TITOLO VI MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
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- Michelina Gatto
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1 TITOLO VI MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI N 2 CAPI - N 5 articoli (da art. 167 a art. 171) CAPO I DISPOSIZIONI GENERALI N 3 articoli (da art. 167 a art. 169) Articolo Campo di applicazione 1. Le norme del presente titolo si applicano alle attività lavorative di movimentazione manuale dei carichi che comportano per i lavoratori rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorsolombari. 2. Ai fini del presente titolo, s intendono: a) movimentazione manuale dei carichi: le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari; b) patologie da sovraccarico biomeccanico: patologie delle strutture osteoarticolari, muscolotendinee e nervovascolari. Articolo Obblighi del datore di lavoro 1. Il datore di lavoro adotta le misure organizzative necessarie e ricorre ai mezzi appropriati, in particolare attrezzature meccaniche, per evitare la necessità di una movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori. 2. Qualora non sia possibile evitare la movimentazione manuale dei carichi ad opera dei lavoratori, il datore di lavoro adotta le misure organizzative necessarie, ricorre ai mezzi appropriati e fornisce ai lavoratori stessi i mezzi adeguati, allo scopo di ridurre il rischio che comporta la movimentazione manuale di detti carichi, tenendo conto dell ALLEGATO XXXIII, ed in particolare: a) organizza i posti di lavoro in modo che detta movimentazione assicuri condizioni di sicurezza e salute; b) valuta, se possibile anche in fase di progettazione, le condizioni di sicurezza e di salute connesse al lavoro in questione tenendo conto dell ALLEGATO XXXIII; c) evita o riduce i rischi, particolarmente di patologie dorso-lombari, adottando le misure adeguate, tenendo conto in particolare dei fattori individuali di rischio, delle caratteristiche dell ambiente di lavoro e delle esigenze che tale attività comporta, in base all ALLEGATO XXXIII; d) sottopone i lavoratori alla sorveglianza sanitaria di cui all articolo 41, sulla base della valutazione del rischio e dei fattori individuali di rischio di cui all ALLEGATO XXXIII. 3. Le norme tecniche costituiscono criteri di riferimento per le finalità del presente articolo e dell ALLEGATO XXXIII, ove applicabili. Negli altri casi si può fare riferimento alle buone prassi e alle linee guida. Articolo Informazione, formazione e addestramento 1. Tenendo conto dell ALLEGATO XXXIII, il datore di lavoro: a) fornisce ai lavoratori le informazioni adeguate relativamente al peso ed alle altre caratteristiche del carico movimentato; b) assicura ad essi la formazione adeguata in relazione ai rischi lavorativi ed alle modalità di corretta esecuzione delle attività. (arresto da tre a sei mesi o ammenda da a euro il datore di lavoro e il dirigente) 2. Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori l addestramento adeguato in merito alle corrette manovre e procedure da adottare nella movimentazione manuale dei carichi. (arresto da tre a sei mesi o ammenda da a euro il datore di lavoro e il dirigente)
2 CAPO II SANZIONI N 1 articolo (art. 170) Articolo Sanzioni a carico del datore di lavoro e del dirigente 1. Il datore di lavoro ed il dirigente sono puniti: a) con l arresto da tre a sei mesi o con l ammenda da euro fino ad euro per la violazione dell articolo 168, commi 1 e 2. b) con l arresto da due a quattro mesi o con l ammenda da euro 750 a euro per la violazione dell articolo 169, comma 1. ALLEGATO XXXIII MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI La prevenzione del rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari, connesse alle attività lavorative di movimentazione manuale dei carichi dovrà considerare, in modo integrato, il complesso degli elementi di riferimento e dei fattori individuali di rischio riportati nel presente allegato. ELEMENTI DI RIFERIMENTO 1. CARATTERISTICHE DEL CARICO La movimentazione manuale di un carico può costituire un rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari nei seguenti casi: il carico è troppo pesante; è ingombrante o difficile da afferrare; è in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di spostarsi; è collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato a una certa distanza dal tronco o con una torsione o inclinazione del tronco; può, a motivo della struttura esterna e/o della consistenza, comportare lesioni per il lavoratore, in particolare in caso di urto. 2. SFORZO FISICO RICHIESTO Lo sforzo fisico può presentare rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorsolombari nei seguenti casi: è eccessivo; può essere effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco; può comportare un movimento brusco del carico; è compiuto col corpo in posizione instabile. 3. CARATTERISTICHE DELL AMBIENTE DI LAVORO Le caratteristiche dell ambiente di lavoro possono aumentare le possibilità di rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari nei seguenti casi: lo spazio libero, in particolare verticale, è insufficiente per lo svolgimento dell attività richiesta; il pavimento è ineguale, quindi presenta rischi di inciampo o è scivoloso il posto o l ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la movimentazione manuale di carichi a un altezza di sicurezza o in buona posizione; il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano la manipolazione del carico a livelli diversi; il pavimento o il punto di appoggio sono instabili; la temperatura, l umidità o la ventilazione sono inadeguate.
