ECONOMICA POPOLARE. Variante di specificazione art.34 L. 865/71

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1 COMUNE DI MODENA PIANO EDILIZIA ECONOMICA POPOLARE 2005 Tav O Variante di specificazione art.34 L. 865/71 P.E.E.P N 54 S.DAMASO RELAZIONE GEOLOGICA ED ANALISI GEOTECNICA DEL TERRITORIO Approvato con Del. di C.C. n. 31 del

2 VARIANTE DI SPECIFICAZIONE art. 34 L. 865/71 P.E.E.P. n 54 SAN DAMASO SUD RELAZIONE GEOLOGICA ED ANALISI GEOTECNICA DEL TERRENO - O - COMUNE DI MODENA SETTORE TRASFORMAZIONE URBANA E QUALITA EDILIZIA Dirigente di Settore: ing. Giovanni Villanti Strumenti Urbanistici Attuativi di Iniziativa Pubblica Responsabile: arch. Alessio Ascari Progettista: arch. Giovanna Palazzi Collaboratori: add. prog. Anna Tavoni CONTRIBUTI SETTORIALI Settore Pianificazione Territoriale Mobilità e Trasporti Dirigente di Settore: arch. Marco Stancari Ing. Alberto Caula arch. Andrea Reggianini ing. Silvano Scapinelli Servizio Cartografia e Toponomastica Settore Risorse e Tutela Ambientale Dirigente di Settore: dr.ssa Nadia Paltrinieri dr. Giuseppe Amorelli dr. Alessandro Annovi geom. Giovanni Bartoli dr. Daniele Bertoni META s.p.a.: p.i. Fausto Ferri

3 Comune Di Modena Settore Ambiente Servizio Risorse e Territorio PEEP N 54 SAN DAMASO SUD RELAZIONE DI FATTIBILITA GEOLOGICA Premessa L intervento previsto consiste nella realizzazione delle opere del progetto PEEP n 54 S. DAMASO SUD, comprendente la realizzazione di edifici con altezza di 2p + pt e opere di urbanizzazione in generale, su una superficie territoriale di m Per la relazione di fattibilità geologica dell intervento si è fatto riferimento a dati esistenti, in particolare alla cartografia tematica del Comune di Modena Settore Risorse e Tutela Ambientale ( nov. 96 ), e a dati inediti. Potendo considerare l intervento in progetto di modesto rilievo in rapporto alla stabilità globale dell insieme opera terreno e come ricadente in zona già nota, è applicabile il comma 8 del punto A.2 del D.M Pertanto i dati esistenti sono sufficienti per la caratterizzazione geotecnica del sottosuolo e su di essi può essere responsabilmente basata la progettazione, fatta salva la successiva motivazione delle soluzioni progettuali adottate da basarsi su approfondimenti ed indagini specifiche. INQUADRAMENTO GENERALE Questa parte costituisce l inquadramento geologico alla porzione modenese della pianura emiliano romagnola e del margine appeninico padano. Come tale non è di diretta utilizzazione per la progettazione, ma fornisce informazioni utili per conoscere il contesto geologico ed idrogeologico a cui riferire le successive informazioni di dettaglio

