SPAGNA SETTENTRIONALE 2011 Lungo i Cammini di Santiago

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1 SPAGNA SETTENTRIONALE 2011 Lungo i Cammini di Santiago Periodo: 16/31 Luglio 2011 Equipaggio: Trillian e Fabio. Mezzo: Camper CI Ford Transit 2.5 Chilometri percorsi: circa Costo complessivo: circa 820 Euro a testa La preparazione del viaggio La decisione del viaggio nasce pian piano. Quasi per caso, con alcune e telefonate, Fabio convince Trillian a prendersi con la forza due settimane di ferie. In quattro e quattro otto, ci troviamo ad organizzare un audace itinerario in camper. Novità assoluta per la comunque avventurosa Trillian che non ha mai avuto il piacere di viaggiare su una casa a quattro ruote. Il nostro programma prevede di seguire le orme dei pellegrini del Camino di Santiago del Norte, percorrendo la costa atlantica fino alla Galizia, Santiago de Compostela e Cabo Fisterra, per poi tornare sui nostri passi, seguendo nell entroterra il tracciato del più frequentato Camino Frances fino ai Pirenei. La Spagna che non ti aspetti Paesini di montagna quasi alpini; verdi pendii a pochi metri dal mare su cui pascolano mucche e pecore; scorci da plastico ferroviario svizzero; boschi di eucalipti che ti fanno volare con l immaginazione a migliaia di chilometri di distanza; tavole da surf e lunghissime spiagge. E ancora: estuari che sembrano fiordi nordeuropei; fari e capi rocciosi che si immergono nell oceano; fine pioggerellina scozzese e temperature tutt altro che estive. Infine, lingue locali originalissime, come il basco, l asturiano o il galego. Presenti un po ovunque, (perfino nella cartellonistica stradale e nelle insegne dei negozi) evidenziano il forte regionalismo della Spagna settentrionale e il desiderio di ribadire le proprie origini, la propria unicità. La Spagna che ti aspetti Ricchissimi altari barocchi e cattedrali; il giallo dei vasti spazi coltivati a frumento e del sole cocente; le tradizionali celebrazioni religiose e la profana tauromachia che, talvolta, si mescolano tra loro; la gustosa cucina che condividono i popoli del Mediterraneo; e il Cammino di Santiago. Sì, quel pellegrinaggio così celebre da essere conosciuto semplicemente come il Cammino. Percorso come voto religioso, come esperienza di vita o come semplice trekking lungo. Ma anche Accoglienza, organizzazione e valorizzazione del patrimonio locale e nazionale. Le guide sono preparate e alla mano. I punti informazione per i turisti e le indicazioni stradali sono presenti ed affidabili. Tutto a prezzi onesti, se si fa il confronto con altre mete europee. I camperisti, poi, sperimenteranno quella tolleranza che qui in Italia scarseggia. Sono numerose le aree di sosta gratuite e i divieti quasi del tutto assenti. Abbiamo trovato molto comodo, e talvolta incantevole, trascorrere la notte in sosta libera. Che meraviglia se tutto ciò accadesse anche in Italia! Nel nostro paese che, comunque, ha molto più da offrire come patrimonio artistico, storico e naturale. 1 di 52

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3 IL VIAGGIO GIORNO 1-16 Luglio, sabato: PARTENZA Taggia (Imperia) Chilometri percorsi: circa 280 Notte: Area di Servizio di Castellaro Nord (Imperia). Partenza Taggia (IM): 280 km E sabato. Verso le 20.00, Trillian raggiunge la casa di Fabio, con la sua Punto bianca che straborda di bagagli e di ogni cosa le era rimasta in frigo prima di chiudere l appartamento. Tutto di corsa oggi. Non ha nemmeno il tempo di mangiare a casa. Sarà una porzione di invitanti zucchine lesse, mangiate durante il viaggio, a fare le veci della sua cena domestica. Fabio, d altro canto, ha trascorso con frenesia l ultima ora, cercando di riparare la ventola dell inverter: fondamentale per mantenere carichi cellulari e laptop, in caso di soste fuori campeggio. Come un piccolo Mac Gyver, dopo aver fatto letteralmente incendiare la ventolina originale, riesce ad applicare all ultimo quella di un PC, che si rivelerà tanto antiestetica quanto funzionale (sicuramente sovradimensionata). Si parte dopo un oretta, con l idea di viaggiare fin verso la mezzanotte. Al volante c è Fabio che prevede di fermarsi verso Bordighera. In realtà ci fermiamo pochi chilometri prima, verso Taggia (Area di Servizio di Castellaro Nord) dove pernottiamo. 3 di 52

4 GIORNO 2-17 Luglio, domenica: * Carcassonne (FR) Chilometri percorsi: circa 540 Notte: Carcassonne - Parcheggio gratuito a meno di un km a NNO della cittadella (GPS N , E ) Taggia (IM) Carcassonne (FR): 540 km La notte in autogrill trascorre più tranquilla di quanto il proprietario del camper, ed insegnante di camperismo di Trillian, pensasse. Una buona colazione non può che essere propizia al lungo viaggio che ci apprestiamo ad incominciare oggi. La meta è la città di Carcassonne, in Francia, situata un centinaio di chilometri a sud-est di Tolosa. Il tempo è incerto ma non piove. D altronde siamo preparati al peggio: le previsioni degli ultimi giorni danno temperature autunnali e precipitazioni su tutto il nord della Spagna. Almeno non soffriremo il caldo, ripetiamo come un mantra. Trillian si sposta sul sedile del guidatore e si mostra sorprendentemente a suo agio nel guidare, per la prima volta nella sua vita, un autocaravan. Brava Trillian! Attraversiamo la frontiera con la Francia. Se non fosse per i cartelli e per i salatissimi pedaggi che iniziamo subito a versare nelle casse transalpine, avremmo potuto benissimo non accorgercene. Fabio mostra a Trillian lo splendido borgo sul mare di Mentone, visibile dall alto della strada. Ma torniamo ai pedaggi. Sono talmente cari e frequenti (con conseguente perdite di tempo, code ecc.) da fare ripromettere a Fabio al termine del viaggio: mai più autostrada in Francia!. Passata Cannes, a pochi chilometri dalla costa vediamo le formazioni rocciose rosso mattone di Rocher de Roquebrune: buon banco di prova per le prime fotografie. Arriviamo a *Carcassonne verso sera. Il campeggio Camping de la Cité è al completo e, visto che il Camping a l ombres des oliviers, che avevamo individuato come alternativa, è piuttosto scomodo per la visita, troviamo parcheggio vicino alla cittadella (vedi intestazione) e pernottiamo lì assieme ad altri colleghi, sebbene la sosta sia espressamente vietata ai camper. 4 di 52

