SOSTEGNO A DISTANZA STORIE DI... UNO DI FAMIGLIA

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1 SOSTEGNO A DISTANZA STORIE DI... UNO DI FAMIGLIA

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3 AVSI sostiene a distanza nel mondo più di bambini. Ad ognuno di loro basta davvero poco per sentirsi uno di famiglia. Proprio come raccontano le storie di Marie Josè, Murillo, Joselyne, Emmanuel... segno della possibilità di un incontro che cambia la vita. Come per Rose del Myanmar, che grazie all amore e all aiuto dei suoi sostenitori è riuscita a dare valore alla sua vita ed arrivare perfino a studiare all università. La sua storia, resa possibili grazie all aiuto di amici che seppure lontani l hanno fatta sentire una di famiglia, è solo uno dei tanti frutti nati con l amicizia del Sostegno a Distanza che potrete scoprire e leggere in questa raccolta! Diventa anche tu sostenitore a distanza! Scrivi a sostegno.distanza@avsi.org o chiama il numero C è un bambino che aspetta di far parte della tua famiglia! STORIE DI... UNO DI FAMIGLIA piccoli racconti che cambiano la vita 3

4 Un incontro che cambia la vita L affetto, anche a distanza, porta sempre grandi frutti. Come è stato per Jacques, che grazie all amorevole attenzione di Francesco e Angela, una famiglia che da lontano lo sostiene, ha potuto ricevere ben più che un istruzione. Orfano di entrambi i genitori, rimasto solo con il fratello e affetto dal virus dell HIV, Jacques non aveva una vita semplice. Poteva andare a scuola, ma le difficili condizioni di salute, unite a persistenti irritazioni cutanee causate dalla malattia, lo rendevano schivo, sempre in imbarazzo, con pesanti ripercussioni anche sugli studi. L ufficio AVSI in Rwanda decide di inserirlo nel programma di Sostegno a distanza. Conosce Anita, l assistente sociale che seguirà il suo cammino, e riceve beni materiali di prima necessità oltre alle cure mediche. I suoi sostenitori a distanza saranno Francesco e Angela, due coniugi italiani. Nelle lettere che l assistente invia loro capiscono la solitudine e le difficoltà di Jacques e si dimostrano subito disponibili ad aiutare ancora di più questo bambino, chiedendo se è possibile affiancargli qualcuno che quotidianamente possa seguire lui e il fratello. Anita si attiva e trova un insegnate di sostegno che possa ogni giorno recarsi a casa di Jacques e aiutarlo negli studi, mentre Francesco e Angela si rendono disponibili a sostenerne le spese. Un altra figura entra quindi nella vita di Jacques, Angelique, che curiosamente porta lo stesso nome della sua sostenitrice. Angelique è una mamma e ben presto comprende che il bisogno di questi due fratelli non si limita alla necessità di imparare a leggere e scrivere. Oltre a controllare i compiti inizia ad interessarsi a loro come una vera madre, verificando se hanno mangiato, gli insegna a preparare pasti equilibrati, li aiuta a gestire la casa, cerca delle pomate specifiche per le irritazioni di Jacques, che gli consentano non solo di curarle, come già avveniva, ma anche di migliorarle, così che il bambino non debba più sentirsi in imbarazzo in mezzo ai suoi coetanei. A volte, invece di andare a trovare Jacques, Angelique lo invita a casa sua, vanno a fare spesa al mercato assieme e si ferma da lei a mangiare: i suoi figli si sono affezionati a Jacques, e per lui è davvero come aver trovato una seconda famiglia. Anche i suoi risultati scolastici sono migliorati: a fine anno si è posizionato 7 in una classe di 45 studenti! Francesco e Angela seguono attraverso gli aggiornamenti periodici di Anita i progressi di Jacques, la sua situazione, 4

5 il suo cammino. Grazie a loro i due fratelli non dormono più sulla paglia ma su materassi, la loro quotidianità è migliorata, ma soprattutto grazie a loro è stato possibile un incontro che gli ha cambiato la vita. Marie Josè e un sogno che diventa realtà Buone nuove dalla Repubblica Democratica del Congo per una ragazza sostenuta a distanza! Dopo 13 anni di sostegno Marie Josè ha terminato gli studi superiori e finalmente il suo sogno sta per realizzarsi: tra pochi giorni inizierà a lavorare nella scuola materna locale di Rumangabo, che accoglie circa 45 bambini. Il sostegno di Marie Josè iniziò nel 1998, quando aveva solo 6 anni e scarse possibilità di studiare. I suoi sostenitori l hanno accompagnata per un lungo cammino, durante il quale ha potuto dimostrare di essere una ragazza affidabile e con una grande passione per i bambini. Marie Josè ha studiato con impegno con la speranza di poter lavorare come educatrice. L assistente sociale che collabora con AVSI per l ufficio di Rumangabo ha visto con quale tenacia e passione la ragazza ha portato a termine gli studi e le ha così proposto il ruolo di educatrice presso la scuola materna locale. Gli amici che da lontano in questi anni l hanno sostenuta sono orgogliosi del traguardo che ha raggiunto, così come lo è Marie Josè. Questi tredici anni insieme rimarranno certamente nei cuori di entrambi. In bocca al lupo Marie Josè! L emozione più grande del viaggio: l incontro e lo sguardo dei bambini di Haiti Carmelo conosce AVSI da tanto tempo, grazie all impegno di sua madre con l AVSI POINT di Catania. Il Sostegno a distanza è stato un gesto naturale frutto del legame iniziato fin dall infanzia. L incontro con Emmanuel in Haiti è stata la conferma che il legame iniziato con un scheda e una fotografia è spesso intenso come un amicizia iniziata nelle aule di scuola... Un amicizia dell altro mondo!!! Ci sono una serie di circostanze, nella mia vita, che hanno fatto si che que- STORIE DI... UNO DI FAMIGLIA piccoli racconti che cambiano la vita 5

