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1 Utilizzo dei dati interferometrici del Piano Straordinario di Telerilevamento Ambientale come supporto all analisi di vulnerabilità dei beni a vincolo architettonico nel bacino del fiume Arno. Giovanni Montini, Bernardo Mazzanti Autorità di Bacino del fiume Arno Riassunto Il presente lavoro si propone di analizzare i dati interferometrici del Piano Straordinario di Telerilevamento Ambientale (PSTA) per valutare lo stato deformativo di edifici del patrimonio culturale nazionale e definirne più accuratamente la vulnerabilità in relazione a fenomeni di dissesto idrogeologico quali alluvioni, frane o subsidenza. Sono state analizzate le velocità di deformazione media annua rilevate lungo le linee di vista ascendente e discendente del satellite ENVISAT, unitamente alle corrispondenti serie storiche degli spostamenti registrati ad ogni data di acquisizione delle 35 immagini radar alla base dell elaborazione interferometrica. I principali parametri statistici descrittivi dei valori di velocità media di deformazione nel periodo sono stati assegnati ad ogni bene architettonico esaminato e, dove possibile, è stata effettuata la ricostruzione della componente del vettore spostamento nel piano verticale est-ovest-zenit-nadir (EWZN). Sono stati poi calcolati i valori di distorsione angolare tra le diverse parti di uno stesso edificio ed eseguita un analisi delle serie storiche degli spostamenti che ha permesso di ricostruire il comportamento medio dell edificio nel tempo e indagare sulle possibile cause d innesco dei fenomeni osservati. I risultati ottenuti hanno permesso di effettuare importanti valutazioni sulle potenziali sollecitazioni trasmesse alle strutture esaminate, aggiungendo un ulteriore elemento di valutazione della vulnerabilità del bene nella stima del rischio idrogeologico. Premessa L'attività pianificatoria dell'autorità di bacino del fiume Arno si concentra in particolare sull'attuazione di due fondamentali Direttive Europee: la Direttiva Acque (2000/60/CE), che riguarda il raggiungimento di prefissati obiettivi di qualità di tutti i corpi idrici, superficiali e sotterranei; e la Direttiva Alluvioni, che riguarda invece la gestione complessiva del rischio di inondazione, dalla valutazione della pericolosità delle diverse porzioni di territorio alle misure da mettere in atto per evitare o mitigare gli impatti delle esondazioni. In entrambe le attività pianificatorie, risulta essenziale incrociare le valutazioni dell'impatto di dissesti idrogeologici con il tessuto di strutture e attività umane: edifici, infrastrutture viarie, presenza e spostamenti di persone. Nel nostro territorio, una particolare classe di entità vulnerabili è costituita dall'immenso patrimonio culturale, distribuito in maniera più o meno concentrata anche in aree soggette a diverse fonti di rischio. In questo senso, l'autorità di Bacino si è impegnata a valutare gli impatti delle forzanti di rischio dei vari aspetti trattati sul patrimonio ascrivibile alla dizione generale di beni culturali. Questo, sia nell'attività di acquisizione del quadro conoscitivo propedeutica alla pianificazione, che nella fase di valutazione ambientale strategica che accompagna i vari piani. In particolare, il presente lavoro si propone di analizzare un aspetto correlato al Piano di Bilancio Idrico (da ascrivere nell'alveo del Piano di Gestione delle Acque, secondo le indicazioni della citata Direttiva Acque), ovvero, l'eccessivo e squilibrato uso delle risorse idriche sotterranee che può provocare (accelerare, favorire, causare) fenomeni di abbassamento del terreno, ovvero di subsidenza, concentrandosi su una particolare classe di elementi vulnerabili, gli edifici tutelati del patrimonio culturale nazionale. L avvento delle tecniche interferometriche avanzate, sviluppate a partire dagli anni 90, ha determinato una forte evoluzione delle potenzialità offerte dall analisi multitemporale delle immagini radar acquisite da piattaforma satellitare per l esame dei fenomeni di 1

