COMUNE DI VINADIO. PROGETTO di IMPIANTO IDROELETTRICO IN FRAZ. BAGNI DI VINADIO CON DERIVAZIONE DAL VALLONE ISCHIATOR IN LOCALITA BESMORELLO

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1 REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI CUNEO COMUNE DI VINADIO PROGETTO di IMPIANTO IDROELETTRICO IN FRAZ. BAGNI DI VINADIO CON DERIVAZIONE DAL VALLONE ISCHIATOR IN LOCALITA BESMORELLO Allegato rif. A.22 Relazione di Compatibilità con il PIANO di GESTIONE del DISTRETTO IDROGRAFICO del FIUME PO Cap.1 STRUTTURA DEL PIANO. 1.1 Obbiettivi del PdGPO Il Piano di Gestione del Distretto idrografico del bacino del fiume Po (PdGPo) e stato adottato con Deliberazione n. 1 del 24 febbraio 2010 del Comitato Istituzionale dell Autorità di bacino del fiume Po ed è stato elaborato in adempimento delle disposizioni comunitarie di cui all art. 13 della Direttiva CE 23 ottobre 2000, n. 60 Quadro per l azione comunitaria in materia di acque ai sensi dell art. 1, comma 3bis del D. L. 30 dicembre 2008, n. 208, convertito il legge 27 febbraio 2009, n. 13. Il PdGPo costituisce articolazione interna del Piano di Bacino Distrettuale padano di cui all art. 65 del D.lgs n. 152/2006 ed ha valore di Piano territoriale di settore. L ambito territoriale di riferimento del Piano è costituito dal distretto idrografico padano, comprendente tutti i corpi idrici del bacino del fiume Po

2 Obiettivo strategico del Piano è di garantire il perseguimento degli scopi e degli obiettivi ambientali stabiliti dagli artt. 1 e 4 della Direttiva 2000/60/CE. Obiettivi generali: impedire il deterioramento, migliorare e ripristinare le condizioni dei corpi idrici superficiali, comprese le acque di transizione e quelle marino-costiere, fare in modo che raggiungano un buono stato chimico ed ecologico e ridurre l'inquinamento dovuto agli scarichi e alle emissioni di sostanze pericolose; proteggere, migliorare e ripristinare le condizioni delle acque sotterranee, evitarne l'inquinamento e il deterioramento e garantire un equilibrio fra l'estrazione e il ravvenamento; agevolare un utilizzo idrico sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili; preservare le aree protette; mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità. Obiettivi ambientali per i corpi idrici: non deterioramento dello stato di acque superficiali e sotterranee e protezione, miglioramento e ripristino di tutti i corpi idrici; raggiungimento dello stato buono entro il, ovverossia buono stato ecologico (o buon potenziale ecologico ) e buono stato chimico per i corpi idrici superficiali e buono stato chimico e buono stato quantitativo per i corpi idrici sotterranei; riduzione progressiva dell inquinamento da sostanze pericolose prioritarie e arresto o graduale eliminazione di emissioni, scarichi e perdite di sostanze pericolose prioritarie; - 2 -

3 Raggiungimento degli standard e degli obiettivi fissati per le aree protette dalla normativa comunitaria. È importante notare che, laddove per un corpo idrico siano applicabili più obiettivi ambientali, dovrà essere applicato l obiettivo più stringente, a prescindere dal fatto che tutti gli obiettivi ambientali debbano essere raggiunti. Parte integrante della definizione degli obiettivi è rappresentata dalle deroghe o eccezioni. Esse consistono in deroghe di tipo temporale o di tipo qualitativo, ossia: lo spostamento della data in cui raggiungere l obiettivo di stato buono al 2021 o al massimo al 2027, o al primo momento possibile in cui le caratteristiche naturali del corpo idrico lo permettano; il raggiungimento di obiettivi ambientali meno rigorosi, fatte salve certe condizioni; la possibilità di deterioramento temporaneo dello stato di un corpo idrico a causa di forze maggiori (es: eventi calamitosi); la possibilità che intervengano modifiche nelle caratteristiche fisiche di un corpo idrico per intervenute attività antropiche sostenibili. L utilizzo di queste eccezioni deve essere descritto e motivato nel Piano di Gestione. Comuni alla possibilità di utilizzare queste eccezioni sono comunque le seguenti condizioni: le eccezioni applicate ad un corpo idrico non devono mai escludere o compromettere in modo permanente il raggiungimento dell obiettivo ambientale per altri corpi idrici; - 3 -