6 sto viaggio e questa visita ad Haiti diventasse un esperienza concreta, una di quelle emozioni che difficilmente dimentichi. Mi sono avvicinato ad AVSI da piccolissimo quando mia madre mi coinvolgeva nelle iniziative per raccogliere fondi durante il periodo natalizio e spiegare alle persone le attività e i fi ni della Fondazione. Poi è arrivata l esperienza universitaria e la voglia di partecipare attivamente, di fare gruppo, di organizzare e coinvolgere gli altri. Per il Natale del 2002 decidemmo di organizzare una Tombola di Benefi cenza che come impegno si proponeva il sostegno di un bambino a distanza, ovviamente proposi subito di farlo con AVSI. Arrivò così la foto e la scheda di Emmanuel di Haiti. Un bambino di 7 anni nato in una stupenda isola dei Caraibi di cui a stento conoscevamo solo la collocazione geografica. Oggi Emmanuel ha 17 anni e l impegno della Tombola continua ogni Natale anche grazie a lui. L anno scorso, in una cena a Milano, raccontando di questo sostegno alcuni amici mi fecero una domanda che mi colpì profondamente: Ma non sei mai andato a conoscere di persona questo ragazzo?. Quando poi, d estate, cominciai a pensare ad un eventuale viaggio a Cuba, la voglia e l idea di concretizzare questo incontro divennero tangibili. All inizio i primi tentativi di organizzare la visita, le condizioni politiche e sociali di Haiti, sembravano dare solo segnali negativi e, per un certo periodo, hanno reso proibitiva e impossibile la visita. Alla fi ne, però tutto è andato per il meglio. Siamo arrivati con un piccolo aereo che in 50 minuti ci ha portato da Cuba all aeroporto di Port Au Prince in Haiti. La confusione al ritiro bagagli, i controlli superfi ciali all aeroporto, davano subito l impressione delle condizioni del paese. Accolti dal personale locale di AVSI siamo saliti in macchina e ci siamo diretti verso uno dei centri AVSI per conoscere la loro organizzazione sul campo e la loro quotidianità. Nel tragitto, effettuato rigorosamente in Jeep viste le condizioni delle strade, si notavano, palesi, i segni lasciati dal terremoto e dalla lentezza politica del paese. Fogne a cielo aperto, venditori di alimenti o di ricariche telefoniche per strada, abitazioni squarciate, accampamenti di tende. In mezzo a tutta questa grande confusione l emozione più grande del viaggio: l incontro e lo sguardo dei bambini di Haiti. L impatto iniziale è stato sicuramente timido, soprattutto con Emmanuel e con Louis Denson e Taylor, i due bambini sostenuti da mia madre. La loro curiosità e la dolcezza dei loro occhi hanno 6

7 fatto però nascere velocemente una grande intesa e complicità. La visita ai centri, i loro racconti e, soprattutto, mescolarsi con loro, nei loro giochi e nei balli, hanno reso il momento del distacco, inaspettatamente, difficile. Mi aspettavo un incontro interessante, ma non potevo immaginare quanto mi sarebbe piaciuto costruire aquiloni con loro. Far vedere loro le mie foto, tenere una particolare lezione di italiano, giocare con loro, tenerli in braccio e, non mi stancherò di sottolinearlo, guardarli negli occhi. Penso che non potrò mai dimenticare il primo sguardo con Emmanuel, vestito elegantissimo come per le grandi occasioni. L affetto dei genitori e dei nonni che ci ringraziavano per l aiuto, per noi in fondo piccolissimo. Difficile da trasmettere e spiegare, infine, la sensazione provata al momento dei saluti. Quasi forzati dai responsabili di AVSI concludiamo la giornata allontanandoci da quegli sguardi con una vena di malinconia. Felici dell incontro ma dispiaciuti del poco tempo dedicato e, in fondo, sorpresi dalla voglia di restare e approfondire questa esperienza. Viaggio a Valona per conoscere l amico sostenuto Cari amici del Sostegno a distanza, una settimana fa sono rientrata dal mio soggiorno in Albania ed è andata stra-benissimo! I primi giorni sono stata ospite dalle suore di Valona, gentilissime, e ho potuto vedere la scuola materna e passare tre mattine in una delle classi, dove i bimbi, carinissimi, mi hanno integrata nonostante non avessimo una lingua comune con cui comunicare. Poi quando ho conosciuto Andrea e la sua famiglia hanno voluto ospitarmi loro stessi fino alla fine del mio soggiorno! Abbiamo passato molto tempo insieme e mi sono sentita proprio come in famiglia. La gentilezza, la bontà e ospitalità non sono la grande disponibilità economica a determinarle Sono contentissima quindi di essere andata a Valona, ora che ho conosciuto Andrea, la sua famiglia, che so dove vive, il sostegno a distanza sarà qualcosa che farò con più coscienza e ancora più piacere. Pur essendo la prima volta che andavo in Albania, ho adorato queste paese e le persone che vi ho incontrato! Cristina STORIE DI... UNO DI FAMIGLIA piccoli racconti che cambiano la vita 7

8 Una famiglia che ti accoglie e desidera il tuo bene Gli insuccessi a volte avviliscono talmente tanto da decidere di abbandonare la presa. Spesso è con l aiuto di un affetto caro che si recuperano speranza ed energie per ritentare. Così è successo a Vicentia, una ragazza birmana di 19 anni, alle prese con gli esami di Stato. In Birmania se si falliscono per due volte consecutive gli esami di stato, occorre sostenerli privatamente. Per questo, dopo non aver passato per la seconda volta gli esami, Vicentia era tornata sì a studiare ma scoraggiata già pensando di abbandonare la scuola e tornare in famiglia. Informati di ciò Mario e Giovanna, i suoi sostenitori a distanza, subito hanno scritto alla ragazza tramite l assistente sociale che la segue, Bee. Non per farle cambiare idea o forzarla in qualche modo, tutt altro. Per dirle semplicemente che rispettavano la sua scelta, che nessuno la obbligava a diplomarsi in un dato corso di studi o a laurearsi, ma che era importante prendere la decisione non a cuore caldo, non sull onda della delusione. Una solida istruzione insieme ad una buona cultura le sarebbero state comunque di aiuto, qualsiasi scelta di vita avesse poi fatto, qualsiasi fosse stato il suo lavoro. E se poi un giorno avesse la fortuna di diventare madre, ancora di più le torneranno utili gli studi fatti, per poter crescere meglio i suoi figli. Dopo poco Bee ha potuto scrivere a Mario e Giovanna la bella notizia: Vicentia aveva riveduto le proprie decisioni tornando sui banchi di scuola. Non solo per le sagge parole che loro gli avevano scritto, ma per l attenzione a ciò che era il suo bene che le avevano dimostrato rivolgendosi a lei proprio come ci si rivolge un affetto caro. La storia della chef Angelina La settima edizione di AppetitosaMente, a Siddi, Comune della Provincia del Medio Campidano, Sardegna, dal 3 al 5 agosto. Anche l edizione del 2012 prevede laboratori, degustazioni, spettacoli, mostre e concerti all insegna dell enogastronomia e la partecipazione di importanti chef provenienti da diversi paesi del mondo. Tra questi chef una novità: la presenza di Angelina Anyango Opongo dal Kenya. Miss Angelina, come la chiamano i suoi studenti, oltre che chef è un in- 8