5 Carcassonne (FR): la Cité L attrazione principale del luogo è la Cité, ossia la cittadella fortificata che sorge su una collina, con tanto di mura, torri, ponte levatoio e castello (Chateau Comtal). Davvero suggestiva, sopratutto se vista arrivando dalle campagne circostanti. Noi, purtroppo, così l abbiamo potuta ammirare solo in foto e di sfuggita, al rientro verso casa. La storia della fortificazione ha inizio con la conquista romana del I secolo a.c. e continua con il passaggio di numerosi altri conquistatori (visigoti, saraceni, franchi ) fino all invadente restauro del 1800, che ci permette di ammirare un opera completa ed in buono stato, anche se non del tutto autentica. Fabio pensa che, d altronde, il restauro stesso è entrato nella storia. Perché votarsi quindi ad un approccio esclusivamente conservativo in archeologia? Trillian scatta foto splendide, aiutata dalla luce che precede il tramonto e dalle nuvole che attraversano il cielo. Camminiamo lungo la parte esterna della fortificazione. L interno, accessibile ai pedoni passando attraverso il ponte levatoio, è decisamente turistico: ristoranti, bar e negozi che vendono riproduzioni di spade, statuine di cavalieri medievali ed abiti d epoca. In uno di questi Fabio si ferma ad acquistare dei piatti costruiti a mosaico con vetri dai colori vivaci. Saranno i suoi cadeaux da portare in Italia. Torniamo in camper: siamo stanchi, soprattutto Fabio. 5 di 52

6 GIORNO 3-18 Luglio, lunedì: Saint-Elix-Le-Chateau (FR) * San Sebastian Chilometri percorsi: circa 440 Notte: San Sebastian - Area Attrezzata a Pagamento ( 6,20 / H2O / GPS N 43,30778 / W 2,01417) Carcassonne (FR) Saint-Elix-le-Chateau (FR) San Sebastian: 440 km Ripartiamo dopo colazione e il tempo vola, tra chilometri percorsi e discorsi di ogni genere. Siamo nella regione dei Midi-Pirenee. Durante la guida, dall autostrada Fabio avvista una graziosa costruzione e decide di fermarsi al volo. Uno dei motivi per cui Fabio ama viaggiare, è la possibilità di imbattersi nell inattesa bellezza di alcuni luoghi. Questa volta il luogo è Saint-Elix-Le- Chateau con il suo castello seicentesco immerso in un essenziale e curato giardino all italiana. Architettura semplice ed elegante a pianta quadrata, circondata da quattro torri cilindriche terminanti in aguzzi tetti conici. Parcheggiati proprio davanti al cancello del giardino, ammiriamo l edificio immerso nella pace quasi surreale di un villaggio di campagna tenuto benissimo. Facciamo il pieno di buone vibrazioni. Fabio ne approfitta, poi, per dare una controllata al livello dell olio motore: tutto a posto. Trillian, cerca qualche ispirazione tra i coloratissimi vasi di fiori appesi alle staccionate di legno, al di là della strada. Pranziamo più avanti, all aperto, in una comoda area di sosta attrezzata lungo l autostrada. Pagare tanto avrà anche i suoi vantaggi, no? Compreso il profumo gratuito nei bagni dell autogrill! Prepariamo pasta al pomodoro e l immancabile frutta e verdura che Trillian, premurosamente, non farà mai mancare sulla nostra tavola. Con altrettanto (eccessivo) zelo, al termine del pasto, pulisce e disinfetta cella e bagno del camper, dopo meno di due giorni di viaggio. Sei un fenomeno Trillian!! Intanto Fabio, comincia a mostrare segni di stanchezza e malessere. Ma Trillian scuote la testa: conosce ormai l intera lista dei problemi di salute di Fabio che, in pratica, sono tutti quelli elencati nel Dizionario Medico, salvo la gravidanza isterica. 6 di 52

7 Saint-Elix-le-Chateau (FR): il castello Entriamo in Spagna, per la precisione nei Paesi Baschi (Pais Vascos o Euskadi). Fa effetto sentire, a pochi chilometri di distanza dal precedente casello autostradale, una parlata così diversa dal francese che ci perseguita da un paio di giorni. Arriviamo a *San Sebastian, Donostia in basco. Fabio pensa che potrebbe benissimo essere un epiteto dispregiativo per un sacerdote veneto. Senza dubbio San Sebastian è una città particolare. Alle spalle ha un territorio verde ed ondulato. Di fronte si apre un ampia baia sull Oceano (la Bahia de la Concha, chiamata così per la forma a conchiglia) e lunghe spiagge, chiuse da due promontori coperti di vegetazione (il Monte Igueldo ad Ovest e il Monte Urgull, con la statua del Cristo, ad Est). Ci viene in mente il Brasile, sebbene nessuno di noi due ci sia mai stato. Affacciate sul lungomare, sono disposte una serie di case che paiono prese in prestito da diverse città del mondo. Facciate nordeuropee, tetti spioventi ed una villa con torri che sembra più un castello. Il navigatore fa un po le bizze in città. Ci si arrangia, tirando fuori quel senso dell orientamento su cui abbiamo smesso di fare affidamento per colpa del TomTom. Posteggiamo presso la bella area attrezzata ad un paio di chilometri dal centro dove trascorreremo la notte (vedi intestazione). Il centro ed il lungomare sono facilmente raggiungibili in bicicletta o a piedi, se non si ha fretta. Il tempo non è dei migliori e resterà così anche nei giorni seguenti, alternando vento, sole, nuvole e scrosci di pioggia. Mentre il cielo fa le bizze, in camper si svolge una discussione d importanza fondamentale per le sorti dell umanità. Fabio ha o non ha le placche in gola? Infatti accusa da tempo un lieve malessere, stanchezza, mal di gola ed un paio di linee di febbre. Per Trillian è meglio correre subito ai ripari: farmacia, antibiotico e pedalare. Anzi: pedalare, farmacia ed antibiotico, visto che ci si sposta in bicicletta. Tienes algunas placas en la garganta ( Ha delle placche in gola ) probabilmente è una frase che Fabio ricorderà per tutta la vita. Due farmacie su due rifiutano di venderci antibiotici senza ricetta ma ci indirizzano con precise indicazioni presso ambulatori medici. Lo spagnolo di Trillian sorprende Fabio e molti dei locali che la scambiano per una concittadina (Sarà perché se veneta?). In tutto il nostro viaggio, la sua conoscenza della lingua è stata una risorsa preziosissima. Quante cose ci saremmo persi senza! 7 di 52

8 San Sebastian: la Concha e il Monte Urgull (sopra); il porto ai piedi del Monte Urgull (sotto) 8 di 52

9 Grazie all insistenza di Trillian, ci rechiamo in un distaccamento dell ospedale e, in quanto cittadini UE, otteniamo una visita gratuita. Le impiegate dell accettazione sono gentilissime e disponibili, considerando anche che siamo quasi in orario di chiusura. Fabio è visitato dal Dottor Barrios, un medico sulla cinquantina: corporatura robusta, capelli brizzolati ed una faccia burbera che lascia lo spazio ad un sorriso quando: eccola! eccola! trova la placchetta in fondo alla gola dello sventurato turista che, da buon ipocondriaco, gioisce della scoperta. Terapia scontata: Amoxicillina in compresse. Con la preziosa ricetta in mano, troviamo una farmacia aperta nonostante l ora. Acquistato il farmaco ed ingoiata la prima pastiglia, finalmente possiamo goderci la città senza preoccupazioni. La confezione di compresse in tasca ha un potere curativo eccezionale e Fabio si sente già benissimo. Passeggiamo nel centro, dove molte persone fanno l aperitivo. La Catedral del Buen Pastor, costruita sul finire del 1800 in stile neogotico, con il suo svettante campanile, è il primo soggetto degli scatti di Trillian. Il lungomare, con gli ampi marciapiedi e la pista ciclabile, rimane però la parte più piacevole. Scesa sulla spiaggia della Concha, Trillian scrive in lettere giganti i nostri nomi ed il nome del luogo, per una foto ricordo. In lontananza le onde si infrangono contro la Isla de Santa Clara in mezzo alla baia e, giunte a riva, bagnano una scarpa a Fabio che si era distratto. Proseguiamo verso il porto e la città vecchia, dove gironzoliamo e ceniamo con tapas (qui chiamate pintxos) y cerveza (Fabio) y sangria (Trillian), in una ormai vuota Casa Alcalde. Fabio per la prima volta mangia tapas e la cosa non lo sconvolge, sebbene apprezzi molto la tipicità del pasto. In fin dei conti, sono solo fette di pane con chorizo (salamino piccante, non dissimile dagli insaccati calabresi), frittata, formaggio ecc. 9 di 52

