assaggio, rispetto a ciò che si potrà trovare all'interno del Parco, risponde all'esigenza cruciale di proporre una o più chiavi di lettura/interpretazione alla visita che verrà compiuta. Si pensi poi all'eventuale collocazione dell'ambiente immersivo lungo la fila per l'attesa alle biglietterie. Il tempo dell'attesa sarà riempito da un'esperienza emozionante e coinvolgente, che permetterà di conoscere il senso e la natura del Parco immersi in un grande scenario tridimensionale (senza alcuna necessità di indossare occhialini 3D). Un secondo Plastico Metavisuale potrebbe trovare collocazione in un ambiente predisposto all'interno dell'area rinaturalizzata e contestualizzare il Parco rispetto a un'area più estesa come quella rappresentata dal territorio metropolitano raggiungibile, come detto, attraverso una rete di piste ciclabili. Qui, evidentemente a scala diversa rispetto al Plastico descritto sopra, potrebbero essere illustrate molto efficacemente le numerose tipologie di offerta del territorio (parchi naturali, beni architettonici, paesaggi, coltivazioni, agriturismi, etc.) creando le specifiche correlazioni con quanto presente nel Parco e nell'area rinaturalizzata in particolare. La Collina mediterranea Da mantenere invece nella sua integrità, l'agrosistema relativo al clima mediterraneo che verrà allestito all'aperto sulla collina posta all'estremità orientale del Decumano. Nota come la "Collina mediterranea", è destinata a diventare uno dei simboli dell'expo, un "elemento naturale del paesaggio con il suoi 22 metri di altezza e la serie di elementi architettonici (terrazzamenti, nicchie, ciglionamenti), tipici del paesaggio italiano e mediterra- 41

42 neo. Metà della collina, poi, ospiterà un bosco con le specie e i profumi della macchia mediterranea" La Cupola dell Universo L osservazione satellitare della Terra Le tecnologie spaziali, come i sistemi di osservazione della Terra, si prestano ad affrontare tematiche su grande scala e di natura globale, [9]. Molte di queste tematiche sono le stesse che verranno affrontate nei sei mesi dell Esposizione Universale, come in particolare: - gestione dei terreni: per sostenere le politiche agricole, lo sviluppo sostenibile delle colture, l allarme tempestivo in materia di sicurezza alimentare, la protezione del suolo, la gestione delle risorse naturali, il monitoraggio della biodiversità, etc., - monitoraggio degli oceani: per migliorare la comprensione dei cambiamenti climatici e favorire una gestione sostenibile delle risorse, ad esempio la pesca, - monitoraggio dell atmosfera: comprensione dei cambiamenti climatici, analisi meteorologica e misura degli inquinanti per la salute umana, - gestione delle risorse idriche: sarà il problema dei prossimi decenni, - gestione dei rischi: per informare sui rischi inondazioni, tempeste, incendi foreste, siccità, etc.. Per affrontare queste tematiche occorre sviluppare dei servizi che richiedono, per la loro implementazione, l uso di specifici sistemi di osservazione della Terra come: sensori con media e alta risoluzione, imager ottici e radar per il monitoraggio della superficie terrestre, delle zone costiere, degli oceani; sensori per misurare la composizione atmosferica e strumenti per il monitoraggio degli oceani. Naturalmente questi strumenti vanno integrati con sistemi di osservazione al suolo, nell aria e in mare per creare una banca dati con la quale fornire un informazione utile al sostegno di obiettivi sostenibili per l agricoltura, la pesca, l ambiente, etc.. Un informazione da diffondere a tutti ed in particolare ai paesi in via di sviluppo. ESA e FAO sono due Agenzie particolarmente attive su queste tematiche e, più in generale, su quelle riguardanti lo sviluppo sostenibile, lo stato di salute del nostro pianeta ESA Dall esame delle attività dell ESA sull osservazione satellitare della Terra sono stati selezionati alcuni progetti che vedono l impiego di satelliti come: - ENVISAT (ENVIronmental SATellite): satellite ambientale lanciato nel 2002, (Fig. 4a) sta svolgendo un ruolo importante per il controllo dell ambiente terrestre nel suo complesso [10]. Con la sua ricca dotazione strumentale è in grado di fornire dati da utilizzare in diverse discipline riguardanti: la composizione dell atmosfera, l ozono, l agricoltura, l albericoltura, lo studio delle neve e dei ghiacci, idrologia (umidità, inondazioni), i rischi naturali, l inquinamento, la topografia degli oceani e dei ghiacci, la cartografia, etc.. Rimanendo sulle tematiche più vicine a quelle dell EXPO è stato possibile realizzare nel 2009, grazie allo strumento ottico MERIS a bordo di questo satellite, la mappa della copertura del suolo a livello planetario dove, per la classificazione dei suoli è stato adottato un sistema sviluppato dalla FAO. Mappe di questo tipo costituiscono uno strumento utile per studiare gli effetti del cambiamento climatico, preservare la biodiversità e gestire al meglio le risorse naturali. 42

43 Il monitoraggio dei terreni agricoli finalizzato ad una produzione sostenibile del cibo è un obiettivo che l ESA vuol perseguire con metodi e strumenti nuovi ad integrazione degli strumenti ottici impiegati nella mappatura dei suoli. 43

44 Fig. 4a Satellite Envisat Per questo è stato avviata nel 2009 una campagna, AGRISAR (AGRIcultural bio/geophysical retrieval from frequent repeat pass SAR and optical image) con raccolta dati provenienti principalmente da ENVISAT per mettere a punto tecniche matematiche finalizzate a migliorare la qualità delle immagini radar in banda C rendendole utilizzabili per applicazioni in campo agricolo. [11] La Fig. 4b mostra la qualità delle immagini di terreni agricoli in Canada, ottenibili per questa via. Poiché a colori uguali corrispondono coltivazioni uguali, i colori possono essere utilizzati per la classificazioni delle coltivazioni. Fig. 4b Immagini di terreni agricoli in Canada 44

45 - SENTINEL-1: (Fig. 4c) satellite progettato da Thales Alenia Space Italy per produrre immagini radar nella banda C e che verrà lanciato nel 2013, andrà a sostituire l ENVISAT. La sua missione sarà quella di rendere operativi, a livello mondiale, metodi per monitorare i processi di crescita delle coltivazioni, per l ottimizzazione delle pratiche agricole e metodi per applicazione in campo marittimo. SENTINEL-1 fa parte di una famiglia di cinque satelliti specializzati in settori diversificati (monitoraggio delle componenti atmosferiche, degli oceani, della vegetazione, etc.). Dopo il lancio di SENTINEL-1 nel 2013 seguirà negli anni successivi quello degli altri tipi di satellite nell ambito di un programma più complesso, il Global Monitoring for Environment and Security, (GMES) [9]. È un programma che fa capo alla Commissione Europea,(EC), in partnership con ESA e l Agenzia Europea dell Ambiente,(EEA) [12]. Fig. 4c Satellite SENTINEL-1 ESA coordina e mette a disposizione i dati di provenienza satellitare, EEA si occupa dei dati raccolti da sensori al suolo, in mare e nell atmosfera e provenienti da organizzazioni europee e non europee mentre EC, per conto dell Unione Europea, è responsabile della totalità del progetto. GMES, in sintesi, andrà a costituire, quando sarà pienamente operativa, un sistema unificato in grado di erogare una serie di servizi informativi a beneficio dell ambiente, dello stile di vita e a supporto di iniziative politiche finalizzate ad un futuro più sostenibile. Come contributo europeo, ESA metterà i dati satellitari a disposizione del progetto su scala mondiale Global Earth Observation System of Systems, (GEOSS). - SMOS, (Soil Moisture and Ocean Salinity mission): è un satellite, (Fig. 4d), lanciato nel 2009 da ESA in un orbita a 758 km di altezza, i cui dati servono per la produzione di mappe globali dell umidità del terreno e mappe globali della salinità della superficie del mare. La conoscenza del tasso di umidità nel terreno può servire a migliorare le previsioni meteo a breve e a medio termine, come pure a migliorare il monitoraggio della fotosintesi da cui possono derivare delle applicazioni pratiche in settori come l agricoltura e la gestione delle risorse. [13] La conoscenza della salinità degli oceani permette di comprendere come questa influenzi le correnti marine che, a loro volta, influenzano il tempo e il clima. 45

46 Fig. 4d Satellite SMOS Sono misure rese possibili da uno strumento, MIRAS (Microwave Imaging Radiometer with Aperture Synthesis) in grado di captare le radiazioni elettromagnetiche delle terre emerse e del mare. I segnali captati da speciali antenne di cui il satellite è dotato vengono rielaborati dal calcolatore di bordo che, ogni 1,2 secondi, crea un immagine a due dimensioni di quella porzione della Terra che rientra nel capo di osservazione di MIRAS, una superficie a forma esagonale di 1000 km di lato FAO Fra i temi che verranno affrontati durante i sei mesi dell EXPO quello dello sviluppo sostenibile avrà un posto di rilievo. Ed è anche il tema che FAO affronta con il progetto GTOS (Global Terrestrial Observing System) la cui missione è l osservazione, la modellizzazione e l analisi di ecosistemi terrestri nonché la messa a diposizione delle informazioni così acquisite a: politici, imprenditori, ricercatori per orientarli nelle scelte da fare nell ottica dello sviluppo sostenibile, del benessere dell Umanità, nel contrasto ai cambiamenti climatici. La strategia GTOS è sempre più finalizzata ad integrare le osservazioni dallo spazio con quelle provenienti dall atmosfera, dal suolo e dal mare per mettere a punto dei prodotti specifici sotto forma di banche dati, modelli di simulazione, pubblicazioni, recensioni, etc. In particolare GTOS si sta concentrando su alcune aree di maggiore interesse: - cambiamenti climatici [14] - riserve di carbonio ed i loro flussi negli ecosistemi terrestri - degrado del suolo - perdita della biodiversità. Non è questa la sede in cui illustrare la complessa struttura, che vede al centro GTOS, articolata in: comitati tecnici, attività e programmi. 46

47 Per rimanere nel tema dell osservazione della Terra dallo spazio vanno ricordati due progetti GTOS dove ESA e FAO sono presenti con ruoli di primo piano: - THE GLOBCOVER PROJECT Come già ricordato, nel 2009 è stata prodotta una nuova mappa, Glob Cover, visibile in Fig. 4e; non una semplice mappa ma un componente di un servizio informativo sulla superficie terrestre ad uso di scienziati, operatori economici, etc. -THE GLOBCARBON PROJECT L obiettivo è di fornire un modello sui flussi di carbonio riguardanti la Terra, gli oceani, l atmosfera per poter capire il ciclo del carbonio ed essere in grado in futuro di predire gli effetti di questi flussi sul clima. L ESA contribuisce fornendo i dati provenienti dalla strumentazione di bordo di due satelliti : ENVISAT e SPOT. Fig. 4e Nuova mappa "Glob Cover" Il viaggio nel Sistema Solare, nell Universo Il viaggio iniziato dal centro della Terra, (par. 4.1.), proseguito con una immersione nei più suggestivi biomi del pianeta, (par. 4.2.), con l osservazione della Terra dallo spazio grazie ai satelliti, alla stazione ISS, (par ) si conclude con l esplorazione del Sistema Solare, dell Universo. Mentre l osservazione della Terra per una migliore gestione dell agricoltura rientra ancora fra le tematiche da presentare nell EXPO, l esplorazione dello spazio serve invece a dare originalità e completezza all offerta del Parco tematico, un offerta da pianificare con grande anticipo e da concretizzare dopo l evento espositivo. È un avventura, l esplorazione dello spazio, cominciata nel 1957 con il lancio dello Sputnik, primo veicolo costruito dall uomo per raggiungere un orbita terrestre e che, dopo l esplorazione della Luna con equipaggi umani, è proseguita nei decenni successivi con l invio di satelliti, sonde, telescopi grazie ai quali le nostre conoscenze sul Sistema Solare, sull Universo hanno fatto passi da gigante. 47

48 - IL SISTEMA SOLARE Quello che abbiamo l abitudine di chiamare Sistema Solare altro non è che un sistema stellare costituito da un astro centrale, il Sole, da 8 pianeti, 162 satelliti, 3 pianeti nani con quattro satelliti, o lune,, ed una pletora di piccoli corpi. Quest ultima categoria include gli asteroidi, le comete, i meteoroidi e la polvere interstellare, Fig. 5. Mentre si rimanda all allegato A per una descrizione analitica dei componenti del Sistema Solare secondo le scoperte più recenti, è bene sottolineare come la terminologia per definire questi componenti sia stata aggiornata a seguito delle recenti delibere dell Unione Astronomica Internazionale (IAU) che nel corso della sua assemblea generale dell agosto 2006 ha stabilito una nuova classificazione e nomenclatura dei corpi del Sistema Solare. Le definizioni elaborate dalla IAU sono le seguenti: Pianeta, ogni corpo con moto di rivoluzione intorno al Sole dotato di massa sufficiente per costruire un corpo approssimativamente sferico e auto gravitante, e che abbia ripulito lo spazio circostante dalla presenza di oggetti di piccole dimensioni tramite cattura gravitazionale. Pianeta nano, ogni corpo con moto di rivoluzione intorno al Sole dotato di massa sufficiente per costruire un corpo approssimativamente sferico e auto gravitante, ma con massa non necessariamente sufficiente a ripulire la spazio circostante dalla presenza di oggetti di piccole dimensioni tramite cattura gravitazionale. In conformità a questa definizione Plutone viene declassato a Pianeta Nano e va a tenere compagnia a Cerere, il più grande degli asteroidi, ed a Eris, corpo che si trova oltre la cintura di Kuiper nella parte del Sistema Solare detta del disco diffuso. Un altro corpo di dimensioni tali da poter cadere nella categoria dei Pianeti Nani è Sedna, ma questo accadrà soltanto quando su base osservativa si potrà confermare una forma sferica i questo corpo. Piccoli corpi del Sistema Solare (SSSB) (dall inglese Small Solar System Bodies), ogni corpo che non può essere classificato né come pianeta né come pianeta nano. In questa 48

49 categoria cadono tutti gli asteroidi, con l eccezione di Cerere, i Centauri, i piccoli corpi ghiacciati presenti nella parte esterna del Sistema Solare, gli oggetti Trans-Nettuniani, compresi gli oggetti appartenenti alla cintura di Kuiper, ma con l esclusione di Plutone e di IRIS, ed infine tutte le comete. Dall esame di Tab. III risulta che nel breve-medio periodo le missioni spaziali non prevedono l invio nello spazio di equipaggi umani. L unica eccezione è rappresentata dal progetto della Stazione Spaziale Internazionale, (ISS), il cui scopo, fra gli altri, è di acquisire conoscenze per mantenere in vita equipaggi umani in missione oltre l orbita terrestre e di collaudare in un ambiente unico sistemi di veicoli spaziali da impiegare nelle future missioni sulla Luna e su Marte. In attesa che maturino i tempi per queste missioni, molte agenzie spaziali stanno perfezionando la tecnologia per una esplorazione robotica del cosmo. L obiettivo è quello di superare le limitate capacità decisionali dei robot portandoli ad essere, con un software avanzato, autonomi nella maggior parte delle situazioni in cui si trovano ad operare. Un altra sfida riguarda l affidabilità dei sensori ai quali si richiede di operare per lunghi periodi in condizioni ambientali eccezionali. - L UNIVERSO Con il lancio, nel 1990, del telescopio HUBBLE è iniziata una nuova fase dell osservazione astronomica, rivoluzionandola. Fra i risultati più significativi: - prove dell esistenza dei buchi neri nel nucleo di alcune galassie di grandi dimensioni, - mappatura dettagliata della materia oscura dell Universo, - scoperta della galassia più lontana da noi, a circa 13,2 miliardi di anni luce, 480 milioni di anni dopo il Big Bang, - prove sull esistenza di pianeti al di fuori del Sistema Solare, fornendo le prime immagini di pianeti extra-solari, - nuove conoscenze su pianeti ai margini del Sistema Solare come Plutone, il pianeta nano, che sembrerebbe ricco di roccia e di ghiaccio, con importanti cambiamenti sulla sua superficie. 49

50 Tab. III Pianeta Sonda Lancio Agenzia MERCURIO VENERE SISTEMA TERRA-LUNA MARTE GIOVE SATURNO (Titano) URANO NETTUNO ESPLORAZIONI DEL SISTEMA SOLARE Fine missione La parte interna del Sistema Solare Messenger 2004 NASA oltre 2011 Bepi Colombo 2013 ESA Venus Express 2006 ESA 2012 Venus Climate Orbiter Messenger Bepi Colombo Lunar Reconnaissance Orbiter ISS Mars Exploration Rover Mars Reconnaissance Orbiter ExoMars 2010 JAXA ibidem ibidem 2009 NASA 2014 lanci da 1998 a 2012 ESA NASA RKA JAXA CSA 2003 NASA 2020 operativo rover Opportunity 2006 NASA ESA NASA 2024 La parte esterna del Sistema Solare Juno 2011 NASA? Europa Jupiter System Mission Cassini - Huygens ESA NASA NASA ESA ASI arrivo su Giove 2026 operativo orbiter Cassini fino a 2017 Scopo studio caratteristiche e ambiente ripresa della superficie esplorazione del pianeta e dell'ambiente studio magnetosfera, etc. studio atmosfera ripresa superficie mappatura termica studio atmosfera ripresa della superficie sorvolo ricerca depositi ghiaccio e risorse lunari mappatura ad alta risoluzione per studi siti di atterraggio acquisizione conoscenze e tecnologie in vista dell'invio di equipaggi umani su Luna e Marte collaudo di sistemi di veicoli spaziali per future missioni nel Sistema Solare esplorazione suolo marziano analisi terreno marziano studio atmosfera ricerca siti atterraggio caratterizzazione geochimica tecnologia ingresso discesa ed atterraggio mobilità sul pianeta studio magnetosfere e atmosfera gioviana studio dei satelliti galileiani studio del suo sistema di anelli, delle lune principali e minori, del campo magnetosferico discesa sulla superficie di Titano del robot Huygens con analisi dell'atmosfera, con foto della superficie L'esplorazione è avvenuta nel 1986 per mezzo della sonda Voyager 2 che passando a circa km dal pianeta ha rivelato la composizione dell'atmosfera. Non sono programmate ulteriori missioni in quanto lo studio di Nettuno non è ritenuto prioritario dalle principali agenzie spaziali È stato raggiunto da Voyager 2 nel 1989 fornendo immagini e dati sull'atmosfera. Considerato il maggior interesse verso questo pianeta rispetto ad Urano sono allo studio da parte della NASA due missioni, l'una alla fine degli anni 2010 e l'altra non prima del

51 Con la nuova wide field camera 3, installata nel 2009 durante una missione dello Space Shuttle Atlantis, sono ora disponibili bellissime, affascinanti immagini in altissima risoluzione a beneficio sia di scienziati, studiosi che del grande pubblico. La missione del telescopio Hubble terminerà nel 2014 quando verrà messo in un orbita molto più alta, a circa 1,5 milioni di km dalla Terra, il nuovo telescopio JAMES WEBB. Alcuni dati dei due telescopi vengono messi a confronto in Tab. IV Telescopio HUBBLE Telescopio JAMES WEBB Tab. IV Organizzazioni NASA - ESA NASA - ESA - CSA Lunghezza l'onda Altezza orbitale Periodo orbitale ottico, ultravioletto, vicino all'infrarosso 600 km infrarosso 1, km dalla Terra (L 2 Punto di Lagrange) min 1 anno Data lancio Fine missione Massa 11 ton 6200 kg Ø specchio 2,4 m 6,5 n Il nuovo telescopio indagherà in particolare sulle fasi iniziali di formazione dell Universo alla ricerca delle nebulose da cui hanno preso vita protostelle e protopianeti prima che si strutturassero in galassie e cercherà di confermare la teoria che indica le comete come fonte originaria dell acqua nel nostro pianeta. 51

52 ==== ==== Dall esame condotto nei par e emerge chiaramente come la ricerca spaziale, dall osservazione satellitare della Terra all esplorazione del Sistema Solare, dell Universo con sonde e telescopi abbia un posto di grande importanza nelle agende di molti Stati e rappresenti la vera frontiera del terzo millennio. La crescente disponibilità di sempre nuovi materiali documentali come immagini digitali ad alta risoluzione, sequenze filmate, etc. risultanti da queste esplorazioni sta dando vita, con il supporto della Agenzie spaziali, alla produzione di video in HD, in 3 D sull affascinante mondo dell astronomia. Esiste poi il filone rappresentato dal cinema di fantascienza con racconti che vedono come protagonisti forme di vita aliene, con battaglie spaziali e viaggi in mondi lontani; un genere che da minore è ormai diventato, nelle realizzazioni migliori, una vera forma d arte. È anche grazie a questi prodotti multimediali che le tematiche spaziali stanno conquistando sempre più il grande pubblico. Ne è testimonianza il successo riscosso da parchi ludico educativi il cui tema dominante è la ricerca spaziale nelle sue diverse articolazioni, come il parco francese Cité de l Espace ed il parco italiano Infini.To. Cité de l Espace La tematica spaziale è ben rappresentata nel parco Citè de l Espace, situato a Tolosa, città francese importante sede di industrie aeronautiche. Inaugurato nel 1997, è nato per far conoscere al grande pubblico, attraverso un approccio ludico educativo, i progressi nella tecnologia e nelle scienze spaziali e le molte applicazioni che ne sono derivate. Ad un livello più profondo il parco vuole indurre il visitatore a porsi delle domande sulla creazione ed evoluzione del cosmo anche alla luce delle continue scoperte scientifiche e renderlo partecipe della bellezza, complessità e fragilità del nostro pianeta come ci appare dai satelliti, dalle stazioni orbitanti [15]. Una vista d insieme del parco Citè de l Espace è riportata in Fig. 6 dove vengono evidenziate le principali attrazioni del parco: 1) Il razzo Ariane 5, con i suoi booster laterali, tutto in grandezza naturale, 2) La Stazione MIR, è un esemplare in scala 1:1 visitabile all interno e all esterno, 3) Lo spazio Astralia, inaugurato nel 2005, che ospita: -il nuovo planetario digitale da 250 posti, dotato di schermo emisferico di 600 m 2 a 360 che permette di immergersi, attraverso filmati, nel cuore di mondi astronomici sorprendenti -il cinema IMAX da 300 posti per la proiezione di film su temi spaziali come Hubble 3D 4) Il planetario Stellarium da 130 posti dedicato ai più piccoli, con racconti sulle magie delle stelle, 5) Il Terra@Dome: un emisfero terrestre di Ø = 25 m dove viene presentata la storia dell Universo dal Big Bang fino alla formazione del Sistema Solare, 6) Il Padiglione Espositivo: distribuito su 4 livelli e dove viene illustrato il mondo dei razzi e dei satelliti, come operano e a cosa servono, 7) Il Giardino Astronomico con una rappresentazione del Sistema Solare e con una riproduzione della Via Lattea, sotto forma di giardino arbustivo. 52

53 Fig. 6 Vista d'insieme del parco "Citè de l'espace" Il Parco Astronomico Infini.To Inaugurato nel 2006, situato sulla collina di Pino Torinese, accanto all Osservatorio Astronomico di Torino, è composto da un Museo Astronomico dello Spazio e da un Planetario digitale. È un Science Center dedicato alla didattica e alla divulgazione dell astronomia, dell esplorazione spaziale. Il Museo Astronomico si sviluppa lungo un percorso articolata in 4 livelli espositivi e dove viene ripercorsa l avventura dell uomo al cospetto dell Universo iniziando proprio dall astronomia antica per arrivare, seguendo le tappe fondamentali delle scoperte astronomiche, fino ai giorni nostri. Completamente interattivo secondo le più moderne tecniche espositive, mette a disposizione del visitatore filmati, attività multimediali, giochi. Alla fine del percorso espositivo si entra nel Planetario digitale dove, all interno della cupola, vengono proiettati, su schermo emisferico,spettacoli in 2D e in 3D. È stato scelto per le proiezioni il sistema Digistar III della Evans & Sutherland con cui offrire al pubblico una vasta gamma di panorami celesti e filmati su argomenti astronomici ad alta spettacolarità. La cupola, di 12,5 mø, con 100 posti a sedere, è racchiusa da una struttura che rappresenta una stella supergigante rossa. Il contenitore evoca quindi il contenuto. Il Planetario prevede il costante aggiornamento dei suoi programmi di attività con spettacoli rinnovabili attraverso la collaborazione con i principali planetari internazionali e secondo le tematiche di maggiore attualità. 53

54 ==== ==== Dall osservazione satellitare della Terra, dall esplorazione spaziale è da attendersi nei prossimi anni, come già accennato, nuovo materiale documentale di qualità ed interesse crescenti. Sono questi materiali opportunamente rielaborati sotto forma di filmati, documentari, etc. alla base del rinnovo dell offerta da parte di parchi come Cité de l Espace e Infini.To ma anche del Parco tematico oggetto di questo studio che, se realizzato come eredità dell EX- PO, potrà aprire i battenti in tempi brevi, una volta conclusa l Esposizione Universale. Come viene esplicitato nei par e il visitatore, nel suo viaggio dal Centro della Terra, verrà condotto all esplorazione della Terra e poi dello spazio lungo un percorso espositivo attrezzato con exhibits, giochi interattivi, schermi a retroproiezione, diorami, ologrammi, etc.. Un percorso che partendo dalle scoperte ottenute con i primi lanci satellitari si conclude ai giorni nostri, con uno sguardo alle missioni future. Per completare l offerta del Parco si prevede, al termine di questo percorso, di dotarlo, in analogia con Cité de l Espace e Infini.To, di un planetario digitale di nuova generazione dove spettacolarizzare le tematiche spaziali con la proiezione di filmati in 2D e 3D, di immagini su schermo emisferico gigante a 360. Il planetario, le cui caratteristiche tecnologiche vengono illustrate nel par , va dimensionato per accogliere visitatori/anno sugli oltre 2 milioni/anno di visitatori del Parco comprensivo di: Shopping Center, Ristorazione, Centro acquatico, Resort tematizzato Il percorso espositivo, gli strumenti multimediali Dall osservazione satellitare della Terra, dall esplorazione spaziale è da attendersi, nei prossimi anni, nuovi materiali documentali di qualità ed interesse crescenti. Sono questi materiali, opportunamente rielaborati sotto forma di filmati, documentari, etc. alla base del rinnovo dell offerta da parte di parchi come Cité de l Espace e Infini.To ma anche del Parco tematico oggetto di questo studio che, se realizzato come eredità dell EX- PO, potrà aprire i battenti in tempi brevi, una volta conclusa l Esposizione Universale. Naturalmente occorre fare in modo che queste conoscenze possano raggiungere con uguale efficacia tutte le categorie dei visitatori a prescindere dal loro livello culturale. La proposta che viene qui avanzata è di creare un percorso espositivo articolato in due settori e che poi si conclude all interno di un planetario digitale. - 1 settore: dedicato all osservazione satellitare della Terra dove illustrare le più recenti acquisizioni ad opera in particolare di ESA, FAO con una attenzione particolare alle applicazioni in campo alimentare: dal monitoraggio dei processi di crescita delle coltivazioni alla gestione sostenibile delle risorse, - 2 settore: dedicato all esplorazione dello spazio. Uno spazio che diventerà sempre più famigliare grazie alle conoscenze astronomiche rese possibili da una serie impressionante di strumenti tecnologici a disposizione degli scienziati. È un percorso attrezzato con exhibits, giochi interattivi, schermi a retroproiezione, diorami, ologrammi, un percorso che partendo dalle scoperte ottenute con i primi lanci satellitari si conclude ai giorni nostri con uno sguardo rivolto alle missioni future. 54

55 L offerta del Parco si completa, analogamente a Cité de l Espace ed Infini.To con un planetario digitale di nuova generazione dove spettacolarizzare le tematiche spaziali con proiezioni di filmati in 2D e 3D, di immagini su schermo emisferico gigante a 360. Il planetario, le cui caratteristiche tecnologiche vengono illustrate nel paragrafo seguente, va dimensionato per accogliere visitatori/anno sugli oltre 2 milioni/anno di visitatori del Parco comprensivo di: Shopping Center, Ristorazione, Centro acquatico, Resort tematizzato. 55

