Stru%ure sanitarie- ospedaliere

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1 Stru%ure sanitarie- ospedaliere Cara%eris2che tecniche ed ispezionabilità dei componen2 aeraulici Relatore ing. L Oldrini AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 1

2 Linee guida ISPESL TuK i componen= dell impianto compresa l Unità di tra2amento dell Aria ( UTA) devono essere proge2a= ed installa= in modo da facilitare la pulizia, la ges=one, il controllo e la manutenzione, inclusa la sos=tuzione degli elemen= filtran=. Le canalizzazioni devono essere realizzate con materiali resisten= alla corrosione, coibentate esternamente, e con perdite d aria inferiori al 5% della portata nominale, quando provate a 1,5 volte la pressione nominale di esercizio Tu2e le superfici a conta2o con il flusso d aria devono essere compa=bili con gli agen= chimici e fisici u=lizza=, in par=colar modo con gli agen= detergen= e sanifican=, ed essere idrofobiche e ignifughe AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 2

3 Proge2o di norma E Impian= di ven=lazione e condizionamento e a contaminazione controllata (VCCC) per i blocchi operatori I canali di collegamento tra UTA ed ambien= - devono essere il più corto possibile - non sono ammessi materiali isolan= all interno dei componen= dell impianto a2raversa= dai flussi d aria - devono avere un tasso di perdita conforme alla classe B della norma UNI EN per canali metallici a sezione circolare, alla UNI EN 1507 per i canali metallici a sezione re2angolare e alla UNI EN per i canali non metallici - le superfici interne devono essere lisce per garan=re la facilità di pulizia manuale o meccanica - devono essere internamente ispezionabili almeno tramite opportuni sportelli a tenuta che vanno previs= in corrispondenza di organi non smontabili, quali serrande di regolazione, serrande tagliafuoco, ba2erie di scambio termico, silenziatori ove esisten= - devono avere un tasso di perdita conforme alla classe C delle sopracitate norme per i trak rela=vi al blocco operatorio vero e proprio, l eventuale ricircolo,e ai locali ancillari o di supporto come indicato ai pun= D1.1, D1.2, D1.3 di de2o proge2o di norma.- nel blocco operatorio tubazioni flessibili, purchè di lunghezza inferiore al metro, possono essere u=lizzate solo per raccordare i canali con gli apparecchi di diffusione dell aria AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 3

4 1)Impianto rela2vo al blocco operatorio 1.1).UTA Sulla necessità di una facile ispezionabilità e sanificazione delle unità di tra2amento dell aria e, di conseguenza, sulle modalità di proge2azione e produzione di dek componen=, è a disposizione una voluminosa le2eratura tecnica a cui si rimanda. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 4

5 1)Impianto rela2vo al blocco operatorio 1.2) Silenziatori Per la specifica des=nazione d uso la superficie del materiale fonoassorbente lana di roccia a conta2o dell aria, sia dei silenziatori re2angolari a sek, sia dei silenziatori circolari con o senza ogiva, non può essere dotata dello standardizzato rives=mento di velovetro nero in quanto non garan=sce la mancanza di rilascio di fibrille di lana di roccia dovuto all effe2o abrasivo dell aria. A questo proposito si ribadisce l opportunità di usare sempre lana di roccia al posto della lana di vetro, che in base agli studi più recen= risulterebbe meno pericolosa per la salute. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 5

6 1.2).Silenziatori In secondo luogo il velovetro nero perme2e l assorbimento e l accumulo delle sostanze disinfe2an= contenute negli aerosol di sanificazione nel so2ostante materiale fonoassorbente. Nel passato si usava rives=re de2e superfici con una lamiera forellinata. Questo accorgimento da una parte rendeva quasi nullo il rilascio di fibrille, dall altra non risolveva il problema della sanificazione e cos=tuiva una sorgente di elevato inquinamento, in quanto il par=colato presente nell aria si accumula sul bordo dei fori e quando raggiunge un determinato spessore si stacca dagli stessi per l effe2o abrasivo del flusso d aria e delle vibrazioni proprie del silenziatore, cos=tuendo grumi di sporcizia che vengono trasporta= lungo i canali. Fig. 1a Silenziatore a setti con rivestimento di lamiera forellinata AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 6

