La Malacofauna del Comprensorio. delle Tre Limentre - Reno

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2 La Malacofauna del Comprensorio delle Tre Limentre - Reno Simone Cianfanelli & Elisabetta Lori Museo di Storia Naturale dell Università degli Studi di Firenze Sezione Zoologica La Specola Via Romana, Firenze simone.cianfanelli@unifi.it; elisabetta.lori@unifi.it 1

3 Indice Introduzione Il territorio... 2 Materiali e metodi Risultati delle ricerche.. 13 Elenco delle specie individuate 16 Schede dei Molluschi protetti Renea elegantissima Arion intermedius Vitrinobrachium baccettii Retinella olivetorum Cochlodina comensis lucensis Monacha cantiana Cepaea nemoralis Cornu aspersum Helix lucorum Analisi del popolamento.. 29 Correlazioni tra i Molluschi e l ambiente Gestione, tutela e sviluppo.. 42 Ringraziamenti Bibliografia Appendice 1 Carte di distribuzione 49 Appendice 2 Località campionate

4 Introduzione Lo studio delle emergenze faunistiche e floristiche del territorio è uno degli strumenti necessari per la conoscenza e quindi per la conservazione del patrimonio naturalistico. La giusta valorizzazione dell ambiente può portare alla creazione di nuove attività e contribuire, così, allo sviluppo dei territori marginali. L area in questione, la parte nordest della Provincia di Pistoia denominata Comprensorio delle Tre Limentre, ospita numerosi ambienti ancora in buono stato, dove la bassa antropizzazione ha contribuito alla loro conservazione. Gli studi scientifici effettuati fino ad oggi non sono molti e la letteratura sui molluschi continentali dell Appennino è alquanto scarna: i soli lavori specifici riguardano le specie eduli (Lori & Cianfanelli, 2003), le specie alloctone (Lori & Cianfanelli, 2007) e le specie acquidulcicole (Bodon et al., 2005), con la distribuzione delle specie su tutto il territorio provinciale. Con il presente studio è stata rilevata la componente malacologica attraverso ricerche accurate sul territorio. L occasione di valorizzare il Comprensorio delle Tre Limentre da un punto di vista naturalistico è stata ampiamente soddisfatta dal ritrovamento di 9 specie di Molluschi protetti dalla Legge Regionale 56/2000. Di particolare importanza sono i taxa endemici italiani (Avenionia ligustica, Vitrinobrachium baccettii, Vitrea etrusca, Oxychilus meridionalis, Retinella olivetorum, Limax sp. 2, Cochlodina comensis lucensis, Macrogastra attenuata iriana, Clausilia rugosa pinii) e quelli subendemici (Acicula lineata sublineata e Platyla stussineri, Renea elegantissima, Charpentiera itala punctata, Clausilia cruciata bonellii). Il territorio La zona oggetto dello studio è l estremità nordest della Provincia di Pistoia e presenta a grosse linee la forma di un trapezio con il lato maggiore sull asta del Reno. E delimitata a ovest dal fiume Reno, a nord dal confine regionale con l Emilia Romagna, a est dall asta del torrente Limentra di Treppio o Limentra Inferiore, a sud dalla cresta montuosa che determina lo spartiacque fra la spiovenza adriatica e quella tirrenica e che dal Poggio di Celso a sud est, seguendo per lo più il sentiero 00 del CAI dell Alta via Appenninica, passa da Poggio Alto, Poggio al Pievano, M. Lattai, M. Cornato, Poggio Valcapratico, Passo della Collina, Poggio dei Lagoni, Poggio Castelluccio, fino a Poggio Posolata (Fig 1). 3

5 Fig. 1. Il Comprensorio delle Tre Limentre comprende tutto il territorio del Comune di e il versante adriatico del comune di Pistoia. Il reticolo idrografico ha spiovenza adriatica e i corsi d acqua appartengono al bacino idrografico del fiume Reno. Sono interessate interamente la valle del T. Limentra di o Limentra Superiore e la valle della Limentrella. Il primo nasce dal Monte Cigoli (m s.l.m.) e confluisce nel F. Reno presso Ponte della Venturina. Il T. Limentrella prende origine dal versante sud-orientale del Poggio Lupino (m 1286 s.l.m.) e si immette nella Limentra Inferiore. Le altre due valli interessate, quella del F. Reno e quella del T. Limentra di Treppio o Limentra Inferiore, sono comprese solo in parte nel territorio indagato. In particolare, la 4

6 valle della Limentra Inferiore scorre nel Comprensorio solo nel primo tratto dalla Sorgente Trugoli ad est del Poggio Segato (m s.l.m.) alla località Le Fabbriche Nuove (m 500 s.l.m.) al confine con l Emilia Romagna poco a sud del Lago di Suviana del quale è il principale immissario. Il tratto del F. Reno che rientra nel comprensorio studiato va da Pontepetri (m 659 s.l.m.) fino a Ponte della Venturina (m 401 s.l.m.). Le quattro valli fluviali, nel loro tratto medio, decorrono grossomodo parallelamente l una all altra da sud ovest a nord est, così come i rilievi che le separano, con creste che si elevano fino ai 1296 m del M. Pidocchina, 1314 m del Poggio Scalocchio, 1318 m del M. La Croce (Fig. 2). Fig. 2. I corpi idrici del Comprensorio delle Tre Limentre decorrono quasi parallelamente, nel loro tratto medio. Lungo le valli corrono le vie di comunicazione, due delle quali di notevole importanza perché valicano l Appennino e collegano la piana pratese e pistoiese con l Emilia Romagna. Non sono presenti grossi centri urbani ma solo piccoli paesi dalla storia antica, che negli ultimi 40 anni hanno ridotto la loro popolazione per trasferimento degli abitanti verso i centri della pianura con maggiore dinamismo economico. 5

