I nuovi eco reati introdotti nel codice penale.

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1 I nuovi eco reati introdotti nel codice penale

2 Codice penale Introdotto il titolo VI-bis nel libro secondo Legge n. 150/92 Commercio internazionale di specie animali e vegetali in via di estinzione Legge 22 maggio 2015, n. 68 Disposizioni in materia di delitti contro l ambiente D. Lgs. n. 152/2006 Introdotta la parte VIbis D. Lgs. n. 231/2001 Responsabilità amministrativa degli enti derivante da reati

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4 Arriva il disastro ambientale «abusivo» Il testo, ritenuto un grande successo da diversi partiti e da alcune associazioni ambientaliste, ha subito molti emendamenti e modifiche, e nella sua attuale formulazione risulta talmente enigmatico da poter rappresentare di fatto un possibile condono per i grandi inquinatori attuali e futuri. Attraverso l inserimento dell avverbio abusivamente, che, negli articoli 452-bis e 452- quater, sancisce il principio che l inquinamento ambientale o il disastro ambientale sono tali solo se cagionati abusivamente. Per decretare un disastro ambientale, tutto potrebbe dipendere adesso dalla presenza o dalla mancanza di un autorizzazione. Oltre al disastro ambientale abusivo questa legge ha un altro punto scricchiolante laddove sancisce che il disastro ambientale deve poter essere definito come alterazione irreversibile dell ecosistema, senza che i concetti di compromissione e di deterioramento dell ambiente stesso siano specificatamente definiti, lasciando così ampi margini d interpretazione.

5 Il delitto di inquinamento ambientale Art. 452-bis codice penale E punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da. 10,000 ad chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili: 1) delle acque o dell aria o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo; 2) di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna. Distaccandosi dal modello di illecito costruito sull esercizio di attività inquinante in difetto di autorizzazione ovvero in superamento dei valori soglia, la previsione risulta costruita come delitto di evento e di danno, dove l'evento di danno è costituito dalla compromissione o dal deterioramento, significativi e misurabili, dei beni ambientali specificamente indicati. L inquinamento potrà essere cagionato sia attraverso una condotta attiva, ossia con la realizzazione di un fatto considerevolmente dannoso o pericoloso, ma anche mediante un comportamento omissivo improprio, cioè con il mancato impedimento dell evento da parte di chi, secondo la normativa ambientale, è tenuto al rispetto di specifici obblighi di prevenzione rispetto a quel determinato fatto inquinante dannoso o pericoloso.

6 La natura giuridica del delitto di inquinamento L inquinamento ambientale, quale delitto di evento e di danno, si distacca dal modello di reato contravvenzionale di mera condotta e di pericolo astratto. Esso, però, lo assorbe, se ed in quanto l evento di compromissione o deterioramento sia conseguenza di una condotta costituente di per sé illecito amministrativo o penale. Il richiamo a condotte costituenti reato o illecito amministrativo pone, rispettivamente, la questione del concorso di reati ovvero del concorso apparente di norme penali o, nel caso di illecito amministrativo, dell applicabilità del principio di specialità di cui all art. 9 della Legge n. 689/1981. Dal tenore letterale della disposizione parrebbe trattarsi di reato complesso, nel senso che l art. 452-bis comprende in sé altro illecito penale (o amministrativo) più l evento tipizzato, ovvero la compromissione o il rilevante deterioramento ambientale. E ipotizzabile che le Procure arrivino a contestare comunque le contravvenzioni, unitamente al delitto, se non altro per evitare che eventuali assoluzioni per il delitto punito dall art. 452-bis, di non facile provabilità, lascino del tutto impunito l inquinatore, che abbia avuto l accortezza o la fortuna, per così dire, di inquinare abbastanza ma non troppo.

