LA FORESTA DI VALLOMBROSA NELL ATTIVITÀ DI RICERCA DELL EX ISTITUTO DI SELVICOLTURA DELL UNIVERSITÀ DI FIRENZE
|
|
- Timoteo Nicolosi
- 7 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 GIANFRANCO CALAMINI (*) - MARCO PACI (**) LA FORESTA DI VALLOMBROSA NELL ATTIVITÀ DI RICERCA DELL EX ISTITUTO DI SELVICOLTURA DELL UNIVERSITÀ DI FIRENZE PRINCIPALI LINEE DI RICERCA SEGUITE L ex-istituto di Selvicoltura, attualmente confluito nel DISTAF, ha largamente utilizzato la Foresta di Vallombrosa come luogo di indagine per studi sperimentali con finalità selvicolturali. Fra le principali linee di ricerca che hanno avuto come teatro tale foresta, vale la pena di segnalare quelle avviate da MAGINI (1956) sulla tipologia delle faggete, basate sulle relazioni tra facies del sottobosco, fertilità della stazione e successo (in termini di insediamento e di sopravvivenza) della rinnovazione naturale. La ricerca aveva finalità applicative, in quanto la tipologia rappresentava la base di partenza per adeguare gli interventi selvicolturali ai vari tipi di faggeta individuati. Se oggi le tipologie forestali hanno acquistato grande importanza nella gestione forestale, è giusto ricordare che Magini, in Italia, è stato il pioniere di tale tipo di approccio. Vanno poi citate le ricerche che, promosse inizialmente dall Accademia Italiana di Scienze Forestali e coordinate da Magini, interessarono la rinnovazione naturale dell abete bianco. Magini individuò una serie di aree di studio in base al grado di copertura dei soprassuoli, alla loro composizione specifica e ai modelli di rinnovazione dell abete. Castagneti, faggete, pinete, boschi di douglasia, abetine pure e miste furono studiate in modo da individuare i meccanismi successionali che già allora si muovevano in direzione di quella che egli definì «rinnovazione incrociata» (ingresso dell abete sotto la copertura delle latifoglie e viceversa). Nell ambito di queste ricerche, Magini mise a (*) Docente di Selvicoltura Speciale. Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Forestali, Università degli Studi di Firenze. Via S. Bonaventura, Firenze. (**) Docente di Ecologia Forestale e Selvicoltura Naturalistica. Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Forestali, Università degli Studi di Firenze. Via S. Bonaventura, Firenze. I.F.M. n. 2 anno 2005
2 184 L ITALIA FORESTALE E MONTANA punto un apposito indice per quantificare il fenomeno di rinnovazione (MAGINI, 1967). Fecero seguito una serie di indagini, condotte in collaborazione con vari colleghi (GIANNINI, 1969, 1972, 1973; GIANNINI e TASCIONE, 1978; BONI, MAGINI e TASCIONE, 1978), sui principali fattori ecologici implicati nel processo, a livello sia di germinazione del seme, sia di primi stadi di sviluppo dei semenzali, sia di piante adulte (furono indagate le influenze di substrato di germinazione, luce, concorrenza della vegetazione spontanea, grado di copertura, accrescimento dei semenzali). In una abetina pura furono anche messi a confronto differenti trattamenti selvicolturali (taglio raso e taglio di sementazione), verificando successivamente gli effetti dei due trattamenti su semine e piantagioni di faggio e abete bianco (PACI, 1980). Nell ambito degli studi sulle abetine, osservazioni sull umidità del suolo vennero inoltre condotte da PIUSSI et al., (1971). A distanza di oltre venti anni, le stesse aree (che erano state delimitate in modo da identificarne l ubicazione, come si fa quando un progetto di ricerca viene svolto sulla base di aree permanenti) furono oggetto di una verifica (IGNESTI e PACI, 1989), cosa che permise di capire l evoluzione del processo successionale a distanza di venti anni dalle prime osservazioni. Parte delle medesime aree è tutt oggi oggetto di studio da parte di un ampio gruppo di lavoro che fa capo a ricercatori del DISTAF, a suo tempo afferenti all Istituto di Selvicoltura (oltre a chi scrive, partecipano allo studio Bianchi, Maltoni, Mariotti, Salbitano e Tani). La serie storica ha già fornito informazioni interessanti sull influenza di alcuni fattori nel processo successionale: fra questi, la luce e la fauna selvatica rivestono un ruolo di spicco. Accennando brevemente ai principali risultati, sappiamo che le abetine pure, salvo eccezioni, sono sfavorevoli all insediamento dell abete, e sono invece propizie, in caso di progressivi alleggerimenti della copertura arborea, all ingresso di latifoglie. È noto inoltre che in molti boschi di latifoglie avviene una evoluzione speculare, nel senso di un ingresso dell abete bianco sotto copertura di faggete e castagneti abbandonati. Gli studi hanno permesso di quantificare tali fenomeni successionali e di valutarne la velocità. In questo senso, particolarmente lento risulta l insediamento dell abete bianco sotto la copertura di cedui invecchiati di castagno e di fustaie di faggio, in relazione più che altro all insufficienza di luce. D altro canto, l ingresso delle latifoglie (in particolare acero di monte, tiglio, castagno e faggio) sotto la copertura di boschi di abete in cui siano state sospese le tradizionali pratiche selvicolturali, si avvantaggia delle interruzioni che si creano spontaneamente nei soprassuoli in seguito alla caduta accidentale di piante senescenti o colpite da marciume radicale. Al contrario, data anche la fertilità del substrato, sfavorevoli all insediamento di un piano di specie arboree sono le radure più ampie, in cui tende a insediarsi vegetazione nitrofila. Gli