7 Per quanto riguarda la vegetazione, il Comprensorio delle Tre Limentre presenta una spiccata omogeneità (Fig. 3). L area boscata è assai estesa, tanto da essere predominante sul totale dell uso del suolo, mentre le aree aperte, a prateria, sono sporadiche, le più vaste sono i prati di Poggio Pianezzi e della Pidocchina. Fig. 3. In questo mosaico di foto aeree è possibile osservare l estrema uniformità della vegetazione caratterizzata da una dominanza di boschi 6

8 Il substrato litologico del Comprensorio è dato per la totalità da terreni acidi, i rilievi sono infatti solo costituiti da roccia sedimentaria arenaria, quindi anche geologicamente vi è una estrema omogeneità (Fig. 4). Fig. 4. Carta geologica dell area del Comprensorio delle Tre Limentre, caratterizzata da un'unica formazione geologica: Flysch arenacei esterni: arenarie, sistiti, argilliti e marne con olistostromi. Materiali e metodi Dati di riferimento Per il presente contributo sono stati utilizzati: dati di letteratura (Lori & Cianfanelli, 2003, 2005, 2007; Bodon et al., 2005; AA.VV, ); dati non pubblicati di raccolte effettuate in epoca storica archiviati presso il Museo di Storia Naturale dell Università di Firenze; dati rilevati dagli autori e non pubblicati, derivati da ricerche effettuate dal 2001 al 2007; campionamenti eseguiti dagli autori nel corso degli studi effettuati per la Provincia di Pistoia nel 2003, 2006 e 2007; 7

9 dati rilevati dagli autori nel corso di apposite uscite sul territorio. Le località campionate nel Comprensorio studiato sono elencate nell Appendice 2, georeferenziate con precisione di 1 km. Base cartografica di riferimento La cartografia con reticolo UTM (ED50), acronimo di Universal Traverse Mercator, è stata usata per la restituzione dei dati corologici (Fig. 5). I dati rilevati con strumenti satellitari di precisione GPS (Global Position System) sono stati verificati sulla cartografia IGM (Istituto Geografico Militare) a scala 1: o sulla cartografia della Regione Toscana CTR (Carta Tecnica Regionale) a scala 1: Sulle carte, le aree campionate e la distribuzione dei molluschi sono riportate con una precisione al km. Fig. 5. Base cartografica. 8

10 Raccolta del materiale Le metodologie per la raccolta dei molluschi gasteropodi di medie e grandi dimensioni sono legate alla ricerca diretta sul campo, sono infatti inapplicabili quelle tecniche, utilizzate per altri gruppi, che si avvalgono di trappole e di altri apparecchi atti al riconoscimento o alla cattura degli animali. Per la raccolta di materiale e dati su specie di molluschi, anche di quelle più rare, è necessaria una conoscenza approfondita della loro biologia, una notevole l esperienza nelle ricerche di campo e una buona familiarità con il territorio. La raccolta dei dati sul campo è stata compiuta mediante individuazione a vista degli esemplari oppure con prelievo di frazioni di lettiera (da analizzare in laboratorio), per accertare la presenza anche dei molluschi di minori dimensioni, non visibili a occhio nudo ma solo con l ausilio di un microscopio. Fig. 6. Raccolta di posatura alluvionale sulle rive del Rio delle Lastre (Foto E. Lori). Un metodo proprio dei malacologi, efficace soprattutto per la localizzazione dei micromolluschi, è quello dell esame delle posature alluvionali (Fig. 6): sono accumuli di detriti ad alta percentuale organica, fluitati durante le piene di fiumi e corsi d acqua e depositati, al ritiro delle acque, sulle rive di laghi e corsi d acqua. Si raccoglie la frazione più fine del materiale, in cui si concentrano le conchiglie, che hanno basso peso specifico, e si vaglia in laboratorio; dopo un attenta osservazione al microscopio, si può stilare una lista preliminare dei molluschi terrestri e d acqua dolce presenti in quel bacino o sottobacino idrografico. Il limite di questa tecnica è la scarsa precisione nella georeferenziazione del dato: infatti, le 9

11 conchiglie possono essere trasportate dall acqua per distanze più o meno elevate prima di essere ridepositate e quindi il dato viene riferito alla località di raccolta e non a quella in cui l animale viveva; è comunque anche questo un procedimento utile ed ampiamente impiegato. Per avere dati più accurati sulla distribuzione delle specie indagate si possono approfondire le ricerche nei loro ambienti caratteristici, tramite prelievi di lettiere o detriti per le specie terrestri e di sedimenti di sorgente (Fig. 7) o di acque freatiche per i molluschi acquatici, da analizzare al microscopio. Fig. 7. Campionamento di una sorgente (Foto S. Bambi). I campionamenti sono stati eseguiti con metodiche differenti a seconda degli ambienti che dovevano essere campionati. Fra gli ambienti acquatici si sono studiate le tanatocenosi di sorgente dove spesso si possono trovare specie crenobionti e stigobionti di particolare interesse; altri rilevamenti sono stati effettuati in acque lotiche, che sono quelle predominanti nel Comprensorio (fiumi, torrenti (Fig. 8), stillicidi), ma anche nei limitati ambienti lentici (invasi, pozze, cisterne). I rilevamenti in questi ambienti, oltre per osservazione diretta, sono stati effettuati tramite lo sfalciamento della vegetazione di fondo e degli argini con l ausilio di retini, la raccolta di detriti e del materiale messo in sospensione mediante fluttuazione del sedimento di fondo, in particolare delle tasche di accumulo dei detriti più leggeri. Con queste metodologie si sono raccolte informazioni sia sulle specie di Gasteropodi e di Bivalvi acquatici sia sui molluschi terrestri ma, a causa del chimismo delle acque, conseguenza 10

