1.4 Montaldo-Cengio (SV)

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1 1.4 Montaldo-Cengio (SV) Dati generali Lo scivolamento di Montaldo è localizzato nella formazione arenacea di Monesiglio in prossimità del contatto ad andamento complessivamente N-S con le marne della formazione di Rocchetta, costituenti la parte basale del Bacino Terziario del Piemonte (Fig.54). I dissesti verificatisi nel centro abitato di Montaldo vedono la possibilità che il fenomeno franoso abbia subito una riattivazione con lo sviluppo di movimenti di scorrimento a lenta evoluzione che si sono ripercossi nella coltre detritica superficiale in aggiunta a movimenti sviluppati all interno della coltre con deformazioni plastiche indotte da una forte imbibizione ( Atlante dei Centri Abitati Instabili della Liguria - CNR). Il fenomeno è stato monitorato dal 2008 al 2014 utilizzando gli inclinometri MNTD4, MNTD6, MNTD7 e i piezometri S5, S8, S9 e S10, realizzati tra il 2004 e il 2006 (Fig.55). A partire dal 2014 si è verificata la rottura degli inclinometri MNTD4 e MNTD6 e successivamente nel 2016 si è rilevata anche la rottura di MNTD7. Nel corso del 2015 non essendo più attiva una rete di monitoraggio sufficiente a coprire l area in frana, si è concordato con Regione Liguria di sospendere qualsiasi misurazione in attesa di una nuova programmazione da parte degli Enti locali per installare e/o eseguire interventi strutturali mirati alla mitigazione del rischio geomorfologico. Nel contempo si continua un monitoraggio semi-quantitativo mediante l osservazione delle deformazioni degli inclinometri utilizzando una telecamera da foro. Le installazioni presenti ricadono, quindi, all interno di corpi franosi cosi descritti nell Inventario dei fenomeni franosi (Progetto IFFI): Inclinometri: MNTD6 (ex) e MNTD7 (ex) Tipo Stato Scivolamento rotazionale/traslativo Quiescente generico Identificativo Area [mq] Inclinometri: MNTD4 (ex) Tipo Stato Complesso Attivo/riattivato/sospeso Identificativo Area [mq]

2 Di seguito si riassume l attività di monitoraggio al Data Attività Strumentazione Sistema di misura 12/12/2016 osservazione telecamera da foro Inclinometri rottura MNTD7(14 lettura) MNTD4 e MNTD6 (15 lettura) Piezometri S5, S8, S9, S10 Sonda servoaccelerometrica biax. S Tab. 4 - Misure effettuate nel 2016 nel sito di Montaldo Fig. 54- Stralcio della Carta Geologica d Italia 1: (Foglio Ceva)

3 S7 S4 S5 S8 S10 S9 S6 Fig. 55- Posizione degli inclinometri MNTD4 (S4), MNTD6 (S6), MNTD7 (S7) e piezometri S5, S8, S9, S10 all interno del corpo di frana

4 1.4.2 Analisi dei dati inclinometrici Inclinometro MNTD4 (S4) 29 m zona inferiore della frana (valle del centro abitato) Le ultime letture si riferiscono al 2013 quando si erano osservati nello stesso anno due incrementi, il primo spostamento registrato con la lettura di aprile 2013 pari a 5mm (rispetto alla lettura di ottobre 2012) e il secondo spostamento con la lettura di ottobre 2013 pari a 11mm. Lo spostamento complessivo ammonta a 77 mm, considerando la lettura di zero del 2004, mentre lo spostamento totale dal 2008 ad oggi (monitoraggio ARPAL) arriva a 66mm; la direzione generale di movimento risulta orientata verso W, in accordo con la morfologia del versante. Le deformate locali confermano l evoluzione del picco principale a 8m (zona di deformazione compresa tra -7 e -9m di profondità) e uno spostamento di 75mm. Il 23 maggio 2014 si è potuto constatare la rottura dell inclinometro MNTD4 e pertanto la tubazione non risulta più utilizzabile. Le foto seguenti mostrano le immagini relative ai punti di rottura della tubazione (Fig.56). Il rilievo della definitiva deformazione della tubazione inclinometrica determina quindi uno spostamento >77mm. Il 12 dicembre 2016 si è monitorato l inclinometro con una ispezione televisiva per verificare se i gradini delle zone di rottura si siano ulteriormente deformati. Dalla comparazione delle foto nei punti di rottura sembra non si siano registrate grandi variazioni dal 2014 (Fig.57). Complessivamente dal 2004 l area è caratterizzata da riattivazioni e stasi più o meno lunghe (periodi di quiescenza). In particolare risaltano tre movimenti rilevanti: il primo registrato nel 2009 (novembre 2008-agosto 2009) con 20mm di spostamento, il secondo nel 2011 (novembre giugno 2011) con 17mm e il terzo nel 2013 (ottobre 2012-ottobre 2013) con 16mm intervallati da decelerazioni o stasi del fenomeno (Fig.58 e 59). Fig Piano di taglio alla profondità di -7.95m (a sinistra) e di -7.60m (a destra) - MNTD4 (2014)