9 segnante presso St. Kizito Vocational Training Institute di Nairobi, con una storia bellissima. Anni fa si ritrovò a dover affrontare seri problemi familiari ed economici, tali da rendere difficile la sussistenza della sua famiglia. Fu allora che conobbe AVSI. I suoi figli vennero inseriti nel programma di Sostegno a distanza, grazie al quale lei stessa si mise in gioco e rimboccandosi le maniche riprese anche gli studi indirizzandoli verso il mondo del catering. Il Sostegno a distanza ha tra gli obiettivi anche quello di far emergere le potenzialità di ogni singolo bambino o ragazzo sostenuto e spesso di chi gli ruota attorno, affinché ne prenda coscienza e le sviluppi. Per sé, per trovare la propria strada ma anche per la comunità, per essere al servizio del suo sviluppo attraverso le proprie competenze e capacità. Le cose anno dopo anno migliorarono per Angelina e ora è una professionista affermata: recentemente ha preparato e guidato degli studenti della St. Kizito Vocational Training Institute che hanno servito al ricevimento organizzato dall Ambasciatore d Italia in Kenya, in occasione della Festa della Repubblica Italiana. Certamente Miss Angelina saprà portare un pezzo della sua storia e della sua Africa anche in questa prestigiosa rassegna. Uno speciale invito a nozze dal Rwanda Le lettere di fine sostegno contengono sempre un po di nostalgia. Vi è riassunto il percorso fatto dal bambino o dal ragazzo durante tutto il periodo del sostegno, i suoi saluti e ringraziamenti, un disegno, a volte persino un regalo per salutare l amico lontano. Ma quella che è stata recapitata a Sabrina conteneva davvero una sorpresa inaspettata: la partecipazione alle nozze del ragazzo che da ben 11 anni sosteneva! François era stato affidato a Sabrina quando ancora frequentava la scuola superiore. Orfano di padre, morto durante il genocidio del 1994, viveva con 5 sorelle e la madre, la quale non aveva abbastanza mezzi per sopperire alla scolarizzazione di così tanti figli. L impegno che il ragazzo metteva nello studio però era tanto e Sabrina decide di sostenerlo anche durante l Università. François si laurea in scienze e gestione dello sviluppo, trova lavoro ed è quindi in grado ora di sostenersi da solo. Nel STORIE DI... UNO DI FAMIGLIA piccoli racconti che cambiano la vita 9

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11 frattempo si fidanza e decide di sposarsi e tra gli amici che festeggeranno assieme a lui vorrebbe vi fosse Sabrina, che ha permesso alla sua vita una svolta così decisiva. Nelle parole della lettera di François che accompagna la partecipazione emerge tutto l affetto che lega il ragazzo alla sua sostenitrice: davvero non è possibile trovare un confronto a tutto il tuo affetto e al sacrificio che hai compiuto, che non ha equivalenti nel mondo intero troverai qui allegata la partecipazione alle mie nozze la tua presenza avrà una grande importanza perché tu sei stata per me una persona dal valore incomparabile. Dalla Repubblica Democratica del Congo le belle storie di Louise e Ntahobari Due ragazze, Louise di Jomba e Ntahobari di Rugari, del Nord Kiwu, hanno voluto raccontare la loro esperienza per testimoniare la grande opportunità che ha rappresentato per loro il Sostegno a distanza. Mi chiamo Louise. Avevo 11 anni quando sono stata accolta dal Sostegno a distanza, frequentavo la quinta. Mi sono molto impegnata ed ho studiato tanto, facendo molti sacrifi ci. A luglio 2005 ho ottenuto il mio diploma della scuola primaria. Grazie al sostegno di AVSI, i miei genitori sono stati in grado di pagare le tasse scolastiche per i miei 3 fratelli e la mia sorellina. La mia famiglia ha ringraziato molto il sostenitore per il suo aiuto che ci ha permesso di continuare con la scolarizzazione. Visto la necessità della mia famiglia, il sostenitore ha deciso di continuare a sostenermi anche durante la scuola secondaria. A settembre 2005 ho continuato i miei studi secondari in Pedagogia Generale. Sei anni dopo, ho ottenuto il mio diploma di Stato con 54% dei voti. Un mese dopo, il mio assistente sociale mi ha aiutato a cercare un lavoro in una scuola convenzionata cattolica di Jomba. Oggi ho 18 anni e faccio l insegnante, con il mio stipendio sono in grado di sostenere anche i miei due fratelli minori a scuola. Sarò sempre riconoscente al mio sostenitore e alla sua benevolenza. Mi chiamo Ntahobari e sono sostenuta da AVSI dal 2004 da quando frequentavo la terza classe primaria. Essendo orfana di padre, gli assistenti sociali mi hanno molto STORIE DI... UNO DI FAMIGLIA piccoli racconti che cambiano la vita 11

12 supportata e non si sono mai stancati di sostenermi ed accompagnarmi nel mio percorso scolastico. Ho finito il ciclo primario con molte difficoltà ed arrivare in terza classe secondaria per me era già un miracolo, ma non ho potuto continuare con gli studi a causa del mio stato di salute, molto cagionevole. Nonostante i miei insuccessi, AVSI non mi ha abbandonata, mi hanno proposto un corso professionale di taglio e cucito affinché potessi diventare autonoma, esercitando il mestiere di sarta. Attualmente sto facendo uno stage a Goma e alla fine del mese di luglio concluderò il mio percorso d apprendistato. Alla fine del corso ci verrà rilasciato un brevetto per certificare che abbiamo seguito una formazione, della durata di 10 mesi, in taglio e cucito. Oggi sono in grado di confezionare capi d abbigliamento per le donne e anche per gli uomini. Con questo mestiere servirò il mio paese e sarò sempre utile alla mia società. Sono riconoscente per tutto ciò che AVSI ha fatto per me e per questo anch io darò ciò che posso, perché ho ricevuto gratuitamente dagli altri. Infinitamente grazie ad AVSI. Sostegno a distanza, un gesto di amicizia vero e gratuito che aiuta a crescere Ciò che muove è sempre un incontro. L incontro porta sempre in sé una scintilla che può divenire apertura, può metter in moto la persona. Dal desiderio di un ragazzo di vedere più in profondità quanto incontrato durante un progetto di educazione alla cittadinanza a Pero (MI) nasce l idea di un sostegno a distanza. Riportiamo il racconto della professoressa Lanzetta, dell Istituto comprensivo di Pero, scuola media, che ha vissuto in prima persona questa esperienza. Tutto ebbe inizio nell anno scolastico in una classe di seconda media, quando un ragazzino interessato al lavoro riguardante un progetto di educazione alla cittadinanza, intitolato Volti e Vite, propose di conoscere più da vicino alcune esperienze di ragazzi in altri paesi del mondo, magari anche attraverso un gesto di solidarietà. 12