4 deve essere almeno assicurato lo stesso livello di protezione richiesto dalla normativa comunitaria esistente (comprese quelle che devono essere abrogate). La Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE, all art. 2, definisce: «stato delle acque superficiali»: espressione complessiva dello stato di un corpo idrico superficiale, determinato dal valore più basso del suo stato ecologico e chimico; Dalla definizione di cui sopra derivano le due distinte classificazioni dello stato ecologico e chimico per ciascuna tipologia di corpo idrico superficiale (fiumi, laghi, acque di transizione e acque marinocostiere). Le due classificazioni vengono poi confrontate, derivando lo stato complessivo del corpo idrico superficiale. «buono stato delle acque superficiali»: lo stato raggiunto da un corpo idrico superficiale qualora il suo stato, tanto sotto il profilo ecologico quanto sotto quello chimico, possa essere definito almeno «buono»; «stato ecologico»: espressione della qualità della struttura e del funzionamento degli ecosistemi acquatici associati alle acque superficiali, classificato a norma dell'allegato V; «buono stato ecologico»: stato di un corpo idrico superficiale classificato in base all'allegato V; «buon potenziale ecologico»: stato di un corpo idrico artificiale o fortemente modificato, così classificato in base alle disposizioni pertinenti dell'allegato V; «buono stato chimico delle acque superficiali»: stato chimico richiesto per conseguire gli obiettivi ambientali per le acque superficiali fissati dall'articolo 4, sottocapitolo 1, lettera a), ossia lo stato raggiunto da un corpo idrico superficiale nel quale la concentrazione degli inquinanti non supera gli standard di - 4 -

5 qualità ambientali fissati dall'allegato IX, e in forza dell'articolo 16, sottocapitolo 7 e di altre normative comunitarie pertinenti che istituiscono standard di qualità ambientale a livello comunitario Scheda di riferimento al PTA Regione Piemonte dall all. B.1 Monografia d'area Idrografica AI21 Stura di Demonte (DCR n ) Dalla monografia B1 dell area idrografica AI21 Stura di Demonte, i cui Torrenti Ischiator e Corborant ne sono tributari, possiamo estrapolare un sunto degli elementi di riferimento specifico di analisi dei corpi idrici ed alle aree richiedenti specifiche misure di prevenzione dall inquinamento e di risanamento

6 Come si può notare dagli estratti sopra esposti il PTA della Regione Piemonte, indica che sia il Torrente Ischiator che il Torrente Corborant non appartengono ai corpi idrici richiedenti specifiche misure di prevenzione dall inquinamento e risanamento. 1.3 Estratti dalla Monografia del Tanaro del PdGPo Corpi Idrici Superficiali Torrente STURA DI DEMONTE. Il bacino della Stura di Demonte, affluente di sinistra del fiume Tanaro, è situato nell'estremo sud occidentale del Piemonte, in una zona prevalentemente collinare-montana. Il settore turistico risulta mediamente sviluppato. Nella porzione di monte del bacino, l area ha una discreta vocazione agricola sebbene con caratteristiche proprie delle aree montane. Nella porzione di pianura del bacino, data anche la disponibilità di risorse irrigue, l area presenta forte vocazione agricola e caratteri di intensificazione delle attività agro-zootecniche; le principali colture sono il mais irriguo e le superfici inerbite ad uso foraggero, ma sono localmente presenti anche i fruttiferi. Il comparto dell allevamento è molto sviluppato, sia per i suini che per i bovini, sia da carne che da latte. Il regime dei deflussi presenta una criticità classificabile come alta in relazione agli altri sottobacini regionali, sia a causa delle criticità locali sui tratti montani sottesi dagli impianti idroelettrici in cascata, che - 6 -