4 Geologia Il sottosuolo della pianura modenese è formato da depositi continentali di età Plio quaternaria che costituiscono il riempimento del bacino padano legato all orogenesi dell Appennino settentrionale. La successione Plio quaternaria ha carattere regressivo con alla base peliti e sabbie seguite da un corpo sedimentario fluvio deltizio progradante, ricoperto al tetto da depositi continentali. Il riempimento del bacino marino, fino alle condizioni di continentalità, avviene attraverso eventi tettonico sedimentari separati nel tempo da periodi di forte subsidenza bacinale. Questo andamento ad impulsi successivi è testimoniato da numerose superfici di discontinuità stratigrafica che marcano le diverse fasi ed affiorano sul margine appenninico. La ricostruzione del loro andamento nel sottosuolo permette di definire il quadro stratigrafico secondo i criteri della stratigrafia sequenziale. Si possono distinguere tre sequenze deposizionali ( cicli sedimentari o deposizionali ) composti a loro volta da sequenze o cicli base ( Unità stratigrafiche ) comprendenti un episodio sedimentario, solitamente ripetitivo, che determina il sistema deposizionale : 1. Sequenza deposizionale inferiore ( Supersistema del Pliocene medio superiore, Di Dio, 1998; P1 e P2, Ricci Lucchi e al., 1982 ); 2. Sequenza deposizionale intermedia ( Supersistema del Quaternario marino, Di Dio, 1998; Qm, Ricci Lucchi e al., 1982 ); 3. Sequenza deposizionale superiore ( Supersistema Emiliano Romagnolo, Di Dio, 1998; Qc, Ricci Lucchi e al., 1982 ). La sequenza deposizionale inferiore è limitata verso il basso da una discontinuità che la separa dalla sottostante sequenza miocenica sommitale ( M, Ricci Lucchi e al., 1982 ) attraverso depositi clastici Ipoalini e continentali di mare interno (Formazione clastica continentale, Iaccarino e Papani, 1982). Nel modenese è rappresentata in affioramento dall Unità di Gozzano e dalle Argille del Rio del Petrolio ( Gasperi, 1987 ) e nel sottosuolo dalla formazione di Porto Corsini ( Dondi, Mostardini Rizzini, 1982 ). Il contatto è trasgressivo, marcato da una fase erosiva e probabilmente si mantiene con queste cartteristiche su tutta l area deposizionale. L età è attribuibile al Miocene superiore Pliocene inferiore. La sequenza deposizionale superiore, coinvolta nell intervento edificatorio in quanto la sua parte superiore costituisce i terreni di imposta dei fabbricati da realizzarsi, si sedimenta in seguito all ultima fase di subsidenza bacinale e quiescenza tettonica attraverso la deposizione di una sequenza costituita da depositi di piana alluvionale e conoide distale di alimentazione appenninica. L alternanza delle facies fini e grossolane è dovuta ad oscillazioni cicliche climatiche ed eustatiche che portano progressivamente alla massima espansione dell area deposizionale ( Diluvium p.p., Alluvium, Terrazzi ed alluvioni della Carta geologica d Italia; Formazione fluvio lacustre, Cremaschi, 1982; Sistema Emiliano Romagnolo, Di Dio, 1998; Unità di Cà di Sola, Pianura alluvionale, Unità dei corsi di acqua principali, Unità dei corsi d' acqua minori, Gasperi, 1997 ). La sequenza deposizionale viene interrotta da limitati sollevamenti tettonici con spostamento verso la pianura delle cerniere strutturali che causano la fine della trasgressione e l inizio del terrazzamento alluvionale

5 AFFIORANTI UNITA' STRATIGRAFICHE SEPOLTE 4 A B C D E Scala Cronostratigrafica (milioni di anni) SUPERIORE INTERMEDIA INFERIORE Qc Qm P2 P1 M Unità di Unità di Ubersetto Cà di Sola Unità di Vignola Sabbie di Castelvetro Argille di Marano Argille del T. Tiepido Pianura Alluvionale Argille del Rio del Petrolio Unità di Gozzano Calabriano Milazziano Alluvium Diluvium Supersintema del Quaternario Marino Supersintema Emiliano-Romagnolo Qm3" Qm3' Qm2 Qm1 Supersintema del Pliocene medio-superiore Sabbie di Asti Alluvionale Formazione di Porto Garibaldi Formazione di Porto Corsini Alluvionale Formazione delle Argille del Santerno Alluvionale Formazione delle Argille del Santerno Sabbie di Asti Alluvionale Formazione delle Argille del Santerno Sabbie di Asti Formazione di Porto Garibaldi Alluvionale Formazione delle Argillle del Santerno Pleistocene superiore Olocene Pleistocene medio - inferiore 1,72 Pliocene medio - superiore 3,55 Pliocene inferiore Miocene 1 Ricci Lucchi e al., Gasperi, Carta geologica d'italia 4 Di Dio, 1997 A Pozzo Agip Nonantola 1 B Pozzo Agip Maranello 1 C Pozzo Agip Modena 1 D Pozzo Agip Modena 3 E Pozzo Agip Albareto1 L e g e n d a Discontinuità principali Discontinuità minori Geomorfologia La geomorfologia descrive le forme del territorio in relazione ai processi geologici che vi avvengono. Nelle zone con quote inferiori a 50 m. s.l.m. l osservazione diretta delle forme è praticamente impossibile, mentre variazioni altimetriche anche lievi, ad esempio dovute a subsidenza differenziata, possono determinare marcate variazioni, in particolare della rete idrografica. Fra queste sono determinanti : le sequenze sedimentarie Plio pleistoceniche colmanti il bacino marino padano attraverso eventi tettonico sedimentari e subsidenza bacinale; i successivi depositi continentali, di deposizione fluviale, controllati dalle aree sorgenti, dalla subsidenza post bacinale e delle variazioni climatiche; la neotettonica, che può determinare la rottura degli equilibri raggiunti ed il rinnovarsi dei cicli di erosione / deposito. Il colmamento del bacino marino padano e la successiva fase di deposizione continentale è avvenuto con spessori molto diversi da zona a zona. Si passa da poche centinaia di metri in corrispondenza del margine appeninico fino a 4 km. in corrispondenza di Modena e 8 km solo poco più a nord