7 1.2).Silenziatori Più recentemente sono sta= previs= rives=men= con fogli di polie=lene o di melinex. I primi, essendo generalmente molto sokli, si tagliano facilmente, par=colarmente durante la fase di avviamento dell impianto, cara2erizzata spesso dal trasporto di residui di costruzione (calcinacci, pietrisco di piccole dimensioni ecc.), inficiando la possibilità di una corre2a sanificazione del componente e spesso aumentando il livello sonoro generato a causa dello sbakmento degli eventuali lembi del rives=mento. Inoltre procurano una diminuzione dei valori di abbakmento acus=co di ca 3 db. Per ovviare a questo inconveniente sopra il foglio di polie=lene si è pensato di me2ere una lamiera forellinata. La ro2ura del foglio di polie=lene si è evitata ma non si è evitato l accumulo di inquinan= sui fori della lamiera come sopra indicato. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 7

8 1.2).Silenziatori I secondi cos=tuiscono sicuramente un valido provvedimento ma generalmente poco economico. Recentemente da due produ2ori sono sta= introdok sul mercato silenziatori con materiale fonoassorbente di lana di roccia rives=to da un par$colare tessuto- nontessuto in fibra di vetro che oltre a non essere sogge2o a fenomeni di abrasione e/ o di sfaldamento, tra2andosi di fili con=nui, non consente il passaggio e di conseguenza l accumulo nel so2ostante materiale fonoassorbente del componen= del prodo2o usato per la sanificazione, essendo il vetro idrorepellente. Fig. 1b Setto con rivestimento di tessuto - nontesssuto Inoltre questo materiale risulta del tu7o inerte alla proliferazione di funghi e ba7eri AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 8

9 1.2).Silenziatori Generalmente i silenziatori vengono installa= in trak di canali con classe di tenuta A in conformità alla norma sopra citata e pertanto nessun costru2ore europeo, fino a prova contraria, indica la perdita di tenuta dell involucro del silenziatore, in quanto assimilabile ad un breve tra2o di un normale canale re2angolare o circolare. L ispezionabilità dei silenziatori re2angolari e di quelli circolari con ogiva risulta par=colarmente difficile se non impossibile a causa dello spazio ristre2o tra i sek fonoassorben= o tra ogiva e parte interna del silenziatore, mente risulta più agevole per i silenziatori circolari senza ogiva. Pertanto dovrà essere eseguita da personale specializzato con strumen= in grado di non danneggiare la superficie dei sek a conta2o con l aria nel caso che non siano previste lamiere forellinate di protezione. Il rives=mento in tessuto- non tessuto presenta una grossa resistenza al taglio e pertanto richiede solo di procedere con a2enzione. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 9

10 1.3).Serrande tagliafuoco A2ualmente sul mercato sono disponibili due diverse =pologie di serrande tagliafuoco. Alla prima appartengono le serrande tagliafuoco cer=ficate in base alla circolare 91 del Ministero dell Interno Direzione Generale An=ncendio. Se de2e serrande sono state provate tra il 2002 ed il 2007 è possibile installarle fino al se2embre del 2012 Se sono state provate prima del 2002, potevano essere installate fino al se2embre del Alla seconda appartengono le serrande tagliafuoco provate e cer=ficate in conformità alle UNI EN e UNI EN , con cer=ficato di resistenza al fuoco reda2o in conformità alla UNI EN AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 10

