Lo Stato come ha affrontato il problema della riduzione degli effetti di un terremoto?

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1 PREVENZIONE Lo Stato come ha affrontato il problema della riduzione degli effetti di un terremoto?

2 Normativa di riferimento L azione dello Stato per la riduzione degli effetti del terremoto si è sviluppata su due fronti: classificando il territorio sulla base dell intensità e frequenza dei terremotidel passatoe prevedendo l applicazione, nelle zone classificate sismiche, di speciali norme per le costruzioni. La logica sulla quale si fonda la legislazione antisismica italiana, allineata alle più moderne normative a livello internazionale, è quella di prescrivere norme tecniche in base alle quali un edificio sopporti senza gravi danni i terremoti meno forti e senza crollare i terremoti più forti, salvaguardandoprima di tutto le vite umane. oggi.

3 PRIMA DEL 1908

4 PRIMA DEL 1908

5 PRIMA DEL 1908

6 L AZIONE DI PREVENZIONE Classificazione sismica e normativa Il terremoto del 28 luglio 1883 (X-XI MCS) di Casamicciola nell Isola d Ischia, rappresenta la prima vera grande catastrofe naturale affrontata dal nuovo stato unitario. L elevato numero dei morti (2333) tra cui molti facoltosi turisti del nord Europa per la presenza delle omonime Terme, contribuì molto a rendere nota la tragedia in tutto il mondo. I soccorsi giunsero rapidamente per la presenza di un presidio militare nell isola e da Napoli. A seguito del terremoto vennero presi i primi provvedimenti legislativi antisismici quali il Regolamento Edilizio dell Isola che stabiliva una prima disciplina del settore e l obbligatorietà di piani regolatori, che peraltro vennero del tutto disattesi.

7 L AZIONE DI PREVENZIONE Classificazione sismica e normativa Il primo grande terremoto del nuovo secolo è quello della Calabria dell 8 settembre Con una M>7 (XI MCS) provoca relativamente meno morti (557) per l ora antelucana in cui gran parte della popolazione si era già recata al lavoro nei campi. I soccorsi vennero prontamente portati dall esercito attraverso il Genio Militare. La questione meridionale era già all ordine del giorno per il governo dell epoca, per cui fu subito emanato il DDL 255 del che recava disposizioni concernenti sgravi fiscali, concessione di prestiti, opere pubbliche, bonifiche rimboschimenti e formazione professionale con un primo abbozzo di normativa antisismica. Ci furono forti ritardi e solo grazie al concomitante ruolo dei comitati di soccorso istituiti da varie città italiane si poté lentamente iniziare l opera di ricostruzione di alcuni paesi.

8 L AZIONE DI PREVENZIONE Classificazione sismica e normativa Terremoto di Reggio Calabria e Messina 28 dicembre 1908 ore I (MCS): XI grado magnitudo: 7.2 morti: circa A seguito di questo disastroso evento lo Stato unitario avvia per la prima volta organicamente, l azione di prevenzione degli effetti del terremoto attraverso l emanazione di una classificazione sismica e normativa

9 Reggio Calabria e Messina, 1908 M = 7.2, circa morti Per la vastità dell area coinvolta e per le conseguenze, l evento condizionò per anni l economia e le dinamiche demografiche delle aree colpite, che furono caratterizzate da un momentaneo spopolamento al quale seguì un flusso migratorio richiamato dalla richiesta di manodopera necessaria alla ricostruzione.

10 Il terremoto del 1908 segna l inizio dell azione dello Stato italiano per la riduzione degli effetti degli eventi sismici, attraverso l introduzione della classificazione sismica del territorio e l applicazione di specifiche norme per le costruzioni nei territori classificati. E del 1909, infatti, il primo Regio Decreto contenente norme valide per l intero territorio nazionale.

11 L AZIONE DI PREVENZIONE Classificazione sismica e normativa RD n.193/1909 Norme tecniche ed igieniche per le riparazioni, ricostruzioni e e nuove costruzioni degli edifici pubblici e privati nei luoghi colpiti dal terremoto del 28 dicembre 1908

12 L AZIONE DI PREVENZIONE Classificazione sismica e normativa Scelta dei siti idonei Tecniche costruttive (muratura, telai) Regole costruttive (cordoli, strutture non a sbalzo o spingenti)

13 Avezzano, 13 gennaio 1915 M = 7.0, circa morti La scossa fu avvertita in tutta l'italia centrale e fu seguita, nei mesi successivi, da più di 1000 repliche. Per l'estensione dell'area di risentimento, per il numero delle vittime, dei feriti, dei senzatetto, per il numero dei centri abitati sconvolti, rappresenta certamente uno dei terremoti più violenti che la storia sismica italiana ricordi. A causa degli eventi politici che caratterizzarono la vita nazionale alla vigilia dell imminente entrata in guerra, presto del terremoto rimasero soltanto deboli tracce; già nei quotidiani del mese di febbraio poco spazio è dedicato ai problemi dei paesi terremotati.