3 LA FORESTA DI VALLOMBROSA NELLA RICERCA DELL ISTITUTO DI SELVICOLTURA 185 studi hanno pure evidenziato che la diversità delle specie arboree è cresciuta nel corso degli ultimi quaranta anni, e che con lei è aumentata la diversità strutturale dei soprassuoli. È stato infine possibile accertare che la fauna ungulata può, in molti casi, ostacolare il processo evolutivo, danneggiando o predando le piante in rinnovazione. È importante che le indagini proseguano, e sicuramente altri decenni dovranno trascorrere in modo che le informazioni siano ancora più complete (è noto, d altronde, che i tempi per studiare i processi di rinnovazione in campo forestale sono molto lunghi!). Resta infatti da capire quali siano i tempi perché il processo di affermazione del novellame possa completarsi, e restano pure da capire le relazioni tra tale processo e grado di copertura (le notizie che abbiamo sul novellame di anni potrebbero avere un significato molto diverso su piante di età più avanzata). Le ricadute applicative di uno studio del genere - capace di attraversare decenni di osservazioni - sono evidenti: in base al dinamismo della vegetazione osservato si può prendere spunto per una selvicoltura su basi naturali, in grado di accelerare analoghi processi evolutivi in boschi simili, per composizione specifica e struttura, a quelli di Vallombrosa. È altrettanto evidente che i risultati di sperimentazioni di questo genere rivestono una enorme importanza sotto il profilo didattico. ** * Gli studi sperimentali nella foresta di Vallombrosa non si sono limitati alla rinnovazione dell abete bianco e del faggio. Il vivaio del Sambuco è stato teatro di indagini su castagno, abete bianco e ontano napoletano. Piantine di castagno, opportunamente innestate a tavolino e poi trapiantate, negli anni successivi vennero studiate, dal gruppo di lavoro di Magini, al fine di valutarne l attitudine alla fruttificazione. Per il postime di abete bianco sono state eseguite prove di ombreggiamento in semenzaio da parte di Calamini, mentre su semenzali di Alnus cordata allevati in fitocella fu eseguita, da CALAMINI et al. (1982), una indagine sullo sviluppo e sull azotofissazione simbiontica. Nella foresta di Vallombrosa, Giovanni Bernetti, oltre ad avere ricavato dati per la costruzione di tavole alsometriche dei boschi di conifere, nel periodo in cui ha lavorato presso l Istituto di Selvicoltura ha fatto molte osservazioni che hanno contribuito alla pubblicazione dei volumi sui boschi della Toscana (BERNETTI, 1987) e sulla relativa tipologia (MONDINO e BER- NETTI, 1998). Un altro campo di studi ha riguardato gli aspetti storici. Notevole una rassegna di DE PHILIPPIS (1970) su governo e trattamento dei boschi, dall insegnamento della Scuola di Vallombrosa alla realtà degli anni 70, in cui
4 186 L ITALIA FORESTALE E MONTANA si analizzano le evoluzioni delle conoscenze nel campo dell ecologia forestale e della selvicoltura nell arco di un secolo. La raccolta tecnologico-forestale dell Istituto forestale di Vallombrosa è stata al centro di una ricerca coordinata da Zanzi Sulli (STIAVELLI e ZANZI SULLI 1988), mentre ad AGNOLET- TI e PACI (2001) si deve una rassegna sul valore storico delle abetine toscane, fra le quali figura Vallombrosa. Da segnalare infine uno studio sulle variazioni climatiche, basato sull andamento delle precipitazioni nel periodo : dall indagine è emersa una diminuzione delle precipitazioni, nel periodo in esame, attorno al 20% (GANDOLFO e M. SULLI, 1990). Resta da aggiungere che l ex-istituto di Selvicoltura ha largamente utilizzato la foresta di Vallombrosa come luogo di indagine per tesi di carattere sperimentale. A partire dall A.A , sono state assegnate 32 tesi di laurea su temi inerenti alla selvicoltura e all ecologia forestale. Alcune tesi sono state seguite da relatori che potremmo oggi definire «storici», tra cui i compianti maestri Aldo Pavari, Alessandro de Philippis ed Ezio Magini (relatore di 8 tesi sperimentali negli anni dal 1964 al 1976). Fra i temi affrontati con maggiore frequenza figurano i problemi della rinnovazione delle abetine e delle faggete. In conclusione, appare evidente che la foresta di Vallombrosa ha svolto in passato un ruolo decisivo per gli studi di carattere ecologico-selvicolturale, e che l ex Istituto di Selvicoltura ha trovato in tale località un insostituibile laboratorio naturale. BIBLIOGRAFIA AGNOLETTI M., PACI M., 2001 Monks, foresters and ecology. Silver fir in Tuscany from XIV to XX century (Les moines, les forestiers et l écologie. Le sapin en Toscane du XIV au XXe siècle). «Le Sapin Enjeux anciens, Enjeux actuels» (A. Corvol, direction), L Harmattan, Paris, Budapest, Torino: BERNETTI G., 1987 I Boschi della Toscana. Edagricole, Bologna. BONI C., MAGINI E., TASCIONE D., 1978 Esperienze in vivaio su alcuni fattori che influiscono sulla nascita e sullo sviluppo dei semenzali di abete bianco. Annali Accademia Italiana di Scienze Forestali, 27: CALAMINI G., CAROPPO S., GREGORI E., MICLAUS N., PACI M., 1982 Indagine sullo sviluppo e sull azotofissazione simbiontica in semenzali di Alnus cordata allevati in fitocella. Annali Istituto Sperimentale per la Difesa del Suolo, 13:I: DE PHILLIPPIS A., 1970 Governo e trattamento dei boschi: dall insegnamento di Vallombrosa alla realtà di oggi. In: «L Italia Forestale nel centenario della fondazione della Scuola di Vallombrosa, p Accademia Italiana di Scienze Forestali, Firenze. GANDOLFO V., SULLI M., 1990 Vallombrosa : serie ultracentenaria di