2 deformazione del terreno (Colesanti et alii, 2002; Colombo et alii, 2003; Costantini et alii, 2008, 2009; Ferretti & Hanssen, 2002). Queste tecniche infatti permettono di contenere fortemente gli effetti di decorrelazione propri dell interferometria radar tradizionale in modo da raggiungere precisioni dell ordine del mm nella stima delle deformazioni (Ferretti et alii, 2001, 2007). Le caratteristiche del sistema di acquisizione e la natura dei bersagli radar al suolo (Persistent Scatterers, PS) rendono queste tecniche particolarmente valide per l analisi di movimenti lenti, con eventuale componente orizzontale che non si discosta troppo dalla direttrice EO collocati in aree relativamente antropizzate (Colesanti & Wasowski, 2006; Hilley et alii, 2004; Meisina et alii, 2007; MINAMB, 2009; Strozzi et alii, 2005). Queste caratteristiche li rendono particolarmente adatti per l analisi di fenomeni di subsidenza del terreno, dissesti gravitativi di versante relativamente lenti e problemi strutturali rilevabili alla scala del singolo edificio. Proprio in virtù delle forti potenzialità offerte da queste tecnologie, il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) ha inserito nel Piano Straordinario di Telerilevamento Ambientale (PSTA) l elaborazione interferometrica delle immagini radar acquisite dai satelliti ERS ed ENVISAT nel periodo ed è attualmente in corso di definizione l elaborazione delle immagini acquisite dal sistema COSMO-SkyMed. In seguito alla crescente attenzione sullo stato di rischio del patrimonio culturale nazionale, l Autorità di Bacino del fiume Arno, in collaborazione con la Direzione Regionale del Ministero dei Beni Ambientali e Culturali (MIBAC) e Regione Toscana, ha iniziato un percorso di analisi del rischio idraulico dei beni a vincolo architettonico, archeologico e paesaggistico nel bacino dell Arno, mirato a definire sia le caratteristiche di pericolosità idraulica (ricorrenza dell evento, battente atteso) che quelle di vulnerabilità del bene (tipologia, struttura e organizzazione dell edificio) per poi effettuare una stima di dettaglio sull effettivo stato di rischio. Nell ambito della stessa attività è stato deciso di integrare i risultati finora ottenuti attraverso un analisi della storia deformativa degli edifici vincolati in modo da evidenziare la presenza di eventuali problemi strutturali che, in seguito al verificarsi di eventi naturali quali alluvioni, dissesti gravitativi o subsidenza del terreno, potrebbero aumentare notevolmente lo stato di vulnerabilità del bene. L analisi delle serie storiche di deformazione dei dati PS, in considerazione dell elevata densità in aree antropizzate, della natura dei sistemi di acquisizione e della loro disponibilità con copertura nazionale per il periodo (ERS) e (ENVISAT), si presta particolarmente bene ad un analisi di questo tipo fornendo risultati attendibili e compatibili con quelli ottenuti tramite strumentazione tradizionale (Bock Y. et al., 2012; Bonforte A. et al, 2011; Peltier A. et al., 2010). Materiale utilizzato Lo strato informativo dei beni culturali considerato per l analisi delle deformazioni è rappresentato dalla banca dati dei beni a vincolo architettonico ai sensi delle leggi 364/09, 1089/39 e dei decreti legislativi 490/99 e 42/04, realizzato nell ambito del progetto Sistema Informativo Territoriale dei Beni Culturali svolto in collaborazione tra Regione Toscana e Soprintendenza Regionale per i beni e le attività culturali per la Toscana ( Tale banca dati comprende circa 4400 oggetti georeferenziati di natura poligonale ricadenti nel bacino del fiume Arno, rappresentati da aree vincolate al cui interno possono trovarsi diversi elementi architettonici, quali edifici, strade, giardini, luoghi di culto, parchi, monumenti e così via. Come accennato precedentemente, l analisi interferometrica è stata finalizzata all individuazione di stati deformativi che potrebbero compromettere la vulnerabilità delle 2