14 13 GENNAIO 1915, AVEZZANO AQ RD n. 573/1915 Norme da osservarsi per le riparazioni, ricostruzioni e e nuove costruzioni degli edifici pubblici e privati nelle zone sismiche interessate dal terremoto del 13 gennaio 1915

15 NEGLI ANNI SUCCESSIVI RD n. 431/1927 RD n. 640/1935 Garfagnana 1920 Mugello 1919 Rimini 1916 Ancona 1930 Monte Amiata 1917 Vulture 1930

16 Belice, 15 gennaio 1968 M = 6.1, circa 300 morti Il 14 gennaio 1968 furono avvertite le prime scosse: tremò tutta la Sicilia occidentale, non si registrarono crolli gran parte della popolazione fu presa dal panico e decise di dormire all aperto, avvolta in coperte in macchina, sulle piazze dei paesi o in aperta campagna altrimenti il numero delle vittime sarebbe stato di gran lunga più elevato. Il 90% del patrimonio edilizio rurale subì danni irreparabili, con gravi ripercussioni sull economia quasi esclusivamente agricola dell area.

17 CLASSIFICAZIONE SISMICA 1975 Legge n. 64 DM Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche

18 Friuli, 6 maggio 1976 M = 6.4, circa 970 morti Nelle ore che seguirono la violenta scossa, la forte presenza militare in Friuli consentì, fortunatamente, che le operazioni di soccorso fossero sufficientemente rapide ed efficaci, facilitando lo sgombero delle macerie, l'allestimento di ricoveri provvisori e cucine da campo, la riattivazione dei servizi, riducendo così i disagi ai terremotati. Il sisma del 1976 in Friuli ebbe un forte impatto sull opinione pubblica; peraltro fu anche il primo terremoto in cui la diretta televisiva portò le immagini del dolore e della distruzione in tutte le case italiane.

19 23 novembre 1980 Domenica ore 19,36 Magnitudo 6.9

20 CLASSIFICAZIONE SISMICA VECCHIA ( ) NUOVA (2004) CATEGORIA ZONA 1a 2a 3a nc

21 La classificazione nel 1975 La classificazione nel 1984 Nuovi inserimenti Declassificazioni

22 La Classificazione Sismica O.P.C.M. 28 marzo 2003, n.3274 I comuni italianisono stati classificati in 4 categorie principali, in base al loro rischio sismico, calcolato in base al PGA (Picco di accelerazione gravitazionale) Zona 1: sism. alta, PGA oltre 0,25g. Zona 2: sism. media, PGA fra 0,15 e 0,25g. Zona 3: sism. bassa, PGA fra 0,05 e 0,15g Zona 4: sism. molto bassa:, PGA < 0,05g.

23 I NUMERI

24 Normativa di riferimento D.M Decreto Ministeriale (infrastrutture) 14 gennaio 2008 Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni (G.U. n. 29 del 4 febbraio 2008) Legge 24 giugno 2009, n. 77 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile.(09g0088) " pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 147 del 27 giugno 2009 «Art. 1-bis. - (Misure urgenti in materia antisismica) All'articolo 20, comma 1, del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, e successive modificazioni, al primo periodo, le parole: "30 giugno 2010" sono sostituite dalle seguenti: "30 giugno 2009" e il secondo periodo è soppresso».

25 NORMATIVA

26 Normativa di riferimento D.M

27 Normativa di riferimento D.M

28 Normativa di riferimento D.M

29 Normativa di riferimento D.M

30 Normativa di riferimento D.M

31 Normativa di riferimento D.M

32 Normativa di riferimento D.M

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34 PERICOLOSITA SISMICA

35 Pericolosità sismica di base Si intende la pericolosità sismica intrinseca alle caratteristiche Sismologiche dell area (tipologia delle sorgenti sismiche, energia e frequenza dei terremoti). La pericolosità sismica di base calcola (con approccio probabilistico), per una certa regione e in un determinato periodo di tempo, i valori di parametri corrispondenti a prefissate probabilità di eccedenza. Tali parametri (velocità, accelerazione, intensità, ordinate spettrali) descrivono lo scuotimento prodotto dal terremoto in condizioni di suolo rigido e senza irregolarità morfologiche (terremoto di riferimento). La scala di studio è solitamente regionale. Una delle finalità di questi studi è la classificazione sismica a vasta scala del territorio, finalizzata alla programmazione delle attività di prevenzione e alla pianificazione dell emergenza. Costituisce una base per la definizione del terremoto di riferimento per studi di microzonazione sismica Pericolosità sismica locale Componente della pericolosità sismica dovuta alle caratteristiche locali (litostratigrafiche e morfologiche, v. anche effetti locali). Lo studio della pericolosità sismica locale è condotto a scala di dettaglio partendo dai risultati degli studi di pericolosità sismica di base (terremoto di riferimento) e analizzando i caratteri geologici, geomorfologici geotecnici e geofisici del sito; permette di definire le amplificazioni locali e la possibilità di accadimento di fenomeni di instabilità del terreno. Il prodotto più importante di questo genere di studi è la carta di microzonazione sismica.