12 della litologia, che non permette una buona conservazione dei resti calcarei nel sedimento, i dati ricavati con questo metodo sono risultati scarsi. Fig. 8. Campionamento sulle rive del Rio delle Lastre (Foto S. Cianfanelli). Per i molluschi terrestri sono stati fatti campionamenti nelle diverse tipologie ambientali che caratterizzano il Comprensorio: nell ambiente silvicolo (Fig. 9), nelle praterie montane (Fig. 10), negli ambienti rocciosi (Fig. 11), negli ambienti antropizzati e in quelli ruderali. 11

13 Fig. 9. I boschi del Comprensorio (Foto S. Cianfanelli). Fig. 10. Campionamento nel prato di Pianezzi (Foto S. Cianfanelli). 12

14 Fig. 11. Affioramenti di roccia arenaria presso Poggio Le Porte (Foto S. Cianfanelli). Parte dei dati è frutto di osservazioni sul campo, senza prelievo dell esemplare, ma gran parte però deriva da materiale che è stato raccolto e portato in laboratorio per la registrazione sul database e, quando necessario, per un esame più accurato. Dopo lo studio, gli esemplari, a seconda che siano completi dell animale o meno, sono preparati per la conservazione con tecniche diverse e conservati in liquido o a secco. Il materiale a secco, costituito dalla sola conchiglia, dopo essere stato pulito e asciugato, viene conservato in una scatolina di cartone corredata da un cartellino con la trascrizione di tutti i dati relativi al campione e alla località di raccolta; invece, gli esemplari con parti molli (conchiglia + animale) sono immersi in alcol 85 dentro barattoli a chiusura ermetica insieme a un cartellino sul quale sono riportati i dati essenziali con inchiostro di china. I dati sul cartellino sono indispensabili affinché il campione sia scientificamente utilizzabile e sono una sintesi di quelli registrati nei cataloghi di archiviazione (regione, provincia, comune, località, altimetria, coordinate UTM, raccoglitore/i, data di raccolta, nome della specie e numero degli esemplari) gestiti e elaborati con programmi computerizzati. Tutto il materiale è conservato nel laboratorio malacologico del Museo di Storia Naturale dell Università degli Studi di Firenze, sezione di Zoologia La Specola. 13

15 Identificazione degli esemplari Non sono molti i testi a cui fare riferimento per l identificazione dei molluschi non marini italiani e per la maggior parte si tratta di manuali che trattano la malacofauna di altri stati europei, sui quali sono riportate molte specie presenti anche in Italia. Tra questi, i più utili sono A field guide to the Land Snails of Britain and North-west Europe di Kerney & Cameron (1979), Die Landschnecken Nord-und Mitteleuropas di Kerney et al. (1983), Binnenmollusken und Anhang di Falkner (1990), The non-marine molluscs of the Maltese Islands di Giusti et al. (1995) e Guide des escargots et limaces d Europe di Kerney & Cameron (1999). La letteratura scientifica riguardante i Molluschi continentali è abbastanza nutrita, pubblicata su riviste specialistiche, con articoli che però considerano singole specie o al più gruppi di specie appartenenti ad uno stesso genere o famiglia. Le specie eduli sono normalmente comuni e non presentano, per gli specialisti, particolari difficoltà per la loro identificazione, mentre un po più impegnativa è la determinazione delle specie di interesse regionale che, in alcuni casi, necessitano dell analisi anatomica per poter essere certi della loro attribuzione specifica. La corologia delle specie è ricavata da opere di carattere generale (Kerney et al., 1983) o più specifiche per l Italia (Forcart, 1965; Alzona, 1971; Bodon et al., 1995; Manganelli et al., 1995) o per aree italiane (Boato et al., 1985, 1989; Ferreri et al., 2005; Gavetti et al., 2008); per la distribuzione in Toscana sono stati utilizzati anche numerosi dati inediti in possesso degli autori. Per le osservazioni inerenti l habitat sono stati consultati articoli concernenti aree italiane diverse (Boato et al., 1985; Ferreri et al., 2005; Gavetti et al., 2008), integrati da osservazioni personali. Per gli habitat forestali solo Giusti et al. (1985) e Carpaneto (2006) riportano osservazioni inerenti la malacofauna delle faggete italiane. Per la tassonomia si è seguita la nomenclatura proposta dalla Checklist della Fauna d Italia e successivi aggiornamenti (Manganelli et al., 1995, 1998, 2000 e Bodon et al., 1995), con alcune modifiche in base a lavori più recenti (Falkner et al., 2002). Risultati delle ricerche Le stazioni prese in esame per stabilire la malacofauna del Comprensorio sono 153 (differenziando gli ambienti e i substrati di raccolta), a quote variabili da 400 a 1290 m s.l.m. Di queste, 31 sono riferite ad ambienti acquatici, per un totale di 97 record, le altre 122 a ambienti terrestri, per un totale di 609 campionamenti. Sono stati campionati 48 quadrati UTM di lato 1 km all interno dell area del Comprensorio, 46 dei quali visibili nella Fig. 12. Sono stati monitorati perciò il 38% dei quadrati di 1 km di lato che comprendono in tutto o in parte il territorio del Comprensorio (i quadrati sono 122). 14

