STRALCIO DI PIANO D AMBITO

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1 PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA STRALCIO DI PIANO D AMBITO SMALTIMENTO DEL RIFIUTO INDIFFERENZIATO Febbraio 2009

2 STRALCIO DI PIANO D AMBITO Gruppo di Lavoro: Francesco Ardizio Antonella Nicolini Paola Cantone INDICE 1. Premessa pag L Autorità d Ambito della Provincia di Novara pag Quadro di riferimento normativo e programmatico pag Normativa comunitaria, nazionale e regionale pag Strumenti di programmazione sovraordinati pag Inquadramento generale del territorio pag Inquadramento amministrativo: i Comuni pag Cenni: morfologia, clima, geologia e idrogeologia pag : Cenni: demografia e flussi turustici, tessuto produttivo, sistema viario e di comunicazione pag Situazione demografica pag Aree turistiche e flussi pag Tessuto produttivo pag Sistema viario e di comunicazione pag L organizzazione delle raccolte sul territorio dell ATO Rifiuti Novarese.... pag L organizzazione delle raccolte nel Basso Novarese pag Organizzazione delle raccolte pag La raccolta differenziata nel Comune di Novara pag Quantitativi raccolti e risultati ottenuti pag L organizzazione delle raccolte nel Medio Novarese pag Organizzazione delle raccolte pag Quantitativi raccolti e risultati ottenuti pag Flussi di produzione di RSU indifferenziato pag Caratterizzazione quantitativa pag Caratterizzazione qualitativa pag. 35 I

3 Il rifiuto prodotto nel territorio del Basso Novarese pag Il rifiuto prodotto nel territorio del Medio Novarese pag Stato attuale del servizio di smaltimento pag Fabbisogni pag Ricognizione sullo stato di fatto e situazione impiantistica pag Discarica di Ghemme pag Discarica di Barengo pag Criticità pag Obiettivi e strategie del Piano d Ambito pag Definizione dei modelli gestionali ed organizzativi pag Organizzazione del servizio di smaltimento pag Raccolta pag Trasporto pag Procedure di smaltimento pag Standard di qualità del servizio pag Considerazioni economiche pag Bibliografia pag. 56 II

4 1. Premessa La Legge Regionale del Piemonte n. 24/2002 ha stabilito l assetto territoriale relativamente alla gestione dei rifiuti solidi urbani. In particolare si prevede che il territorio piemontese sia suddiviso in Ambiti Territoriali Ottimali, coincidenti con ciascuna Provincia; questi a loro volta sono suddivisi in uno o più bacini, individuati dai singoli programmi provinciali, al fine di ottimizzare la realizzazione di un sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani. I Comuni compresi nei bacini facenti parte del medesimo Ambito Territoriale Ottimale, coordinati dalla Provincia, assicurano l'organizzazione, la realizzazione e la gestione, in forma associata, dei servizi preposti al funzionamento di tale sistema integrato. Secondo le previsioni regionali, le Associazione d Ambito devono provvedere al governo delle attività di realizzazione e gestione degli impianti tecnologici di recupero e smaltimento e devono essere costituite tra i Consorzi di Bacino eventualmente esistenti. Alle cosiddette ATO, pertanto, fanno capo tutte le attività, decisioni e strategie relative agli smaltimenti ed alla realizzazione e gestione degli impianti tecnologici di smaltimento e recupero, mentre i Consorzi di Bacino, nell ambito delle proprie funzioni di governo, assicurano obbligatoriamente l organizzazione dei servizi di spazzamento stradale, dei conferimenti separati, dei servizi di raccolta differenziata e di raccolta del rifiuto indifferenziato, della realizzazione delle strutture al servizio della raccolta differenziata dei rifiuti urbani, del conferimento agli impianti tecnologici ed alle discariche. La Regione Piemonte, però, con la stesura dell aggiornamento al Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti, ha rivisto sostanzialmente l organizzazione del territorio e degli ATO, prevedendo solo tre strutture amministrative invece delle attuali otto: ATO 1, coincidente con la Provincia di Torino; ATO 2, che raggruppa le sei Province di Alessandria, Asti, Biella Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola; ATO 3, coincidente con la Provincia di Cuneo. In proposito sono in corso ulteriori valutazioni relativamente alla definizione geografica degli ATO, al loro numero e composizione. 1.1 L Autorità d Ambito della Provincia di Novara Come previsto dalla normativa regionale, l Autorità d Ambito, cui si è attribuito nome ATO Rifiuti Novarese, coincide con l intero territorio della Provincia di Novara; è pertanto composta dagli 88 Comuni esistenti in Provincia ed è suddivisa in due bacini: Medio e Basso Novarese, nei quali operano i rispettivi Consorzi di Bacino. A questi ultimi, come definito dalla normativa, sono deputate le attività inerenti l organizzazione delle raccolte, la realizzazione delle eventuali strutture di supporto, il conferimento agli impianti di recupero o smaltimento, l organizzazione dei servizi di spazzamento; l ATO invece opera in materia di smaltimenti e di gestione degli impianti tecnologici. In ottemperanza a quanto stabilito dalla Provincia di Novara e sintetizzato al paragrafo precedente, sono stati redatti convenzione e statuto dell ATO Rifiuti Novarese, approvati con i seguenti atti: o Assemblea del Consorzio di Bacino Basso Novarese, delibera n. 5 del 1/12/2005, o Comune di Novara, delibera del Consiglio Comunale n. 10 del 26/01/2006, o Assemblea del Consorzio di Bacino Medio Novarese, atto n. 10 del 1/12/2005; o Comune di Borgomanero, delibera del Consiglio Comunale n. 2 del 30/01/2006 Dopo la sottoscrizione dei documenti da parte degli Enti deputati, l ATO Rifiuti Novarese si è insediata il 21 novembre 2006 con la nomina del Consiglio di Amministrazione, avente la durata transitoria di un anno; tale periodo transitorio è stato poi prorogato sino al 31 dicembre 2010, al fine di garantire la continuità e la coerenza nell operato degli organi dell ATO stessa, per l individuazione di una soluzione efficiente ed efficace al problema degli smaltimenti sul territorio. 1