10 GIORNO 4-19 Luglio, martedì: * San Sebastian Getaria Lekeitio Chilometri percorsi: circa 80 Notte: Lekeitio - Area Attrezzata gratuita all esterno del paese (H2O e scarico a pagamento / GPS N , W ) San Sebastian - Getaria Lekeitio: 80 km Ci svegliamo verso le nove. Fabio sembra rinato: provvidenziali antibiotici! Decidiamo di fare una passeggiata sul Monte Urgull. Il tempo non ci assiste: il vento è forte, il cielo coperto di nubi. A Trillian pare di essere a Copenaghen. Cogliamo un momento di tregua della pioggia che scende lenta ma costante e ci avviamo con le nostre bici fino al parcheggio di fronte al bel palazzo dell ayuntamiento (Municipio). Da qui, a piedi, cominciamo la nostra passeggiata. Attraversiamo il porto ancora poco popolato e saliamo le stradine che portano alla statua del Gesù, sulla sommità del monte. San Sebastian: Concha 10 di 52

11 San Sebastian, vista dal Monte Urgull: Isla de Santa Clara (sopra); oceano (sotto) 11 di 52

12 Il vento è così intenso che a tratti occorre tenersi alle ringhiere e noi, come due fanciulli, ci divertiamo a farci spingere dalla forza dell aria. Scattiamo qualche bella foto e saliamo. Cartelli esplicativi descrivono le varietà di alberi e piante che popolano il monte. Ce ne sono davvero un sacco e Fabio sfodera le sue conoscenze in materia per erudire Trillian che si diverte ad imparare mille cose nuove. Riuscirà a tornare in Italia, avendo imparato a distinguere almeno gli alberi più comuni? La vista della statua del Gesù, in cima al monte, ci delude un po. Anche se maestosa nei suoi 12,5 m di altezza, l effetto non è certo quello di una statua della Libertà. La passeggiata è comunque consigliata per la visuale che si può godere dall alto: non solo la città nella sua interezza, ma anche l oceano aperto e l Isla de Santa Clara che bagnata dalle forti onde si riveste di colori meravigliosi. E poi il profumo di piante, di verde, di natura viva. Quel profumo che d ora in avanti ci accompagnerà fino ad La Coruña. Facciamo la nostra prima spesa. Tra le altre cose, comperiamo dello yogurt deludente e dei fagiolini che ci terranno a lungo compagnia durante il nostro viaggio. Trillian troverà il coraggio di cuocerli e mangiarli solo in Galizia. Invece lasciamo sullo scaffale una tremenda confezione di selvaggina (uccellini) in scatola. L immagine di quella lattina, dall etichetta retrò (sarà rimasta invenduta dagli anni 70?) tormenterà a lungo i sogni di Fabio. Di tutti i luoghi visti, San Sebastian rimarrà tra quelli più amati. Certo, con il sole la città sarebbe apparsa ancor più meravigliosa! Lekeitio: Case presso il porto (sopra); vista dal porto (sotto) (20 Luglio) Ripartiamo nel pomeriggio, percorrendo un tratto panoramico di costa fino a Getaria, dove lasciamo il camper in un parcheggio gratuito al termine del paese, in direzione ovest. Getaria, sebbene decantata dalla guida Lonely Planet, per noi è semplicemente evitabile. E un porticciolo mediocre, che ricorda a Fabio quelli irlandesi dove si mangiano fish&chips. Magari, con il bel tempo, anche questo paesino, come altri della zona, avrebbe guadagnato qualche punto in più. Non riusciamo a vedere la Isla de el Raton, segnalata dalla guida e che a casa scopriremo essere in realtà una penisola. Ce l avevamo proprio sotto gli occhi ma evidentemente non era nulla di che. Nella parte alta del paese Trillian trova, accanto al Palazzo Barroete Aldamar, un edificio dalle facciate di cristallo. E il Museo Balenciaga, costruito in questo luogo sperduto che è la città natale del famoso stilista. Riprendiamo la strada. La pioggia incessante ci accompagna ancora. Decidiamo di accendere il riscaldamento del camper. Il riscaldamento a fine luglio! Percorriamo i tornanti che salgono tra le montagne ricoperte di abeti. Le mucche pascolano sui verdi pendii e i prati ricordano il nostro paesaggio prealpino. E questo il cuore dei paesi baschi: tanto verde, montagne, aria pulita e piccoli pueblos di persone riservate e molto legate alla propria terra. Un altro volto della Spagna, lontano dallo stereotipo solare e festaiolo. Lungo la strada incontriamo diversi 12 di 52

13 paesini che si affacciano sul mare. Zumaia è molto carina a prima vista e a Fabio ricorda un plastico ferroviario svizzero. Attraversiamo poi: Deba, Hiringuea, Ondarroa e Berriatua. Più avanti un gruppo di poliziotti baschi in divisa mimetica ci fermano ad un posto di blocco. E la Guardia Civil, corpo di polizia militare simile ai nostri Carabinieri che, con i loro sguardi severi ed i mitragliatori a tracolla, a Trillian sembrano membri della Gestapo. Ad una decina di metri un militare è pronto a gettare sull asfalto una striscia chiodata. Ci ricordiamo che siamo pur sempre nei Paesi Baschi, zona calda a causa della presenza dell ETA. Trillian si spaventa un po quando uno di loro ci chiede Da dove venite? Dove andate? ( un Fiorino ). Terminato il controllo, Fabio riparte più divertito che scosso. Trillian pensa di essere fortunata ad avere un vero ometto vicino. In serata arriviamo a Lekeitio, dove pernotteremo nell area di sosta attrezzata situata all ingresso del paese (vedi intestazione). Prima che il sole vada a dormire, facciamo una passeggiata in centro, dove possiamo apprezzare la bellezza di un paesino curato e molto carino. Raggiungiamo la Basilica de la Asuncion de Nuestra Señora, in stile tardogotico (XV secolo) e che visiteremo il giorno seguente. Nel bel porticciolo, percorriamo il tratto di molo sul quale si infrangono onde alte e rumorose. Alcuni locali si affacciano sulla banchina del porto. C è freddo e non c è molta gente. Diamo un occhiata veloce al panorama che si apre davanti a noi. L isola coperta di pini di fronte al porto ci sembra molto bella: è la Isla di San Nicolas. Vale la pena rivederla domani, con la luce del giorno. Si torna al nostro amato camper: una buona cena e a letto. Bilancio della giornata positivo. 13 di 52

