SettembreMusica. Varenna-Lecco Chiesa di San Giorgio. Messa in latino con canto gregoriano

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1 Varenna-Lecco Chiesa di San Giorgio Messa in latino con canto gregoriano Domenica 05.IX.10 ore18 12 Cantori gregoriani Fulvio Rampi direttore celebra Don Aldo Monga Torino Milano Festival Internazionale della Musica 03_24 settembre 2010 Quarta edizione SettembreMusica

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3 ore 16 Apertura gratuita dei Giardini e visita guidata su prenotazione alla Casa Museo di Villa Monastero ore 18 Messa in latino con canto gregoriano Dal Propriun missae della XXIII dominica Per annum: Introito «Iustus es Domine» Graduale «Beata gens» Alleluia «Domine exaudi» Offertorio «Oravi Deum» Communio «Vovete et reddite» Missa IX «Cum iubilo» (Ordinarium): Kyrie Gloria Credo III Sanctus Agnus Dei Con il sostegno di Regione Lombardia In collaborazione con Provincia di Lecco 1

4 Il Festival Internazionale della Musica MITO SettembreMusica viene proposto per la prima volta a Varenna. Un prestigioso appuntamento inserito all interno di una programmazione di eventi che confermano il Festival avanguardia nella scelta di percorsi musicali inconsueti e d assoluto livello artistico. Siamo pertanto orgogliosi di partecipare a questo progetto musicale che giunge alla quarta edizione proponendo un repertorio originale e accogliente, particolarmente gradito a un numero sempre maggiore di pubblico. Dalle città di Milano e Torino il Festival si diffonde sul territorio regionale. A Varenna, nella pregevole Chiesa di San Giorgio di epoca romanica non poteva mancare la proposta musicale dell antica tradizione dei testi sacri a conferma dell attenzione posta dagli organizzatori nella scelta di appuntamenti musicali rappresentativi dei luoghi. Scelta che appieno condividiamo con l auspicio di poter continuare la collaborazione anche per le prossime edizioni. Un grazie sentito a coloro che ci hanno permesso di aderire all offerta del cartellone ufficiale del Festival e al pubblico che parteciperà all evento. Fabio Dadati Assessore allo Sviluppo Economico, Agricoltura, Turismo e Mercato del Lavoro Marco Benedetti Assessore alla Cultura, Beni culturali, Identità e Tradizioni

5 Eseguire il gregoriano Il programma musicale di questa liturgia eucaristica prevede l esecuzione dei brani gregoriani propri (Introito, Graduale, Alleluia, Offertorio, Communio) della XXIII dominica per annum e i brani dell Ordinario (Kyrie, Gloria, Sanctus, Agnus Dei) appartenenti alla Missa IX Cum iubilo (a cui si aggiunge il Credo III). La celebrazione di una intera Messa in canto gregoriano dà modo di verificare con estrema concretezza e da vicino quali siano le caratteristiche salienti dell antico repertorio monodico liturgico. L esecuzione, durante la celebrazione eucaristica, di tutti i brani gregoriani previsti dal Graduale (il libro liturgico che contiene il repertorio ufficiale della Chiesa Cattolica per la celebrazione della S. Messa) consente alcune osservazioni essenziali per una prima comprensione di questo fenomeno musicale nato come atto liturgico. L identità del canto proprio della Chiesa è così sintetizzabile: il fenomeno espressivo rappresentato dal canto gregoriano si regge su due pilastri strutturali, la forma e la formula; di più: esso vive in una logica formale e in una logica formulare. Innanzitutto la forma. Il Graduale non è una raccolta di canti gregoriani, perché i canti gregoriani, a ben vedere, non esistono; esistono invece precise forme e precise formule gregoriane. È dunque corretto affermare che il canto gregoriano si sostanzia proprio attraverso forme e formule gregoriane. La forma è il modo con cui il testo diventa realtà che si comunica, costituisce, cioè, quella complessità sintetica di elementi attraverso i quali il testo compie un percorso di elaborazione che lo conduce alla propria piena spiegazione; è, in sostanza, il modo con cui viene presentata l esegesi del testo. Bisogna tuttavia fare attenzione: è vero che il canto gregoriano è la spiegazione della Parola, ma peculiarmente esso è canto liturgico, che, in quanto tale, intende celebrare la Parola spiegata, meglio, intende finalizzare la spiegazione del significato del testo ad un contesto celebrativo. Solo nella liturgia l esegesi del testo viene per così dire portata a compimento. Solo nell ambito liturgico l esegesi non è più semplice dimensione intratestuale: il contesto celebrativo compie il significato del testo stesso. Dunque, per il gregoriano è necessario che i testi, pur identificati come propri, subiscano un lungo percorso di lavorazione, il quale è dato esattamente dal loro inserimento in un preciso percorso formale. Il Graduale, più che un semplice libro di canti, può pertanto essere propriamente definito il libro delle forme musicali destinate alla liturgia eucaristica, ai suoi tempi e ai suoi momenti. La celebrazione eucaristica è poi costituita da momenti ordinari e da momenti propri. È una distinzione di ambito testuale: il Kyriale contiene l Ordinarium Missae, ossia i brani composti su testi fissi, sempre uguali (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei), mentre il Graduale vero e proprio contiene il Proprium Missae, i brani composti su testi differenti e specifici, propri di ciascuna singola celebrazione. Sfogliando il Graduale, prendiamo coscienza che il cammino dell intero anno liturgico è segnato dal susseguirsi di forme liturgico-musicali organizzate in schemi ben definiti. Questi schemi fissi sono formati dall insieme dei brani propri di ogni messa: Introito, Graduale, Alleluia, Offertorio, Communio. All interno di questo schema possiamo operare una suddivisione fra brani processionali (Introito, Offertorio, Communio) e brani interlezionali (Graduale e Alleluia). L itinerario formale, tuttavia, non esaurisce la natura compositiva del repertorio. Il canto gregoriano respira con due polmoni, individuabili nella logica formale finora considerata, e nella altrettanto determinante logica formulare. Se per forma abbiamo inteso definire il modo con cui il testo diventa realtà che si comunica in ambito liturgico, per formula possiamo intendere ogni struttura compositiva, di dimensioni estremamente variabili, fondata sul principio dell allusione. 3