3 4. ESIGENZE CONNESSE ALL ATTIVITà L attività può comportare un rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorsolombari se comporta una o più delle seguenti esigenze: sforzi fisici che sollecitano in particolare la colonna vertebrale, troppo frequenti o troppo prolungati; pause e periodi di recupero fisiologico insufficienti; distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto; un ritmo imposto da un processo che non può essere modulato dal lavoratore. FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO Fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in tema di tutela e sostegno della maternità e di protezione dei giovani sul lavoro, il lavoratore può correre un rischio nei seguenti casi: inidoneità fisica a svolgere il compito in questione tenuto altresì conto delle differenze di genere e di età; indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal lavoratore; insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione o dell addestramento RIFERIMENTI A NORME TECNICHE Le norme tecniche della serie ISO (parti 1-2-3) relative alle attività di movimentazione manuale (sollevamento, trasporto, traino, spinta, movimentazione di carichi leggeri ad alta frequenza) sono da considerarsi tra quelle previste all articolo 168, comma 3. INDICAZIONI GENERALI PER LA PREVENZIONE La prevenzione dei danni da movimentazione manuale dei carichi dipende da un adeguata valutazione dei rischi e da una appropriata pianificazione della movimentazione da eseguire. Elementi di valutazione del rischio: - tener conto della costituzione fisica, dell età e del sesso dei collaboratori - impiego di persone non adatte. Si riporta una tabella che non si riferisce alla normativa italiana, ma che può essere utile per un confronto: - 16/18 anni: 19 kg per gli uomini, 12 kg per le donne; - 18/20 anni: 23 kg per gli uomini, 14 kg per le donne; - 20/35 anni: 25 kg per gli uomini, 15 kg per le donne; - 35/50 anni: 21 kg per gli uomini, 13 kg per le donne; - oltre 50 anni: 16 kg per gli uomini, 10 kg per le donne. - verificare la natura dei carichi da movimentare - carichi troppo pesanti o non pratici da afferrare; Elementi di una buona pianificazione: Valutazione delle componenti del processo di movimentazione: - peso e forma della merce da trasportare; - scelta degli agevolatori utilizzati per il trasporto; - scelta e formazione degli operatori; - vie di trasporto; - luogo dove posare il carico; - organizzazione del lavoro.