14 GIORNO 5-20 Luglio, mercoledì: Lekeitio * Castro Urdiales Santillana del mar Chilometri percorsi: circa 240 Notte: Santillana del mar Camping Santillana del Mar (30 Euro / H2O - scarico elettricità / GPS N , W ) Ci svegliamo con un cielo non proprio limpido: ma almeno non piove. E una gran fortuna! Decidiamo di scendere al porto, per scattare qualche foto prima di rimetterci in viaggio. Entriamo nella grande chiesa della Asuncion de Nuestra Señora, che svetta con i suoi contrafforti gotici e le piccole guglie e sembra esplodere nel piccolo cuore di Lekeitio. L altare in stile ispano-flamenco è un enorme pala sacra strabordante di sculture, costruito in legno dipinto di un luminoso color oro intenso. Da vedere! Prima di uscire lasciamo un messaggio nel libro dei visitatori. Al porto rubiamo una foto ad un anziano che discute gesticolando con un amico, su una panchina vista porto. Scoperti, minaccia di denunciarci. Anche qui, è l ottimo e provvidenziale spagnolo di Trillian a toglierci dall impaccio. Al porto alcune persone pescano dei pesci che serviranno da esca in alto mare. Trillian osserva la spiaggia ad est del fiume: se ci fosse un po di sole si potrebbe fare un bagno. Torniamo verso il nostro camper per riprendere il viaggio. Togliendo i cunei dalle ruote, Fabio vi trova un minuscolo rospo. Una foto veloce e lo lasciamo libero di andare nel suo habitat naturale, tra il verde dell erba. Allontanandosi da Lekeitio, in direzione Bilbao, continua il paesaggio montano. I pendii sono coperti di folti boschi di pini che sembrano miriadi di spilli confitti in un cuscino di felci. Di tanto in tanto, coltivazioni di mele e cataste di tronchi di pino segnalano la vocazione agricola della zona. A sorpresa, e per la prima volta durante il nostro viaggio, osserviamo un bosco di alberi di eucalipto. Fabio, vedendo scorrere nella sua testa immagini di koala aggrappati ai rami, si chiede se sia una specie autoctona oppure importata dall Australia. Di ritorno dal viaggio, l ottima wikipedia ci spiega che l albero è originario dell Oceania ma è stato introdotto in Spagna alla fine dell ottocento e, grazie alla sua rapidità di accrescimento, utilizzato in maniera massiccia per il rimboschimento. Percorriamo la BI Si attraversano piccoli villaggi dove gli anziani ci guardano tra lo stupito ed il Lekeitio Castro Urdiales Santillana del Mar: 240 km minaccioso. Secondo Trillian non sono molti i turisti italiani di passaggio. Sui muri appaiono bandiere spagnole cancellate con la vernice spray. Non ci sentiamo comunque a disagio. Ci avviciniamo a Bilbao passando nella zona dell aeroporto. Il paesaggio di verdi colline in cui giace la città basca non è niente male. Tuttavia, dall autostrada si distinguono chiaramente le strutture che ne segnalano l animo industriale. Abbiamo deciso di non visitarla. Fabio non ama la modernità urbana e sembra che la principale attrazione di Bilbao sia il Museo Guggenheim. Abbandonati i Paesi Baschi, entriamo in Cantabria. La regione si apre ad est con il paese di Ontòn e confina ad Ovest con il Principato delle Asturie. Non è molto estesa ma è ricca di attrattive come la famosa catena montuosa dei Picos de Europa o le pitture rupestri preistoriche (tra cui quelle di Altamira). La nostra prima meta è *Castro Urdiales. 14 di 52

15 Il cielo comincia a schiarirsi ed anche un singolo raggio di sole può cambiare completamente la percezione di un luogo. Lasciato il camper in un parcheggio gratuito a circa un chilometro dal centro, ci avviciniamo al porto percorrendo le strette vie del paese. La zona del porto, popolatissima di persone che passeggiano, bimbi che giocano, runners che si allenano, è davvero una scenografia mozzafiato: la vera attrazione del luogo. La chiesa gotica di S. Maria de la Asuncion (XIII secolo), considerata una delle più belle della regione, si eleva su un promontorio, sullo sfondo del mare azzurro. Accanto, la piccola fortezza medievale del Castillo de Santa Ana ed il faro dominano il porto. Raggiungiamo la iglesia, davanti a cui la statua di Vespasiano ricorda la presunta origine romana del luogo. Castro Urdiales, infatti, sarebbe stata il centro della colonia romana di Flaviobriga, fondata dall imperatore nel I secolo d.c. Dietro la chiesa, un albero di ulivo al centro di un prato inglese fa pensare all albero di Minas Tirith de Il Signore degli Anelli. Ci affacciamo al parapetto che dà sul mare. L acqua è di un meraviglioso color verde smeraldo. Riusciamo appena ad entrare nel tempio e ci accorgiamo che si sta per celebrare un rito funebre. Le campane diffondono nell aria rintocchi malinconici con note inconsuete. Trillian propone di girare i tacchi e volgere l attenzione a qualcosa di più allegro. Passeggiamo lungo il molo: c è un via Paesi Baschi in viaggio da Lekeitio a Bilbao: paesaggio montano vai di gente sempre maggiore. Il cielo si è aperto e molti sono usciti a godersi il sole. Ancora qualche foto alla fine del molo e poi ritorniamo verso il camper. Attraversiamo un giardino che attira la nostra attenzione, non tanto per i fiori o gli alberi, quanto per la piacevole musica classica che udiamo. Alziamo lo sguardo verso le finestre dei palazzi intorno, alla ricerca della fonte della bella melodia. Ovviamente non poteva essere che Fabio ad intuirne la provenienza dal basso, grazie ad un originale impianto di diffusione sonora, costituito da altoparlanti nascosti ai piedi delle piante e protetti in box mimetizzati nel verde. Tutto per il piacere dei cittadini che trovano qualche momento di relax nel parchetto. Santillana del Mar, piccolo borgo medievale e tappa del Camino de Santiago del Norte, è scherzosamente chiamata la città delle tre bugie, perché non è santa (santi), né piana (llana) e né si affaccia sul mare. Il tempo comincia a peggiorare e scappa già qualche goccia. Parcheggiamo velocemente nell area a pagamento (2 euro) destinata ai turisti e approfittiamo dell ultima luce del giorno per la visita del paesello. Benché la guida lo descriva come un luogo unico e particolare, a noi dà l impressione di essere un villaggio medievale infiocchettato e costruito ad hoc per i turisti (a Trillian, addirittura, ricorda certe ricostruzioni di ambienti che si vedono a Gardaland). I negozi di prodotti locali, i ristoranti e le sidrerie si sprecano. E noi siamo fedeli alla ricerca dell autenticità: preferiamo i villaggi ben conservati e non i parchi giochi per turisti stranieri. 15 di 52

16 Castro Urdiales: Chiesa di S. Maria de la Asuncion e fortezza medievale del Castillo de Santa Ana (sopra); Edifici affacciati sul porto (sotto) 16 di 52