56 I planetari digitali di ultima generazione Da alcuni anni il mondo dei planetari è passato in maniera piuttosto marcata al digitale. Un planetario digitale consiste essenzialmente di tre componenti: la prima è il software di simulazione del cielo, la seconda è l hardware che processa le immagini da proiettare in modo che si compongano sulla cupola di proiezione, e il terzo è il sistema di proiezione, composto da un insieme di videoproiettori. I planetari tradizionali sono basati su un sistema optomeccanico: in sostanza il planetario è un proiettore ottico molto sofisticato ottimizzato per la riproduzione del cielo stellato. Il vantaggio di questo tipo di proiettore è quello della qualità del cielo. Le stelle proiettate da un sistema optomeccanico sono molto nitide, al limite della capacità di risoluzione dell occhio nudo. In compenso, questo tipo di sistema ha funzionalità molto limitate rispetto a uno digitale. Quest ultimo infatti consente di proiettare su tutta la cupola qualsiasi tipo di contenuto sotto forma di immagini e di video. In pratica significa che oltre al cielo stellato coni suoi movimenti si possono proiettare film, animazioni didattiche, filmati di qualsiasi genere ecc. Questo amplia enormemente le possibilità del planetario, che si trasforma quindi in una vera sala multimediale nella quale si possono effettuare proiezioni didattiche e divulgative su qualsiasi argomento. L altro vantaggio essenziale di un planetario digitale riguarda invece la specifica proiezione del cielo stellato. Diversamente da un planetario tradizionale, che riproduce il cielo in due dimensioni così come lo si vede dalla superficie terrestre, quello digitale consente di spostarsi in tre dimensioni nello spazio, per esempio cambiando il proprio punto di vista (si può per esempio vedere il cielo da Marte o dalla Luna) e addirittura spostandosi tra le stelle. Diventa quindi possibile avere la visione di cieli completamente diversi (per esempio, quelli visibili da un altra stella della Galassia). Ancora, il viaggio in tre dimensioni si può ampliare anche allo spaio extragalattico, per portarsi su Andromeda od osservare la distribuzione delle galassie nell intero universo. Il limite dei planetari digitali è sempre stato quello della qualità dell immagine, inferiore a quella dei planetari tradizionali e limitata dalla risoluzione dei videoproiettori utilizzati. Tuttavia, da quando i sistemi digitali sono stati introdotti per la prima volta, circa dieci anni fa, sono stati fatti molti passi avanti. I video proiettori migliorano anno dopo anno, e oggi sono in grado di raggiungere risoluzioni di 2048x1536 e anche superiori, tali da ricreare un cielo stellato di qualità molto elevata. Per migliorare la risoluzione, il numero dei videoproiettori impiegati dipende dal diametro della cupola di proiezione; all aumentare del numero dei videoproiettori aumenta il numero di pixel complessivamente proiettati, e quindi la risoluzione complessiva dell immagine a tutta cupola. Di norma, su cupole di medie dimensioni (intorno ai 10 metri di diametro) si utilizzano 5 o 6 videoproiettori. Per cupole grandi (dell ordine dei 20 metri di diametro) il numero dei videoproiettori sale (si va da 8 a 12 circa). Da un paio d anni, c è stata poi un ulteriore innovazione. Anche nel campo dei planetari digitali è apparso il 3D, nel senso che le proiezioni possono essere percepite in stereoscopia, utilizzando gli appositi occhialini. Per ottenere l effetto stereoscopico, è necessario raddoppiare il numero dei proiettori utilizzati. Infine, in alcuni casi è stato introdotto nelle sale di planetario anche il cosiddetto 4D; cioè effetti di vibrazione dei sedili o effetti di ambiente (soffi d aria, spruzzi d acqua) che rendono il pubblico ancora più immerso nell azione che avviene sullo schermo. Anche per quanto riguarda il software di simulazione del cielo negli ultimi anni sono stati compiuti dei notevoli passi avanti. I software più moderni includono cataloghi amplissimi di oggetti celesti: asteroidi, galassie, ammassi di galassie. Tali cataloghi sono aggiornabili in base alle nuove scoperte effettuate. Inoltre, permettono dei sorvoli ravvicinati di superfici planetarie, con dettagli sempre più fini. 56

57 Tutte le ditte che tradizionalmente costruivano planetari optomeccanici si sono adattate ad ampliare la propria offerta anche con sistemi digitali. Parliamo della Zeiss tedesca (che tuttavia non ha ancora mostrato il proprio software), le giapponesi Goto e Minolta (che però in Italia al momento non hanno mercato) e diverse ditte americane, come la Evans&Sutherland/Spitz. Un sistema molto interessante come rapporto qualità prezzo è quello offerto dalla francese RSA Cosmos, un altra azienda che ha un lungo passato nel campo della realizzazione di planetari e che ha in Italia diverse installazioni: Nus (Valle d Aosta), Caserta, Roma. La RSA Cosmos ha anche realizzato il planetario di Valmontone (Roma), collocato nel parco a tema Rainbow Magic Land. Al momento è il più grande planetario italiano (22 metri di diametro) e al suo interno si trova una tecnologia al top: proiezione stereoscopica a tutta cupola (unico caso in Italia e uno dei pochi del mondo) e sedili 4D. In Italia al momento ci sono anche installazioni digitali della Evans&Sutherland (Torino), della Spitz (Brembate di Sopra) e della Sky Scan (Napoli Città della Scienza), oltre ad alcuni altri sistemi di tipo artigianale. In ambito europeo i sistemi digitali che godono dei maggiori favori del mercato sono quelli forniti dalla RSA Cosmos e dalla Evans & Sutherland. In Tab. V e Tab. VI vengono messe a confronto le caratteristiche tecniche di questi due sistemi per applicazioni su planetari con elevato diametro di cupola. Essi differiscono sostanzialmente per due fattori. Il primo è il software di rappresentazione del cielo, in entrambi i casi autonomamente sviluppato dalle due aziende e originale. Entrambi i sistemi sono molto completi e versatili, anche se utilizzano interfacce grafiche diverse. La seconda differenza consiste nei video proiettori utilizzati. Per entrambe le soluzioni, l ipotesi presentata è la più plausibile se riferita al momento attuale, ma bisogna tener conto che in questo campo la tecnologia evolve rapidamente e che sono comunque possibili, in entrambi i casi, configurazioni diverse quanto a numero e tipo di video proiettori. Questi due ultimi parametri Influenzano entrambi la risoluzione globale del sistema, e quindi la qualità dell immagine proiettata. Inoltre, il numero dei proiettori varia a seconda se si desidera realizzare una proiezione in 2D o 3D. Una valutazione di merito su quale sia la soluzione più adatta per il planetario del Parco può quindi essere fatta soltanto nel momento in cui il progetto prende concretamente forma, in modo da valutare quale ipotesi sia la migliore e la più conveniente. Da tener presente, inoltre che, a parità di caratteristiche tecniche, andrebbe privilegiato, nella scelta del sistema, quello a maggior diffusione in Europa, per poter così contare su di una rete di sistemi similari con cui scambiare esperienze e prodotti da proiettare. 57

58 Tab. V SCHEDA DEL PLANETARIO: CUPOLA DELL'UNIVERSO CAPIENZADIMENSIONI E SISTEMA PROIETTOREWORKSTATION E SISTEMA AUDIO E SISTEMA ILLUMINAZIONE ARCHIVIONETWORK PRODUZIONESISTEMA ED DI STRUTTU diametro esterno cupola m 26 diametro interno schermo emisferico in Al m 21 grado di inclinazione sala posti a sedere n 300 capacità visitatori su base annua n /anno SISTEMA DIGITALE COMPOSTO DA: workstation proiettore digitale sistema audio sistema di illuminazione sistema di produzione spettacoli CONTENUTI sistema (workshop, etc.) per proiettori digitali costituito da un sistema di 8-12 proiettori per complessivi milioni di pixel posizionati sull orizzonte della cupola; si integra al sistema audio e di illuminazione. sottosistema costituito da 5 altoparlanti + sistema "subwoofer" ed include microfoni senza fili, microfoni ad archetto o tipo gelato ed inoltre un lettore di CD e di cassette, un mixer a 12 canali, un processore di suoni programmabile, etc. il sistema applica una tecnologia di controllo 16-bit DMX che permette una perfetta dissolvenza di tutti i colori. L'uso della tecnologia LED minimizza la potenza richiesta riducendo grandemente la generazione di calore e la manutenzione il sistema rappresenta la soluzione chiavi in mano per il cliente che voglia produrre da solo gli spettacoli. La console dell'operatore comprende: monitor, tastiera, PC di comando (proiettori, audio, luci), elaboratore grafico, etc. TIPO In Space System RSA Cosmos Barco SIM 7Q (2048- x1536) RSA Cosmos Cove Lighting a led In Space System Production Unit partecipazione a network di ricetrasmissione file via satellite con: planetari, osservatori astronomici, etc. l'archivio può essere costituito da spettacoli forniti dalla stessa RSA Cosmos come "Race to Earth o mission Mars, oppure da altre aziende o, ancora, realizzati dal cliente con la dotazione In Space System Production Unit. struttura: progettazione secondo i principi dell'architettura bioclimatica 58

59 ZERORA ARCHITETTONICA AD IMPATTO AMBIENTALE alimentazione Cupola con energia elettrica da fonti rinnovabili, con il contributo aggiuntivo dell'energia prodotta da pannelli fotovoltaici di tipo innovativo a superficie curva, da incorporare nelle superfici esposte del planetario. 59

60 Tab. VI SCHEDA DEL PLANETARIO: CUPOLA DELL'UNIVERSO CAPIENZADIMENSIONI E SISTEMA PROIETTOREWORKSTATION E SISTEMA AUDIO E SISTEMA ILLUMINAZIONE ARCHIVIONETWORK PRODUZIONESISTEMA ED DI STRUTTU diametro esterno cupola m 26 diametro interno schermo emisferico in Al m 21 grado di inclinazione sala posti a sedere n 300 capacità visitatori su base annua n /anno SISTEMA DIGITALE COMPOSTO DA: workstation proiettore digitale sistema audio sistema di illuminazione sistema di produzione spettacoli CONTENUTI sistema (workshop, etc.) per proiettori digitali costituito da 6 proiettori per complessivi 24,6 milioni di pixel, posizionati sull orizzonte della cupola; si integra al sistema audio e di illuminazione. sottosistema costituito da 5 altoparlanti + sistema "subwoofer" ed include microfoni senza fili, microfoni ad archetto o tipo gelato ed inoltre un lettore di CD e di cassette, un mixer a 12 canali, un processore di suoni programmabile, etc. il sistema applica una tecnologia di controllo 16-bit DMX che permette una perfetta dissolvenza di tutti i colori. L'uso della tecnologia LED minimizza la potenza richiesta riducendo grandemente la generazione di calore e la manutenzione il sistema rappresenta la soluzione chiavi in mano per il cliente che voglia produrre da solo gli spettacoli. La console dell'operatore comprende: monitor, tastiera, PC di comando (proiettori, audio, luci), elaboratore grafico, etc. TIPO Digistar 4 Evans&Sutherland QXGA DLP (2560x1600) Digistar 4 audio system Cove Lighting a led Digistar 4 Producer System partecipazione a network di rice-trasmissione file via satellite con: planetari, osservatori astronomici, etc. l'archivio può essere costituito da spettacoli forniti dalla stessa E&S come "Wonders of the Universe" o da altre aziende o, ancora, realizzati dal cliente con la dotazione Digistar III Producer System. struttura: progettazione secondo i principi dell'architettura bioclimatica 60

61 ZERORA ARCHITETTONICA AD IMPATTO AMBIENTALE alimentazione Cupola con energia elettrica da fonti rinnovabili, con il contributo aggiuntivo dell'energia prodotta da pannelli fotovoltaici di tipo innovativo a superficie curva, da incorporare nelle superfici esposte del planetario. 61

62 4.5. Lo Shopping Center Come verrà approfondito al par , lo shopping center da luogo consumistico dedicato esclusivamente alla vendita di prodotti di prima necessità per la famiglia si va trasformando in un luogo destinato anche allo svago e al tempo libero. Una struttura polifunzionale progettata per essere energeticamente autosufficiente. Non vuole sfuggire a questa tendenza lo Shopping Center del Parco tematico previsto per essere ad impatto ambientale vicino a zero, con un mix merceologico che si rifà sia alle tematiche dell EXPO incentrate sul cibo, sulla nutrizione sia a quelle più allargate del Parco tematico. È uno Shopping Center concepito per servire i visitatori del Parco tematico, gli abitanti sia del quartiere residenziale che sorgerà in una zona del sito espositivo, sia del territorio metropolitano, i frequentatori della Fiera di Rho Pero, etc.. Per queste sue finalità e per essere ad un tempo shopping and entertainment center può con ragione rientrare nella nuova tendenza per gli shopping center del futuro, il new urbanisme. I prodotti in vendita appartengono a due categorie principali: - prodotti che si richiamano alle tematiche ludico educative ed ecologiche presentate nel Parco, - prodotti agroalimentari ed enogastronomici provenienti, se a km zero, dal territorio limitrofo, altrimenti di provenienza regionale/nazionale, come espressione delle eccellenze del Made in Italy I prodotti sulle tematiche del Parco Rientrano in questa categoria: - libri, prodotti multimediali, gadget L offerta particolarmente ricca riguarda libri, pubblicazioni, prodotti multimediali, apparecchiature didattiche, gadget su argomenti come: sviluppo sostenibile, alimentazione, bioarchitettura, Scienze della Terra, mobilità sostenibile, etc.. - giochi ed attrezzature didattiche In attesa di un futuro dove le energie rinnovabili avranno un ruolo importante in risposta ai problemi ambientali ed energetici stanno facendo il loro ingresso sul mercato giocattoli ed attrezzature didattiche che utilizzano queste forme di energia. Per la loro versatilità e semplicità di installazione le celle fotovoltaiche sono correntemente impiegate per fornire l energia necessaria al loro funzionamento. - Piante, fiori ornamentali Per soddisfare la prevedibile richiesta da parte del pubblico di piante e fiori ornamentali ammirati all interno delle serre, potrebbe essere giustificata la creazione di un punto vendita per questi prodotti coltivati in una nursery attigua alle serre o provenienti da aziende florovivaistiche già presento nel Parco Agricolo Sud Milano Prodotti alimentari a km zero ed enogastronomici Spenti i riflettori sull EXPO, le conoscenze esibite dai Paesi partecipanti sulla coltivazione e trasformazione del cibo potrebbero costituire un patrimonio da metabolizzare e mettere a frutto nell area periurbana milanese occupata per larga parte dal Parco Agricolo Sud Milano. Si tratterebbe di dare vita ad un Orto Botanico decentrato dove sviluppare tecnologie avanzate di coltivazione in serra e all aperto e di trasformazione dei prodotti agricoli, da trasferire poi sul Parco Agricolo 62

63 perché possa diventare modello esemplare di gestione di un territorio agricolo a livello non solo italiano ma europeo [7]. Questo approccio rientrerebbe così in una strategia di qualificazione e diversificazione di una produzione agroalimentare attualmente confinata nel settore cerealicolo, risiero, dell allevamento del bestiame e dei prodotti derivati (carni, salumi, formaggi, uova etc.), con una modesta presenza nel settore florovivaistico. Peraltro questo processo di qualificazione e diversificazione è già iniziato con il progetto "Nutrire Milano, energie per il cambiamento", promosso fra gli altri da Slow Food Italia con l'obiettivo di rendere più efficiente ed efficace la filiera agro-alimentare milanese usando l'agricoltura sostenibile come presidio della qualità del territorio. Avviato recentemente, è un'iniziativa "Nutrire Milano..." che prevede l'attivazione nel Parco Agricolo di progetti pilota, alcuni già in corso, su argomenti specifici come: produzione agricola, trasformazione alimentare, distribuzione. I due approcci, internazionale il primo con l'orto Botanico decentrato, regionale il secondo con "Nutrire Milano..." perseguendo fini analoghi, vanno considerati fra loro sinergici. Lo Shopping Center rappresenterebbe allora il canale giusto per rendere accessibile al grande pubblico un offerta particolarmente diversificata di prodotti agroalimentari a km zero; un sistema di vendita che rappresenterebbe il superamento dell offerta della grande distribuzione organizzata. Per restare nello spirito dell EXPO dove il cibo sarà il tema centrale dell evento, ai prodotti freschi e sani a km zero e alla portata di tutti andrebbero affiancate le eccellenze agroalimentari ed enogastronomiche espressioni del nostro migliore Made in Italy, un formula già sperimentata con successo nella catena Eataly, par È un mix merceologico quello descritto che porterebbe ad orientare la progettazione dello Shopping Center non tanto verso una struttura centralizzata ma verso un insieme di reparti distribuiti strategicamente nel Parco in funzione della tipologia dei prodotti in vendita. Reparti che potrebbero essere ospitati nella Cascina Triulza, in Palazzo Italia o in un punto vendita contiguo alle serre per quanto riguarda i prodotti florovivaistici. Per le sue caratteristiche si tratta di uno Shopping Center in linea con le tendenze progettuali come verrà evidenziato nel paragrafo seguente Le nuove tendenze progettuali Introduzione Negli ultimi dieci anni si è assistito a livello globale ad una trasformazione del concetto dello shopping center: da luogo prettamente consumistico legato alla necessità di acquistare prodotti di prima necessità per le famiglie (vedi malls americani di prima generazione) si è passati alla creazione di veri e propri luoghi del relax e della sorpresa. Alcune particolari forme di shopping center hanno sviluppato un vero e proprio flusso turistico per la loro offerta, il loro posizionamento o l architettura innovativa, seguendo le nuove tendenze di consumazione e trasformando i loro spazi in vere destinazioni alternative per lo svago ed il tempo libero. La tendenza attuale è sicuramente in parte legata a quella che viene definita l esperienza del cliente, che diventa il perno attorno al quale si muovono tutte le scelte (architettoniche e programmatiche) dei nuovi progetti internazionali. 63

64 La situazione attuale Una crisi diffusa L attuale panorama internazionale dei centri commerciali merita un momento di riflessione; stiamo infatti assistendo a una sostanziale crisi di queste strutture e dei concept ad esse legati. Le cifre che arrivano dall Europa non sono per niente incoraggianti: diminuzione delle frequenze, diminuzione dei fatturati, difficoltà nel finanziamento e nella realizzazione dei progetti. Sicuramente nel corso dell ultimo decennio abbiamo assistito a una vera e propria moltiplicazione nel territorio di centri e parchi commerciali, con la conseguente sovrapposizione delle catching areas e l inevitabile cannibalizzazione. I problemi autorizzativi legati alle difficoltà della materia urbanistica commerciale hanno poi ritardato molte aperture, rese impossibili alcune o, ancora peggio, modificato sostanzialmente altre, snaturalizzandole del loro format iniziale; queste realtà unite alla mancanza di realizzazione delle infrastrutture necessarie a una buona accessibilità o alla sosta, alla scelta di mix merceologici poco appetibili (o fotocopia di altri) e all assenza di nuovi concept hanno creato nel consumatore un senso di rifiuto verso questi luoghi e una tendenza all utilizzo solo in caso di necessità (e non più come meta di svago). Un vento di cambiamento Come spesso accade in tema di shopping center, l innovazione arriva dagli Stati Uniti: è qui che nacque nel 1992 il primo centro commerciale che riuniva lo shopping al leasure (Mall Of America, mq di GLA) ed è da qui che sta partendo la nuova tendenza per gli shopping center del futuro, il new-urbanisme. Fig. 7 Vista dall alto del Mall of America, Bloomington-Minnesota FIg. 8 Nickelodeon Universe, Mall of America Le tendenze internazionali attuali portano svariate proposte: partendo dall idea di reintrodurre le medie e grandi superfici di vendita all interno del tessuto urbano, come punti di rilancio e animazione dello stesso, propongono sia centri commerciali di più piccole dimensioni a livello di quartiere, sia nuovi mall concept delle grandi superfici monomarca (alimentari e non), sia nuove logiche di riqualificazione di quartieri con la presenza del commercio come momento di svago e di ritrovo all interno di circuiti tematizzati. Parlando proprio di format si è aperta una vera e propria discussione a livello internazionale che investe più settori: abbandonata oramai l idea del vecchio mall all americana, scatolone di cemento localizzato spesso in aree periferiche e caratterizzato da una locomotiva alimentare (origine della modifica dello spostamento dell asse commerciale dal centro verso le periferie) si è passati al centro polifunzionale leisure & entertainment ecosostenibile, strutturato secondo il principio di edificio contenitore (come Odysséum a Montpellier). 64

65 Accanto alla destinazione leasure si è aggiunta poi quella work, ovvero l idea di strutturare accanto ad attività commerciali i luoghi di lavoro e di business: nascono così i centri polifunzionali, sviluppati su aree riqualificate (spesso ex friches industrielles ), dove il primo bacino d utenza è costituito dagli impiegati e dai business man che vi svolgono quotidianamente la loro attività. Un esempio su scala internazionale può essere dato dal centro polifunzionale Le Millénaire a Aubervilliers, periferia parigina, accessibile in auto e in tramway e dotato di mq di uffici. Fig. 9 Centro commerciale Odysseum, Montpellier Fig. 10 Centro commerciale Le Millénaire, Aubervilliers, Francia Il futuro dello shopping center Delle abitudini di consumo in trasformazione Le abitudini di consumazione stanno modificandosi ulteriormente: l era del consumismo sta lasciando spazio alla ricerca di efficienza e qualità, con una maggiore coscienza del cittadino. Lo shopping center del futuro è senza dubbio più rispettoso dell ambiente, articolato in maniera differente rispetto ai malls fino ad oggi conosciuti, più naturale non solo nei contenuti ma anche nella forma urbana. I nuovi luoghi del commercio hanno la tendenza a trasformarsi, per diventare spazi di vita e di divertimento: l acquisto diventa non più solo necessità (spesso risolta nel supermarket vicino a casa) ma piacere, svago all interno di centri sempre più multifunzionali. Nuove geometrie per lo shopping del futuro Una nuova geometria si sta mettendo in atto per i luoghi del commercio del futuro: si sviluppa l idea della promenade, del circuito fra vie e piazze, dove il cliente spazia fra attività differenti e dove l acquisto, sia esso food o non food, diventa un occasione di pausa, di tentazione, di divertimento. Questa tendenza era già apparsa nei FOC - factory outlet center (come nel Serravalle Outlet Center) e trova sempre più piede nei centri urbani e periurbani plurifunzionali. Alcuni esempi degli ultimi anni (spesso legati a ristrutturazioni di interi quartieri) ne sono Bercy Village a Parigi (che tra l altro è sprovvisto di una locomotiva alimentare sostituita da un cinema multisala - e punta tutto sulla ristorazione e sullo shopping di nicchia) o il centro di ultima generazione alla Confluence di Lione, che associa commercio e entertainment. 65

66 Fig. 11 Bercy Village, Paris Fig. 12 Centre commercial la Confluence, Lyon Sempre sullo stile del new urbanisme ritroviamo l innovativo shopping ed entertainment center Tivoli Village a Las Vegas, un vero e proprio villaggio di mq di spazi commerciali e altri di uffici di alta gamma, organizzati attorno ad un circuito cittadino che offre una passeggiata fra negozi di lusso, boutiques di moda, punti vendita dedicati alla salute ed al benessere, ristoranti. L idea della passeggiata racchiude anche il valore della scoperta, di una maggiore consa pevolezza del proprio tempo e del modo in cui lo si utilizza: per questo motivo la tendenza è quella di strutturare shopping center di taglia umana vicini ai luoghi abitati, con un mix merceologico e funzionale. Concept a confronto Punto forte dei nuovi shopping center è la volontà di dotarli di spazi verdi, edifici eco-so stenibili, spesso integrati con differenti funzioni e accessibili con mezzi pubblici: è la tendenza del green concept, ovvero l esigenza di creare nuovi edifici autosufficienti in energia e consumi. Un esempio di ultima generazione è il Parc des Moulins (Soissoins, France), primo centro certificato HQE (Haute qualité environnamentale), dove l idea è di creare un luogo di promenade verde commerciale per le famiglie, sviluppata attorno a edifici dall altezza ridotta ed energeticamente autosufficienti. Altro concept all avanguardia è quello sviluppato attorno a centri direzionali, con funzioni commerciali, aree sportive accorpate a spazi commerciali (come nel caso del complesso Arena Boulevard/Amsterdamse Poort, sviluppato attorno allo stadio Amsterdam Arena) e musei che si aprono alla ristorazione ed all intrattenimento. Fig. 13 Parc des Moulins, Soissons, France Fig. 14 Arena Boulevard / Amsterdamse Poort, Amsterdam Nascono così veri e propri luoghi di destinazione e di svago, spesso tematizzati, caratterizzati non solo da progetti che investono singoli edifici ma super luoghi che interessano nel loro restyling interi quartieri. 66

67 Un opportunità italiana è sicuramente rappresentata dall Expo 2015 e dall insieme di aree interessate dalla manifestazione, che data la loro prossimità urbana e l impiego di risorse rappresenteranno una vera scommessa di marketing urbano La Ristorazione La ristorazione a km zero ed etnica La ristorazione deve venire incontro alle esigenze sia dei visitatori di provenienza regionale/nazionale sia dei visitatori stranieri. Per questo ristorazione a km zero ed etnica possono rappresentare la migliore risposta, entrambe viste poi con crescente interesse da parte del pubblico. Ristorazione a km zero Rappresenta un nuovo stile gastronomico improntato al rispetto della natura e della stagionalità, con l'intento di dare valore al cibo fresco e saporito coltivato localmente non con la finalità di essere trasportato sulle lunghe distanze e di stazionare sugli scaffali dei punti vendita. Per individuare l'ara limitrofa di provenienza di questi prodotti è stato coniato il termine "food shed" secondo la definizione data da Jack Kloppemberg, area intesa come "un sistema alimentare, a base locale o regionale, costituito da fattorie diversificate che impiegano pratiche sostenibili per fornire ai consumatori derrate alimentari più fresche e nutrienti...". Un'area che, nel nostro caso, si identifica con il territorio periurbano rappresentato in buona parte dal Parco Agricolo Sud Milano. Il ristorante stesso andrebbe poi progettato per riprodurre nella sua struttura, nei suoi arredi interni le peculiarità tipiche dell'area di riferimento da sempre a vocazione prevalentemente agricola. Un'operazione di ricostruzione che sarebbe grandemente agevolata se venisse scelta come sua sede un'ala della grande Cascina Triulza, testimonianza storica di un mondo agricolo da tener vivo nella memoria di ciascuno di noi. Andrebbe proposta anche come sede per ospitare il reparto dello Shopping Center dedicato ai prodotti alimentari a km zero ed enogastronomici dando vita così ad una "galleria alimentare dedicata" sul modello di Eataly. Ristorazione etnica La ristorazione etnica ubbidisce a due esigenze: soddisfare la crescente richiesta da parte della popolazione italiana; venire incontro alle abitudini alimentari dei visitatori del Parco provenienti da Paesi esteri. Per essere in linea con le tendenze più moderne, l'offerta di un ristorante etnico non va limitata al cibo. È importante il modo in cui i piatti vengono serviti, l'allestimento dei locali, per creare ambientazioni innovative e piacevoli, lo stesso abbigliamento del personale se si vuol accentuare l'aspetto folkloristico. Il panorama della ristorazione etnica è molto variegato di conseguenza non tutte le cucine del mondo potranno essere rappresentate all'interno del Parco. Per operare una selezione occorrerà tener conto sia delle preferenze consolidate da parte della popolazione italiano sia del peso numerico, per area geografica, dei visitatori stranieri attesi nel Parco. Candidabile ad ospitare la ristorazione etnica ma anche il settore dello Shopping Center dedicato alla vendita dei prodotti sulle tematiche del Parco (par ) è Palazzo Italia di cui apparentemente non è stata ancora definita la sua destinazione nel dopo EXPO. Per un'analisi più approfondita su innovazione e tendenze nel settore della ristorazione sia a km zero che etnica si rimanda ai parr. seguenti. 67