7 Cosa s intende per deterioramento significativo e misurabile? La significatività indica una situazione di chiara evidenza dell evento di inquinamento in virtù della sua dimensione. La richiesta compresenza di un coefficiente di misurabilità rimanda alla necessità di una oggettiva possibilità di quantificazione, tanto con riferimento alle matrici aggredite che ai parametri scientifici (biologici, chimici, organici, naturalistici, etc.) dell alterazione. In concreto, il confine sul lato inferiore della condotta dovrebbe essere rappresentato dal mero superamento delle concentrazioni soglie di rischio (CSR) punito dalla diversa fattispecie di pericolo prevista dall art. 257 del D. Lgs. 152 del 2006, ove non seguito dalla bonifica del sito che non abbia arrecato un evento di notevole inquinamento. Sul versante opposto la fattispecie confina con il più grave reato di disastro, che pretende (come di dirà oltre) una alterazione irreversibile o particolarmente onerosa dell ecosistema. L inquinamento è ravvisabile in tutte le condotte di danneggiamento delle matrici che producono una alterazione significativa del sistema, senza assumere le connotazioni dell evento tendenzialmente irrimediabile. Corte di Cassazione - Ufficio del massimario - Relazione n. III/04/2015 del 29 maggio 2015

8 Il disastro ambientale quale reato cd. giurisprudenziale L evento di disastro ambientale è stato sin qui ricondotto allo schema normativo di altro disastro (cd. disastro innominato ) di cui all art. 434 del codice penale. Si tratta di ipotesi spesso scrutinate dalla giurisprudenza della Corte, che ha ritenuto legittimo l inquadramento, affermando che il delitto di disastro colposo innominato (artt. 434 e 449 cod. pen.) è integrato da un "macroevento", che comprende non soltanto gli accadimenti disastrosi di grande immediata evidenza (crollo, naufragio, deragliamento ecc.), che si verificano in un arco di tempo ristretto, ma anche quegli eventi non immediatamente percepibili, che possono realizzarsi in un arco di tempo anche molto prolungato, che pure producano quella compromissione delle caratteristiche di sicurezza, di tutela della salute e di altri valori della persona e della collettività che consentono di affermare l'esistenza di una lesione della pubblica incolumità. La Cassazione ha altresì affermato che per la particolare struttura dell art. 434 cod. pen. il disastro ambientale innominato è delitto a consumazione anticipata, in quanto la realizzazione del mero pericolo concreto del disastro è idonea a consumare il reato mentre il verificarsi dell'evento (di cui al comma secondo) funge da circostanza aggravante.

9 Il nuovo delitto di disastro ambientale Art. 452-quater codice penale Fuori dai casi previsti dall articolo 434, chiunque abusivamente cagiona un disastro ambientale è punito con la reclusione da cinque a quindici anni. Costituiscono disastro ambientale alternativamente: 1) l alterazione irreversibile dell equilibrio di un ecosistema; 2) l alterazione dell equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali; 3) l offesa alla pubblica incolumità in ragione della rilevanza del fatto per l estensione della compromissione o dei suoi effetti lesivi ovvero per il numero delle persone offese o esposte a pericolo.

10 L abusività della condotta 1/2 La scelta dell avverbio «abusivamente» sia nell art. 452 bis, sia nell art. 452-ter ha suscitato plurimi interrogativi. In particolare, per i timori di una scarsa efficacia delle nuove fattispecie per effetto di un loro confinamento alle sole ipotesi di condotte abusive, in quanto sine titulo, con esclusione dunque di tutte le situazioni nelle quali sia possibile rinvenire un provvedimento formale di autorizzazione alla condotta materiale, dalla quale sia poi derivato il fenomeno di grave alterazione ambientale. In materia ambientale, l avverbio è già presente nell articolo 260 del D. Lgs. 152/2006, che sanziona le attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti. In base al comma primo della disposizione, infatti, chiunque, al fine di conseguire un ingiusto profitto, con più operazioni e attraverso l'allestimento di mezzi e attività continuative organizzate, cede, riceve, trasporta, esporta, importa, o comunque gestisce abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti è punito con la reclusione da uno a sei anni.