3 strutture murarie e si limita quindi solamente agli edifici presenti all interno di ogni area vincolata, escludendo tutti gli altri elementi architettonici. Per realizzare lo strato informativo su cui svolgere l analisi è stata quindi realizzata un intersezione tra le aree a vincolo architettonico viste precedentemente e gli edifici estratti dalla Carta Tecnica Regionale (CTR) in scala 1: e dal database topografico multiscala della Regione Toscana in formato vettoriale opportunamente codificati. Assumendo l ipotesi semplificata che ogni edificio sia caratterizzato da continuità strutturale, si è proceduto a valutarne il comportamento deformativo medio come illustrato nel paragrafo seguente. Per quanto riguarda invece i valori di spostamento degli edifici esaminati, sono stati considerati i dati puntuali di deformazione, denominati Persistent Scatterers (PS), ottenuti dall analisi interferometrica differenziale delle immagini radar acquisite dal satellite dell Agenzia Spaziale Europea ENVISAT per il periodo Questi dati sono stati elaborati nell ambito del Piano Straordinario di Telerilevamento Ambientale realizzato dal MATTM, applicando le tecniche interferometriche avanzate PSInSAR (Ferretti et alii, 1999, 2001; Colesanti et alii, 2003) e PSP-DIFSAR (Costantini et alii, 2008, 2009). Tali dati riportano, per ogni elemento puntuale (PS), sia le velocità media di deformazione, espressa in mm/anno relativamente a tutto l intervallo di tempo esaminato, sia l intera serie storica degli spostamenti espressi in mm. Il periodo di rivisitazione risulta essere di 35 giorni e l analisi interferometrica sull intero periodo di riferimento ( ) è stata svolta su un dataset di 35 immagini. Il bacino del fiume Arno risulta coperto completamente, sia in geometria ascendente che discendente, dalle immagini acquisite dal satellite ENVISAT e la densità media dei PS su tutto il bacino risulta pari a circa 170 PS/kmq con valori massimi di circa 700 PS/kmq nelle aree maggiormente antropizzate. Le aree a vincolo architettonico interessate da informazione PS per il satellite ENVISAT sono risultate 2600, corrispondenti a circa il 60% del totale, mentre l analisi sui singoli edifici è stata realizzata su circa il 30% degli immobili considerati. Infine, per indagare sulla possibile origine dei movimenti osservati, sono stati esaminati i dati sui prelievi di acque sotterranee riportati nel Piano di Bacino del fiume Arno Stralcio Bilancio Idrico (AdBArno, 2008), i dati di pioggia mensile pubblicati dal Servizio Ideologico Regionale ( e gli eventi sismici con magnitudo superiore a 3 verificatisi nel periodo esaminato e estratti dal database ISIDe dell Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ( Metodologia di analisi Per evidenziare le deformazioni avvenute sugli edifici ricadenti all interno delle aree a vincolo architettonico nel periodo sono state effettuate tre tipologie di analisi. La prima, a carattere più generale, è mirata a valutare e quantificare la velocità di deformazione media degli edifici considerati, sia per quanto riguarda il dataset PS ascendente che quello discendente. Tale analisi ha permesso di assegnare ad ogni edificio i principali parametri statistici descrittivi dei due dataset e valutare la compatibilità dei valori registrati con la natura della struttura esaminata. Inoltre, nel caso in cui uno stesso edificio è risultato interessato sia da dati ascendenti che discendenti, è stata effettuata la ricostruzione della componente del vettore spostamento nel piano verticale EWZN (MINAMB, 2009) in modo che la sua proiezione lungo le due linee di acquisizione restituisca i valori effettivamente registrati dal satellite (Figura 1). Sebbene si tratti soltanto di una componente del vettore spostamento reale, tale dato risulta comunque molto utile per comprendere meglio la tipologia di movimento che stiamo analizzando e, in particolare, se si tratta di un fenomeno a carattere prevalentemente verticale, oppure se è presente anche una componente orizzontale più o meno pronunciata che potrebbe comportare distorsioni della struttura. 3