6 Ma come percepiamo noi la formula gregoriana? Semplicemente come qualcosa che assomiglia a qualcos altro; questa somiglianza può riscontrarsi a livello macroscopico in timbri che abbracciano intere composizioni (melodie-tipo) o frammenti più o meno grandi (melodie-centone), ma possiamo riconoscerla anche in frammenti minimi, addirittura in successioni melodico-ritmiche fatte di neumi elementari di poche note, facenti parte a loro volta di procedimenti di micro-centonizzazione. Ciò che potrebbe sembrare una melodia originale, dunque, si scopre essere viceversa una sapiente costruzione di elementi formulari di ridotte dimensioni. Cosa ci insegna tutto ciò? Innanzitutto che è giusta la tradizionale definizione di thesaurus formulare riferita a tutto il repertorio gregoriano. I moduli compositivi, organizzati poi secondo una rigida logica formale, attingono ad un grande serbatoio comune di movenze melodico-ritmiche. Ma, attenzione, questo tesoro di formule non è cosa astratta: non solo non precede il testo, ma non è dato al di fuori di esso. Potremmo dire che la formula non è un dato melodico astratto a cui aderiscono testi diversi bensì un procedimento per mezzo del quale testi diversi risuonano allo stesso modo. È una distinzione di capitale importanza che mette in gioco il primato del testo a tutti i livelli. È di conseguenza il primato dell allusione, di una scelta che contraddice e contesta radicalmente una banale ripetitività. In altri termini, possiamo dire che la formula rappresenta in un certo senso la tessera del mosaico, l elemento strutturale elementare del canto gregoriano che serve per trasfigurare la pura materialità della parola. Quello che è certo, e che ritengo sia l aspetto interessante ancora oggi, è che il canto gregoriano è sostenuto da un idea forte; e questa profondità di pensiero di per sé già lo accomuna ad altre espressioni della cultura cristiana medioevale. E questa suggestione risulta ancora più significativa se si considera che la cultura medioevale cristiana realizza il pensiero altissimo di interpretare e raffinare la materia riducendola al valore spirituale della forma-simbolo, attraverso un procedimento di transustanziazione della materia, un procedimento particolarmente evidente nel canto gregoriano. Ma c è un altro aspetto che val la pena sottolineare: va infatti rimarcato che le espressioni artistiche dell alto medioevo non erano affatto orientate a perseguire l idea della novità e dell originalità a tutti i costi. Per la cultura medioevale, infatti, ciò che contava era raggiungere la perfezione stilistica, che consisteva non tanto nell invenzione, quanto innanzitutto nella riproduzione fedele del canone e del prototipo; nel riferimento costante all elemento formulare; nell allusione simbolica all Archetipo. È ben comprensibile come la nostra contemporaneità, immersa com è, tra l altro, nell ideale della firma e dell originalità, fatichi indubitabilmente nel comprendere la ricchezza allusiva e in qualche modo misteriosa connessa all idea della ripetizione, e come la difficoltà di questo sforzo investa anche la Chiesa stessa. Il canto gregoriano, fondandosi su questi e su altri pilastri per molti versi fuori moda, porta inseparabilmente con sé l esigenza di una rottura culturale notevole per poter essere compreso. Meno comprensibile risulta, tuttavia, il fatto che, proprio nella riflessione e nella prassi liturgica della Chiesa contemporanea, questa non immediatezza della ragione teologico-musicale gregoriana venga fatalisticamente recepita come dato naturale inerente al canto gregoriano stesso piuttosto che essere culturalmente elaborata. Tale faticoso impegno di carattere esegetico ed ermeneutico la Chiesa, animata dalla riscoperta conciliare dell autentico senso della propria Tradizione, se lo sta assumendo nei confronti di tutte le fonti della propria fede e delle propria storia, da quelle scritturistiche, a quelle patristiche, liturgiche e perfino morali. Come mai questo atteggiamento culturalmente rinunciatario? Forse davvero il Graduale Romanum ufficialmente voluto dalla Chiesa è oggi all interno di essa sbrigativamente considerato come un libretto di canti musicalmente e linguisticamente superati? 4

7 Un ultima riflessione su un tratto tipico del gregoriano: l anonimato. Anonimo è il compositore; anonimo è l amanuense che trascrive una anonima tradizione. Anche il cantore, la schola sono, per definizione, anonimi. Così pure, anche se può apparire paradossale, il cantore solista, che storicamente è il solista anonimo in quanto voce dell assemblea, della comunità intera. Ritengo quindi importante rimarcare come una delle peculiarità del canto gregoriano sia quella di aver saputo proporre in modo anonimo, sino ai giorni nostri, un tesoro comune, edificandosi su fondamenta ben più concrete ed importanti del nome, quali l adesione perfetta alla Parola e la fedeltà alla Tradizione ecclesiale. Ed è altrettanto significativo notare come la Chiesa abbia riconosciuto come proprio un fenomeno anonimo e metastorico quale il canto gregoriano, colto come espressione di quella Tradizione in grado di esprimere in maniera chiara e determinata l adesione perfetta ad una esegesi nella quale la Chiesa si è sempre rispecchiata pienamente. A tale proposito mi piace citare Agostino. Il parallelismo tra canto gregoriano e retorica cristiana consente di assimilare la figura dell anonimo cantore a quella dell oratore. Agostino, giocando sulla pregnanza del termine orator ( oratore, ma anche uomo che prega ) sosteneva che l oratore quindi, per noi, ciascun cantore sarebbe stato sempre in grado di ottenere il suo scopo di insegnare, dilettare, convincere più per la pietà delle sue preghiere che per la sua abilità tecnica. Il canto gregoriano esprime bene questa realtà, non avendo bisogno di autori, di compositori, di protagonisti, ma solo di preghiera, obbedienza e consapevolezza. C è infine da riflettere sul fatto che il cantore sia posto di fronte all assemblea e non separato da essa: il canto gregoriano, che si comunica secondo i principi dell arte retorica e che addirittura da essa trae il proprio modello costitutivo, è ciò che di più lontano si possa immaginare da un supposto atteggiamento intimistico o di esclusivo rapporto verticale riservato, nella prassi liturgica, agli addetti ai lavori. Al contrario, già solo l aspetto ora considerato dovrebbe orientarci ad una figura di canto gregoriano certamente solenne, nobile, ma non chiuso in se stesso, anzi, predicato dai tetti, che raggiunge l assemblea con la forza della sua persuasione: un canto di pochi, se si vuole, ma non per pochi. L interesse per il canto gregoriano nasce da queste vertiginose prospettive. Chi se ne occupa sa che non potrà mai restare deluso. Fulvio Rampi 5