5 A livello gestionale ed operativo, occorre precisare che le strutture dei Consorzi di Bacino, Basso e Medio Novarese, hanno supportato tutte le fasi operative nell ambito dei compiti istituzionali dell ATO Rifiuti Novarese garantendo quell economicità richiesta nella gestione di tale Ente. Al fine di valutare le possibilità di smaltimento del rifiuto indifferenziato alla chiusura della discarica di Ghemme (che, alla data della costituzione dell ATO, riceveva il rifiuto prodotto dai Comuni dell intera Provincia), l ATO ha proceduto preliminarmente alla verifica di disponibilità di smaltimento nel Nord Italia, mediante un indagine informale, in considerazione dell urgenza attribuitagli. In un secondo tempo, a seguito di quanto stabilito in accordo con la Regione Piemonte è stata effettuata una verifica formale, per le disponibilità sull intero territorio regionale. Le indagini condotte non hanno riscontrato disponibilità tali da soddisfare l intero fabbisogno provinciale. Successivamente, secondo anche quanto stabilito dagli indirizzi delineati a livello provinciale, l ATO Rifiuti Novarese ha bandito la gara ad evidenza europea per l affidamento del servizio di prelievo, trasporto, trattamento e/o recupero e/o smaltimento dei rifiuti urbani non differenziati ed ingombranti, per la quale però non si è potuto procedere né alla valutazione economica né all aggiudicazione, per la mancanza dei requisiti previsti in capo all unico offerente. Alla luce di quanto sopra, l ATO Rifiuti Novarese, in accordo con la Provincia di Novara e con i due Consorzi di Bacino, Basso e Medio Novarese, ha adottato un importante atto di indirizzo in materia di smaltimento rifiuti, nel quale si definiscono le linee da seguire per gli anni a venire e dal quale ha origine il presente lavoro. Gli indirizzi, approvati sia dall Assemblea dell ATO sia da quelle dei due Consorzi di Bacino, come definiti negli atti adottati dalle rispettive assemblee, possono essere così sintetizzati: 1) viene definita una prima fase, di breve termine in cui sarà assicurata la possibilità di smaltimento per un quantitativo di rifiuto residuale di circa tonnellate, mediante il sopralzo della discarica di Barengo, la quale, presentando una situazione consolidata, dovrebbe consentire tempi di procedimento maggiormente celeri e pervenire ad un provvedimento autorizzatorio in tempo utile da poter proseguire nei conferimenti dei rifiuti provinciali all esaurimento della discarica di Ghemme; 2) viene definita una seconda fase, di medio termine, in cui si dovrà assicurare il proseguimento dei conferimenti dei rifiuti, fino al completamento del periodo e cioè almeno sino al 2013, all interno dei confini provinciali; l individuazione delle nuove volumetrie necessarie sarà preceduta da una valutazione ambientale strategica della pianificazione d ambito, che consideri i livelli di minor impatto ambientale, le raccolte differenziate nonché altri parametri ed indicatori capaci di incidere sulla scelta; 3) per la fase a regime, l ATO si è impegnata ad approvare il Protocollo d Intesa proposto dal competente Assessorato regionale e di rendersi propositivo nel Comitato tecnico/politico di programmazione dell ATO 2 / Rifiuti per raggiungere rapidamente la soluzione impiantistica definitiva dello smaltimento integrato, prevista dalla Regione Piemonte. I Consorzi di Bacino Basso e Medio Novarese sono pertanto impegnati congiuntamente all ATO nella prosecuzione delle attività previste dalle fasi specificate negli indirizzi assembleari. Attualmente è in pieno svolgimento la fase di breve termine, in quanto la discarica di Barengo sta già ricevendo dal mese di luglio 2008 i conferimenti di rifiuto indifferenziato proveniente da tutto il territorio. Si darà quindi avvio alla fase di medio termine, definendo il sito di smaltimento provinciale che dovrà servire il territorio almeno fino al In conformità a quanto previsto dalla revisione al Piano Regionale, i rappresentanti dell ATO Rifiuti novarese hanno anche preso parte ai tavoli tecnici coordinati dalla Regione stessa per la suddivisione del territorio in sole tre Autorità d Ambito, definite ATO 1, 2, 3. In data 11 giugno 2007, con DGR , la Regione Piemonte ha approvato la bozza di protocollo di intesa tra la Regione stessa, le Province di Alessandria, Asti, Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli e le rispettive ATO per la gestione integrata dei rifiuti urbani. 2

6 L accordo è stato sottoscritto in data 22 febbraio 2008 dai rappresentanti degli enti interessati, dando così il via per la costituzione del cosiddetto ATO 2, che raggruppa le sei Province sopra citate. L ATO Rifiuti Novarese ha però sempre ribadito la necessità di mantenere la propria autonomia in materia di smaltimento, almeno fino al termine delle due fasi breve e medio termine - definite negli indirizzi strategici dell ATO stessa, nelle quali si prevedono interventi finalizzati al soddisfacimento delle necessità di smaltimento degli 88 Comuni ad essa appartenenti. L ATO Rifiuti Novarese, pertanto, si è impegnata a farsi parte diligente e propositiva nell ambito dei tavoli di lavoro relativi all ATO 2, al fine di non vedere compromessi i propri obiettivi e le proprie strategie e di definire, anche nella fase a regime, una pianificazione che tenga conto sia delle migliori tecnologie disponibili, sia e soprattutto delle esigenze e delle peculiarità riscontrabili per le singole realtà territoriali, almeno per quel che concerne la Provincia di Novara. 3

7 2. Quadro di riferimento normativo e programmatico Per definire il quadro normativo complessivo di riferimento per il settore ambientale, occorre considerare diversi livelli: comunitario, nazionale e locale. 2.1 Normativa comunitaria, nazionale e regionale La Comunità Europea, negli anni, ha emanato un complesso insieme di normative che regolamenta l intero settore dell ambiente e dell igiene urbana; ciascuno Stato aderente è poi tenuto a recepire i dettami comunitari attraverso normative di carattere nazionale. E bene comunque procedere ad una breve elencazione delle più recenti regole di emanazione comunitaria, che hanno ispirato il tessuto normativo attualmente in vigore nel nostro paese. o Direttiva 84/360/CEE del Consiglio Europeo, concernente la lotta contro l inquinamento atmosferico provocato dagli impianti industriali o Direttiva 91/156/CEE del Consiglio Europeo, che modifica la Direttiva 75/442/CEE relativa ai rifiuti o Direttiva 91/689/CEE del Consiglio Europeo, relativa ai rifiuti pericolosi o Direttiva 94/62/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, sugli imballaggi ed i rifiuti da imballaggio o Direttiva 96/61/CE del Consiglio Europeo, sulla prevenzione e la riduzione integrate dell inquinamento o Direttiva 94/63/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, sul controllo delle emissioni di composti organici volatili (COV) derivanti dal deposito della benzina e dalla sua distribuzione dai terminali delle stazioni di servizio o Direttiva 99/13/CE del Consiglio Europeo, concernente la limitazione delle emissioni di composti organici volatili dovute all uso di solventi organici in talune attività e impianti o Direttiva 99/32/CE del Consiglio Europeo, relativa alla riduzione del tenore di zolfo di alcuni combustibili liquidi o Direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, che istituisce un quadro per l azione comunitaria in materia di acque o Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente o Direttiva 2001/80/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, concernente la limitazione delle emissioni in atmosfera di taluni inquinanti originati dai grandi impianti di combustione o Direttiva 85/337/CEE del Consiglio Europeo, come modificata dalle direttive 97/11/CE del Consiglio e 2003/35/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, concernente la valutazione di impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, nonché il riordino e coordinamento delle procedure per la valutazione di impatto ambientale (VIA), per la valutazione ambientale strategica (VAS) e per la prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento (IPPC) o Direttiva 2004/35/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale, che istituisce un quadro per la responsabilità ambientale basato sul principio chi inquina paga A livello nazionale, la normativa attualmente di riferimento che recepisce le direttive comunitarie sopra elencate è il cosiddetto Codice dell Ambiente, il Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006; questo ha integralmente sostituito il Decreto Legislativo 22/1997, meglio noto come Decreto Ronchi, che per nove anni aveva costituito il principale testo normativo. Il Decreto Legislativo 152/2006 è stato in tempi brevi integrato e modificato, anche a seguito dell alternarsi della compagine governativa; un primo decreto correttivo è stato emanato già l 8 4