11 1.3).Serrande tagliafuoco Questo secondo =po si differenzia sostanzialmente dal primo per: la metodologia di prova assai più complessa, in quanto è prevista anche una prova di resistenza meccanica la prova di tenuta ai così chiama= fumi freddi, di grande rilevanza per il contenimento dei fumi che si sviluppano nelle prime fasi dell incendio la prova di tenuta con p nega=vo di 200 Pa,che valuta il trafilamento della serranda durante la prova al fuoco le modalità di installazione non solo su pare= o sole2e in muratura ma anche su pare= in cartongesso, prima non considerate. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 11

12 1.3).Serrande tagliafuoco Con riferimento a queste ul=me occorre so2olineare che la norma non prevede una prova di tenuta del solo involucro della serranda e pertanto, a questo proposito, nella le2eratura tecnica a livello europeo non ci sono da=. Bisogna però considerare che, avendo la serranda un ingombro in lunghezza normalmente di soli 500 mm e le massime dimensioni per singola serranda, come espressamente indicato nella norma, non possono essere superiori a millimetri 1500 ( base)x 800( altezza), le eventuali perdite di tenuta sono molto modeste e nella maggioranza dei casi minori di quelle di un normale tronco di canale di pari dimensioni. Inoltre vengono generalmente montate in canali con perdite di tenuta in classe A ; nel caso del blocco operatorio, i trak di canale in classe B difficilmente, per non dire mai, a2raversano pare= o sole2e tagliafuoco e pertanto il problema della loro perdita di tenuta è da considerarsi ininfluente. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 12

13 1.3).Serrande tagliafuoco Importante è l ispezionabilità della serranda. Nei paesi nordeuropei nel corpo della serranda è normalmente previsto uno sportello che serve sia per l ispezione che la sos=tuzione del fusibile. Nei paesi sudeuropei de2o sportello non viene preso in considerazione in quanto sono sta= studia= disposi=vi che perme2ono la sos=tuzione dei levismi interni e del fusibile dalla parte laterale della serranda che sporge dal muro tagliafuoco; quindi è nei pressi della serranda è necessario prevedere uno sportello di ispezione nel canale. Fig. 2a Serranda tagliafuoco con sportello di ispezione AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 13

14 1.3).Serrande tagliafuoco Per quanto riguarda i suoi par=colari costrukvi, ul=mamente di notevole significato è la realizzazione di serrande tagliafuoco disassate in cui i levismi di comando non sono coassiali col perno di rotazione della pala, ma rimanda= verso uno dei fron= della serranda, per cui viene evitato lo scasso nel muro o nella sole2a per far posto alla leva di comando manuale, in alterna=va al servomotore a molla di ritorno, ad eventuali finecorsa, e/o magne= a lancio di corrente o solenoidi a corrente di riposo. Fig. 2b Serranda tagliafuoco disassata AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 14

15 1.3).Serrande tagliafuoco Le serrande tagliafuoco cer=ficate in conformità alla UN EN , hanno una pala di spessore rido2o rispe2o alle preceden=, con indubbio vantaggio sulla perdita di carico,ed una guarnizione perimetrale, a2a a contenere i fumi freddi Fig. 2c Serranda tagliafuoco certificata in conformità ad UNI EN /2 Nel caso delle serrande tagliafuoco, l ispezione deve essere eseguita con particolare cura per non danneggiare la guarnizione temoespandente e soprattutto la guarnizione perimetrale di contenimento dei fumi freddi sopra citati. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 15

16 1.4) Serrande di taratura Questo =po di serrande, generalmente del =po ad ale2e mul=ple con movimento contrapposto, molto usate nel passato, hanno tu2e una profondità limitata ( mm) e perdite di tenuta in conformità alla classe A; quindi possono essere installate solo in trak di canali della stessa classe. La loro ispezionabilità è resa rela=vamente complicata dalla presenza delle ale2e che normalmente hanno un passo di 100 mm, in alcuni casi anche di soli 50 mm, e quasi mai sono tu2e aperte. La loro taratura richiede sempre molto tempo, in quanto questa operazione implica una variazione della portata delle altre serrande collegate alla stesa UTA e pertanto la ritaratura delle stesse, con un procedimento che si deve ripetere parecchie volte. Inoltre riveste molta importanza il punto del canale in cui de2e serrande vengono installate. E buona norma prevederle in pun= in cui la pressione nel canale è la minore possibile, in quanto per poter operare corre2amente, la perdita di carico propria della serranda deve essere maggiore della perdita di carico a valle della stessa. Pertanto, se la perdita di carico a monte della serranda è elevata, si possono generare livelli sonori non acce2abili. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 18