68 Innovazione e tendenze Concept e format innovativi Per quanto riguarda concept e format innovativi esempio interessante è senza dubbio l idea delle gallerie alimentari dedicate, come Eataly, che permettono sia l acquisto dei prodotti di nicchia legati ad un territorio, sia il consumo diretto attraverso un sistema di degustazione sul posto, riunendo attorno a sé elementi della ristorazione di eccellenza. Altro spunto interessante è dato dalla tendenza family concept che si riscontra nel nord Europa e oltralpe: insegne come Courtepaille in Francia rappresentano un format ancora poco sviluppato in Italia ma di grande innovazione nel layout e nei contenuti. Fig. 15 Eataly al Lingotto di Torino Fig. 16 Ristorante della catena Courtepaille, Francia Presentando una formula di qualità (del cibo e degli spazi), questi format offrono luoghi di ristorazione piacevoli per tutta la famiglia, dedicandogli aree adeguate e scelta dei menu (competitivi sia per contenuti che per prezzo), risultando una valida ed innovativa alternativa al classico fast food (visto oggi, a torto, come solo luogo di destinazione per le famiglie). Forse il modello che più si avvicina a quello precedente per quanto riguarda la gestione degli spazi (cosa differente è la gestione della clientela, N.B.) è dato dai format tematizzati, come le catene ispirate al tex-mex, come Roadhouse Grill o Old Wild West ( ampie sale, ambienti da saloon, vere e proprie steakhouse con servizi al tavolo ed express) o ad una italianissima cucina partenopea, come Rossopomodoro o Fratelli La Bufala, sempre più meta di un target giovane e di ritrovi di gruppo. Fig. 17 Particolari della sala di un Roadhouse grill 68 Fig. 18 Dehors di un ristorante della catena Fratelli La Bufala

69 Dall idea del pranzo completo è partita anche la formula (importata da un format americano) dei self service con piatti preparati al momento, come Flunch o Ciao-Autogrill, destinati ad un pubblico spesso composto da impiegati che approfittano della pausa per consumare un pasto veloce ma completo. Da un punto di vista del layout, il format prevede per quasi tutte queste formule spazi divisi fra ristorante, bar e, a scelta, angolo tematico (pizza, kebab, etc). Particolare attenzione viene data all allestimento dei locali, con grande sensibilità al design degli interni che permette a queste catene di puntare ad un target più elevato, offrendo ambienti innovativi e piacevoli. Fig. 19 Interni dell ultima generazione di Flunch restaurants Fig. 20 Ingresso di un Ciao-restaurant Altra tendenza importante è quella del fast food rivisitato, declinato in maniere completamente differenti. Una prima interpretazione è quella del pranzo veloce, ma di qualità, capace di offrire un ambiente piacevole e dal taglio design ad un target medio alto. Un esempio di questo new concept potrebbe essere fornito da Red d Hippo, ristorante di recente realizzazione e dal taglio urban chic, nato dalla catena Hippopotamus, ricercato e di tendenza, che come dictat quello di proporre pranzi alla carte in massimo 30 minuti. Altra rivisitazione del concetto di fast è data dalla tipologia di alimento consumato: si passa dai tipici hamburger ad ogni tipo di alimento, come frutta, alimenti bio, crepes. È di recente istituzione il primo fast creperie coffee con il marchio Roule Galette: questa insegna propone crepes di ogni genere e tipo in un minuto e mezzo in un ambiente giovane e colorato, diviso fra ristorazione rapida e lounge. Fig. 20 Interni del ristorante Red d Hippo Fig. 21 Facciata del Fast Crepes Coffee Roule Galette 69

70 Le nuove locations Un discorso particolare merita la tendenza a creare esercizi di ristorazione di alta qualità in luoghi, come musei, centri sportivi, stazioni fino ad ora poco soliti ad ospitare destinazioni slow food. Prendiamo ad esempio i luoghi culturali, come i musei: tendenza molto in voga in questi ultimi cinque anni è stata quella di dotare musei di un ristorante di prestigio o di una lounge bar, come nel caso di Georges al Centre Pompidou di Parigi, o del Caffè della Triennale di Milano. Questi luoghi, nel corso del tempo, sono diventati essi stessi delle destinazioni principali, svincolate dalle funzioni degli edifici che le ospitano. Fig. 23 Ristorante Georges - Centre Pompidou, Paris Fig. 24 Caffè della Triennale, Milano Anche le destinazioni sportive, che prima disponevano di soli punti ristoro fast food si stanno attrezzando a ricevere il pubblico in differenti ore della giornata e della settimana con dei punti di ristorazione (lounge raffinate e ristoranti alla moda) come nel caso dell Aviva Stadium di Dublino e del progetto del nuovo Stadio delle Alpi a Torino. Fig. 25 Aviva Stadium, Dublino Fig. 26 Progetto Juventus Center, Torino Anche i luoghi travel risentono di questa tendenza: se prima erano caratterizzati da ristoranti e bar orientati verso un servizio svelto e standard ora sviluppano sempre più menù ricercati e spazi relax, destinati sia ad un pubblico di passaggio che un pubblico espressamente richiamato sul luogo. Ne sono esempi eclatanti la Sky lounge bar di Milano (stazione Centrale e Malpensa) o il ristorante le Train Blue a Parigi: i primi due, di ultima generazione, rappresentano la maniera più moderna di intendere la vita all interno dei luoghi travel, ovvero l idea della stazione come luogo di incontro fra la nozione di transito e quella di incontro per riunioni o re- 70

71 lax; il secondo esempio, seppur riferimento storico per Parigi, racchiude lo spirito moderno della stazione come luogo stesso di destinazione o di parte integrante del viaggio. Fig. 27 Sky lounge Bar, stazione Centrale, Milano e Aeroporto Malpensa Fig. 28 Le train Bleu Restaurant, Paris 71

72 5. IL PARCO TEMATICO E L'ECOSOSTENIBILITÀ 5.1. Smart Grid (*) Un Parco tematico come quello proposto avrà consumi energetici dipendenti non solo dalla natura degli spazi allestiti, ma anche dalle tecnologie adottate nella loro realizzazione. Per quanto riguarda le serre bioclimatiche, ad esempio, che saranno indubbiamente tra gli elementi del Parco che richiederanno il maggior assorbimento di energia, si potrebbero avere consumi fortemente differenti in relazione ai materiali impiegati per la copertura, per la coibentazione e per gli impianti di ricircolo dell aria e dell acqua. È comunque possibile stimare i futuri consumi energetici prendendo come riferimento le più recenti e moderne strutture realizzate. Guardando infatti ai dati di esercizio dei parchi tematici che ospitano impianti simili a quelli ipotizzati nel presente progetto, come i più volte citati Eden Park e Serra Masoala, i consumi elettrici saranno presumibilmente dell ordine dei 5-6 GWh / anno, mentre quelli termici saranno di circa 9-10 GWh / anno. Essi sono dunque di entità paragonabile tra loro, verosimilmente continuativi e ben bilanciati, per cui sarà possibile sfruttare appieno l energia prodotta in modo locale da un adeguato mix di fonti rinnovabili, anche di natura co-generativa. In un contesto come quello ipotizzato sarà dunque fondamentale progettare un infrastruttura di rete in grado di spostare i flussi energetici in modo efficiente ed economico, gestendo in modo fortemente integrato le necessità di assorbimento di energia con quelle di generazione, per raggiungere l obiettivo di una auto-sufficienza del Parco tematico, in modo tale che il suo impatto energetico risulti pressoché nullo (impatto zero). D altra parte una rete energetica con le citate caratteristiche ben si inerisce nel progetto fin qui descritto, mirato a ricreare diversi habitat ad una latitudine diversa da quelle usuali, poiché in entrambi i casi occorre un supporto tecnologico notevole per garantirne sostenibilità nel tempo. Ricreare un ambiente naturale in un luogo per esso innaturale comporta la realizzazione di un sistema di automazione e controllo altamente sofisticato, in altre parole smart. Da qui nasce la similitudine tra il Parco tematico e la sua futura infrastruttura energetica: per consentire una gestione economica, efficiente e sostenibile le reti di alimentazione del Parco devono essere intelligenti. Il Parco sarà dunque dotato di una smart grid in grado di garantirne il funzionamento L energia da fonti rinnovabili Come anticipato, se progettato secondo i più moderni criteri di risparmio energetico, il Parco tematico dovrebbe necessitare di circa 5-6 GWh elettrici e 9-10 GWh termici l anno. Pertanto la potenza di picco assorbita dalla struttura è stimabile in 2-3 MW elettrici e 5-6 MW termici. All interno dell area potranno dunque essere installate diverse tipologie di generatori in grado di soddisfare tali richieste. L idea è quella di combinare differenti tecnologie con l obiettivo sia di coprire il fabbisogno energetico, sia di far diventare in taluni casi i generatori stessi fonte di attrazione, dando connotazione didattica alle installazioni. La copertura delle aree adibite a parcheggio, così come quelle dei principali edifici verranno realizzate in modo tale da consentire il posizionamento di pannelli fotovoltaici. A titolo indicativo si possono già effettuare delle prime considerazioni di massima: poiché a Milano si può calcolare in 1370 kwh/mq anno l energia solare disponibile ed il rendimento attuale dei pannelli fotovoltaici è circa del 12-14%, l energia producibile mediamente nella zona è di 165 kwh/mq per anno. Coprendo mq di superficie (due o tre campi da calcio) si può calcolare di soddisfare un fabbisogno elettrico di 1,6 GWh anno, approssimativamente il 25% del fabbisogno globale della struttura. Nel campo della generazione da energia solare, esistono altresì altre tecnologie in grado di ridurre gli ingombri degli impianti, basate (*) Esempi di applicazione di smart grid sono riportati nell'allegato B 72

73 essenzialmente sulla concentrazione dei raggi del Sole. Un esempio interessante, anche se scarsamente applicabile in larga scala nel contesto descritto, è il sistema a concentr a- zione di Fig. 29, consistente in una parabola che concentra i raggi solari aumentandone fino a volte l intensità nel proprio fuoco, nel quale è inserito un motore esotermico (motore Stirling). Si propone l inserimento nel Parco di uno o più esemplari di questo tipo che oltre a produrre energia (alcuni MWh /anno) assumano la connotazione di oggetti tecnologici che attraggano l interesse dei visitatori. Fig. 29 Poiché si desidera mantenere il ciclo di funzionamento del Parco il più possibile chiuso, si ritiene di particolare interesse la possibilità di utilizzare un mini-termovalorizzatore all interno dell area. In questo modo i rifiuti prodotti, che non potranno essere riciclati, verranno immediatamente usati per produrre energia elettrica e calore. Anche in questo caso è possibile realizzare un dimensionamento di massima dell energia ottenibile dall impianto. Si può stimare che il Parco tematico e le strutture che ne verranno alloggiate all interno avranno una produzione tra 500 e tonnellate di rifiuti l anno, di cui la metà di materiale riciclabile. Il materiale da destinare al termovalorizzatore potrebbe dunque essere tra le 250 e le 500 tonnellate e quindi in grado di fornire energia elettrica ed energia termica pari a qualche percentuale (dal 2 al 5%) del fabbisogno energetico totale. Un'altra tecnologia che potrebbe essere profittevolmente utilizzata nel Parco è la cogenerazione/trigenerazione derivante da biomassa di natura vegetale. In genere si utilizzano impianti da 0,5-1 MW elettrici, in grado di generare contemporaneamente fino a 1-1,5 MW di potenza termica. In questo caso il funzionamento dell impianto sarebbe pressoché continuo e quindi in grado di produrre una quantità di energia pari al 40-50% del fabbisogno termico ed elettrico della struttura. Per far funzionare l impianto a biomassa, però, occorre pensare ad un ciclo di alimentazione che convogli verso l area le biomasse di natura agricola provenienti dal Parco Agricolo Sud Milano, i residui della lavorazione del legno etc. Nel contesto della micro-termovalorizzazione e dell ottenimento di energia da impianti a biomasse, sono oggi numerose le aziende che propongono soluzioni innovative, così come sono notevoli i progressi tecnologici in corso. La scelta degli impianti, sarà dunque da effettuarsi al momento della loro realizzazione ponendo attenzione ai parametri di funzionamento, alle emissioni degli inquinanti e alla vita attesa delle strutture stesse. Anche in questo caso la scelta di specifiche tecnologie si potrebbe coniugare a finalità didattiche 73

74 e gli impianti stessi potrebbero entrare a far parte di sezioni tematiche appositamente organizzate. Infine, la presenza di corsi d acqua all interno o in prossimità dell area espositiva potrebbe indurre alla realizzazione di impianti idraulici, dotati di piccole turbine in grado di produrre energia elettrica. Esempi di impianti mini-hydro sono infatti ormai parecchi e le potenze installate vanno da alcune decine di kw fino a 1-2 MW. Gli Impianti mini-hydro, pur essendo di limitata potenza unitaria, presentano notevoli vantaggi sia dal punto tecnico che da quello economico. La piccola taglia può utilizzare corsi d acqua di modeste dimensioni e richiede modalità costruttive ed organizzative di basso impatto sul territorio. Inoltre i costi di realizzazione e manutenzione degli impianti sono contenuti. Esistono in commercio turbine in grado di sfruttare anche piccolissimi salti (2-20m) o addirittura in grado di essere annegate nei corsi d acqua stessi (turbine cinetiche) La previsione dell energia producibile L energia prodotta da fonti rinnovabili acquista valore se anziché essere generata in modo aleatorio, può essere prevista con precisione ed accuratezza. L energia generata in modo incerto, infatti, può indurre surplus o deficit improvvisi e quindi necessita di grandi quantità di sistemi di riserva pronti ad entrare in funzione nel momento in cui si dovessero verificare squilibri di energia. È per questo che si doterà il Parco di sistemi di forecast basati su una rete di sensori in grado di misurare l irraggiamento, la pressione atmosferica e l umidità dell aria. A questi si uniranno algoritmi di previsione locale dell energia producibile su orizzonti temporali variabili: quindici minuti, un ora, sei ore e ventiquattro ore. In questo modo il sistema di gestione del Parco sarà in grado di controllare in modo intelligente l energia prodotta ed assorbita e, laddove possibile, cercherà di equilibrarle. I concetti di bilanciamento e dispacciamento delle risorse, normalmente affrontati a livello di gestione e controllo di reti di grosse dimensioni saranno riportati, per quanto attuabile, a livello del sistema locale, dando vita ad una vera e propria smart grid I sistemi di stoccaggio dell energia Il sistema elettrico è in generale un sistema a bassissima inerzia, che necessita di costante bilanciamento tra domanda e offerta: l energia prodotta e quella assorbita devono essere istantaneamente in equilibrio, poiché se così non fosse ciò avrebbe un effetto immediato sulla qualità della fornitura con innalzamento o abbassamento della tensione e variazione della frequenza di rete. Tanto più i sistemi sono piccoli, tanto più tale esigenza è importante ed uno squilibrio di piccola entità può provocare completi black-out. L obiettivo dichiarato per il Parco tematico di essere ad impatto zero porta ad effettuare considerazioni anche in questo senso, in quanto per raggiungere l obiettivo di una vera auto-sufficienza della struttura occorre che essa non sia solamente in equilibrio energetico sul lungo periodo, ma anche che non presenti picchi di potenza assorbita ed erogata troppo ampi. Addirittura, ci si potrebbe porre come obiettivo quello di mantenere nullo lo scambio di potenza con la rete elettrica pubblica e ciò consentirebbe, con adeguati sistemi di controllo collocati su alcuni dei generatori elettrici, di poter alimentare il Parco anche in assenza del collegamento alla rete principale (funzionamento in isola). Per far questo, considerate le fonti energetiche di alimentazione, saranno sicuramente necessari sistemi di stoccaggio dell energia, in grado di assorbire la potenza elettrica istantanea in eccesso e di erogare la potenza di picco quando richiesto. Esistono ad oggi diversi sistemi di accumulo, ciascuno con differenti caratteristiche. Tra questi è possibile citare i CAES (Compressed Air Energy Storage), i sistemi a stoccaggio di idrogeno e le batterie elettrochimiche, che a loro volta possono essere suddivise a seconda delle differenti caratteristiche costruttive e dei materiali utilizzati (batterie redox, agli ioni di litio, al solfuro di sodio, etc.). Si tralascia per il momento l accumulo idrico, poiché l impiego nel contesto descritto è scarsamente ipotizzabile. 74

75 Anche per quanto riguarda i sistemi di accumulo, poiché le tecnologie sono in rapida evoluzione, è conveniente effettuare la scelta della specifica soluzione all atto della realizzazione degli impianti, in modo da poterne trarre il maggior beneficio possibile. Qualunque sia il sistema che si riterrà di installare sarà comunque fondamentale la sua gestione in termini di carica e scarica, ovvero di accumulo e restituzione dell energia. La gestione sarà pertanto affidata al sistema di controllo della smart grid che gestirà le risorse in funzione del bilancio di potenza istantanea ed in base al sistema di forecast, in grado di dare indicazioni sulle future disponibilità di energia da fonti rinnovabili La sala controllo Sono sorti negli ultimi anni diversi siti nei quali è stato applicato il concetto di smart grid. In molti casi si può parlare di installazioni pilota, nelle quali si vuole sperimentare ed analizzare il funzionamento di una porzione di rete fatta funzionare in modo differente da come viene convenzionalmente operata. Tutti i siti sono caratterizzati da una postazione (la Sala Controllo ) debitamente attrezzata, dalla quale gli operatori possono monitorare gli impianti ed i principali parametri di funzionamento. La sala controllo è dunque il cuore del sistema, senza la quale sarebbe impossibile analizzare ciò che accade ed orientare le scelte per la diffusione delle tecnologie. La sala controllo del Parco tematico avrà finalità simili, ovvero sarà concepita per dare possibilità ai visitatori di comprendere ciò che sta accadendo al sistema di alimentazione della struttura, mostrando istante per istante i flussi di potenza, la stima dell energia producibile, l eventuale scambio con sistemi esterni e l accumulo locale. La sala controllo sarà essa stessa un elemento attrattivo del Parco tematico, in quanto esempio concreto di smart grid. Poiché è comunque sconsigliabile consentire l accesso all area a personale non autorizzato, ciò sarà ottenuto delimitando la sala con rivestimenti trasparenti, così come già avviene per strutture similari, compresa la sala del centro nazionale di controllo della rete elettrica. I visitatori saranno portati a comprendere come, in una moderna rete elettrica, gli elementi che la compongono sono in grado di funzionare in modo autonomo, reagendo da soli anche a situazioni di parziale disservizio. Ciò sarà possibile dislocando intelligenza locale sui singoli componenti e riportando poi i parametri di funzionamento verso un sistema centrale in grado di attuare politiche di gestione globali. Le misure e i parametri di funzionamento degli impianti verranno utilizzati per dar vita ad un vero e proprio sinottico che mostrerà in tempo reale ciò che avverrà all interno del Parco. La condizione di funzionamento dei singoli generatori, così come la potenza assorbita ed erogata dai sistemi d accumulo ed il profilo di carico delle utenze principali (motori, pompe elettriche, sistemi di ventilazione, etc.) saranno visualizzati per dimostrare in modo concreto cosa significhi esercire una smart grid. La sala controllo resterà comunque anche la sede naturale di alloggiamento dell operatore incaricato del monitoraggio degli impianti energetici, che con gli stessi sinottici e la visualizzazione dei medesimi parametri sarà in grado di gestire l intero sistema. Mostrare la sala controllo della smart grid sarà come mostrare il sistema venoso del Parco e darà la possibilità ai visitatori di comprendere come l energia debba essere costantemente portata laddove necessario in ogni istante di funzionamento della rete Il sistema di comunicazione Nel progettare la struttura si procederà a cablare l intera area con un sistema di comunicazione dati ad alta velocità, basato su fibra ottica ed integrato con sistemi wireless per consentire una piena connettività all interno del Parco. La progettazione delle infrastrutture di telecomunicazione seguirà prassi ormai consolidate, valide per complessi di grandi dimensioni, e osserverà le linee guida di quello che è definito il cablaggio strutturato di aree ed edifici. 75

76 In generale si può affermare che l esercizio di un sistema energetico, qual è quello sinteticamente presentato nei precedenti paragrafi, non necessita di soluzioni tecnologiche differenti da quelle normalmente utilizzate. È però altresì vero che l adeguata applicazione di sistemi di comunicazione è un elemento fondamentale per quella che si vuole presentare come rete energetica intelligente. Il primo elemento da considerare per poter definire una rete smart è infatti la possibilità di conoscere in tempo reale ciò che sta accadendo al suo interno, per poter poi attuare automaticamente e velocemente azioni mirate al mantenimento della stabilità del sistema ed alla sua ottimizzazione. Si noti che il termine tempo reale acquista, per una rete elettrica, connotazione particolarmente importante e stringente proprio per le suddette considerazioni riguardanti la bassa inerzia dei sistemi elettrici e la necessità di equilibrio istantaneo tra generazione e carico. I sistemi di telecomunicazione implementati consentiranno dunque alla sala controllo di interfacciare in tempo reale i sistemi di produzione di energia ed i carichi elettrici e termici presenti nel Parco. Particolare attenzione dovrà ovviamente essere posta alle problematiche di sicurezza dei dati che verranno fatti circolare e sarà quindi necessario attuare una separazione tra le diverse reti di telecomunicazione implementate. Anche in questo caso, in linea con i più recenti sviluppi, si ricondurrà la tematica il più possibile verso soluzioni già impiegate con successo in altri contesti. Da tenere presente fin dall inizio della progettazione, invece, sarà l utilizzo di protocolli di comunicazione in linea con la normativa e la standardizzazione in ambito elettrico, poiché in questo modo si garantirà l interoperabilità tra i diversi dispositivi utilizzati, nonché l interoperabilità con i sistemi di gestione e controllo della rete pubblica, evitando il successivo inserimento di dispositivi di interfaccia e conversione dati L interfaccia con i sistemi di gestione della rete pubblica La rete di alimentazione del Parco tematico, nonostante i succitati obiettivi di impatto zero, verrà comunque, per questioni di efficienza e sicurezza, collegata alla rete di alimentazione pubblica. La connessione risulterà però interessante anche per il sistema elettrico a cui il Parco sarà allacciato, poiché esso potrà configurarsi come un elemento attivo, in grado cioè di rispondere alle esigenze della rete principale, favorendone l esercizio e dando il proprio contributo in situazioni critiche. Per raggiungere tale scopo verranno implementati tutti i meccanismi previsti dalla normativa vigente per gli utenti attivi ed inoltre verrà realizzata un adeguata interfaccia di comunicazione tra il sistema di controllo del Parco e i sistemi di supervisione della rete pubblica, in modo tale che essi potranno dialogare per soddisfare reciprocamente le richieste di aumento e diminuzione del transito di energia. Nell ottica di una moderna smart grid, infatti, deve essere possibile che gli utenti negozino in tempo reale con il gestore di rete la potenza da scambiare per soddisfare i vincoli dell impianto, ma nello stesso tempo che l utente dia disponibilità, all interno della propria capability, per l attuazione di richieste a supporto dell intero sistema elettrico. Anzitutto ciò si tradurrà nella realizzazione di un adeguato sistema di protezione di interfaccia, ovvero del sistema previsto dalla normativa che realizza il distacco dell utente dalla rete pubblica qualora quest ultima sia soggetta ad un guasto. In secondo luogo, dovrà essere reso operativo, in linea con l evoluzione tecnica e normativa, uno scambio informativo che consentirà alla smart grid realizzata di comunicare ciò che sta accadendo al proprio interno in termini di quantità di: 76

77 carico allacciato, potenza generata da ciascun generatore differenziata per tipologia di fonte primaria di alimentazione, stato di funzionamento dei sistemi dispositivi di accumulo, quantità di carico alleggeribile in condizione di emergenza, riserva di potenza attiva e reattiva immettibile in rete. In questa condizione si potrà realizzare una smart grid in grado di servire non solo il Parco tematico, nelle sue fasi di crescita (Centro acquatico e Resort tematizzato) ma anche il previsto quartiere a destinazione residenziale/direzionale. Inoltre potranno essere poste le basi affinché anche la rete pubblica, cui verranno collegate tutte queste strutture, diventi smart Il ciclo di funzionamento del Parco Un Parco tematico, al pari di altri sistemi creati dall'uomo, è assimilabile ad un sistema aperto che quando è operativo richiede per il suo funzionamento di essere alimentato da energie termiche ed elettriche, da fluidi, da materiali/prodotti necessari alla sua gestione, con generazione di rifiuti/residui. Non vanno considerati come input del sistema tutti quei prodotti che transitano all'interno del Parco senza subire alterazioni, trasformazioni, costituiti in particolare dall'oggettistica offerta nel reparto vendite la cui funzione si evidenzia solo quando si considera la gestione del Parco sotto il profilo economico. Al tempo stesso i visitatori ed il personale operativo vanno considerati, in questo contesto, come agenti attivatori di consumi di varia natura (energia, fluidi, ristorazione, etc.) Per passare da un sistema parco convenzionale, energivoro ed inquinante ad un ecosistema concepito per avere, come effetto risultante, un impatto ambientale vicino a zero occorre selezionare fonti energetiche rinnovabili, applicare nella progettazione delle strutture i principi della Bioarchitettura, scegliere opportunamente materiali/componenti/pezzi di ricambio necessari alla gestione del Parco, disporre di impianti di trattamento delle acque e dei rifiuti/residui generati internamente con minimizzazione della frazione da inviare all'esterno. Applicando questi principi al Parco tematico è stato costruito lo schema di flusso di Fig. 30, scomponibile in un ciclo che si chiude internamente con il riutilizzo o riciclo di alcuni materiali e di un secondo ciclo che si chiude esternamente nel quale sottoprodotti di scarto, generati internamente diventano materia prima per impieghi diversificati o sono destinati, in mancanza di alternative, alla discarica. Nello stesso schema di Fig. 30 si distinguono le fasi in cui si articola la gestione del Parco: fase di immissione nell'ecosistema Parco di energia elettrica potenzialmente disponibile localmente (fotovoltaica, da biomasse, da residui interni termovalorizzabili, da mini-hydro), di acqua riscaldata dalle biomasse, di acqua per le diverse utenze, di materiali/prodotti per la ristorazione, per la conduzione del Parco, etc.; fase di impiego e trasformazione di energia e materiali/prodotti; fase di generazione da parte delle utenze, di fluidi, rifiuti, residui da rimettere nel ciclo Parco dopo trattamento o destinati all'esterno; fase di trattamento di questi sottoprodotti all'interno del Parco, con impianti dedicati; fase di distribuzione dei materiali dopo trattamento all'interno del Parco per un loro riutilizzo (realizzando così la "chiusura del cerchio") o di invio all'esterno di altri sottoprodotti con varie destinazioni (riciclaggio, riutilizzo, discarica). 77

78 rete EEF EEMI EEB AB AF-AC AI A/B S/P M/P Smart grid UEE UFG UAI UR UV ATI AP ATI RC RTI RTI RTE RRD ITA IC IDT RF Residui da Trattare/Termovalorizzare all'interno del Parco Fig. 30 Il ciclo di funzionamento del Parco 78

79 79

80 L'obiettivo, dichiarato, di contenere l'impatto ambientale del Parco a valori prossimi a zero richiede, per essere raggiunto, interventi specifici a livello progettuale, gestionale in ciascuna della fasi precedentemente elencate. Così, per ridurre la dipendenza dall'esterno di energia elettrica, anche se da fonte rinnovabile, il Parco può diventare sorgente di energia elettrica, termica per uso interno. Assume poi valenza strategica la scelta delle attrezzature, materiali e prodotti in ingresso al Parco destinati ai più svariati impieghi ai quali si richiedono caratteristiche di riciclabilità intrinseca dopo l'uso o al termine del loro ciclo di vita. Mentre si può affermare con sicurezza che l'emissione di CO 2 non determina alcuni impatto ambientale provenendo in larga misura dal compostaggio dei rifiuti di origine organica, o dalla loro termovalorizzazione assieme alle biomasse di provenienza esterna, va invece rilevato che esiste una frazione di rifiuti/residui non trattabili e non riciclabili internamente o esternamente al Parco, destinati quindi alla discarica. Questa è la frazione, ancorché minima, che impedisce, con le tecnologie attuali, di annullare totalmente l'impatto ambientale. 80