16 Nell ambito del progetto sono stati compiuti dei rilievi allo scopo di completare il censimento delle specie presenti e di approfondire la conoscenza sulla distribuzione delle specie forestali. I risultati delle indagini sul territorio riguardante i molluschi terrestri sono di 5 specie di Gasteropodi Prosobranchi e di 61 specie di Gasteropodi Polmonati. L insieme di queste ricerche ci ha permesso di definire anche la malacofauna dulciacquicola presente nel Comprensorio, con la localizzazione di 9 specie di gasteropodi e 3 specie di bivalvi. In totale quindi il numero delle specie di Molluschi è di 78. Di queste, 9 sono specie incluse negli allegati della Legge Regionale 56/2000 tra gli eduli, la cui raccolta è regolamentata (Allegato B1), o tra le entità da proteggere (Allegato A), la cui presenza può essere motivo per l istituzione di una area di tutela (SIR, ANPIL, ecc.). Appartengono al primo gruppo 4 specie: Monacha cantiana (Montagu, 1803) Cepaea nemoralis (Linnaeus, 1758) Cornu aspersum (O.F. Müller, 1774) Helix lucorum Linnaeus, 1758 Per il secondo gruppo, sono state trovate 5 entità: Renea elegantissima (Pini, 1886) Arion intermedius (Normand, 1852) Vitrinobrachium baccettii Giusti & Mazzini, 1971 Retinella olivetorum (Gmelin, 1791) Cochlodina comensis lucensis (Gentiluomo, 1868) 15

17 Fig. 12. Aree campionate entro i confini del Comprensorio delle Tre Limentre: in rosso il limite regionale; in nero lo spartiacque tirrenico-adriatico, preso come confine meridionale dell area oggetto di studio; in verde il confine tra il comune di Pistoia e quello di. Con i pallini rossi si marcano i quadranti UTM, di 1 km di lato, che comprendono porzioni di territorio su cui sono stati effettuati uno o più campionamenti. Sono state inoltre individuate altre specie di Gasteropodi di particolare interesse che al momento non sono elencate negli Allegati della L.R. 56/2000, ma che verranno indicate agli organismi preposti per un loro inserimento in occasione degli aggiornamenti previsti. 16

18 Il numero di taxa rilevati (78, terrestri o acquidulcicoli) è piuttosto elevato, se pensiamo alla relativamente piccola estensione della zona oggetto di studio. Questa check-list va a costituire un prezioso tassello nella conoscenza della malacofauna appenninica e dell intera Italia, vista la scarsità di dati disponibili. Oltre all interesse scientifico, presenta un interesse pratico, in quanto i dati georeferenziati, inseriti nel database della Provincia, saranno utili per effettuare più motivate e consapevoli scelte gestionali sul territorio. Dai rilevamenti malacologici, sembra che gli ambienti siano in un buon grado di conservazione risultante, almeno in parte, da una antropizzazione bassa, in rapporto a altre aree della Provincia. Un segnale negativo è però rappresentato dal rilevamento della presenza di alcune specie di molluschi non indigeni. Elenco delle specie individuate Nell elenco tassonomico (Tab. 1), per ciascun taxon si riportano: il codice della fauna d Italia (tratto dalla Checklist di Manganelli et al., 1995 e Bodon et al., 1995), il nome della specie, se è endemica o subendemica, il corotipo, l ambiente e le stazioni in cui è stata individuata (numerate secondo l elenco dell Appendice 2). Con il termine endemico si definisce un taxon esclusivo dell Italia, con subendemico uno la cui corologia è tutta entro i limiti nazionali eccetto poche stazioni, comunque poste presso i confini italiani. E stata assegnata ad ogni specie la categoria corologica seguendo la classificazione di Vigna Taglianti et al., 1993 e 1999, per la fauna italiana: ALAP=Alpino-Appenninico; ALWA=W-Alpino-Appenninico; APPE=Appenninico; APPN=N- Appenninico; AWNA=W-Alpino-N-Appenninico; CEM=Centroasiatico-Europeo-Mediterraneo; COS=Cosmopolita; EUM=Europeo-Mediterraneo; EUR=Europeo; MED=Mediterraneo; OLA=Olartico; PAL=Paleartico; SEU=S-Europeo; SIE=Sibirico-Europeo; TEM=Turanico- Europeo-Mediterraneo; TUE=Turanico-Europeo; WPA=W-Paleartico. Per le specie introdotte, per le quali non avrebbe senso mettere la corologia dell areale di origine, viene adottato ALI. 17

19 Tabella 1 Codice Fauna d'italia Specie Endemico/ Subendemico Corotipo Ambiente Stazioni 4,7,8,15,30,54,88,93,105, Acanthinula aculeata WPA Bosco 8,115,143,144,146, Acicula lineata sublineata Subendemico ALAP Bosco ,124,131,134,135,146, Aegopinella pura EUR Bosco 48 7,13,33,40,41,44,61,64,95,1 Acque superficiali 13,125,129,137,139,140, Ancylus fluviatilis WPA (lotiche-lentiche) Argna biplicata SEU Bosco 8,15,30,46,54,65,79,108,11 5, Arion intermedius EUR Bosco Arion lusitanicus ALI Antropizzato 19,25,42,43,62,66, Avenionia ligustica Endemico APPN Crenobi e Stigobi 36 Acque superficiali Bithynia tentaculata PAL (lotiche-lentiche) 27,28,30 7,8,15,22,30,36,45,54,61,65,78,108,121,122,123,125,12 6,129,130,133,134,135,137, Bythinella schmidtii CEM Crenobi e Stigobi 138,140, Candidula unifasciata EUR Prateria montana Carychium minimum PAL Bosco 8,30,76,80 7,15,27,30,45,46,54,60,65,8 3,96,108,115,122,123,126,1 27,130,131,134,135,137, Carychium tridentatum EUM Bosco 8, Cecilioides acicula TUE Endogeo 8,15,27,46,65, Cecilioides veneta SEU Endogeo Cepaea nemoralis EUR Bosco 2,3,5,8,9,10,14,17,19,24,25, 29,30,35,37,43,52,53,55,62, 63,72,75,76,77,79,83,99,10 1,104,105,106,107,110,111, 116,142,147,148,149, Cernuella cisalpina SEU Antropizzato Cernuella neglecta EUR Prateria montana 35 Charpentieria itala punctata Subendemico ALWA Bosco 30, Chilostoma planospira APPE Bosco 3,4,5,6,9,11,12,14,19,24,25, 29,30,37,52,53,55,60,62,67, 71,76,77,79,86,92,104,110, 111,114,117,120,124,128,1 32,136,139,142,143,145,14 6,147,151, Ciliella ciliata SEU Bosco 75,79, Clausilia cruciata bonellii Subendemico ALWA Bosco 4,15,30,54, Clausilia rugosa pinii Endemico APPE Bosco Cochlicopa lubrica OLA Bosco 30 Cochlodina comensis 3,4,8,9,15,27,30,34,43,49,5 3,54,65,71,76,79,86,91,96,1 03,104,105,107,108,109,11 1,112,114,115,117,124,128, lucensis Endemico APPN Bosco 131,142,145,146,147, Cochlodina laminata EUR Bosco 54,109, Columella edentula SIE Bosco 30, Cornu aspersum EUM Antropizzato 29,30,32,35,42, Deroceras panormitanum SEU Prateria montana 71,75,76,77,81, Deroceras reticulatum EUR 47,50,56,75,76,77,87,90,10 Prateria montana 1,118,120,139 4,5,15,27,30,54,60,80,91,97,98,109,120,124,128,134, Discus rotundatus EUM Bosco 5 18