17 Castro Urdiales: Chiesa di S. Maria de la Asuncion Gusteremo, pertanto, il nostro primo sidra (sidro di mele) più avanti. Compriamo, invece, del chorizo di scarsa qualità e una torta di arroz y leche (riso e latte) che a Trillian (che è una bambina nell animo) piace moltissimo. Il lettore, però, non pensi che Santillana del Mar sia brutta. Anzi, è molto carina e ben tenuta e vale certamente una visita se si è in zona e si dispone di tempo. Il sole è sceso completamente e la pioggia si fa più intensa. Ci dirigiamo al Camping Santillana del Mar, suggerito dalla guida. Il tizio della reception ci accoglie come se lo infastidissimo: in quanto a cordialità ed espressività facciale, non ha nulla da invidiare a Lurch della Famiglia Addams. Parcheggiamo in una piazzola scomodissima (erba tagliata e non raccolta + pioggia = sporco in tutto il camper). Se poi aggiungiamo l acqua calda inesistente nella doccia e la luce del bagno che continua a spegnersi, si arriva alla conclusione che questo campeggio non meritava una sosta. Trillian fa il primo ed unico bucato del viaggio. I panni li stendiamo all interno del camper, visto che un ora di asciugatrice (3 euro) è stata meno efficace di un ora a soffiare. Non la utilizzate! Santillana del Mar 17 di 52

18 GIORNO 6-21 Luglio, giovedì: Grotte del Monte Castillo (Puente Viesgo) Colegiata de Santa Cruz de Castañeda (Socobio) - Gijon Chilometri percorsi: circa 200 Notte: Gijon Parcheggio gratuito (GPS N , W ) Santillana del Mar Cuevas del Monte Castillo (Puente Viesgo) - Colegiata de Santa Cruz de Castañeda (Socobio) Gijon: 200 km Alla mattina dobbiamo scegliere. Possiamo dirigerci a Fuente Dè e, presa la teleferica, fare un piccola escursione sulle montagne dei Picos d Europa. Oppure potremmo tornare indietro di pochi chilometri, per visitare le pitture rupestri delle Grotte del Monte Castillo. Optiamo per quest ultima soluzione che ci pare meno rischiosa, visto il tempo che non accenna a migliorare. Da notare che le più rinomate Grotte di Altamira, per questioni di conservazione, non possono essere visitate, se non dopo una prenotazione di mesi. In alternativa, è stata predisposta una ricostruzione delle stesse che, però, a nostro modo di vedere perde decisamente di fascino. Molto meglio ammirarne di meno pregevoli ma, al di là di tutto, autentiche. Las Cuevas del Monte Castillo sono situate a pochi chilometri dall abitato di Puente Viesgo. Si raggiungono salendo una strada asfaltata, che termina davanti ad un cancello in legno. Parcheggiamo ai lati della carreggiata, e superato a piedi il cancelletto arriviamo al punto informazioni ed alla biglietteria. Con 12 euro è possibile partecipare ad una visita guidata all interno delle due grotte aperte al pubblico. Le simpatiche e preparatissime guide, parlano spagnolo o inglese. La Cueva de las Monedas, situata a 500 metri dall ingresso, oltre ad alcune pitture risalenti a anni fa (tardo Paleolitico), raffiguranti cavalli, bisonti, capre e cervi, contiene alcune formazioni carsiche (stallatiti e stalagmiti) che però non sbalordiscono per nulla chi ha visitato grotte magnifiche come Frasassi (Marche) e Castellana (Puglia). La Cueva de el Castillo, a cui si accede dalla biglietteria, è certamente più interessante. Le figure di animali dipinte sono più significative e le mani in negativo testimoniano la presenza di vita umana circa anni fa. Socobio: Colegiata de Santa Cruz de Castañeda Facciamo poi una visita veloce alla vicina Colegiata de Santa Cruz de Castañeda: chiesa romanica del XII secolo, situata al margine del minuscolo villaggio rurale di Socobio. La Colegiata era una tappa del Cammino del Norte, dove i pellegrini si fermavano per venerare alcune reliquie della croce di Cristo. Gli interni della chiesa, da quest anno non sono visitabili per mancanza di fondi, come ci spiega la cortese ragazza dell ufficio turistico a 18 di 52

19 Gijon (Cimadevilla): porto fianco della struttura. Riusciamo comunque ad entrare perché è appena terminato (purtroppo o per fortuna?) un funerale. E siamo al secondo del viaggio. Trillian consiglia ai lettori di visitare il luogo. Dà una buona impressione di come probabilmente doveva essere il viaggio dei pellegrini: luoghi semplici, silenziosi e modesti ma che regalano una pace ed una serenità uniche. Facciamo ingresso nel Principato delle Asturie, sinceramente più affascinante della regione che ci lasciamo alle spalle. Percorrendo la strada costiera, si aprono dinanzi ai nostri occhi dolci pendii ricoperti di erba verde: sembrano prati inglesi. I paesini di case coloratissime si sviluppano sulle colline che scendono a picco sull oceano. La vista è meravigliosa. Gli asturiani sono particolarmente orgogliosi della loro terra, anche perché questa è l unica zona di tutta la Spagna a non essere mai stata conquistata dai musulmani. Gijon (Cimadevilla) - Plaza del Marquès: Palacio de Revillagigedo (XVIII sec) e statua di Re Pelayo (VII-VIII sec) Arriviamo a Gijon, per popolazione e importanza, seconda solo a Oviedo nella regione. E la città del Re Pelayo, figura semi-leggendaria, vissuta nel VIII secolo. Condottiero di probabile origine visigota, è considerato un difensore della cristianità contro l avanzata dei musulmani. Fabio ha individuato, durante il tragitto, un parcheggio gratuito ad un paio di chilometri dal quartiere di Cimadevilla, il cuore antico della città. Decidiamo di pernottare qui (vedi intestazione). Passeggiamo sul lungo mare e saliamo a Cimadevilla per cenare presso il ristorante El Roquexu, consigliato da un amico del luogo che Trillian ha contattato oggi. Ordiniamo sidra, Polpo y langostinos (gamberi) con cebolla (mucha cebolla!), ventresca di bonito a la plancha (a Fabio non piace quanto il polpo). E molto curioso il modo in cui il sidra viene versato e bevuto. Come ci spiega il cameriere con cordialità, mentre lo si versa è necessario tenere il bicchiere il più in basso possibile rispetto alla bottiglia. Questo per dare frizzantezza alla bevanda. Per la medesima ragione è importante berlo tutto di un fiato, fintanto che rimane mosso. Questa è la cena che ci è piaciuta in assoluto di più, ragion per cui consigliamo vivamente il ristorante. Al ritorno, percorrendo la passeggiata sul lungomare, osserviamo alcuni medaglioni in metallo incastonati nella pavimentazione. Su di essi è incisa la conchiglia di San Giacomo (La Vieira) a ricordare che Gijon è una tappa del Camino del Norte. 19 di 52