5 Fig Piano di taglio alla profondità di -7.95m (a sinistra) e di -7.60m (a destra) - MNTD4 (2016) Fig. 58 -Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro MNTD4

6 Fig. 59 -Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro MNTD4

7 Inclinometro MNTD6 (S6) 27m zona superiore della frana (monte del centro abitato) Le ultime letture si riferiscono al 2013 in cui l'elaborazione differenziale integrale aveva evidenziato due incrementi: la lettura di aprile 2013 pari a 4mm rispetto alla lettura di ottobre 2012 e la lettura di ottobre 2013 pari a 8mm. Lo spostamento complessivo ammonta a 39 mm, facendo riferimento alla lettura di zero del 2004, mentre lo spostamento totale dal 2008 ad oggi arriva a 33mm; la direzione generale di movimento risulta orientata verso NW, in accordo con la morfologia del versante. Le deformate locali confermano l evoluzione del picco principale a 13m (zona di deformazione tra -12 e -14m di profondità) e un valore massimo di deformazione di circa 35mm. Il 23 maggio 2014 si è potuto constatare la rottura dell inclinometro MNTD6 e pertanto la tubazione non risulta più utilizzabile. La foto seguente mostra l immagine relativa al piano di taglio della tubazione (Fig.60). Il rilievo della definitiva deformazione della tubazione inclinometrica determina quindi uno spostamento >39mm. Il 12 dicembre 2016 si è monitorato l inclinometro con una ispezione televisiva per verificare se il gradino della zona di rottura si sia ulteriormente deformato. Dalla comparazione delle foto nel punto di rottura sembra non si siano registrate grandi variazioni dal 2014 (Fig.61). Come nel caso della zona ove è ubicato l inclinometro di valle MNTD4, MNTD6 è caratterizzato dal 2004 da tre movimenti: nel 2009 (novembre 2008-agosto 2009) con 7mm di spostamento, nel 2011 (novembre 2010-giugno 2011) con 10mm e nel 2013 (ottobre 2012-ottobre 2013) con 12mm, intervallati da decelerazioni o stasi del fenomeno (Fig.62 e 63). Fig 60: piano di taglio alla profondità di m MNTD6 (2014)

8 Fig 61: piano di taglio alla profondità di m MNTD6 (2016) Fig. 62 -Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro MNTD6

9 Fig. 63 -Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro MNTD6

10 Inclinometro MNTD7 (S7) 16 m parte centrale della frana (centro abitato) Le ultime letture si riferiscono al 2014 in cui L'elaborazione differenziale integrale aveva evidenziato nel corso del 2014 un incremento pari a 10mm rispetto alla lettura di aprile Lo spostamento massimo è di 40 mm dal 2008 (il periodo è privo di evidenze di movimento) con una direzione generale di movimento verso W-NW, coerentemente con la morfologia del versante. Il 12 dicembre 2016 si è potuto constatare la rottura dell inclinometro MNTD7 e pertanto la tubazione non risulta più utilizzabile. La foto seguente mostra l immagine relativa al piano di taglio della tubazione (Fig.64). Il rilievo della definitiva deformazione della tubazione inclinometrica determina quindi uno spostamento >40mm. La parte centrale della zona evidenzia riattivazioni e stasi del movimento compatibili con le altre parti della frana anche se in modo meno evidente (Figg.65 e 66). Le deformate locali mostrano con ancor maggior evidenza l evoluzione del picco principale a 15 m (zona di deformazione tra -14 e -16m di profondità) con una deformazione globale di quasi 40mm. Fig 64: piano di taglio alla profondità di m MNTD7 (2016)

11 Fig. 65 -Grafici relativi all elaborazione differenziale integrale (risultante degli spostamenti) e all elaborazione differenziale locale (spostamenti locali) dell inclinometro MNTD7