13 Fu quindi naturale pensare ad un sostegno a distanza, perché un iniziativa di questo tipo avrebbe coinvolto i ragazzi in prima persona, sarebbero stati i protagonisti di un gesto di amicizia vero e gratuito e le distanze sarebbero state superate dentro un abbraccio, che avrebbe aiutato a crescere innanzitutto chi lo poneva. Ben presto ci fu comunicato che avremmo potuto sostenere Angela! Una ragazzina di 9 anni che vive ancora oggi in un villaggio che si chiama Baita Kitindra in Uganda, vicino a Kampala. Angela, allora, viveva in una casa-famiglia con la nonna e altre tre ragazze, tutte accolte nella casa in cui la nonna lavorava facendo la domestica. Da quel dicembre 2008 Angela è diventata per noi una speciale compagna di classe, ne è nato un rapporto epistolare, uno scambio di fotografie sempre molto atteso dai ragazzi e proprio poco tempo fa abbiamo avuto anche l occasione di poter finalmente parlare direttamente con Angela e con Marco (il suo tutor )su Skype. Nel corso degli anni evidentemente le classi che si sono prese la responsabilità di portare avanti il rapporto di amicizia si sono alternate e così l incontro che abbiamo avuto su Skype è stata l occasione per un saluto della classe che lascerà il sostegno e presto la classe che l anno prossimo se ne farà carico tenterà un nuovo collegamento, nel quale vorrebbe dedicare ad Angela un breve momento musicale. L esperienza del sostegno a distanza ha poi sempre mobilitato i ragazzi in occasione delle giornate aperte, che la scuola organizza nel mese di dicembre. Abbiamo incontrato i volontari di AVSI che hanno vissuto alcuni periodi in Uganda e hanno potuto raccontarci la loro esperienza e farci conoscere più da vicino la realtà ugandese. I ragazzi hanno lavorato alcuni mesi per realizzare oggetti (segnalibri, collane,maschere, un libro di fiabe scritte da loro, ecc.) con il coinvolgimento degli insegnanti del consiglio di classe, ma anche con il coinvolgimento attivo dei genitori che ci hanno preparato le torte e si sono affiancati ai figli per vendere questi oggetti organizzando l annuale mercatino. Questa occasione diventa per i ragazzi della nostra scuola un momento significativo di racconto dell esperienza che vivono sia agli altri compagni della scuola sia ai genitori ed anche, in alcune occasioni passate, alle autorità locali! Un esperienza quindi che va ben oltre il puro aiuto economico, che mobilita i ragazzi a sentirsi uniti anche fra di STORIE DI... UNO DI FAMIGLIA piccoli racconti che cambiano la vita 13

14 loro, che rende ancora più vicina la nostra amica Angela, che li stimola a riflettere sul proprio quotidiano, perché Angela spesso li ha richiamati col suo esempio ad un impegno scolastico più serio e consapevole Si è vista sempre una generosa partecipazione, che ci ha permesso di inviare ad Angela anche un contributo straordinario, che lei ha poi condiviso con la cuginetta, o in altra occasione abbiamo potuto sostenere con un nostro contributo anche la costruzione della scuola superiore di Kireka. Un piccolo capofamiglia: la grande storia di un cammino condiviso grazie al Sostegno a distanza Trovarsi gravati dalla responsabilità di capofamiglia all età di 10 anni non è così inconsueto per un bambino in Africa. Non lo è stato neppure per Fofana, chiamato Rougeo dagli amici, che vive nel quartiere di Abobo, uno tra i più poveri di Abidjani, capitale della Costa d Avorio. Per lui il grande stupore è stato poter tornare sui banchi di scuola grazie all aiuto di un amico lontano. Secondo di tre figli, Fofana rimane presto orfano di padre, deceduto a causa dell AIDS. La stigmatizzazione sociale legata a questa malattia porta all esclusione della madre di Fofana e dei suoi tre figli dalla cerchia dei parenti e della comunità in cui vivevano. Cacciati dalla casa in cui abitavano e abbandonati gli studi, i tre bambini si ritrovarono a vivere in una casa diroccata e a contare sul misero stipendio della madre, che vende vestiti di seconda mano alla stazione di Abobo. Purtroppo di lì a poco, a causa della difficile condizione in cui si erano ritrovati a vivere, la madre si ammala e così è il piccolo Fofana a doversi recare ogni giorno alla stazione, per vendere i panni. Ed è proprio quando ogni speranza sembra perduta che accade l inaspettato: un incontro con un assistente sociale di AJECI, partner locale di AVSI in Costa d Avorio. Quell incontro stupisce la madre di Fofana, che si vede guardata in un altro modo, accolta. Così parla di sé, della propria miseria, dei figli, del suo piccolo capofamiglia... La famiglia di Fofana viene accolta nel Sostegno a distanza e la madre aiutata a 14

15 curarsi. Può contare sull aiuto che lo staff di AJECI e AVSI le offrono e ora può di nuovo mantenere la sua famiglia. Grazie alla mano tesa dal suo sostenitore Fofana è potuto tornare sui banchi di scuola e abbandonare la strada. La sua gioia per questa inaspettata rinascita della speranza si è tradotta in un ottimo punteggio agli esami che concludono il ciclo primario, che gli ha permesso di orientarsi verso una buona scuola secondaria: ora Fofana potrà frequentare il liceo. La profonda gratitudine della madre fa da eco alla speranza con cui Fofana e i suoi fratelli possono ora guardare all avvenire. Un profondo cambiamento reso possibile anche attraverso il sostenitore di Rougeo, che si è messo in gioco decidendo di condividere un po di cammino insieme a lui attraverso il Sostegno a distanza. Elia e il suo sogno La perdita del figlio è il dolore più grande che possa colpire il cuore di una madre. Ma può accadere che da quelle ceneri fiorisca un opera grande. È la storia di Cecilia e di suo figlio Elia. Elia aveva sin da piccolo manifestato una spiccata sensibilità verso chi si trova in condizioni difficili, esprimendo il suo desiderio di solidarietà in molti differenti modi, anche con l intenzione di sostenere a distanza un bambino. Quando un aneurisma ha posto fine alla sua vita, a soli 13 anni, è stata la madre a compiere i suoi desideri fondando l associazione Il sogno di Elia, attraverso la quale organizza raccolte fondi da destinare a progetti di solidarietà, ha istituito una borsa studio presso la scuola livornese dove Elia studiava, e propone il Sostegno a distanza con AVSI, attraverso iniziative e sponsorizzazioni. Tra le tante iniziative di sensibilizzazione di cui si è resa partecipe vi è quella del Memorial dedicato ad Elia, un torneo di rugby (sport che amava e praticava) tenutosi anche quest anno, a Livorno, il 20 maggio. La forte pioggia non ha certo aiutato l organizzazione, ma in molti hanno partecipato all evento, tra i quali l On. Marida Bolognesi, da sempre attiva e interessata alle tematiche del Sostegno a distanza. STORIE DI... UNO DI FAMIGLIA piccoli racconti che cambiano la vita 15