8 novembre 2006 (D.Lgs. 274/2006); una seconda e più radicale modifica si deve al cosiddetto correttivone, approvato il 29 gennaio 2008 (D.Lgs. 4/2008). Il testo di riferimento a livello nazionale oggi risulta quindi essere il Codice dell Ambiente, D.Lgs. 152/2006, come modificato dal D.Lgs. 4/2008; questo è suddiviso in cinque parti, ciascuna delle quali volta a disciplinare un preciso settore: - parte prima: disposizioni comuni; - parte seconda: procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione di impatto ambientale (VIA) e per l autorizzazione ambientale integrata (IPPC); - parte terza: norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall inquinamento e di gestione delle risorse idriche; - parte quarta: norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati; - parte quinta: norme in materia di tutela dell aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera; - parte sesta: norme in materia di tutela risarcitoria contro i danni all ambiente. Il D.Lgs. 152/2006 rimanda per molte questioni alla successiva emanazione di decreti attuativi, che disciplinino con maggior concretezza e precisione le singole materie; alcuni dei decreti attuativi già emanati sono: o DELIBERAZIONE 26 aprile 2006, Iscrizione all Albo Nazionale Gestori Ambientali, ai sensi dell art. 212, comma 16, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 o DM 2 maggio 2006, Modalità di utilizzo per la produzione di energia elettrica del CDR di qualità elevata (CDR-Q), come definito dall art. 183, comma 1, lettera s), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 o DM 2 maggio 2006, Autorità di vigilanza sulle risorse idriche e sui rifiuti, ai sensi dell art. 159, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 o DM 2 maggio 2006, Norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue, ai sensi dell art. 99, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 o DM 2 maggio 2006, Disciplina per l esecuzione del monitoraggio della spesa e altre iniziative informative e conoscitive in campo ambientale, ai sensi dell art. 55, comma 5, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 o DM 2 maggio 2006, Approvazione dei modelli di registro di carico e scarico dei rifiuti, ai sensi dell art. 195, commi 2, lettera n) e 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 o DM 2 maggio 2006, Registro delle imprese autorizzate alla gestione dei rifiuti, ai sensi dell art. 212, comma 23, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 o DM 2 maggio 2006, Gestione delle entrate derivanti dall albo dei gestori di rifiuti, ai sensi dell art. 212, comma 16, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 o DM 2 maggio 2006, Riorganizzazione del catasto rifiuti, ai sensi dell art. 189 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 o DM 2 maggio 2006, Individuazione delle tipologie di beni in polietilene rientranti nel campo di applicazione dell art. 234 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 o DM 2 maggio 2006, Istituzione dell elenco dei rifiuti, in conformità all art. 1, comma 1, lettera A), della direttiva 75/442/CE ed all art. 1, paragrafo 4, della direttiva 91689/CE, di cui alla decisione della Commissione 2000/532/CE del 3 maggio 2000 o DM 2 maggio 2006, Aggiornamento degli studi europei fissati dal Comitato Europeo di Normazione (CEN), in conformità ai requisiti essenziali stabiliti dall art. 9 della direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio o DM 2 maggio 2006, Schema tipo degli statuti dei consorzi, ai sensi dell art. 223, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 o DM 8 aprile 2008, Disciplina dei centri di raccolta dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato, come previsto dall art. 183, comma 1, lettera cc) del decreto legislativo 3 aprile 2006, n

9 Per quel che concerne la normativa locale, infine, il testo attualmente di riferimento è costituito dal documento approvato nel 2002 dalla Regione Piemonte. La Legge Regionale 24 ottobre 2002, n. 24, aggiornata al testo unico 267/2000, contempla i riferimenti alla nuova normativa in materia di servizi pubblici locali e si prefigge lo scopo di riorganizzare il vigente sistema di gestione dei rifiuti al fine di ridurne la produzione e di incrementare le raccolte differenziate ed il recupero di materiali, limitando lo smaltimento in discarica solo a quei rifiuti che non possono più essere recuperati. Per raggiungere lo scopo, la Regione Piemonte prevede un riassetto dell organizzazione territoriale per quel che riguarda la gestione dei rifiuti urbani, con la realizzazione di un sistema integrato articolato in ambiti territoriali ottimali coincidenti con i territori provinciali. La legge definisce le competenze degli enti locali valorizzando il compito di programmazione della Regione; prevede inoltre riconoscimenti economici per i Comuni disponibili ad accogliere nel proprio territorio gli impianti di recupero e smaltimento necessari al completamento del sistema integrato, nonché incentivi o penalizzazioni, sempre nei confronti dei Comuni, in base alle percentuali di raccolta differenziata raggiunte. La legge prevede poi che l'organizzazione del sistema integrato dei rifiuti urbani a livello di ambito territoriale ottimale, in forma associata, sia assicurata dalla Provincia attraverso i Consorzi di Bacino, i quali costituiscono l Associazione di Ambito Territoriale Ottimale. La L.R. 24 dovrà però essere adeguata e rivista, a seguito dell emanazione del Codice dell Ambiente (D.Lgs. 152/2006) e secondo quanto la stessa Regione ha già individuato con DGR 5 febbraio 2007, n Strumenti di programmazione sovraordinati I documenti fondamentali di riferimento a livello locale sono essenzialmente 2, Piano Regionale e Piano Provinciale, che andiamo di seguito brevemente a delineare. Il Piano Regionale di Organizzazione dei Servizi di Smaltimento dei Rifiuti della Regione Piemonte risale all agosto 1997; la Regione ha avviato l aggiornamento del Piano ai sensi della L.R. 24/2004 norme per la gestione dei rifiuti e dell art. 20 della L.R. 40/1998 disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione. Inoltre, con deliberazione della Giunta Regionale del 5 febbraio 2007, n , sono state definite le Linee Programmatiche per la Gestione dei Rifiuti Urbani, in cui si cerca di recepire il nuovo quadro complessivo in materia ambientale a livello nazionale, in particolar modo per quel che concerne l emanazione del Codice dell Ambiente (D.Lgs. 152/2006). I principali obiettivi ed interventi previsti dalla DGR e dalle linee programmatiche possono essere così sintetizzati: - raggiungimento graduale dei seguenti obiettivi di raccolta differenziata: o 35% entro il 31 dicembre 2006 o 40% entro il 31 dicembre 2007 o 45% entro il 31 dicembre 2008 o 50% entro il 31 dicembre 2009 o 55% entro il 31 dicembre 2010 o 60% entro il 31 dicembre 2011 o 65% entro il 31 dicembre obiettivi ed azioni volti a: o ridurre la produzione dei rifiuti; o intercettare e recuperare particolari flussi di rifiuti (comprese le frazioni biodegradabili); o recuperare a livello energetico (termovalorizzazione) le frazioni di rifiuto per le quali non è possibile il recupero di materia; o raggiungere l autosufficienza presso ciascun ATO almeno per lo smaltimento della frazione residuale; 6