20 Acque superficiali (lotiche-lentiche) 28,30, Dreissena polymorpha ALI Eobania vermiculata MED Antropizzato 17 6,7,40,54,65,68,73,75,76,78,82,84,85,119,121,122,123, Acque superficiali 124,125,126,127,130,135, Galba truncatula PAL (lotiche-lentiche) 37,138,140, Granaria frumentum SEU Rocciosi Haitia acuta ALI Acque superficiali (lotiche-lentiche) Helicodonta obvoluta EUR Bosco 5,9,15,21,30,36,104,111,11 5,138,142,145,147, Helix lucorum TUE Bosco 1,3,8,11,14,16,17,18,19,25, 27,29,30,32,37,38,42,43,47, 53,55,57,62,63,66,67,83,94, 99,107, Hippeutis complanatus PAL Acque superficiali (lotiche-lentiche) Hygromia cinctella SEU Bosco 8,14,15,17,21,25,27,30,32,4 5,46,57,60,62,75,83,94,104, 105,106,120,124,137,139,1 41, Lauria cylindracea TEM Bosco 27, Lehmannia marginata EUR Bosco 72,77,91,94,101 5,20,23,42,50,56,60,62,72,7 4,75,76,77,79,81,86,91,94,1 00,101,102,104,111,120, Limax sp. 2 Endemico APPN Bosco 8,139,142, Lucilla scintilla ALI Antropizzato 27,30,54, Lucilla singleyana ALI Antropizzato 27 Macrogastra attenuata iriana Endemico APPE Bosco 30,83,96, Macrogastra plicatula EUR Bosco 4,8,25,30,34,115, Merdigera obscura EUM Bosco 8,15,30,54,83, Milax nigrigans MED Bosco 71,87 3,10,11,12,17,29,32,34,35, Monacha cantiana SEU Prateria montana 8,53,62,66,67,94,96, Oxychilus draparnaudi EUM Rocciosi 55,60,76, Oxychilus meridionalis Endemico APPN Rocciosi 20,48,123,124,128, Oxyloma elegans OLA Ripariale Paralaoma servilis ALI Antropizzato Pisidium casertanum COS Acque superficiali (lotiche-lentiche) 96 Acque superficiali 15,78,80,122,126,130,134, Pisidium personatum WPA (lotiche-lentiche) Platyla gracilis SEU Bosco 108 8,15,49,54,108,115,146, Platyla stussineri Subendemico ALAP Bosco,150, Pomatias elegans EUR Bosco 3,4,27,29,30,32,35 Potamopyrgus antipodarum ALI Acque superficiali (lotiche-lentiche) 15, Punctum pygmaeum PAL Bosco 4,15,27,30,45,46,54,65,80,8 8,108,112,115,122,131,134, 137,144,148,150, Radix peregra EUR Acque superficiali (lotiche-lentiche) 15,22,61 8,15,30,49,54,127,131,135, Renea elegantissima Subendemico AWNA Bosco 143, Retinella olivetorum Endemico APPE Bosco 1,3,11,14,27,29,30,43,52,67, Sphyradium doliolum TUE Bosco 4,14,15, Tandonia rustica EUR Bosco 6,14,42,43,55,57,62,63,75,1 01,128, Tandonia sowerbyi EUR Bosco 42 19

21 Testacella scutulum EUM Bosco 27,43,60,75,76,88,97,111,1 12,128,132,142,144, Truncatellina callicratis EUM Antropizzato 4, Truncatellina cylindrica EUM Prateria montana 30,88, Vallonia costata OLA Antropizzato 27, Vallonia pulchella OLA Bosco 8,15,27,30,86,88, Vertigo pygmaea OLA Prateria montana Vitrea etrusca Endemico APPE Endogeo Vitrea subrimata EUM Bosco 7,8,15,30,34,45,46,54,60,75,76,77,80,104,108,112,114, 120,123,124,126,127,131,1 34, Vitrina pellucida PAL Prateria montana 69,91,102 9,14,52,54,60,76,101,103,1 04,106,111,112,114,115,12 0,123,124,127,128,131,137, Vitrinobrachium baccettii Endemico APPN Prateria montana Xerotricha conspurcata MED Antropizzato 27 20

