René Descartes. La vita. Carriera militare
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- Giuseppa Milano
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1 La vita René Descartes La vita e gli studi René Descartes, italianizzato Cartesio, è un filosofo molto importante in quest epoca. Nasce nel 1594 e muore nel La sua vita è poco conosciuta in confronto a quella di Galileo Galilei. Compie infatti scelte più prudenti e caute. Nacque a La Haye, figlio di un padre che apparteneva alla nobiltà di toga. Dimostra subito grande intelligenza. Frequenta la Flèche, prestigiosa per l epoca, ma ne rimane insoddisfatto: era infatti deluso della mancanza di matematica e fisica. Si laurea in giurisprudenza, in cerca di un lavoro agiato. Si appassiona poi molto alla matematica e alla filosofia. Il suo lavoro come fisico non divenne importante come quello di Galileo, e le sue teorie rimasero in piedi solo per poco tempo; a differenza però di Galileo divenne famoso per il suo lavoro filosofico, che influenzerà tutto la storia seguente. Carriera militare Decide successivamente di intraprendere una carriera militare per 2/3 anni, sotto un principe straniero e uno cattolico. Capisce però di non essere portato per questo tipo di vita, e per questo cerca di nuovo un cambiamento. Trasferimento in Olanda Decide di trasferirsi in Olanda in visione di intraprendere la carriera di filosofo. L Olanda è infatti più sicura, più libera e tollerante della Francia. È inoltre molto avanzata dal punto di vista culturale, essendo patria in quel periodo di scienziati quali Huygens e Beeckman, e diventerà amico di quest ultimo. Dopo qualche anno muore il padre di Descartes e questo gli dà una piccola eredità che gli permette di vivere tranquillamente. Attraverso l eredità acquista una casa in Olanda e poté assumere una domestica, da cui successivamente ebbe una figlia. Riesce a riprendere inoltre gli studi e intraprende relazioni epistolari con grandi intellettuali (come Hobbes) Le pubblicazioni Negli anni 30 del XVII secolo decide di scrivere un libro intitolato Il Mondo, analizzando la fisica ed esponendo le proprie idee a riguardo. Da questo appare la sua concezione meccanicista della fisica e quindi la rivalutazione di Democrito; inoltre dichiara l accettazione della visione copernicana dell Universo. Presenta inoltre alcune sue idee rivoluzionarie. Stava per pubblicarlo, quando nel 1634 Galileo Galilei viene condannato dalla Chiesa, e per questo ritiene che fosse più opportuno non pubblicarlo, in quanto vi erano concetti molto forti. Siccome non vuole rinunciare al suo lavoro, estrapola dalla sua opera tre saggi contenenti teorie fisiche più neutre, seppure innovative. Pubblica in un testo unico quindi: La diottrica Le meteore La Geometria Nel 1637 decide di anteporre un introduzione, detta Discorso sul Metodo, molto sintetica, ma che era destinata a diventare il suo testo più famoso. In questa introduzione enuncia i principi della sua filosofia.
2 Nel 1641 pubblica le Meditazioni Metafisiche, che daranno origine alla filosofia moderna. Dopo la pubblicazioni alcuni intellettuali gli manderanno diverse epistole con obiezioni all opera di Descartes, pubblicandole nella successiva edizione insieme alle risposte alle stesse. Nel 1649 Cartesio scrisse un opera di carattere etico. Nello stesso anno la regina Caterina si Svezia, molto acculturata e curiosa nella scienza, nel cercare di comprendere meglio le opere di Cartesio lo invitò alla sua corte. Cartesio decise di accettare, in quanto non aveva più nulla che lo trattenesse in Olanda, siccome sua figlia era morta. Nel 1650 arrivò a Stoccolma ma dopo pochi giorni (anche a causa dell abitudine della regina di discutere di argomenti filosofici all alba) si ammalò di polmonite e morì. Dopo la morte La sua fama crebbe enormemente dopo la morte, e vennero pubblicati tutti i suoi scritti. La sua filosofia rimase di grande importanza a lungo, mentre la fisica venne presto sostituita da quella di Newton. A lui si deve la rivoluzione filosofica. Concezione filosofica Cartesio è uno dei filosofi più importanti della filosofia moderna. È meno importante, dal punto di vista del lavoro come fisico, di Galileo o di Newton, ma dal punto di vista filosofico è cosciente nell obbiettivo della rivoluzione della metafisica. Infatti Cartesio paragona il sapere ad un albero, le cui radici sono la metafisica, il tronco la fisica e i rami le altre scienze. Spiega