10 o definire un organizzazione territoriale che consenta la gestione integrata dei rifiuti urbani secondo i principi di efficienza, efficacia ed economicità; - nell ambito della riduzione della produzione dei rifiuti devono essere previste azioni tali da permetterne il raggiungimento tramite, in particolare: o l intensificazione delle pratiche di riduzione della frazione organica putrescibile; o l adozione di specifici protocolli d intesa con la distribuzione; o lo studio e successiva proposizione di capitolati tipo; o un reale contenimento della produzione dei rifiuti, sulla base delle migliori esperienze europee ed italiane. Gli ambiti di intervento saranno pertanto: - impiantistici: al fine di individuare i fabbisogni e le necessità per il recupero di energia dalla frazione di rifiuti urbani residuali e per il trattamento dei rifiuti organici putrescibili intercettati; - organizzativi: al fine di prevedere l accorpamento di alcuni ATO; riguardo a questo punto la Regione prevede la ridelimitazione degli Ambiti Territoriali Ottimali e la revisione delle relative competenze. Con deliberazione della Giunta Regionale dell 11/06/2007, n , è stata approvata la bozza di protocollo d intesa tra la Regione Piemonte e le Province di Alessandria, Asti, Biella, Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola e le rispettive associazioni di ATO per la gestione integrata dei rifiuti urbani; con tale documento gli enti interessati si fanno promotori del raggiungimento di alcuni obiettivi primari: l incremento delle percentuali di raccolta differenziata negli attuali ATO, l impegno a mettere in campo tutte le iniziative possibili per non elevare il quantitativo medio pro capite di rifiuti prodotti e la predisposizione di un documento interprovinciale per la gestione del rifiuto indifferenziato e della frazione umida raccolta differenziatamente che preveda sinergie per la realizzazione di tutti gli impianti tecnologici necessari. Viene quindi individuato un percorso per il raggiungimento dei predetti obiettivi e viene prevista l istituzione di un Comitato tecnico/politico di programmazione; - economici: al fine di individuare opportune politiche tariffarie. Il Programma Provinciale per la Riduzione, il Riutilizzo e lo Smaltimento dei Rifiuti risale al dicembre 1998 ed è stato poi aggiornato nell anno Con delibera n. 42/2006 il consiglio Provinciale ha approvato le Linee Guida di Programmazione per la Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani; queste costituiscono un ulteriore aggiornamento del programma e rappresentano, ad oggi, il testo di riferimento a livello provinciale. Le linee guida prevedono due fasi: una, di medio termine, dal 2007 al 2013 (definita anche periodo transitorio) ed una a regime, dopo il Relativamente agli smaltimenti, per la fase di medio termine era prevista l indizione di una gara ad evidenza pubblica, mentre per la fase a regime ci si sarebbe adeguati alla programmazione impiantistica regionale, in fase di definizione. Vengono inoltre indicate azioni volte alla riduzione della produzione dei rifiuti, quali: o adozione ed incentivazione degli acquisti pubblici ecologici; o incentivazione e promozione delle pratiche di autocompostaggio; o incentivazione e promozione dei centri di manutenzione e riuso; o incentivazione della diffusione presso le aziende del territorio, o specifici distretti industriali, di strumenti volontari quali i marchi ambientali di prodotto; o attivazione e promozione di tavoli di lavoro volti alla sottoscrizione di accordi di programma tra enti pubblici e privati, finalizzati alla riduzione della produzione di rifiuti; o promozione e sostegno alle feste ecologiche; o introduzione del sistema di tariffazione puntuale. La programmazione si prefigge come obiettivo medio di raccolta differenziata il raggiungimento del 70% entro il 2008; la Provincia ritiene tale obiettivo perseguibile essenzialmente mediante l introduzione di sistemi di tariffazione puntuale e lo sviluppo delle raccolte differenziate di 7

11 materiali ingombranti e dei RAEE. Per quel che concerne invece l organizzazione delle raccolte, emerge dal documento che l incremento delle rese di raccolta differenziata può essere legato: o all ottimizzazione dei servizi di raccolta; o alla presenza di aree ecologiche e/o piattaforme presso le quali i cittadini possano conferire quelle frazioni di rifiuto che, per dimensioni o pericolosità, non possono rientrare nei circuiti porta a porta; o all ulteriore sviluppo di servizi specifici per le utenze non domestiche; o all introduzione di incentivi di tipo economico, come la tariffazione puntuale. Per quanto riguarda infine il compostaggio della frazione organica, la programmazione provinciale indica la situazione impiantistica, le necessità per il medio termine e per la fase a regime, in accordo alle previsioni regionali. Relativamente all organizzazione territoriale prevista dalla L.R. 24/2002, il Consiglio Provinciale, con deliberazione n. 71 del ha stabilito, in considerazione dell'articolazione esistente sul territorio provinciale, la ripartizione dei Comuni in due bacini corrispondenti con l'attuale suddivisione del territorio servito dai due Consorzi di smaltimento rifiuti già esistenti: Basso e Medio Novarese; con nota del la Regione Piemonte, con riferimento alla citata delibera della Giunta Provinciale, ha comunicato la propria presa d atto circa la suddivisione dell Ambito Territoriale Ottimale della Provincia di Novara in due Bacini, all interno dei quali l organizzazione delle attività è assicurata attraverso i due Consorzi obbligatori, costituiti ai sensi dell art. 31 del D.Lgs. 267/2000 e s.m.i.. 8

12 3. Inquadramento generale del territorio Il territorio in cui insiste l ATO Rifiuti Novarese coincide con l intera Provincia di Novara; questa si estende nella zona orientale del Piemonte, su una superficie di km 2 e confina ad est e a sud con la Regione Lombardia (Province di Varese, Milano e Pavia), a nord e ovest con le Province Piemontesi rispettivamente di Verbano Cusio Ossola e di Vercelli. La Provincia di Novara è suddivisibile in due macro zone: Medio Novarese a nord e Basso Novarese a sud (quello che un tempo era l Alto Novarese è oggi la Provincia del VCO), sulle quali operano, relativamente alla gestione dei rifiuti, i rispettivi Consorzi di Bacino. Figura 1 Territorio dell ATO Rifiuti Novarese 3.1 Inquadramento amministrativo: i Comuni La Provincia di Novara è costituita da 88 Comuni; la città di Novara, capoluogo, si trova nella zona più a sud del territorio, come si può chiaramente vedere in figura. Vediamo dunque nel dettaglio i Comuni: 9

13 Comune Abitanti (31/12/2007) Superficie km 2 Agrate Conturbia ,51 Ameno ,00 Armeno ,58 Arona ,90 Barengo ,36 Bellinzago Novarese ,36 Biandrate ,68 Boca ,64 Bogogno ,43 Bolzano Novarese ,27 Borgolavezzaro ,21 Borgomanero ,36 Borgo Ticino ,27 Briga Novarese ,75 Briona ,74 Caltignaga ,32 Cameri ,65 Carpignano Sesia ,76 Casalbeltrame ,90 Casaleggio Novara ,50 Casalino ,60 Casalvolone ,43 Castellazzo Novarese ,77 Castelletto sopra Ticino ,61 Cavaglietto 406 6,57 Cavaglio d Agogna ,85 Cavallirio ,08 Cerano ,10 Colazza 493 3,09 Comignago ,38 Cressa ,11 Cureggio ,38 Divignano ,24 Dormelletto ,01 Fara Novarese Fontaneto d Agogna ,19 Galliate ,54 Garbagna Novarese ,09 Gargallo ,71 Gattico ,14 Ghemme ,57 Gozzano ,54 Granozzo con Monticello ,48 Grignasco ,62 Invorio ,40 Landiona 603 7,26 Lesa ,49 Maggiora ,67 Mandello Vitta 261 5,88 Marano Ticino ,84 Massino Visconti ,77 Meina ,79 Mezzomerico ,59 Miasino 929 5,34 Momo ,68 Nebbiuno ,24 Nibbiola ,30 10