8 La Messa in latino e il Concilio Vaticano II Nella prefazione al libro Rivolti al Signore. L orientamento nella preghiera liturgica di Uwe Michael Lang, uscito nel 2003 e recentemente tradotto in italiano, l allora cardinale Ratzinger avanzava una semplice quanto illuminante constatazione: «Al cattolico praticante normale due appaiono i risultati più evidenti della riforma liturgica del Concilio Vaticano II: la scomparsa della lingua latina e l altare orientato verso il popolo. Chi legge i testi conciliari potrà constatare con stupore che né l una né l altra cosa si trovano in essi in questa forma». Oggi, molte persone sono convinte che il Concilio Vaticano II abbia abolito la Messa in latino. Lasciando stare la questione dell altare (nei testi conciliari «non si fa parola dell orientamento dell altare verso il popolo», che sarà esaminato da istruzioni postconciliari, comunque mai in termini di obbligo) per attenerci alla questione della lingua, la realtà è completamente diversa. La cosa migliore è leggere i documenti originali, in questo caso la costituzione sulla sacra liturgia (Sacrosanctum Concilium, d ora in avanti SC), pubblicata nel dicembre 1963: «1. L uso della lingua latina, salvo diritti particolari, sia conservato nei riti latini. 2. Dato però che, sia nella messa che nell amministrazione dei sacramenti, sia in altre parti della liturgia, non di rado l uso della lingua nazionale può riuscire di grande utilità per il popolo, si conceda alla lingua nazionale una parte più ampia, specialmente nelle letture e nelle ammonizioni, in alcune preghiere e canti, secondo le norme fissate per i singoli casi nei capitoli seguenti» (SC 36).Anche il nuovo Codice di diritto canonico uscito nel 1983 si esprime chiaramente: «La Celebrazione Eucaristica venga compiuta in lingua latina o in altra lingua, purché i testi liturgici siano stati legittimamente approvati (Can. 928)». Quando nel 2007 Benedetto XVI, con il motu proprio Summorum Pontificum ha liberalizzato la celebrazione nel rito antico (quello in uso fino alle riforme conciliari), molti giornali hanno pubblicato servizi con titoli di questo tenore: «Torna la Messa in latino», riflettendo l opinione corrente. Invece il latino non era mai stato abolito dal Concilio Vaticano II, che ne riaffermava l uso, sia pur concedendo più ampio spazio alle lingue volgari. Un fatto analogo riguarda la musica. Anche in questo caso si sente spesso dire che il Concilio Vaticano II ha abolito il canto gregoriano. Nella stessa Costituzione sulla liturgia c è una sezione dedicata alla musica e in primo luogo vi si trova il riconoscimento del canto gregoriano come il canto della chiesa per eccellenza: «La Chiesa riconosce il canto gregoriano come canto proprio della liturgia romana; perciò nelle azioni liturgiche, a parità di condizioni, gli si riservi il posto principale. Gli altri generi di musica sacra, e specialmente la polifonia, non si escludono affatto dalla celebrazione dei divini uffici, purché rispondano allo spirito dell azione liturgica, a norma dell art. 30. Si conduca a termine l edizione tipica dei libri di canto gregoriano; anzi, si prepari un edizione più critica dei libri già editi dopo la riforma di S. Pio X. Conviene inoltre che si prepari un edizione che contenga melodie più semplici, ad uso delle chiese più piccole» (SC ). Peraltro, le premesse erano abbastanza chiare: «La tradizione musicale della Chiesa costituisce un patrimonio d inestimabile valore, che eccelle tra le altre espressioni dell arte, specialmente per il fatto che il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne. [ ] La Chiesa poi approva e ammette nel culto divino tutte le forme della vera arte, purché dotate delle qualità necessarie (SC 112)». Che cosa è dunque successo? Per quale ragione ciò che spesso si ascolta nelle nostre chiese è così distante da quanto scritto nei documenti conciliari e al tempo stesso è presentato come conseguenza (positiva o negativa secondo i punti di vista) del Concilio Vaticano II? Ricordiamo intanto le date. Il Concilio si svolse fra il 1962 e il Sono anni nei quali avvengono o si preparano alcuni fatti epocali, che in Italia hanno conseguenze particolarmente traumatiche: la trasformazione della società da 6