11 L abusività della condotta 2/2 Una sommaria ricognizione degli orientamenti della Cassazione in materia ambientale suggerisce una lettura della situazione abusiva non confinata all assenza delle necessarie autorizzazioni, ma estesa anche ai casi in cui esse siano scadute o (quanto meno manifestamente) illegittime o comunque non commisurate alla tipologia di attività richiesta, ovvero ancora siano violati le prescrizioni e/o i limiti delle autorizzazione stesse, così che l attività non sia più giuridicamente riconducibile al titolo abilitativo rilasciato dalla competente Autorità amministrativa. La giurisprudenza di legittimità sembra dunque attestarsi su una posizione che interpreta l'avverbio abusivamente come riferito a tutte le attività non conformi ai precisi dettati normativi svolte nel settore della raccolta e smaltimento di rifiuti. Non sembra ultroneo in proposito ricordare come in un ambito come quello urbanistico/paesaggistico, collegato alla materia ambientale per lo strettissimo intreccio degli interessi e beni tutelati, l orientamento della Corte è incline a ritenere che i relativi reati possano consumarsi anche in presenza di un permesso a costruire formalmente valido, se questo violi le norme che regolano la materia sotto i vari profili Corte di Cassazione - Ufficio del massimario - Relazione n. III/04/2015 del 29 maggio 2015

12 L impedimento del controllo 1/4 Art. 452-septies codice penale Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, negando l'accesso, predisponendo ostacoli o mutando artificiosamente lo stato dei luoghi, impedisce, intralcia o elude l'attività di vigilanza e controllo ambientali e di sicurezza e igiene del lavoro, ovvero ne compromette gli esiti, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. La previsione introduce una fattispecie di reato a forma vincolata poiché l'impedimento deve realizzarsi negando o ostacolando l'accesso ai luoghi, ovvero mutando artificiosamente lo stato dei luoghi che peraltro non costituisce un semplice corollario di quanto disposto dagli articoli precedenti, in quanto la norma è destinata a trovare applicazione tutte le volte che sia ostacolato un campionamento o una verifica ambientale. La clausola di riserva potrebbe operare ove il fatto integri ad esempio - le più gravi ipotesi di cui agli artt. 336 e 337 cod. pen..

13 L impedimento del controllo 2/4 La fattispecie non è del tutto nuova nel vasto panorama della normativa ambientale, essendo già sanzionate condotte analoghe, dal momento che l articolo 137, comma 8 del d.lgs. 152/06 sanziona, con l arresto fino a due anni, il titolare dello scarico che non consente l accesso agli impianti al soggetto incaricato del controllo. La sopra citata disposizione non esclude, tuttavia, la configurabilità, anche riguardo agli scarichi, del delitto ora introdotto nel codice penale, il quale, a sua volta, è applicabile salvo che il fatto costituisca più grave reato, come, ad esempio, nel caso in cui la condotta finalizzata all'impedimento del controllo sia idonea a concretare i reati di violenza o resistenza a pubblico ufficiale, soggetti a sanzione detentiva sensibilmente maggiore.

14 L impedimento del controllo 3/4 La condotta può essere posta in essere con modalità diverse, negando l'accesso, predisponendo ostacoli o mutando artificiosamente lo stato dei luoghi, determinando, quale conseguenza, non soltanto l'impedimento del controllo, ma anche il semplice intralcio o l'elusione dello stesso, ovvero la compromissione degli esiti della verifica. Le applicazioni pratiche paiono molteplici, perché vanno dal mero diniego di accesso ai luoghi ove deve essere effettuato il controllo, a comportamenti che rendono più difficoltoso il controllo o lo eludono, cosicché potrebbero rientrare nella fattispecie in esame condotte frequenti e ben note a chi opera nel settore della tutela penale dell'ambiente, quali, ad esempio, la predisposizione di bypass degli scarichi, il sottrarre alla vista una massiccia diluizione degli stessi, la mirata riduzione dell'attività di un impianto, l'occultamento di specifiche attività incidenti sul carico inquinante di un determinato processo produttivo e, finanche, il rifiuto della doverosa e necessaria collaborazione che determini le conseguenze descritte dalla norma in esame.