17 Per questo mo=vo e sopra2u2o per l assenza del lavoro e del costo della ritaratura, dai progeks= più a2en= sono state sos=tuite con i regolatori meccanici autoaziona= con i quali è possibile tarare una portata che rimane costante, a valle del regolatore, al variare della pressione nel canale dovuta a variazioni di portata generate da un apparecchio qualsiasi inserito nel medesimo circuito aeraulico. 1.4) Serrande di taratura Fig. 3a Regolatore meccanico circolare autoazionato per portata costante Fig. 3b Regolatore meccanico rettangolare autoazionato per portata costante AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 17

18 1.5) Casse%e a portata costante/ variabile Poiché il maggior numero di apparecchi di questo =po è installato in impian= des=na= al se2ore terziario e/o industriale, i costru2ori europei,fino a poco tempo fa, non si sono molto preoccupa= dell eventuale perdita di tenuta dell involucro e pertanto anche nel se2ore ospedaliero venivano installate casse2e standard con classe di perdita A Le recen= norme per questo se2ore sono diventate più restrikve, imponendo per tuk gli impian= in cui è prevista una filtrazione almeno di classe H ed in par=colare per il blocco operatorio, canali in classe B ed in alcuni trak in classe C Sul mercato sono a2ualmente a disposizione, salvo indicazioni contrarie in questo momento non note, casse2e di soli due costru7ori che segnalano chiaramente nelle rispekve schede tecniche la classe di tenuta dell involucro. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 18

19 1.5) Casse%e a portata costante/ variabile Frequentemente la classe di tenuta della pala di regolazione della casse2a, essenziale nel caso di interce2azione totale e/o durante i lavori di sanificazione dei canali, viene confusa con la classe di tenuta dell apparecchio, in quanto nella documentazione tecnica viene indicata una generica classe di tenuta, senza altre precisazioni, il che porta al malinteso sopra accennato. Fig.4a Cassetta monocondotto per portata variabile; frontale con regolatore di portata Fig.4b Cassetta monocondotto per portata sezione fonoassorbente AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 19

20 1.5) Casse%e a portata costante/ variabile Sopra2u2o nel se2ore sanitario- ospedaliero è importante che la sezione fonoassorbente della casse2a abbia un rives=mento idoneo per perme2ere la sanificazione senza problemi. Come nel caso dei silenziatori, il rives=mento del materiale fonoassorbente con il tessuto- nontessuto in fibra di vetro ha dato i migliori risulta=. Fig. 4c Cassetta VAV; sezione fonoassorbente con rivestimento in tessuto-non tessuto AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 20

21 1.5) Casse%e a portata costante/ variabile Occorre tu2avia tener presente che l ispezionabilità di una casse2a comporta non pochi problemi, poiché la croce di misura della perdita di carico proporzionale alla portata in transito, e la pala del regolatore di portata cos=tuiscono ostacoli spesso insormontabili,così pure l interspazio tra la parte superiore e quella inferiore del materiale fonoassorbente che è notevolmente ristre2o per consen=re un okmale abbakmento del rumore generato dal regolatore di portata. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 21

22 Nel caso che per ragioni di ingombro non si possano installare le casse2e VAV, si ricorre all impiego di regolatori per portata variabile e separatamente a silenziatori circolari o re2angolari per l abbakmento del livello sonoro generato dal regolatore stesso. 1.5) Casse%e a portata costante/ variabile Fig. 4d Regolatore circolare per portata variabile Fig. 4d Regolatore rettangolare per portata variabile AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 22