9 fondamentalmente agricola in urbano-industriale; la contestazione, cioè il movimento di critica alla società e a ogni forma di potere e autorità, che sfocerà nel Sessantotto e poi nelle vicende degli anni Settanta-Ottanta. P. Pietro Gheddo, missionario, ha riassunto in un recente articolo ciò che accadde nella Chiesa del tempo (citiamo le parti che riguardano più da vicino il nostro tema): «Nella Chiesa, soprattutto fra i teologi e la stampa cattolica, si sono formate due correnti di pensiero che, semplificando molto, avevano queste caratteristiche: 1) Da una parte si pensava che il Concilio era finito e andava studiato, vissuto e applicato; dall altra che il Concilio era un opera incompleta, incompiuta, cioè rimasta a metà del guado, e che, per aggiornare la Chiesa ai tempi moderni, era necessario proseguire non tanto secondo la lettera (cioè i testi ufficiali approvati), ma secondo lo spirito del Concilio sulla via dei dibattiti e delle sperimentazioni, accelerando il cammino verso il prossimo inevitabile Concilio Vaticano III. Si incominciò a discutere fra la lettera e lo spirito del Concilio: la lettera erano i testi dei documenti approvati, lo spirito era quello rappresentato dalle idee dei progressisti e dei profeti. [ ]. 2) Da un lato si guardava al Concilio come alla conclusione di un lungo cammino storico di aggiornamento della Chiesa, ma nella continuità col passato; dall altra il Concilio era inteso come una rivoluzione, una rottura col passato, l inizio di un cammino nuovo che andava reinventato giorno per giorno; quasi un punto di partenza per una nuova Chiesa, che nel suo passato vedeva solo i fatti negativi. 3) La collegialità nel governo della Chiesa era interpretata in modi molto diversi, direi opposti: [ ] la libertà e l autonomia delle Chiese locali assumevano un valore assoluto, per cui ogni intervento di Roma era visto (e a volte è ancora visto) come un freno al rinnovamento, un ostacolo all attuazione dello spirito del Concilio. [ ]. 4) Il dialogo interreligioso e interculturale era accolto con gioia: ma alcuni lo vedevano come un ascolto, un confronto e una collaborazione con fedeli di altre fedi e credenze, avendo però ben fermo il radicamento nella fede, nella tradizione cristiana e nell unità della Chiesa; dall altro era visto come [ ] una specie di integrazione vicendevole [ ]». È in questo contrasto fra lettera del Concilio e spirito del Concilio, nutrito dall atmosfera di quegli anni, che sono potute penetrare nella prassi liturgica forme musicali e celebrative palesemente incongrue, la cui invasività ha avuto effetti devastanti. È al superamento di questo contrasto ideologico che intende puntare Benedetto XVI. Il motu proprio Summorum Pontificum e la lettera ai vescovi che lo ha accompagnato affermano esplicitamente tale principio: «In primo luogo, c è il timore che qui venga intaccata l Autorità del Concilio Vaticano II e che una delle sue decisioni essenziali la riforma liturgica venga messa in dubbio. Tale timore è infondato. Al riguardo bisogna innanzitutto dire che il Messale, pubblicato in duplice edizione da Paolo VI e poi riedito una terza volta con l approvazione di Giovanni Paolo II, ovviamente è e rimane la forma normale la forma ordinaria della Liturgia Eucaristica. L ultima stesura del Missale Romanum, anteriore al Concilio, che è stata pubblicata con l autorità di Papa Giovanni XXIII nel 1962 e utilizzata durante il Concilio, potrà, invece, essere usata come forma extraordinaria della Celebrazione liturgica. Non è appropriato parlare di queste due stesure del Messale Romano come se fossero due Riti. Si tratta, piuttosto, di un uso duplice dell unico e medesimo Rito. [ ] Tutti sappiamo che, nel movimento guidato dall Arcivescovo Lefebvre, la fedeltà al Messale antico divenne un contrassegno esterno; le ragioni di questa spaccatura, che qui nasceva, si trovavano però più in profondità. Molte persone, che accettavano chiaramente il carattere vincolante del Concilio Vaticano II e che erano fedeli al Papa e ai Vescovi, desideravano tuttavia anche ritrovare la forma, a loro cara, della sacra Liturgia; questo avvenne anzitutto perché in molti luoghi non si celebrava in modo fedele alle prescrizioni del nuovo Messale, ma esso addirittura veniva inteso come un autorizzazione o perfino come un obbligo alla creatività, la quale portò spesso a deformazioni 7

10 della Liturgia al limite del sopportabile. [ ]. Non c è nessuna contraddizione tra l una e l altra edizione del Missale Romanum. Nella storia della Liturgia c è crescita e progresso, ma nessuna rottura. Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e di dar loro il giusto posto. Ovviamente per vivere la piena comunione anche i sacerdoti delle Comunità aderenti all uso antico non possono, in linea di principio, escludere la celebrazione secondo i libri nuovi. Non sarebbe infatti coerente con il riconoscimento del valore e della santità del nuovo rito l esclusione totale dello stesso». Benedetto XVI aggiunge un osservazione particolarmente significativa: «Del resto le due forme dell uso del Rito Romano possono arricchirsi a vicenda [ ]. La garanzia più sicura che il Messale di Paolo VI possa unire le comunità parrocchiali e venga da loro amato consiste nel celebrare con grande riverenza in conformità alle prescrizioni; ciò rende visibile la ricchezza spirituale e la profondità teologica di questo Messale». È importante capire che la Messa rinnovata dal Concilio Vaticano II non è la Messa che uccide la tradizione liturgica, il latino, il gregoriano, mentre solo la Messa tridentina conserverebbe queste prerogative. Questa è stata la falsa impressione generata dalle opposte fazioni che hanno usato strumentalmente la lingua, la musica, la forma liturgica per sbandierare ideologicamente il proprio progressismo o la propria fedeltà alla tradizione. È auspicabile che la celebrazione odierna, che si svolge secondo il Messale del Concilio Vaticano II, in lingua latina e in canto gregoriano, costituisca un esperienza capace di stimolare una riflessione pacata su un tema di grande significato non solo religioso, ma anche storico-culturale sia per i cattolici sia per i non cattolici. Angelo Rusconi 8

11 Dominica XXIII «Per annum» Le parti destinate alla recita e al canto dell assemblea sono in corsivo RITUS INITIALIS Introitus (Ps. 118, ) Iustus es, Domine, et rectum iudicium tuum; fac cum servo tuo secundum misericordiam tuam. Ps. Beati immaculati in via, qui ambulant in lege Domini. In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Gratia Domini nostri Iesu Christi, et caritas Dei, et communicatio Sancti Spiritus sit cum omnibus vobis. Et cum spiritu tuo. Fratres, agnoscamus peccata nostra, ut apti simus ad sacra mysteria celebranda. Confiteor Deo omnipotenti et vobis, fratres, quia peccavi nimis cogitatione, verbo, opere et omissione: mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa. Ideo precor beatam Mariam semper Virginem, omnes Angelos et Sanctos, et vos fratres, orare pro me ad Dominum Deum nostrum. Misereatur nostri omnipotens Deus et, dimissis peccatis nostris, perducat nos ad vitam æternam. Tu sei giusto, Signore, e sono retti i tuoi giudizi: agisci con il tuo servo secondo il tuo amore. Beati coloro la cui via è immacolata, che camminano nella legge di Dio. Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l amore di Dio e la comunione con lo Spirito Santo sia con tutti voi. E con il tuo spirito. Fratelli, per celebrare degnamente i santi misteri, riconosciamo i nostri peccati. Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Kyrie Kyrie, eleison. Christe, eleison. Kyrie, eleison. Signore, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Gloria Gloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus bonæ voluntatis. Laudamus te, benedicimus te, adoramus te, glorificamus te, gratias agimus tibi propter magnam gloriam tuam, Domine Deus, Rex cælestis Deus Pater omnipotens, Domine Fili unigenite, Iesu Christe, Domine Deus, Agnus Dei, Filius Patris, qui tollis peccata mundi, miserere nobis; qui tollis peccata mundi, suscipe deprecationem nostram. Qui sedes ad dexteram Patris, miserere nobis. Quoniam tu solus Sanctus, tu solus Dominus, tu solus Altissimus, Iesu Christe, cum Sancto Spiritu: in gloria Dei Patris. Gloria a Dio nell alto dei cieli,e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio Unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del padre: tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l Altissimo: Gesù Cristo con lo Spirito Santo, nella gloria di Dio Padre. 9