15 L impedimento del controllo 4/4 Il riferimento, generico, alla attività di vigilanza e controllo ambientali e di sicurezza e igiene del lavoro rende particolarmente ampio l'ambito di operatività dell'art septies, non soltanto perché dette attività riguardano anche una materia solo indirettamente collegata con quella ambientale, quale è appunto, quella della sicurezza ed igiene de lavoro, ma anche perché il riferimento ai controlli ambientali, senza alcuna ulteriore specificazione, consente di applicare la norma a tutte le attività di verifica rientranti, senza esclusione alcuna, nell'ambito di tale disciplina.

16 Il reato di omessa bonifica Art. 452-terdecies codice penale Salvo che il fatto non costituisca più grave reato, chiunque, essendovi obbligato per legge, per ordine del giudice ovvero di un autorità pubblica, non provvede alla bonifica, al ripristino o al recupero dello stato dei luoghi è punito con la pena della reclusione da uno a quattro anni e con la multa da euro a euro

17 Il traffico e abbandono di materiale radioattivo Art. 452-sexies codice penale Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro a euro chiunque abusivamente cede, acquista, riceve, trasporta, importa, esporta, procura ad altri, detiene, trasferisce, abbandona o si disfa illegittimamente di materiale ad alta radioattività. La pena di cui al primo comma è aumentata se dal fatto deriva il pericolo di compromissione o deterioramento: 1) delle acque o dell'aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo; 2) di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna. Se dal fatto deriva pericolo per la vita o per l'incolumità delle persone, la pena è aumentata fino alla metà.

18 Le circostanze aggravanti Art. 452-octies codice penale Quando l'associazione di cui all'articolo 416 è diretta, in via esclusiva o concorrente, allo scopo di commettere taluno dei delitti previsti dal titolo VI bis, le pene previste dal medesimo articolo 416 sono aumentate. Quando l'associazione di cui all'articolo 416-bis è finalizzata a commettere taluno dei delitti previsti dal titolo VI bis ovvero all'acquisizione della gestione o comunque del controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, di appalti o di servizi pubblici in materia ambientale, le pene previste dal medesimo articolo 416- bis sono aumentate. Le pene di cui ai commi primo e secondo sono aumentate da un terzo alla metà se dell'associazione fanno parte pubblici ufficiali o incaricati di un pubblico servizio che esercitano funzioni o svolgono servizi in materia ambientale.

19 La prescrizione lunga Il testo prevede un inasprimento della disciplina della prescrizione, i cui termini vengono raddoppiati rispetto a quelli ordinari previsti dall art. 157, co. 6 c.p. (art. 1, comma 6, Legge n. 68/2015): disposizione che forse sarebbe stato più opportuno prevedere per i tanti reati contravvenzionali ambientali falcidiati dalla prescrizione, più che per i nuovi delitti, visto che già secondo la disciplina ordinaria si sarebbero prescritti rispettivamente in sei e in venti anni (sette e mezzo e venticinque in caso di atti interruttivi); sicché il nuovo art. art. 452-septies, co. 5 stabilisce oggi una prescrizione che nel caso del delitto di disastro ambientale doloso è pari a complessivi quaranta anni (cinquanta in caso di atti interruttivi)!