4 La seconda elaborazione effettuata in questo lavoro riguarda invece l individuazione di eventuali spostamenti differenziali all interno di uno stesso edificio nel periodo considerato, che potrebbero determinare valori di distorsione angolare non compatibili con l integrità strutturale del manufatto esaminato. A tal fine, sono state calcolate tutte le distanze tra le possibili coppie di PS ricadenti all interno di uno stesso edificio, mantenendo separati i dataset ascendente e discendente, per poi misurare la corrispondente distorsione angolare come rapporto tra la loro distanza sulla linea di vista del satellite raggiunta alla fine del periodo esaminato e la loro distanza sul piano orizzontale. Inoltre, nel caso in cui le informazioni sulla componente principale del movimento nel piano EWZN hanno evidenziato la presenza di movimenti a carattere prevalentemente verticale, si è provveduto a definire il valore di distorsione angolare lungo la verticale tenendo conto dell angolo di vista del satellite (23 ). Tale valore ha quindi permesso di estrarre le linee delle possibili distanze tra PS che presentano valori di distorsione angolare significativi (superiori a 1/1000) e classificarle secondo la scala dei valori limite definita da Bjerrum (1963), in modo da fornire importanti indicazioni sull ammissibilità degli spostamenti differenziali evidenziati dall analisi interferometrica. Figura 1 Procedura utilizzata per la ricostruzione del vettore spostamento nel piano verticale EWZN. Infine sono state analizzate le serie storiche degli spostamenti registrate dal satellite in tutto il periodo In particolare, si tratta di 35 misure di spostamento dai cui valori di regressione lineare sono state ricavate le velocità medie di deformazione dei PS su tutto il periodo. Questa tipologia di analisi, specialmente se condotta a livello di singolo edificio, risulta particolarmente importante in quanto ci permette di analizzare l andamento reale del trend e, conseguentemente, valutare l attendibilità del valore di velocità media, uguale al coefficiente di regressione lineare dell intera serie storica. Dal confronto delle serie storiche di PS appartenenti allo stesso edificio è emerso che la gran parte dei dati presentano un comportamento sostanzialmente coerente nel tempo, anche se con valori di spostamento molto diversi tra loro, mentre un insieme di dati molto più limitato presenta un andamento particolare, dovuto probabilmente alle diverse caratteristiche fisiche del PS, che potrebbe introdurre incertezza nella stima del 4

5 comportamento medio dell edificio. Per tale motivo, volendo assegnare ad ogni edificio una serie storica caratteristica, mediata su tutti i dati disponibili, l analisi è stata effettuata selezionando solamente le serie che, all interno della stessa geometria di acquisizione, presentano tra loro un coefficiente di correlazione temporale maggiore di 0,7. La serie storica caratteristica di ogni edificio è stata quindi ricostruita prendendo il valore medio di spostamento dei PS selezionati ad ogni data di acquisizione (Figure 5c e 5d). Questa analisi ha permesso di effettuare alcune importanti considerazioni sul trend e sulla presenza di eventi perturbanti da mettere in relazione con le possibili cause. Risultati ottenuti Dei edifici considerati, ricadenti nelle 4391 aree a vincolo architettonico presenti nel bacino dell Arno, 3283 (circa 30% del totale) sono risultati interessati da informazione PS ascendente e/o discendente. Di questi, la stragrande maggioranza (circa 92%) ha evidenziato uno stato deformativo inattivo, con velocità medie annue comprese nei limiti dell errore strumentale (+/- 2 mm/anno). Il restante 8% risulta comunque interessato da basse velocità di deformazione, prevalentemente in abbassamento, con media intorno a circa 3 mm/anno. Figura 