12 Collecta Deus, per quem nobis et redemptio venit et præstatur adoptio, filios dilectionis tuæ benignus intende, ut in Christo credentibus et vera tribuatur libertas, et hereditas æterna. Per Dominum nostrum Iesum Christum Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus sancti, Deus, per omnia sæcula sæculorum. O Padre, che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo, guarda con benevolenza i tuoi figli di adozione, perche a tutti i credenti in Cristo sia data la vera libertà e l eredità eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, che vie e regna con te nell unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. LITURGIA VERBI Lectio Prima (Sap 9,13-18) Dal libro della Sapienza. Quale, uomo può conoscere il volere di Dio? Chi può immaginare che cosa vuole il Signore? I ragionamenti dei mortali sono timidi e incerte le nostre riflessioni, perche un corpo corruttibile appesantisce l anima e la tenda d argilla opprime una mente piena di preoccupazioni. A stento immaginiamo le cose della terra, scopriamo con fatica quelle a portata di mano; ma chi ha investigato le cose del cielo? Chi avrebbe conosciuto il tuo volere, se tu non gli avessi dato la sapienza e dall alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito? Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra; gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito e furono salvati per mezzo della sapienza». Verbum Domini. Deo gratias. Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio. Responsorium Graduale (Ps. 89) Domine, refugium factus es nobis, a generazione et progenie. V. Priusquam montes fierent, aut formaretur terra et orbis, a sæculo et in speculum tu es Deus. Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione. Prima che sorgessero i monti e nascessero la terra e il mondo, tu sei, o Dio, da sempre e per sempre. Lectio secunda (Fm 1, ) Dalla lettera a Filèmone. Carissimo, ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore. Avrei voluto tenerlo con me perche mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perche il bene che fai non sia forzato, ma volontario. Per questo forse è stato separato da te per un momento: perche tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore. Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso. Verbum Domini. Deo gratias. Alleluia (Ps. 102) Alleluia. V. Domine, exaudi orationem meam, et clamor meum ad te veniat. Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio. Alleluia. O Signore, ascolta la mia preghiera e il mio grido giunga sino a te. Dominus vobiscum. Et cum spiritu tuo. Lectio sancti Evangelii secundum Lucam. Gloria tibi, Domine. Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito. Dal Vangelo secondo Luca. Gloria a te, o Signore. Evangelium (Lc 14,25-33) In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un 10

13 altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». Verbum Domini. Laus tibi, Christe. Credo Credo in unum Deum, Patrem omnipotentem, factorem cæli et terræ, visibilium omnium et invisibilium. Et in unum Dominum Iesum Christum, Filium Dei unigenitum, et ex Patre natum ante omnia sæcula. Deum de Deo, lumen de lumine, Deum verum de Deo vero, genitum, non factum, consubstantialem Patri: per quem omnia facta sunt. Qui propter nos homines et propter nostram salutem descendit de cælis. Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine, et homo factus est. Crucifixus etiam pro nobis sub Pontio Pilato; passus et sepultus est, et resurrexit tertia die, secundum Scripturas, et ascendit in cælum, sedet ad dexteram Patris. Et iterum venturus est cum gloria, iudicare vivos et mortuos, cuius regni non erit finis. Et in Spiritum Sanctum, Dominum et vivificantem: qui ex Patre Filioque procedit. Qui cum Patre et Filio simul adoratur et conglorificatur: qui locutus est per prophetas. Et unam, sanctam, catholicam et apostolicam Ecclesiam. Confiteor unum baptisma in remissionem peccatorum. Et expecto resurrectionem mortuorum et vitam venturi sæculi. Parola del Signore. Lode a te, o Cristo. Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato; della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo. E per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto; e il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio; e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Oratio universalis seu oratio fidelium Dio conosce il limite e la caducità della creatura umana. Invochiamo da lui il dono della sapienza e la forza del suo Spirito. Preghiamo dicendo: Manda il tuo Spirito, Signore. Te rogamus, audi nos. Perché la Chiesa riconosca la sua forza nel paradosso della croce e sappia portarla con Cristo ogni giorno. Preghiamo. Te rogamus, audi nos. Perché chi ha ruoli di governo e di autorità li eserciti per il bene comune in spirito di servizio. Preghiamo. Te rogamus, audi nos. Perché tutti i cristiani vivano con coerenza la fedeltà alla Parola. Preghiamo. Te rogamus, audi nos. Perché ognuno di noi operi per l edificazione di un mondo più giusto e fraterno secondo il Vangelo. Preghiamo. Te rogamus, audi nos. Padre Santo, apri il nostro cuore alla disponibilità al vangelo per essere più conformi al Figlio tuo e per testimoniare al mondo la bellezza dell essere suoi discepoli. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. 11

14 LITURGIA EUCHARISTICA Offertorium (Dan 9, ) Oravi Deum meum ego Daniel, dicens: Exaudi, Domine, preces servi tui: illumina faciem tuam super sanctuarium tuum: et propitius intende populum istum, super quem invocatum est nomen tuum, Deus. Orate, fratres, ut meum ac vestrum sacrificium acceptabile fiat apud Deum Patrem omnipotentem! Suscipiat Dominus sacrificium de manibus tuis ad laudem et gloriam nominis sui, ad utilitatem quoque nostram totiusque Ecclesiæ suæ sanctæ. Oratio super oblata Deus, auctor sinceræ devotionis et pacis,da, quaésumus, ut et maiestatem tuam convenienter hoc munere veneremur, et sacri participatione mysterii fideliter sensibus uniamur. Per Christum Dominum nostrum. Io Daniele ho pregato il mio Dio, dicendo: esaudisci, o Signore, le preghiere del tuo servo; fa risplendere un raggio del tuo volto sul tuo santuario, e volgiti propizio su questo popolo, sopra il quale è invocato il tuo nome, o Dio. Pregate, fratelli, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio, Padre onnipotente. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. O Dio, sorgente della vera pietà e della pace, salga a te nella celebrazione di questo mistero la giusta adorazione per la tua grandezza e si rafforzi la fedeltà e la concordia dei tuoi figli. Per Cristo nostro Signore. PREX EUCHARISTICA Præfatio Dominus vobiscum Et cum spiritu tuo. Sursum corda. Habemus ad Dominum. Gratias agamus Domino Deo nostro. Dignum et iustum est. Vere dignum et iustum est, æquum et salutare, nos tibi semper et ubique gratias agere; Domine sancte, Pater omnipotens, æterne Deus, per Christum Dominum nostrum. Per quem maiestatem tuam laudant Angeli, adorant Dominationes, tremunt Potestates. Cæli, cælorumque Virtutes, ac beata Seraphim, socia exsultatione concelebrant. Cum quibus et nostras voces, ut admitti iubeas, deprecamur, supplici confessione dicentes: Sanctus, sanctus, sanctus Dominus Deus Sabaoth. Pleni sunt cæli et terra gloria tua. Hosanna in excelsis. Benedictus qui venit in nomine Domini. Hosanna in excelsis. CANON ROMANUS [Al termine della Consacrazione:] Mysterium fidei. Mortem tuam annuntiamus, Domine, et tuam resurrectionem confitemur, donec venias. Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito. In alto i nostri cuori. Sono rivolti al Signore. Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio. É cosa buona e giusta. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo del quale la tua maestà viene lodata dagli Angeli, adorata dalle Dominazioni, temuta dalle Potestà. I Cieli e le Virtù celesti e i beati Serafini ti celebrano con comune esultanza. Noi ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, che acclamano con supplice atto di fede, dicendo: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell alto dei cieli. Mistero della fede. Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell attesa della tua venuta. 12