81 6. CENTRO DI SPERIMENTAZIONE, DI RICERCA E DI APPLICAZIONE Il Parco tematico, per mantenere nel tempo la sua attrattività, deve sviluppare la capacità di rinnovare costantemente l offerta. Un compito che andrebbe affidato ad un Centro di sperimentazione, di ricerca e di applicazione costituito da un gruppo a composizione multidisciplinare con competenze in settori come: botanica, bioclimatica, alimentazione, bioarchitettura, energie rinnovabili, ecologia, mobilità sostenibile, cinematografia digitale, marketing, etc. Sono settori che troviamo rappresentati nel Parco tematico. Le attività di questo Centro potrebbero essere condensate nei punti seguenti: - Rinnovo dell offerta del Parco tematico: l attività consiste nel rinnovare i prodotti audiovisivi destinati alla sala grande schermo, al planetario digitale con schermo emisferico e agli strumenti multimediali (exhibits, schermi a retroproiezione, etc.) de: le Scienze della Terra e la Cupola dell Universo. Un rinnovamento che non necessita di investimenti sull'hardware potendo utilizzare sempre gli stessi supporti, gli stessi sistemi di proiezione. Competenze completamente diverse sono quelle richieste per il rinnovo dell offerta della Biosfera, dell Area rinaturalizzata e della Collina mediterranea che va finalizzata alla scelta, approvvigionamento ed acclimatazione di nuove specie vegetali da mettere a dimora nelle serre o all aperto. Nell offerta del Parco è compreso lo Shopping Center che vuole essere ad un tempo shopping and entertainment center. Qui i prodotti appartengono a due categorie principali: prodotti che si richiamano alle tematiche ludico educative ed ecologiche presentate nel Parco e prodotti agroalimentari ed enogastronomici, in continuità con l EXPO. In questo caso il compito da parte del Centro è di svolgere attività di marketing per indivi - duare i prodotti in grado di venire incontro ai gusti, ai desideri del pubblico; prodotti even - tualmente da personalizzare con il marchio e il logo del Parco. - Supporto nella gestione del Parco: il Parco vuole essere esempio di struttura complessa alimentata da fonti rinnovabili, progettata secondo i principi della bioarchitettura, con una attenzione volta al riciclaggio/recupero dei rifiuti, in grado di riprodurre la circolarità dei sistemi naturali; obiettivi questi da raggiungere e da certificare attraverso un azione di supporto e di indirizzo nella gestione del Parco da parte del Centro. - Mobilità sostenibile: il Parco si può candidare a diventare mostra permanente sugli sviluppi tecnologici di una mobilità ad impatto zero, sull impiego di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Compito del Centro è di seguire l evoluzione di questa tecnologia nelle applicazioni che ritroviamo nel Parco (veicoli su terra e su acqua per il trasporto di persone/cose al suo interno) e di curare il revamping periodico della flotta elettrica ad opera di Aziende leader nel loro settore alle quali dare visibilità attraverso iniziative promozionali e pubblicitarie, a compensazione del loro contributo. - Il Parco tematico e il territorio: si è proposto di mettere a disposizione del visitatore del Parco due strumenti di partecipazione interattiva e di conoscenza come il Geoblog e il Plastico Metavisuale. Sono strumenti che, assieme all Area rinaturalizzata riproducente paesaggi vegetazionali lombardi, forniscono una visione di insieme di ciò che il visitatore del Parco potrà trovare se vuole estendere la visita al territorio metropolitano servendosi in particolare della rete ciclabile. Si tratta per il Geoblog di curare la sua progressiva implementazione per mettere in connessione persone, usi, luoghi attraverso una serie di informazioni legate al territorio da visitare. 81

82 Si tratta per il Plastico Metavisuale di aggiornare, rinnovare lo spettacolo multimediale proiettato sul plastico riproducente il territorio, la mostra fotografica, normalmente ad esso associata, che ne racconta luoghi, paesaggi e culture e il materiale divulgativo da mettere a disposizione del pubblico. - Organizzazione di congressi/conferenze/eventi. I temi sono quelli presentati nel Parco comprensivi di quelli lasciati in eredità dall EXPO legati all alimentazione, alla biodiversità, alle tecnologie applicate all agricoltura. Si è stimato in unità l'organico di questo Centro, da inquadrare come Dipartimento all'interno della struttura organizzativa del Parco. 7. IL PARCO TEMATICO E LA MOBILITÀ SOSTENIBILE La disponibilità all interno del Parco di una smart grid servita da impianti di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili porta a privilegiare soluzioni di mobilità basate su questo tipo di energia. Si avrebbe così una mobilità totalmente sostenibile, ad impatto ambientale zero, che riguarderebbe: autobus per il trasporto dei visitatori all interno del Parco, veicoli per il trasporto merci all interno del Parco barche solari in servizio lungo il canale bici a pedalata assistita all interno e da e per il Parco, (vedi Cap. 8) L aver privilegiato per il Parco questa forma di mobilità ad impatto zero lo porterebbe a candidarsi per diventare mostra permanente sugli sviluppi tecnologici in questo settore. Una mostra in linea con i tempi visto che non è assolutamente prematuro parlare di veicoli per il trasporto di passeggeri/merci completamente elettrici in quanto, secondo molti esperti, entro una decina d anni tutte le principali città dovranno necessariamente sostituire il parco dei mezzi di trasporto comunali con veicoli a zero emissioni. Uno dei principali motivi che ancora impedisce ai veicoli elettrici, specie se si tratta di grandi automezzi come autobus, pullman e camion, di imporsi è rappresentato dal costo elevato e da una autonomia delle batterie ancora insufficiente I veicoli elettrici A testimonianza degli sforzi che vengono compiuti per far evolvere questa tecnologia di trasporto verso un impiego di massa vengono di seguito segnalate alcune iniziative che vanno in questa direzione BUS elettrici con pannelli fotovoltaici montati sul tetto Non si tratta ancora di BUS elettrici ma di BUS che utilizzano il motore endotermico, dei quali, grazie all apporto energetico proveniente da pannelli fotovoltaici di tipo flessibile montati sul tetto si vuole minimizzare le emissioni in atmosfera. È un progetto finanziato dalla Regione Piemonte e condotto da un gruppo di PMI locali (Mtc Srl, Acta Srl e Integrare Srl) insieme al Politecnico di Torino e con l ausilio della GTT (Gruppo Torinese Trasporti) e che prevede la realizzazione di un prototipo di BUS alimentato in parte da questi pannelli. L obiettivo principale del progetto di ricerca, denominato SIMEBUS (SIstemi MEccatronici per l efficienza energetica nei BUS), e che terminerà nel 2012, è di sviluppare e validare moduli meccatronici atti a migliorare l efficienza e l impatto ambientale dei BUS con particolare riferimento al trasporto pubblico urbano. Attraverso questi moduli sarà possibile, grazie all energia prodotta dai pannelli, ricaricare le batterie utilizzate per l azionamento degli impianti ausiliari di bordo quali: illuminazione, 82

83 ventilazione, apertura porte; una energia che permette di ridurre il consumo di combustibile e i fermi macchina per ricaricare a motore acceso le batterie. Assieme allo sviluppo di questi moduli si vogliono testare pannelli fotovoltaici flessibili ad altissimo rendimento nelle condizioni di esercizio e mettere a punto tecniche di generazione di energia fotovoltaica in presenza di ombreggiamenti variabili BUS elettrici a doppia batteria Molti studi si stanno indirizzando nella progettazione di batterie più efficienti (e totalmente riciclabili). Si ricorda in particolare il sistema a doppia batteria, sviluppato dalla General Electric, in grado di alimentare i motori dei grandi automezzi fra i quali i BUS, garantendo anche al trasporto su gomma spostamenti ad emissione zero; un settore che finora non era ancora stato interessato dalla rivoluzione elettrica : la maggiore parte degli autobus sono tuttora alimentati da combustibili tradizionali o da sistemi ibridi. Il sistema, sviluppato dai ricercatori e ingegneri del GE Global Research, il centro di ricerca di GE, in collaborazione con la Federal Transit Administration americana, combina due diversi tipi di batterie, al litio e al sodio, permettendo di sfruttare i vantaggi di ciascuna: le batterie al litio offrono elevata potenza ma sono meno adatte a stoccare grandi quantità di energia, mentre quelle al sodio possono immagazzinare molta energia, ma garantiscono minor potenza. Sfruttando le qualità di entrambe, il sistema duale di GE, sperimentato su un autobus, è in grado di risolver efficacemente due delle criticità che hanno impedito finora la diffusione su larga scala della mobilità elettrica, le dimensioni e i costi delle batterie. Diversamente da una batteria singola, con il nuovo sistema non ci sarà bisogno di usare batterie molto grandi, e si potranno utilizzare componenti chimici più economici, riducendo così i costi fino al 20%. Il prototipo di bus sviluppato da GE ha una velocità di 80 km/h e km di autono - mia, ma l obiettivo è raggiungere una velocità superiore a 100 km/h e un autonomia simile a quella delle auto elettriche, intorno ai 160 km chilometri [16]. Ritornando alla realtà italiana, risultati più modesti ma comunque interessanti vengono raggiunti con il BUS Europolis elettrico, Fig. 31, prodotto e commercializzato dalla soc. ASTRA facente parte del Gruppo IVECO. Si tratta di un veicolo in grado di trasportare 48 passeggeri (10 posti a sedere e 38 in piedi), dotato di batterie al sodio ricaricabili in 8 h. Ha un autonomia nel ciclo urbano di 120 km, con una velocità max. di 60 km/h. Fig. 31 Europolis: autobus urbano elettrico 83

84 BUS elettrici alimentati da energia prodotta da impianti fotovoltaici Ridurre a zero l impatto ambientale del BUS ad uso urbano è un obiettivo importante per contenere l inquinamento ma lo è di più se le sue batterie vengono ricaricate con energia elettrica ottenuta da fonti rinnovabili. Rientra in questo obiettivo il progetto, portato a termine nel 2010, messo a punto da Rinnova Romagna Innovazione, Società finalizzata alla promozione e al sostegno delle imprese pubbliche e private per migliorare prodotti e servizi attraverso l innovazione tecnologica. Riguarda la generazione di energia da fonti rinnovabili per alimentare gli autobus elettrici che svolgono servizio per conto dell Agenzia per la Mobilità ATR. il progetto si chiama Green2 Transportation, e contempla l installazione di impianti per la generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili nei depositi di ATR a Forlì (in via Pandolfa) e Cesena (in via Spinelli). Evidenti i vantaggi ambientali, grazie alla minore emissione di gas inquinanti nell aria, ma anche economici, dovuti agli incentivi previsti dal Conto Energia, ed ai risparmi in bolletta per il consumo di energia autoprodotta. Tra le varie tecnologie valutate da Rinnova per raggiungere questi obiettivi il fotovoltaico è apparsa la più idonea, grazie alla possibilità di produrre energia sufficiente per alimentare gran parte del parco autobus a trazione elettrica operante sul territorio provinciale. Green2 interviene infatti sul deposito forlinese di via Pandolfa con l installazione di pannelli solari sul tetto e sulle pensiline di ricovero degli autobus, Fig. 32, e lo stesso avviene per il deposito cesenate di via Spinelli. Il progetto firmato da Rinnova è corredato da numeri decisamente interessanti relativi alla produzione di energia: a Forlì gli autobus consumano kwh/y; l energia potenzialmente producibile dal fotovoltaico nel deposito di via Pandolfa è pari a kwh/y, pari al 102% del fabbisogno degli autobus elettrici. A Cesena il consumo degli autobus è superiore ( kwh/y), e l energia potenzialmente producibile al deposito Spinelli è di kwh/y (44% del fabbisogno). Nel complesso, il consumo di energia elettrica degli autobus di Forlì e Cesena è di kwh/y; di questi ben kwh/y potranno essere prodotti da impianti fotovoltaici, installati da ATR, a copertura del 60% del fabbisogno complessivo. [17]. Fig. 32 Fig. 33 Si ricorda infine che il parco veicoli interessato è costituito prevalentemente da minibus Gulliver della Tecnobus, Fig. 33, da tempo entrati in esercizio, dotati ancora delle batterie al piombo-acido con una autonomia limitata a 3 4 h. Una volta scarica, la batteria viene rapidamente sostituita con una di riserva, carica, raddoppiando così l autonomia. 84

85 BUS elettrici e il Parco tematico Considerati i numeri stimati dei visitatori, oltre 2 milioni/anno, i BUS andrebbero dimensionati per una capienza di persone (tra posti a sedere ed in piedi) in modo da non dover predisporre di troppi BUS per l operazione di trasporto, specie dovendo servire non solo i visitatori del Parco ma anche gli abitanti del quartiere previsto all interno dell area espositiva, da edificare negli anni post EXPO. Il percorso, con capolinea i due ingressi Ovest ed Est, andrebbe sviluppato, se studiato per i visitatori del Parco, lungo il Decumano, la World Avenue di oltre un chilometro, prevedendo una deviazione all altezza di Piazza Italia per raggiungere, al termine del Cardo, una fermata intermedia presso Palazzo Italia e Lake Arena; è un percorso pianeggiante, ideale per i BUS elettrici, dove, data la sua brevità, la velocità può essere mantenuta sotto i 50 km/h. Sono BUS le cui batterie vengono caricate tramite colonnine alimentate dalla smart grid (par. 5.1), servita da sistemi di generazione di energia elettrica rinnovabile e pulita (ad es. impianti fotovoltaici, mini-hydro, di cogenerazione/trigenerazione a biomasse). Nella scelta delle batterie con cui alimentare i BUS andrebbero monitorati i progressi della GE nello sviluppo delle batterie al litio, sodio in grado di conferire al veicolo un autonomia di 160 km circa. Un autonomia che, essendo superiore ai km percorribili dai BUS durante le ore di apertura del Parco, non richiederebbe ricariche intermedie o la sostituzione delle batterie con quelle di riserva, cariche. La limitazione della velocità a 50 km/h e il contributo, anche se modesto, dei pannelli fotovoltaici montati sul tetto nella carica continua delle batterie sono fattori favorevoli ad un aumento di questa autonomia. Da quanto sopra vengono sintetizzate nei punti seguenti le caratteristiche desiderate nei BUS elettrici destinati al Parco tematico: capacità di trasporto: persone (tra posti a sedere e in piedi) batteria: al litio, sodio autonomia: 160 km, raggiunta anche grazie a: pannelli fotovoltaici ad altissima efficienza montati sul tetto del veicolo ed imponendo una: velocità max di 50 km/ora. 85

86 7.2. I catamarani ad energia solare Secondo il Masterplan, verrà realizzato un canale che di svilupperà lungo il perimetro dell area espositiva. Questo canale perimetrale della lunghezza di 4500 m, presentando dei salti lungo il percorso, sarà navigabile da piccoli natanti solo nella zona ad Est del sito. Oltre che per svolgere la funzione di equilibrio idraulico e ambientale del sito, è stato concepito con intenti di tipo ricreativo e turistico. Dalla sezione tipologica del canale, riportata in Fig. 34 si osserva che la sponda lato sito espositivo è delimitata da un muro prefabbricato sormontato da passerella pedonale a sbalzo mentre la sponda lato esterno è costituita da terreno naturale destinato ad accogliere essenze vegetali acquatiche e ornamentali [18]. Fig. 34 Sezione tipologica del canale La profondità permanente del canale, di 120 cm circa, costante nel tratto del canale a fondo piatto, decresce progressivamente lungo la sponda del lato esterno fino ad annullarsi ad una distanza dal muro di oltre 10 m. In realtà la larghezza del canale percorribile dai natanti andrebbe limitata a 6 m dal muro e dove la profondità non è mai inferiore ad 1 m. Durante i periodi di piena il livello può salire dai 120 cm fino a 195 cm. La sezione di Fig. 34, pur non tenendo conto di alcune irregolarità del canale lungo il suo percorso a tratti sinuoso, si può ritenere sufficientemente rappresentativo del profilo medio del canale e come tale è stato preso a riferimento nella scelta delle tipologie dei natanti. Come per la mobilità su ruote, di cui al par. 7.1., viene privilegiata una mobilità sostenibile basata sull impiego di energia elettrica prodotta localmente e distribuita attraverso la smart grid e di energia proveniente da pannelli fotovoltaici montati sull imbarcazione ad integrazione/sostituzione della prima. Considerati i vincoli imposti dalle caratteristiche della via d acqua: larghezza utile navigabile del canale pari a 6 m per una profondità di almeno 1 m, sono state individuate due tipologie di barche: barche per il trasporto, a scopo turistico, di passeggeri lungo il tratto navigabile del canale, barche da noleggio da 4-6 posti a scopo ricreativo. 86

87 Prima tipologia Appartengono alla prima tipologia imbarcazioni la cui base, visibile in Fig. 35 è costituita da due corpi galleggianti uniti da una piattaforma su cui verrà costruita la sovrastruttura dell imbarcazione. La modularità dello scafo viene ottenuta variando la lunghezza dei corpi galleggianti, la loro distanza e quindi la superficie della piattaforma su cui poggerà tale sovrastruttura. Fig. 35 Struttura di base dell'imbarcazione Sulla base di questo principio si ottengono catamarani dalle caratteristiche dimensionali e dagli allestimenti molto diversi secondo le richieste e le esigenze della committenza. Esempi di allestimento sono riportati in Fig. 36. Catamarani di questo tipo sono normalmente impiegati in corsi d acqua come canali, laghetti e brevi tratti di mare. Fig.36 Esempi di allestimento per catamarani Considerati i vincoli dimensionali del tratto di canale navigabile, si è costruita la Tab. VII dove sono riportate le caratteristiche di massima di un catamarano con una capacità di trasporto dei passeggeri da 20 a

88 Tab. VII BARCHE ELETTRICHE A ENERGIA SOLARE um. Catamarano (turistico) Lucia (noleggio) Gardasolar (noleggio) Passeggeri n max Lunghezza m ,85 Larghezza m 2,2-4,5 1,6-2,2 2 Altezza linea acqua m 1,50-1,80 1,50-1,80 2,70 (1) Pescaggio a vuoto m 0,15-0,25 0,15-0,25 0,30-0,32 Pescaggio a pieno carico m 0,30-0,50 0,20-0,30 0,35-0,38 Peso a vuoto (2) kg Peso a pieno carico kg Motorizzazione kw 3,9-10 3,5-8 - Moduli fotovoltaici kwp 1-4 0,15-0,20 0,32 m Potenza velocità crociera kw 1-4 0,5-1 0,5 1,5 Velocità di crociera km/h Velocità massima h Autonomia con sole h illimitata giornaliera (carica notturna) Autonomia senza sole h giornaliera (carica notturna) (1) altezza totale (2) escluso peso batterie (3) autonomia = 5 h (batterie) h (pannelli fotovoltaici) (4) con batteria standard giornaliera (carica notturna) 5 h h (3) 5 (4) Si vede come il pescaggio massimo a pieno carico (0,5 m), sia del tutto compatibile con la profondità del canale e la larghezza massima del catamarano con quella navigabile del canale. Nelle giornate di sole e con una velocità di crociera di 5 km/h, la potenza fornita dai pannelli fotovoltaici, confrontandosi con quella erogata dal motore elettrico, da al catamarano una autonomia praticamente illimitata. 88

89 Per il corretto dimensionamento del catamarano sono necessarie alte informazioni oltre a quelle sopra riportate, come ad es. la conoscenza del percorso del canale con le sue anse, i suoi allargamenti e restringimenti, le caratteristiche dei ponti di collegamento tra l esterno ed il sito espositivo che, se a raso, non permetterebbero l installazione di un tetto a pannelli, sapere se la navigazione deve avvenire contemporaneamente nei due sensi, o a senso unico alternato, etc.. Seconda tipologia Appartengono alla seconda tipologia barche elettriche, tipicamente da noleggio, con le capacità di trasporto di un pedalò, (4-6 persone). Sono disponibili sul mercato barche mono chiglia di tipo tradizionale in legno come il modello Lucia, (Tab. VII), oppure, in fase di commercializzazione, un modello a tripla chiglia visibile In Fig. 37 e le cui caratteristiche sono riportate nella stessa tabella. Fig. 37 Barca GARDASOLAR Considerate le diverse caratteristiche e finalità delle due tipologie di natanti, si suggerisce di tenere separati i loro percorsi, assegnando al catamarano turistico il tratto di canale navigabile, con uno dei pontili di attracco all ingresso di Lake Arena e di riservare questo specchio d acqua ad uso esclusivo delle barche da noleggio 89

90 8. LE PISTE CICLABILI: ALLA SCOPERTA DEL TERRITORIO Il Parco tematico può rappresentare sia la meta per la popolazione limitrofa che voglia raggiungerlo servendosi della bici, sia il punto di partenza per il visitatore del Parco che voglia scoprire con lo stesso mezzo i luoghi di maggior pregio (ambientale, paesaggistico, architettonico) rintracciabili nei Comuni in Provincia di Milano ed in Provincia di Monza- Brianza, o che voglia dirigersi verso Milano per connettersi con la rete ciclabile cittadina. Attraverso la rete ciclabile si rafforzerebbe il ruolo di baricentro naturale, di polo di attrazione che il Parco può svolgere. La mobilità ciclistica ben si raccorda con una delle finalità del Parco, di essere cioè esempio di organismo complesso ad impatto ambientale vicino a zero Il territorio e la rete ciclabile Da una analisi condotta sulle piste ciclabili già in esercizio o in fase progettuale è stata individuata la configurazione di una rete di piste interessanti un territorio raggiungibile dal Parco nell ambito di spostamenti giornalieri. E un territorio attraversato dal Canale Villoresi e dal Naviglio Grande. In Tab. VIII sono elencati i Comuni che verrebbero coinvolti, posti in Provincia di Monza- Brianza e, se in Provincia di Milano, prevalentemente nell Alto Milanese e nel Parco Agricolo Sud Milano. Alcuni dei Comuni della Provincia di Milano riportati in tabella fanno parte dei 16 Comuni che, su iniziativa della stessa Provincia, si sono aggregati nel Patto del Nord Ovest in vista dell EXPO Un Patto nel cui documento costitutivo vengono individuati, fra gli obiettivi da perseguire, lo sviluppo socioeconomico dell area milanese del Nord Ovest nella fase di costruzione dell EXPO e nel dopo EXPO. Il totale della popolazione che verrebbe interessata dalla rete ciclabile e residente nelle due Provincie è di che sale a se vengono inclusi i cittadini milanesi. 8.2 La rete ciclabile I principali percorsi facenti parte di questa rete potenziale sono riportati in Tab. IX con indicazioni sulle lunghezze di ciascuna tratta. Nelle Fig. 38 e Figg. 39 a, b è riportata la road-map di questi percorsi (da a ) descritti analiticamente nel seguito. Parco tematico-molino Dorino (Fig. 38 e Figg. 39a, b) È una green way di circa 7-8 km, già in fase realizzativa, che partendo dal sito EXPO raggiunge la Fiera di Rho-Pero con i suoi alberghi [19], per poi attraversare, dopo aver scavalcato la strada statale del Sempione, i Comuni di Rho e Pero fino a giungere a Molino Dorino allo sbocco del Raggio Verde n 7. Il suo tracciato, che utilizza tratti di pista già esistenti, è stato concepito per intercettare la rete della Metropolitana Milanese, in particolare le fermate di Rho Fiera, Pero ed infine Molino Dorino. 90

91 Tab. VIII CENTRI INTERESSATI DALLA RETE CICLABILE Canale Villoresi Centri Abitanti Provincia Territorio Itinerario Parco tematico (sito EXPO) Milano Rho Milano (*) Pero - Molino Dorino Milano (*) Castello Sforzesco Milano San Cristoforo (Darsena) 8 Garbagnate Milanese Milano (*) Monza Monza e Brianza Muggiò Monza e Brianza Nova Milanese Monza e Brianza Paderno Dugnano Milano Limbiate Monza e Brianza Senago Milano (*) Lainate Milano (*) Nerviano Milano Parabiago Milano Busto Garolfo Milano Arconate Milano Buscate Milano Castano Primo Milano Nosate 689 Milano Cuggiono Milano Bernate Ticino Milano Robecco Sul Naviglio Milano Cassinetta di Lugagnano Milano Cornaredo Milano (*) Pero - Molino Dorino Milano Naviglio G.Turbigo7 485 Milano Gaggiano Milano Trezzano Sul Naviglio Milano Corsico Milano San Cristoforo (Darsena) Milano Pero - Molino Dorino Milano Totale Alto Milanese Parco Agricolo Sud Milano (*) Patto Nord Ovest Naviglio G.Abbiategrasso Milano 91

92 Tab. IX LA RETE DI PISTE CICLABILI I percorsi principali km Parco Tematico - Molino Dorino 8 Molino Dorino - Castello Sforzesco 12,9 Molino Dorino - San Cristoforo (Darsena) 12 Parco Tematico - Garbagnate Milanese 6 Garbagnate Milanese - Monza (Parco) 20 Garbagnate Milanese - Nosate (Parco del Ticino) 32 Nosate (Parco del Ticino) - Cassinetta di Lugagnano 25 Cassinetta di Lugagnano - Molino Dorino 19 Nosate (Parco del Ticino) - Abbiategrasso (Castelletto) 29,5 Abbiategrasso (Castelletto) - San Cristoforo (Darsena) 18,5 Garbagnate Milanese Pista Villoresi - EXPO Collegamento Milano - Fiera - EXPO Raggio Verde n. 7 Fig. 38 Green way e Raggio Verde n. 7 92

93 Molino Dorino - Castello Sforzesco (Fig. 38 e Figg. 39 a,b) La pista, meglio nota come Raggio Verde n 7, partendo dalla fermata di Molino Dorino e dopo aver raggiunto il Parco di Trenno, prosegue attraversando l Ippodromo, l Area City Life, il Parco del Sempione per giungere al Castello Sforzesco dove si raccorda con la rete cittadina di piste ciclabili. Nel suo percorso interseca il tracciato, in progetto, della Cintura Verde che collegherà, come un anello, i parchi esterni della Città. Variante: per chi proviene dal sito espositivo è prevista una variante che, dopo aver attraversato Cascina Merlata, ed il quartiere del Gallaratese, si congiunge alla pista ciclabile. Molino Dorino San Cristoforo (Figg. 39 a,b) E allo studio un secondo percorso per giungere in Città che, partendo da Molino Dorino e dopo aver attraversato il Giambellino arriva a San Cristoforo sul Naviglio Grande dove si raccorda con la pista Abbiategrasso - Darsena. Variante: Come sopra fino all altezza di Trenno poi si congiunge alla pista ciclabile. Parco tematico Garbagnate Milanese (Figg. 39 a,b) Si tratta di una pista in fase progettuale che collegherebbe in futuro in sito EXPO con la Dorsale dal Parco del Ticino al Parco di Monza, lungo il Canale Villoresi, intersecandola all altezza di Garbagnate Milanese. Una volta realizzata avrebbe valore strategico in quanto permetterebbe di mettere in comunicazione la Città di Milano con una articolata rete di piste ciclabili costituita non solo da questa dorsale ma anche dalla rete di percorsi ciclocampestri all interno del Parco delle Groane. Prima di connettersi con la Dorsale questa pista andrebbe ad intersecare quella, nel Parco delle Groane, che da Valera (Villa Valera) porta a Castellazzo di Bollate (Villa Arconati) per poi proseguire fino a confluire sulla Dorsale all altezza di Senago. Garbagnate Milanese Monza (Figg. 39 a,b) Giunti all altezza di Garbagnate Milanese si entra nella Dorsale del Canale Villoresi. Andando in direzione di Monza si incrocia, all altezza di Senago, nel Parco delle Groane, la pista proveniente da Castellazzo di Bollate e poi, proseguendo, si attraversano cittadine come Limbiate, Paderno Dugnano, Nova Milanese, Muggiò con tappa finale Villa Reale; un percorso piuttosto urbanizzato, di 20 km circa. La Dorsale, seguendo il percorso del Canale Villoresi e presentando quindi dislivelli contenuti in poche decine di metri, è di facile percorribilità. Alcune interruzioni lungo il percorso ed un fondo in alcuni tratti in terra battuta o in cattivo stato di manutenzione sono indicatori di miglioramenti da apportare per renderla più facilmente praticabile da una più ampia fascia di cicloturisti. Va segnalato però che recentemente sono stati ristrutturati alcuni tratti della Dorsale, in particolare da Garbagnate a Paderno Dugnano e da Senago a Limbiate. Garbagnate Milanese - Nosate (Parco del Ticino) (Figg. 39 a,b) Lungo il percorso da Garbagnate verso il Ticino si incontra, all altezza di Lainate, Villa Litta, e proseguendo si attraversa il territorio agrario, spesso intatto, del Nord-Ovest milanese costellato di piccole cittadine come Nerviano, Parabiago, Busto Garolfo, Arconate, Buscate, Castano Primo prima di giungere a Nosate. E un itinerario a tratti caratterizzato da fondo sconnesso o sostituito da percorsi stradali. 93

