Problemi e prospettive dell'educazione degli adulti: dai CTP ai CPIA Quadro normativo e progetto culturale. Prof. Giovanni Fioravanti
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1 Università degli Studi di Ferrara Dipartimento di Studi Umanistici Sezione di Scienze Umane Corso di Educazione degli Adulti Prof.ssa Elena Marescotti 2014/2015 I semestre didattico 11 novembre 2014 Problemi e prospettive dell'educazione degli adulti: dai CTP ai CPIA Quadro normativo e progetto culturale Prof. Giovanni Fioravanti
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3 Dopo la seconda guerra mondiale, per combattere l alta percentuale di analfabetismo presente nella popolazione, lo Stato italiano istituisce le «Scuole popolari», destinate agli adulti. Con il boom economico degli anni il bisogno di educazione aumenta notevolmente ed i corsi serali con i loro orari rigidi e i programmi tradizionali, non sono sufficienti a soddisfarlo. La legge n.300, 20 maggio 1970, (Statuto dei lavoratori) all art. 10 sancisce per la prima volta il diritto allo studio per i lavoratori. Nel 1973 il contratto collettivo dei metalmeccanici, per primo riconobbe il diritto dei lavoratori ad impegnare 150 ore del proprio orario di servizio retribuito, nello studio e nella formazione professionale. C.M. 71/2-A del 74: «Istituzione e Ordinamento dei corsi statali sperimentali di scuola media per lavoratori».
4 Il concetto di life long learning è ancora quello delle origini (1930), di istruzione popolare, educazione degli operai. Formazione del lavoratore per migliorare il rendimento in ambito lavorativo.
5 1972 UNESCO Rapporto Faure «Learning to Be» Libro bianco di Jacques Delors 1996 Libro bianco di Edith Cresson 1997 Conferenza di Amburgo
6 I CENTRI TERRITORIALI PERMANENTI (CTP) O.M. n. 455/1997 Sono istituiti i Centri Territoriali Permanenti per l'istruzione e la formazione in età adulta. Luglio 1993 Accordo Confindustria Sindacati 24 settembre 1996 Accordo sul lavoro Governo Sindacati 15 marzo 1997 Legge n Bassanini
7 DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE ELEMENTARE DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE SECONDARIA I GRADO Ordinanza Ministeriale n. 455 del EDUCAZIONE IN ETÀ ADULTA ISTRUZIONE E FORMAZIONE IL MINISTRO CONSIDERATO che l'educazione in età adulta, considerata come elemento propulsore della crescita personale, culturale, sociale ed economica di tutti i cittadini, si struttura in attività finalizzate all arricchimento culturale, alla riqualificazione ed alla mobilità professionale; RITENUTO che tali finalità possono essere raggiunte attraverso la promozione di una maggiore collaborazione tra scuola e comunità locale, il coinvolgimento del mondo del lavoro e dei partner sociali, il rapporto tra formazione generale e formazione professionale per l'inserimento nella vita attiva; SENTITE le Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative: ORDINA
8 ART. 1 ISTITUZIONE DEI CENTRI TERRITORIALI PERMANENTI [ ] I Centri si configurano come luoghi di lettura dei bisogni, di progettazione, di concertazione, di attivazione e di governo delle iniziative di istruzione e formazione in età adulta, nonché di raccolta e diffusione della documentazione. Essi hanno di norma configurazione distrettuale; potranno tuttavia essere istituiti Centri interdistrettuali in relazione ai flussi dell'utenza [ ] in presenza di una domanda proveniente dalla comunità e sostenuta da reali prospettive di intese e accordi e dove sia prevedibile un flusso - in corso d'anno - di 90/110 utenti. [ ] Il Centro assume altresì, d'intesa con gli istituti penali iniziative per lo svolgimento di attività di educazione degli adulti nelle carceri, assicurando in ogni caso l'offerta negli istituti penali minorili.
9 ART. 2 OBIETTIVI E COORDINAMENTO DEI CENTRI.Ogni Centro predispone un servizio finalizzato a coniugare il diritto all'istruzione con il diritto all'orientamento ed al riorientamento e alla formazione professionale. In tale contesto si prefigurano pertanto, interrelati fra loro, obiettivi di alfabetizzazione cultuale e funzionale, consolidamento e promozione culturale, rimotivazione e riorientamento, acquisizione e consolidamento di conoscenze e competenze specifiche pre-professionalizzazione e/o riqualificazione professionale. Il coordinatore di ciascun Centro opera per il radicamento nella realtà territoriale delle iniziative di istruzione e formazione in età adulta.