16 Benvenuta nella mia famiglia La famiglia è una risorsa grandissima per la società e può essere davvero un luogo di accoglienza senza confini. Ne sono testimonianza Luca e Silvia, che pochi giorni fa sono venuti a trovarci presso la sede di AVSI a Cesena per attivare un sostegno a distanza, accompagnati dal loro piccolo Nico. Portando con sé loro figlio, perché fosse partecipe di questa scelta, ne capisse l importanza, fosse realmente un gesto della famiglia. Racconta Silvia che sin da piccola ha sempre desiderato poter sostenere a distanza un bambino, un suo coetaneo in difficoltà. Un desiderio che ha coltivato in fondo al cuore insieme a quello di formare una famiglia. Realizzato il secondo ha voluto che si compisse anche il primo e Luca si è reso subito disponibile. Credendo profondamente nel grande valore che ha la carità, che coinvolge ogni aspetto della vita, questo sostegno non poteva essere un gesto solo suo, ma della famiglia. E così arrivato in AVSI Nico, occhi sgranati, si è guardato attorno per tutto il tempo per poi fissarli infine sulla foto di Annie, una bimba birmana di qualche anno più grande di lui. Sa che in un paese lontano, in Asia, lei aspetterà sue notizie, che penserà a lui, a mamma Silvia e papà Luca, che si scambieranno foto e lettere. Nico è ancora troppo piccolo per scrivere. Tornato a casa ha fatto un disegno, appoggiandolo sulla lettera che mamma e papà invieranno ad Annie. Un bel disegno, per esprimere la sua gioia, per dirle Benvenuta nella mia famiglia. Il Maestro Muti e il Ravenna Festival per 30 bambini bisognosi e le loro famiglie Nel luglio scorso Le Vie dell Amicizia, della Fondazione Ravenna Festival, fece tappa in Kenya, a Nairobi e in quell occasione i bambini del coro della Little Prince, la scuola della baraccopoli Kibera di Nairobi, sostenuta anche attraverso AVSI, furono 16

17 diretti dal Maestro Riccardo Muti in un concerto memorabile. Quell indimenticabile esperienza è rimasta nel cuore non solo dei piccoli partecipanti, che inviarono oltre 100 cartoline per ringraziare il Maestro e Cristina Mazzavillani Muti, presidente del Ravenna Festival, della straordinaria occasione datagli, ma anche in quello dei destinatari di tutte quelle letterine. E così il Maestro Muti e il Ravenna Festival hanno deciso di sostenere a distanza 30 bambini dello slum di Kibera e le loro famiglie bisognose, testimoniando che il valore di un incontro grande può permanere, oltre l emozione iniziale, nel tempo. Da famiglia a famiglia, la condivisione attraverso il Sostegno a distanza Il Sostegno a distanza crea legami concreti, si partecipa della vita del bambino sostenuto e della sua famiglia, nelle gioie e nei momenti tristi. Come la famiglia di Giulio, che sosteneva Bire, in Etiopia. La bambina era affetta da una rara forma di tumore e pochi mesi fa si è spenta. Non potendo recarsi in Etiopia per condividere il dolore con la famiglia di Bire, hanno pensato di inviargli un regalo, la somma necessaria per acquistare un carretto con asino. Il trasporto su due ruote è molto diffuso, spesso l unico possibile, in Etiopia. L assistente sociale che seguiva da vicino Bire, si è incaricata personalmente di cercare e scegliere con cura l asino e il carretto. I genitori si sono commossi quando hanno visto arrivare i doni davanti alla porta della loro casa, hanno percepito l affetto di quegli amici lontani. Il loro gesto è stato importante per i genitori di Bire e per lo staff di AVSI Etiopia, perché ha ricordato che anche nelle situazioni più drammatiche c è qualcuno che non esita a mettersi in gioco e a donare per il bene dell altro, che, seppur distante, è vicino di cuore. STORIE DI... UNO DI FAMIGLIA piccoli racconti che cambiano la vita 17

18 Sentirsi uno di famiglia con il Sostegno a distanza AVSI sostiene a distanza nel mondo più di bambini. Ad ognuno di loro basta davvero poco per sentirsi uno di famiglia. Proprio come raccontano Massimo e Stefania, da tempo sostenitori a distanza con AVSI: Siamo sempre più persuasi dal fatto che davvero basta poco per fare felice e aiutare una giovane amica, Rose, Myanmar, nelle sue esigenze quotidiane, che servono a rendere la sua vita più dignitosa e serena. Apprendere che Rose ha terminato i suoi studi e che è in attesa di cominciare il suo percorso universitario ci riempie il cuore di gioia. Siamo onorati di partecipare in questo momento della vita alla sua crescita. La storia di Rose è una storia a lieto fi ne grazie all aiuto ricevuto da amici che, seppure lontani, l hanno fatta sentire una di famiglia. Diventa anche tu sostenitore a distanza! C è un bambino che aspetta di far parte della tua famiglia! Viaggio in Argentina per conoscere Julieta Belen Quando Stefano e Ileana hanno deciso di sostenere una bambina a distanza non hanno avuto dubbi sul Paese: Argentina! Ileana infatti è di origine argentine e quindi la scelta non poteva che ricadere su quella terra. Così a febbraio inizia il sostegno a Julieta Belen e subito è grande il desiderio di andarla a conoscere di persona. Tutta la famiglia si coinvolge in questa nuova avventura e così Stefano e Ileana partono alla volta di Buenos Aires accompagnati dai loro due fi gli. Di questo emozionante incontro ci racconta Julieta Nancy, responsabile dell accompagnamento familiare all interno dell Opera educativa Mario Pantaleo dove Julieta Belen studia. 18