quindi come per cambiare il sapere bisogni cambiare prima la metafisica, e poi il resto. È inoltre molto originale nella sua filosofia, ed assolutamente innovativo. Galileo si appoggia, nel costruire il suo pensiero, a Democrito, Platone e Archimede, ma non dà idee metafisiche nuove. Cartesio invece è un pensatore di svolta. Egli infatti sposta l asse della metafisica dal soggetto all oggetto. Nell individuare il fulcro, il principio di fondo, Cartesio non cerca all esterno dell uomo, bensì all interno. L uomo non è più un appendice che si deve adeguare all Archè, alla verità, e la filosofia diventa, a differenza di quelle precedenti, soggettiva. Tutto il suo pensiero è spiegato all interno del Discorso sul Metodo e delle Meditazioni Metafisiche. Discorso sul metodo Il Discorso sul Metodo è diviso in sei parti: 1. Tappe della sua vita. Ripercorre tutta la sua vita, prestando particolare attenzione alla sua istruzione. In particolare critica il fatto che La Flèche fosse troppo imperniato sulle materie umanistiche, quando egli prediligeva le materie scientifiche (aveva già in mente la modernizzazione della matematica) 2. Sentendosi soprattutto filosofo sente l esigenza del metodo. Ripropone un opera simile a quella di Francis Bacon sul Metodo. Il sillogismo e la logica non permettevano, secondo Cartesio, di scoprire cose nuove, e per questo decide di elaborare un nuovo metodo, basato sulla matematica. Aveva già scritto un Metodo per operare l ingegno, ma non era soddisfatto. Il metodo nuovo si basa su 4 regole da applicare sempre: a. Evidenza: non accettare nulla per vero; b. Analisi: scomporre il problema; c. Sintesi: risolvere il problema dalle cose semplici alle più complesse; d. Enumerazione: controllare più volte i passaggi;
3 L Evidenza «Il primo era di non prendere mai niente per vero, se non ciò che io avessi chiaramente riconosciuto come tale; ovvero, evitare accuratamente la fretta e il pregiudizio, e di non comprendere nel mio giudizio niente di più di quello che fosse presentato alla mia mente così chiaramente e distintamente da escludere ogni possibilità di dubbio» L Analisi «Il secondo, di dividere ognuna delle difficoltà sotto esame nel maggior numero di parti possibile, e per quanto fosse necessario per un'adeguata soluzione» La Sintesi «Il terzo, di condurre i miei pensieri in un ordine tale che, cominciando con oggetti semplici e facili da conoscere, potessi salire poco alla volta, e come per gradini, alla conoscenza di oggetti più complessi; assegnando nel pensiero un certo ordine anche a quegli oggetti che nella loro natura non stanno in una relazione di antecedenza e conseguenza» L Enumerazione «E per ultimo, di fare in ogni caso delle enumerazioni così complete, e delle sintesi così generali, da poter essere sicuro di non aver tralasciato nulla» Cartesio si basa su una struttura matematica del mondo, e per questo motivo ritiene che non possa esistere alcun problema che non possa essere risolto utilizzando il metodo. 4. Nella quarta parte afferma i termini della sua rivoluzione filosofica. Cerca infatti di cambiare la concezione del sapere a partire dalla metafisica (metafora albero). Nel campo dell etica (dei costumi) nota che quando non si hanno conoscenze si tende a seguire la tradizione. Però, nel campo della ricerca della verità, pensò che tutte le opinioni precedenti dovessero essere messe in discussione fino a che non rimangono solamente quelle totalmente indubitabili. Specifica inoltre che non ci si può fidare dei sensi (come avevano anche detto Parmenide e Platone) in quanto ci ingannano. [Un esempio: la riflessione dell acqua ci fa sembrare un ramo immerso come spezzato]. Ci sono molti uomini che si ingannano con semplici esercizi matematici cadendo in paralogismi; e pensando che anch io (Cartesio) possa sbagliarmi, allora posso fidarmi delle dimostrazioni matematiche. Cosa rimane quindi? Quello che c è nella nostra mente. Ma siccome non si può distinguere quello che ho imparato da un illusione di un sogno, allora tutto quello che credo di sapere lo devo ritenere falso. Quindi non ci sono più certezze. Ma mentre pensavo che non ci fosse nulla di vero mi accorsi che quello che nello stesso istante stavo pensando era qualcosa. Si tratta quindi di una verità: IO PENSO, DUNQUE SONO. Anche il massimo dubbio esprimibile deve essere parte di un pensiero, e quindi sarà sempre vero. Questo diventa quindi il 1 principio della sua nuova filosofia.