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38 .SEGUE

39 PERICOLOSITA LOCALE

40 Azioni del sima sui terreni La Microzonazione Sismica DEFINIZIONE: Per microzonazione sismica (MS) si intende la valutazione e l individuazione delle aree di comportamento omogeneo sotto il profilo della risposta sismica locale e dei fenomeni che avvengono durante un terremoto. La MS individua e caratterizza le zone stabili, le zone stabili suscettibili di amplificazione locale del moto sismico e le zone suscettibili di instabilità* * ("Indirizzi e criteri generali per la microzonazione sismica _ Dipartimento della Protezione civile, Conferenza Unificata delle Regioni e delle Province autonome_) FINALITA : Nella pianificazione territoriale per -orientare la scelta di aree per nuovi insediamenti -definire gli interventi ammissibili in una data area -programmare le indagini e i livelli di approfondimento -stabilire orientamenti e modalità di intervento nelle aree urbanizzate -definire priorità di intervento

41 Azioni del sima sui terreni La Microzonazione Sismica Nella pianificazione d emergenza per -scegliere aree e strutture di emergenza ed edifici strategici in zone stabili; -individuare, in caso di collasso, i tratti critici delle infrastrutture viarie e di servizio e le opere rilevanti per le quali potrebbero essere necessarie specifiche valutazioni di sicurezza. Nella fase della ricostruzione per -scegliere le aree per le abitazioni temporanee; -fornire elementi ai tecnici e amministratori, sull opportunità di ricostruire gli edifici non agibili; - contribuire a scegliere nuove aree edificabili Nella fase della ricostruzione, inoltre,gli studi di MS, possono offrire elementi conoscitivi utili per la progettazione di opere, con differente incisività in funzione del livello di approfondimento e delle caratteristiche delle opere stesse, indirizzando alla scelta delle indagini di dettaglio.

42 Azioni del sima sui terreni La Microzonazione Sismica La Microzonazione Sismica Lo studio di MS è uno strumento conoscitivo dalle diverse potenzialità, che ha costi differenti in funzione del livello di approfondimento che si vuole raggiungere: -il livello 1 è un livello propedeutico ai veri e propri studi di MS, in quanto consiste in una raccolta di dati preesistenti, elaborati per suddividere il territorio in microzone qualitativamente omogenee -il livello 2 introduce l elemento quantitativo associato alle zone omogenee, utilizzando ulteriori e mirate indagini, ove necessarie, e definisce una vera carta di MS -il livello 3 restituisce una carta di MS con approfondimenti su tematiche o aree particolari.

43 La Microzonazione Sismica Metodi ed indagini propedeutici alla microzonazionesismica Livelli Metodi Indagini 1 livello di tipo qualitativo Raccolta dati Analisi critica dati Analisi topografica Redazione carte 2 livello di tiposemiquantitativo Ricostruzione profili Vs H Ricostruzione profili topograici Metodi semplificati (Abachi) 3 livello di tipo quantitativo Analisi risposta sismica locale Definizione input sismico Modelli numerici 1D/2D Calcolo dei Fa Geologiche Geomorfologiche Litotecniche Geofisiche (Vp/Vs) Morfologiche Geognostiche Geofisiche (Vp/Vs) Topografiche Geognostiche Geofisiche (Vp/Vs) Onda anomala prodotta da un maremoto e schema della sua azione. L. CAGLIOTI P. MISITI E. PELLACCI,Scienze della Terra, Le Monnier, Firenze 1996, p. 239.

44 Quindi lo scopo della microzonazione sismica è quello di valutare ed individuare aree a comportamento omogeneo sotto il profilo della risposta sismica locale e dei fenomeni cosismici. A tal fine sono analizzate le condizioni geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche locali in grado di produrre amplificazioni del segnale sismico rispetto al substrato. Misure di amplificazione La Microzonazion ne Microzonazione sismica del centro abitato di San Giuliano di Puglia, emanazione degli indirizzi per Molise e Puglia e preparazione delle linee guida nazionali.

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