12 Fig. 66 -Grafico relativo all elaborazione differenziale integrale (diagramma polare della deviazione) dell inclinometro MNTD7

13 1.4.3 Conclusioni Le stratigrafie relative alla relazione Studi e indagini sul movimento franoso interessante la località di Montaldo (Dott. Geol. Longo e Dossi, 2004) indicano la presenza di una stratificazione caratterizzata da una coltre detritica, potente circa 8m, che soggiace su un basamento marnosoarenaceo. Dall elaborazione dei dati inclinometrici si può osservare come le deformazioni si sviluppino lungo una unica superficie di scollamento, nel tratto di valle rappresentata dalle marne su cui scorre la sovrastante coltre detritica (profondità 8m), mentre nel tratto mediano tale superficie di scorrimento si localizza a circa 15m, interessando ancora le stesse marne sulle quali scorre però un livello alterato di arenarie, potenti 7m, che si trascina dietro anche la sovrastante coltre. Le marne quindi funzionerebbero da lubrificante, essendo naturalmente sensibili alla presenza di una circolazione idrica sotterranea. Nella zona di monte, invece, la superficie di taglio, sempre localizzata alla profondità di 13-15m, coinvolgerebbe la coltre che scivolerebbe direttamente sul substrato arenaceo (Fig.67). Fig Sezione della frana di Montaldo La zona di taglio rappresenta la quasi totalità delle deformazioni, confermando che lo scorrimento in direzione W-NW della coltre e del primo livello arenaceo avviene in blocco sul sottostante basamento marnoso (Figg.68 e 69). Lo scorrimento nella zona di valle risulta caratterizzato da spostamenti di una certa entità mentre più a monte lo scollamento a 13-15m di profondità ha fatto osservare un incremento meno evidente. Questo concorda con il fatto che il maggiore spostamento si verifica sulla formazione marnosa e in vicinanza all asse vallivo che determina la rottura di pendenza.

14 . Fig Direzione di movimento (nella zona di valle maggiore che a monte) dell area in frana su cui sorge l abitato di Montaldo Fig.69 - DTM dell orografia circostante l area di Montaldo: si osserva come il pendio sia degradante verso l asta torrentizia secondo la giacitura degli strati e come la placca sia isolata dal reticolo idrografico

15 Entrando nel merito del cinematismo del pendio di Montaldo, monitorato dal 2004 al 2014, si è potuto osservare come il movimento della frana si sia sviluppato a intermittenza con periodi di quiescenza intervallati da periodi di attività, delineando una pulsazione della deformazione. Tra il 2008 e il 2013 si sono registrate 3 importanti riattivazioni e 3 periodi di quiescenza: la stasi del 2008 è seguita dall importante accelerazione dell inverno-primavera 2009 a cui segue un periodo di debole attività fino a tutto il La seconda importante deformazione si registra nell inverno-primavera 2011 cui segue un lungo periodo di quiescenza fino a tutto il 2012, mentre il successivo 2013 è caratterizzato da una terza importante ripresa del movimento. Inoltre si può osservare che nel corso del 2008 le deformazioni risultano contenute entro 1cm in tutte le zone del pendio in frana mentre a partire dal 2009 è aumentato il divario tra gli spostamenti nella zona di valle e il resto della frana (Fig.70). Fig. 70-Velocità delle deformazioni e soggiacenza della falda. Nel 2014 si è assistito alla rottura degli inclinometri MNTD4 e MNTD6 e pertanto l unico punto di misura ancora attivo risultava essere MNTD7 (registrata rottura nel 2016), peraltro parzialmente attendibile in quanto la deformazione principale si localizza a fondo foro. Su decisione concordata con Regione Liguria si è deciso di sospendere la lettura dell inclinometro MNTD7 in considerazione del fatto che ad oggi non esiste più una rete di monitoraggio sufficiente a coprire la superficie dell area in frana. Nel periodo successivo si è eseguito un monitoraggio osservazionale semiquantitativo utilizzando una telecamera da foro, constatando come nel corso dei due anni non si