20 GIORNO 7-22 Luglio, venerdì: Playa de Moniellu (Luanco) * Cabo Peñas Playa del Silencio Playa de Pormenande (La Caridad) * Praya as Catedrais Chilometri percorsi: circa 180 Notte: Praya as Catedrais Parcheggio gratuito vicino alla spiaggia (GPS N , W ) Gijon - Playa de Moniellu (Luanco) Cabo Peñas Playa del Silencio Playa de Pormenande (La Caridad) Praya as Catedrais: km 180 Evitando l autopista, puntiamo verso Cabo Peñas, circa 20 chilometri ad ovest di Gijon. E una splendida giornata di sole, sebbene verso sud-ovest una muraglia di nuvole grigio piombo ci ricordi che il tempo non è dalla nostra. I paesaggi asturiani sono piacevolissimi: vediamo colture di granoturco ed attraversiamo paesi di case vivacemente colorate. Il contrasto con il blu del mare è splendido. Luanco: Playa de Moniellu Durante il tragitto, deviamo verso la bella Playa de Moniellu (GPS N , W ; comune di Luanco), guidati dalla sola segnaletica stradale che ci incuriosisce. Una strada ben asfaltata porta sino alla spiaggia, dove lasciamo il camper e scendiamo per il primo contatto con l acqua fresca dell oceano. La spiaggia (in realtà una distesa sconnessa di grossi ciottoli) si trova al termine di una piccola caletta. La vista è molto bella. Ci lasciamo andare serenamente: si scattano foto di grande naturalezza mentre, a turno, seduti sugli scogli ci bagniamo i piedi. Fabio raccoglie una piccola pietra vulcanica, che entrerà di diritto nella sua collezione di geo-ricordi. 20 di 52

21 Cabo Peñas Sul lato sinistro della playa, una scala dà inizio ad un sentiero che porta, prima ad un altra minuscola caletta (raggiungibile aiutandosi nella discesa con alcune corde fisse), poi ad un parchetto sulla collina. Più avanti Fabio scopre un parcheggio per camper, con stupenda vista oceano (GPS N , W ). Poco distante si trova *Cabo Peñas, un promontorio roccioso che toglie il respiro con la sua stupefacente scenografia. Strati di roccia si immergono diagonalmente in un oceano azzurro intenso. L acqua si tramuta in bianca schiuma attorno agli scogli bruni, mentre i gabbiani da qui solo piccoli puntini bianchi - si raccolgono sulle rocce, là nel punto più estremo dove il capo incontra il mare. E un posto meraviglioso e la luce del mezzogiorno fa riuscire ognuna delle numerose foto che scattiamo. Ci avviamo lungo il sentiero che porta ad una croce in acciaio, al termine del promontorio. All inizio si cammina e poi ci si inerpica, mano a mano che il percorso si fa più ripido e indefinito. Fabio in testa e Trillian tranquillamente al seguito. Candida roccia screziata di ocra, erba e bassa vegetazione dalle foglie verdi e spinose: sarebbero a loro agio in un ambiente tipicamente mediterraneo. Pranziamo nel parcheggio di fronte al faro, dopo aver acquistato nel vicino ristorante del sidra fresco. Lo versiamo dall alto, inclinando i bicchieri e bevendolo in un sorso. Siamo già ben ambientati in Asturia. Playa del Silencio Quando arriviamo a Playa del Silencio, il sole ha ormai dato forfait ed il cielo è 21 di 52

22 Lungo la strada per Playa del Silencio immergerci fino alle ginocchia, con tanto di pile indosso! tornato di un grigio uniforme. La spiaggia si raggiunge, scendendo a piedi una strada che ha origine nel paesino di Castañeras, non lontano da Cudillero. Passiamo tra case di contadini, pollai e prati recintati per le pecore al pascolo. Sebbene il tempo non sia dei migliori, la vista della spiaggia dall alto della strada è bellissima. La baia si apre sotto di noi, delimitata a destra da un breve promontorio roccioso, nella cui punta si aprono alcuni scenografici archi e, a sinistra, da una striscia di scogli, che sembrano i resti di un antico molo diretto verso il mare aperto. Stendiamo i nostri teli sulle pietre non proprio minuscole del luogo e restiamo un ora buona a chiacchierare ed ascoltare la voce del mare che, con la risacca, muove i ciottoli sulla battigia. La temperatura dell acqua non è per nulla invitante e riusciamo solamente ad In viaggio verso Praya as Catedrais, per poco Fabio non investe un gatto nero che attraversa la strada. Fortunatamente non siamo superstiziosi perché porta sfortuna! E in programma una breve deviazione verso il grazioso paese di La Caridad, con le sue casette variopinte. Arriviamo fino alla carinissima Playa de Pormenande dove giochiamo a far rimbalzare i sassi sull acqua. Fabio mostra a Trillian alcune stratificazioni nelle rocce che fanno da sfondo alla spiaggia e pensa per un attimo di arrampicarcisi sopra. A pochi metri da lì, si prepara un concerto. Il palco, nemmeno troppo piccolo a dire il vero, è già montato e l attrezzatura è notevole (soprattutto il bar e le spine per la birra). Dobbiamo ammettere che la location ci sembra alquanto particolare. Ci dicono che si esibiranno band locali ma ci verrà qualcuno in questo posto semi-sperduto? La gente è ancora pochina però, si sa, se in Spagna cenano alle undici, ora sono le nove, inizieranno lo spettacolo per le tre del mattino! Risaliamo in camper con il fastidioso sottofondo del sound-check della batteria, nelle orecchie. *Praya as Catedrais, ben segnalata a circa una decina di chilometri oltre Ribadeo (Galizia), la raggiungiamo che il sole è già tramontato. Colpa di un po di confusione fatta nell imboccare le strade giuste. Passeremo la notte qui, assieme ad altri compagni, nel parcheggio immediatamente al di sopra della spiaggia, che purtroppo non si vede (vedi intestazione). Lo spazio è molto e non c è il rischio di essere invadenti e così possiamo mettere in atto, senza timori, ciò che abbiamo programmato. Appena il tempo di distribuire la carbonella nel grill, aggiungere un po di diavolina e far scintillare l accendino e la fiamma nel piccolo barbecue da viaggio è già viva. La brezza che soffia dal mare aiuta a trasformare i piccoli carboni neri in rosse braci roventi. Nel camper, Trillian affetta le zucchine e mette in concia le cosce di pollo. Ne scaturisce, direi, una cena coi fiocchi. Non ci siamo fatti mancare nemmeno la grigliata in questo viaggio! Praya as Catedrais: parcheggio camper 22 di 52