19 Vi scrivo per raccontarvi della visita che abbiamo ricevuto lo scorso marzo presso la nostra sede di lavoro, dove opera l accompagnamento famigliare e scolastico del nostro programma di Sostegno a distanza e il Centro Educativo La Huella, al quale partecipano i bambini e i giovani del programma. Vorrei raccontarvi che Julieta ha iniziato a ricevere il Sostegno a distanza in febbraio, e in marzo siamo venuti a sapere che il suo sostenitore Stefano e sua moglie Ileana sarebbero venuti in Argentina per conoscerla. Conosciamo Julieta da tempo perché frequentava le attività del nostro Centro Educativo e quando le abbiamo dato la notizia ne è rimasta molto contenta, così come sua madre. Stefano e Ileana sono venuti con i loro due bambini, e Julieta è stata accompagnata dalla mamma e dai nonni. Abbiamo trascorso un pomeriggio davvero bello perché abbiamo potuto parlare molto e i padrini hanno potuto conoscere un altro aspetto della realtà di Julieta. Julieta ha portato in dono ai suoi padrini dei disegni realizzati da lei e dalla madre nel corso di disegno svoltosi in una giornata di attività per le famiglie, e ha mostrato i suoi quaderni e foto di casa sua, dei suoi parenti e del suo quartiere. Dal canto suo, la nonna di Julieta ha portato a Ileana un regalo fatto in casa, un centrino come quelli che lei confeziona tutti gli anni per decorare il mausoleo del Padre Mario. Poi abbiamo visitato tutti insieme le diverse zone della Fondazione, soprattutto il Mausoleo del Padre Mario Pantaleo, la scuola, l asilo e il policlinico affi nché la famiglia di Stefano potesse conoscere più a fondo la nostra vita a González Catán. Mi piacerebbe ringraziare Stefano, Ileana e i loro figli per essere venuti a conoscere Julieta e a condividere con noi un pranzo: è stato davvero gratificante perché si sono impegnati nella proposta del programma del Sostegno a distanza ben oltre il sostegno economico, e hanno saputo aprire il loro cuore a Julieta in un coraggioso gesto d amore e di aiuto verso i più bisognosi. Grazie a nome di tutti coloro che fanno parte di questo progetto, a presto! De Brasi Julieta Nancy STORIE DI... UNO DI FAMIGLIA piccoli racconti che cambiano la vita 19

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21 Gratuitamente ho ricevuto, gratuitamente dono! Quando si lancia un sasso nell acqua le onde concentriche che si formano via via si allargano sempre più. È un esperienza semplice e immediata da fare. La stessa cosa accade quando nell avvicinarsi al prossimo per aiutarlo nei suoi bisogni più concreti e materiali lo si accoglie, si tiene presente innanzitutto che è un uomo, portatore di desideri e bisogni profondi. L aiuto avrà certamente effetto sul diretto interessato, ma pian piano quell esperienza si allargherà abbracciando la famiglia, gli amici, la comunità È l effetto del metodo con cui AVSI opera, anche nel Sostegno a distanza. Raccontando un anno di Sostegno a distanza, Alba Gianferrari, responsabile del SAD per AVSI in Nigeria, fa emergere con chiarezza quali frutti possano così essere raccolti. Come per Kehinde Whafonde, che ha potuto frequentare la scuola grazie al Sostegno a distanza. Impegnandosi è anche divenuta la migliore della classe e ogni pomeriggio con suo fratello si trova con un gruppetto di bambini delle classi inferiori per aiutarli nei compiti. Di fronte alla domanda posta da Alba, perché lo fai?, non sa rispondere. Ma sorride allargando le braccia, come a dire gratuitamente ho ricevuto, gratuitamente dono. O ancora racconta dei frequenti scontri verificatisi nel 2011 nella provincia di Ikorodu, quando le scuole sostenute tramite AVSI sono state costrette alla chiusura più volte. Nonostante i momenti difficili, i clan in contrasto che giravano armati pronti a vendicarsi contro chiunque incontrassero sul loro cammino non hanno mai attaccato o realizzato atti vandalici contro queste scuole. Questo perché hanno visto, riconosciuto e apprezzato il lavoro che AVSI svolge lì. Tanti piccoli esempi, spiega Alba, di come uno sguardo nuovo stia penetrando nella vita di chi è coinvolto direttamente o meno dal SAD: terminata la scuola, i bambini recitano tutti insieme nel cortile la preghiera. Ci sono bambini cristiani, musulmani, animisti ma il gesto di pregare è un punto di unione dove percepiscono la positività della loro vita e di quella dei compagni. STORIE DI... UNO DI FAMIGLIA piccoli racconti che cambiano la vita 21

22 Questo è possibile perché a monte vi è una proposta chiara e profondamente umana. Come afferma Barbara Pepoli, rappresentante AVSI per la Nigeria: il contenuto della nostra proposta educativa è che il bambino non è un recipiente da riempire con quello che l insegnante sa, ma è tirare fuori le sue capacità, aiutarlo a scoprire il significato di tutta la realtà e insieme seguirla. Per questo si punta molto sui corsi di formazione professionale ed educativa degli insegnanti, e a questo livello la famiglia del bambino di qualunque appartenenza essa sia- non fa nessuna obiezione, vogliono il bene dei loro figli, hanno lo stesso desiderio di conoscere. Un viaggio in Albania, alla scoperta di Horge Tornata da poco dal viaggio in Albania per conoscere Horge, il bimbo che sostiene e la realtà in cui vive, Maria è ancora emozionata per l incontro e ha voluto condividerlo con noi attraverso questa sua testimonianza. Ho ricevuto una splendida accoglienza da parte degli organizzatori, Emira e Luis. Entrambi mi sono venuti a prendere in aeroporto, dopo di che mi hanno fatto conoscere due grossi centri di accoglienza, uno a Tirana l altro a Beltoie, un villaggio poverissimo a 30 km da Tirana, nel quale ho potuto apprezzare l entusiasmo e la generosità di suor Eva e di Violetta che mandano avanti una scuola materna ed elementare in ambienti molto puliti e decorosi, regalando ore di serenità a molti bambini ai quali preparano anche il vitto. Luis, un generoso organizzatore argentino, mi aveva perfino offerto di stare a casa sua, insieme a sua moglie e alle sue tre vivacissime figlie e si è preoccupato, inoltre, di organizzare i miei 4 giorni di permanenza a Tirana, insieme alla sua collega Mira, responsabile dell organizzazione SHIS, partner locale di AVSI. Insieme siamo andati a far visita a Horge che, orfano di entrambi i genitori, vive con la nonna. Io ero un po emozionata e inoltre temevo di invadere l intimità di una famiglia molto semplice. Per fortuna Mira ha saputo, abilmente, metterci a proprio agio ed io ho potuto conoscere Horghe un vivace bambino di 11 anni, per niente imbarazzato, che per prima 22