23 1.6) Terminali filtran2 Ques= apparecchi di diffusione possono essere singoli come nel caso di installazione nei locali ancillari e nelle sale operatorie in classe ISO 7 e ISO 8, oppure essere raggruppa= in modo da cos=tuire plafoni filtran= come espressamente richiesto per le sale operatorie in classe ISO 5. Fig-5a Terminale filtrante singolo Fig.5b Plafone filtrante AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 23

24 1.6) Terminali filtran2 Entrambi devono possedere le seguen= cara2eris=che generali: - modulo di contenimento del filtro con tenuta almeno in classe C in conformità alla UNI tenuta tra modulo di contenimento e filtro tale che la concentrazione di par=colato, misurabile con un contapar=celle sia pari od inferiore a quella massima ammessa per la classe ISO dell ambiente in cui sono installa= - verniciatura per cataforesi, in alterna=va costruzione in acciaio inox o lamiera d alluminio - saldature a TIG (Tungsten Inert Gas) - facile smontaggio della parte frontale per sos=tuzione del filtro e per operazioni di ispezione - sanificazione e possibilità di controllo della perdita di carico del AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 24

25 1.6.1 Terminali filtran$ singoli Questa terminali sono disponibili in due versioni. La prima prevede una tenuta meccanica tra filtro e contenitore, cos=tuita dalla guarnizione in materiale plas=co gommoso del filtro che viene opportunamente premuta contro una ba2uta perimetrale del contenitore per mezzo di blocchek o no2olini di serraggio. In alcuni =pi la ba2uta perimetrale è cos=tuita da una lama a profilo arrotondato ricavata da una piega della lamiera del contenitore che s introduce nella guarnizione del filtro. Fig.5a Terminale filtrante singolo con tenuta meccanica AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 25

26 1.6.1 Terminali filtran$ singoli La seconda prevede la così chiamata tenuta liquida a gel cos=tuita da un guarnizione liquida (gel) inserita in un apposita cava ricavata nel telaio del filtro, nella quale viene introdo2a la lama a profilo arrotondato come sopra descri2a. Questo soluzione è da considerarsi a tenuta assoluta e quindi viene prevista per i locali in cui viene richiesta una elevata classe di asepsi. Fig.5a Terminale filtrante singolo con tenuta liquida (gel) AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecnche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 26

27 1.6.1 Terminali filtran$ singoli Le operazioni di ispezione e di sanificazione devono essere condo2e con molta cura: dal raccordo di entrata, facendo a2enzione a non scalfire la verniciatura interna del terminale per non creare pun= di eventuale corrosione dal fronte dopo aver tolto il diffusore ed il filtro facendo a2enzione a non rovinare i nippel previs= lateralmente per il controllo della perdita di carico del filtro e/o il controllo col contapar=celle. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 27

28 1.6.2 Plafoni filtran$ Sono cos=tui= da moduli che vengono affianca= per cos=tuire un plafone di dimensioni tali da comprendere in generale,oltre al tavolo operatorio, gli spazi occupa= dai chirurghi e dal personale ausiliario. La filosofia impian=s=ca è quella di realizzare un flusso unidirezionale dall alto verso il basso con velocità d uscita in grado da non recare discomfort agli operatori medici. Questo =pologia di diffusione dell aria è prescri2a nel proge2o di norma E sopra citata per le sale operatorie in classe ISO5 e a discrezione del progeksta anche per sale operatorie di classe inferiore ( ISO 7 e ISO 8) AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 28