23 GIORNO 8-23 Luglio, sabato: * Praya as Catedrais Area Longa (Vicedo) Cabo de Bares Porto de Bares * Cabo Ortegal Chilometri percorsi: circa 130 Notte: Cabo Ortegal Sosta libera ai piedi del faro (GPS N , W ) Praya as Catedrais Area Longa (Vicedo) Cabo de Bares Porto de Bares Cabo Ortegal: km 130 Ci svegliamo come nostra abitudine verso le 8.30 e, dopo l immancabile colazione, percorriamo i 50 metri che separano il camper dalla spiaggia. La vista è meravigliosa e resa ancor più bella dai raggi del sole che inondano il paesaggio. Dalla spiaggia di sabbia finissima (150 metri di lunghezza) si innalzano grandi faraglioni di roccia stratificata orizzontalmente, sulla cui cima crescono piante ed erba. Sono queste le Cattedrali che danno il nome al luogo. Trillian, decisa a non tornare a Milano senza essersi tuffata nell oceano, pensa che l occasione è da cogliere subito. Non prima, però, di aver filmato Fabio che si arrampica quasi in cima ad un faraglione, fino ad avere una prospettiva unica del luogo. Unica, perché solo lui ha sentito il bisogno ad arrampicarsi lassù! Camminiamo ancora un po. La sabbia finissima diventa soffice sotto i nostri piedi, al passaggio delle onde. Fabio si immerge solo fino al costume. Trillian si tuffa temerariamente. E l unica in mare e l acqua, in quanto a temperatura, non ha nulla da invidiare ai limpidi ruscelli di montagna! Felici del bel momento riprendiamo il nostro viaggio. Lungo la strada passiamo per Viveiro, dove si apre l estuario del Rio Landro. Bello il colpo d occhio del fiordo che si allunga, quasi fosse uno di quelli che si vedono vicino ad Oslo. Sulla sponda ovest osserviamo una serie di case colorate stile nordeuropeo, che dominano la collina. La tappa successiva del nostro percorso giornaliero è Cabo Bares, ma il sole caldo e la vista di una lunga spiaggia di sabbia fine ci convincono a fare sosta. Siamo ad Area Longa (Vicedo). Parcheggiamo il camper all inizio di una stradina sterrata. Il mare è azzurro chiaro e ci invita ad un nuovo bagno. Alle nostre spalle si alzano gli eucalipti: a Fabio sembra di essere su una spiaggia tropicale. Per terra troviamo grosse conchiglie che Trillian decide di raccogliere, per utilizzarle come decorazione delle sue cene milanesi. Il sole scalda quel tanto da farci rilassare e Fabio ne approfitta per provare a fare un breve sonnellino. Trillian lascia che il sole, l aria e la serenità penetrino a fondo. Passeggiando, osserva che la zona non è molto turistica. A ridosso della spiaggia si sviluppa un piccolo agglomerato di case semplici e non ci sono particolari strutture ricettive. 23 di 52

24 Praya as Catedrais 24 di 52

25 Riprendiamo il viaggio e passiamo nelle vicinanze di alcuni villaggi che spuntano dalle piccole baie. Sarebbe bello vederli tutti ma occorre fare delle scelte e noi puntiamo ai capi della costa galiziana. Cabo Bares La Estaca de Bares è il capo galiziano che separa convenzionalmente il Mare Cantabrico ad est e l immensità dell Oceano Atlantico ad Ovest. La costa, da qui a Cabo Ortegal, è impervia e scoscesa ed assomiglia molto a quella bretone. Cabo Bares è anche il punto più settentrionale della penisola iberica (lo scopriamo solo a casa), nonché uno stupendo osservatorio ornitologico. E possibile vedere volteggiare i falchi. Noi ci siamo accontentati di vedere un enorme quantità di gabbiani, eleganti nel loro librarsi ad ali spiegate sul mare. La punta più estrema del capo è raggiungibile a piedi dal faro e la visuale è meravigliosa. Il colore gialloverde delle piante che crescono sulla roccia si sposa con l azzurro intenso dell oceano e quello più tenue del cielo. La sensazione è di immenso e di libertà. Una piccola spiaggia che vediamo alla base del promontorio è ricoperta di sassi che sembrano grossi confetti. Ci dirigiamo verso Porto di Bares, un piccolo porticciolo su cui si affacciano solo un ristorante spartano e qualche casa, presumibilmente di pescatori. La luce delle 19 riflette sull acqua calma. Ci sono alcune barche ormeggiate e persone che chiacchierano sulla Costa ad ovest di Cabo Bares spiaggia ormai deserta. La baia che ospita il porto è piuttosto ampia. Si possono facilmente notare tre spiagge separate da un tratto di scogliera non molto alta, ricoperta di piante verdi. Fabio si dedica con qualche difficoltà al carico di acqua. C è una fontanella giusto nel parcheggio e vale la pena approfittarne: è gratis. E incredibile come sia agevole la vita di camper nella Spagna settentrionale. Le fontane sono così numerose che potresti viaggiare senza mai sostare presso un campeggio. L idea di oggi era arrivare in serata a Santiago de Compostela, ma siamo entrambi stanchi e scegliamo di raggiungere il più vicino Cabo Ortegal. Lungo la strada Trillian è attratta da una pianta di alloro che cresce sul ciglio della strada. E un ottimo ingrediente per la carne e per le tisane, soprattutto se fresco. Ne raccoglie alcune foglie e nel raggiungerle, quasi si grattugia una gamba. I giovani di oggi non sono più abituati a raccogliere frutta e verdura...e probabilmente a grattugiarsi le gambe. 25 di 52

26 La strada che conduce a Cabo Ortegal passa dal paese di Carino, coloratissimo con le sue case di pescatori. Se ne ha una visuale sempre più chiara mano a mano che si sale in quota, costeggiando il mare. Si consiglia prudenza per i molti tornanti. Ad ambo i lati della carreggiata osserviamo i bellissimi alberi di eucalipto. Fabio, per accertarsi definitivamente della loro identità, si arrampica su una pianta e raccoglie un ramo che regala un piacevolissimo profumo al camper. Sì, è proprio eucalipto. Trillian è contenta: sta imparando molte cose nuove in questo viaggio. Sono le 21 quando parcheggiamo il camper sulla piazzola libera del faro di *Cabo Ortegal. Che meraviglia! La scogliera è altissima sul mare. Si può Porto de Bares osservare la distesa dell oceano a 360 gradi. E facile capire perché una moltitudine di persone, armate di macchine fotografiche, è corsa ad appostarsi in attesa della puesta del sol. Noi oltrepassiamo il parapetto e facciamo due passi per vedere l ampio arco naturale di cui il capo costituisce l estremo orientale. Di fronte a noi vediamo emergere dall acqua le tre formazioni rocciose denominate Aguillòns. Ad ovest c è Punta Limo. La zona è di particolare interesse geologico (granito nero di origine vulcanica) e faunistico (sono stati avvistati anche delfini e balene). Scattiamo mille foto, cercando di cogliere tutte le sfumature di colore del cielo (dall azzurro, al rosa, al lilla, al rosso) mentre il sole scende verso l orizzonte dell oceano. Lo spettacolo è ineffabile. Scesa la notte, rimaniamo soli, la luce Cabo Ortegal: il faro lascia spazio alle stelle e noi ci dedichiamo alla cena. Fabio serve l antipasto di cozze nelle conchiglie raccolte sulla spiaggia e a seguire Queso Cabrales (formaggio tipico) e Cecina de Vaca (prosciutto simile al celebre jamon serrano suino ma più stagionato e secco). Si conclude così un altra bellissima giornata. 26 di 52