23 cosa, mi ha mostrato la fotografia della mamma morta; in quel momento ho a stento trattenuto le lacrime... Sono poi passata a mostrargli i piccoli doni che avevo preparato per lui, godendo così di una bellissima scena: lo stupore e la gioia grande di un bambino che sembrava entrato nel paese dei balocchi, cosa che, purtroppo, non si vede quasi più nel nostro paese. Dopo le foto ed il tè ci siamo lasciati, felici di esserci conosciuti, ed io mi ripropongo di tornare per gioire della compagnia di Horge. Grata per questa bellissima esperienza, Maria Dalla Palestina la storia di Lourdes Sono già passati quattro anni da quando ho conosciuto Lourdes, mi trovavo dalla segretaria della scuola femminile, quando una bambina si presenta alla porta e chiede se qualcuno avesse portato la sua merenda. Purtroppo nessuno aveva portato nulla, e lei era rimasta senza la merendina. Si era seduta da sola in un angolo, così mi avvicino e le chiedo se non ha dei soldini con lei per comprare almeno un panino dal negozietto interno della scuola, ma lei non mi risponde è troppo chiusa per parlare con persone che non conosce. Torno dalla segretaria, e mi racconta che la mamma è molto malata e il padre lavoricchia come falegname, insomma una situazione molto difficile da affrontare. Fortunatamente le compagne di classe si sono accorte che Lourdes non stava mangiando nulla, così alcune hanno diviso il loro panino a metà! La generosità delle bambine mi ha particolarmente stupito e così ho deciso di informarmi bene sulla situazione economica della famiglia. Mamma Sumaya ha affrontato con coraggio una brutta malattia, ma ora deve superare e combattere le conseguenze, la chemioterapia l ha trasformata, spesso non ha neppure la forza di reggersi in piedi, ma ogni mattina sveglia la sua bimba, le prepara il panino per la scuola e la colazione, ma non appena Lourdes esce di casa, si reca a letto, stanca e priva di forze. Issa lavora come falegname, ma il lavoro è davvero molto scarso e le giornate le passa spesso ad attendere qualche richiesta da parte di vecchi clienti. Ci sono giornate in cui non è neppure in grado di acquistare il pane da mettere in tavola, figuriamoci come può acquistare le medicine per Sumaya STORIE DI... UNO DI FAMIGLIA piccoli racconti che cambiano la vita 23

24 Oramai pieni di debiti, Issa non pagava la scuola e con grandissima difficoltà riusciva a dare qualche soldino alla bambina per potersi comprare qualcosa di dolce durante l intervallo. Non appena raccolgo tutti i dati che mi servono, invio la scheda all ufficio AVSI, e dopo poco mi viene confermato l ingresso di Lourdes nel Sostegno a distanza. Grazie a chi ha preso in sostegno la piccola Lourdes, tutto il debito contratto con la scuola è stato cancellato, a volte viene offerta la merenda alla bambina, quando ci accorgiamo che non ha nulla da mangiare, e se necessario la scuola le passa anche i libri per poter studiare Questa è solo una delle tante storie che Giovanna Specchio, coordinatrice SAD delle scuole francescane di Terra Sancta di Betlemme, può raccontarci. Storie tutte diverse ma che testimoniano, ognuna, quanta speranza è in grado di portare una semplice decisione: quella di sostenere a distanza. Viaggio in Birmania: quando la vita riprende coscienza del proprio valore La Birmania è meta di viaggi affascinanti: il paese delle mille pagode, isole e spiagge meravigliose, i monasteri e la loro profonda spiritualità. Sono tanti i motivi per cui programmare un viaggio in questo paese. E certamente sono alcuni dei motivi che hanno spinto un gruppo di amici a scegliere questa terra, inserendo però, nell itinerario, una tappa particolare: pur non sostenendo un bambino in Birmania (sostengono infatti un bimbo in Medio Oriente), hanno deciso di fermarsi a visitare l orfanotrofio di Taunggyi. Nel loro racconto emerge la commozione e lo stupore dell incontro con i bambini e di come la condivisione di una parte del cammino possa far fiorire rapporti in cui rinasce la speranza. Siamo tre famiglie di Bergamo ed una coppia di Varese e durante le ultime vacanze di Natale siamo stati in Myanmar per turismo, ma soprattutto con l obiettivo di incontrare alcuni amici, in particolare Padre John, ora parroco a Mandalay, Liza May Thet Thetoo, collaboratrice AVSI per Thailandia e Myanmar, Nang Swe Swe Aye, coordinatrice AVSI per Myanmar, oltre ad altri che per varie vicende abbiamo conosciuto in Italia. Liza ci ha organizzato e seguito nel viaggio e ci ha proposto anche la visita 24

25 di un collegio per bambini e bambine vicino a Taunggyi, seguito da AVSI e dove sono ospitati circa 75 ragazzi. L incontro è stato particolarmente significativo e commovente ed ha reso evidente come gli educatori/educatrici locali abbiano ormai acquisito e trasmesso ai bambini una grande passione per l educazione e l amore per la bellezza. Ci hanno fatto vedere dove studiano, dove imparano a disegnare, dove mangiano e dormono; abbiamo visto la porcilaia, il luogo all aperto dove i bambini si lavano, la biblioteca, il dispensario. Era il nostro secondo giorno in Myanmar e siamo stati colpiti dalla mancanza di materassi sui letti e di un frigorifero. Liza ci ha sorriso e ci ha spiegato come sia molto più importante avere aiuti per supportare l educazione dei bambini (quaderni, libri, attrezzature scolastiche ) e la loro salute. Non abbiamo capito subito il messaggio, ma è stato necessario qualche altro giorno per osservare come vive la grande maggioranza dei birmani e quanto sia grande anche in Myanmar l emergenza educativa, culturale, su cui AVSI sta puntando. Siamo stati accolti con festa e curiosità, ci hanno preparato una cena che è stata di qualità e quantità almeno pari a quelle che abbiamo gustato nei migliori ristoranti in Myanmar, abbiamo assistito ad uno spettacolo a cui hanno partecipato tutti i bambini, con varie forme di danza, rappresentazione teatrale e musica, espresse con grande intensità, ordine, bellezza ed in una lingua inglese che vorremmo tanto fosse conosciuta a questo livello dai nostri bambini in Italia. Attraverso la rappresentazione teatrale uno di questi bambini ci ha anche raccontato il dramma della sua vita, ceduto dalla mamma indigente ad una banda di trafficanti, poi riscattato dagli educatori AVSI ed ora capace con grande sensibilità di raccontare la sua storia e l incontro con AVSI che gli ha salvato la vita. Impossibile non essere commossi di fronte allo spettacolo della vita che riprende e che diventa cosciente del proprio valore. Viene spontaneo ringraziare Dio perché voi esistete e create rapporti in cui rinasce la speranza. STORIE DI... UNO DI FAMIGLIA piccoli racconti che cambiano la vita 25