5 LA FORESTA DI VALLOMBROSA NELLA RICERCA DELL ISTITUTO DI SELVICOLTURA 187 misure di precipitazioni e temperature in ambiente forestale. In: «Variazioni recenti del clima ( ) e prospettive per il XXI secolo». GIANNINI R., 1969 Ricerche sull influenza di alcuni substrati sulla germinazione del seme e sul primo sviluppo di plantule di abete bianco. Annali Accademia Italiana di Scienze Forestali, 18: GIANNINI R., 1972 Periodicità dell accrescimento in altezza del novellame di abete bianco in alcuni cedui di castagno. L Italia Forestale e Montana, 6: GIANNINI R., 1973 Effetti del diserbo sulle caratteristiche dei semenzali di abete bianco cresciuti in bosco. L Italia Forestale e Montana, 5: GIANNINI R., TASCIONE D., 1978 Ulteriori indagini sull influenza della luce sulla nascita e lo sviluppo dei semenzali di abete bianco. L Italia Forestale e Montana, 5: IGNESTI S., PACI M. (1990) - Studi sulla rinnovazione naturale dell abete bianco nella Foresta di Vallombrosa. Annali Accademia Italiana di Scienze Forestali, 38: MAGINI E., 1954 Preliminary observations on the types of beechwood in the Vallombrosa Forest. XI IUFRO Congress, Roma, MAGINI E., 1967 Ricerche sui fattori della rinnovazione naturale dell abete bianco sull Appennino. L Italia Forestale e Montana, 22 (6): MONDINO G.P., BERNETTI G., 1998 I tipi forestali. In: «Boschi e macchie di Toscana». Regione Toscana, Giunta Regionale. Edizioni Regione Toscana. PACI M., 1980 Risultati di ricerche sperimentali su abete bianco (Abies alba Mill.) e faggio (Fagus sylvatica L.). Annali Accademia Italiana di Scienze Forestali, 29: PIUSSI P., SANESI G., SULLI M., 1971 Osservazioni sull umidità del suolo nella foresta di Vallombrosa. Annali Istituto Sperimentale per la Selvicoltura, 2: STIAVELLI S., ZANZI SULLI A. (1988) La raccolta tecnologico-forestale dell Istituto forestale di Vallombrosa. Museologia scientifica V, 3-4:
6
IL MATERIALE VIVAISTICO. Paolo Camerano IPLA S.p.A Piero Belletti UniTO
IL MATERIALE VIVAISTICO Paolo Camerano IPLA S.p.A Piero Belletti UniTO ALCUNE NOTIZIE STORICHE 1873 Primi vivai forestali in Italia (2 ha) 1886 35 ha di superficie di vivai forestali 2,5 milioni di piante
DettagliPresentazione pag. V Prefazione...» VII CAPITOLO I - I BOSCHI DI FAGGIO pag. 1. Le esigenze ed i modi di vita del Faggio pag
Presentazione pag. V Prefazione.....» VII CAPITOLO I - I BOSCHI DI FAGGIO pag. 1. Le esigenze ed i modi di vita del Faggio pag. 2 1.1. L'ecologia della specie.......................» 2 1.1.1. L'areale
DettagliLe risorse forestali regionali ed il ruolo della certificazione
Sistema Legno in Toscana Firenze, 27 marzo 214 Le risorse forestali regionali ed il ruolo della certificazione Davide Travaglini*, Caterina Morosi**, Susanna Nocentini* * Dipartimento di Gestione dei Sistemi
DettagliSelvicoltura sostenibile e dinamiche naturali in foresta: il caso degli abieteti a taglio saltuario
Selvicoltura sostenibile e dinamiche naturali in foresta: il caso degli abieteti a taglio saltuario Gianfranco Minotta Dip. AGROSELVITER, Università di Torino Convegno: Bosco, incendi e disturbi naturali,
DettagliFasi evolutive di un popolamento forestale (da Oliver e Larson, 1996)
Fasi evolutive di un popolamento forestale (da Oliver e Larson, 1996) Fase adulta o di maturità economica Fase senescente o vetusta Fase giovanile Rinnovazione T E M P O Le fasi presenti nel mosaico di
DettagliECOLOGIA DELLE PIANTE DI TASSO DELL ISOLA D ELBA. Dott.ssa Francesca Anselmi
ECOLOGIA DELLE PIANTE DI TASSO DELL ISOLA D ELBA Dott.ssa Francesca Anselmi Portoferraio, 08 ottobre 2009 Perché lo studio del tasso Taxus baccata L.: pianta estremamente antica, con complessa biologia;
DettagliBiodiversità e gestione multifunzionale delle risorse forestali
Riserva naturale Monti San Vicino e Canfaito Gli Habitat forestali delle Marche - Matelica (MC) 12 novembre 2010 Biodiversità e gestione multifunzionale delle risorse forestali Carlo Urbinati et al. Dip.to
DettagliModalità di utilizzo della scheda di valutazione degli interventi selvicolturali per la resilienza delle foreste Mediterranee
Modalità di utilizzo della scheda di valutazione degli interventi selvicolturali per la resilienza delle foreste Mediterranee Federico G. Maetzke Università di Palermo Il progetto RESILFORMED L Obiettivo
DettagliLa reintroduzione dell'abete bianco con le azioni C
Alfredo Bresciani La reintroduzione dell'abete bianco con le azioni C Azioni C - Reintroduzione Abies alba per microarboreti SIC (IT5180002 - IT5180018) Alta valle dell'arno Foreste Camaldoli e Badia Prataglia
DettagliI tagli successivi. Tagli successivi
I tagli successivi Con il trattamento a tagli successivi, il popolamento giunto alla maturità economica viene asportato tramite più interventi selvicolturali. La progressiva apertura del popolamento ha
DettagliOrganizzazione della presentazione
Organizzazione della presentazione! Paesaggio naturale e paesaggio culturale: le foreste attuali come risultato dell attività dell uomo! Selvicoltura, principali forme di governo e di trattamento! Pianificazione
DettagliLa posizione della Valle d Aosta
Convegno «Filiera bosco legno: la situazione attuale e prospettive per il futuro», FORLENER 2017 12 maggio 2017- La posizione della Valle d Aosta Regione Autonoma Valle d Aosta Assessorato agricoltura