4 presa di una carico: sono importanti agevolatori appropriati (cinghie, gerle, organi di presa, ecc.) e l uso di dispositivi di protezione come guanti e scarpe di sicurezza ( i guanti sono adatti per dare maggior sicurezza al vostro sollevamento e le scarpe anche per un efficace ancoraggio a terra). Principali indicazioni per il sollevamento manuale: - posizionare i piedi accanto al carico, piegando il tronco sopra l'oggetto da trasportare (se ciò non fosse possibile, tenere il corpo molto vicino al carico); - utilizzare la muscolatura delle gambe per sollevare il carico; - tenere la schiena ben eretta; - tenere il carico il più possibile vicino al corpo; - sollevare e trasportare il carico con le braccia distese verso il basso. Trasportare il carico in due o più persone o comunque utilizzare, laddove possibile, ausili meccanici. Vie di trasporto-tragitto: le vie di trasporto con il carico devono essere tenute libere e ben illuminate. MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI IN SANITÀ Ascolta la tua schiena e usala soltanto quando non hai altre possibilità (Harvey, 1987) le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico a opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico che.. che si applicano quando il carico è PERSONA Quindi. prima di fare qualsiasi mobilizzazione e/o trasferimento è necessario pensare Alla SICUREZZA DEL PAZIENTE e DELL OPERATORE Per definire la modalità migliore di movimentare occorre riflettere sulla necessità di porre attenzione ad alcuni aspetti: 1) Al paziente: considerandone le necessità cliniche, aspetto cognitivo, collaborazione 2) Alla situazione o finalità (della mobilizzazione): se si agisce come manovra routinaria, situazione di urgenza, emergenza/trauma 3) All ambiente: al contesto nel quale agisco, se camera, bagno, sala visite, etc. 4) All attrezzatura disponibile:
5 ovvero se dispongo di sollevatore, tavole di scivolamento, teli 5) Agli operatori: le persone che posso attivare e chi sono (personale addestrato o meno), quanti sono Riassumendo, quindi, le domande da porsi sono: Chi Perché Dove e quando e, soprattutto, VERBALIZZARE le proprie intenzioni e azioni Con che cosa Con chi perchè Perdere il controllo sul proprio corpo significa perdere il controllo sui propri pensieri ed emozioni e dunque la situazione di grave disabilità comporta un vissuto interiore di sofferenza. Si mobilizza per: Trasferire Spostare (cambio di superficie di appoggio) (variazione posturale sulla stessa superficie) Posizionare (realizzare il miglior allineamento o la migliore postura rispetto a esigenze cliniche e di comfort) Assistite Device (= ausilio) qualsiasi prodotto, strumento, attrezzatura o sistema tecnologico di produzione specializzata o di comune commercio, utilizzato da una persona disabile per prevenire, compensare, alleviare o eliminare una menomazione, disabilità o handicap International Standard ISO9999/EN29999, International Standard Organizzation, Geneve 1992 LA POSTURA Postura : la relazione reciproca tra i segmenti corporei in rapporto alla gravità e all attività del momento Parliamo di postura perché è il concetto alla base di ogni movimento che compie il nostro corpo; dunque anche nell azione di mobilizzare abbiamo la postura dell operatore (idonea a poter fare) e quella del paziente (idonea a sostenere, confortevole, etc.). Rapporto Postura/equilibrio
6 Postura: rapporto reciproco dei vari segmenti corporei in un dato istante Equilibrio: il rapporto ottimale tra il corpo e l ambiente La postura più corretta è quella che consente la massima efficienza (economia energetica), il massimo confort e la massima efficacia, ovvero quella che realizza i rapporti intersegmentari ideali con oscillazioni ridotte. Nella maggioranza dei casi è un compromesso tra le esigenze ambientali, la forza di gravità, la situazione osteo-muscolare e lo stato psicologico. Meccanismi di controllo posturale: i sistemi recettoriali permettono di sorvegliare la posizione del corpo nello spazio e le sue esigenze di movimento secondo varie afferente. I recettori vestibolari permettono di registrare i movimenti della testa sui vari piani e l orientamento della stessa sul piano dell orizzonte; i recettori visivi rappresentano il controllo fine soprattutto dell equilibrio, potendo registrare la posizione del corpo, in quiete o in movimento, rispetto ai riferimenti spaziali circostanti; i recettori somatici (tatto/pressione/dolorifici,temperatura) forniscono informazioni sullo stato dei vari segmenti del corpo. Abbiamo quindi riferimenti rispetto al movimento, all ambiente ed ai singoli segmenti. Le afferente vengono elaborate in stazioni intermedie e soprattutto qui integrate tra loro, per poi generare una risposta motoria riflessa, automatica o adattata al contesto, con il coinvolgimento o meno di un livello di consapevolezza. Sistema di controllo posturale permette di avere informazioni adeguate sull ambiente circostante per adattarsi rapidamente ed efficacemente alle variazioni interne ed esterne, non solo correggendo quanto si va strutturando (feedback), ma, sulla base delle esperienze passate, anticipando la risposta o predisponendo l organismo all azione successiva (feedforward).