10 ART. 3 ATTIVITA' DEI CENTRI - ACCESSO I Centri promuovono la domanda, la valutano e predispongono adeguate risposte ad essa. In un contesto che costituisca opportunità di interazione sociale essi svolgono attività di: accoglienza, ascolto e orientamento; alfabetizzazione primaria funzionale e di ritorno, anche finalizzata ad un eventuale accesso ai livelli superiori di istruzione e di formazione professionale; apprendimento della lingua e dei linguaggi; sviluppo e consolidamento di competenze di base e di saperi specifici; recupero e sviluppo di competenze strumentali culturali e re!azionali idonee ad una attiva partecipazione alla vita sociale; acquisizione e sviluppo di una prima formazione o riqualificazione professionale; rientro nei percorsi di istruzione e formazione di soggetti in situazione di marginalità Alle attività dei Centri possono accedere tutti gli adulti privi del titolo della scuola dell'obbligo nonché quegli adulti che, pur in possesso di titolo, intendano rientrare nei percorsi di istruzione e formazione.
11 Ai fini della prevenzione del disagio giovanile e della promozione del successo formativo ed anche allo scopo di garantire la possibilità di un reale raccordo con la formazione professionale e con il mondo del lavoro, è consentito l'accesso a coloro che abbiano compiuto il quindicesimo anno di età. Resta fermo che l'accesso alle attività dei Centri viene prioritariamente garantito a coloro che richiedono il conseguimento del titolo di studio. I singoli utenti possono accedere a diverse attività sulla base della negoziazione del percorso di cui al successivo art. 6. AI termine delle attività è previsto il rilascio di titoli, certificazioni o attestazioni di cui al successivo art. 7.
12 ART. 4 ORGANICO FUNZIONALE E INTEGRATO L'organico di base previsto per ogni Centro è costituito da cinque docenti provenienti dalla scuola secondaria di primo grado e da tre docenti provenienti dalla scuola elementare. Coerentemente con gli obiettivi formativi, la tipologia dei docenti assegnati al Centro con l'organico di base è indicativamente la seguente: tre docenti di scuola elementare; due docenti di scuola media classe 43/A (Italiano. storia ed educazione civica, geografia); un docente di scuola media classe 59/A (Scienze matematiche. chimiche, fisiche e naturali); un docente di scuola media classe 45/A (Lingua straniera); un docente di scuola media classe 33/A (Educazione tecnica), preferibilmente in possesso dei requisiti richiesti all'operatore tecnologico
13 ART. 5 - ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITA' Le attività del Centro sono permanenti. Le offerte integrate di istruzione e di formazione, concordate territorialmente, debbono essere comunque garantite nelle loro varie articolazioni per almeno 200 giorni all'anno. [ ] Il personale impegnato nelle attività dei Centri opera per l'acquisizione di saperi che permettano una reale integrazione culturale e sociale e che sostengano e accompagnino i percorsi di formazione professionale per facilitare l'inserimento o il reinserimento nel mondo del lavoro, in relazione alle dimensioni: comunicazione, progettualità, operatività. Pertanto gli assi culturali di riferimento dovranno essere: i linguaggi e le culture; l'alfabetizzazione alla multimedialità; la formazione relazionale come conoscenza del sistema sociale, ambientale, economico, geografico.
14 I docenti utilizzano il valore formativo delle discipline, gli altri operatori le specificità delle attività proposte, per realizzare Opportunità che debbono consentire di acquisire, consolidare e sviluppare: la flessibilità come disponibilità a cambiare e innovare l'analisi dei punti di vista e delle realtà come approccio alle altre culture la visione sistemica come saper inquadrare la propria attività in quella complessiva dell'organizzazione la padronanza dei linguaggi e delle tecnologie più diffuse l'apprendimento continuo come disponibilità ad aggiornarsi e ad apprendere lo spirito partecipativo come capacità di lavorare con gli altri lo spirito di autocritica come capacità di valutarsi
15 ART. 6 NEGOZIAZIONE DEL PERCORSO - PATTO FORMATIVO Nella fase di accoglienza, i docenti, in modo coordinato ed integrato con gli altri operatori del Centro, acquisiscono elementi di conoscenza allo scopo di fare emergere le risorse, i bisogni, le aspettative e gli interessi di ciascun iscritto. All'interno delle risorse personali verranno individuati crediti culturali, sulla base delle esperienze formative e di lavoro di ciascuno. In relazione agli elementi raccolti il gruppo docente, presieduto dal coordinatore, d'intesa con gli altri operatori, effettua la negoziazione con ogni iscritto per la definizione dello specifico percorso di istruzione e formazione, fissando obiettivi, metodologie e tempi atti a conseguirlo, nonché le modalità di adattamento, di verifica in itinere e di valutazione. La risultante del processo che vede coinvolti docenti e operatori del Centro e ciascun adulto interessato è pertanto il patto formativo: elemento fondante di esso è quindi l'analisi iniziale della realtà di ciascuno. Il patto formativo va reso esplicito e formalizzato.