94 Fig. 39a Il territorio interessato dalla rete di piste ciclabili 94

95 Garbagnate Milanese Monza Nosate PARCO TEMATICO (sito EXPO) Molino Dorino Trenno (Variante) Milano Centro Darsena San Cristoforo Cassinetta di Lugagnano Abbiategrasso Fig. 39b La rete di piste ciclabili da e per il Parco tematico 95

96 Nosate (Parco del Ticino) Cassinetta di Lugagnano (Figg. 39 a,b) Giunti a Nosate, ci si immette, all altezza del ponte sul Canale Villoresi, sulla pista cicloturistica del Naviglio Grande; è una pista che, dal Lago Maggiore (Sesto Calende) dove si origina, scende lungo il Naviglio fino alla Darsena di Milano. Attraversa un territorio di gran pregio sia dal punto di vista naturalistico che per i numerosi punti di interesse (opere idrauliche e ville fra cui si segnalano: Villa Dugnani, Villa Borromeo, e l imponente Villa Archinto). Temporaneamente chiuso il tratto di pista sulla riva del canale tra Turbigo e Cassinetta di Lugagnano in attesa che venga trovata una soluzione tecnica per la sua messa in sicurezza. Il tracciato è descritto nel progetto grande gronda a cui si rimanda per ulteriori dettagli ( ). Cassinetta di Lugagnano Trenno Parco tematico (Figg. 39 a,b) E un percorso di interesse ambientale che staccandosi dal Comune di Cassinetta di Lugagnano (Comune noto per le sue politiche di rispetto ambientale) attraversa la campagna milanese costeggiando il canale scolmatore di Nord-Ovest. La pista attraversa quindi Bosco in Città per proseguire fino a congiungersi, all altezza di Trenno, con le piste e dirette verso il sito EXPO seguendo la variante lungo Cascina Merlata o passando prima da Pero (Molino Dorino). Vedi: Nosate (Parco del Ticino) Abbiategrasso (Figg.39 a,b) Il percorso iniziato a Nosate fino a Cassinetta di Lugagnano (itineraio ) prosegue, dopo aver lasciato Villa Visconti Manieri, fino ad Abbiategrasso (Castelletto); un percorso solo in parte ciclabile. A Castelletto il Naviglio di biforca in direzione di Milano (Naviglio Grande) ed in direzione di Pavia (Naviglio di Bereguardo). Vedi: Abbiategrasso (Castelletto) San Cristoforo (Darsena) (Figg. 39 a,b) Da Castelletto il percorso ciclabile si sviluppa lungo l Alzaia Naviglio Grande interessando un territorio costellato di una serie di antichi cascinali, qualche villa, un paesaggio agricolo fatto di marcire e risaie. Un paesaggio che all altezza di Trezzano sul Naviglio cambia bruscamente per diventare prima periferia e poi città, con San Cristoforo e la Darsena (Porta Ticinese) al termine del percorso. In caso di piena attuazione della rete di piste ciclabili descritta precedentemente, nascerebbero (come si può osservare dalle Figg. 39 a,b) due anelli: un anello che, partendo dal sito espositivo e ritornandovi dopo un tour giornaliero, permetterebbe di visitare in bici Milano e il suo territorio costeggiando vie d acqua, come il Canale Villoresi, il Naviglio Grande, ed un secondo che si chiude sulla variante del canale scolmatore. Va infine considerata, come parte di questa rete, la capillare rete di piste ciclabili che permette l esplorazione del Parco delle Groane. La spina dorsale di questa rete è la pista, lunga 24 km, che da Bollate, a Sud, si conclude a Lazzate o, in alternativa, a Lentate sul Seveso, a Nord. Come già ricordato, interseca, all altezza di Garbagnate Milanese, la Dorsale del Canale Villoresi e permette di raggiungere, partendo da Valera in direzione da Ovest a Est, Castellazzo di Bollate e poi Senago sulla Dorsale del Villoresi. È una rete che si completa con diverse diramazioni ciclabili per raggiungere altri centri che insistono sul Parco delle Groane (ad es. Arese, Ceriano Laghetto, Misinto, Seveso). === === 96

97 Il territorio metropolitano raggiungibile da questa rete ciclabile si caratterizza per la presenza di bellezze architettoniche, centri storici, agriturismi, centri didattici, parchi naturali, luoghi di interesse ambientale e paesaggistico, boschi, con la presenza di una ricca fauna. Ne sono un esempio i parchi naturali e le ville storiche riportate in Tab. X Parchi naturali e canali Parco del Ticino Parco delle Groane Parco di Monza Parco di Trenno Bosco in Città Canale Villoresi Naviglio Grande (*) Progetti proposti da "EXPO diffusa e sostenibile" Ville - Cascine Villa Arconati (*) Villa Bagatti Valsecchi (*) Villa Dho Villa Litta (*) Villa Mirabello Villa Palazzetto Villa Raimondi Villa Reale e Giardini di Monza Villa Valera Palazzo e Giardino Arese Borromeo (*) Cascina Torchio Antico (*) Ville del Naviglio Grande Per rendere alla portata di tutti questo patrimonio paesaggistico, culturale, architettonico e per incrementarne l interesse possono venire in aiuto due innovazioni, ad impatto ambientale zero, che hanno già fatto capolino in Italia: il Bike Sharing elettrico con pensiline fotovoltaiche per la ricarica delle batterie di bici a pedalata assistita e i Geoblog come strumento di interazione con il territorio Bike Sharing elettrico e pensiline fotovoltaiche L area facente parte dei Comuni del Nord Ovest, dell Alto Milanese, della Brianza e del Parco Agricolo Sud Milano, baricentrata sul Parco tematico e servita da questa rete di piste ciclabili è raggiungibile, nel punto più lontano dal Parco, con un percorso di 38 km circa. Per estendere la fruibilità di questa rete ad un ampia fascia di utilizzatori si propone di mettere a disposizione un servizio di Bike Sharing per bici elettriche a pedalata assistita. In una bici elettrica il cuore tecnologico è rappresentato dalla batteria. Con l adozione delle batterie agli ioni di Litio il suo peso è sceso ad appena 2-3 kg dai 15 km di una batteria al Piombo. Con questo tipo di batteria è possibile percorrere, senza bisogno di ricarica, km, se la velocità imposta al mezzo non supera i 18 km/ora e la pista attraversa, come nel nostro caso, zone pianeggianti o basso collinari, prive cioè di rapide pendenze. Ne consegue che, nel caso considerato più frequente, di escursioni giornaliere all interno dell area, l autonomia della bici è completamente garantita, (senza dover ricorrere alla ricarica). Per la ricarica della batteria si è iniziato a far ricorso in Italia a stazioni con colonnine di ricarica dotate di coperture fotovoltaiche. 97

98 A dimostrarlo è l eco-progetto in fase di attuazione che prevede l installazione di tre pensiline fotovoltaiche da 7 kw da posizionare su altrettanti punti strategici nel Comune di Padova, per la ricarica di bici secondo il sistema del Bike Sharing elettrico. Nel nostro caso andrebbe prevista una importante stazione di ricarica all interno del Parco tematico, alimentata dalla smart grid (par. 5.1.) e piccole stazioni modulari posizionate ad esempio presso aziende agrituristiche, preferibilmente in zone di particolare interesse. Con il binomio fotovoltaico-mobilità sostenibile si aprono nuove, inedite prospettive nella valorizzazione turistica di un territorio. Trattandosi di un area ricca di parchi, risorse naturali, beni architettonici, agriturismi, per una sua migliore fruizione andrebbe messo a disposizione del turista uno strumento di partecipazione interattiva per far conoscere in tempo reale le offerte sia del Parco tematico che del territorio. È il Geoblog Geoblog Come premesso il Geoblog è uno strumento di partecipazione interattiva utile per far conoscere in tempo reale le offerte sia del Parco tematico che del territorio. Il Geoblog ( è un blog georeferenziato, basato su mappe condivise in rete, che consente di comunicare sul web idee e opinioni associandole ad una specifica collocazione geografica. Su tali mappe possono essere inserite informazioni, riferite a determinati luoghi individuati sul territorio che, tramite la partecipazione interattiva dei cittadini e dei portatori di interessi specifici, diventano rappresentative delle opinioni di tutta la comunità locale. Attraverso il Geoblog si attua, infatti, una reale interazione tra la mappa del territorio e quelle scritture che lo rivelano, lo narrano, lo descrivono, traendone così indicazioni sugli interessi, le necessità e le aspettative degli abitanti. Una funzione importante che uno strumento come il Geoblog può ricoprire all interno del Parco tematico è quello di mettere in connessione tra loro tutta la rete di informazioni che stanno attorno alla rete ciclabile e che connettono persone, usi e luoghi come per esempio gli agriturismi e la loro offerta aggiornata, i luoghi che propongono eventi, i luoghi in cui fermarsi ad acquistare prodotti biologici, le fattorie didattiche e tutta la rete commerciale e culturale che struttura il Parco. Si prevede la costruzione e l implementazione progressiva del Geoblog, partendo diffondendo un attenzione alle pratiche di scrittura nelle geografie, permettendo a ciascuno di inserire di volta in volta le proprie esperienze di vita legate ai territori in oggetto. Si procederà a un monitoraggio continuo della produzione in progress di materiali multimediali da caricare sul Geoblog, come foto, racconti e narrazioni, informazioni e al tracciamento sulla mappa dei percorsi descritti dalle piste ciclabili o attivati dalle stesse nel tessuto locale. Il Geoblog sarà quindi a tutti gli effetti la piattaforma prima di scambio di idee tra i partecipanti e di pianificazione delle azioni sul territorio, poi di comunicazione pubblica interattiva e testimonianza permanente degli esiti del progetto. Questo strumento, attraverso un interfaccia grafica semplice ed intuitiva, consente a chi accede di esprimere in modo libero, semplice e diretto le proprie opinioni e idee, anche allegando alle proprie segnalazioni documenti, fotografie nei formati più diffusi, quali pdf o jpg ad esempio, e altri materiali multimediali (video, audio). I partecipanti al Geoblog possono anche aggiungere dei commenti alle segnalazioni precedentemente inserite da altri e generare così discussioni su un argomento che a sua volta fa riferimento ad un determinato luogo del territorio. Si andrà alla ricerca della biografia dei luoghi attraverso le storie, l'esperienza di vita della gente, le proposte culturali, ambientali e commerciali, le immagini e i suoni (compresi i 98

99 rumori) del paesaggio che interconnette le piste ciclabili, individuando i punti del territorio particolarmente rappresentativi per la comunità. Il Geoblog diviene così testimone delle storie locali e delle relazioni tra i territori e tra questi luoghi e le persone che li vivono, li percorrono, li attraversano, li abitano. L uso di strumenti quali l uso del Geoblog come scrittura e ri-lettura del territorio, si configurano come momenti di condivisione e di analisi al tempo stesso, in un continuo circolo virtuoso di azioni che innescano nella rete la partecipazione pubblica, in un vero e proprio esercizio di democrazia e nascita di spazio pubblico. Sarà proprio questa educazione all azione responsabile e consapevole degli stessi partecipanti, che verrà acquisita progressivamente nel corso del progetto, lo strumento più efficace che garantirà il reale coinvolgimento ed il perseguimento degli scopi nel tempo, anche a progetto ultimato. L uso consapevole della tecnologia diventa così parte integrante del progetto, costituendone strumento fondamentale di racconto e comunicazione, e anche di continua sperimentazione. (*) (*) Per iniziative analoghe e per un approfondimento sul Geoblog si veda l'allegato C. 99

100 9. I BACINI DI UTENZA 9.1. Il sito dell Expo Il sito di progetto del Parco tematico presenta una serie di caratteristiche di rilievo: - può contare su un posizionamento strategico, al crocevia delle principali reti stradali ed autostradali del nord Italia - è servito da una linea metropolitana, dalla rete ferroviaria, da un sistema di trasporto pubblico sia locale che intercomunale - geograficamente si trova all uscita naturale delle valli del nord (Verbania, Varese, Como), in zona di pianura, al centro dell asse Torino-Milano-Venezia - è visibile dalle autostrade MI-TO e VA-MI e dalla tangenziale di Milano - è conosciuto grazie alla presenza del polo fieristico 9.2. Accessibilità L accessibilità al sito di progetto è ottimale essendo i terreni dell EXPO posizionati in zona limitrofa all attuale fiera di Milano, interessata negli ultimi anni da grandi lavori viari (autostradali e non) Fig. 40. In sintesi: - due rami autostradali di grande rilievo, ovvero la Mi-TO e la Varese laghi - la tangenziale di Milano, nei suoi settori ovest e nord - degli svincoli dedicati (sia per il settore fiera che per quello limitrofo) - un sistema viario locale fortemente ridisegnato nel corso degli ultimi anni - una dotazione in parcheggi molto elevata - una rete metropolitana e ferroviaria con fermate dedicate - un servizio di autobus quotidiano e dedicato nei momenti di fiere ed eventi Fonte: mobilita.fieramilano.it Fig. 40 Con l arrivo dell expo 2015 l intera zona sarà interessata da nuovi progetti viari e di trasporti in comune che renderanno l intero sito maggiormente raggiungibile sia da destina- 100

101 zione a corto che a lungo raggio (nuova viabilità dedicata, nuove stazioni dei mezzi pubblici, nuovi parcheggi) Le isocrone della localizzazione Al fine di ricercare il bacino di utenza del sito di progetto sono state fatte le seguenti considerazioni: - il sito presenta una buona accessibilità, sia stradale che autostradale - il progetto di un Parco tematico può contare su un bacino di utenza che si estende ad un livello interprovinciale Per queste ragioni le isocrone sono state studiate con dei parametri di traffico medio, anche autostradale, per degli intervalli di 15 minuti, fino ad un massimo di 90 minuti. Il bacino di utenza che ne risulta è così composto: Tab. XI ISOCRONE DELLA LOCALIZZAZIONE ACCESSIBILITÀ: 90 Minuti, con autostrade, traffico medio ZONA Fasce isocrone Abitanti (minuti) (n.) Abitanti cumulati (n.) 1 00' - 15' ' - 30' ' - 45' ' - 60' ' - 75' ' - 90' TOTALE Fonte: Sincron Inova,, Come si evince dalla mappa (Fig. 41) le isocrone si estendono lungo l asse autostradale est-ovest, rimanendo leggermente schiacciate: - a nord, a causa della morfologia del territorio (presenza dei rilievi alpini) - a sud, a causa della presenza della zona altamente urbanizzata di Milano A sud il bacino è delimitato dalle zone collinari e dal ramo autostradale Alessandria-Piacenza, dove si riscontra un andamento ramificato lungo i due assi autostradali trasversali: - a sud-ovest, lungo la A7, dove il bacino della zona 5 arriva fino quasi ad Alessandria - a sud-est, lungo l Autostrada del Sole, dove il bacino globale supera Piacenza 101

102 Composizione delle aree del bacino di utenza Per quanto riguarda la popolazione si può approssimativamente distinguere fra le seguenti zone di appartenenza: - zona 1 (0-15 minuti): è l area costituita dagli abitanti di Rho, della parte ovest e nord- ovest di Milano. È importante considerare che questa fascia di popolazione, oltre l accessibilità veicolare, può contare su una veloce accessibilità in trasporti pubblici - zona 2 (15-30 minuti): è composta dalla popolazione di Milano e dell interland ovest e nord ovest. Questa zona include le città di Magenta a ovest, la provincia di Varese a nord, la zona di Monza ad est. Questo bacino di utenza è particolarmente agevolato dalla presenza di una rete autostradale molto sviluppata (verso Novara e verso Gallarate), di un sistema di tangenziali intorno alla città di Milano e da strade provinciali e stradali. - Zona 3 (30-45 minuti): è la fascia composta dalla popolazione della provincia di Milano, ramificata lungo i principali assi autostradali. Si riscontra sempre uno schiacciamento dell area a nord, dovuto alla presenza dei rilievi e dei laghi, e nelle zone fra le autostrade (in particolare ad est, dove la destinazione agricola delle zone e l ostacolo di oltrepassare Milano riducono l accessibilità al sito). - Zona 4 (45-60 minuti): è il bacino formato dalla popolazione delle città del nord servite dalle autostrade, come Varese e Como, alla quale si aggiunge la popolazione delle zone più agricole del sud e di Pavia (e del suo interland). - Zona 5 (60-75 minuti): è l area composta principalmente dalle città che si trovano lungo gli assi del sistema autostradale, lungo tutti gli assi di studio. - Zona 6 (75-90 minuti): come evidenziato dalla mappa, questa area lambisce le città di Torino (senza includerla) ad ovest e di Brescia ad est, a nord si estende lungo le vallate di Verbania e del Lecchese, a sud segue i due assi autostradali precedentemente descritti Caratteristiche demografiche Le sei zone studiate sono ripartite secondo la seguente composizione: Tab. XII Composizione della popolazione (famiglie - maschi - stranieri) Fasce isocrone (minuti) Abitanti (n.) Famiglie (n.) Maschi (n.) Stranieri (n.) 00' - 15' ' - 30' ' - 45' ' - 60' ' - 75' ' - 90' TOTALE Fonte: Sincron Inova,, 102

103 Fig

104 Ripartizione nuclei famigliari In particolare per quanto riguarda le famiglie abbiamo la seguente ripartizione: Tab. XIII Componenti della famiglia Famiglie 1 componente Famiglie 2 componenti Famiglie 3 componenti Famiglie 4 componenti Famiglie 5 componenti Famiglie con almeno 6 componenti Componenti medi del nucleo familiare COMPONENTI DELLA FAMIGLIA (%) PER FASCE ISOCRONE DELLA LOCALIZZAZIONE 00' - 15' 15' - 30' 30' - 45' 45' - 60' 60' - 75' 75' - 90' Totale 29,9 27,4 24,7 24,4 28,1 27,7 27,0 30,7 29,6 28,7 28,2 29,3 29,5 29,3 21,4 22,6 23,8 24,2 22,8 23,2 23,0 14,5 16,3 17,9 18,1 15,6 15,5 16,4 2,9 3,4 4,0 4,2 3,4 3,3 3,6 0,5 0,7 0,9 0,9 0,8 0,8 0,8 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 2,1 2,2 2,4 2,4 2,3 2,3 2,3 Fonte: Sincron Inova,, Dalla tabella si evince che la zona 1 è caratterizzata da nuclei famigliari composti da due persone, con presenza di molti single e di una buona percentuale di famiglie composte da tre persone. Spicca il dato in zona 3 e 4 relativo alle famiglie composte da quattro componenti, che si attesta intorno al 18% del totale, insieme al dato altrettanto interessante delle famiglie composte da cinque componenti, che si aggira attorno al 4%, contro il 2,9% della zona 1. Le zone 2, 5 e 6 si equivalgono a livello di suddivisione dei componenti delle famiglie, dimostrando una forte presenza di coppie (29,5% in media)e un alta presenza di single (soprattutto in zona 5). Classi d età Per quanto riguarda le classi d età possiamo introdurre la seguente tabella che sottolinea la composizione percentuale della popolazione delle 6 zone: 104

105 Tab. XIV CLASSI DI ETA' (%) PER FASCE ISOCRONE DELLA LOCALIZZAZIONE Fasce di Età 00' - 15' 15' - 30' 30' - 45' 45' - 60' 60' - 75' 75' - 90' Totale < di 5 anni 4,7 4,8 5,0 5,0 4,6 4,5 4,8 da 5 a 9 anni 4,4 4,5 4,7 4,8 4,4 4,4 4,5 da 10 a 14 anni 4,0 4,2 4,5 4,6 4,3 4,2 4,3 da 15 a 24 anni 8,1 8,7 9,2 9,5 9,0 8,9 8,9 da 25 a 34 anni 12,9 13,5 13,8 13,9 13,2 12,9 13,4 da 35 a 44 anni 17,6 17,6 17,6 17,4 16,8 16,7 17,3 da 45 a 54 anni 13,7 13,9 14,1 14,1 13,9 14,1 14,0 da 55 a 64 anni 12,7 12,5 12,2 12,1 12,4 12,7 12,4 > di 64 anni 21,8 20,2 18,9 18,7 21,4 21,6 20,3 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Sincron Inova,, Come mostra la precedente tabella la zona 1 è caratterizzata da una maggior presenza di ultra sessantenni (un valore di oltre un punto sopra la media) contro dei valori delle zone 3 e 4 decisamente più bassi (18,7 %). Le zone 2,3 e 4 sono infatti caratterizzate da una popolazione più giovane, in particolar modo fra i 15 ed i 34 anni, con un dato della popolazione dei 15-24enni di grande interes - se (in zona 4 addirittura il 9,5%). Le zone 5 e 6 assumono valori molto simili alla zona 1, anch esse caratterizzate da una popolazione di ultrasessantenni oltre la media ed una popolazione attiva in percentuale più orientata verso la fine attività (i 35-44enni sono inferiori alla media per queste due zone) Struttura della popolazione Per quanto riguarda la struttura della popolazione possiamo suddividere le seguenti analisi: Titolo di studio Tab. XV TITOLO DI STUDIO (%) PER FASCE ISOCRONE DELLA LOCALIZZAZIONE Titolo di studio 00' - 15' 15' - 30' 30' - 45' 45' - 60' 60' - 75' 75' - 90' Totale Laurea o diploma universitario 11,3 9,7 7,5 5,5 6,5 5,7 7,9 Diploma di scuola secondaria superiore 30,2 29,0 27,2 24,1 24,8 24,5 26,9 Media inferiore 30,8 30,9 31,9 33,3 32,0 32,5 31,8 Licenza elementare 20,8 23,3 26,2 29,6 29,5 29,6 26,1 Alfabeti 6,3 6,5 6,8 7,0 6,7 7,1 6,7 Analfabeti 0,6 0,6 0,5 0,5 0,5 0,6 0,5 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 105

106 Fonte: Sincron Inova,, La zona 1 presenta una forte presenza di laureati (11,3%) contro il dato assai debole della zona 4 e 6 dove la percentuale si attesta sul 5,5-5,7%. Stesso discorso vale per i diplomati di scuola superiore, maggiormente presenti in zona 1 e 2 e meno diffusi in zona 4 e 6. Dato interessante è quello della scuola media inferiore, dove si riscontra una maggiore presenza nelle zone 4, 5 e 6. I dati sulla prima scolarità e sull analfabetismo risultano pressoché omogenei sulle 6 zone. Occupazione per settore Dall analisi della composizione del bacino delle isocrone appare evidente che le zone 1 e 2 sono prevalentemente composte da una popolazione dedita a settori legati ai servizi (più del 30%) ed una bassissima vocazione per l agricoltura, a differenza di quanto accade in zona 5 e 6 dove la percentuale dedicata all agricoltura arriva all 1%. Discorso interessante anche per l industria: nei settori 3 e soprattutto 4 raggiunge un valore pari e superiore al 18% (in effetti sono incluse le aree urbane di Como e Varese). Tab. XVI OCCUPAZIONE PER SETTORE (%) PER FASCE ISOCRONE DELLA LOCALIZZAZIONE Occupazione 00' - 15' 15' - 30' 30' - 45' 45' - 60' 60' - 75' 75' - 90' Totale Occupati 44,1 44,3 44,1 43,5 42,5 42,0 43,6 Agricoltura 0,2 0,2 0,4 0,9 1,1 1,3 0,6 Industria 10,8 13,4 16,3 18,2 15,6 15,6 15,0 Servizi 33,2 30,7 27,3 24,4 25,9 25,1 28,0 Disoccupati 2,8 2,7 2,3 2,2 2,5 2,8 2,6 Forze lavoro 47,0 47,1 46,4 45,7 45,0 44,8 46,2 Non forze lavoro 53,0 52,9 53,6 54,3 55,0 55,2 53,8 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Tasso di disoccupazione 6,0 5,8 5,1 4,9 5,5 6,2 5,6 Fonte: Sincron Inova,, 106

107 Ripartizione per attività All interno delle forze lavoro (che rappresentano circa il 46% della popolazione), abbiamo la seguente ripartizione: Tab. XVII FORZE LAVORO (%) PER FASCE ISOCRONE DELLA LOCALIZZAZIONE Forze lavoro 00' - 15' 15' - 30' 30' - 45' 45' - 60' 60' - 75' 75' - 90' Totale Forze lavoro 47,0 47,1 46,4 45,7 45,0 44,8 46,2 Imprenditori e liberi professionisti 4,0 3,8 3,3 3,0 3,0 2,7 3,4 Lavoratori in proprio 5,7 5,9 5,9 6,5 6,8 7,0 6,2 Coadiuvanti 0,6 0,6 0,7 0,9 0,9 0,9 0,7 Lavoratori dipendenti 33,9 34,1 34,3 33,1 31,8 31,3 33,3 Disoccupati 2,8 2,7 2,3 2,2 2,5 2,8 2,6 Non forze lavoro 53,0 52,9 53,6 54,3 55,0 55,2 53,8 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Sincron Inova,, Dalla tabella si denota una forte percentuale di lavoratori dipendenti su tutte e sei le zone di studio, con una maggiore concentrazione nella zona 2 e 3. Gli imprenditori e i liberi professionisti sono maggiormente presenti in zona 1 e 2 (circa 4%),molto meno in zona 6 (2,7%). Le zone 5 e 6 sono caratterizzate da una marcata presenza di lavoratori in proprio (quasi il 7% per entrambe). I lavoratori coadiuvanti risultano omogeneamente ripartiti sulle prime tre zone (attorno al 0.6%) e sulle zone più esterne (0,9%). La disoccupazione risulta meno elevata nelle zone 3 e 4, più sentita nelle zone 1 e 6. È interessante notare anche la percentuale delle non forze lavoro (che racchiude infanti, studenti casalinghe, ritirati dal lavoro) elevata per le zone 5 e 6, più ridotta per le zone 1 e 2. In particolar modo le forze non lavoro sono ripartite secondo il seguente schema: Tab. XVIII NON FORZE LAVORO (%) PER FASCE ISOCRONE DELLA LOCALIZZAZIONE Non forze lavoro 00' - 15' 15' - 30' 30' - 45' 45' - 60' 60' - 75' 75' - 90' Totale Non forze lavoro 53,0 52,9 53,6 54,3 55,0 55,2 53,8 Casalinghe 14,6 14,7 15,2 16,2 16,1 15,5 15,3 Studenti 6,9 7,3 7,4 6,7 6,2 6,2 6,9 Ritirati dal lavoro 26,5 26,1 26,4 26,4 27,6 28,4 26,8 Altra condizione 5,0 4,7 4,5 4,9 5,1 5,1 4,9 Forze lavoro 47,0 47,1 46,4 45,7 45,0 44,8 46,2 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Sincron Inova,, Come prevedibile le forze non lavoro sono maggiormente composte da ritirati del lavoro (una media del 26,8%, con una presenza marcata in zona 6 dove si arriva al 28,4%), una forte presenza di casalinghe (più del 15%) e da una percentuale di studenti che si attesta 107