14 Novara ,02 Oleggio ,80 Oleggio Castello ,84 Orta San Giulio ,81 Paruzzaro ,36 Pella ,05 Pettenasco ,12 Pisano 794 2,77 Pogno ,06 Pombia ,96 Prato Sesia ,35 Recetto 920 8,80 Romagnano Sesia ,07 Romentino ,74 San Maurizio d Opaglio ,32 San Nazzaro Sesia ,50 San Pietro Mosezzo ,83 Sillavengo 574 9,54 Sizzano ,50 Soriso 758 6,29 Sozzago ,92 Suno ,32 Terdobbiate 493 8,49 Tornaco ,32 Trecate ,42 Vaprio d Agogna ,09 Varallo Pombia ,58 Veruno ,22 Vespolate ,84 Vicolungo ,42 Vinzaglio ,55 Tabella 1 Comuni dell ATO Rifiuti Novarese Fonte: Regione Piemonte Indagine sui Rifiuti Prodotti nel 2007 Il totale degli abitanti residenti nel territorio dell ATO Rifiuti Novarese è pertanto, al 31/12/2007, pari a Come già accennato, l ATO è a sua volta suddivisa, per quel che riguarda la gestione e l organizzazione delle raccolte, in due Bacini, Basso e Medio Novarese, nei quali operano i rispettivi Consorzi di Bacino. Al territorio del Medio Novarese appartengono i Comuni di: Agrate Conturbia, Ameno, Armeno, Arona, Boca, Bogogno, Bolzano Novarese, Borgomanero, Borgo Ticino, Briga Novarese, Carpignano Sesia, Castelletto sopra Ticino, Cavaglietto, Cavaglio d Agogna, Cavallirio, Colazza, Comignago, Cressa, Cureggio, Divignano, Dormelletto, Fara Novarese, Fontaneto d Agogna, Gargallo, Gattico, Ghemme, Gozzano, Grignasco, Invorio, Lesa, Maggiora, Massino Visconti, Meina, Miasino, Nebbiuno, Oleggio Castello, Orta San Giulio, Paruzzaro, Pella, Pettenasco, Pisano, Pogno, Pombia, Prato Sesia, Romagnano Sesia, San Maurizio d Opaglio, Sizzano, Soriso, Suno, Varallo Pombia, Veruno, per un totale di 51 Comuni e abitanti (al 31/12/2007). Al territorio del Basso Novarese appartengono i Comuni di: Barengo, Bellinzago Novarese, Biandrate, Borgolavezzaro, Briona, Caltignaga, Cameri, Casalbeltrame, Casaleggio Novara, Casalino, Casalvolone, Castellazzo Novarese, Cerano, Galliate, Garbagna Novarese, Granozzo con Monticello, Landiona, Mandello Vitta, Marano Ticino, Mezzomerico, Momo, Nibbiola, Novara, Oleggio, Recetto, Romentino, San Nazzaro Sesia, San Pietro Mosezzo, Sillavengo, Sozzago, 11

15 Terdobbiate, Tornaco, Trecate, Vaprio d Agogna, Vespolate, Vicolungo, Vinzaglio, per un totale di 37 Comuni e abitanti (al 31/12/2007). 3.2 Cenni: morfologia, clima, geologia e idrogeologia Il territorio dell ATO Rifiuti Novarese coincide interamente con la Provincia di Novara; a questa si farà pertanto riferimento nella descrizione delle caratteristiche fisiche dell area considerata. La Provincia di Novara, con i suoi km 2, è per estensione la seconda più piccola provincia del Piemonte, dopo Biella. Il territorio è compreso tra due fiumi: il Sesia, a ovest, che segna il confine con la Provincia di Vercelli, ed il Ticino, ad est, che segna il confine con la Regione Lombardia e le Province di Varese e Milano. A sud il confine segue la cosiddetta linea dei fontanili, che divide il Basso Novarese dalla Lomellina (Provincia di Pavia); infine a nord il territorio si estende sino ad una parte del Vergante, al confine con la Provincia del Verbano Cusio Ossola. La Provincia di Novara rappresenta inoltre la propaggine più occidentale dell Insubria (regione compresa tra il Po e i laghi prealpini, anticamente abitata dalla popolazione celtica degli Insubri). Il territorio provinciale è occupato per circa la metà, nella parte meridionale, dalla Pianura Padana; il paesaggio si presenta pertanto quasi totalmente privo di rilevi, con coltivazioni prevalentemente di carattere estensivo (riso, mais, frumento) e numerosi canali di irrigazione. Si tratta di un area densamente popolata, in quanto nel cosiddetto Basso Novarese troviamo sia il capoluogo, sia i grandi Comuni che insistono sulla sponda occidentale del Ticino. Salendo verso nord, all incirca a metà corpo, il territorio inizia a modificare la propria morfologia, salendo dolcemente di quota; compaiono i primi rilievi, sotto forma di una fascia collinare discontinua, nella quale risaie e campi coltivati cominciano a lasciare spazio ai vigneti. Qui si trova il secondo Comune per numero di abitanti, Borgomanero, città principale per il territorio del Medio Novarese. Man mano che ci si avvicina ai due laghi Maggiore e Orta i rilevi si fanno più decisi e le colline smussate e discontinue lasciano spazio a rilievi densamente boscosi che salgono in maniera decisamente più ripida, fino a formare il massiccio collinare montuoso del Vergante, che culmina con la cima del Mottarone (1.491 m). Questa è anche la zona maggiormente interessata dal turismo; i grandi centri urbani lasciano posto a realtà più piccole e caratteristiche, mentre la città principale è Arona, sulle rive del Lago Maggiore. Possiamo pertanto definire, in base alle caratteristiche geografiche e morfologiche, tre fasce principali, procedendo da sud verso nord: o una prima fascia, meridionale, uniformemente pianeggiante (ad eccezione di un unico alto morfologico tra Novara e Vespolate), costituita essenzialmente da depositi fluvioglaciali e fluviali; o una seconda fascia, intermedia, con rilievi collinari ed ampi terrazzi rilevati, la cui origine può essere legata alle fasi di espansione e ritiro dei grandi ghiacciai quaternari; o una terza fascia, settentrionale, con rilievi di tipo montuoso ad acclività medio-elevata. Dal punto di vista geologico, possiamo individuare sul territorio cinque unità geoambientali principali. 12