7 si manifestano in particolare nella stagione invernale, sia per le condizioni di depauperamento di risorsa sull'asta di valle, fino alla confluenza in Tanaro. Il tratto più critico è individuato in prossimità e subito a valle della confluenza con il Gesso. Infatti la maggior parte dei prelievi dissipativi, a servizio dei comprensori irrigui in sinistra e destra Stura, sono localizzati fra Borgo S Dalmazzo ed il tratto a valle di Cuneo, dove si sommano la pressione dei prelievi e gli effetti di criticità legati allo scarso contributo (se non nullo) del Gesso, specialmente nelle condizioni di magra. A valle di tale tratto il fenomeno di drenaggio del fiume nei confronti della falda è rilevante e spesso, con portate anche fino a 10 m3/s, porta a recuperare condizioni minimali di disponibilità idrica. Il rischio di non raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dalla Direttiva 2000/60/CE nei tratti di monte è attribuibile principalmente alle pressioni dei prelievi di tipo idroelettrico, mentre, a valle del Comune di Gaiola, alle pressioni dei prelievi in genere si sommano le pressioni legate all attività agricola e all intensificarsi delle attività produttive, compresi gli allevamenti. Il territorio del bacino idrografico è sottoposto a varie forme di tutela ambientale, alcune delle quali ricadono direttamente sull asta del torrente sia nel tratto di monte, dove è istituita la ZPS IT Alte Valli Stura e Maira ed il SIC IT Gruppo del Tenibres il cui areale lambisce la sponda destra del fiume in prossimità di Pietraporzio, sia nel tratto di valle dove sono presenti il SIC/ZPS IT Stura di Demonte, specificatamente dedicato alla tutela dell ambiente fluviale, ed il Parco fluviale Gesso e Stura presso il Comune di Cuneo. Cap.2 ANALISI DEI FATTORI DI COMPATIBILITÀ Si sintetizzano di seguito i dati salienti degli elaborato n.3, n. 5 e n. 7.2 del PdGPo, al fine di individuare lo stato ecologico del bacino dello Stura di Demonte, e di conseguenza analizzare i possibili effetti che il progetto potrà avere in ordine al raggiungimento o mantenimento dello stato ecologico buono

8 ALL. N.3 del PdGPo: Repertorio Aree Protette Stato, Elenco degli obbiettivi, Analisi delle Pressioni : La zona di intervento incide sullo Z.P.S. ( Direttiva 79/409/CEE Uccelli ) Alte Valli Stura e Maira cod. IT La compatibilità dell intervento in ordine alla presenza dello Z.P.S. è dimostrata dettagliatamente nel FASCICOLO C - Quadro ambientale dello Studio di Impatto Ambientale, al quale si rimanda. ALL. N.5 del PdGPo: Elenco degli obbiettivi ambientali fissati a norma dell art. per acque superficiali (Art. 4 della Direttiva 2000/60/CE e All. 4, parte A, punto 5, alla parte terza del D.Lgs. 152/06) Sottobacino ID corpo idrico Tanaro pi Tanaro pi Tanaro pi Tanaro pi Tanaro pi nome STURA DI DEMONTE STURA DI DEMONTE STURA DI DEMONTE STURA DI DEMONTE STURA DI DEMONTE categori a corpo idrico corso d'acqua corso d'acqua corso d'acqua corso d'acqua corso d'acqua tipologia associata Natura corpo idrico Stato complessiv o attuale Obiettivo proposto ecologico 04SS1N naturale sufficiente SS2N naturale buono 04SS3N naturale buono 04SS3N naturale buono 06SS4F naturale sufficiente Obiettivo proposto chimico Motivazion i addotte qualora l'obiettivo proposto non sia di "stato " ALL. N.7.2 del PdGPo: Ricognizione delle misure in Regione Piemonte Le linee guida dell allegato n. 7.2 rimandano nello specifico, alle norme applicative del PTA e Regionali, tutte ampiamente rispettate e trattate negli allegati progettuali. In riferimento al paragrafo Misure utilizzate per i controlli sull'estrazione e l'arginamento delle acque (punto 7.4 All. VII Dir. 2000/60/CE ) dell All. n.7.2 del PdGPo si segnala che sono stati previsti i dispositivi di misura delle portate derivate, in ottemperanza al Regolamento 25/06/2007 n. 7R, come descritto nella Relazione Tecnica Particolareggiata. Cap.3 GARANZIA DEL MANTENIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI QUALITA ESITO POSITIVO DI VERIFICA DELLA COMPATIBILITA CON IL PDGPO Come detto, il Piano di Gestione del Distretto Idrografico del Fiume Po, è uno strumento di gestione nato con lo scopo di promuovere e mantenere gli obiettivi di qualità previsti per il 2016 nella Direttiva - 8 -