DettagliUNIVERSITÀ DELLA BASILICATA SAFE - SCUOLA DI SCIENZE AGRARIE, FORESTALI, ALIMENTARI ED
UNIVERSITÀ DELLA BASILICATA SAFE - SCUOLA DI SCIENZE AGRARIE, FORESTALI, ALIMENTARI ED AMBIENTALI Programma di insegnamento per l anno accademico 2015/2016 Programma dell insegnamento di Selvicoltura speciale
DettagliLA PUBBLICITÀ DEGLI INTERVENTI FORESTALI
LA PUBBLICITÀ DEGLI INTERVENTI FORESTALI Mirando Di Prinzio 1, Andrea Martini 2 1 Studio forestale Di Prinzio, Campi Bisenzio (FI); studiodiprinzio@gmail.com 2 Forestale libero professionista, Figline
DettagliForme di governo del bosco
Forme di governo del bosco Fustaia: prevale la rinnovazione gamica Ceduo: prevale la rinnovazione agamica Ceduo composto: vengono utilizzati entrambe i tipi di rinnovazione Superficie forestale italiana
DettagliDinamica evolutiva e gestione delle abetine toscane: sintesi di quarant anni di ricerche
Copyright 2008 by the Italian Society of Silviculture and Forest Ecology. Dinamica evolutiva e gestione delle abetine toscane: sintesi di quarant anni di ricerche Bianchi L*, Paci M Dipartimento di Scienze
DettagliLa Società di gestione Monti Azzurri (MC) e la costituzione di una filiera locale legno-energia
filiera locale Progetto di Fattibilità di cui all art. 6 della L.R. n. 7/2005 La cooperazione o e forestale e nella Regione e Marche: da esecutori a gestori diretti del territorio o Scopi della ricerca
DettagliZone fitoclimatiche GLI AR I BUSTI DEL CAS C T AS ANETUM T
Zone fitoclimatiche GLI ARBUSTI DEL CASTANETUM IL TERRITORIO ITALIANO La morfologia e le condizioni climatiche sono così varie che sono presenti numerosi ecosistemi. La vegetazione si è diffusa e affermata
DettagliISu terreni. Funghi e boschi del Cantone Ticino. prevalentemente ricchi di carbonati. Antonio Auguadri Gianfelice Lucchini Alfredo Riva Emilio Testa
Funghi e boschi del Cantone ISu terreni prevalentemente ricchi di carbonati Antonio Auguadri Gianfelice Lucchini Alfredo Riva Emilio Testa Edito dal Credito Svizzero FUNGHI E BOSCHI DEL CANTONE TICINO
DettagliPeriodo di curazione (λ) = numero di anni che separano due interventi successivi nella stessa particella. N = numero alberi.
Modello del bosco disetaneo: il bosco è suddiviso in tante particelle quanti sono sono gli anni del periodo di curazione; in ogni particella il popolamento deve avere una curva di distribuzione delle piante
DettagliValutazione dello stato degli habitat forestali attraverso gli indicatori vegetali: il caso dei boschi di carpino nero
Valutazione dello stato degli habitat forestali attraverso gli indicatori vegetali: il caso dei boschi di carpino nero Background delle conoscenze Faggeta Lecceta Rimboschimento Assumendo che i diversi
DettagliRisultati della Ricerca
Risultati della Ricerca Titolo Conservazione e gestione dei popolamenti di origine agamica a prevalenza di leccio della Sardegna Descrizione estesa del risultato Nel bacino del Mediterraneo il leccio (Quercus
DettagliLe piantine forestali
Le piantine forestali di Scienze e Tecnologie Ambientali Forestali Dott. Barbara Mariotti Le piantine forestali 1. Selvaggioni 2. Talee 3. Postime di vivaio Il postime di vivaio può essere commercializzato:
DettagliLe potenzialità del settore forestale toscano per la produzione del legno da opera
24 novembre 2009 Pisa Le potenzialità del settore forestale toscano per la produzione del legno da opera Debora Salmeri Settore Programmazione forestale della Regione Toscana La Toscana dei boschi SUPERFICIE
DettagliLIFE AForClimate Adattare la pianificazione forestale delle faggete alla variabilità climatica
LIFE AForClimate Adattare la pianificazione forestale delle faggete alla variabilità climatica Maria Cristina Monteverdi Consiglio per la ricerca in agricoltura e l analisi dell economia agraria. Research
DettagliConvegno di presentazione Arezzo, 19 Febbraio Differenze e peculiarità. del progetto: il Pratomagno. Stefano Samaden
CRA Centro diricerca per la selvicoltura Differenze e peculiarità delle due aree dimostrative del progetto: il Pratomagno Stefano Samaden (Unione dei Comuni del Pratomagno) L Ente L Unione dei Comuni del
DettagliArt. 7.2 Sistema delle aree forestali
Art. 7.2 Sistema delle aree forestali DEFINIZIONE DI AREE FORESTALI sono tutte le superfici con vegetazione arborea ed arbustiva spontanea o di origine artificiale in grado di produrre legno o altri prodotti
DettagliBOSCHI VETUSTI del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Compagnia delle Foreste Collana I boschi vetusti Corona P., Biscaccianti A. B., De Paulis S., Di Santo D., Giuliarelli D., Mattioli W., Portoghesi L., Ravera S., Ferrari B. BOSCHI VETUSTI del Parco Nazionale
DettagliFAUNA E SELVICOLTURA NELLE ABETINE CASENTINESI
FAUNA E SELVICOLTURA NELLE ABETINE CASENTINESI Acquasanta Terme 9 Luglio 2010 Alfredo Bresciani Comunità Montana del Casentino 1 Il TERRITORIO DEL CASENTINO La Comunità Montana del Casentino esercita la
DettagliCONSORZIO TERRA DEI CORVI (Consorzio Forestale Valtura)
CONSORZIO TERRA DEI CORVI (Consorzio Forestale Valtura) COMUNE DI VILLA DI CHIAVENNA COMUNITA MONTANA VALCHIAVENNA PROGETTO DI TAGLIO IN BOSCO ALTO FUSTO NELLA PARTICELLA FORESTALE DI PROPRIETA CONSORTILE:
Dettaglivista la D.G.R. n del 30/07/2012 che approvava il listino prezzi attualmente vigente;
REGIONE PIEMONTE BU51S2 18/12/2014 Deliberazione della Giunta Regionale 24 novembre 2014, n. 57-658 Revoca D.G.R. n. 35-3707 del 16/04/2012 e D.G.R. n. 214-4416 del 30.7.2012 Cessione delle piante prodotte
DettagliPARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI MONTE FALTERONA E CAMPIGNA
PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI MONTE FALTERONA E CAMPIGNA ALLEGATO AL DOCUMENTO DI PIANO DEL PARCO ESAME DEI PIANI DI GESTIONE E DEI PIANI DI ASSESTAMENTO DELLE PROPRIETA PUBBLICHE (Sintesi
DettagliLe conversioni. Per conversione di un bosco si intende il cambiamento di forma di governo CEDUO COMPOSTO
Le conversioni Per conversione di un bosco si intende il cambiamento di forma di governo CEDUO MATRICINATO FUSTAIA CEDUO COMPOSTO Lo spessore della freccia indica con quale frequenza ciascun tipo di conversione
DettagliFACOLTA DI ARCHITETTURA
CORSO DI LAUREA IN ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO Laboratorio di Pianificazione del Paesaggio Insegnamento Paesaggio Docente: CRITERI E METODI DI ANALISI DELLA COPERTURA DEL SUOLO SOMMARIO 1) Legenda del Protocollo
DettagliLe tipologie forestali del Ticino e le loro tendenze evolutive
Le tipologie forestali del Ticino e le loro tendenze evolutive Aperitivo su metodi e contenuti Faido, 25 settembre 2013 Le tipologie forestali Sintetizzate 84 tipologie in schede, con varianti Tipologie
DettagliMODIFICHE AGLI ALLEGATI A, B, C, ED E DEL REGOLAMENTO REGIONALE 8 DICEMBRE 2011, N. 8/R
ALLEGATO 1) (Art. 28, comma 1) MODIFICHE AGLI ALLEGATI A, B, C, ED E DEL REGOLAMENTO REGIONALE 8 DICEMBRE 2011, N. 8/R 1. L Allegato A) del regolamento regionale 20 settembre 2011, n. 8/R è modificato
DettagliLo sviluppo di strumenti decisionali
Lo sviluppo di strumenti decisionali La scelta del sistema di esbosco Giuseppe Pignatti CRA-PLF Roma Utilizzazioni forestali e sistemi di esbosco 1) Boschi del Molise e le utilizzazioni 2) Scelta del sistema
DettagliDESCRIZIONE QUALI- QUANTITATIVA DELLE PARTICELLE FORESTALI
DESCRIZIONE QUALI- QUANTITATIVA DELLE PARTICELLE FORESTALI Che cosa è la descrizione particellare? Insieme dei rilievi effettuati per acquisire le informazioni necessarie per la pianificazione della gestione
DettagliDefinizioni classiche di selvicoltura
Definizioni classiche di selvicoltura La selvicoltura studia la tecnica dell impianto, dell utilizzazione e della rinnovazione dei boschi (A. De Philippis 1960/61) Selvicoltura: la scienza e la pratica
DettagliCorso di Ecologia Forestale
Corso di Ecologia Forestale Donatella Spano Dipartimento di Economia e Sistemi Arborei Università di Sassari spano@uniss.it Copyright 2006 Università di Sassari Ecologia oikos = dimora logos = discorso,
DettagliInterventi nel settore forestale
PSR 2014-2020: le prospettive provinciali Incontro con il partenariato Interventi nel settore forestale Alessandro Wolynski Trento, 6 marzo 2014 Interventi forestali: il contesto generale Il contesto marcatamente
DettagliRecinzioni elettrificate per la difesa dei vigneti dagli ungulati
Recinzioni elettrificate per la difesa dei vigneti dagli ungulati Categories : Anno 2014, N. 189-1 maggio 2014 di Alessandro Cerofolini Vigneto nel Chianti In questi ultimi anni si è verificato un notevole
DettagliIL PIANO DI GESTIONE DELLA FORESTA DI VALLOMBROSA TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO
ORAZIO CIANCIO (*) IL PIANO DI GESTIONE DELLA FORESTA DI VALLOMBROSA TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO Saper rivivere con piacere il passato è vivere due volte. MARZIALE, Epigrammi, X, 23, 6-7 1. LE IDEE
DettagliMERCATI LOCALI DEL CARBONIO E SFIDE GLOBALI Centro Congressi Torino Incontra novembre 2011
MERCATI LOCALI DEL CARBONIO E SFIDE GLOBALI Centro Congressi Torino Incontra 15-16 novembre 2011 Bilanci CO2 di progetti forestali in Piemonte Guido Blanchard, dottore forestale, consulente FA Approfondimenti
DettagliPubblicazione realizzata con il contributo dello strumento finanziario LIFE dell UE. Come adattare la gestione forestale alla variabilità climatica
Pubblicazione realizzata con il contributo dello strumento finanziario LIFE dell UE Come adattare la gestione forestale alla variabilità climatica L OBIETTIVO DI AFORCLIMATE Cambiare approccio verso la
DettagliIl sottoscritto, nato a il, nella sua qualità di dell'impresa, con sede in, Via, n., Cod. Fiscale e Partita IVA, tel. fax:, VISTI I LOTTI
Allegato A) GARA PER LA VENDITA DI N. 12 LOTTI DI BOSCO IN PIEDI E DI UN LOTTO DI LEGNAME ALL IMPOSTO NEI COMPLESSI FORESTALI IN GESTIONE ALL ENTE GARA DEL 25-10-2016 Il sottoscritto, nato a il, nella
DettagliIl faggio -Conoscenze e indirizzi per la gestione sostenibile in Piemonte
Presentazione delle nuove guide selvicolturali e delle pubblicazioni forestali realizzate dalla Regione Piemonte Il faggio -Conoscenze e indirizzi per la gestione sostenibile in Piemonte Andrea Ebone,,
DettagliCOMUNE DI CAMERI. Il taglio dei boschi: pratiche e permessi in Piemonte
Il taglio dei boschi: pratiche e permessi in Piemonte Cameri, 17 dicembre 2015 Cos è un bosco? La legge forestale piemontese definisce il bosco i terreni coperti da vegetazione forestale arborea associata
DettagliORGANIZZAZIONE: UNIONE DI COMUNI VALDARNO E VALDISIEVE
RAPPORTO SINTETICO PEFC GFS RAPPORTO SINTETICO GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE PEFC ORGANIZZAZIONE: COMPLESSO FORESTALE REGIONALE RINCINE NEI COMUNI DI LONDA, SAN GODENZO, DICOMANO (FI) Certificazione:
DettagliINFORMAZIONI SUPPLEMENTARI COMPONENTE FORESTALE
REGIONE BASILICATA Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità Nome del Sito Codice SIC Serra di Calvello IT9210240 RETE NATURA 2000 Rilevatori / data Falconeri Giuseppe, Ferraro Luciano