16 Figura 2 Carta geologica Fonte: Provincia di Novara PAEP 2007 Depositi fluvioglaciali con scarso o nullo strato di alterazione superficiale (colore verde): si tratta della tipologia che contraddistingue la maggior parte del territorio provinciale. Caratterizzata dalla presenza di ghiaie grossolane, ciottoli, ghiaie sabbiose, sabbie limose e torbe, presenta ridotti strati di alterazione e depositi loessici di ridotto spessore; la morfologia è quella del livello fondamentale della pianura, dei cigli e scarpate di terrazzo, mentre la falda è libera e generalmente superficiale. Depositi fluvioglaciali antichi alterati (colore giallo): questa tipologia contraddistingue la zona sud della città di Novara, ed una limitata porzione della bassa novarese; ne troviamo ampie tracce anche nella zona centro nord, nella fascia che si estende a nord di Bellinzago Novarese e nella zona Barengo Ghemme Romagnano Sesia. Caratterizzata dalla presenza di ghiaie sabbiose, ghiaie ciottolose con ciottoli alterati e sabbie limose, presenta strati di alterazione di notevole spessore di colore giallo-rossastro; la morfologia è quella dei cigli e scarpate di terrazzo e degli alvei e fasce spondali dei corsi d acqua, mentre la falda è semilibera e in pressione a profondità variabile. Depositi glaciali (colore rosa): troviamo questa tipologia nella zona nord del territorio provinciale, in particolar modo nelle aree limitrofe ai due laghi. Caratterizzata dalla presenza di clasti poco arrotondati in matrice sabbioso-limoso alterata, trovanti, massi erratici e lenti sabbiose-limose, presenta strati di alterazione di colore rosso-ocra localmente di notevole spessore; la morfologia è quella dei versanti collinari, cigli e scarpate di terrazzo, alvei e fasce spondali dei corsi d acqua, cavità lacustri di origine glaciale, fasce spondali dei laghi, mentre la falda è in genere profonda, in pressione o semiconfinata. Substrato indifferenziato (colore grigio): questa tipologia contraddistingue zone molto limitate; ne troviamo traccia nei territori posti in zona nord ovest e nell estremo nord. Caratterizzata dalla presenza di depositi pliocenici (sabbie, ghiaie, argille e marne localmente fossilifere), dolomie e calcari dolomitici, calcari neri bituminosi, graniti, porfidi, gneiss e micascisti, presenta coperture detritico-eluvuali localmente moreniche e alluvionali e depositi di frana-falda; la morfologia è quella dei cigli, scarpate e pareti di terrazzi, depositi alluvionali e torrentizi e forme carsiche (nei 13

17 calcari); i depositi pliocenici sono privi di circolazione idrica, i calcari presentano una circolazione di tipo carsico, mentre le rocce ignee presentano una circolazione per fessurazione. Depositi alluvionali attuali o recenti (colore azzurro): anche questa tipologia contraddistingue zone molto limitate; ne troviamo traccia nei pressi dei principali corsi d acqua. Caratterizzata dalla presenza di ghiaie grossolane, ciottoli e ghiaie sabbiose, presenta nulla o scarsa alterazione; la morfologia è quella degli alvei e fasce spondali dei corsi d acqua, conoidi torrentizi, apparati deltizi e fasce spondali dei laghi, mentre la falda è libera e generalmente connessa con il reticolato idrografico. Per quel che concerne il patrimonio idrico, il territorio dell ATO Rifiuti Novarese comprende parte dei due principali laghi piemontesi Maggiore e Orta-, due importanti fiumi Ticino e Sesia -, innumerevoli torrenti, rivoli o fiumiciattoli e numerosi canali artificiali. Il Lago Maggiore è uno dei principali laghi alpini ed il secondo più grande in Italia; la sua superficie è condivisa tra Svizzera, per circa il 20%, e Italia, per il restante 80%: la porzione appartenente alla Provincia di Novara va da Castelletto Ticino sino a Lesa. Si trova ad un altezza di circa 193 metri s.l.m., ha una superficie di 212 km 2 ed un perimetro di 170 km (54 km di lunghezza, 3,9 km di larghezza media); il volume d acqua contenuto è pari a circa 37,5 miliardi di m 3, con un tempo teorico di ricambio pari a circa 4 anni. L origine è sicuramente glaciale, come testimonia la disposizione delle colline formate da depositi morenici di natura glaciale. Il Lago d Orta si trova per la quasi totalità nel territorio dell ATO Rifiuti Novarese, ad eccezione della parte all estremo nord, che rientra nella Provincia del VCO; è il più occidentale fra i laghi prealpini ed è originato dal fronte meridionale del ghiacciaio del Sempione. Contrariamente a quanto di solito accade per i laghi alpini, le acque del Lago d Orta escono con un emissario verso nord, dando vita al torrente Nigoglia e confluendo nel Lago Maggiore attraverso lo Strona e il Toce. Il Ticino è uno dei più importanti fiumi dell Italia settentrionale (il secondo dopo il Po per portata d acqua) ed il principale affluente del Po stesso; segna il confine tra le Regioni Piemonte e Lombardia. Lungo 248 km, il Ticino, grazie alla copiosità delle sue acque ha grande importanza per l irrigazione (alimenta numerosi canali, tra cui il Regina Elena) ed è un importante fonte di energia elettrica; si registra infatti una portata d acqua media alla foce di ben 350 m 3 /s (la portata minima in estate è di 54 m 3 /s e quella massima arriva a m 3 /s). Da segnalare che, grazie alla peculiarità della flora e della fauna sviluppatesi lungo le sue sponde, è stata istituita l area protetta denominata Parco Naturale della Valle del Ticino, che comprende sia la sponda piemontese che quella lombarda. Il Sesia è uno dei fiumi piemontesi più lunghi, con i suoi 138 km e rappresenta un importante affluente del Po; segna il confine tra la Provincia di Novara e quella di Vercelli. Pur essendo costantemente alimentato dalle nevi del ghiacciaio del Monte Rosa, è un fiume a regime estremamente torrentizio, in quanto nelle estati più secche si possono rilevare magre molto rilevanti (anche di pochissimi m 3 /s, rispetto ad una portata media di 76 m 3 /s), soprattutto a causa dell intenso sfruttamento delle acque per l irrigazione e l allagamento delle risaie. Al contrario, in caso di forti precipitazioni in alta Valsesia il fiume può raggiungere anche valori di piena impressionanti (fino a m 3 /s), tanto da riuscire ad influenzare le piene del Po. Tra i fiumi e torrenti minori ricordiamo, il Terdoppio, un torrente che nasce sulle prealpi piemontesi ed attraversa tutto il territorio provinciale, per poi dividersi in due rami, di cui il primo sfocia nel Ticino e il secondo diventa affluente del Po, e l Agogna, anch esso affluente del Po. Questi primi quattro corsi d acqua costituiscono il reticolo idrico principale del territorio. Esiste poi una fitta rete di corsi d acqua che costituiscono il reticolato idrografico secondario, tra cui ricordiamo il Vèvera, lo Strona e il Toce, appartenenti al bacino idrografico del Lago Maggiore e l Arbogna che solca la pianura tra Novara e la Lomellina. Il territorio è anche bagnato da numerosi canali artificiali, tra i quali ricordiamo: 14