2 Distribuzione delle velocità di deformazione medie degli edifici in movimento nel periodo (ASC = dataset ascendente, DESC = dataset discendente, EWZN = dataset utilizzato per la ricostruzione vettore spostamento nel piano EWZN). Gli edifici con contemporanea presenza di dati ascendenti e discendenti, per i quali è stato possibile ricostruire la componente del vettore spostamento nel piano EWZN, sono risultati invece soltanto 767 (circa 7% del totale). Anche in questo caso, la maggior parte di essi (circa 93%) è risultata mediamente stabile nel periodo esaminato, mentre il restante 7% ha evidenziato una prevalente verticalità del movimento osservato (NADIR +/- 10 ) con velocità medie di circa 3.8 mm/anno. Nel grafico di Figura 2 è riportata la distribuzione statistica delle velocità di deformazione medie degli edifici che presentano valori superiori all errore strumentale. Come possiamo osservare, dal confronto tra i dataset ascendente e discendente, emerge che la maggior parte dei dati presenta valori negativi e molto simili tra loro, evidenziando una tipologia di 5

6 movimento prevalentemente verticale, in abbassamento, coerentemente con quanto indicato dalla ricostruzione del vettore spostamento sul piano EWZN. Per indagare sulla possibile causa delle deformazioni rilevate, la distribuzione degli edifici soggetti a deformazioni medie superiori all errore strumentale è stata confrontata con l andamento complessivo delle deformazioni su un esteso intorno geografico, in modo da capire se si tratta di un movimento spazialmente distribuito alla piccola scala, riconducibile quindi più facilmente ad un dissesto generalizzato del terreno su cui l edificio insiste, oppure se si tratta di un fenomeno fortemente localizzato e quindi più facilmente determinato dalla natura della struttura in esame. Tali analisi ha mostrato che nella maggior parte dei casi le velocità di deformazione anomale sono determinate dalla presenza di estesi fenomeni di subsidenza del terreno, determinati sia dalla natura dei litotipi presenti che dal sovrasfruttamento delle risorse idriche sotterranee (Montini et alii, 2012; Brugioni et alii, 2008). Figura 3 Analisi della deformazione media degli edifici a vincolo architettonico nel centro storico di Pisa e ricostruzione del vettore spostamento nel piano verticale EWZN. Un esempio dei risultati ottenuti con l analisi dei valori di velocità di deformazione media a livello di singolo edificio è riportata in Figura 3 dove, oltre ai valori di velocità registrati, sono riportati anche i risultati della ricostruzione del vettore spostamento nel piano verticale EWZN. In questo esempio si tratta di movimenti di scarsa entità e natura prevalentemente verticale da mettere probabilmente in relazione ai diffusi fenomeni di subsidenza che interessano la pianura pisana (Palla, 1983; Tongiorgi, 1978). Questi movimenti, se distribuiti omogeneamente negli edifici e continui nello spazio, non determinato generalmente danni sensibili alle strutture. Nel caso invece che i valori di velocità dei singoli PS siano molto diversi tra loro, potrebbero comunque innescarsi fenomeni di distorsione angolare tali da compromettere l integrità strutturale. Per valutare questo aspetto del problema, sono stati calcolati tutti i possibili valori di distorsione 6

7 angolare che si verificano nei singoli edifici in modo poi da classificarli secondo i valori individuati da Bjerrum (1963) e valutarne i possibili effetti. Gli edifici con questa informazione sono risultati 1950 (16% del totale), di cui solamente il 4% presenta valori di distorsione angolare superiori al limite di sicurezza per le fessurazioni. In Figura 4 è riportato un esempio dei risultati ottenuti, dove i valori di distorsione angolare sono rappresentati spazialmente dai segmenti di unione tra i due punti considerati per il calcolo e classificati secondo i valori individuati da Bjerrum (1963). Figura 4 Esempio di distribuzione della distorsione angolare in alcuni