16 siano estesi i gradini presenti in prossimità della rottura all interno degli inclinometri e quindi ragionevolmente si può affermare come il versante sia entrato in una fase di debole attività/quiescenza. Più in generale l analisi della superficie interna degli inclinometri con registrazione di video e comparazione nel tempo di fotogrammi relativi a periodi diversi permette di prolungare la vita utile di un inclinometro anche in assenza di misure inclinomeriche quando ormai i piani di taglio sono troppo estesi da permettere la discesa di una sonda. Gli spostamenti complessivi , calcolando anche le ispezioni televisive, arrivano a valori >77m in prossimità dell asse vallivo mentre la zona centrale e la zona di monte registrano spostamenti >40mm e i dati relativi all anno 2013 hanno evidenziato una sostanziale attività con incrementi variabili da 12 a 16mm. Come ricordato nel 2014 MNTD7 risultava essere l unico punto di misura attivo e la lettura aveva fatto registrare 40mm di spostamento, confermando l entità del movimento per la zona centrale. Le velocità risultano molto più basse nel periodo precedente mentre dal 2008, valutando una media dei valori di spostamento, si può considerare per il versante in generale una progressione di 4-5mm/anno mentre la zona di valle registra una velocità sensibilmente superiore con valori intorno a 8-12mm/anno. In conclusione allo stato attuale e considerando alcuni anni di monitoraggio l evoluzione del fenomeno si può ascrivere a uno scivolamento traslativo riattivato. Per quanto riguarda l influenza che può avere la presenza di una falda nel sottosuolo, si osserva che l accumulo franoso nella zona di monte presenta una zona insatura potente circa 12m, rappresentata dalla coltre detritica, e una zona satura sottostante in cui i livelli piezometrici registrati da S10 a 12 e 16m rappresenterebbero rispettivamente la massima escursione di un sottile livello acquifero in coltre e una circolazione più profonda in roccia. Nella zona di valle l escursione si attesta tra 8 e 10m di profondità (S8) al limite del contatto coltre-basamento mentre la zona centrale risulta sempre pressoché satura fino al piano campagna con un livello piezometrico che si localizza a circa 2-3m di profondità registrati da S9, S5 e S2. In definitiva i livelli misurati nella zona di valle e di monte presentano una leggera escursione attorno alla profondità della superficie di scollamento, mentre nella zona centrale la coltre risulta sempre pressoché satura con una falda di versante, che in aggiunta riceve dal basso un contributo profondo con una circolazione in roccia: infatti tale circolazione, rilevata anche da S3, sembra essere presente al di sotto di 15m fino a 25m. I segni del dissesto sono visibili anche in superficie: la zona di monte, ove è localizzato MNTD6, è caratterizzata da affioramenti di arenarie (Fig.71) in bancate massicce, talora fratturate con discontinuità beanti e da una coltre superficiale in evidente scollamento dal substrato (Fig.72). Le bancate arenacee inoltre risultano alterate e in alcuni punti arrotondate dall erosione superficiale, evidenziando un set di frattura principale pseudo-ortogonale alla direzione del banding sedimentario. Si osservano inoltre grandi blocchi di arenaria che giacciono sul terreno immediatamente a valle della scarpata, denunciando il rischio potenziale di un disgaggio naturale delle bancate.

17 Fig.71 - Particolare di una discontinuità aperta che taglia ortogonalmente la stratificazione della sequenza sedimentaria (dimensioni metriche). Fig.72 - Basamento arenaceo denudato e la coltre con evidenti segni di scollamento