DettagliParco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna
Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna Titolo dello studio: Studio sulla biologia del lupo in rapporto alla presenza di ungulati selvatici e domestici all'interno del Parco
DettagliLa valutazione del bilancio del carbonio e della biodiversità nei suoli piemontesi FABIO PETRELLA
La valutazione del bilancio del carbonio e della biodiversità nei suoli FABIO PETRELLA F.Petrella - La valutazione del bilancio del carbonio e della biodiversità nei suoli Analisi, misure ed elaborazioni
DettagliIl progetto GESPO: Linee guida per la gestione della vegetazione di sponda dei corsi d acqua secondo criteri di sostenibilità ecologica ed economica
19 marzo 2014 Firenze Palazzo Medici Riccardi Sala Pistelli Il progetto GESPO: Linee guida per la gestione della vegetazione di sponda dei corsi d acqua secondo criteri di sostenibilità ecologica ed economica
DettagliLA CONOSCENZA DEL FENOMENO
LA CONOSCENZA DEL FENOMENO Il processo di combustione L incendio è il prodotto della rapida combinazione di tre elementi fondamentali: il combustibile, l ossigeno e la temperatura necessaria per innescare
DettagliNormalità planimetrico-cronologica: divisione della compresa in tante parti equiproduttive di età scalare da 1 a t anni (t=turno)
Metodi di assestamento della compresa coeatanea che utilizzano la ripresa volumetrica (espressa in m 3 ) Per questi metodi sono importanti tutti e quattro gli aspetti della normalità della compresa Normalità
DettagliINTEGRAZIONE DI SISTEMI GEOGRAFICI
ASSESSORATO ALL AGRICOLTURA PRAL2002 PROGRAMMA TRIENNALE DI RICERCA AGRICOLA, AGROAMBIENTALE, AGROALIMENTARE ED AGROINDUSTRIALE DELLA REGIONE LAZIO (PRAL) 1999-2001 PROLUNGAMENTO ALL ANNO 2002, QUARTA
DettagliRicostituzione post-incendio in popolamenti di conifere delle Alpi:
Bosco, incendi e disturbi naturali - Torino, 23 febbraio 2011 Ricostituzione post-incendio in popolamenti di conifere delle Alpi: processi ecologici ed ipotesi di gestione a confronto Raffaella Marzano*,
DettagliCensimenti e piani di prelievo
Censimenti e piani di prelievo Regolamento Regionale 27 luglio 1999, n 23 Gestione faunistico-venatoria dei Cervidi e Bovidi Art. 1 - Finalità Il presente regolamento disciplina la gestione faunistico-venatoria
DettagliMonaci e foreste nell Appennino settentrionale: eredità della passata gestione sugli attuali popolamenti di faggio ed abete bianco.
28/29 giugno 2012 Azienda Agricola La Mausolea, Soci, (Ar) Codice Forestale Camaldolese: le radici della sostenibilità. DATA (28 o 29 giugno) Monaci e foreste nell Appennino settentrionale: eredità della
DettagliCaratterizzazione strutturale delle foreste dei siti di progetto
MARIA CHIARA MANETTI CRISTIANo CASTALDI MAURIZIo MARCHI GIANLUIGI MAZZA Caratterizzazione strutturale delle foreste dei siti di progetto Dato che l obiettivo del progetto era finalizzato a preservare e
DettagliI Querco-carpineti carpineti del Piemonte
I Querco-carpineti carpineti del Piemonte Perché merita occuparsene PG Terzuolo, A Canavesio Istituto per le Piante da Legno e l Ambiente - Torino Torino 29 novembre 2011 Superficie territoriale planiziale:
DettagliI metodi colturali. Appartengono a questa categoria: il Metodo del controllo il Metodo colturale
I metodi colturali Sono metodi in cui viene meno il riferimento a un modello di normalità. Gli aspetti selvicolturali sono preminenti rispetto a quelli strettamente assestamentali. La ripresa viene determinata
DettagliAttività del Centro Sperimentale di Tartuficolturadi Sant Angelo in Vado della Regione Marche -Assam
Futuro della tartuficoltura nella Regione dell'istria Attività del Centro Sperimentale di Tartuficolturadi Sant Angelo in Vado della Regione Marche -Assam Dott. Gregori Gianluigi Regione Marche Centro
DettagliGestione sostenibile dei boschi cedui: strumenti di pianificazione
Foreste per la società la società delle foreste INNOVAZIONE NEL SETTORE FORESTALE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE Gestione sostenibile dei boschi cedui: strumenti di pianificazione Città di Castello, 21 ottobre
DettagliSISLE Sistema Legno in Toscana
CONVEGNO Presentazione risultati progetto di ricerca SISLE Sistema Legno in Toscana Giovedì 27 marzo 2013 - Salone monumentale di Toscana Promozione Via Vittorio Emanuele II n. 62-64 Firenze 1 CONVEGNO
DettagliIPSAA de Franceschi Pistoia. Selvicoltura ed Utilizzazioni Forestali
IPSAA de Franceschi Pistoia Opzione Gestione delle Risorse Forestali e Montane Selvicoltura ed Utilizzazioni Forestali Selvicoltura generale Francesco Pettinà Gli Alberi sono santuari. Chi sa parlare con
DettagliPinete di pino nero in Toscana Note sul trattamento in ordine alle normative vigenti
selvicoltura Pinete di pino nero in Toscana Note sul trattamento in ordine alle normative vigenti di Paolo Cantiani In Toscana si sta concludendo la riconsegna ai proprietari privati dei rimboschimenti,
DettagliSistemi di monitoraggio climatico e dendroclimatico e vantaggi della pianificazione forestale adattativa. Manuela Plutino, Gianluigi Mazza
Sistemi di monitoraggio climatico e dendroclimatico e vantaggi della pianificazione forestale adattativa Manuela Plutino, Gianluigi Mazza IL CLIMA Il clima è l'insieme delle condizioni atmosferiche che
DettagliSchema degli argomenti da trattare nella Relazione tecnica descrittiva.