6 Gli ultimi depositi continentali ed il successivo modellamento sono quelli che costituiscono il primo sottosuolo, ed hanno determinato la morfologia attuale. Si tratta di depositi fluviali legati all attività di apparati fluviali che da un paleomargine collinare si sviluppano nell alta pianura dove all attività erosiva si sostituiva quella di sedimentazione. Le forme morfologiche generate attraverso questi processi sono strettamente legate alla dinamica fluviale e si sono manifestate attraverso fasi intense intervallate da lunghi periodi di quiescenza. Pur essendo breve l intervallo temporale che ha determinato questo modello ( dal neolitico all attuale ) è probabile che variazioni climatiche e la subsidenza abbiano giocato un ruolo determinante nel governare la dinamica dei paleoapparati fluviali, i cui risultati finali sono, oltre alle sequenze sedimentarie presenti, le forme osservabili. Pur essendo in una zona di pianura queste sono ancora percettibili anche se le coltivazioni e l intervento antropico in generale tendano a cancellarle. Quest ultimo rimane attualmente il fattore geomorfologico dominante essendo praticamente inesistenti, per l azione dell uomo stesso, i fattori legati alle acque correnti superficiali e di pedogenesi del suolo. Idrogeologia Le sequenze deposizionali descritte in precedenza sono costituite da Unità stratigrafiche che, potendo essere saturate da acque dolci, salmastre o salate per le loro caratteristiche geometriche o petrografiche, costituiscono degli acquiferi, cioè svolgono funzioni di raccolta, immagazzinamento e condotta delle acque sotterranee. Più Unità stratigrafiche o loro parti che complessivamente assumono caratteristiche idrologiche omogenee costituiscono Unità idrogeologiche. Una Unità idrogeologica possiede quindi le seguenti caratteristiche : è costituita da corpi geologici complessi con geometrie e caratteri petrografici complessi, legati geneticamente, che costituiscono il serbatoio ; comprende un livello basale impermeabile o poco permeabile; può contenere più acquiferi essendo formata da più Unità stratigrafiche o parti di esse; se è assente un area di ricarica diretta ed è idraulicamente separata da quelle confinanti il livello piezometrico è indipendente dai livelli piezometrici di quelle adiacenti. Le distinzioni, possibili in affioramento, non sono riconoscibili nel sottosuolo, per cui l Unità idrostratigrafica basale viene considerata idrogeologicamente omogenea, ma all interno della quale si possono apprezzare diversi comportamenti idraulici. Questa è permeata da acque dolci a diversi livelli e sono quindi individuabili diversi acquiferi. Poichè i sedimenti che la compongono sono, a grande scala, lenticolari e tendono a diminuire granulometricamente da Sud a Nord, i livelli acquiferi tendono a differenziarsi determinando un sistema monostrato compartimentato (Colombetti e al. 1980; Paltrinieri e all., 1990) ASPETTI PARTICOLARI Geomorfologia I terreni in esame sono ubicati in un area pianeggiante dell alta pianura modenese e sono caratterizzati in termini deposizionali da sedimenti di pianura alluvionale di età neolitico medioevo (carta geologica del margine appeninico G. Gasperi 1987), ad una quota media di 40 m. s.l.m