7 Di seguito si riporta un diagramma che può essere utile per comprendere come approcciarsi allla mobilizzazione del paziente secondo caratteristiche di: 1. collaborazione 2. iniziativa motoria 3. forza 4. possibilità di stazione eretta 5. peso indicazione alla mobilizzazione collaborante non collaborante sorveglianza o minimo aiuto iniziativa motoria presente ipomobile aiuto esterno medio/massimo ausilio autogestito normostenico ipostenico ausilio gestito dall'operatore stazione eretta possibile stazione eretta impossibile normopeso sovrappeso In questo modo possiamo individuare la strategia migliore che terrà conto dell impegno dell operatore e degli eventuali ausili. Insieme dobbiamo aver presenti alcune regola base utili ad effettuare la movimentazione dei pazienti nel migliore dei modi: 1. Prima di iniziare qualsiasi operazione, informare il paziente della procedura che verrà svolta e se possibile, chiedere la sua collaborazione per coordinarsi nelle azioni. 2. Chiedere l aiuto di un collega: le operazioni di mobilizzazione devono essere possibilmente effettuate da due operatori; anche nei casi in cui la procedura sia effettuata da un solo
8 operatore, è buona regola verificare la presenza di almeno un altro operatore vicino per evitare eventuali imprevisti 3. Posizionarsi il più vicino possibile al paziente da movimentare e se possibile appoggiare un ginocchio sul letto o gli avambracci per ampliare la propria base di appoggio e posizionare il proprio baricentro più vicino possibile al corpo del paziente. L intero corpo dell operatore deve essere considerato come lo strumento a disposizione per quella procedura 4. Durante la movimentazione dei pazienti l operatore deve posizionarsi con le gambe leggermente divaricate. 5. Durante il sollevamento dei pazienti utilizzare la forza dei muscoli delle gambe e dei fianchi e tenere la colonna vertebrale in modo che si mantenga stabile con una lieve retroversione del bacino. 6. Seguire con il proprio corpo il movimento che si sta compiendo trasferendo il proprio peso da un arto all altro. 7. Afferrare il paziente con l intera mano nelle zone che consentono una presa salda, quali le natiche, la zona ischiatica e le scapole;le mani dell operatore devono essere sempre messe aperte a piatto. N.B.: mai afferrare il paziente per le estremità delle braccia o gambe per evitare trazioni scorrette degli arti del paziente; mai trazionare con la mano sotto l ascella o afferrare estremità con prese a laccio. 8. Utilizzare le calzature, gli indumenti e gli ausili eventualmente messi a disposizione dal datore di lavoro. Di seguito è riportata una tabella con le precauzioni di tipo ergonomico per eseguire la movimentazione di pazienti collaboranti e non collaboranti per le seguenti principali attività di spostamento, e trasferimento. SPOSTAMENTI E PASSAGGI POSTURALI NEL LETTO SPOSTAMENTO VERSO IL BORDO LETTO Soggetto non collaborante Se non si hanno a disposizione ausili, quali doppio telo o telo tubolare o sacco imbottito, la manovra deve essere eseguita da due operatori. I due operatori devono utilizzare la traversa disponendosi ai due lati del letto, impugnandola, con il palmo rivolto verso l alto, a livello delle spalle e del bacino del paziente e trasferendo il peso da un arto all altro nella direzione dello spostamento. Se il paziente è pesante chiedere aiuto di altri colleghi. In assenza di traversa gli operatori si dispongono ai due lati del letto (o dal lato del letto verso il quale deve essere eseguito lo spostamento se la direzione dello stesso è laterale) e, facendo pressione verso il materasso, infilano gli avambracci sotto il corpo del paziente: un operatore abbraccia spalle e capo, l altro la