15 [Al termine della Preghiera Eucaristica] Per ipsum, et cum ipso, et in ipso est tibi, Deo Patri omnipotenti, in unitate Spiritus Sancti, omnis honor et gloria per omnia sæcula sæculorum. Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre onnipotente nell unità dello Spirito Santo ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli. RITUS COMMUNIONIS Præceptis salutaribus moniti, et divina institutione formati, audemus dicere: Pater noster Pater noster, qui es in cælis, sanctificetur nomen tuum, adveniat regnum tuum, fiat voluntas tua, sicut in cælo et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie, et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris, et ne nos inducas in tentationem, sed libera nos a malo. Libera nos, quæsumus, Domine, ab omnibus malis, da propitius pacem in diebus nostris, ut, ope misericordiæ tuæ adiuti, et a peccato simus semper liberi et ab omni perturbatione securi: exspectantes beatam spem et adventum Salvatoris nostri Iesu Christi. Quia tuum est regnum et potestas et gloria in sæcula. Domine Iesu Christe, qui dixisti Apostolis tuis: Pacem relinquo vobis, pacem meam do vobis: ne respicias peccata nostra, sed fidem Ecclesiæ tuæ, eamque secundum voluntatem tuam pacificare et coadunare digneris. Qui vivis et regnas in sæcula sæculorum. Pax Domini sit semper vobiscum. Et cum spiritu tuo. Offerte vobis pacem. Agnus Dei Agnus Dei, qui tollis peccata mundi: miserere nobis. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi: miserere nobis. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi: dona nobis pacem. Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccata mundi. Beati qui ad cenam Agni vocati sunt. Domine, non sum dignus ut intres sub tectum meum, sed tantum dic verbo et sanabitur anima mea. Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire: Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni; e con l aiuto della tua misericordia, vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell attesa che si compia la beata speranza, e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo. Tuo é il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli. Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli: Vi lascio la pace, vi do la mia pace, non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e donale unita e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. La pace del Signore sia sempre con voi. E con il tuo spirito. Scambiatevi il segno di pace. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. Beati gli invitati alla Cena del Signore. Ecco l Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di soltanto una parola e io sarò salvato. 13

16 Antiphona ad Communionem (Ps. 76, 12-13) Vovete, et reddite Domino Deo vestro, omnes qui in circuitu eius adfertis munera: terribili apud omnes reges terræ. Fate voti al Signore vostro Dio e adempiteli, e tutti quanti lo circondani rechino a lui, che è terribile per tutti i re della terra. Oremus. Post Communionem Da fidelibus tuis, Domine, quos et verbi tui et cælestis sacramenti pabulo nutris et vivificas, ita dilecti Filii tui tantis muneribus proficere, ut eius vitæ semper consortes effici mereamur. Qui vivit et regnat in saécula sæculorum. O Padre, che nutri e rinnovi i tuoi fedeli alla mensa della parola e del pane di vita, per questi doni del tuo Figlio aiutaci a progredire costantemente nella fede, per divenire partecipi della sua vita immortale. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. RITUS CONCLUSIONIS Dominus vobiscum. Et cum spiritu tuo. Benedicat vos omnipotens Deus, Pater et Filius et Spiritus Sanctus. Ite, missa est. Deo gratias. Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. La Messa é finita, andate in pace. Rendiamo grazie a Dio! 14

17 Kyrie Missa IX Cum iubilo Kyrie eleison (3) Christe eleison (3) Kyrie eleison (3) Signore pietà Cristo pietà Signore pietà Gloria Missa IX Cum iubilo Gloria in excelsis Deo. Et in terra pax hominibus bonae voluntatis. Laudamus Te, benedicimus Te, adoramus Te, glorificamus Te. Gratias agimus tibi propter magnam gloriam tuam, Domine Deus, Rex coelestis, Deus Pater omnipotens. Domine Fili Unigenite, Iesu Christe, Domine Deus, Agnus Dei, Filius Patris. Qui tollis peccata mundi, miserere nobis; Qui tollis peccata mundi, suscipe deprecationem nostram, Qui sedes ad dexteram Patris, miserere nobis. Quoniam Tu solus Sanctus, Tu solus Dominus, Tu solus Altissimus, Iesu Christe, Cum Sancto Spiritu in gloria Dei Patris. Graduale Domine refugium Domine, refugium factus es nobis, a generatione et progenie. V. Priusquam montes fierent, aut formaretur terra et orbis, a saeculo et in saeculum tu es Deus. Gloria a Dio nell alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa. Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente, Signore, Figlio Unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre: tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'altissimo: Gesù Cristo con lo Spirito Santo, nella gloria di Dio Padre. Signore, sei divenuto nostro rifugio di generazione in generazione. V. Prima che fossero fatti i monti e formati la terra e il mondo, da sempre e per sempre tu sei Dio. Alleluia Domine exaudi V. Domine exaudi orationem meam, et clamor meus ad te veniat. Credo III Credo in unum Deum, Patrem omnipotentem, factorem coeli et terrae, visibilium omnium et invisibilium. Et in unum Dominum Iesum Christum, Filium Dei unigenitum. Et ex Patre natum ante omnia saecula. Deum de Deo, lumen de lumine, Deum verum de Deo vero. Genitum, non factum, consubstantialem Patri: per quem omnia facta sunt. Qui propter nos homines et propter nostram salutem discendit de caelis. Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine: et homo factus est. Crucifixus etiam pro nobis sub Pontio Pilato, passus et sepultus est. Et resurrexit tertia die secundum Scripturas. Et ascendit in caelum, sedet ad dexteram Patris. Et iterum venturus est cum gloria iudicare vivos et mortuos: cuius regni non erit finis. Et in Spiritum Sanctum, Dominum et vivificantem: qui ex Patre Filioque procedit. Qui cum Patre et Filio simul adoratur V. Ascolta, Signore, la mia preghiera, e il mio grido giunga a te. Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita,ce procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e 15