Misura 226 Ricostituzione del potenziale forestale e introduzione di interventi preventivi Azione 1 Investimenti materiali e immateriali per la ricostituzione di aree percorse dal fuoco. Schema degli argomenti
DettagliAree forestali ad alto valore naturale
Aree forestali ad alto valore naturale Flora De Natale e Giuseppe Pignatti (CRA-PLF) nell ambito della collaborazione al gruppo di lavoro INEA-CRA-CFS Punti trattati nell intervento 1. Definizioni e indicazioni
DettagliCRA-SEL. Centro di Ricerca per la Selvicoltura - Arezzo. Progetti nazionali conclusi
CRA-SEL Centro di Ricerca per la Selvicoltura - Arezzo Progetti nazionali conclusi Regione Campania Provifor - Individuazione e selezione popolamenti per boschi da seme (L.R.B.S.) committente Regione Campania,
DettagliL esperienza del Consorzio Forestale Alta Valle Susa
L esperienza del Consorzio Forestale Alta Valle Susa Torino, 18 marzo 2013 Dott. For. Roberta Berretti* Dott. For. Lucia Caffo** Dott. For. Alberto Dotta** * Università degli studi di Torino Dipartimento
DettagliDinamiche evolutive di post-selvicoltura nella foresta di Vallombrosa
Copyright by the Italian Society of Silviculture and Forest Ecology. Sezione Speciale: Atti 5 Congresso SISEF: Foreste e Società - Cambiamenti, Conflitti, Sinergie (a cura di: Lingua E, Marzano R, Minotta
DettagliIT Bosco di Pian Prà (Rorà) Misure di conservazione sito-specifiche
Rete Natura 2000 Direttiva 92/43/CEE Habitat - Direttiva 2009/147/CE Uccelli IT1110045-Bosco di Pian Prà (Rorà) Misure di conservazione sito-specifiche (Approvate con D.G.R. n. 19-3112 del 4/4/2016) Direzione
DettagliBuone pratiche di gestione forestale nei Siti Natura 2000: esperienze tecniche in Molise
Federazioni degli Ordini dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali dell Abruzzo, del Lazio e delle Marche Buone pratiche di gestione forestale nei Siti Natura 2000: esperienze tecniche in Molise Paolo
DettagliForeste appenniniche, limiti ed opportunità per lo sviluppo economico locale. Marcello Miozzo, D.R.E.Am. Italia
Foreste appenniniche, limiti ed opportunità per lo sviluppo economico locale Marcello Miozzo, D.R.E.Am. Italia Foreste e aree interne presentano una buona corrispondenza La strategia delle aree interne
DettagliSelvicoltura sistemica e possibili attivitànegli habitat forestali: dalle utilizzazioni agli interventi complementari
Introduzione alla Gestione Forestale Sostenibile nelle Aree Protette Piano Vomano di Crognaleto - 22 settembre 2011-09-19 Selvicoltura sistemica e possibili attivitànegli habitat forestali: dalle utilizzazioni
DettagliBuone tecniche colturali per i beni silvo-pastorali della provincia di Trento
Allegato parte integrante Allegato 1 al Regolamento ALLEGATO 1 (articolo 1, comma 3) Buone tecniche colturali per i beni silvo-pastorali della provincia di Trento SELVICOLTURA NATURALISTICA APPLICATA IN
DettagliREGIONE BASILICATA DIPARTIMENTO AMBIENTE TERRITORIO POLITICHE DELLA SOSTENIBILITÀ Ufficio Foreste e Tutela del Territorio POTENZA
REGIONE BASILICATA DIPARTIMENTO AMBIENTE TERRITORIO POLITICHE DELLA SOSTENIBILITÀ Ufficio Foreste e Tutela del Territorio 85100 POTENZA L ASSESTAMENTO DELLE FORESTE DEMANIALI REGIONALI 1. OBIETTIVI DELLA
DettagliLIFE11 ENV/IT/ RESIL.FOR.MED.
RESIL.FOR.MED. Marcello Miozzo D.R.E.Am. Italia Background di LIFE ResilForMED Gestione non programmata (assenza di pianificazione, mancanza di orientamenti gestionali) Fattori di degrado (Cambiamenti
DettagliVERBALE DELLA VALUTAZIONE DEI TITOLI E DELLE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE
SELEZIONE PER LA COPERTURA DI N. 1 POSTO DI RICERCATORE A TEMPO DETERMINATO PER IL SETTORE CONCORSUALE 07/B2 SETTORE SCIENTIFICO DISCIPLINARE AGR/06 PRESSO IL DIPARTIMENTO DI GESTIONE DEI SISTEMI AGRARI,
DettagliGLI SCENARI DEGLI INCENDI
Giovanni Bovio CAPITOLO 8 GLI SCENARI DEGLI INCENDI INDICE 1 GLI SCENARI DEGLI INCENDI 3 1.1 Scenari estivi 7 1.2 Scenari invernali 8 1 GLI SCENARI DEGLI INCENDI Si riportano descrizioni e informazioni
DettagliALLEGATO 9.1 - CARATTERISTICHE STAZIONALI, DEL SOPRASSUOLO E COSTI DI UTILIZZAZIONE PER LE PARTICELLE DELLE AREE SPERIMENTALI MOGFUS
ALLEGATO 9.1 - CARATTERISTICHE STAZIONALI, DEL SOPRASSUOLO E COSTI DI UTILIZZAZIONE PER LE PARTICELLE DELLE AREE SPERIMENTALI MOGFUS Provincia Comune Località Ente gestore Quota Descrizione Area Sperimentale
DettagliCORSO DI LAUREA IN SCIENZE FORESTALI E AMBIENTALI
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE - FACOLTÀ DI AGRARIA CORSO DI LAUREA IN SCIENZE FORESTALI E AMBIENTALI Il Consiglio di Corso di Laurea in Scienze Forestali e Ambientali, regolarmente convocato, si è
DettagliDistribuzione dei cedui in Italia Superficie dei cedui per specie (%)
Distribuzione dei cedui in Italia Superficie dei cedui per specie (%) Castagno 17,6 Faggio 14,4 Querce decidue 19,4 Querce sempreverdi 5,5 Carpino 11,6 Altre latifoglie 21,9 Cedui coniferati 2,9 Il governo
DettagliCorso di Ecologia Forestale ECOSISTEMA. Donatella Spano DESA UNISS spano@uniss.it. D. Spano
Corso di Ecologia Forestale ECOSISTEMA Donatella Spano DESA UNISS spano@uniss.it Copyright 2006 Università di Sassari Ecosistema 3 Arthur Tansley, 1935 ECOSISTEMA Unità ambientale eterotipica risultante
DettagliAccademia di Agricoltura di Torino Tecniche d impianto e di gestione del bosco in zone declivi Sviluppo delle piante nei primi due anni
Accademia di Agricoltura di Torino Tecniche d impianto e di gestione del bosco in zone declivi Sviluppo delle piante nei primi due anni Presso l azienda sperimentale di Vezzolano (Albugnano, Asti) sono
DettagliMensile di divulgazione tecnico-scientifica della Compagnia delle Foreste, anno 21 n. 8 Dicembre ,00 Euro Poste Italiane S.p.A.