29 1.6.2 Plafoni filtran$ Poiché la classe ISO 5 impone un numero di ricambi/ora assai elevato e concentrazioni di par=colato estremamente limitate come indicato nella tabella so2ostante, Fig. 6a Classi ISO:concentrazioni massime ammesse di particolato inquinante e ricambi/ora previsti alcuni costruttori consigliano di prevedere sempre plafoni con tenuta liquida ( gel ) tra filtro e contenitore in modo da assicurare una tenuta assoluta tra questi due componenti. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 29

30 1.6.2 Plafoni filtran$ In ogni caso col plafone filtrante, risolto il problema della tenuta dei filtri, occorre porre par=colare a2enzione al problema della tenuta tra i singoli moduli cos=tuen= il plafone, la tenuta tra ques= e la cornice perimetrale di contenimento del plafone e la tenuta trai moduli ed il pannello cieco normalmente previsto per il passaggio del sostegno della lampada sciali=ca. Per risolvere ques= problemi, la maggior parte dei costru2ori di plafoni si affida a tenute meccaniche con guarnizioni; AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 30

31 1.6.2 Plafoni filtran$ Solo pochissimi costru2ori hanno elaborato soluzioni che prevedono l impiego di una tenuta liquida tra ques= elemen= in modo che tra soffi2o e controsoffi2o, rela=vamente all area occupata dal plafone, non ci sia alcuna possibilità di trafilamento di aria non filtrata. Fig. 6b Modulo filtrante per plafone con doppia guarnizione liquida AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 31

32 1.6.2 Plafoni filtran$ Sia nel caso dei terminali singoli, sia nel caso dei plafoni, l ispezionabilità e l eventuale sanificazione dell apparecchio è sempre o2enibile togliendo la parte frontale di diffusione dell aria, e rimuovendo il filtro. Questa operazione deve essere effe2uata solo da personale qualificato e dotato di tu2e le protezioni previste per rendere minimo, per non dire nullo, il pericolo di contaminazione dell operatore. Inoltre vale quanto indicato per i terminali filtran= singoli AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 32

33 2) Impianto rela2vo alle degenze. Generalmente questo impianto nel passato veniva realizzato con ven=lconve2ori ed aria primaria. I problemi ed i cos= lega= ad una sistema=ca manutenzione dei filtri e delle ba2erie monta= nei ven=lconve2ori, oltre ai problemi di possibile proliferazione di legionella, che si possono manifestare nella bacinella di raccolta della condensa con l eventuale ricaduta sulle operazioni di pulizia e sanificazione nonché sulla salute degli operatori e dei pazien=, a2ualmente ha convinto mol= progeks= a scegliere in alterna=va impian= del =po a tu2 aria, sopra2u2o nelle nuove costruzioni e, quando possibile, anche nelle ristru2urazioni. Pertanto nel seguito si farà riferimento a questa =pologia impian=s=ca, analizzando in par=colare le soluzioni più a2uali. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 33

34 In linea di principio l impianto in ques=one è fondamentalmente cos=tuito da: - Unità di Tra2amento Aria - silenziatore - serranda/e tagliafuoco - serranda/e di taratura - regolatori/ casse2e per portata 2) Impianto rela2vo alle degenze. costante/variabile per i quali valgono le stesse considerazioni esposte nel punto 1 - apparecchi di diffusione AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 34

35 2) Impianto rela2vo alle degenze. Per la diffusione dell aria in ambiente vengono impiegate sia bocche2e installate a parete, sia diffusori a soffi2o, in par=colare ad effe2o elicoidale, quest ul=mi con risulta= assai migliori per quanto riguarda il comfort,che in base alla definizione della UNI in fase di revisione, ricordo essere il benessere termico abbinato alla qualità dell aria interna ( IAQ Indoor Air Quality). L ispezionabilità di ques= terminali è sempre assicurata in quanto devono essere costrui= in modo che la parte frontale sia facilmente rimovibile, rendendo possibile sia il lavaggio e la sanificazione della stessa, sia l accesso e la pulizia della retrostante camera di raccordo o del tra2o di canale interessato. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 35