22 Schede dei Molluschi protetti Per le entità tutelate dalla L.R. 56/2000 individuate all interno del Comprensorio riportiamo delle osservazioni inerenti l habitat, la geonemia e la distribuzione all interno dell area oggetto di studio. Per note sullo status tassonomico e per una più approfondita descrizione morfologica si rimanda a Lori & Cianfanelli, 2003 e Sono trattate in ordine tassonomico dapprima le specie elencate nell Allegato A delle L.R. 56/2000, quindi quelle incluse nell Allegato B1. Renea elegantissima (Pini, 1886) (Carta 1) Piccolo prosobranco terrestre (altezza max 3,6 mm) dalla conchiglia bruno giallastra. Appartiene alla famiglia Aciculidae, una delle poche famiglie di molluschi terrestri Prosobranchi, molluschi con opercolo rigido. Habitat: Nella lettiera e nel terriccio di boschi di latifoglie (querceti, castagneti, faggete). Distribuzione: Alpina - Appenninica. Questa entità può essere considerata subendemica italiana, in quanto è presente, fuori dai confini italiani, solo in Francia, nelle Alpi Marittime. In Italia è diffusa dal Piemonte, all Emilia Romagna, alla Toscana (Alpi Apuane, Appennino settentrionale), sebbene in modo frammentario. Osservazioni: Visto l areale molto frammentato, le 10 segnalazioni raccolte in ben 6 quadrati UTM diversi, rendono la zona oggetto di studio un ambiente importante per la sopravvivenza di questa entità di interesse faunistico-biogeografico. Nel territorio delle Tre Limentre è stata individuata in boschi di castagno, ontanete in ambienti umidi ad una quota media di m 668 s.l.m. Fig. 13. Renea elegantissima fotografata al microscopio elettronico a scansione (Foto S. Cianfanelli). 21

23 Arion intermedius (Normand, 1852) (Carta 2) Lumaca di piccole dimensioni (lunghezza da 10 a 25 mm) dalla colorazione variabile dal bianco giallastro al grigio, grigio scuro, ma sempre con suola e orlatura del piede giallo arancio. Habitat: Boschi di latifoglie (querceti, castagneti, faggete) e ambienti ruderali, nelle zone montane, nella lettiera e tra il legname marcescente. Distribuzione: Europea, estesa alla Macaronesia. E presente in Italia continentale in modo discontinuo (Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana e Calabria; Manganelli & Giusti, 1988; Lori & Cianfanelli, 2005) e in Sicilia. Osservazioni: E stato reperito in una sola località, a 1000 m di altitudine, nella zona ecotonale fra la prateria montana di Pianezzi e il bosco termofilo con Quercus. Fig. 14. Arion intermedius (Foto S. Cianfanelli). 22

24 Vitrinobrachium baccettii Giusti & Mazzini, 1971 (Carta 3) Gasteropode dalla conchiglia verde pallido, trasparente e fragile, molto più piccola del corpo dell animale, di colore grigio ardesia. Habitat: vive nella lettiera, tra i muschi e tra i detriti legnosi, in microambienti con elevata e costante umidità, in habitat ecotonali tra boschi di latifoglie e radure erbose. Distribuzione: La specie, endemica italiana, ha un ristretto areale, limitato all Appennino settentrionale, dalla provincia di Arezzo fino alle Alpi Liguri orientali. Osservazioni: Sono state rilevate nel Comprensorio ben 21 segnalazioni distribuite in 11 quadrati UTM. I dati rilevati dimostrano che l areale di diffusione di questa specie, sebbene frammentario e di limitata estensione, ospiti popolazioni relativamente abbondanti e che in passato se ne era sottostimata la presenza, probabilmente a causa delle dimensioni e del mimetismo di V. baccettii, che si rivela solo con ricerche approfondite e mirate. Le stazioni si trovano a quote comprese tra 540 e 1150 m s.l.m., la specie viene infatti considerata montana. Fig. 15. Vitrinobrachium baccettii, la conchiglia trasparente permette di vedere gli organi interni dell animale (Foto S. Cianfanelli). 23

25 Retinella olivetorum (Gmelin, 1791) (Carta 4) Gasteropode di grandi dimensioni (diametro del nicchio fino a 33 mm), ha la conchiglia di colore giallastro marrone mentre l animale è grigio tendente al blu. Habitat: Aree collinari con boschi di latifoglie termofile e castagneti, nella lettiera e tra i detriti vegetali. Distribuzione: La specie, endemica italiana, ha diffusione appenninica, estesa fino all area prealpina ma è anche presente nella Sicilia nord-occidentale. Localmente abbondante nei boschi toscani. Osservazioni: Individuata in 7 quadrati UTM con 11 segnalazioni, R. olivetorum è dunque piuttosto diffusa nel Comprensorio. Fig. 16. Retinella olivetorum è un specie endemica italiana (Foto S. Cianfanelli). 24

26 Cochlodina comensis lucensis (Gentiluomo, 1868) (Carta 5) Stilommatoforo dalla forma turricolata, e con l avvolgimento sinistrorso tipico delle specie delle famiglie dei clausilidi. Habitat: Boschi di latifoglie, dalle quote minori dei fondovalle alle quote più elevate. Vive tra i detriti legnosi e nella lettiera nei boschi e alla base di rocce. Distribuzione: La specie ha distribuzione alpino-appenninica, mentre la sottospecie, endemica italiana, ha un areale di distribuzione nord-appenninico, dalla Liguria all Emilia e alla Toscana (Alpi Apuane e Appennino pistoiese e pratese). Osservazioni: Questa entità è diffusa in molti settori del Comprensorio, in tutti e due i comuni interessati. Le quote di rilevamento vanno dai 400 ai 1247 m presso Barba di Becco. Sono state raccolte ben 38 segnalazioni, per cui questo clausilide risulta essere una delle specie maggiormente diffuse. Fig. 17. Cochlodina comensis lucensis, con spira sinistrorsa, è determinabile facilmente per l aspetto della conchiglia e il numero e disposizione delle pliche dell apertura (Foto S. Cianfanelli). 25