F O R E S T E E D A L B E R I O G G I Mensile di divulgazione tecnico-scientifica della Compagnia delle Foreste, anno 21 n. 8 Dicembre 2015-8,00 Euro Poste Italiane S.p.A.-Spedizione in Abbonamento Postale
DettagliEducazione Climatologico/Ambientale per il Parco Bosco delle Querce e dintorni
M O P I Centro Epson Meteo Proposta Progetto educativo culturale ambientale Educazione Climatologico/Ambientale per il Parco Bosco delle Querce e dintorni 04/09/2009 Meteo Operations Italia s.r.l. Sede
DettagliGli alberi monumentali dei Nebrodi. Prof. Rosario Schicchi Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali UNIPA
Gli alberi monumentali dei Nebrodi Prof. Rosario Schicchi Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali UNIPA La problematica connessa al censimento, alla salvaguardia e alla valorizzazione degli alberi
DettagliPARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA, CAMPIGNA. PIANO del PARCO
PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA, CAMPIGNA PIANO del PARCO Rapporto Ambientale ai fini della Valutazione Ambientale Strategica (VAS): rinvii ai contenuti di cui all Allegato VI
DettagliA. BRESCIANI (*) - S. BORCHI (*) - P. CHIOCCIOLI (**) - I. FANTONI (**) - S. NICOLOSO (**)
A. BRESCIANI (*) - S. BORCHI (*) - P. CHIOCCIOLI (**) - I. FANTONI (**) - S. NICOLOSO (**) IL PIANO DI GESTIONE DEL COMPLESSO REGIONALE FORESTE CASENTINESI (AR): LA SELVICOLTURA QUALE STRUMENTO DI REALIZZAZIONE
DettagliFederazione Regionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali dell Umbria
Federazione Regionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali dell Umbria Giornate di aggiornamento professionale sulla martellata nei boschi governati a ceduo 27-28 maggio 2011 Brevi cenni bio-ecologici
DettagliImplementazione di una piattaforma di monitoraggio ambientale per una pianificazione forestale sostenibile in relazione ai cambiamenti climatici
Implementazione di una piattaforma di monitoraggio ambientale per una pianificazione forestale sostenibile in relazione ai cambiamenti climatici Maria Cristina Monteverdi CREA FL Obiettivi Obiettivo Generale:
DettagliSensitività climatica e capacità di adattamento dell abete bianco in Italia e nell Appennino centrale
Ricostituzione di boschi a dominanza di faggio e Abies alba nell Appennino tosco-marchigiano - LIFE Natura /IT/00371 Acquasanta Terme (AP) 9-10 giugno 2010 Sensitività climatica e capacità di adattamento
DettagliFiliera foresta legno in Toscana. Le imprese di seconda trasformazione. Cipollaro M., Fratini R., Riccioli F.
Filiera foresta legno in Toscana. Le imprese di seconda trasformazione Cipollaro M., Fratini R., Riccioli F. Il sistema foresta legno in Toscana Metri cubi di equivalente tondo: dati 1992-93 di cui di:
DettagliDi seguito si riportano i risultati di apprendimento ed i termini di competenza cui ci si è attenuti e che si sono fatti propri.
Disciplina: : GEOPEDOLOGIA, ECONOMIA ED ESTIMO Il gruppo didattico di Estimo, nel compilare la parte del Piano di Studi d Istituto di sua competenza, ha fatto costante riferimento a quanto già elaborato
DettagliIl sistema formativo della Regione Piemonte nel settore forestale ed ambientale
Regione Piemonte, Dir. Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Economia Montana e Foreste Il sistema formativo della Regione Piemonte nel settore forestale ed ambientale Valerio Motta Fre Settore Gestione Attività
DettagliCURRICULUM DELL ATTIVITÀ SCIENTIFICA E DIDATTICA DEL DOTTOR ALBERTO MALTONI
CURRICULUM DELL ATTIVITÀ SCIENTIFICA E DIDATTICA DEL DOTTOR ALBERTO MALTONI COGNOME E NOME: Maltoni Alberto LUOGO E DATA DI NASCITA: Rimini, 16 gennaio 1963 RESIDENZA: via Ricordati, 3-51011 Buggiano (PT)
DettagliLINEE PRIORITARIE per la RICERCA FORESTALE Gruppo di competenza "Selvicoltura -Arboricoltura - Prodotti for. non legnosi" Pagina 1
1) PIANIFICAZIONE E GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE Pianificazione forestale e inventari Monitoraggio delle risorse forestali: parametri e metodologie comuni per gli inventari e per le indagini sullo stoccaggio
Dettagli