36 2) Impianto rela2vo alle degenze. Negli impian= più moderni vengono presi in considerazione diffusori a microugelli, da montare a parete sopra la testata del Fig. 7b. Diffusore a microugelli le2o, che hanno il pregio di un elevato potere indukvo, grazie alla suddivisione della portata in tan= piccoli gek, e, per questa ragione, a parità di portata, velocità finali sensibilmente inferiori a quelle di una bocche2a. Inoltre sono ritenu= di più gradevole aspe2o e quindi sono acce2ate volen=eri anche dagli architek AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecnche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 36

37 2) Impianto rela2vo alle degenze. Per quanto riguarda il comfort la soluzione più all avanguardia è rappresentata dall impiego di travi fredde abve indubve. Il suo principio di funzionamento, illustrato nella figura a lato, è il seguente. L aria primaria, opportunamente tra2a dalla UTA, viene immessa nella camera di Fig. 8a Trave fredda attiva induttiva Principio di funzionamento miscelazione per mezzo di una serie di microugelli posti lungo i due lati maggiori dell apparecchio AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 37

38 2) Impianto rela2vo alle degenze. Gli ugelli creano una depressione che richiama aria ambiente che passa a2raverso la piastra frontale forellinata del diffusore e, successivamente, a2raversa uno scambiatore di calore alimentato con acqua calda e/o fredda, modificando così la sua temperatura. Fig. 8a Trave fredda attiva induttiva Principio di funzionamento AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 38

39 2) Impianto rela2vo alle degenze. L aria indo2a si miscela con l aria primaria e la portata complessiva viene immessa in ambiente con effe2o soffi2o a2raverso due feritoie longitudinali, per cui l apparecchio, da questo punto di vista, si comporta come un diffusore lineare a feritoia. I vantaggi, rispe2o ad un classico impianto a tu2 aria, possono essere così sinte=zza=: Fig. 8a Trave fredda attiva induttiva Principio di funzionamento - minori dimensioni dell UTA, dei canali, dei silenziatori,delle serrande e degli apparecchi in essi monta=, tra2andosi di sola aria primaria - sensibile risparmio energe=co, dovuto al minore volume di aria da movimentare. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 39

40 Un =pico esempio di installazione con travi fredde akve indukve per degenze è rappresentata nella figura a lato 2) Impianto rela2vo alle degenze. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 40

41 2) Impianto rela2vo alle degenze. Alcuni costru2ori hanno ritenuto opportuno dotare queste travi di disposi=vi che potessero agevolare la variazione delle condizioni di funzionamento al variare, in fase esecu=va o successiva, per esempio delle dimensioni del locale o delle esigenze di funzionamento. A questo proposito risulta di par=colare rilevanza ed efficacia il disposi=vo mul= ugello di un costru2ore, rappresentato nella figura a lato. Gli ugelli indu2ori sono suddivisi in gruppi di tre con tre diametri differen=. Tramite un cursore, manovrabile anche con trave installata, è possibile scegliere il =po di ugello( 1 o 2 o 3). A parità di pressione sta=ca a monte dell apparecchio, variando il =po di ugello, si varia la portata di aria primaria ( aria di rinnovo) e di conseguenza il rapporto di induzione e quindi la portata totale. Questo risulta par=colarmente u=le in fase di collaudo o in caso di variazioni di proge2o, avvenute dopo l installazione delle travi, rendendo assai semplice l adeguamento alle nuove esigenze, senza lo smontaggio delle apparecchiature e modifiche ai canali di mandata. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 41