27 Monacha cantiana (Montagu, 1803) (Carta 6) Di dimensioni medie (fino a 2 cm di diametro della conchiglia), ha corpo beige chiaro e nicchio bianco crema. Habitat: Tipica di ambienti aperti, come radure e margini di boschi a latifoglie, praterie, o ambienti riparali, dalle aree costiere ai pascoli montani; vive tra la vegetazione erbacea, anche in ambienti antropizzati. Distribuzione: Mediterranea nord occidentale, ma ora diffusa in nord Europa e in Inghilterra. E presente in tutta la penisola italiana. Osservazioni: Le dimensioni e l habitat fanno sì che sia una delle specie facilmente individuabili a vista. Sono state raccolte 17 segnalazioni nell area del Comprensorio. Fig. 18. Monacha cantiana si nutre di piante erbacee (Foto S. Cianfanelli). 26

28 Cepaea nemoralis (Linnaeus, 1758) (Carta 7) Elicide edule di taglia media (fino e oltre 3 cm di diametro). La colorazione del nicchio è piuttosto varia e vivace (giallo, arancio, rosa, bianco) e arricchita spesso da fasce scure spirali. Alcuni autori considerano le popolazioni del centro e sud Italia una sottospecie, Cepaea nemoralis etrusca, adducendo differenze morfologiche della conchiglia (Cesari, 1980, ma la validità di questo taxon non è stata mai dimostrata). Habitat: Boschi di sclerofille, di latifoglie (querceti, castagneti e faggete), di conifere e misti, radure e lungo i limiti di questi, ambienti ripariali, ruderali e artificiali, come siepi, margini di strade e di aree coltivate; tra la vegetazione erbacea e sul suolo, dal livello del mare fino a m. E una delle specie più tolleranti ai suoli acidi. Distribuzione: Europea. C. nemoralis è ampiamente diffusa in tutta l Italia peninsulare del centro-nord, mentre a è sud presente solo in alcune regioni. Osservazioni: Ampiamente diffusa nel Comprensorio, sono stati effettuati 41 campionamenti. E distribuita in tutte le fasce altimetriche. Fig. 19. Cepaea nemoralis, una delle specie più diffuse nel Comprensorio delle Tre Limentre (Foto S. Cianfanelli). 27

29 Cornu aspersum (O.F. Müller, 1774) (Carta 8) Chiocciola tra le più conosciute per la grossa taglia (fino a 3,5 cm) e per la frequenza con cui si ritrova in giardini e orti. L animale ha ampio piede giallo verdastro e nicchio di solito con bande marrone scuro screziato su fondo più chiaro. Habitat: C. aspersum è una specie termofila (ma non xerofila), vivente nelle radure e ai margini di habitat forestali e rupicoli, ma, più frequentemente, associata all uomo in ambienti ruderali e artificiali, come giardini, parchi, orti, siepi, coltivi e incolti; tra la vegetazione erbacea, i detriti vegetali e sul suolo. Specie planiziaria o collinare, vive dal livello del mare fino, occasionalmente, a oltre 1000 m di quota. Distribuzione: Europeo - Mediterranea, diffusa dall uomo per scopi alimentari in molti paesi extraeuropei. La specie è presente in tutta l Italia peninsulare e nelle isole. Osservazioni: Cornu aspersum è stato raccolto in 4 diversi quadrati UTM, a quote non superiori a 670 m s.l.m. Fig. 20. Cornu aspersum, detta chiocciola dei giardini o chiocciola zigrinata (Foto S. Cianfanelli). 28

30 Helix lucorum Linnaeus, 1758 (Carta 9) La più grossa chiocciola vivente nel Comprensorio. Il nicchio è spesso, con colorazione a fasce spiralate bianco crema e marrone chiaro e scuro, il diametro supera i 4 cm; l animale ha il corpo bruno. Habitat: Biotopi nemorali, boschi di latifoglie maturi o cedui, siepi, anfratti di muri o pareti rocciose, quindi notevole varietà di habitat. Normalmente vive a quote medie. Distribuzione: Europea centro sud orientale. L areale di diffusione italiano va dalla Pianura Padana al sud, escluse Calabria e Sicilia. H. lucorum è stata importata in altre regioni per allevamento in quanto le sue carni sono gustose e ricche di proteine. Osservazioni: Localmente H. lucorum è chiamata volgarmente martinaccio ed è raccolta per scopi alimentari. Specie tipica di bosco, è stata campionata 31 volte nell area del Comprensorio, a quote da 400 a 870 m. Fig. 21. La grossa chiocciola Helix lucorum (Foto S. Cianfanelli). 29

31 Analisi del popolamento L elenco dei taxa riscontrati nel Comprensorio è di 78 specie di Molluschi continentali (Tab. 1); data la scarsità di studi malacologici su territori appenninici limitrofi non è possibile effettuare una analisi comparativa dei dati rilevati. Un raffronto, però, può essere fatto con la malacofauna del territorio della Provincia di Prato, dove sono state rilevate 122 specie (Lori & Cianfanelli, 2005), ma tenendo conto che il territorio provinciale pratese ha un estensione molto più ampia che comprende più ambienti e fasce altimetriche, climatiche, floristiche, geologiche, in parte diverse. Dal confronto la malacofauna del Comprensorio risulta più esigua, circa il 60% di quella pratese. La spiegazione di un numero di specie più basso va ricercata in vari fattori: il territorio prevalentemente montuoso, in cui le aree a quote minori sono comunque entro vallate e non appartengono a fasce collinari degradanti; la carenza o mancanza di alcuni habitat che potrebbero sostenere un popolamento malacologico più diversificato. Inoltre, il substrato generalmente acido fa sì che il popolamento risulti quantitativamente scarso (bassa densità), poiché i Molluschi prediligono suoli derivanti da rilievi calcarei che sono assenti in quest area. Data l acidità delle lettiere, il censimento completo della malacofauna può essere difficoltoso, per il fatto che le conchiglie morte sono soggette ad una rapida degradazione, mentre gli esemplari viventi sono difficilmente osservabili se le condizioni di umidità e di temperatura non sono ottimali. Lo spettro corologico della taxocenosi presente nel Comprensorio (Fig. 22) è abbastanza ampio: infatti, le specie sono da ascrivere a 17 corotipi diversi (classificazione dei corotipi secondo Vigna Taglianti et al., 1993 e 1999). A questi è stato aggiunto un gruppo, denominato ALI, che non rappresenta un corotipo ma comprende le 7 specie aliene, poiché non ha senso riportare qui i corotipi del loro areale di distribuzione originario. Da questo diagramma è evidente come le specie a corologia ampia siano le più diffuse e sia piuttosto scarsa la presenza di specie termofile a geonemia mediterranea, mentre un certo rilievo hanno le entità a distribuzione più limitata. Per meglio evidenziare queste tendenze, nel secondo grafico sulla corologia (Fig. 23) le specie con corotipo ad ampia diffusione sono riunite sotto un'unica voce (WPA, TUE, TEM, SIE, PAL, OLA, COS, CEM) e sono raggruppate anche quelle riguardanti endemiti italiani o con diffusione principalmente italica (ALAP, ALWA, APPE, APPN, AWNA). 30