27 Cabo Ortegal 27 di 52

28 GIORNO 9-24 Luglio, domenica: * Santiago de Compostela Praia de Bornalle (Abelleiro) * Cabo Fisterra Chilometri percorsi: circa 270 Notte: Cabo Fisterra Sosta in spiazzo vicino al faro (GPS N , W ) Cabo Ortegal - Santiago de Compostela Praia de Bornalle (Abelleiro) Cabo Fisterra: km 270 Ci svegliamo alle 5.45 e fuori è ancora buio. La luce dell alba ci sorprende prima di partire, benché il cielo sia quasi interamente coperto. Fabio scatta le ultime foto alle Aguillóns, nella inusuale pace e vastità del luogo che abbiamo scelto per la notte. Memore della ripida discesa fatta il giorno prima, Fabio teme qualche difficoltà nel percorrere il tratto in salita. In realtà, tutto va liscio: il nostro grande mulo ci stupisce ancora. Anzi, gli abbiamo fatto una promessa. Se ci farà arrivare sani, salvi e puntuali, al nostro appuntamento di oggi con Santiago, si meriterà un premio: il simbolo più celebre del Cammino, ossia la Vieira. Vessillo dei pellegrini in marcia, conveniamo che noi non la meritiamo ma lui sì! Viaggiamo verso la città del Santo Apostolo, che si dice predicò in Galizia e le cui spoglie, trafugate e ivi condotte dalla Giudea, furono riscoperte nel IX secolo. Sono le 7.30 e la luce del sole, che riesce a bucare la cortina di nubi, cresce e colpisce le case, esaltandone i colori e le forme geometriche. Comincia a scendere una pioggerellina lieve. Attraversiamo la verde campagna, fatta di prati e boschi di eucalipti, dove ci fermiamo solo per fotografare un paio di mucche incuriosite e respirare il profumo dei tigli. 28 di 52

29 L estuario di un fiume, con gli isolotti di sabbia, fa volare la mente di Fabio, lontano nello spazio e nel tempo. Sorgono immagini di marinai iberici in partenza verso il nuovo mondo. Oppure immagini di Rios dell America Latina, che scorrono ampi verso il mare. Più avanti cerchiamo un bar dove Trillian possa bersi un buon (secondo) caffè. Ma nulla. E domenica e, a quanto pare, non si vede perché in Galizia un barista non possa godersi il suo meritato riposo, la mattina del settimo giorno. Troviamo alzato solo un trio di scortesi pasticceri, da cui compriamo un paio di brioche. Questa è stata l unica volta in cui gli spagnoli si sono mostrati poco cordiali (oltre a Lurch di Santillana, s intende) *Santiago de Compostela val bene una Messa o Una Messa val bene Santiago de Compostela? Chi può dirlo? Fatto sta che arriviamo proprio nel giorno in cui si festeggia San Giacomo e la cosa non è casuale ma volutissima. Intendiamo partecipare alla Santa Messa domenicale dei Pellegrini (h ) e speriamo, in questa festività, di vedere all opera il Botafumeiro: l enorme incensiere di cui tutte le guide parlano. Ben 53 chilogrammi di ottone ricoperto d argento; un metro e mezzo di altezza; sette persone per farlo oscillare incredibilmente nel transetto, sopra le teste dei fedeli e un dato statistico: cadde solo tre volte (speriamo di non dover aggiornare il dato!) Troviamo facilmente posto presso il comodo parcheggio gratuito nei pressi dell Auditorium, a circa un quarto d ora di cammino dal centro. La città al di fuori delle mura non è un gran che. Ringraziamo il camper con una foto stupenda ma c è un altra promessa da mantenere: Fabio si deve radere. Sono ormai alcune settimane che non regola neanche per sbaglio la sua barba, con grande gioia del capo. Inizia con una passata di forbice, poi un bel po di schiuma, dieci minuti di pelo e contropelo, diversi tagli ed ecco come il viaggiatore, tornato giovane imberbe, si mostrerà al Santo. Avvicinandoci al centro, come ogni turista, siamo bersaglio delle venditrici di dolci tipici che promuovono i loro prodotti uscendo dal negozio e quasi imboccandoti con assaggi gratuiti di vario tipo. Bella cosa, anche se un po invadente. Incontriamo sempre più pellegrini che compiono gli ultimi passi verso la meta. Si passa davanti alla Iglesia de San Francisco (facciata barocca del XVIII secolo). Come altri monumenti della città, anche questo edificio è costruito con una pietra modesta e un po grezza, con una curiosa particolarità. Ospita, infatti, quelli che sembrano dei licheni e che le donano caratteristiche striature giallo-arancione. Il nostro sguardo cade su di un mendicante molto curioso, all ingresso della chiesa. Lunghi capelli e barba bianchi, fascia alla Hendrix in testa, chiodo di pelle, pantaloni scampanati e Converse ai piedi. Fabio suppone sia un hippie degli anni 70 che, terminato il pellegrinaggio, decise di stabilirsi in città. A lato dell Iglesia, c è un monumento a San Francesco. Sempre costruito con il medesimo materiale, sembra un totem, in stile arte precolombiana. La piazza della Cattedrale di San Giacomo (Praza do Obradoiro), come tutto il centro, è area pedonale. Giovani pellegrini si riposano sdraiati nel mezzo. Altri arrivano, accolti dalle grida di giubilo dei compagni che li hanno preceduti. Sebbene, Fabio avesse immaginato un clima più romantico (cosa si immaginava, che tutti viaggiassero a piedi nudi, con il bastone, il mantello ed il copricapo di stoffa marrone?), cominciamo a respirare davvero il clima del Cammino. Trillian si sdraia a terra per scattare alcune foto alla Cattedrale, incurante delle eventuali conseguenze per i suoi abiti (che donna forte!). Il santuario in stile barocco è dominato da due alti campanili e si presenta con una facciata ricca di decorazioni, in cui la povertà dei materiali impiegati infonde, a nostro dire, grande originalità all opera. La costruzione del tempio ebbe inizio nel 1075 e terminò nel 1122, sebbene l edificio fu ancora ingrandito ed abbellito dal XVI al XVIII secolo. Si affacciano su Praza do Obradoiro anche l Hostal de los Reyes Católicos (XV secolo; un tempo ospedale per i pellegrini ed oggi albergo di lusso) e il solenne Palacio de Rajoy (XVIII secolo; sede del comune). E possibile accedere alla chiesa solo dalle porte del transetto. Gli interni sono spogli, se si esclude il ricchissimo altare dorato, e le canne d organo che si protendono, tese orizzontalmente, dalle pareti della navata. La funzione è aperta da un lungo ringraziamento ai pellegrini, giunti da tutti i paesi d Europa e non solo. Per la nostra felicità, al clou della cerimonia, il Botafumeiro viene acceso e gli uomini, vestiti di rosso amaranto, si danno da fare facendolo volare sopra le nostre teste ad una velocità sorprendente. Nonostante tutto, il profumo dell incenso non sembra arrivare fino a noi. Eppure l utilizzo di un oggetto di tali dimensioni, in origine, era anche motivato dalla necessità di coprire l odore delle lunghe fatiche dei pellegrini. A casa scopro che, presso il Santuario francescano di San Francesco e Sant'Antonio di Cava de Tirreni (SA), è presente l incensiere più grande al mondo, che ha rubato l idea, il record ed anche il nome al Botafumeiro di Santiago. Curioso! Se dovessimo un giorno passare di là, perché non fare una visita e ricordare l originale all opera? Terminata la celebrazione cerchiamo la statua del Santo, oggetto della tradizione del bacio dei pellegrini. La scultura, si trova proprio in cima all altare maggiore ed è raggiungibile passando dalla parte posteriore. Purtroppo la fila di fedeli, in attesa di salire è davvero impressionante. Rinunciamo ed invece visitiamo la cripta, dove giacciono le spoglie dell Apostolo. Una lapide ricorda la visita del Beato Papa Giovanni Paolo II. Soddisfatta la fame dello spirito è il momento di soddisfare quella del corpo ed altri bisogni più futili. 29 di 52

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