18 et conglorificatur: qui locutus est per prophetas. Et unam, sanctam, catholicam et apostolicam Ecclesiam. Confiteor unum baptisma in remissionem peccatorum. Et expecto resurrectionem mortuorum. Et vitam venturi saeculi. Offertorio Oravi Deum Oravi Deum meum ego, Daniel, dicens: Exaudi, Domine, preces servi tui; illumina faciem tuam super sanctuarium tuum et propitius intende populum istum, super quem invocatum est nomen tuum, Deus. glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Io, Daniele, pregai il mio Dio dicendo: Ascolta, Signore, le preghiere del tuo servo; fa splendere il tuo volto sul tuo santuario e volgiti propizio a questo popolo, sul quale è stato invocato il tuo nome, Dio. Sanctus Missa IX Cum iubilo Sanctus, Sanctus, Sanctus Dominus Deus Sabaoth. Pleni sunt caeli et terra gloria tua. Hosanna in excelsis. Benedictus qui venit in nomine Domini. Hosanna in excelsis. Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell alto dei cieli. Agnus Dei Missa IX Cum iubilo Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, dona nobis pacem. Communio Vovete et reddite Vovete et reddite Domino Deo vestro, omnes qui in circuitu eius affertis munera, terribili, et ei qui aufert spiritum principum, terribili apud omnes reges terrae. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. Fate voti, e scioglieteli al Signore vostro Dio, voi tutti che standogli intorno portate doni a lui, il terribile, che toglie la vita ai potenti ed è terribile per tutti i re della terra. 16

19 I Cantori Gregoriani I Cantori Gregoriani sono un gruppo vocale a voci virili che si dedica in modo esclusivo allo studio e alla diffusione del canto gregoriano. Costituito interamente da specialisti, l'ensemble fonda la propria proposta esecutiva sull indagine semiologica, ossia sullo studio delle antiche fonti manoscritte risalenti ai secoli X-XI. La proposta interpretativa del gruppo intende porre in evidenza, attraverso gli strumenti propri della semiologia, la forza espressiva del canto gregoriano, ossia la corretta ripresentazione musicale dell antica tradizione esegetica dei sacri testi. Fondatore e direttore del gruppo è Fulvio Rampi, dottore in canto gregoriano alla scuola di Luigi Agustoni, docente di Prepolifonia al Conservatorio di Torino e Maestro di cappella della Cattedrale di Cremona fino al I Cantori Gregoriani vantano numerosissime presenze in Italia e all estero (Spagna, Portogallo, Svizzera, Austria, Germania, Polonia, Belgio, Slovenia, Libano, Brasile) per conto di importanti associazioni musicali e culturali. Dal 1995 al 1998 il coro ha effettuato quattro tournée in Giappone, dove ha tenuto concerti nelle principali città (Tokyo, Kyoto, Osaka, Hiroshima, Kumamoto, Nagano, Yokohama). Nel 1996 ha partecipato, come unico complesso di canto gregoriano, al Festival di musica ortodossa con un concerto nella Sala Grande del Conservatorio Čaikovskij di Mosca (Russia). Vasta è anche la produzione discografica per conto di importanti case italiane ed estere (Rusty Records, PDU-EMI, JVC Giappone, Paoline, Sarx Records, ARCANA-WDR). Il coro ha inoltre effettuato registrazioni per la Radio svizzera Suisse Romande, per la Radio tedesca WDR, per la televisione austriaca ORF e per la televisione giapponese NHK. Il coro ha collaborato con l ensemble di musica medievale La Reverdie, con il quale ha inciso per ARCANA-WDR un cd sull Officio di S. Nicola. A testimonianza dell attenzione e della partecipazione attiva alla vivace fase storica del recupero del canto gregoriano, l associazione ha dato vita nel 1993 alla rivista specialistica «Note gregoriane» e, dal 1996, a corsi di canto gregoriano a Milano, Cremona, Rovigo frequentati da musicisti, direttori di coro, operatori liturgici e cantori provenienti da ogni parte d Italia. Cantori Gregoriani Angelo Corno Enrico De Capitani Giorgio Merli Alessandro Riganti Francesco Spadari Roberto Spremulli Fulvio Rampi, direttore 17

20 Il FAI presenta i luoghi di MITO SettembreMusica Villa Monastero Varenna (LC) Villa Monastero è tra le più scenografiche ed importanti residenze lariane, circondata da un grande e lussureggiante giardino. Come testimonia il suo nome, nel XIV secolo qui sorgeva un monastero fondato dalle suore cistercensi di Santa Maria. Soppresso il monastero nel 1567, l antico complesso fu trasformato in villa di delizia ad opera di un nobile valsassinese, Paolo Mornico, cui si devono importanti interventi di trasformazione e abbellimento dell edificio. La proprietà rimase dei Mornico fino al 1862, anno in cui fu ceduta a un ingegnere bellagino che pochi anni dopo la rivendette a Carolina Maumary, nipote di Enrichetta Blondel, moglie del Manzoni e cognata di Massimo D Azeglio. Nel 1897 ne divenne proprietario un facoltoso tedesco, Walter Kees, al quale risale la fisionomia attuale dell antica costruzione. Confiscata nel 1918 agli eredi per ragioni di guerra, nel 1921 Villa Monastero passò al Demanio e ceduta all Opera Nazionale Combattenti, finché nel 1925 l acquistò il dr. Marco De Marchi, di antica famiglia di origine ticinese. Il passaggio di proprietà nelle mani del De Marchi fu provvidenziale perché salvò la villa da probabili manomissioni o trasformazioni, come avvenne per altre storiche dimore lariane. Nel 1936 il De Marchi si spegneva nella sua amata casa di Varenna e nel 1940 la volontà del testatore trovava compiuta realizzazione con l inaugurazione dell Istituto italiano di idrobiologia Dr. Marco De Marchi. Attualmente villa Monastero è proprietà del Consiglio Nazionale delle Ricerche, cui va il merito di averla conservata in ottime condizioni. L accurato restauro della villa, da poco concluso, ha restituito alla comunità un edificio carico di storia e un giardino fra i più belli del Lario. L interno della villa è caratterizzato da elementi eclettici, risultato degli interventi di Walter Kees della fine del XIX secolo. Di singolare spicco il grande scalone a doppia rampa. Da ogni ambiente della casa si gode una vista spettacolare sul centro lago. Il giardino, situato fra la strada costiera e la sponda del lago, è lungo e stretto, ma sapienti accorgimenti nella distribuzione delle essenze arboree e nell impianto di terrazze e di belvedere lo hanno trasformato in un affascinante passeggiata lungo la riva. I viali sono ricchi di statue, fra le quali un interessante gruppo marmoreo, la Clemenza di Tito, dello scultore comasco Giovanbattista Comolli. Fra gli illustri ospiti della casa figura Antonio Fogazzaro, che vi ambientò la commedia Nadejde. L antica cappella del monastero, officiata fino al 1897, è oggi adibita a sala di studio, oltre a ospitare i convegni di alto valore scientifico promossi dal Centro Nazionale delle Ricerche. Si ringrazia 18