42 2) Impianto rela2vo alle degenze. Per quanto riguarda l ispezionabilità di ques= apparecchi si può osservare che tuk hanno la piastra frontale forellinata smontabile, che in mol= casi è agganciata tramite cavek al corpo del diffusore, in modo da evitare in fase di smontaggio pericolose cadute, e pertanto lo scambiatore è a portata di mano. La pulizia dello scambiatore, pur essendo non frequente, in quanto l aria indo2a è prelevata in alto e, tra2andosi di degenze, il contenuto par=cellare non è molto elevato, e quindi il deposito sulle ale2e stesse è modesto, al contrario di quanto succede con i ven=lconve2ori che riprendono aria ad altezza pavimento con un contenuto par=cellare sensibilmente più levato e più inquinante, può essere eseguita anche a distanza di anni se lo scambiatore presenta una distanza tra le ale2e maggiore di 1,5 mm, perché con questa distanza l eventuale accumulo di sporcizia non altera in modo significa=vo il comportamento termico del componente in ques=one. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 42

43 3) Impianto di ripresa. Per quanto riguarda il circuito di ripresa si possono fare le stesse considerazioni fa2e per quello di mandata, essendo i componen= principali sostanzialmente gli stessi, con la sola eccezione della sala operatoria per la quale valgono altre considerazioni. Come è noto, nella sala operatoria è di par=colare importanza l estrazione delle eventuali perdite dei gas medicali, che sono più pesan= dell aria e quindi tendono ad accumularsi verso il basso. Proprio per questa ragione la ripresa deve essere effe2uata sia in alto che in basso, e distribuita il più uniformemente possibile ideale nei qua2ro angoli della sala operatoria -. Va inoltre tenuto in considerazione che l aria di ripresa inferiore ha un contenuto assai elevato di fibrille tessili, dovuto al rilascio del ves=ario degli operatori. Pertanto è opportuno aumentare il numero di ispezioni e manutenzioni per evitare che l accumulo di queste fibrille possa inficiare il corre2o funzionamento dei disposi=vi di ripresa, a maggior ragione nel caso in cui sia previsto un ricircolo dire2o dell aria ambiente. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 43

44 4) Conclusioni Le argomentazioni sopra esposte, anche se riferite in questa relazione ad un se2ore par=colare, possono essere estese a qualsiasi impianto di clima=zzazione a tu2aria, sia a portata costante che a portata variabile, ma non agli impian= ad aria primaria e ven=lconve2ori, in quanto le problema=che rela=ve alla ispezionabilità e alla sanificazione di ques= componen= sono par=colari e richiedono una tra2azione specifica. Per quanto riguarda la classe di tenuta C delle canalizzazioni, c'è da so2olineare che la =pologia costrukva delle canalizzazioni in ques=one cambia completamente, in quanto per rispe2are i limi= impos=, si passa dalla classica costruzione in cui i vari componen= delle canalizzazioni vengono assembla= con formatura meccanica, alla costruzione con l'u=lizzo di saldatura dei componen=. Questo aspe2o comporta non poche difficoltà in quanto, per le condo2e metalliche, introduce la problema=ca delle scorie di saldatura e della difficoltà di esecuzione nel caso di metalli diversi dalla lamiera zincata, come ad esempio l'acciaio inox, mentre per le canalizzazioni di materiale preisolato si deve ricorrere all'introduzione di sistemi di guarnizione aggiun=vi (come per esempio il nastro adesivo di alluminio) la cui applicazione e durata nel tempo non è ancora ogge2o di conoscenza. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:cara2eris=che tecniche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 44

45 4) Conclusioni Per quanto riguarda gli impian= con travi fredde, anche qui occorre tener ben presente il limite della tenuta delle canalizzazioni; la rela=va modesta portata di alimentazione delle singole travi ( aria primaria o di rinnovo) impone che all'ingresso della stessa sia presente una portata uguale o molto vicina a quella di proge2o, pena anche il malfunzionamento delle stesse. Ciò comporta che le canalizzazioni debbono essere in classe B, sopra2u2o in quei circui= in cui l'aria primaria proviene da una sola UTA e si dirama su mol= terminali di diffusione. AIISA Bari /02/2011 Stru2ure sanitarie- ospedaliere:car2eris=che tecmiche ed ispezionabilità dei componen= aeraulici - ing. L. Oldrini 45

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