zona lombare e del bacino e, in modo sincrono, facendo leva sulle gambe leggermente divaricate con ginocchia in lieve flessione, trazionano nella direzione desiderata, trasferendo il peso da un arto all altro nella direzione dello spostamento. Soggetto parzialmente collaborante La manovra può essere eseguita da un solo operatore se si richiede al paziente di utilizzare la maniglia di sostegno posta alla testata del letto (balcanica) 1. Far afferrare al paziente la maniglia 2. Se possibile invitare il paziente spostare gli arti inferiori in direzione del lato del letto verso il quale deve spostarsi 3. Aiutare il paziente a sollevare il bacino 4. Tirare e non spingere 5. Trasferire il proprio peso dal piede posto in avanti al piede posto dietro
9 PASSAGGIO DA POSIZIONE SUPINA AL DECUBITO LATERALE Soggetto non collaborante Per pazienti particolarmente pesanti occorre eseguire la manovra in due. L operatore deve comunque flettere leggermente le ginocchia e allargare la base di appoggio. 1. L operatore è posto dal lato verso il quale avvienine la rotazione 2. Posizionamento del paziente con le gambe incrociate, il braccio più vicino all operatore abdotto e l altro sull addome. 3. Rotazione del paziente (una mano dell operatore sul bacino e l altra sul cingolo scapolare dell emilato opposto alla rotazione) Soggetto parzialmente collaborante La manovra può essere compiuta in autonomia dal paziente se presente la sponda del letto sollevata altrimenti si effettuano le stesse manovre per il soggetto non collaborante. SPOSTAMENTO VERSO LA TESTIERA DEL LETTO Soggetto non collaborante La manovra dovrebbe essere eseguita con l utilizzo di ausili: 1. abbassare la testiera del letto e posizionare il telo ad alto scorrimento sotto il corpo del paziente 2. far strisciare il telo senza sollevarlo utilizzando le maniglie del telo o la traversa (nel caso in cui non ci sia il doppio telo) Soggetto parzialmente collaborante Effettuare la manovra in due operatori. 1. Gli operatori si pongono ai due lati del letto Se non sono disponibili ausili: 1. Gli operatori si posizionano ai lati del letto facendo attenzione a tenere la schiena eretta, le gambe divaricate e le ginocchia flesse 2. Gli operatori afferrano la traversa con una mano all altezza della testa e l altra del bacino per far scivolare il paziente verso la testiera del letto senza sollevarlo completamente Importante: - non afferrare il paziente sotto le ascelle; - non flettere la schiena tenendo i propri arti inferiori diritti; - non spostare il paziente da soli. Si chiede al paziente di flettere le ginocchia e appoggiare i piedi sul materasso. Se non sussistono particolari condizioni cliniche che possano pregiudicare l opzione di presa (es. paziente con ictus), gli operatori passano l avambraccio sotto l ascella del paziente e con il dorso della mano appoggiata dietro la spalla (uno dei due operatori sostiene la testa con l altra mano), sollevano lievemente il torace mentre chiedono al paziente stesso di spingere con gli arti inferiori in direzione della testata del letto. Gli operatori supportano la spinta del paziente trasferendo il peso da un arto all altro nella direzione dello spostamento. Se presente la balcanica il paziente può dare un ulteriore supporto fino a sostituire la presenza di un operatore. 2. Nel caso in cui vi siano delle controindicazioni nell esercitare la trazione sotto l ascella, gi operatori Con il dorso della mano appoggiata dietro la spalla del paziente sollevano il torace del paziente facendo forza sugli arti inferiori e sul braccio libero