108 attorno al 7% (maggiormente presenti in zona 2 e 3). 108

109 10. CATEGORIE E NUMERO DEI VISITATORI ATTESI Il bacino di utenza baricentrato sul Parco, suddiviso nelle sei zone delimitate dalle isocrone di localizzazione ad intervalli di 15 fino a 90, caratterizzato da una popolazione attiva pari al 46% del totale e con un tasso di disoccupazione che si aggira attorno al 5,6% di media, presenta elementi di particolare interesse in relazione a questo studio. Si tratta infatti di un bacino i cui residenti possono raggiungere, in treno o in auto, in meno di 90 il Parco per una visita contenibile entro una giornata. Sono quindi potenziali visitatori giornalieri. La sua popolazione, malgrado la tendenza nazionale, risulta composta da una percentuale di giovani sotto ai 14 anni di circa il 15% (contro una classe di ultra sessantacinquenni di circa il 20%) e da una buona presenza di famiglie. Sono condizioni queste favorevoli all insediamento di un parco tematico. Volendo ora fare una stima dei potenziali visitatori del Parco occorre in primo luogo identificare e descrivere le categorie di appartenenza dei visitatori (segmentazione della domanda). Sono categorie che dipendono in buona parte dai contenuti del Parco, dalle caratteristiche del bacino di appartenenza, dalla sua localizzazione nel contesto nazionale ed europeo. La segmentazione che ne è derivata, anche sulla base di un indagine condotta su parchi tematici aventi affinità con il Parco, ha portato alla identificazione delle seguenti categorie principali: popolazione residente nel bacino di utenza e nel resto d Italia, nuclei familiari giovani (la cosiddetta nuova famiglia ), studenti delle scuole di ogni ordine e grado, visitatori della Fiera di Rho-Pero, visitatori abituali di musei e città d arte, visitatori abituali di parchi tematici, turisti della terza età, turisti d affari, turisti in arrivo agli aeroporti di: Malpensa, Linate, Orio al Serio, agriturismo e turismo a livello regionale. Per avere un indicazione di massima sui visitatori attesi nel Parco, si è esaminato la prima categoria in elenco, costituita dagli abitanti del bacino in esame e del resto d Italia. Avendo segmentato il mercato in base alla distanza dal Parco, abbiamo così: - A) visitatori giornalieri = target primario (abitanti nel bacino delimitato dalla isocrona 90 ), - B) weekendisti = target secondario (abitanti nell area compresa tra le isocrone 90 e 360 ), - C) turisti di destinazione (abitanti all esterno di quest area) La metodologia previsionale impiegata per il calcolo dei visitatori è esprimibile, in termini matematici, dalla semplice equazione: VA = Q tp ir A-C Dove: VA = quantità di visitatori attesi Q = quantità di abitanti in ciascuno dei tre bacini (A, B, C) tp = tasso di penetrazione ir = indice di ritorno Il tasso di penetrazione esprime la percentuale, attesa annualmente, di visitatori residenti nei bacini A), B), C). Il suo valore, decrescente col crescere della distanza dal Parco, viene stimato in funzione dei contenuti effettivi del Parco, della strategia adottata per la promozione dell immagine, dello scenario socio-economico territoriale e di quello competitivo. 109

110 L indice di ritorno esprime la predisposizione alla ripetizione della visita da parte dei visitatori ed assume valore unitario nei bacini di utenza lontani. Normalmente si adotta per tp e ir un valore calcolato come media di valori previsionali massimi e minimi da ipotesi rispettivamente ottimistiche e pessimistiche. Per stimare i visitatori attesi provenienti da ciascuno dei tre bacini, si è costruita la Tab. XIX. Dalla conoscenza del numero di abitanti all interno dei tre bacini si è risaliti a quello degli abitanti aventi il profilo adeguato per una visita al Parco, grazie ad uno studio sui parchi tematici, [20] lo stesso che ha fornito i valori per tp e ir da mettere nell equazione per la stima dei visitatori attesi provenienti dal territorio nazionale Tab. XIX STIMA VISITATORI DI PROVENIENZA NAZIONALE ATTESI NEL PARCO Visitatori giornalieri (meno di 90' di viaggio) Weekendisti (fra 90' e 360' di viaggio) Turisti di destinazione (oltre 360' di viaggio) A B C Totale popolazione italiana Q popolazione con profilo adeguato tp tasso di penetrazione ir indice di ritorno Visitatori attesi (Q tp ir) % = % = % = ,9% = ,15 1,05 1 1, Il numero ottenuto, , non esprime ancora il numero totale dei visitatori attesi su base annuale avendo tenuto conto unicamente dell apporto della popolazione italiana ed avendo così escluso alcune categorie fra quelle in elenco, come ad es.: visitatori della Fiera di Rho-Pero ed i viaggiatori in arrivo agli aeroporti lombardi, categorie tutt altro che marginali dove la presenza europea ed internazionale è rilevante. Addirittura, nel caso di Eurodisney, la componente europea incide per il 30% sul totale dei visitatori attesi. Non è certamente il nostro caso tuttavia, pur con percentuali inferiori, è ragionevole ipotizzare che grazie a questi apporti la stima dei visitatori attesi superi abbondantemente i 2 milioni. Si vuole ora stimare il contributo di quella categoria,facente parte della popolazione italiana, considerata la più importante e non solo dal punto di vista numerico, rappresentata dai nuclei famigliari giovani, la nuova famiglia, il cui numero a livello nazionale è stimato in 4,5 milioni, per un totale di 10 milioni di individui. Si tratta di un pubblico di media istruzione, con buona propensione al consumo costituito da persone disponibili ad esperienze nuove nel campo dell intrattenimento, attente alle questioni ambientali e naturale elemento di traino, attraverso il meccanismo del passaparola, per il resto della popolazione. Nel costruire la Tab. XX si sono considerati due bacini principali: quello racchiuso dall isocrona 90, suddiviso nelle 6 zone di appartenenza ed il bacino rappresentato dal resto d Italia nel quale, per semplicità di analisi, si è fatto confluire il bacino dei weekendisti. 110

111 Tab. XX STIMA VISITATORI DA "NUOVA FAMIGLIA" ATTESI NEL PARCO TEMATICO entro isocrona 90' resto Italia 00'-15' 15'-30' 30'-45' 45'-60' 60'-75' 75'-90' 1 totale > 90' Totale famiglia italiana % 11,6 29,5 18,4 13,1 13,9 13,5 100 / / n nuova famiglia n componenti nuova famiglia tasso di penetrazione indice di ritorno n % 16% = % = % = % = % = % = % = % = ,3% = n 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,15 1,27 visitatori attesi n

112 Si è già visto come sono ripartiti i nuclei della famiglia italiana nelle sei zone del bacino 90, per un ammontare di nuclei. Numero che diventa di 23 milioni se riferito alla realtà nazionale. Avendo fatto l ipotesi, del tutto ragionevole, che il rapporto tra il numero dei nuclei della famiglia italiana e quello della nuova famiglia non sia influenzato dal bacino di appartenenza ma sia assunto come una costante, si è potuto risalire, dal numero dei nuclei delle famiglia italiana all interno di ogni zona e nel resto d Italia, a quello corrispondente dei nuclei famigliari giovani, per un totale di 4,5 milioni. Dal numero di questi nuclei si è passati a quello dei componenti di questi nuclei, per un totale di 10 milioni. Considerata la maggiore propensione della nuova famiglia a vivere l esperienza di un parco tematico, nel calcolo dei visitatori attesi si è elevato, rispetto al caso esaminato in Tab. XX, il valore del tasso di penetrazione portandolo al 16% nel bacino 90 e al 4% nel resto d Italia e l indice di ritorno rispettivamente a 1,4 e a 1,15. Sono valori, 16% e 1,4, leggermente inferiori a quelli applicati per i residenti nell Ile de France, (un bacino con la stessa consistenza numerica, 10 milioni, del bacino 90 ), nella stima dei visitatori attesi a Eurodisney; valori prudenziali tanto più se si considera che riguardano un campione selezionato di popolazione, la nuova famiglia e non, come nel caso francese, la popolazione nel suo complesso. [20] Assumendo, secondo la stima conservativa fatta, in 2 milioni/anno in numero dei visitatori del Parco, il 35% (pari a visitatori) sarebbe il contributo della nuova famiglia, valore che diventa il 20% (pari a visitatori) se viene preso a riferimento il bacino

113 11. GLI SVILUPPI DEL PARCO TEMATICO Al termine dell EXPO e dopo lo sgombero delle strutture smontabili si libereranno ampie porzioni dell area espositiva in parte destinate a parco pubblico per una estensione almeno pari al 56% di quest area. Un parco pubblico che, nella proposta qui formulata, sarebbe la sede ideale per insediare al proprio interno il Centro acquatico ad apertura annuale ed il Resort tematizzato: due ti - pologie di strutture viste con crescente interesse da parte del pubblico e che, assieme al Parco tematico, creerebbero un pacchetto di offerte unico nel panorama non solo italiano ma anche internazionale. Di particolare interesse, per questo insediamento, la porzione di parco pubblico compresa tra le serre e il Decumano, delimitata ad Est dalla Collina mediterranea e ad Ovest dal Cardo e da Lake Arena Il Centro acquatico Il Centro acquatico deve essere coerente con lo spirito dell EXPO e puntare su contenuti sia architettonici sia come offerta fortemente innovativi. Non è quindi scopo di un tale Centro fare concorrenza ad altri parchi acquatici che si focalizzano soprattutto sulla categoria fun. Il presente studio intende invece (ri)portare a Milano una struttura che riprenda l antico concetto di Thermae come luogo di aggregazione e scambio, riposo e attività fisica: una struttura dedicata allo sport (nuoto, tuffi, arrampicata, bowling, beach volley, calcetto), al divertimento (scivoli, canali con corrente forzata, cascate), al benessere seguendo gli standard dei centri termali dell Alto Adige (piscina con acqua salata, piscine a 38 C per nuotare all esterno anche in inverno, ampie zone wellness e relax, massaggi, aree beauty, saune e trattamenti, ecc.), un ampia area fitness. Il tema centrale è l Acqua. Acqua tematizzata nelle sue varie forme nei vari luoghi del Centro: il lago, il canale, la pioggia, la cascata, la grotta, il laghetto ecc.. Questi luoghi si pos - sono trovare sia all esterno che all interno o essere elementi che collegano interno ed esterno. Una tale struttura non deve avere per forza avere grandi cubature, ma deve rimanere in secondo piano rispetto a tutta l area all aperto, che deve essere il cuore del Centro acquatico. Ampi prati e zone ombreggiate da alberi si devono alternare a spazi per giochi d acqua e vasche di diverse forme e profondità. Il tema del Naviglio può essere ripreso, ideando un percorso acquatico che porta dentro la struttura termale. All interno invece non dovrebbero essere previste vasche di grandi dimensioni, poiché il target non è il nuoto agonistico. Il concetto si deve invece basare sul motto un mondo da scoprire. Varie vasche di forme irregolari devono formare un arcipelago di ambienti differenziati nella profondità, temperatura, luce. Il rispetto dell ambiente deve essere il tema centrale e questo principio va mantenuto in tutte le scelte, che via via andranno fatte, per ottenere una struttura che riesce ad integrarsi architettonicamente e paesaggisticamente in modo ottimale. Già partendo dall architettura, infatti, s influenza la sensazione di confort di una persona. Il Centro acquatico non deve essere una macchina, ma attraverso qualità progettuale e ospitalità del personale, deve dare la sensazione di essere a casa, di sentirsi a proprio agio. Forma, colori e mate - riali sono fondamentali in quest ambiente, tanto quanto il risparmio energetico (adozione dei criteri Casa Clima). Si potrebbe in tal senso puntare su un edificio a 0-energia/passivo. 113

114 In generale sembra opportuno perseguire coerentemente una struttura che rispetti la natura in tutti i suoi aspetti a cominciare dal trattamento delle acque. Qui si potrebbe puntare su di un lago di acqua dolce che si auto-depura in modo naturale. Riassumendo Il Centro acquatico dovrebbe avere le seguenti caratteristiche: grande parco con vasche outdor, ampi prati con zone alberate, architettura fortemente innovativa, risparmio energetico, cubature possibilmente piccole, ambiente unico e suggestivo per il relax della mente e del corpo, struttura per tutta la famiglia (4 80 anni), dalle piscine termali, con idromassaggi, lettini effervescenti, detti a collo di cigno, docce aromo-cromatiche e percorso vascolare (Kneipp) si può passare alle cabine benessere, in cui godersi i trattamenti e massaggi, o alla grande palestra, dotata di tutte le più moderne attrezzature. Un Centro dimensionato per poter accogliere fino a persone contemporaneamente, efficienza e grande professionalità dello staff, il Centro acquatico deve disporre di ogni comodità: bar, punto ristoro, zone relax interne ed esterne, ampi spogliatoi con guardaroba singoli e per gruppi, ev. ambulatori medici in cui effettuare consulenza per leggere riabilitazioni, biblioteca, nella piscina termale esterna idromassaggi particolari da cui si può godere la splendida area all aperto che cambia al variare delle stagioni, l ospite potrà alternare esercizi fisici, percorsi in acqua e zone riposo. La Fig. 42 riporta la planimetria del Centro acquatico ipotizzato all'interno della porzione di parco pubblico sopra indicata per una estensione di mq circa mentre l'allegato D fornisce alcuni esempi di centri acquatici in Trentino Alto Adige realizzati ex novo o come risultato di riqualificazioni di strutture pre-esistenti. 114

115 Fig

116 11.2. Il Resort tematizzato L edificio in progetto è un resort a quattro stelle, costituito da un unico edificio la cui forma riprende quella stilizzata del logo del Parco, quindi composto da un prisma a pianta triangolare con tre torri cilindriche ai vertici di questo triangolo, unite da corpi quasi rettilinei, alto circa 30 mt. fuori terra. Al piano terra vi è uno spazio multifunzionale di forma circolare, mentre i piani superiori sono dedicati alle camere standard e alle suite, queste ultime posizionate ad occupare i panoramici spazi circolari delle torri, all interno delle quali si trovano anche gli ascensori e le scale di sicurezza (Figg ). Al centro della struttura vi è un ampia corte triangolare, a tutta altezza e a copertura trasparente, pensata principalmente come bacino d aria e luce per l intero edificio, secondo le indicazioni progettuali per i cosiddetti edifici passivi. All interno di questa corte si trovano due strutture particolari: una rampa che si snoda ad andamento triangolare, con punti di contatto con l edificio stesso nelle mediane dei lati rettilinei, pensata sia nella classica funzione di collegamento rapido tra i piani, sia come elemento scenografico, ma soprattutto come spazio espositivo, e una struttura cilindrica leggera, ricoperta da verde verticale a tutta altezza, fruibile specialmente durante i percorsi sulla rampa. Anche le facciate delle porzioni cilindriche sono progettate parzialmente ricoperte da un rivestimento a verde, che, durante le varie fasi stagionali, muterà l aspetto cromatico di queste porzioni di edificio. L ampia zona interna alla corte al piano terra ha la funzione non solo di spazio distributivo dei vari percorsi verso il ristorante, il bar, le sale congressi o verso le tre zone di distribuzione verticale, ma anche di spazio disponibile per concerti, performance, mostre o luogo di incontro informale. Pannelli perforati integrati nelle balaustre ne migliorano le condizioni acustiche. Per seguire gli standard di un edificio passivo, cruciali sono le questioni del riscaldamento/raffrescamento. L isolamento e la tenuta all aria dell intero edificio sono fattori essenziali per minimizzare la quantità di energia necessaria a mantenere l edificio ad una temperatura confortevole per gli ospiti nelle varie condizioni climatiche dell anno. Per aerare l edificio si prevede di portare aria fresca, precondizionata, all atrio e da qui agli ambienti e alle camere. Questo sistema consente di calibrare le caratteristiche termo-igrometriche dell aria immessa negli ambienti stessi, ottenendo un sistema energeticamente più efficiente rispetto ad una normale areazione non controllata. Nelle zone angolari si potrebbero trovare i condotti di sfiato che portano all espulsione dell aria esausta dal tetto. L atrio, come detto, sarà coperto da una struttura a tre falde in vetro e acciaio. Delle aperture di ventilazione impediscono un eccessivo riscaldamento dell aria, mentre dei pannelli solari traslucidi posati tra le lastre di vetro fungono da elementi di ombreggiatura. Sopra il tetto vetrato è posizionato un maxi logo che di notte, illuminandosi, è visibile sia dall inter - no dell edificio sia dal cielo. L edificio al piano terra ha un solo asse di simmetria, coincidente con quello passante per l ingresso principale e per il centro della corte interna, vero cuore e polmone dell edificio, ove affacciano tutti gli spazi aperti al pubblico (Fig. 43). All esterno, in corrispondenza dei tre spigoli, vi sono tre ingressi di servizio, dedicati al personale della zona reception e direttivo, cucine e magazzino, piuttosto che a quello del servizio di pulizia ai piani ed eventuale lavanderia. (*) Le torri riprendono in maniera non invasiva i colori del logo, cromatismo ottenuto con pigmenti su alcune parti strutturali, ma soprattutto con una attenta selezione di specie vegetali a ricoprirne parzialmente la facciata. 116

117 Ampi spazi a doppia altezza, simmetrici rispetto all ingresso, sono dedicati alla ristorazione e alle sale congresso. Questi spazi, al fine di non avere troppe interruzioni date dalla presenza di elementi strutturali verticali, sono coperti da travi in legno lamellare che reggono un solaio piano e ampie zone vetrate nella parte più esterna di corona circolare (Fig. 45). Tre delle cinque sale congresso, tutte gestite da una sala regia centrale, sono progettate come spazi flessibili ed adattabili con sforzi minimi alle diverse affluenze di pubblico. Voluta l assenza di spazi dedicati a parcheggio per il pubblico, dal momento che, per filosofia stessa del Parco, al suo interno non è concepita una mobilità con mezzi propri. Saranno previsti solo un numero minimo di spazi per le necessità dei mezzi di servizio. Si accede alle camere da un percorso loggiato raggiungibile solo dalla corte interna (Fig. 44), ed hanno tutte l affaccio principale verso l esterno. Nonostante la ventilazione sia forzata in tutto l edificio, le camere hanno comunque finestre apribili dagli utenti individualmente, per una ventilazione naturale. Tutte le finestre hanno elementi per l ombreggiatura. Vi sono pannelli fotovoltaici posizionati a coprire tutte le superfici orizzontali esterne non accessibili. Essendo pensato secondo gli standard degli edifici passivi, si è pensato a come tenerlo caldo d inverno e fresco d estate, sfida in effetti più complessa. Come già ribadito, il livello di isolamento di tutte le superfici a contatto con l esterno e il loro livello di tenuta all aria sono criteri di importanza primaria per gli obiettivi sopracitati. Saranno studiati modalità di coibentazione efficiente per diminuire al minimo le dispersioni termiche nel periodo invernale. Questo significa che solo una quantità minima di energia sarà necessaria per mantenere ad una temperatura confortevole l edificio. La necessità di apporto di calore sarà coperta anche dal recupero del calore dall aria in uscita e da pompe di calore a scambio geotermico. La sfida maggiore rimane il mantenimento dell aria a temperatura mite nei mesi estivi. Per ottenere questo, non potendo ridurre troppo le superfici finestrate data la particolare destinazione d uso della costruzione, si utilizzeranno altri sistemi per limitare l apporto di calore dell irraggiamento solare, ad esempio per mezzo di vetri termici selettivi [21] quali i vetri infrarossi (VIR) e di schermi mobili che permetteranno agli utenti di gestire direttamente anche il livello di illuminazione diurna degli ambienti. Sempre attraverso pompe di calore a scambio geotermico, le cui sonde saranno impiantate nel terreno fino ad una profondità di circa 100mt., prendendo a modello l edificio Energon di Ulm [22], l aria in ingresso dall esterno dalle bocche d areazione nel giardino, passerà attraverso condotti sotterranei, verrà pre-riscaldata o raffrescata in modo passivo e giungerà all atrio. Come detto, l ampia corte interna funge da serbatoio e condotto di aria pulita per quasi tutto l edificio. Da qui viene poi diretta ai vari ambienti e alle camere attraverso condotti posizionati in ogni pavimento, mentre i canali per l aria esausta si trovano nei controsoffitti, e da qui questa verrà portata verso il tetto, dove si trova il sistema di recupero del calore e di espulsione. Ogni camera sarà quindi a ventilazione meccanica, sebbene permanga sempre l opzione di aerare ogni singola stanza singolarmente, semplicemente aprendone le finestre. Alcuni degli ambienti al piano terra avranno invece una ventilazione separata: ad esempio le sale congressi, che possono accogliere un numero notevole di persone, avranno bisogno di una ventilazione e ricambio d aria molto maggiore rispetto agli altri ambienti; anche l aria carica di odori di cibo del ristorante e delle cucine dovrà essere separata dall atrio e dalle altre zone. Per questi ambienti particolari verrà quindi studiata un sistema di ventilazione separata. I benefici per l ambiente di un edificio passivo sono notevoli, potendo questi risparmiare grandi quantità di energia rispetto ad un edificio standard, nonché riducendo di molto le emissioni di CO 2 in atmosfera. 117

118 I pannelli solari, la coibentazione, le pompe di calore e il ricorso ad energie rinnovabili contribuiscono notevolmente a questi obiettivi. Anche l acqua piovana verrebbe raccolta dalle superfici di copertura ed utilizzata per l irrigazione dei giardini verticali sia interni che esterni. Tab. XXI Dati progettuali # camere standard (varie tipologie) 224 # suite # imperial suite Superficie calpestabile totale di cui al piano terra Cubatura corte centrale Altezza alla gronda Raggio dell edificio al piano terra 30 (nei sei piani intermedi) 3 (all ultimo piano) mq mq mc 27 mt 46 mt 118

119 Fig. 43 Pianta piano terra con destinazione d'uso 119

120 Fig. 44 Pianta piano tipo con destinazioni d'uso 120

121 Fig. 45 Sezione verticale 121

122 12. FATTURATO, CAPACITÀ RICETTIVA, ADDETTI Fatturato Si vuole ora calcolare il fatturato, su base annua, del Parco tematico, una volta raggiunte le condizioni di regime, in funzione della sua capacità ricettiva, avendo accorpato le voci all'origine di questo fatturato nei seguenti tre gruppi: 1 gruppo 2 gruppo 3 gruppo A B C D E F G H I Scienze della Terra Biosfera Cupola dell Universo Area rinaturalizzata Collina mediterranea Centro acquatico Resort tematizzato Shopping Center Ristorazione Primo gruppo: appartengono a questo gruppo le strutture del Parco propriamente detto dove il prezzo del biglietto varia al variare delle fasce di età. Le fasce d'età che normal - mente determinano il prezzo del biglietto sono: < di 5 anni; tra 5 e 14 anni; tra 15 e 64 anni; > di 64 anni. Sono le stesse fasce, ulteriormente disarticolate, che troviamo in Tab. XIV dove, per ogni fascia di età è riportata la percentuale di popolazione residente nel bacino 90, per un totale di oltre 10 milioni di abitanti. Trattandosi di un campione significativo, si è fatta l ipotesi che tali percentuali siano applicabili anche ai visitatori del Parco. Per il calcolo del fatturato riguardante il primo gruppo, si è costruita la Tab. XXII Tab. XXII FATTURATO DA VENDITA BIGLIETTI Fasce d'età % visitatori n A, B, C, D, E B, D, E / visitatore fatturato visitatori n / visitatore fatturato > 64 20, , < 5 4, Totale / /

123 Le strutture sono state accorpate secondo le seguenti modalità: A, B, C, D, E: è l offerta completa destinata ai visitatori interessati a vivere l esperienza che dal centro della Terra li porta nel più lontano Universo, B, D, E: è l offerta proposta ai visitatori maggiormente interessati agli aspetti naturalistici che si ritrovano nella Biosfera, nell Area rinaturalizzata, nella Collina mediterranea. Il numero esprime la capacità ricettiva annua che trova il suo limite nella sala grande schermo facente parte del padiglione le Scienze della Terra e nel planetario facente parte del padiglione la Cupola dell Universo (par e par ). La capacità ricettiva delle altre strutture, (B, D, E), è invece notevolmente maggiore, fissata però cautelativamente in , ( ). I prezzi del biglietto sono stati stabiliti avendo preso a riferimento parchi affini al Parco tematico per contenuti e dimensioni: Eden Park (Gran Bretagna), Masoala (Svizzera), Accademia delle Scienze (USA). Il fatturato risulta così composto: da A, B, C, D, E e di da B, D, E, per un totale di Il calcolo del fatturato si completa in Tab. XXIII con il contributo delle voci riguardanti il secondo e il terzo gruppo. Secondo gruppo: appartengono a questo gruppo le strutture da realizzare in una fase successiva, per le quali si fa normalmente riferimento ad un prezzo standard per biglietto/pernottamento. Con un prezzo medio del biglietto di 17 si è calcolato in il fatturato del Centro acquatico, dimensionato per accogliere visitatori/anno. Una capacità in linea con l elevata consistenza numerica della popolazione residente a brevi distanze dal Parco, come testimoniato dai bacini di utenza 0-90, (vedi par. 9.3). È una condizione questa che, quando soddisfatta, è garanzia di successo per un centro acquatico. Il Resort tematizzato, con le sue 250 camere, dotato di sale per congressi, convegni, meeting ed eventi, può offrire ospitalità non solo ai visitatori del Parco tematico ma anche ai frequentatori della Fiera di Rho Pero, ai congressisti del Resort, etc. per un numero stimato in presenze/anno. Il fatturato, calcolato in , riguarda il solo pernottamento mentre gli altri ricavi sono stati inglobati nelle voci : shopping, ristorazione ed altro. Terzo gruppo: a differenza degli altri due gruppi qui l'ingresso è libero. L eterogeneità dei loro fruitori: visitatori del Parco tematico, abitanti dell area metropolitana, della città di Milano, del quartiere abitativo che sorgerà all interno del sito espositivo rende problematico stimarne il loro numero per poi risalire ai ricavi. L approccio alternativo è di analizzare, in base ai dati di letteratura, l incidenza di queste due voci sul fatturato globale. Da questa analisi condotta su di un campione di parchi italiani, europei ed americani [11], è emerso che la loro somma rientra normalmente nell intervallo 30-40%. Come si è già sottolineato, Shopping Center e Ristorazione si rivolgono, con un offerta particolarmente diversificata, ad un pubblico vasto ed eterogeneo, un pubblico costituito non solo dai visitatori del Parco. Sembra allora giustificato elevare questa percentuale, portandola al 45% cui corrisponde un fatturato di circa,( su di un fatturato globale che risulta essere così di poco superiore a ). È un fatturato assolutamente in linea con quello di catene come Eataly, il cui core business è rappresentato dalla vendita dei prodotti enogastronomici e dalla ristorazione, due voci che, assieme ad altre, formano l offerta del Parco tematico. 123

124 Capacità ricettiva Si è visto al Cap. 10 che il numero dei visitatori attesi, calcolati in base alla consistenza numerica dei bacini di utenza, del tasso di penetrazione, etc., supera i 2 milioni/anno. Tab. XXIII FATTURATO GLOBALE Padiglioni visitatori fatturato n A Scienze della Terra B Biosfera C Cupola dell'universo D Area rinaturalizzata E Collina mediterranea totale F Centro acquatico G Resort tematizzato totale H Shopping Center (*) I Ristorazione a km 0 ed etnica (*) totale (*) TOTALE (*) (*) Dato non disponibile. Fatturato calcolato come percentuale (45%) del fatturato globale. È un numero compatibile con la capacità ricettiva del Parco. Infatti se ai visitatori, nel numero di /anno, (Tab. XXIII),che hanno pagato il biglietto di ingresso, si aggiungono quelli interessati solo allo Shopping Center e alla Ristorazione, dove l ingresso è libero, provenienti in gran parte dal territorio metropolitano in numero elevato ma di difficile quantizzazione, si arriva, anche per questa via, ad una stima certamente superiore ai 2 milioni/anno. Numero addetti Nel calcolare il numero di addetti del Parco si è fatto riferimento alle seguenti categorie professionali: dirigenti: responsabili delle aree gestionali; quadri: oltre ai quadri, nel loro ruolo tradizionale di interfaccia tra direzione e personale operativo, si è ritenuto di includere anche i ricercatori del Centro di sperimentazione, ricerca ed applicazione, di cui al Cap. 6; altre categorie: comprendono il personale di supporto, incaricato del funzionamento della macchina Parco e il personale di contatto, anello di congiunzione tra Parco e visitatori, includendo sia il personale con contratto a tempo indeterminato che quello con contratto determinato. Il primo passo, nel costruire la Tab. XXIV, è stato quello di suddividere il Parco in 4 aree costituite da: 1) Parco vero e proprio, 2) Centro acquatico, 3) Resort tematizzato, 4) Shopping Center e Ristorazione. Sono aree per ciascuna delle quali è possibile trovare in letteratura, per tipologie assimilabili, dati di riferimento utili alla stima del numero di addetti. 124