21 MITO SettembreMusica è un Festival a Impatto Zero Il Festival MITO compensa le emissioni di CO2 con la creazione e tutela di foreste in crescita nel Parco Rio Vallone, in Provincia di Milano, e in Madagascar Una scelta in difesa dell ambiente contraddistingue il Festival sin dall inizio. Per la sua quarta edizione, MITO SettembreMusica ha scelto di sostenere due interventi dall alto valore scientifico e sociale. Contribuire alla creazione e tutela di aree all interno del Parco Rio Vallone, in Provincia di Milano, un territorio esteso su una superficie di 1181 ettari lungo il torrente Vallone che nel sistema delle aree protette funge da importante corridoio ecologico, significa conservare un polmone verde in un territorio fortemente urbanizzato, a nord-est della cintura metropolitana. In Madagascar, isola che dispone di una delle diversità biologiche più elevate del pianeta, l intervento forestale è finalizzato a mantenere l equilibrio ecologico tipico del luogo. Per saperne di più dei due progetti fotografa il quadrato in bianco e nero* e visualizza i contenuti multimediali racchiusi nel codice QR. In collaborazione con Visualizza il filmato sui due progetti sostenuti dal Festival *È necessario disporre di uno smartphone dotato di fotocamera e connessione internet. Una volta scaricato il software gratuito da basta lanciare l applicazione e fotografare il quadrato qui sopra. Il costo del collegamento a internet varia a seconda dell operatore telefonico e del tipo di contratto sottoscritto. 19

22 in metro Tutti i giovedì, venerdì e sabato MITOFringe arriva nella metropolitana milanese con tre concerti al giorno nelle stazioni Cordusio, alle ore 16, Cadorna, alle ore 17, e Duomo, alle ore 18. Fringe in Metro inaugura sabato 4 settembre alle ore con tre ore di musica non stop nella stazione Duomo. In collaborazione con ATM. in stazione Martedì 7 e martedì 21 settembre, alle ore 17.30, la nuova Stazione Garibaldi si presenta ai milanesi con due appuntamenti musicali. I concerti, il primo nel Passante di Porta Garibaldi e il secondo in Porta Garibaldi CentoStazioni, sono dedicati alla musica funky e jazz. In collaborazione con Ferrovie dello Stato e CentoStazioni. nei parchi Tutte le domeniche del Festival, la festosa atmosfera delle bande musicali anima i parchi cittadini. Il 5 settembre alle 12 nei giardini pubblici Montanelli di Porta Venezia, il 12 settembre alle 12 al Parco Ravizza e il 19 settembre alle 11 al Parco Sempione. nelle piazze e nelle strade della periferia milanese Nei weekend trovi MITOFringe nelle piazze e nelle strade della periferia milanese con concerti nelle zone Baggio (sabato 5 alle 20.45), San Siro (venerdì 10 alle 21), Casoretto (sabato 11 alle 21), Pratocentenaro (venerdì 17 ore 21) e Isola (domenica 19 ore 21). I cinque appuntamenti, realizzati in collaborazione con Unione del Commercio, sono riservati alla classica, al folk, al jazz e alla musica etnica. nei chiostri, nelle strade e nelle piazze del centro Concerti nei chiostri e negli angoli più suggestivi di Milano guidano i cittadini alla scoperta di un patrimonio artistico e architettonico a molti sconosciuto. Lunedì 13 alle nel chiostro di via Santo Spirito e lunedì 20 alle 18 nel chiostro della sede della Società Umanitaria. Tutti i lunedì inoltre eventi musicali nelle zone del centro: il 6 settembre alle 13 in Corso Vittorio Emanuele (ang. Via Passarella), il 13 alle ore in via Fiori Chiari (ang. Via M. Formentini) e il 20 alle ore 13 in via Dante (ang. via Rovello). Il 7, 8 e 22 settembre, alle 18.30, MITOFringe dà appuntamento alle colonne di San Lorenzo per tre concerti dedicati alla musica classica ed etnica. nelle Università Tre appuntamenti in un percorso musicale che invita i cittadini in tre luoghi storici della città. Martedì 14 alle il tango nella sede dell Università Statale, mercoledì 15 alle ore 17 all Università Cattolica un appuntamento di musica classica e il 16 alle ore al Politecnico di Milano un concerto di musica barocca. in piazza Mercanti con artisti selezionati dal web Uno spazio ai nuovi talenti: musicisti ed ensemble selezionati tra quelli che hanno riposto all invito sul sito internet del Festival inviando il loro curriculum e una proposta artistica, si alternano con set di minuti sul palco per le libere interpretazioni allestito in Piazza Mercanti. Mercoledì 8 settembre, dalle 13 alle 15, il palco è riservato alle formazioni di musica corale, mercoledì 15 settembre, nello stesso orario, si esibiscono gli ensemble di musica da camera. Domenica 12 settembre, dalle ore 15, un pomeriggio dedicato ai bambini under 12 e alla gioia di suonare in famiglia. Il programma dettagliato è disponibile sul sito /programma/fringe.html 20 MITOFringe, tanti appuntamenti musicali che si aggiungono al programma ufficiale del Festival MITOFringe nel mese di settembre a Milano la trovi...

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