10 3. Gli operatori poggiano un ginocchio dietro il corpo del paziente, mettono il paziente a mani conserte, effettuano la presa crociata afferrando con una mano gli arti superiori del paziente e con l altra l arto inferiore sotto la coscia. 4. Il paziente piegando le ginocchia appoggia i piedi sul materasso e al via di un operatore il paziente spinge con gli arti inferiori verso il cuscino con l aiuto degli operatori e/o della balcanica TRASFERIMENTI TRASFERIMENTO LETTO CARROZZINA E VICEVERSA Soggetto non collaborante La manovra va eseguita con l utilizzo del sollevatore e la presenza di 2 operatori. 1. Aggancio dell imbracatura: agganciare prima le spalle e poi gli arti inferiori 2. Posizionamento del paziente in carrozzina: il paziente deve essere mantenuto in orizzontale e il cambio postura avviene in prossimità della carrozzina abbassando prima il braccio mobile del sollevatore e poi azionando il meccanismo a leva 3. Sgancio dell imbracatura Soggetto parzialmente collaborante L operazione può essere svolta da un solo operatore. 1. Assicurarsi che la persona abbia indossato le calzature 2. Posizionare la carrozzina e poi il paziente da supino a seduto sul letto, gambe fuori dal letto 3. Aiutare il paziente a poggiare i piedi a terra e valutare se può spostarsi sulla carrozzina da solo con la supervisione dell operatore, altrimenti i piedi dell operatore si sistemano in modo trasversale (i piedi dell operatore frenano quelli del paziente e le ginocchia dell operatore controllano quelle del paziente mantenendo il contatto con esse) rispetto a quelli del paziente per frenare eventuali scivolamenti e si effettua il trasferimento: le mani dell operatore passano sotto il cavo ascellare da ambo i lati del paziente, intrecciandosi sul dorso per favorire il sollevamento dalla superficie di appoggio, oppure afferrano il bacino da ambo i lati (zona trocanterica/glutei/ischio) Dalla posizione delle mani dell operatore dipende il grado di assistenza che si dà: se è necessaria massima assistenza le mani dell operatore stanno o sotto e natiche, o sul punto vita dopo essersi assicurati che si possa prendere in maniera sicura gli indumenti; facendo progressivamente salire le mani dell operatore si riduce l assistenza offerta. Si può mettere le mani anche dietro le scapole nel caso in cui si debba dare solo una minima supervisione. 4. In caso di utilizzo della tavola di scivolamento, l operatore accompagna il movimento del paziente con presa sul bacino, zona
11 Soggetto non collaborante Sono necessari due operatori e l utilizzo di un ausilio (tavola di trasferimento o telo per sollevamento) 1. Il primo operatore gira sul fianco il paziente 2. Il secondo operatore sistema sul letto la tavola/telo di trasferimento 3. Il primo operatore fa ruotare il paziente in posizione supina 4. Gli operatori, in maniera simultanea, trasferiscono il paziente 5. Gli operatori con il procedimento inverso della fase 1 e 2 rimuovono la tavola/telo di trasferimento trocanterica/glutei/ischio. TRASFERIMENTO LETTO-BARELLA Soggetto parzialmente collaborante Nell eventualità che non sia possibile stabilire il grado di collaborazione Si consiglia l utilizzo del rullo di trasferimento, come per i pazienti non collaboranti, seppur si abbia a disposizione la collaborazione e la partecipazione del paziente alle manovre. In alternativa è possibile far posizionare il paziente in decubito laterale, in prossimità del bordo, sul fianco opposto al lato del trasferimento (dopo l avvicinamento delle due superfici) e farlo ruotare sulla superficie di arrivo, dove poi sarà aiutato a posizionarsi correttamente; oppure può essere fatto sedere sul letto/barella e aiutato nello spostamento laterale del bacino e degli arti inferiori, fino a passare sulla nuova superficie di appoggio.
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