18 Canale Cavour: costruito a supporto dell agricoltura, trae origine dal Po per terminare nel Ticino nei pressi di Galliate, per una lunghezza di 86 km; le acque vengono portate a destinazione per mezzo dei suoi diramatori: Diramatore Quintino Sella, utilizzato anche per la produzione di energia idroelettrica, e Diramatore Vigevano. Canale Regina Elena: deriva dal Ticino, utilizzando le acque del Lago Maggiore Regolato e si immette nel canale Cavour nei pressi di Novara, dopo un percorso di quasi 25 km; ha la funzione, oltre che di estendere l irrigazione ai terreni asciutti, di integrare le ricorrenti deficienze del canale Cavour, in quanto il lago costituisce una sicura fonte di approvvigionamento idrico. Diramatore Alto Novarese: originato dal canale Regina Elena, si immette nel canale Cavour nei pressi del Sesia; oltre ad integrare la portata del canale Cavour, ha consentito di portare l irrigazione alle zone dell alta pianura novarese. Tra le opere dell uomo non vanno poi dimenticati i cosiddetti Fontanili, che hanno lo scopo di far affiorare, raccogliere e convogliare le acque sotterranee (a differenza della risorgiva, che è un affioramento naturale); nell ambito della pianura irrigua del territorio sono stati censiti 282 fontanili. Figura 3 Reticolato idrografico Fonte: Provincia di Novara PAEP 2007 Per quel riguarda il clima, occorre anzitutto ricordare che il territorio dell ATO Rifiuti Novarese appartiene al Nord-Italia, ovvero la parte compresa tra le Alpi e l Appennino Tosco-Emiliano: questa è la zona che meno subisce l influenza temperante del mare. La catena alpina non solo svolge un azione di barriera rispetto alle correnti fredde provenienti dall Europa settentrionale, ma anche nei confronti delle masse d aria temperate e umide che provengono dall Atlantico settentionale; le Alpi delimitano quindi un bacino chiuso, con ristagno d aria nei bassi strati, e quindi caratterizzato da forte riscaldamento estivo e forte raffreddamento invernale. Proprio come per la morfologia del territorio, anche per il clima possiamo individuare tre fasce principali: o clima temperato continentale, caratteristico dell area occupata dalla Pianura Padana; o clima temperato fresco, tipico delle zone prealpine; 15

19 o clima temperato freddo, caratteristico della zona alpina con cime inferiori ai m; Le temperature medie annue nella Pianura Padana sono comprese tra i 14 ed i 15 C, che scendono tra i 10 ed i 12 C nella zona delle prealpi e valli alpine. L escursione termica annuale (differenza tra temperature estive ed invernali) è notevole nella piana del Po e in alcune vallate alpine, aree in cui la differenza tra gennaio e luglio si attesta tra i 21 ed i 24 C. Le precipitazioni medie annue sono maggiori nelle zone montuose; la fascia prealpina tra il Lago Maggiore e il Lago di Como è una delle zone più piovose d Italia ( mm/anno). Le maggiori piogge si registrano in estate e inizio autunno, mentre il minimo si raggiunge durante l inverno. Le zone appartenenti alla Pianura Padana sono decisamente meno piovose e in alcuni casi le precipitazioni annue non superano i 700 mm; soprattutto nelle zone a nord del Po si possono registrare anche periodi di siccità, più frequenti in inverno, mentre l estate è interessata dal passaggio di sistemi perturbati atlantici associati a fenomeni temporaleschi. 3.3 Cenni: demografia e flussi turistici, tessuto produttivo, sistema viario e di comunicazione Situazione demografica Il territorio su cui insiste l ATO Rifiuti Novarese e coincidente con la Provincia di Novara conta, come già specificato, abitanti al 31/12/2007; possiamo poi suddividere il territorio in due macro zone: il Basso Novarese, con territorio prevalentemente pianeggiante o lievemente collinare, che conta un maggior numero di abitanti, ed il Medio Novarese, situato nella zona caratterizzata dai maggiori rilievi e dalla presenza dei due laghi, meno abitato, ma con maggiori flussi turistici. La popolazione è concentrata principalmente nel capoluogo e nella fascia denominata ovest ticino, che si estende dal limite meridionale del Lago Maggiore sino al confine sud della Provincia, seguendo appunto il corso del fiume Ticino; per il resto la popolazione si distribuisce sul territorio in modo abbastanza omogeneo, fatta eccezione per alcune zone appartenenti al cosiddetto est sesia, dove troviamo realtà più piccole e scarsamente abitate. < ab ab ab > ab Figura 4 Distribuzione della popolazione 16

20 Se consideriamo invece la densità abitativa, possiamo osservare che la maggior concentrazione di abitanti per km 2 si registra ancora una volta nel capoluogo e nella zona dell ovest ticino; a queste segue l area del Medio Novarese, mentre la zona meridionale e quella dell est sesia sono le meno densamente popolate. Figura 5 Densità abitativa < 100 ab/km ab/km ab/km 2 > 600 ab/km 2 Approfondiamo ora la dinamica della popolazione negli ultimi anni che, come si evidenzia in tabella, ha registrato una crescita costante e continua tot ,83% ,37% ,87% ,51% ,61% ,18 5,48% Tabella 2: Andamento della popolazione Fonte: ISTAT Negli ultimi sette anni la popolazione dell ATO Rifiuti Novarese è cresciuta complessivamente di unità, pari ad un incremento del 5,48%; la crescita maggiore si registra tra il 2002 e il 2003 e tra il 2006 e il 2007, mentre nel periodo intermedio si assiste ad un sostanziale rallentamento. Se consideriamo i singoli Comuni, si osserva che il maggior incremento a livello numerico è registrato nel capoluogo e nei comuni dell ovest ticino. Comune Trecate Novara Borgomanero Galliate Castelletto sopra Ticino Cameri Oleggio Borgo Ticino Bellinzago Novarese Romentino Tabella 3: Comuni con il maggior incremento numerico di popolazione Fonte: ISTAT 17

21 In percentuale però la prospettiva cambia, e le realtà che negli ultimi sei anni hanno visto crescere maggiormente la popolazione sono: Comune Agrate Conturbia ,28% Comignago ,01% Borgo Ticino ,03% Colazza ,80% Sozzago ,63% Garbagna Novarese ,60% Paruzzaro ,40% Nebbiuno ,35% Castellazzo Novarese ,86% Casalbeltrame ,43% Tabella 4: Comuni con il maggior incremento percentuale di popolazione Fonte: ISTAT Entrando maggiormente nel dettaglio ed esaminando l origine di questo aumento di popolazione, osserviamo che, comunque, esso è dovuto ad un bilancio positivo del flussi migratorio sia interno che dall estero, a fronte invece di un bilancio negativo relativamente alle nascite, in linea con la situazione media a livello nazionale Aree turistiche e flussi La Provincia di Novara presenta al suo interno numerose attrattive per il turismo, sia dal punto di vista paesaggistico che da quello culturale. Il flusso di arrivi italiani e stranieri è pertanto di un certo rilievo, anche se ovviamente di gran lunga inferiore a quello di realtà a carattere prettamente turistico. La maggiore attrattiva è costituita sicuramente dai due laghi e dalle zone montane del Medio Novarese, oltre che ovviamente dalla città di Novara. Non si escludono poi flussi turistici di minore entità anche in altre zone del territorio, magari legati a manifestazioni periodiche o eccezionali. Ogni anno quindi la Provincia viene visitata da numerosi turisti italiani e stranieri; se consideriamo le statistiche predisposte dalla Regione Piemonte: Anno Arrivi Presenze italiani stranieri totale italiani stranieri totale Incremento ,6% 9,1% 11,1% 6,0% 11,4% 8,2% Arrivi Presenze T.M.P. (*) Anno italiani stranieri italiani stranieri italiani stranieri % 43? 59% 41% 3,0 2, % 42% 58% 42% 2,8 2,81 (*) Tempo Medio di Permanenza (Presenze/Arrivi) Tabelle 5 e 6: Flussi turistici in Provincia di Novara Fonte: Regione Piemonte Come si vede nelle due tabelle, le presenze di turisti sul territorio sono abbastanza numerose, e in crescita; dal ridotto tempo medio di permanenza desumiamo inoltre che per lo più si tratta di vacanze brevi, un dato che è coerente con l offerta turistica della zona (lago, città d arte). 18