125 Per questa via, dalla stima del numero di addetti per area, si è arrivati alla loro ripartizione in funzione delle categorie di appartenenza e al numero totale, pari a 710 addetti. Nei parchi a tema il personale costituisce uno dei più rilevanti elementi di costo, la cui incidenza su fatturato globale viene da più parti [20], stimato nel 30%, un valore che garantisce un buon servizio al pubblico. Assumendo questo valore, l incidenza del costo del personale su un fatturato di risulta essere nel nostro caso di circa. NUMERO ADDETTI Tab. XXIV Dirigenti Quadri Altre categorie Totale n n n n A Scienze della Terra 1 4 B Biosfera C Cupola dell'universo D Area rinaturalizzata 1 4 E Collina mediterranea 2 F Centro acquatico G Resort tematizzato H Shopping Center I Ristorazione a km 0 ed etnica 1 4 Totale

126 13. IL PARCO TEMATICO COME MOTORE DEL TERRITORIO Il Parco vuol essere motore culturale-scientifico-tecnologico-turistico-economico per l area metropolitana. Culturale-scientifico. Il Parco è luogo di intrattenimento per divertire ma anche per apprendere, nell ottica dell edutainment. I temi che vengono affrontati lungo il percorso espositivo sono molteplici: scienze della Terra, biodiversità a livello planetario, pratiche di coltivazione ed alimentazione, sviluppo sostenibile, osservazione satellitare della Terra per il monitoraggio del suo stato di salute, ricerca spaziale, etc. Sono tematiche che possono essere ulteriormente approfondite attraverso seminari, convegni da organizzare all interno del Parco dotato di strutture congressuali. Tecnologico. Il Parco, esempio di struttura complessa, ad impatto ambientale vicino a zero, vuole offrire soluzioni tecnologiche ai problemi che affliggono la nostra Società, in settori che riguardano: bioarchitettura, mobilità sostenibile, riduzione dei consumi energetici, impiego di energie rinnovabili, riciclo-riuso dei rifiuti, etc. Il compito del Centro di sperimentazione, ricerca, applicazioni, depositario di questi saperi scientifici e tecnologici avrebbe la funzione di rinnovare costantemente l offerta sulla base della metodologia edutaiment volta ad offrire al pubblico momenti di divertimento intelligente. Turistico. Innanzi tutto l offerta dello Shopping center con prodotti agroalimentari locali, della Ristorazione a km zero, la presenza all interno del Parco dell Area rinaturalizzata riproducente paesaggi lombardi sono incentivi all esplorazione del territorio metropolitano resa più agevole grazie alla disponibilità di strumenti di partecipazione interattiva, di conoscenza come il Geoblog ed il Plastico Metavisuale. È un territorio che ha in se una sua attrattività, da valorizzare attraverso il Parco, ad es. mediante pacchetti tutto compreso. Troviamo infatti parchi naturali come: Bosco in Città, Parco delle Groane, Parco di Trenno ed inoltre residenze storiche, ville come: Villa Valera, Villa Litta, Villa Reale di Monza, etc. Economico. Il Parco, oltre a generar un suo fatturato (biglietti di ingresso, shopping, ristorazione etnica e a km zero) e a creare posti di lavoro può svolgere un ruolo importante verso il territorio. Come si è visto con Gardaland rispetto al distretto ludico e con l Acquario di Genova nei confronti di questa città, il Parco può creare un significativo indotto a beneficio di tutto il territorio il cui accesso diventerà più facile ed attraente non appena verrà completata la rete ciclabile e messi a posto e resi navigabili i canali nell ambito del progetto della Via d acqua. In una prospettica a più lungo termine, le sinergie tra area metropolitana e Parco verrebbero accresciute con la realizzazione all interno del Parco del Centro acquatico e del Resort tematizzato. 126

127 14. INVESTIMENTI, FINANZIAMENTI Investimenti Come già anticipato al Cap. 3, viene avanzata l'ipotesi che già in fase di progettazione dell'expo siano stati individuati, fra i manufatti destinati a rimanere (in particolare EXPO Center, padiglioni espositivi, Palazzo Italia, Cascina Triulza) quelli che, insieme alle serre, darebbero vita al Parco tematico; manufatti da dotare di tutti i servizi necessari al suo funzionamento, serviti dalla smart grid. Con questa ipotesi è stata costruita la Tab. XXV dove gli investimenti sono pertanto limitati all'acquisizione dei componenti tecnologici, all'approntamento degli allestimenti interni. Si tratta di investimenti riguardanti la 1ª fase di sviluppo del Parco, una fase che può già iniziare durante i 6 mesi dell'expo in considerazione del fatto che le tematiche del Parco altro non sono che l'allargamento di quelle dell'expo riguardanti l'alimentazione, lo sviluppo sostenibile, l'energia come risorsa vitale. Sono investimenti molto modesti se confrontati con quelli stimati per la realizzazione dei manufatti destinati a rimanere e di entità confrontabile con i risparmi ottenibili riducendo, come suggerito in questo rapporto, l'area totale delle serre portandola da mq a mq. Investimenti più importanti sono quelli necessari per dotare il Parco, nella 2ª fase del suo sviluppo, di un Centro acquatico e di un Resort tematizzato. Tab. XXV 1ª Fase INVESTIMENTI strumenti multimediali per i percorsi espositivi: schermi interattivi, exhibits, animazioni, diorami etc. hardware sala grande schermo: sistemi di proiezione in analogico e digitale, sistema audio, sistema di illuminazione, allestimenti interni hardware planetario digitale: workstation, proiettore digitale, sistema audio, sistema di illuminazione, sistema di produzione spettacoli, allestimenti interni altro (geoblog, plastico metavisuale) mil ,5-2,5 3 0,4-0,5 1 totale 6,9-9 2ª Fase Centro acquatico Resort tematizzato totale Totale generale 61,9-74 Finanziamenti Il Parco tematico, per i suoi contenuti tecnologici, educativi, rivolti alla salvaguardia dell'ambiente, per le attività da parte del Centro di sperimentazione, di ricerca, di applicazione finalizzate al rinnovo dell'offerta del Parco, possiede i requisiti per beneficiare di agevolazioni sotto forma di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati 127

128 A titolo esemplificativo i settori candidabili ad avere queste agevolazioni sono: - energia da fonti rinnovabili - agroalimentare - mobilità sostenibile - edilizia sostenibile - materiali avanzati Sono agevolazioni che possono venire dalla Regione Lombardia, dalla Comunità Europea dal MIUR. Naturalmente il Parco dovrà avere, per beneficiare di queste agevolazioni, una struttura societaria appropriata. 128

129 CONCLUSIONI È stato elaborata da un Gruppo di lavoro multidisciplinare la proposta volta a dar vita ad un Parco ludico educativo grazie al recupero, alla valorizzazione del lascito EXPO. Si tratta di un Parco i cui contenuti allargano, per aumentarne l attrattività, il tema dell EX - PO: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita incentrato sull alimentazione, energia vitale del Pianeta, necessaria per uno sviluppo sostenibile.... Dall allargamento delle tematiche dell EXPO nascerebbe un Parco tematico da insediare all interno del parco pubblico previsto su almeno il 56% dell area espositiva, (eredità dell EXPO). Un Parco attraversando il quale il visitatore compie un viaggio virtuale che lo porta dal centro della Terra all Universo dopo aver attraversato i più suggestivi biomi del Pianeta riprodotti all interno delle aree bioclimatiche, (eredità dell EXPO),rinominate, dopo averne rinnovato i contenuti, in: Biosfera, Area rinaturalizzata e Collina mediterranea e dopo aver esplorato la Terra dallo spazio grazie ai satelliti, alle stazioni orbitanti. Il nome dato al Parco, Dal Centro della Terra all Universo, è in linea con questi contenuti. In particolare il viaggio si snoda lungo un percorso dotato di exhibits, pannelli/schermi interattivi, diorami, animazioni/simulazioni, di una sala grande schermo, di un planetario digitale; questi due ultimi pensati all interno del Performance Center, ora denominato EXPO Center, (eredità dell EXPO). La tematica prescelta, il ricorso ad un elevato tasso di spettacolarità consentirebbero di dar vita ad un Parco in grado di competere alla pari con le più importanti realizzazioni esistenti al mondo nell ambito dei parchi tematici incentrati sulla natura. Come ad esempio l innovativa Accademia delle Scienze, creata recentemente in California su progetto di Renzo Piano o l Eden Park, spettacolare parco naturale realizzato in Cornovaglia. Date le forti valenze ecologiche di cui il Parco si fa interprete si ritiene che dovrà essere posta particolare attenzione all autonomia energetica dell intera struttura con l obiettivo, come detto, di minimizzare l impatto da essa prodotto sull ambiente. Operativamente ciò vuol dire: disporre di fonti energetiche rinnovabili, applicare nella progettazione della struttura i principi della bioarchitettura, scegliere opportunamente, anche in previsione del loro smaltimento, materiali/componenti necessari alla gestione del Parco, disporre di impianti di trattamento delle acque, dei rifiuti/residui generati internamente con minimizzazione della frazione da mandare all esterno. In linea con gli sviluppi tecnologici più moderni si è ipotizzata una smart grid, progettata per alimentare le utenze del Parco, da collegare localmente a sistemi di generazione di energia elettrica rinnovabile e pulita (ad es.: impianti fotovoltaici, impianti mini-hydro, impianti di cogenerazione/trigenerazione a biomassa). In analogia a quanto avviene ormai in tutti i principali parchi a tema, si propone di completare l offerta del Parco dotandolo di Shopping Center, di Ristorazione sia a km zero che etnica, nonché di servizi utili per i visitatori. Lo Shopping Center, così come la Ristorazione, vanno concepiti per servire i visitatori del Parco tematico, gli abitanti sia del quartiere residenziale che sorgerà in una zona del sito espositivo, sia del territorio metropolitano, i frequentatori della Fiera di Rho Pero, etc.. Per queste sue finalità e per essere ad un tempo shopping and entertainment center può con ragione rientrare nella nuova tendenza per gli shopping center del futuro,il new urbanisme. Lo Shopping Center potrebbe rappresentare il canale giusto per rendere accessibile al grande pubblico un offerta di prodotti agroalimentari a km zero disponibili vista la vicinanza con il Parco Agricolo Sud Milano. Volendo diversificare questa offerta, attualmente confinata principalmente nel settore cerealicolo, delle leguminose, dell allevamento del bestiame, con una modesta presenza nel 129

130 settore florovivaistico, il Parco Agricolo Sud Milano dovrebbe metabolizzare e mettere a frutto le conoscenze esibite dai Paesi partecipanti sulla coltivazione e trasformazione del cibo. Si propone allora il decentramento parziale nell area peri urbana, al termine dell evento espositivo, dell Orto Botanico per sviluppare coltivazioni in serra o all aperto, da trasferire poi sul Parco Agricolo Sud Milano nell ambito di una strategia di qualificazione e diversificazione della sua produzione agroalimentare. Per restare nello spirito dell EXPO dove il cibo sarà il tema centrale dell evento, ai prodotti freschi e sani a km zero andrebbero affiancate le eccellenze agroalimentari ed enogastronomiche espressione del nostro migliore Made in Italy, una formula già sperimentata con successo nella catena Eataly. Questo mix merceologico a cui va aggiunto il merchandising a tema, farebbe preferire per lo Shopping Center più che una struttura centralizzata, un insieme di reparti da distribuire strategicamente nel Parco, reparti che potrebbero essere ospitati nella Cascina Triulza e in Palazzo Italia, entrambi (eredità dell EXPO). Negli anni post EXPO al Parco tematico andrebbero affiancate, sempre all interno dell area riservata a parco pubblico, due strutture viste con crescente interesse dal pubblico: un Centro Acquatico ed un Resort tematizzato, creando così un pacchetto di offerte unico nel panorama non solo italiano ma anche internazionale. Si è pensato ad un Centro acquatico, dai contenuti architettonici fortemente innovativi, ad apertura annuale dotato di vasche e piscine, articolato in zone dedicate all attività sportiva, al divertimento, al benessere secondo gli standard dei centri termali dell Alto Adige, al fitness, dimensionato per accogliere fino a 2000 persone contemporaneamente. Un tipo di struttura al momento assente a Milano. Ancora nel segno dell innovazione si colloca la proposta di un Resort tematizzato: una struttura di ospitalità progettata intorno ai temi portanti del Parco e riproducente, nella sua pianta, il segno grafico del logo rappresentativo del Parco: un logo che posiziona ai vertici di un triangolo equilatero le tre polarità (tecnologia, etica ed ecologia) individuate come i valori di riferimento in una Società finalizzata allo sviluppo sostenibile. Con il contributo del Centro acquatico e del Resort tematizzato il Parco sarà in grado, raggiunte le condizioni di regime, di superare 2 milioni di visitatori/anno. È un numero compatibile con le capacità ricettive del Parco e calcolato sulla base di flussi turistici indotti dal Parco e dalla consistenza numerica del bacino di utenza baricentrato sullo stesso. Un bacino molto interessante con l isocrona 90 che racchiude un area abitata da oltre 10 milioni di persone, numero destinato ad aumentare quando l isocrona 90 verrà ritracciata una volta che verrà completata l alta velocità della linea Torino-Milano-Venezia. La disponibilità all interno del Parco, come ipotizzato, della smart grid, servita da impianti di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili, porterebbe a privilegiare sistemi di mobilità basati su questo tipo di energia. Una mobilità sostenibile da applicare ai veicoli su gomma per il trasporto di persone/cose all interno del Parco, a barche solari se viene confermata la navigabilità del canale, a bici a pedalata assistita. Sono mezzi le cui batterie vengono caricate tramite colonnine connesse alla smart grid e/o con l energia autoprodotta dallo stesso mezzo mediante pannelli fotovoltaici che ne ricoprono le superfici esposte. Bici e piste ciclabili: il Parco tematico può rappresentare sia la meta per la popolazione limitrofa che voglia raggiungerlo servendosi della bici sia il punto di partenza per il visitatore del Parco che voglia scoprire con lo stesso mezzo i luoghi di maggiore pregio (ambientale, paesaggistico, architettonico) rintracciabili nei Comuni del Nord Ovest, dell Alto Milanese, della Brianza, del Parco Agricolo Sud Milano o che voglia dirigersi verso Milano per connettersi con la rete ciclabile cittadina. Per stimolare le emozioni, la curiosità intellettuale del visitatore si propone di mettergli a disposizione strumenti di partecipazione interattiva e di 130

131 conoscenza come il Geoblog e il Plastico Metavisuale, quest ultimo da ospitare all interno dell Area rinaturalizzata. Attraverso la rete ciclabile si rafforzerebbe il ruolo di baricentro naturale, di polo di attrazione, di motore culturale, scientifico, tecnologico, turistico che il Parco può svolgere. Infine, si è stimato in oltre 70 mil il fatturato a regime del Parco proveniente dalla vendita dei biglietti di ingresso, da ristorazione, soggiorno, acquisti, e in 710 unità ca. il personale dedicato alla gestione del Parco, numero che non tiene ancora conto dell occupazione indotta sul territorio metropolitano per la presenza del Parco. 131

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134 ALLEGATO A Il Sistema Solare di Marcello Coradini La nuova terminologia Quello che abbiamo l abitudine di chiamare Sistema Solare altro non è che un sistema stellare costituito da un astro centrale, il Sole, da 8 pianeti, 162 satelliti, 3 pianeti nani con quattro satelliti, o lune, ed una pletora di piccoli corpi. Quest ultima categoria include gli asteroidi, le comete, i meteoroidi e la polvere interstellare. Prima di inoltrarci nella descrizione dei componenti del sistema penso sia necessario aggiornare la terminologia come dalle recenti delibere dell Unione Astronomica Internazionale (IAU) che nel corso della sua assemblea generale dell Agosto 2006 ha stabilito una nuova classificazione e nomenclatura dei corpi del Sistema Solare. Le definizioni elaborate dalla IAU sono le seguenti: Pianeta, ogni corpo con moto di rivoluzione intorno al Sole dotato di massa sufficiente per costruire un corpo approssimativamente sferico e auto gravitante, e che abbia ripulito lo spazio circostante dalla presenza di oggetti di piccole dimensioni tramite cattura gravitazionale. Pianeta nano, ogni corpo con moto di rivoluzione intorno al Sole dotato di massa sufficiente per costruire un corpo approssimativamente sferico e auto gravitante, ma con massa non necessariamente sufficiente a ripulire lo spazio circostante dalla presenza di oggetti di piccole dimensioni tramite cattura gravitazionale. In conformità a questa definizione Plutone viene declassato a Pianeta Nano e va a tenere compagnia a Cerere, il più grande degli asteroidi, ed a Eris, corpo che si trova oltre la cintura di Kuiper nella parte del sistema solare detta del disco diffuso. Un altro corpo di dimensioni tali da poter cadere nella categoria dei Pianeti Nani è Sedna, ma questo accadrà soltanto quando su base osservativi si potrà confermare una forma sferica di questo corpo. Piccoli corpi del sistema solare (SSSB) (dall inglese Small Solar System Bodies), ogni corpo che non può essere classificato né come pianeta né come pianeta nano. In questa categoria cadono tutti gli asteroidi, con l eccezione di Cerere, i Centauri, piccoli corpi ghiacciati presenti nella parte esterna del Sistema Solare, gli oggetti Trans-Nettuniani, compresi gli oggetti appartenenti alla cintura di Kuiper, ma con l esclusione di Plutone e di Eris, ed infine tutte le comete. Una precisazione finale è quella riguardante il termine Sistema Solare. Da quando sono stati scoperti molti pianeti extrasolari si ha la tendenza a parlare di sistemi solari nel caso di sistemi stellari. In realtà l aggettivo solare deriva dal nome proprio ed unico della nostra stella. Nel caso di altre stelle la giusta terminologia è sistema stellare o, nei casi specifici, sistema di Alpha Centauri, 51 Pegasi etc. 134

135 La parte interna del Sistema Solare Mercurio Il periodo di rotazione di Mercurio, primo pianeta del Sistema Solare in ordine di distanza dal Sole, è di giorni terrestri, pari a 2/3 del suo periodo orbitale: ciò significa che ogni tre rotazioni sul proprio asse il pianeta compie due orbite attorno al Sole. Quello di Mercurio è stato il primo esempio di risonanza 2/3 nel Sistema Solare ad essere scoperto. Il giorno solare di Mercurio, cioè l'intervallo fra due passaggi consecutivi del Sole sullo stesso meridiano, è pari a 176 giorni terrestri. Si noti come il giorno solare di Mercurio sia maggiore del suo anno siderale, cioè del suo periodo di rivoluzione intorno al Sole: una particolarità unica fra i pianeti. Mercurio è un pianeta terrestre di dimensioni modeste, con un diametro inferiore alla metà di quello terrestre; ha una superficie pesantemente craterizzata, anche a causa della mancanza di un'atmosfera apprezzabile che possa attutire gli impatti meteoritici, e per questo il suo aspetto ricorda da vicino quello della Luna. All esterno del pianeta si é individuata un atmosfera transiente, dominata dalla presenza di potassio, di sodio, idrogeno, elio, calcio e ossigeno, che in parte vengono sradicati dalla superficie dal vento solare. Mercurio ha una densità difforme da quella degli altri pianeti terrestri; infatti, quando la sua densità viene corretta per la compressione provocata dalla sua stessa gravità, il pianeta presenta la più alta densità in assoluto del Sistema Solare. La sonda della NASA Mariner 10 ha inviato nel corso dei sorvoli avvenuti a metà degli anni 70 i dati più interessanti riguardanti il pianeta, fotografando circa la metà della superficie di Mercurio: l'aspetto ricorda quello della Luna, con crateri di tutte le dimensioni che dominano il paesaggio. Il più grande di tutti è stato battezzato Caloris e ha un diametro di 1300 km. Circondato da un anello di montagne alte 2 km, ricorda i bacini lunari Mare Imbrium e Mare Orientale e sembra essere stato riempito di lava subito dopo la sua formazione. Le numerose scarpate che attraversano tutta la superficie del pianeta indicano un collasso della crosta dovuto a una contrazione del raggio valutabile in 3-4 km e probabilmente dovuta ad un raffreddamento rapido del mantello. Le missioni Messenger della NASA e Bepi- Colombo dell ESA incrementeranno drammaticamente le nostre conoscenze del pianeta più interno. Venere Venere è considerata il vero pianeta gemello della Terra, a causa delle sue dimensioni e della presenza di una densa atmosfera caratterizzata da una dinamica atmosferica intensa. Della superficie di Venere possediamo attualmente pochissime immagini, inviate a Terra dalle sonde sovietiche Venera tra il 1975 e il Il paesaggio mostrato nelle fotografie è desertico, ricco di rocce magmatiche effusive (basalti) derivanti dalla solidificazione della lava vulcanica; si stima che circa l 85% della superficie del pianeta sia costituito da colate laviche solidificate. L'ultimo grande periodo di diffusa attività vulcanica risale ad 800 milioni di anni fa anche se si sospetta che sporadiche attività siano ancora in corso. Le immagini radar della superficie di Venere mostrano il volto di un pianeta che ha subito un evoluzione geologica profonda caratterizzata da una forte attività vulcanica e tettonica che ha dato luogo alla formazione delle Planitiae, bassopiani di origine vulcanica, e le Tesserae, altopiani risultato di deformazione tettonica. Le Planitiae ricoprono circa l 80% della superficie del pianeta e sembrano essersi formate in un lasso di tempo di circa 500 milioni di anni. Molte strutture vulcaniche e tettoniche sono, all apparenza, molto giovani, confortando i dati sul rinnovamento del vapor acqueo atmosferico che richiede un pianeta geologicamente attivo. La caratteristica prominente di Venere é la sua densa ed impenetrabile atmosfera, che possiamo dividere, per facilità d approccio, in tre fasce sovrapposte: la bassa atmosfera 135

136 compresa tra il suolo e 60 km di quota, la media atmosfera, compresa tra i 60 ed 100 km d altitudine, ed infine l alta atmosfera, che si estende fin verso i 200 km di quota. La composizione dell atmosfera venusiana è dominata dalla CO2, anche se l azoto, il vapor acqueo e vari composti dello zolfo, tra cui l acido solforico sono chiaramente individuabili. Si suppone che gli strati inferiori dell atmosfera siano però dominati dalla decomposizione termica dell acido solforico (H2SO4). Il monossido di carbonio (CO) è molto abbondante in tutta la parte alta dell atmosfera venusiana, a causa della dissociazione dell anidride carbonica (CO2) da parte della radiazione solare ultravioletta. Si è notata inoltre una concentrazione di questo gas in corrispondenza dei poli. L altissima temperatura superficiale di Venere di circa 735 K (498 C) é dovuta a un effetto serra catastrofico dovuto all azione combinata delle nubi di acido solforico (H 2 SO 4 ), dell anidride carbonica (CO 2 ), del vapor acqueo (H 2 O) e del biossido di zolfo (SO 2 ). Il Sistema Terra-Luna La Luna, insieme a Venere, é il corpo celeste più esplorato del Sistema Solare. È anche l unico corpo celeste dalla cui superficie siano stati riportati a terra molti campioni di roccia e polvere. Pur tuttavia il dibattito scientifico sull origine della Luna è ancora aperto. Le missioni Apollo, e molto recentemente la missione SMART-1 dell ESA, hanno dimostrato che la composizione chimica e mineralogica della superficie sono completamente diverse da quella delle rocce terrestri, mettendo fine a tutte le teorie circa una formazione comune della Terra e della Luna. I dati sulla chimica e mineralogia della Luna provengono in gran parte dall analisi delle rocce lunari raccolte nel corso delle missioni Apollo. L ossigeno, il silicio e l alluminio hanno una presenza percentuale simile a quella della Terra. Il ferro ed il titanio sono più abbondanti sulla superficie lunare che su quella terrestre (provenienti forse dal corpo impattante di cui sopra?), mentre il carbonio, l azoto ed i metalli alcali sono abbastanza rari. L idrogeno presente nella polvere superficiale proviene esclusivamente dal vento solare. Le strutture morfologiche dominanti la superficie della Luna sono i crateri ed i bacini d im - patto, depressioni e vallate riempite di magma, piccole colline e qualche edifico vulcanico di modeste dimensioni. Marte Soltanto un decimo della massa terrestre ed una distanza dal Sole di 1.5 U.A., una tenue atmosfera di anidride carbonica, comparabile in pressione alla stratosfera terrestre, due calotte polari, enormi vulcani, una marcata differenziazione emisferica ed una mancanza quasi totale d umidità superficiale: questo è il ritratto di Marte, il pianeta rosso. L esplorazione robotica di Marte ha svelato un nuovo volto: il volto di un pianeta meno secco del previsto, caratterizzato da improvvisi eventi idrologici, con temperature superficiali indicative di una vita geologica ancora attiva che si manifesta anche con continui scambi di volatili tra il sottosuolo e l atmosfera. Sembra oramai chiaro che Marte sia stato per i primi 700 milioni di anni della sua storia un pianeta geologicamente attivo, caratterizzato dall insediamento di enormi edifici vulcanici, da una tettonica di scala planetaria e soprattutto da un atmosfera abbastanza densa da permettere la presenza di abbondante acqua allo stato liquido sulla sua superficie. Se mai vita si sviluppò su Marte, fu questo il periodo più favorevole al suo insediamento a livello planetario. Oggigiorno, la maggior parte dell acqua è presente nelle zone periglaciali, sotto forma di permafrost ed ovviamente nelle calotte polari sotto forma di ghiaccio. L'emisfero settentrionale di Marte manifesta una crosta di riformazione, dominata da ampie distese di materiali effusivi riversatisi in tempi recenti dagli strati subcrostali. L'attività endogena del pianeta è resa palese dalla presenza di altopiani di natura plutonica, le cui rocce si sono cioè formate all interno della crosta, 136

137 (dorsali di Elysium e Tharsis). Su questi alti piani si sono formati molteplici edifici vulcanici a scudo, la cui imponenza (Olympus Mons, il maggiore, misura 570 km di diametro di base e raggiunge i 26 km di quota) lascia comprendere che le formazioni si siano mantenute e accresciute per tempi prolungati, forse fino a 100 milioni d'anni or sono, prima di venir estinte dai movimenti tettonici. La crosta che ricopre l'emisfero sud appare di origine più antica, in quanto le tracce del bombardamento meteoritico primordiale sopravvivono in un ricco assortimento di crateri e di bacini d'impatto, il più vasto dei quali, Hellas, ha un diametro di 2000 km. Al confine tra i due emisferi che giace lungo un cerchio inclinato di circa 30 rispetto all'equatore, sono presenti tracce di antichissime fratture. Il sistema di fratture inizia a ridosso della dorsale di Tharsis, in zona equatoriale, con l'intrico di Labyrinthus Noctis sfociante verso est nel Tithonius Chasma e nel Coprates, canyon profondi alcune migliaia di metri e larghi fino a 75 km. La faglia prosegue nella cosiddetta Valles Marineris, impressionante frattura che si estende per oltre 4500 km con larghezze fino a 120 km e profondità di 6000 metri. La mancanza di uno scudo magnetico e di relative fasce di radiazione, ivi intrappolate, sono un ulteriore motivo per la mancanza di tracce evidenti di presenze biologiche sulla superficie di Marte. Gli esperimenti dei Lander Viking 1 & 2 avevano già mostrato, almeno nei punti di atterraggio, la presenza di un terreno sterile. La ricerca della vita su Marte si concentrerà, nel futuro, su delle zone protette ed umide, delle nicchie ecologiche forse presenti nel sottosuolo. Future missioni non escluderanno la ricerca di tracce di vita fossile. La cintura asteroidale Di là dell orbita di Marte, ma all interno dell orbita di Giove, in una regione compresa quindi tra le 2.06 U.A. e le 3.27 U.A., si trova la più alta concentrazione di orbite di asteroidi del Sistema Solare. Questa zona, anche detta la cintura principale, per distinguerla da altre zone del sistema solare che presentano concentrazioni di corpi minori, contiene il 98.5% degli asteroidi repertoriati. Questi ultimi sono all incirca , anche se si suppone che il loro numero sia di quasi dieci volte superiore. Gli asteroidi più conosciuti sono quelli per i quali è stato operato un sorvolo satellitare: Gaspra, Ida, Dactyl, Mathilde, Eros e, più recentemente, Itokawa. La scoperta del primo asteroide fu fatta dall astronomo italiano Giuseppe Piazzi, che decise di dargli il nome della dea del grano, Cerere. Negli anni immediatamente successivi vennero scoperti tre altri piccoli corpi (Pallade, Vesta e Giunone). Alla fine del XIX secolo se ne conoscevano già diverse centinaia. Le dimensioni degli asteroidi sono comprese tra i 1000 chilometri di diametro di Cerere a diametri sub chilometrici. Più di 200 corpi hanno diametri superiori ai 100 chilometri. La cintura asteroidale può essere considerata come una testimonianza del passato remoto del Sistema Solare, sebbene molti fenomeni fisici contribuiscano alla sua trasformazione: riscaldamenti interni per i corpi di dimensioni maggiori, fusioni e fratture provocate da impatti, erosine superficiale dovuta al bombardamento di micro particelle. La parte esterna del Sistema Solare Di là della cintura asteroidale troviamo i pianeti più massicci, ma di densità bassissime, essendo composti in larga misura di gas, Giove, Saturno Urano e Nettuno: la loro massa complessiva rappresenta il 99% della massa totale dei corpi del Sistema Solare, con l esclusione del Sole. Giove Quinto pianeta in ordine di distanza dal Sole e primo come dimensioni tra quelli del Sistema Solare, Giove ha un volume 1400 volte maggiore di quello della Terra, ed una massa che è doppia della massa totale di tutti gli altri, o anche 320 volte quella della Terra. Orbita 137