16 ART. 7 VALUTAZIONE, ESAMI, LIBRETTO, CERTIFICAZIONI AI termine delle attività realizzate dal Centro è previsto il rilascio di una o più delle seguenti certificazioni: titolo di licenza elementare; titolo di licenza media; attestato delle attività di professionalizzazione o di riqualificazione professionale, nei casi in cui siano state attivate specifiche intese; attestato delle attività di cultura generale seguite. Le prove d'esame, per coloro per i quali è previsto all'interno del patto formativo il conseguimento del titolo di licenza elementare o di licenza media, vengono predisposte al termine delle attività, anche in periodi non coincidenti con quelli dei corsi ordinari in relazione a specifici progetti finalizzati.
17 Ministero dell'interno - Decreto 4 giugno 2010 Test di lingua Italiana per la Prefettura Decreto del Presidente della Repubblica 14 settembre 2011, n. 179 Regolamento concernente la disciplina dell'accordo di integrazione tra lo straniero e lo Stato, a norma dell'articolo 4-bis, comma 2, del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286
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50 DAI CENTRI TERRITORIALI PERMANENTI AI CENTRI PROVINCIALI PER L ISTRUZIONE DEGLI ADULTI
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53 D.P.R. n. 263 del 29/10/2012 Regolamento recante le norme generali per la ridefinizione dell assetto organizzativo didattico dei centri di istruzione per gli adulti compresi i corsi serali. art. 2 (Identità dei centri) Istituzioni scolastiche autonome, dotate di specifico assetto didattico e organizzativo, articolate in reti territoriali di servizio, di norma su base provinciale. I centri realizzano una offerta formativa finalizzata al conseguimento di titoli di studio rilasciati al termine dei loro percorsi.
54 Art. 3 (Utenza) Adulti anche stranieri che non hanno assolto l obbligo di istruzione o che non sono in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione. Gli adulti stranieri in età lavorativa, anche in possesso di titoli di studio conseguiti nei Paesi di origine, che intendono frequentare i percorsi di alfabetizzazione e di apprendimento della lingua italiana. Coloro che hanno compiuto il sedicesimo anno di età e che non sono in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione. Coloro che hanno compiuto il quindicesimo anno di età sulla base di specifici accordi tra regioni e uffici scolastici regionali. Alla frequenza dei corsi di secondo livello gli adulti, anche stranieri, che sono in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione, compresi i sedicenni in grado di dimostrare che non possono frequentare i corsi diurni.
55 Art. 4 (Assetto didattico) a) Percorsi di primo livello: finalizzati al conseguimento del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione e della certificazione attestante l acquisizione delle competenze di base connesse all obbligo di istruzione. b) Percorsi di secondo livello: realizzati dalle istituzioni scolastiche finalizzati al conseguimento del diploma di istruzione tecnica, professionale e artistica. c) Percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana (A2)
56 I percorsi di primo livello sono articolati in due periodi didattici: a) il primo periodo didattico è finalizzato al conseguimento del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione; b) il secondo periodo didattico è finalizzato al conseguimento della certificazione attestante l acquisizione delle competenze di base connesse all obbligo di istruzione. I percorsi di secondo livello sono articolati in tre periodi didattici: a) il primo periodo didattico è finalizzato all ammissione al secondo biennio degli istituti tecnici e professionali; b) il secondo periodo didattico è finalizzato all ammissione all ultimo anno degli istituti tecnici e professionali; c) il terzo periodo didattico è finalizzato all acquisizione del diploma di istruzione tecnica o professionale.
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62 Education at a Glance 2014: OECD Indicators OECD 2014
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ORDINANZA MINISTERIALE
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