22 Occorre fare un ultima considerazione; mentre per la città di Novara, con i suoi oltre abitanti, l impatto delle presenze turistiche è abbastanza smorzato, per i piccoli Comuni di montagna o affacciati sulle sponde dei laghi la situazione è ben diversa. Qui nelle stagioni turistiche (estate per il lago, estate e inverno per la montagna), assistiamo ad un brusco incremento della popolazione presente, cosa che ha una notevole influenza sulla produzione dei rifiuti, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo: l andamento della produzione, infatti, non potrà essere regolare né controllabile, in quanto influenzato dalle stagionalità e dalle presenze turistiche (le quali a loro volta possono essere condizionate dalla congiuntura economica, dall andamento meteorologico, ecc.). Bisogna infine segnalare, sempre in merito all irregolare andamento della produzione dei rifiuti, numerose presenze provenienti da altre province e regioni, a carattere giornaliero, dirette verso le strutture ludico-ricreative recentemente sorte nell area dell est sesia Tessuto produttivo La Provincia di Novara è collocata in posizione strategica rispetto al sistema più complesso dello storico triangolo industriale e dell area economica della Pianura Padana. Pur essendo collocata ai margini dell area metropolitana milanese, ha saputo mantenere la propria identità territoriale contenendo i processi di urbanizzazione e industrializzazione diffusa e limitando l eccessivo consumo del suolo. Il fatto che il territorio sia occupato per circa la metà dalla Pianura Padana ha fatto sì che il settore agricolo rivesta un ruolo ancora fondamentale nell economia del territorio, al pari se non superiore a quello industriale; il settore terziario (servizi, commercio) riveste invece ancora un ruolo meno importante, anche se in crescente espansione. Nell area della cosiddetta bassa novarese buona parte del territorio è ancora a matrice fortemente agricola, in particolar modo per le aree definite agogna, est sesia e piana del basso novarese, anche se si registra negli ultimi anni un progressivo abbandono delle strutture rurali. Le colture tipiche della pianura padana sono principalmente quelle a carattere estensivo (mais, riso, frumento, ecc.); la bassa novarese, insieme ad alcune zone delle province di Vercelli e Pavia, è infatti uno dei maggiori produttori di riso a livello nazionale. In queste zone l attività industriale si concentra prevalentemente intorno al capoluogo ed ai centri più densamente popolati dell ovest ticino; segnaliamo a tal proposito l industria alimentare, rappresentata dagli stabilimenti Pavesi e Granarolo, editoriale - De Agostini, tessile nell area dell ovest ticino. Qui ricordiamo anche l importante polo industriale, principalmente sviluppato intorno a S. Martino di Trecate e legato all attività estrattiva e di raffinazione del petrolio, presente proprio nel sottosuolo di quest area (Trecate Galliate Romentino). Salendo verso nord, sul confine tra basso e medio novarese, si incontra una vasta area a matrice prevalentemente vinicola, grazie alla favorevole conformazione del territorio; qui si va dall attività agricola per la coltivazione, a quella della produzione sino alla commercializzazione. Ricordiamo in questo caso vini come il Fara e il Ghemme, ma la coltivazione dell uva si estende sino alle zone di Boca e Maggiora ad est e Mezzomerico ad ovest. Nell area settentrionale dell ovest ticino hanno invece un forte sviluppo i settori legati all indotto dell hub Malpensa 2000, in particolar modo per quel che concerne le strutture ricettive ed i trasporti. Salendo ancora verso nord troviamo una fascia a forte connotazione industriale, dove ha ampia diffusione la produzione dei rubinetti ed il relativo indotto a monte e a valle del processo produttivo; il cosiddetto distretto dei rubinetti si sviluppa in particolare intorno all aera di San Maurizio d Opaglio. Nell area intorno ai due laghi e sui rilievi ha un maggiore sviluppo anche l industria del turismo legata appunto alle numerose attrattive che questa parte del territorio presenta. 19

23 Il settore terziario è invece sviluppato prevalentemente nel capoluogo, dove troviamo la più alta concentrazione di uffici legati ai servizi; fa eccezione la sede piemontese di Coop, situata a Galliate. Abbiamo qui accennato alle principali attività presenti sul territorio dell ATO Rifiuti Novarese; non bisogna però dimenticare che l intera provincia è costellata di altre e varie attività, di dimensione piccolo-media. Nonostante questo, ad oggi, la situazione per il territorio non è delle più rosee dal punto di vista economico; se da un lato assistiamo ad un progressivo allontanamento dall agricoltura, dall altro abbiamo un elevata mortalità di aziende e di strutture commerciali e di servizio; questo del resto in linea con la delicata congiuntura che al momento si sta vivendo a livello nazionale ed europeo Sistema viario e di comunicazione Il territorio provinciale sta andando incontro ad un processo di trasformazione ed evoluzione dal punto di vista delle dinamiche insediative ed economiche e delle infrastrutture ad esse collegate; la presenza dell aeroporto Malpensa 2000, le nuove linea ferroviarie ad alta capacità ed alta velocità in fase di realizzazione, l entrata in funzione del CIM sono solo alcuni dei principali fattori di cambiamento. Nell ambito della Provincia di Novara possiamo individuare due direttrici: nord-sud ed est-ovest. Lo schema di base della mobilità all interno dell ATO Rifiuti Novarese può essere così schematizzato. Viabilità stradale: - in direzione est-ovest si segnala l autostrada A4 Torino Milano Venezia e l importante trasversale SR11 (che percorre sostanzialmente lo stesso tracciato dell autostrada, con l alternarsi di tratti urbani ed extraurbani), a cui si affianca la diramazione da ovest verso nord est Novara Galliate Busto Arsizio; - in direzione nord sud si segnala l autostrada A26 Genova Voltri Gravellona Toce, le direttrici verso il Lago Maggiore (SS32), verso il Lago d Orta (SR229) e verso la Valsesia (SP299), oltre al sistema stradale dal capoluogo verso la pianura sud (A26 e SR211). Viabilità su rotaia: - in direzione est ovest si segnala l importante linea ferroviaria Torino Milano Venezia, a cui saranno affiancate le nuove linee ad alta velocità/capacità, e la linea Ferrovie Nord Milano, che raggiunge il capoluogo lombardo attraverso un percorso che tocca vari Comuni; - in direzione nord sud si segnala la linea ferroviaria Novara Arona, con prosecuzione verso il Sempione a nord ovest e verso il Gottardo a nord est, la linea ferroviaria Novara-Borgomanero- Domodossola-Sempione, la linea Novara-Valsesia a cui si affianca parzialmente in direzione nord ovest la linea Novara-Biella e, verso sud, la linea ferroviaria Novara-Mortara-Alessandria-Genova. Figura 6 Viabilità su strada intorno al capoluogo 20

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