edifici del centro storico di Firenze. Come ultima tipologia di analisi si è cercato di ricostruire, solamente per alcuni edifici vincolati, un comportamento medio della struttura anche in relazione alla serie storica degli spostamenti registrati ad ogni data di acquisizione delle immagini, come descritto al paragrafo precedente. In Figura 5 è riportata la distribuzione dei valori di spostamento medio registrati dai PS ascendenti (Figura 5a) e discendenti (Figura 5b) posizionati su un edificio del centro storico di Pistoia e selezionati in base al loro simile comportamento sull intero periodo della serie temporale. Tale selezione in particolare ha portato a considerare 4 PS dei 5 ascendenti totali e tutti i 14 PS discendenti. Come possiamo osservare, in questo caso le serie esaminate non presentano un trend di tipo lineare, evidenziando un netto aumento delle velocità di deformazione a partire dai mesi di ottobrenovembre In particolare, il dataset ascendente passa da una velocità media di circa +1,8 mm/anno nel periodo ottobre 2003-novembre 2007 ad una velocità media di circa - 5,9 mm/anno nel periodo novembre 2007-maggio Il dataset discendente, analogamente, mostra una variazione di velocità media da +0,3 mm/anno nel periodo febbraio 2003-ottobre 2007 a circa -6,1 mm/anno nel periodo ottobre 2007-giugno Il confronto tra l andamento della serie storica media dell edificio con quelle dei PS ascendenti e discendenti circostanti ha peraltro mostrato che la brusca accelerazione registrata dal satellite si estende anche alle aree limitrofe per un intorno considerevole, ed è pertanto da mettere in relazione ad un fenomeno di dissesto generalizzato del terreno piuttosto che alla natura dell edificio indagato. 7

8 Figura 5 Andamento delle serie storiche degli spostamenti registrati su un edificio del centro storico di Pistoia dai PS selezionati del dataset ascendente (A) e discendente (B). Riguardo alle possibili cause, non sono stati individuati eventi sismici di rilievo per l'area in esame nel periodo considerato. Dal punto di vista pluviometrico emergono invece interessanti indicazioni. Facendo riferimento in particolare al periodo di ricarica ottobre dicembre, e considerando gli afflussi sull'area del bacino dell'ombrone Pistoiese (approssimativamente assimilabile con la zona di potenziale ricarica dell'acquifero sottostante), è stata analizzata la serie storica dei valori degli afflussi cumulati su tale intervallo temporale, estesa dal 1920 al 2012, valutata considerando le serie pluviometriche estratte dagli Annali Idrologici dell'ufficio Idrografico e Mareografico di Pisa, e integrate con i dati pubblicati nell'ultimo decennio dal Servizio Idrologico della Regione Toscana. Il valore relativo all'anno 2007, con 252 mm caduti nei tre mesi considerati, rappresenta il minimo assoluto della serie, avvicinato solo dal valore registrato nel 1921 (276.2 mm). Inoltre, effettuando un'analisi di distribuzione di frequenza dei valori (fig. 6), si osserva che 8

9 i valori relativi a tutti gli anni successivi al 2007 si attestano ben al di sotto del valore medio. Questa situazione, aggravata ulteriormente dai prelievi di acque sotterranee, potrebbe avere determinato l innesco di fenomeni di compattazione dei sedimenti con conseguente accelerazione del movimento registrato dal satellite. Figura 6 Distribuzione di frequenza cumulativa degli afflussi meteorici del periodo ottobredicembre sul bacino dell Ombrone Pistoiese per la serie storica Giova a questo proposito citare le valutazioni contenute nel Piano di Bacino del fiume Arno, stralcio Bilancio Idrico. Per l'acquifero di Pistoia, la situazione fotografata al momento dell'approvazione del Piano (2008) indicava una situazione di equilibrio, con un saldo positivo tra prelievi e ricarica dell'ordine dei 5 milioni di mc. Le cifre in gioco, parlando di diminuzione dell'apporto meteorico durante il periodo di ricarica considerato (ottobre dicembre) sono di un ordine di grandezza