20 Il ravvedimento operoso 1/2 Art. 452-decies Le pene previste per i delitti di cui al presente titolo, per il delitto di associazione per delinquere di cui all'articolo 416 aggravato ai sensi dell'articolo 452-octies, nonché per il delitto di cui all'articolo 260 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, sono diminuite dalla metà a due terzi nei confronti di colui che si adopera per evitare che l'attività delittuosa venga portata a conseguenze ulteriori, ovvero, prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado, provvede concretamente alla messa in sicurezza, alla bonifica e, ove possibile, al ripristino dello stato dei luoghi, e diminuite da un terzo alla metà nei confronti di colui che aiuta concretamente l'autorità di polizia o l'autorità giudiziaria nella ricostruzione del fatto, nell'individuazione degli autori o nella sottrazione di risorse rilevanti per la commissione dei delitti. Ove il giudice, su richiesta dell'imputato, prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado disponga la sospensione del procedimento per un tempo congruo, comunque non superiore a due anni e prorogabile per un periodo massimo di un ulteriore anno, al fine di consentire le attività di cui al comma precedente in corso di esecuzione, il corso della prescrizione è sospeso.

21 Il ravvedimento operoso 2/2 La disposizione premiale affianca ipotesi di ravvedimento operoso (si adopera per evitare che l attività delittuosa venga portata a conseguenze ulteriori,... nella sottrazione di risorse rilevanti per la commissione dei delitti... ), ad altre di collaborazione processuale (aiuta concretamente l autorità di polizia o l autorità giudiziaria nella ricostruzione del fatto, nella individuazione degli autori), utilizzando formule già collaudate (Sequestro di persona a scopo di estorsione: art. 630, co. 5 c.p.). La novità sta nell aggiunta della messa in sicurezza, della bonifica e, ove possibile, del ripristino dello stato dei luoghi quale ulteriore condotta premiata. E curioso notare come l annunciato intervento normativo preveda le misure reintegratorie non come obbligo seguente alla condanna, bensì come prestazione cui subordinare il premio, mirando al medesimo risultato politico criminale con le lusinghe del premio anziché con la minaccia di sanzioni accessorie

22 La confisca Art. 452-undecies codice penale 1. Nel caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti, a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale, per i delitti previsti dagli articoli 452- bis, 452-quater, 452-sexies, 452-septies e 452-octies del presente codice, è sempre ordinata la confisca delle cose che costituiscono il prodotto o il profitto del reato o che servirono a commettere il reato, salvo che appartengano a persone estranee al reato. 4. L'istituto della confisca non trova applicazione nell'ipotesi in cui l'imputato abbia efficacemente provveduto alla messa in sicurezza e, ove necessario, alle attività di bonifica e di ripristino dello stato dei luoghi. Le disposizioni in commento ribadiscono la collocazione dei delitti ambientali nell ambito della criminalità organizzata orientata al profitto, fornendo alla magistratura incisivi strumenti ablativi delle ricchezze illecite conseguite.

23 Le responsabilità «patrimoniali» delle imprese e degli enti Art. 1, co.8, L. 65/2015: «all'articolo 25-undecies del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, sono apportate le seguenti modificazioni»: Al comma 1, le lettere a) e b) sono sostituite dalle seguenti: a) per la violazione dell'art. 452-bis, la sanzione pecuniaria da 250 a 600 quote; b) per la violazione dell'art. 452-quater, la sanzione pecuniaria da 400 a 800 quote; c) per la violazione dell'art. 452-quinquies, la sanzione pecuniaria da 200 a 500 quote; d) per i delitti associativi aggravati ai sensi dell'art. 452-octies, la sanzione pecuniaria da 300 a 1000 quote; e) per il delitto di traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività ai sensi dell'art. 452-sexies, la sanzione pecuniaria da 250 a 600 quote; f) per la violazione dell'articolo 727-bis, la sanzione pecuniaria fino a 250 quote; g) per la violazione dell'articolo 733-bis, la sanzione pecuniaria da centocinquanta a duecentocinquanta quote.