26 Dal sostegno a distanza una favola per Maria Il cuore sa trovare strade molto speciali per amare. Particolarissima quella trovata da Arrigo, che decide di iniziare un sostegno a distanza e così conosce Maria, una bimba rwandese di tre anni. Lettera dopo lettera, l assistente sociale che la segue racconta la storia di Maria, comune purtroppo a tanti bambini del Rwanda: il genocidio, la perdita della madre Arrigo pensa di inviarle un regalo, qualcosa di speciale per lei che possa farla sentire meno sola, ma cosa prendere per questa bimba così piccina? Gli viene un idea: Ho sempre avuto davanti a me gli occhi attenti e felici di un bimbo mentre gli viene raccontata una favola, e così inizia a pensare: una favola per Maria, la sua favola nell inviarla a Maria in Rwanda, mi sono immaginato i suoi occhioni spalancati e felici mentre la sfogliava. La storia è bella e semplice, proprio come quelle che tanto piacciono ai bambini: Maria vive in un paese lontano e bello che viene però provato da una crudele guerra interna, dove perde il suo affetto più caro. Ma dall Italia giunge una sorpresa, un orsetta con un gonnellino rosso e un panda che durante la notte prendono vita e l accompagnano in un meraviglioso viaggio. Pronta l idea Arrigo affida la storia alla brava illustratrice Federica Castagnoli che la racconta e riempie di colori e immagini le pagine. Il risultato è stupendo. Insieme a due peluches, un orsetta con il gonnellino rosso e un panda, proprio come nella favola, spedisce il tutto in Rwanda. La felicità di Maria è stata grandissima e continua a mostrare a tutti i suoi due nuovi compagni e la bella storia che parla di lei. Davvero un regalo unico e speciale! La distanza non importa se l orizzonte è grande La distanza non importa se l orizzonte è grande. Così il Brasile non dista molto per i bambini della scuola elementare di Buccinasco, un piccolo comune del milanese. Una storia, la loro, che merita veramente di esser raccontata. 26

27 Il primo passo fu fatto in prima elementare, a Natale, con la proposta da parte di Stefania e Liliana, le maestre, di iniziare un amicizia molto speciale, volta ad aiutare un bimbo in difficoltà. Un amicizia che partisse da loro, in prima persona: la proposta è stata fatta direttamente ai bambini: non erano i genitori a tassarsi ma loro a sacrificare piccoli regali o mance. Il motivo è semplice: che loro si accorgessero di appartenere ad un mondo di cui possono essere protagonisti, un mondo non sempre roseo ma di cui possono cambiare un pezzetto. L incontro è con Alex, brasiliano, di Belo Horizonte, poco più piccolo di loro. Una storia triste di abbandono e violenza, accolta dai bambini con grande affetto. Scrutando le sue foto, un appuntamento molto atteso, si accorgevano di ogni piccolo cambiamento, alla ricerca di segni che testimoniassero quella particolare amicizia ( vedi maestra, qui è meno triste dell altra foto, forse perché ha ricevuto i nostri regali! ). Ai bambini non mancano semplicità e speranza: con la collaborazione dei loro genitori, per ben tre anni organizzano un mercatino di vendita dei loro giochi usati, per poter sostenere Alex e inviargli anche qualche regalo extra. Quando le notizie sulla situazione di Alex iniziano ad essere più allarmanti preparano anche una preghiera particolare per Natale, affinché potesse essere adottato, trovare una famiglia che lo accogliesse e organizzano un collegamento skype per poterlo salutare ed incoraggiare. Quale la sorpresa quando, durante il video collegamento, Alex annuncia che sarebbe venuto in Italia perché era stato finalmente adottato, e successivamente, sorpresa ancor più grande, li va anche a trovare! Unanimi i pensieri e le parole dei piccoli protagonisti: un miracolo. Trovarsi davanti quell amico così lontano ha certamente fatto capire a tutti (più ai grandi che non ai piccoli, che già l avevano intuito ) che non si sostiene un sogno, qualcosa di incerto e fumoso, ma una persona, un bambino. Conclusosi il sostegno di Alex un nuovo bambino fa capolino: Murillo. Dopo l iniziale titubanza ( andiamo in quinta non saremo più insieme alle medie e dobbiamo abbandonarlo subito ) hanno trovato subito le ragioni per un nuovo abbraccio, portato in Brasile da un disegno fatto per il loro nuovo amico: una mongolfiera con dentro tutti i loro nomi. STORIE DI... UNO DI FAMIGLIA piccoli racconti che cambiano la vita 27

28 Straordinaria la spiegazione: Noi tutti aiutiamo Murillo a crescere, ad andare in alto come la mongolfiera, siamo la sua energia; però abbiamo messo anche lui tra di noi perché abbiamo imparato che se uno non si impegna, lui personalmente, non arriverà mai ad esser felice. L arcobaleno rappresenta la felicità. E per far sì che il passaggio alle medie non segni l interruzione di questo nuovo rapporto ancora una volta s ingegnano: un calendario per il 2013 sulla loro esperienza di sostegno a distanza, realizzato nell ambito di un concorso sulla pace. Il calendario è in vendita e con il ricavato continueranno a sostenere Murillo. Lo slancio, l orizzonte così grande di questi piccoli protagonisti e degli adulti che li stanno accompagnando in questo cammino è accompagnato dall affetto, l attenzione e l accoglienza che le educatrici di Murillo hanno per lui e per i suoi piccoli compagni di asilo a Belo Horizonte. Educare all attenzione verso il prossimo, all amore, alla speranza in contesti così violenti e poveri non è facile. È questo che fa dire a Stefania: L esperienza del sostegno a distanza è davvero geniale, uno strumento educativo fondamentale, va oltre il pur importante aiuto economico perché i bimbi fanno esperienza concreta di uno sguardo di misericordia su di loro, di esser pensati da un Altro, di esser amati. Un viaggio in Uganda per incontrare i bambini e i ragazzi sostenuti a distanza Il viaggio per incontrare il bambino sostenuto è una grande avventura. I racconti dei sostenitori che hanno fatto questa esperienza hanno tutti lo stesso fil rouge: stupore ed emozione. La realtà che si incontra supera ogni immaginazione e riesce a stupire ed emozionare, sempre. Ecco la testimonianza di Anna e Pietro, che assieme ad un gruppo di amici, hanno fatto un viaggio in Uganda, per andare a trovare i bambini e i ragazzi che sostengono a distanza con AVSI. Dopo quasi 3 anni dal mio ultimo viaggio in Uganda, finalmente lo scorso 3 marzo con Alice, Elena, Laura M., Laura P., Mirella, Piero, Elena ed Andrea, parto da Milano Malpensa per tornare a Kampala. Questo viaggio è nato dal mio desiderio, condiviso dai miei compagni di viaggio e da altri amici, di tornare a trovare i bambini adottati con il sostegno a distanza di AVSI. Tanti amici, anche se non presenti fisicamente, hanno partecipato a questo viaggio, consegnandoci letterine e regali per i bambini che avremmo incontrato, sia quelli 28

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