7 La zona presenta una erodibilità potenziale praticamente assente. Litologia La ricostruzione litologica riprende la cartografia tematica, che è stata realizzata mediante correlazione di dati riferiti a determinazioni granulometriche di campioni di terreno prelevati in campagna e classificati con una metodologia di tipo speditivo, la cui attendibilità è stata verificata in laboratorio. In questo caso l area ricade all interno di sedimenti costituiti da limi e terreni prevalentemente limosi. Idrogeologia Sulla base della cartografia, la profondità delle isobate del tetto delle ghiaie si attesta, in ipotesi di continuità ad una zona vicina, ad una profondità valutabile in 25 m dal p.c.. Vulnerabilita La definizione del grado di vulnerabilità degli acquiferi all inquinamento da parte di sostanze inquinanti eventualmente immesse nel sottosuolo è stata ricostruita mediante sovrapposizione e lettura incrociata di alcuni parametri fisici del territorio: la litologia di superficie, la profondità del tetto delle ghiaie, inferiore o superiore a 10 m dal p.c., il tipo di acquifero, a falda confinata o in pressione, ed infine la soggiacenza della falda, nel caso di terreni sabbiosi con tetto delle ghiaie a profondità maggiore di 10 m dal p.c. questo metodo ha portato alla definizione di cinque classi di vulnerabilità : basso, medio, alto, elevato e molto elevato. La determinazione del grado di protezione degli acquiferi all inquinamento è stata realizzata mediante l utilizzo dei dati litologici a disposizione e del relativo coefficiente di permeabilità, K; si è così suddiviso il territorio in aree aventi una protezione dell acquifero così definite : pessima, cattiva, mediocre, discreta e buona. I terreni in questione sono caratterizzati da una vulnerabilità media nella parte a est e bassa nella parte a sud - ovest. La protezione degli acquiferi all inquinamento entro il perimetro considerato è mediocre nella parte a nord-est e buona nella parte sud-ovest. Geotecnica La caratterizzazione geotecnica dei terreni, conosciuta nelle sue linee generali per il territorio comunale grazie all elaborazione di oltre prove penetrometriche statiche e 50 sondaggi geotecnici, è stata riferita a tre intervalli di profondità dal piano campagna: da 0 a 5 m, da 5 a 10 e da 10 a 15. Per ognuno dei tre intervalli è stato determinato il valore medio di resistenza alla penetrazione e, attraverso l interpolazione dei dati, sono state rappresentate su carta le caratteristiche portanti dell intervallo suddivise nelle seguenti cinque classi: Rp < di 6 kg/cm2, portanza pessima Rp 6-10 kg/cm2, portanza scadente Rp kg/cm2, portanza discreta Rp > 14 kg/cm2, portanza buona - 5 -

8 variabile, quando si ha una diminuzione dei valori di Rp in almeno uno degli intervalli sottostanti a quello superficiale. Nell area oggetto dell intervento risulta buona variabile. Indagini in posto Al fine di conoscere in modo più approfondito la natura dei terreni costituenti l area, è stata effettuata una campagna di indagini geognostiche che, unitamente al comparto in oggetto, ha riguardato anche altri 5 comparti del Comune di Modena interessati da analoghi interventi di urbanizzazione. Sono state eseguite delle prove penetrometriche e delle misure piezometriche, i cui risultati, pertinenti alla zona in studio, sono riportati in allegato e vengono di seguito sinteticamente esposti: la capacità portante di massima del terreno è risultata a m. 1,00/1,50 di profondità da p.c. attuale di Qamm = 1,00 kg/cm2; dalle misure effettuate sui piezometri installati dopo l esecuzione delle prove penetrometriche, la falda rispetto al p. c. si è attestata nel rispettivo piezometro n. 1 a m. 3,90 nel giorno delle prove, e a m. 2,74 successivamente alle stesse. Conclusioni Dal punto di vista geologico e geotecnico, i dati raccolti consentono di esprimere un giudizio di fattibilità dell intervento proposto con il progetto PEEP 54 S. DAMASO SUD. Sarà necessaria, prima dell esecuzione dei singoli lavori, la verifica puntuale delle caratteristiche dei terreni interessati in funzione delle specifiche opere da realizzare, con particolare riguardo ai carichi ammissibili e alla massima escursione di falda. Modena settembre 2004 IL TECNICO INCARICATO Dott. Marco Magnani IL DIRIGENTE RESPONSABILE DEL SERVIZIO RISORSE E TERRITORIO Dott. Alessandro Annovi - 6 -

9 ALLEGATI 1. TAVOLA UBICAZIONE DELLE PROVE PENETROMETRICHE 2. TAVOLA AREA D INTERVENTO 3. TAVOLA DELLA VULNERABILITÀ NATURALE DEGLI ACQUIFERI ALL INQUINAMENTO 4. TAVOLA DELLA PROTAZIONE DEGLI ACQUIFERI 5. ELABORATI PROVE PENETROMETRICHE : LETTURE DI CAMPAGNA / VALORI DI RESISTENZA DIAGRAMMA DI RESISTENZA VALUTAZIONI LITOLOGICHE TABELLA PARAMETRI GEOTECNICI LEGENDA VALORI DI RESISTENZA LEGENDA VALUTAZIONI LITOLOGICHE LEGENDA PARAMETRI GEOTECNICI - 7 -

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