4 Obiezioni Queste poche righe scatenano un putiferio, con molte obiezioni. La principale era quella che si trattava di un sillogismo di cui venivano omesse le premesse. premesse Tutto quello che penso esiste Io penso allora Io penso dunque sono (esisto) Ma, secondo le obiezioni, le premesse andrebbero dimostrate, quindi la frase non è verità. Cartesio risponde a questa obiezione dicendo che non si tratta di un sillogismo in quanto si tratta di una realtà evidente, che non ha bisogno di dimostrazioni e per questo immediatamente vera. Dualismo Cartesio propone un dualismo, distinguendo in due parti tutta la materia dell universo. Esistono quindi: - Sostanza pensante: quella che dà il pensiero, è distinta dal corpo di una persona e coincide per questo motivo con l anima. - Sostanza estesa: quella che costituisce la materia concreta, tangibile e costituisce il corpo di una persona. Si tratta quindi di una seconda verità, che definisce l anima e che è vera in quanto evidente. Attraverso questo conferma la regola dell evidenza. sensi ricerca della verità Fase 1: il dubbio fase 2: "cogito ergo sum" verità matematiche dubbio iperbolico io esisto io sono sostanza pensante il cirterio di verità è l'evidenza
5 L esistenza di Dio Dal genio maligno Il resto dell opera parte dalle conclusioni metafisiche a cui era giunto. Ma nasce un problema, ovvero quello di sventare l ipotesi di un genio maligno. Infatti, per cercare di mostrare il massimo del dubbio nella fase iniziale, Cartesio ipotizza che un genio maligno faccia vedere all uomo cose che a noi sembrano reali mentre la realtà sarebbe diversa. Per confutare questa ipotesi Cartesio semplicemente dimostra l esistenza di Dio, che gli si oppone in quanto portatore di verità, che non può esistere in contemporanea. alle prove dell esistenza Cartesio si concentra quindi sulle tre prove dell esistenza di Dio. Inizialmente chiarisce che Dio sarebbe, secondo l ipotesi, buono, perfetto e fonte di verità. Dopo aver dimostrato l esistenza di Dio, avrebbe potuto iniziare la ricerca della verità delle cose. Ci sono 3 prove: 1. Dio come causa della perfezione che c è in noi. Cartesio, sempre operando attraverso il ragionamento, si accorge che se l uomo riflette su sé stesso è perché ha un dubbio e si rende quindi conto di essere imperfetto. E attraverso il dubbio comprende inoltre che anche le cose sono imperfette. Ma per riuscire a definire una cosa imperfetta bisogna avere in mente l idea di perfezione, per confrontarla. Ma se né l uomo né le cose del mondo sono perfette, l idea di perfezione può provenire solamente da Dio. 2. Dio ha creato il nostro essere. Cartesio pensa che se noi ci fossimo creati da soli ci saremo creati perfetti. Ma siccome ci ha creato qualcuno, allora ci ha creato Dio, che deve essere perfetto in quanto la causa è sempre superiore all effetto. 3. Argomento di Sant Anselmo. Sant Anselmo cercò di dimostrare l esistenza di Dio nel dialogo. Qui vi è un colloquio tra un credente e un non credente, che discutono dell esistenza di Dio. Il credente dice: «Accetti la definizione di Dio come ciò di cui non puoi pensare nulla di più grande?» «Va bene» «Se tu accetti ciò, allora Dio non può non esistere, perché se non esistesse, noi potremmo pensare che esista qualcosa di più grande e allora sarebbe una contraddizione.» Anche in questo caso viene applicato il principio secondo il quale la causa è sempre superiore all effetto. Un monaco successivamente controbatté l argomentazione di Sant Anselmo, spiegando che il fatto che non tutto ciò che si pensa esista, e sostenendo che l esistenza di Dio non possa essere dimostrata per via logica. Cartesio controbatte dicendo che pensando ad un triangolo non è detto che questo esista, mentre pensando a Dio è perfetto ed esiste, perché se non esistesse non sarebbe perfetto. Questa dimostrazione è detta prova ontologica.
6 Fisica Cartesiana La fisica di Cartesio è: - Deduttiva - Diversa da quella di Galileo in quanto non sperimentale - Consiste nella analisi della Sostanza estesa. La sostanza estesa: o Continua, quindi gli atomi non esistono e per questo motivo non esiste neppure il vuoto o Creata da Dio insieme ad una certa quantità di moto che complessivamente si conserva o Guidata da leggi fisiche su cui Dio non interviene dopo la creazione dell Universo o Influenzata dalla sostanza pensante (il movimento del corpo è preceduto dal pensiero) o Influenza la sostanza pensante (es. dolore) o È a contatto con la sostanza pensante nella ghiandola pineale, che è l unico organo singolo del nostro corpo (mentre il resto è simmetrico), anche se è all oscuro di come si influenzino vicendevolmente Leggi fisiche: o Il principio di inerzia o Il principio della conservazione della quantità di moto o Il moto si propaga in direzione rettilinea o Teoria dei vortici, che spiegava la nascita dei cieli e dei movimenti dei cieli. All origine del movimento circolare vi era sempre il movimento rettilineo che generava dei vortici. Concezione: o Meccanicista (terra come meccanismo) o Esclude la metafisica e la magia dal mondo reale o Anche uomo e animali meccanicamente determinati. Tutto della sostanza estesa è meccanicista, anche la vita.
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