superiore, ovvero variabili tra circa 30 milioni di mc (nel caso del valore minimo del 2007, e considerando la sola superficie di potenziale ricarica dell'acquifero) e circa 100 milioni di mc del valore medio sul periodo considerato. Considerando anche le dinamiche di ricarica della falda, questo confronto fornisce un utile indicazione sul potenziale impatto sull'equilibrio della falda di una protratta contrazione degli afflussi nel periodo di ricarica con notevoli ripercussioni sulle dinamiche di subsidenza dell'area. Conclusioni I dati di spostamento derivati da interferometria radar differenziale da piattaforma satellitare, se integrati con ulteriori informazioni di carattere ambientale, possono costituire un importante supporto all attività di pianificazione territoriale. 9

10 L analisi dei dati interferometrici del PSTA relativamente al satellite ENVISAT ( ) ha permesso di caratterizzare il comportamento deformativo medio di circa un terzo degli edifici a vincolo architettonico presenti nel bacino dell Arno, fornendo un ulteriore elemento di valutazione nella stima della loro vulnerabilità rispetto a eventi di dissesto idrogeologico. L analisi delle serie storiche degli spostamenti inoltre si è dimostrata particolarmente utile per verificare la linearità del trend ed indagare sulle possibili cause d innesco dei fenomeni osservati. Bibliografia AdB Arno (2008) Progetto di Piano di bacino Stralcio Bilancio idrico. Delibera di Comitato Istituzionale n. 204 del 28/2/2008. Bjerrum L. (1963) Allowable Settlement of Structures. Proceedings of the European Conference on Soil Mechanics and Fundation Engineering. 3: Weisbaden, Germany. Bock Y., Wdowinsky S., Ferretti A., Novali F. & Fumagalli A. (2012) Recent subsidence of the Venice Lagoon from continuous GPS and interferometric synthetic aperture radar. Geochemestry Geophysics Geosystems. 13 (1). Bonforte A., Guglielmino F., Coltelli M., Ferretti A. & Pugliesi G. (2011) Structural assessmen of Mt. Etna volcano from Permanent Scatterers analysis. Journal of Geophysical Research. 12 (2). Brugioni M., Menduni G. & Montini G. (2008) Analisi dei fenomeni di subsidenza nel bacino del fiume Arno tramite l utilizzo dell interferometria radar differenziale da piattaforma satellitare. Atti del Simposio organizzato dall Ordine dei Geologi della Toscana in occasione dell Anno Internazionale del Pianeta Terra dal titolo Stato del territorio e delle risorse naturali in Toscana, Firenze ottobre Colesanti C., Locatelli R. & Novali F. (2002) Ground deformation monitoring exploiting SAR Permanent Scatterers. Proceedings of the IEEE International Geoscience and Remote Sensing Symposium, June Toronto, Canada. 2: Colesanti C., Ferretti A., Novali F., Prati C. & Rocca F. (2003) SAR monitoring of progressive and seasonal ground deformation using the Permanent Scatterers technique. IEEE Transactions on Geoscience and Remote Sensing. 41: Colesanti C. & Wasowski J. (2006) Investigating landslides with space-borne Synthetic Aperture Radar (SAR) interferometry. Engineering Geology. 88: Colombo D., Farina P., Moretti S., Nico G. & Prati C. (2003) Land subsidence in the Firenze-Prato-Pistoia basin measured by means of spaceborne SAR interferometry. Proceedings of IGARSS 2003, July Tolouse, France Costantini M., Falco S., Malvarosa F. & Minati F. (2008) A new method for identification and analysis of persistent scatterers in series of SAR images. Proceedings of International Geoscience and Remote Sensing Symposium, 7-11 July Boston MA. pp Costantini M., Falco S., Malvarosa F., Minati F. & Trill F. (2009) Method of Persistent Scatterers Pairs (PSP) and High Resolution SAR Interferometry. Proceedings of International Geoscience and Remote Sensing Symposium July Cape Town, South Africa. Ferretti A., Prati C. & Rocca F. (1999) Multibaseline InSAR DEM reconstruction: the wavelet approach. IEEE Transactions on Geoscience and Remote Sensing. 37 (2):

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