24 Le responsabilità «patrimoniali» delle imprese e degli enti Riferimenti normativi Il D. Lgs 8 giugno 2001, n. 231 ha introdotto nel nostro ordinamento giuridico la responsabilità "amministrativa" di società ed enti per una serie di reati (precisamente individuati) commessi a loro vantaggio e interesse da amministratori (anche di fatto) o dipendenti delle stesse. Il D. Lgs. 7 luglio 2011, n. 121 (pubblicato sulla G.U. dell'1 agosto 2011), recante Attuazione della Direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell ambiente, nonché della Direttiva 2005/35/CE, relativa all inquinamento provocato dalle navi e all introduzione di sanzioni per violazioni.

25 La disciplina sanzionatoria Le sanzioni previste dal D. Lgs. 231/2001 per le persone giuridiche ritenute responsabili sono di tipo interdittivo e pecuniario. Ad esse si aggiungono la confisca e la pubblicazione della sentenza (art. 9 D. Lgs. n. 231/2001). Le sanzioni interdittive consistono in: interdizione dall'esercizio dell'attività, sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell'illecito; divieto di contrarre con la pubblica amministrazione; esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi ed eventuale revoca di quelli concessi; divieto di pubblicizzare beni o servizi. Le sanzioni pecuniarie vengono applicate per quote in un numero non inferiore a cento né superiore a mille. Poiché l'importo di una quota va da un minimo di. 258,23 ad un massimo di ,37 avremo sanzioni da un minimo di ,00. ad un massimo Non è ammesso il pagamento in forma ridotta (art. 10 D. Lgs. n. 231/2001). Dell'obbligazione per il pagamento della sanzione pecuniaria risponde soltanto l'ente con il suo patrimonio o con il fondo comune.

26 Accertamento ed applicazione delle sanzioni L'accertamento della responsabilità dell'ente e l'applicazione delle sanzioni competono al Giudice penale competente per l'accertamento del reato dal quale dipende la responsabilità dell'ente (articolo 36 D. Lgs. n. 231/2001). Il procedimento per l'illecito amministrativo dell'ente è riunito al procedimento penale instaurato nei confronti dell'autore del reato da cui l'illecito dipende (articolo 38 D. Lgs. n. 231/2001). Giudice dell'esecuzione delle sanzioni è il Giudice penale stesso che le ha deliberate.

27 L estensione della responsabilità amministrativa ai reati ambientali Dal 16 agosto 2011 la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche ex D. Lgs 231/2001 è estesa a una serie di reati ambientali. Il D. Lgs. 121/2011, modificando il D. Lgs 231/2001, ha esteso alle persone giuridiche la responsabilità in materia di una serie di reati ambientali previsti, in particolare, dal D. Lgs 152/2006, dalla legge 7 febbraio 1992, n. 150, dalla legge 28 dicembre 1993, n. 549 e dal D. Lgs 6 novembre 2007, n. 202 se commessi da amministratori e dipendenti a vantaggio e interesse della persona giuridica.

28 Scarichi di acque reflue industriali, senza autorizzazione (articolo 137, comma 1) Sanzione pecuniaria fino a 250 quote Scarichi di acque reflue industriali contenenti le sostanze pericolose comprese nelle famiglie e nei gruppi di sostanze indicate nelle tabelle 5 e 3/A dell'allegato 5 dello stesso Codice ambientale (articolo 137, comma 2) Sanzione pecuniaria da 200 a 300 quote Scarico di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose (articolo 137, comma 3) Superamento valori limite in caso di scarico di acque reflue industriali (articolo 137, comma 5, primo periodo Sanzione pecuniaria da 150 a 250 quote Sanzione pecuniaria da 150 a 250 quote Scarichi di acque reflue industriali oltre i limiti, più restrittivi fissati dalle Regioni (articolo 137, comma 5, secondo periodo. Sanzione pecuniaria da 200 a 300 quote