18 Il rapporto tra eventi meteorici e movimenti del versante dal 2008 al 2013 sono descritti nei grafici seguenti (Figg.73, 74 e 75): -anno 2008: quiescenza dello scorrimento nell ambito di normali eventi precipitativi senza particolari eventi estremi fino ai mesi di novembre e dicembre, mesi che hanno fatto registrare 811mm di pioggia, verosimilmente responsabili del movimento rilevato nel 2009; -anno 2009: pulsazione della frana con il primo grande incremento seguente l abbondanza di precipitazioni verificatesi a partire dall autunno 2008 e nel periodo invernale-primaverile, che culmina con la cumulata del mese di aprile pari a 522mm; -anno 2010: quiescenza della frana, già presente nella seconda metà del 2009, nonostante l anno caratterizzato da eventi prolungati senza però particolari eventi meteorici (cumulate mensili al di sotto dei 200mm di pioggia). La fine dell anno (ottobre e novembre) però ha fatto registrare valori elevati di pioggia con 600mm che potrebbero aver influito sullo spostamento del 2011; -anno 2011: la distribuzione delle cumulate mensile risulta alquanto anomala, con una localizzazione dei quantitativi di pioggia nei mesi marzo e novembre, rispettivamente con 380mm (eventi estremi pari a 343mm/5gg) e con 277mm. L attività della frana sembra risentire a livello pluviometrico della fine del 2010 e della primavera 2011 con il secondo grande incremento, cui segue nella restante parte dell anno una fase di quiescenza; -anno 2012: la fase di quiescenza prosegue anche per il 2012, che risulta sostanzialmente povero di eventi precipitativi prolungati e/o intensi, ad eccezion della cumulata di novembre 2012; -anno 2013: l attività della frana riprende con il terzo grande incremento, verosimilmente dovuto ad una primavera caratterizzata da valori di pioggia prolungati. La restante parte dell anno non mostra altri fenomeni ad eccezione del mese di dicembre con valori di 344m di pioggia (eventi estremi pari a 290mm/4gg); -anno 2014: l anno risulta modesto di precipitazioni con normali eventi nei mesi invernali ed una anomalia nel mese di novembre con 511 mm ed eventi pluviometrici intensi di 225mm /2gg. A questo si deve aggiungere che l ultimo movimento avvenuto, responsabile della rottura degli inclinometri, si è innescato in concomitanza delle precipitazioni del mese di dicembre 2013, fatto confermato dalla lettura di MNTD7 il cui spostamento è imputabile presumibilmente proprio agli eventi precipitativi dello stesso mese. -anni : non sono state rilevate cumulate mensili anomale e complessivamente i quantitativi risultano piuttosto modesti, eccezion fatta per la cumulata mensile di 425mm (388mm/6 giorni) nel mese di novembre 2016 determinata dalla perturbazione che ha indotto eventi alluvionali nel bacino del Bormida. Nonostante siano presenti eventi intensi anche di una certa entità non si sono osservate grandi accelerazioni del movimento tali da deformare ulteriormente gli inclinometri, ispezionati con telecamera da foro. Ad oggi, quindi, l influenza degli eventi meteorici sul versante sembra alta, e comunque sarebbe una concausa importante al dissesto unitamente alle scadenti qualità geomeccaniche del substrato marnoso su cui scorre un livello misto costituito da una coltre e un primo substrato

19 arenaceo, alla presenza di una falda a circa 1-2m dalla superficie nel corpo mediano (a monte e a valle risulta più profonda) e alla elevata acclività della parte terminale del pendio in forte contrasto di quota con l incisione valliva sottostante. Si osserva inoltre che la risposta agli eventi meteorici e quindi la reattività del sistema franoso risulta più alta nel settore di valle rispetto alla zona centrale e di monte. Fig. 73 Andamento pluviometrico mensile, eventi pluviometrici estremi 1-5gg (stazioni CAIRM e SELSV), letture inclinometriche e ispezioni televisive (telecamera da foro) MNTD4 periodo Fig. 74 Andamento pluviometrico mensile, eventi pluviometrici estremi 1-5gg (stazioni CAIRM e SELSV), letture inclinometriche e ispezioni televisive (telecamera da foro) MNTD6 - periodo

20 Fig. 75 Andamento pluviometrico mensile, eventi pluviometrici estremi 1-5gg (stazioni CAIRM e SELSV) e letture inclinometriche MNTD7 - periodo La stima dei contributi di ricarica alle acque sotterranee (cfr. Allegato 1) mostra, da una prima analisi dei dati disponibili (periodo gennaio 2008 ottobre 2016), che i principali episodi di ricarica della falda sono avvenuti nel periodo autunno 2008 sino a primavera 2009 (con picchi stimati in quasi ed oltre 400 mm rispettivamente nel dicembre 2008 ed aprile 2009), si nota anche un picco (stimato in poco oltre 300 mm) nel novembre 2014; ultimamente da metà primavera 2015 la falda sembrerebbe non aver ricevuto significativi episodi di ricarica (addirittura nulla dall estate 2016). I dati interferometrici (desunti dal sito Ambiente in Liguria della Regione Liguria) evidenziano nel periodo (dati ERS) e nel periodo (dati ENVISAT) movimenti degli edifici posti a monte e nel centro dell abitato pari a circa 2-4mm/anno, confermando una evoluzione del fenomeno, compatibile con l attività registrata dalla rete inclinometrica, e in particolare da MNTD6 e MNTD7 con valori medi di 4-5mm/anno. Non può essere invece verificato con i dati satellitari l andamento della deformazione nella zona di valle, non essendo presenti PS, peraltro in deformazione progressiva con tassi di spostamento molto più elevati.

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