138 attorno al Sole ad una distanza media di circa 780 milioni di chilometri (5,2 U.A.), compiendo una rivoluzione completa in 11,9 anni. Il suo rapido periodo di rotazione di 9,9 ore produce uno schiacciamento ai poli del pianeta. La composizione di Giove è molto simile a quella del Sole essendo composto al 90% d ossigeno, al 10% d elio con tracce di metano, d ammoniaca e d acqua. Una caratteristica saliente dell interno di Giove è costituita da uno spesso strato di idrogeno compresso ad una pressione di circa 4 milioni di bar ( 1 bar = 1 atmosfera terrestre). A questa pressione l'idrogeno è liquido e si comporta come un conduttore, ed è perciò detto idrogeno metallico. Quest ultimo è anche responsabile per la generazione dell intenso campo magnetico gioviano da cui deriva una gigantesca magnetosfera che si estende per ben 650 milioni di chilometri all esterno del pianeta. Un enorme ciclone rossastro, che potrebbe inghiottire due Terre, è presente nell'atmosfera di Giove da almeno 300 anni, da quando, cioè, fu scoperto dall'astronomo Cassini. Il resto dell atmosfera di Giove è molto turbolento e strutturato in zone chiare e cinture più scure al confine delle quali si trovano correnti a getto con punte di velocità dell ordine dei 600 Km/h. Giove è circondato da anelli molto tenui e da una popolatissima corte di 63 satelliti: i 4 scoperti da Galileo nel 1610, Io, Europa, Ganimede e Callisto, 23 scoperti nel 1979 dalla sonda Voyager, con dimensioni che non superano i 200 Km di diametro, e gli altri, di dimensioni molto ridotte, scoperti recentemente. Non è detto che il numero di satelliti non possa aumentare ancora nel corso di future esplorazioni in situ. La descrizione dettagliata dei satelliti di Giove ha bisogno di una trattazione separata. Ci limiteremo a menzionare il vulcanismo esplosivo di Io, la cui vicinanza a Giove fa sì che l attrazione mareale provochi delle continue contrazioni e dilatazioni di 100 metri di ampiezza - quelle terrestri, provocate dall azione congiunta di Luna e Sole, sono dell ordine di pochi centimetri -, con un conseguente riscaldamento dell interno del corpo. All opposto geologico e chimico di Io troviamo Europa, le cui dimensioni sono vicine a quelle della Luna, e che è caratterizzata, secondo alcune teorie, da una superficie ghiacciata di circa 100 Km di spessore al di sotto della quale si potrebbe trovare un oceano globale di Km di profondità. Saturno La caratteristica principale di Saturno è il sistema di anelli, osservato per la prima volta da Galileo nel 1610 e descritto correttamente dall'astronomo olandese Christiaan Huygens. Gli anelli sono stati nominati nell'ordine in cui sono stati scoperti e, dall'interno verso l'esterno, sono noti come D, C, B, A, F, G, ed E. Essi si allungano fino a una distanza di km dal centro di Saturno, ma in alcuni punti sono spessi solo 5 metri. Sono probabilmente composti di aggregati di rocce, gas ghiacciati e cristalli di ghiaccio d'acqua di piccole dimensioni. Nell'apparente separazione tra gli anelli A e B, osservata dall'astronomo Giovanni Cassini, si trovano cinque deboli anelli, ripresi per la prima volta dalle telecamere dei satelliti Voyager della NASA. Gli ampi anelli B e C si sono forse formati da centinaia di anelli sottili, alcuni leggermente ellittici, che mostrano piccole variazioni di densità, provocate dall'interazione gravitazionale tra gli anelli e i piccoli satelliti detti pastore per la loro funzione di contenimento. Saturno è costituito essenzialmente da gas e la sua densità media è circa un ottavo di quella terrestre. L'enorme peso dell'atmosfera fa sì che la pressione aumenti rapidamente verso l'interno del pianeta, tanto da rendere l'idrogeno da gassoso a liquido. Al centro di Saturno gli elementi pesanti sono probabilmente concentrati in un piccolo nucleo solido, che ha temperatura prossima ai C. L'atmosfera di Saturno è costituita prevalentemente da idrogeno (88%) ed elio (11%), ma sono presenti anche piccole quantità di metano e di ammoniaca, e tracce di altri gas come etano, etilene e fosfina. Le immagini delle sonde spaziali hanno mostrato vortici di nubi situati negli strati profondi dell'atmosfera. La temperatura alla sommità di queste nubi è intorno ai -176 C. I movimenti delle nubi mostrano che il periodo di rotazione dell'atmosfera 138

139 vicino all'equatore del pianeta è di circa 10 ore e 11 minuti, mentre le emissioni radio indicano che il corpo di Saturno e la sua magnetosfera ruotano con un periodo di 10 ore, 39 minuti e 25 secondi. La differenza, di circa 28 minuti e mezzo, tra questi due periodi, suggerisce che i venti equatoriali di Saturno abbiano velocità prossime ai 1700 km/h. Saturno possiede una gran quantità di satelliti, il cui numero preciso sarà difficilmente quantificabile, perché i frammenti ghiacciati che compongono i suoi anelli potrebbero, almeno teoricamente, essere considerati tali, ed è difficile porre una linea arbitraria di distinzione tra satelliti minori e grandi frammenti ghiacciati. Lo studio della struttura e del comportamento dinamico degli anelli fa supporre la presenza di numerosi altri satelliti al loro interno, sebbene non siano ancora stati individuati. Ad oggi sono stati repertoriati 56 satelliti, molti dei quali scoperti di recente. Tra questi 12 satelliti precedentemente sconosciuti, orbitano a grande distanza dal pianeta, essendo probabilmente frammenti catturati dalla gravitazione del pianeta in un operazione di ripulitura gravitazionale post-accrescimento. Un cenno particolare va dedicato al satellite Titano, recentemente esplorato dalla sonda Huygens dell ESA. Titano oltre ad essere il maggiore tra i satelliti di Saturno è il secondo in assoluto del Sistema Solare; è l unico tra i satelliti di Saturno a possedere un atmosfera e il solo corpo noto nel Sistema Solare la cui superficie sia almeno parzialmente coperta da liquidi (idrocarburi). Con un diametro di 5150 Km Titano è più grande di Mercurio e del pianeta nano Plutone, ed è caratterizzato da una densità media di 1.88 g/cm 3 ; ciò implica una composizione al 50% di acqua e 50% di materiali rocciosi. La densa atmosfera di Titano è composta al 98.4% di azoto ed al 1,6% di metano ed altri idrocarburi gassosi quali l etano, il propano etc. A causa della bassissima temperatura superficiale, che non permette né la presenza di vapor acqueo né la sublimazione di ghiacci superficiali, l atmosfera di Titano è totalmente priva di umidità, e le nubi in alta quota sono formate da aerosol organici. La pioggia su Titano è quindi composta di gocce di metano liquido e di altri composti organici. La superficie è piuttosto piatta, senza orogenesi spiccata, e caratterizzata da ampie distese su cui si alternano terreni chiari e scuri. Molto di recente, sulla base di osservazioni radar sono stati identificati una serie di laghi nelle zone polari di Titano, mentre si é recentemente accettato che la zona di atterraggio della sonda ESA Huygens è coperta da una specie di sabbia di cristalli di ghiaccio. Urano Urano fu scoperto nel 1781 dall'astronomo William Herschel, che gli diede il nome di Georgium Sidus in onore di re Giorgio III d'inghilterra; il nome Urano, che venne proposto dall'astronomo tedesco Johann Elert Bode, entrò in uso alla fine del XIX secolo. Urano ha diametro di km, distanza media dal Sole di 2,87 miliardi di km e periodo di rivoluzione di 84 anni; compie una rotazione attorno ad un asse inclinato di 98 rispetto al piano dell'orbita, con periodo di 17 ore e 15 minuti. La sua atmosfera è composta principalmente d idrogeno ed elio, con tracce di metano; il campo magnetico è solo un decimo di quello della Terra, con asse inclinato di 55 rispetto all'asse di rotazione e la sua densità è circa 1,2 g/cm 3. Anche Urano è circondato da una piccola corte di anelli, scoperti nel 1977, che formano una cintura che si estende fino a km dal centro del pianeta; altri quattro anelli vennero scoperti nel 1986 dalla sonda spaziale Voyager 2. Urano ha 27 satelliti (dai 10 Km di diametro di Mab e Cupid ai 1578 Km di Titania), che orbitano sul piano equatoriale e si muovono nello stesso verso di rivoluzione del pianeta. L'atmosfera ha uno spessore di 7600 km ed è composta da idrogeno (83%), elio (15%), metano (2%) e con tracce di acqua ed ammoniaca. Il colore ciano del pianeta è dovuto all'atmosfera composta prevalentemente di metano che assorbe la luce rossa e riflette quella blu La parte sottostante, più dell'80% della massa del pianeta, è formata da un liquido 139

140 composto principalmente da materiali "ghiacciati" di acqua, metano ed ammoniaca, mentre la parte centrale è formata da materiale più denso. ll campo magnetico di Urano non ha il suo centro nel nucleo del pianeta ed è inclinato di almeno 60 rispetto all'asse di rotazione ed è probabilmente generato dal movimento di masse fluide ionizzate a profondità relativamente basse. Nettuno ha un campo magnetico simile e, quindi, questa peculiarità non sembra essere dovuta all inclinazione dell'asse di Urano. La magnetosfera, a causa del rotolare del pianeta sul piano dell eclittica, ha una struttura spiraleggiante nella direzione antisolare. Nettuno Nettuno è l ottavo ed ultimo pianeta del Sistema Solare, sebbene all esterno della sua orbita vi sia una pletora di corpi minori di origine, composizione e dinamica molto disparate fra di loro. Nettuno deve la sua scoperta al «disturbo» gravitazionale che provoca all orbita di Urano rendendola non conforme alle leggi di Newton. A causa della sua distanza dal Sole di circa 30 U.A. la conferma osservativa della sua esistenza si ebbe soltanto nel 1846 da parte dell astronomo francese Galle. Il periodo di rivoluzione di Nettuno è di 164 anni e 280 giorni, mentre la sua velocità di rotazione è di sole 17h52m. L asse di rotazione di Nettuno ha un accentuata inclinazione di o rispetto al piano dell eclittica, mentre l asse magnetico ha un inclinazione di ben 47 o ed è spostato, rispetto al centro del pianeta, di Km. Il più piccolo dei giganti gassosi, ma più denso d Urano, Nettuno dovrebbe avere un nucleo roccioso di Km di diametro, inviluppato, secondo alcune teorie, da uno strato liquido formato da una mistura di acqua, metano ed ammoniaca. Il gas dominante nell atmosfera è l idrogeno, presente all 87%, l elio al 15% e metano al 2%. L alta atmosfera di Nettuno è dominata da venti violentissimi che possono raggiungere punte di velocità dell ordine dei 2000 Km/h nei pressi di un grande ciclone di colorazione scura che domina le latitudini sud del pianeta in modo molto simile alla Grande macchia Rossa di Giove. Un ulteriore somiglianza tra Urano e Nettuno consiste nella tenue corte di anelli, di difficile osservazione da Terra, la cui presenza è stata confermata dalle osservazioni della sonda Voyager. Nettuno è circondato da 13 satelliti, dominati da Tritone con un diametro di 2706 Km; i 4 satelliti scoperti nel 2002 e quello individuato nel 2003 sono ancora in attesa di nome. Plutone e Caronte Plutone, fino a poco tempo fa considerato il più piccolo e lontano dei pianeti del Sistema Solare, é stato riclassificato come pianeta nano della cintura di Kuiper. Il suo "vecchio" satellite Caronte é anche in via di riclassificazione come pianeta nano. Plutone e Caronte orbitano intorno ad un baricentro e quindi possono essere considerati un sistema binario. In compenso si é scoperto che due altri oggetti, Nix e Idra, orbitano in realtà intorno al sistema binario e si devono quindi considerare come lune ufficiali del sistema Plutone-Caronte. Le Comete È ben noto che le comete sono costituite da nuclei di ghiaccio misto a polveri interstellari, altresì denominato ghiaccio sporco, talvolta ricoperto da uno strato molto scuro di materiale organico che si sintetizza dai composti del carbonio esposti alla radiazione solare. Le comete sono soggette a fenomeni di sublimazione esplosiva, i getti, quando avvicinandosi al Sole subiscono un repentino riscaldamento. Le code, di polvere e di plasma, che costituiscono la parte più visibile di una cometa attiva, vicina cioè al Sole, sono il risultato delle suddette sublimazioni. 140

141 Le comete si classificano, in funzione del loro comportamento dinamico, come comete di lungo e corto periodo. Quelle di corto periodo orbitale, inferiore cioè ai 200 anni, si originano nella cintura di Kuiper; si pensa che quelle di periodo superiore abbiano origine nella nube di Oort. Le comete si considerano in base alla nuova nomenclatura come SSSB. Sedna La classificazione di quest oggetto, scoperto nel 2003, é ancora in corso. La sua orbita con perielio a 76 U.A. ed afelio a 928 U.A. sembra essere troppo distante da Nettuno per essere stata influenzata dalla sua gravità; comunque, le sue dimensioni ed il suo aspetto molto simile a Plutone lo avvicinano alla categoria dei pianeti nani. 141

142 ALLEGATO B 142

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146 ALLEGATO C di Carlo Infante e Sara Seravalle 1 CV URBAN EXPERIENCE Giocare le città, reinventare spazio pubblico, tra web e territorio Urban Experience è un'associazione di promozione sociale con sede legale in Roma (Via Marziale 27, 00136) info@urbanexperience.it Urban Experience è un ambito di progettazione e di azione per giocare le città attraverso la creatività sociale delle reti. Performing Media per l'innovazione Territoriale: l'ambito di Urban Experience Coniugare Innovazione e Territorio è una delle chiavi possibili per interpretare in termini sostenibili il nostro tempo accelerato nella globalizzazione dei sistemi della comunicazione. Ciò che si rende globale nel web può e deve trovare una misura di relazione locale, soggettiva e condivisa, nell'esperienza attiva che si fa nel mondo reale che attraversiamo con i suoi paesaggi, le sue biodiversità e la bellezza di ogni risorsa culturale. L'idea di performing media nasce proprio da questa necessità: quella di mettere in relazione più efficace la nostra azione nello spazio pubblico attraverso la potenzialità performativa dei nuovi media interattivi e mobili. È in questa relazione che s'invera un'innovazione Territoriale perché possa produrre sia risorsa economica sia valore nel senso esteso del termine. Nell'ambito di questa ricerca di nuova rete del valore, così intesa perché riguarda una riconfigurazione dei sistemi di relazione economica, uno scenario in cui gli utenti traducono in informazione produttiva la propria esperienza, che si delinea la ricerca di nuovi format di comunicazione. Performing media non riguarda più solo la sperimentazione dei nuovi linguaggi performativi (espressa dai movimenti creativi del Novecento, come il Fluxus con l'happening, i situazionisti con le azioni psicogeografiche e la postavanguardia teatrale, in particolare nell interazione tra scena e nuovi media) ma la progettazione di eventi attraverso piattaforme cross-media (radio, video, web, mobile) per l interazione tra le reti e il territorio. Performing Media coniuga le poetiche e le politiche delle reti, intese come estensioni di una creatività sociale che sperimenta ed attua Società dell Informazione, attraverso l'invenzione di nuovo spazio pubblico, esplicitando le potenzialità di auto-organizzazione del social network per progetti ludico-partecipativi, secondo la linea d'iniziativa dell'urban Experience. Un ambito che contempla azioni su più piani, dall'happening radioguidato ai progetti di urbanistica partecipativa, dalle esplorazioni radioguidate all'innovazione sociale, dalle palestre di cittadinanza interattiva al geoblogging e all'integrazione memoria-reti-territorio. Un report con link utili A ottobre 2010 s'è costituita l'associazione di promozione sociale Urban Experience dando configurazione giuridica ad una pratica ( e una teoria) che si stava sviluppando da anni, da quando nel 2005 si aprì il cantiere progettuale per il geoblog delle Olimpiadi invernali di Torino Urban experience è una nuova parola: un neologismo di stampo anglosassone (anche se la matrice è latina, Urbe). Una parola globale che trova però nella sua attuazione locale, in 146

147 Italia, un'attenzione emblematica: cercando su google quella parola globale appare subito il social network urbanexperience.it. È su questa piattaforma web che l'attività di urban experience si evolve giorno dopo giorno, nella conversazione tra i circa 1000 aderenti che s'interrogano, nel blog e nelle decine di diversi forum tematici, sulle caratteristiche di una nuova cultura urbana. Urban Experience riguarda infatti tutta una progettualità che comporta non solo attività spettacolari ed educative ( come i laboratori multimediali per bambini e le azioni radiogui - date in città, tra cui la esplorazione del Forte Portuense) ma una precisa considerazione sui nuovi possibili modelli di sviluppo basati sull'uso creativo della città (dalla mobilità urbana con l'uso di social network per ottimizzare i flussi urbani alla progettazione urbanistica partecipata). Al Tempio di Adriano, nell' ottobre 2010, per l'iniziativa Urban Expèerience per l'ottobrata Romana s'è svolto un incontro pubblico sul tema La nuova rete del valore: la ricchezza generata dal comportamento creativo degli utenti. Un Talk Lab, format dinamico e interattivo introdotto da una sessione di brainstorming per concludersi con un talk show che visto la partecipazione di protagonisti dell'innovazione, tra cui Carlo Massarini), in collaborazione con Promoroma-azienda speciale della Camera di Commercio di Roma e l'assessorato alle Politiche culturali e Comunicazione di Roma Capitale. A conclusione c'è stato un set di degustazioni teatrali radioguidate, a cura di Koinè, di prodotti tipici e vini selezionati da Azienda Romana Mercati. È stata l'occasione per porre in essere un'analisi dinamica dei modelli economici possibili determinati dalla partecipazione attiva alla Società dell'informazione, dove sono gli utenti a produrre informazione, senso e nuove relazioni sociali. Fenomeni come gli User Generated Content, il Crowdsourcing, il Performing Media, il web 2.0 nel suo complesso, fanno intuire come la partecipazione attiva possa creare una nuova Rete del Valore, molto diversa da quella Catena del Valore basata sul modello industriale, meccanico e lineare proprio del sistema fordista. A proposito: un panel del Talk Lab ha visto protagonista proprio la Ford per presentare un progetto di urban experience per il marketing non convenzionale svolto nel novembre 2010: un tour per Roma da seguire via autoradio, il Kinetic Roma RadioRaid. In questo senso la linea di ricercaazione sull'urban experience sottende una esperienza attiva della città in quanto spazio pubblico da progettare e reinventare attraverso il suo uso creativo e partecipativo. Un dato che va oltre il dato turistico e del generico consumo culturale di musei e spettacoli.l'azione attraverso le tecnologie mobili (smartphome, gps, wi fi, etc) può ad esempio stabilire il valore d'uso della città che va ben oltre il dato tecnologico. C'è già molta offerta di tecnologie sul campo ma è la domanda ad essere debole: promuovere una domanda consapevole e sociale di queste tecnologie potrà contribuire a riequilibrare le sorti di un mercato in stagnazione che al momento trae profitti solo dal consumo senza senso. Produrre questo senso d'utilizzo evoluto può contribuire a creare un equilibrio tra mercato di nuovi indirizzi tecnologici e società emancipata, stabilendo una forte, politica ed economica, interconnessione tra la produzione di ricchezza e la sua ridistribuzione. Una buona scommessa per una Città Laboratorio come Roma. Una delle chiavi teoriche del progetto Urban Experience per l'ottobrata Romana riguarda l'innovazione territoriale, ovvero la tendenza ad armonizzare l'ambito della ricerca tecnologica nel campo della comunicazione interattiva con quello di una valorizzazione del territorio attraverso nuovi format d'iniziativa culturale partecipativa. L'Ottobrata Romana, piuttosto che una manifestazione, è uno stato d'animo e come tale è percepita da tanti romani anche se non è mai stata rilanciata come evento, mentre invece ciò è accaduto per l'invenzione dell'estate Romana. Oggi quel sentiment viene reinterpretato in un progetto di urban experience che intende armonizzare le tradizioni, attraverso la messa in scena della memoria del territorio, con l'innovazione della multimedialità e del social networking per contribuire a fare di uno stato d'animo un modello di sviluppo, attraverso il valore d'uso creativo della Città. 147

148 Momento clou è stato Performing Arvalia al Forte Portuense, un'azione teatrale radioguidata di Koinè, per mettere in scena il territorio, attraverso la memoria dei suoi abitanti, dando forma alle storie raccolte in un'attività che coinvolgerà anche i ragazzi delle scuole (con un laboratorio multimediale curato a Corviale da Portobeseno). Questo lavoro, oltre ad essere destinato alla sua messa in scena nel percorso radioguidato, è stato pubblicato in un geoblog ( che mappa quel territorio, con repertori audio delle memorie orali (raccolte in microstorie dai bambini della scuola elementare di Corviale) montati in videoclip su YouTube (urbanexperiencetv). Frammenti che ricompongono le tracce storiche, risalendo agli antichi Latini Fratres Arvales, da cui ha origine la definizione Arvalia. L'esplorazione teatrale si è sviluppata grazie ad un sistema di cuffie e apparecchi radio che gli spettatori indossavano, insieme a lampade frontali per vedere emergere dal buio della fortezza abbandonata apparizioni teatrali (con la collaborazione di Abraxa Teatro e Associazione Forte Portuense) e i cibi offerti per le degustazioni radioguidate (vino e pecorino). Durante quei giorni, dal 12 al 16 ottobre 2010, sulla linea 786 di ATAC, con capolinea da Stazione Trastevere verso Corviale, sono accadute delle incursioni di urban experience, in collaborazione con CaRma-Epica Pop, con apparizioni di improbabili Panda giganti e trasmissioni bluetooth per promuovere l'evento. 2 L ESEMPIO DELLE MICROSTORIE DI ARVALIA MEMORIA RETI TERRITORIO Scrivere storie nelle geografie: microstorie Arvalia, un laboratorio territoriale di Urban Experience Nell'ambito di un progetto svolto ad ottobre 2010, promosso con il sostegno dell'assessorato alle politiche culturali e della comunicazione di Roma Capitale e in collaborazione con il XV Municipio, Urban Experience ha presentato un geoblog in cui sono state scritte dai bambini le storie nelle geografie di Corviale. Questa mappa interattiva nasce da un progetto di sviluppo web che ha origine nel cantiere per le Olimpiadi di Torino 2006, quando GoogleMaps non era ancora apparsa sugli schermi e che Urban Experience sta rilanciando. In questo progetto per il XV Municipio questo geoblog ha iniziato a raccogliere informazioni ed emozioni dal territorio, in una mappatura delle criticità e delle risorse, si è andato alla ricerca della biografia dei luoghi attraverso le storie, l'esperienza di vita della gente, le immagini e i suoni del paesaggio: incontrando dei testimoni in luoghi indicati, cioè in punti del territorio particolarmente rappresentativi per la comunità, le storie che i testimoni tracciano del luogo scelto, attraverso il racconto delle proprie esperienze di vita e di lavoro, si intrecciano con la loro storia personale e con le vicende e la storia di tutta la comunità. Il geoblog avviato ha visto l'inserimento di paesaggi sonori (registrazioni audio dei rumori del quartiere) e delle microstorie elaborate con la partecipazione dei bambini della Scuola Elementare Mazzacurati in relazione ad un laboratorio ludico-multimediale condotto da David Ondertoller e Sara Maino di Portobeseno e Tiziana Amicuzi di UrbanExperience, con la collaborazione attiva delle maestre presenti. Geoblog: scrivere storie nelle geografie Il geoglog attua l interazione tra la mappa del territorio e quelle scritture che lo rivelano, lo narrano, lo descrivono. Le scritture possono anche essere multimediali (video, foto, audio) per rivelare le impressioni sul campo. Sulle geografie dei luoghi, formalizzate nelle mappe, si potranno così inserire le storie che danno forma ad uno sguardo itinerante che interpreta il genius loci. I geoblog nascono da una linea di ricerca che tende a esprimere la creatività sociale del web e in particolare l interazione tra reti e territorio. Il format è nato in occasione delle Olimpiadi invernali di Torino2006, dove è stato realizzato glocalmap, un geoblog basato sullo sguardo orto-fotografico (le fotografie 148

149 aeree di proprietà degli enti-pubblici) della città di Torino. Un cantiere progettuale avviato già nel 2005 e che di fatto anticipò GoogleMaps (come hanno rilevato La Stampa e Nova/Sole24ore ). Microstorie: il paesaggio urbano come laboratorio di piccole narrazioni da riportare nel web: laboratori ludico-multimediali L'azione proposta intende raccogliere e rielaborare in maniera performativa, attraverso il percorso teatrale radioguidato, le "microstorie" del S. Maria della Pietà, in un itinerario esplorativo dello spazio e del senso del territorio. Il territorio cela storie e microstorie che formano la coscienza collettiva dei suoi abitanti. Raccogliere questo patrimonio e rielaborarlo per la sua fruizione è lo scopo principale di questa azione performativa. Destinatari: Classi quinte e quarte della Scuola Primaria Il primo incontro, in classe, introduce la ricerca e i temi su cui focalizzare l attenzione: territorio, comunità, testimoni, web. Si andrà alla ricerca della biografia dei luoghi attraverso le storie, l'esperienza di vita della gente, le immagini e i suoni (compresi i rumori) del paesaggio. Negli incontri successivi, i bambini guidati dagli esperti, incontrano i testimoni individuando i punti del territorio particolarmente rappresentativi per la comunità. La storia che il testimone traccia del luogo scelto, attraverso il racconto della propria esperienza di vita e di lavoro, si intreccia con la sua storia personale e con le vicende e la storia di tutta la comunità (a livello economico, sociale, antropologico, culturale, ecologico). I bambini e le bambine imparano a conoscere il territorio che abitano, attraverso la storia vissuta. Sono protagonisti della raccolta della testimonianza e imparano a diventarne i custodi. La produzione di testi e disegni in classe, sollecitati dagli insegnanti, narra con un punto di vista unico e originale l uscita effettuata e ripercorre i significati e i temi affrontati nel laboratorio: territorio, paesaggio, comunità, testimone. Un registratore digitale fissa il racconto orale del testimone e fotografa le peculiarità e i cambiamenti nel paesaggio culturale, i suoni dell ambiente, che serviranno alla restituzione creativa dell esperienza utilizzando un geoblog nel web. 149

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