29 Mancata osservanza dei divieti di scarico sul suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee (articolo 137, comma 11) Sanzione pecuniaria da 200 a 300 quote Attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti non pericolosi senza autorizzazione (articolo 256, comma 1, lettera a)) Sanzione pecuniaria fino a 250 quote Deposito temporaneo presso il luogo di produzione di rifiuti sanitari pericolosi (articolo 256, comma 6, primo periodo) Sanzione pecuniaria fino a 250 quote Attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti pericolosi senza autorizzazione (articolo 256, comma 1, lettera b)) Sanzione pecuniaria da 150 a 250 quote Realizzazione o gestione di discarica non autorizzata (art. 256, co. 3, primo periodo) Sanzione pecuniaria da 150 a 250 quote

30 Effettuazione di attività non consentite di miscelazione di rifiuti (art. 256, comma 5) Realizzazione o gestione di discarica non autorizzata in con destinazione della discarica, anche in parte allo smaltimento di rifiuti pericolosi (arti. 256, co. 3, secondo periodo) Sanzione pecuniaria da 150 a 250 quote Sanzione pecuniaria da 200 a 300 quote Inquinamento del suolo, del sottosuolo, delle acque superficiali o delle acque sotterranee con il superamento delle C.S.R. senza provvedere alla bonifica (arti.257, co. 1) Sanzione pecuniaria fino a 250 quote Inquinamento, tramite sostanze pericolose, del suolo, del sottosuolo, delle acque superficiali o delle acque sotterranee con il superamento delle C.S.R. senza provvedere alla bonifica (art. 257, co. 2) Sanzione pecuniaria da 150 a 250 quote

31 Predisposizione di un certificato di analisi di rifiuti, fornendo false indicazioni sulla natura, sulla composizione e sulle caratteristiche chimicofisiche dei rifiuti e uso di un certificato falso durante il trasporto (arti. 258, co. 4, secondo periodo) Sanzione pecuniaria da 150 a 250 quote Traffico illecito di rifiuti (art. 259, co. 1) Sanzione pecuniaria da 150 a 250 quote Attività organizzata al fine del traffico illecito di rifiuti (articolo 260, comma 1) Sanzione pecuniaria da 300 a 500 quote Attività organizzata al fine del traffico illecito di rifiuti ad alta radioattività (arti. 260, co. 2) Predisposizione di un certificato di analisi di rifiuti, utilizzato nell'ambito del SISTRI fornendo false indicazioni sulla natura, sulla composizione e sulle caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti e a inserimento di un certificato falso nei dati da fornire ai fini della tracciabilità dei rifiuti (art. 260-bis, co. 6) Sanzione pecuniaria da 400 a 800 quote Sanzione pecuniaria da 150 a 250 quote

32 Omissione, in caso di rifiuti pericolosi, di accompagnare il trasporto dei rifiuti con la copia cartacea della scheda Sistri Area movimentazione e, ove necessario sulla base della normativa vigente, con la copia del certificato analitico che identifica le caratteristiche dei rifiuti Sanzione pecuniaria da 150 a 250 quote Uso, durante il trasporto di rifiuti pericolosi di un certificato di analisi di rifiuti contenente false indicazioni sulla natura, sulla composizione e sulle caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti trasportati (articolo 260-bis, comma 7, secondo e terzo periodo) Sanzione pecuniaria da 150 a 250 quote Accompagnamento del trasporto di rifiuti con una copia cartacea della scheda Sistri Area movimentazione fraudolentemente alterata (articolo 260-bis, comma 8, primo periodo) Sanzione pecuniaria da 150 a 250 quote

33 Accompagnamento del trasporto di rifiuti pericolosi con una copia cartacea della scheda Sistri Area movimentazione fraudolentemente alterata (articolo 260-bis, comma 8, secondo periodo) Sanzione pecuniaria da 200 a 300 quote Soggetti che nei casi ex articolo 281, comma 1 non hanno adottato tutte le misure idonee a evitare un aumento anche temporaneo, delle emissioni (articolo 279, comma 5) Sanzione pecuniaria fino a 250 quote

34 Grazie per la gentile attenzione

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