9 2000/60/CE, secondo la quale i corpi idrici superficiali devono raggiungere o mantenere uno stato ambientale buono. Qui di seguito viene pertanto riportato uno stralcio della tavola contenuta nell Elaborato 4 del suddetto Piano (Mappa delle reti di monitoraggio istituite ai fini dell Art. 8 e dell Allegato V e rappresentazione cartografica dello stato delle acque superficiali e delle acque sotterranee). Da tale tavola emerge che il Torrente Corborant, tributario di destra dello Stura di Demonte, presenta uno stato attuale moderato, mentre il Rio Ischiator, suo affluente e corso d acqua sul quale insisterà l opera di presa in progetto, non e stato preso in considerazione, in quanto non rappresenta un corso d acqua significativo. Area di progetto T. Corborant LEGENDA - 9 -

10 L Art. 9 delle Norme del Piano di Tutela delle Acque (PTA) dispone che sia effettuata a cadenza biennale una presentazione al Consiglio Regionale ed al Forum per la tutela delle acque dei provvedimenti adottati, degli esiti della verifica di efficacia degli interventi ed il programma di attività per le annualità successive, al fine di consentire all Organo consiliare di formulare direttive ed indirizzi per l ulteriore attività di competenza delle Giunta regionale finalizzata all attuazione del Piano. Pertanto nel mese di novembre 2010 la Giunta ha trasmesso al Consiglio Regionale la prima relazione di verifica dell attuazione del Piano, strutturata in diversi elaborati, separati ma complementari. Nella figura seguente viene riportata la valutazione del rischio per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale previsti nella Direttiva 2000/60/CE, divisa per aree geografiche. In tali schede monografiche si evidenzia che il Torrente Corborant si presenta come un torrente probabilmente a rischio, mentre il Rio Ischiator non e stato preso in considerazione, in quanto si tratta di un corso d acqua secondario

11 Si ritiene comunque che la derivazione in progetto non apporterà delle modifiche al Rio Ischiator ed al suo corpo idrico recettore, il Torrente Corborant, e che permetterà il raggiungimento degli obiettivi di qualità indicati nel Piano di Tutela delle Acque e prefissati entro il 31 dicembre 2016, secondo i quali i corpi idrici significativi dovranno raggiungere oppure mantenere uno stato buono. Le motivazioni per le quali si ritiene che la realizzazione dell impianto in progetto non possa essere di ostacolo al raggiungimento di tali obiettivi di qualità ambientale risiedono nel fatto che verrà assicurato il rilascio di un D.M.V. elevato (DMV base pari a 65,32 l/s) superiore a quello che verrebbe calcolato applicando la normativa regionale (60 l/s), nonchè superiore alla portata minima media annua del torrente pari a 180 l/s. Viene inoltre previsto un rilascio ulteriormente cautelativo attraverso 4 livelli secondo i quali si prevede di rilasciare un DMV ambientale pari a 90 l/s (livello 1), 130 l/s (livello 2), 230 l/s (livello 3) e 280 l/s (livello 4). A confermare il fatto che i corpi idrici manterranno le stesse caratteristiche qualitative saranno le attività di monitoraggio che verranno eseguite nella fase di esercizio dell impianto

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