32 N. specie ALAP ALI ALWAAPPEAPPNAWNA CEM COS EUM EUR MED OLA PAL SEU SIE TEM TUE WPA Fig. 22. Spettro corologico delle 78 specie di Molluschi individuate nel Comprensorio. 31

33 MED 4% SEU 12% ALI 9% Endemiche italiane 19% EUR 18% EUM 12% Ampia geonemia 26% Fig. 23. Una grossa fetta di questo diagramma (20%) indica la notevole presenza di specie endemiche o quasi endemiche, che determina l alto valore della componente malacologica del Comprensorio. Di contro, è preoccupante la percentuale di specie aliene, almeno per il momento non molto diffuse. 32

34 3% 4% 14% 4% 12% 1% 13% 49% Acque superficiali Bosco e Macchia Crenobi e Stigobi Endogeo Antropizzato Rocciosi Prateria montana Ripariale Fig. 24. La composizione malacologica del Comprensorio ne rispecchia la vocazione forestale: metà delle specie censite sono legate a habitat di bosco; la biomassa di queste, inoltre, supera ampiamente il 50 %. 33

35 La litologia del substrato e le condizioni climatiche sono i fattori che condizionano maggiormente i popolamenti malacologici e, in associazione con le formazioni forestali, possono giocare un ruolo determinante per la componente malacologica. Sebbene nel Comprensorio sia evidente una certa uniformità ambientale, scendendo più nel dettaglio si possono individuare habitat diversi, ai quali ciascuna specie di mollusco è legata (Tabella 1). Nella figura 24 abbiamo evidenziato in percentuale l appartenenza delle 78 entità a 8 habitat differenti. Due sono acquatici, le acque superficiali sia lotiche che lentiche e le acque di sorgente o sotterranee. Gli ambienti terrestri sono stati invece suddivisi in 6 categorie: ripariale (le rive dei corsi d acqua e gli ambienti umidi), endogeo (sotterraneo, completamente afotico), prateria montana, roccioso (gli affioramenti naturali di arenaria), antropizzato, ospitano insieme il 35% delle specie individuate, mentre l habitat di bosco, da solo, ne ospita quasi il 50%. La presenza di specie acidofile, come Discus rotundatus, è abbondante anche nei boschi di conifere. E specie come Carychium tridentatum, Acanthinula aculeata, Argna biplicata, Limax sp. 2, Cochlodina comensis lucensis, Helicodonta obvoluta, Chilostoma planospira, Cepaea nemoralis, Helix lucorum ed altre ancora (Tab. 1), costituiscono la componente silvicola che caratterizza la malacofauna del Comprensorio. Anche le specie considerate rupicole come O. draparnaudi si trovano molto spesso in habitat di bosco, rafforzando la valenza forestale della componente malacologica. Il ritrovamento di alcuni polmonati legati a climi più caldi, come Truncatellina callicratis, Lauria cylindracea, Xerotricha conspurcata, Cernuella cisalpina, Eobania vermiculata e Cornu aspersum, molto più frequenti nella piana, è determinato dalla presenza di ambienti antropizzati e di fondovalle. L ambiente forestale è caratterizzato da una notevole varietà di micro-habitat la cui presenza e abbondanza condiziona la varietà del popolamento. Quindi gli ambienti ecotonali, la presenza di alberi ad alto fusto, un substrato ricco di lettiera, tronchi marcescenti, anfratti rocciosi o grossi massi che forniscono nicchie o rifugi, ma anche muretti a secco o vecchi ruderi, costituiscono una complessa varietà microambientale che ospita una diversificata fauna malacologica. Un entità dendrofila, Balea perversa (Linnaeus, 1758), vivente sui tronchi delle latifoglie mature, è stata cercata assiduamente nelle faggete alle quote più elevate ma sfortunatamente non è stata trovata nessuna popolazione di questa entità protetta dalla Legge Regionale 56/2000. Pur non avendo riscontri storici sulla presenza di B. perversa nel Comprensorio delle Tre Limentre, un tempo diffusa lungo tutto l Appennino, è possibile che, quando le foreste erano costituite da una componente maggiore di alberi secolari, questa specie vivesse in quest area. Naturalmente non è da escludere che data la rarità, le dimensioni e l aspetto mimetico, la specie sia attualmente presente sul territorio. Certamente 34

36 B. perversa deve la sua rarità ad un impatto negativo dovuto a una massiccia riduzione di foreste con alberi maturi ad alto fusto che sono soggetti a taglio e all inquinamento atmosferico; per questi fattori di rischio a cui è esposta è stata proposta come meritevole di protezione anche a livello nazionale (Manganelli et al., 2000). Tra le entità più interessanti sono compresi gli endemiti e i subendemiti, presenti in numero di 14 all interno del territorio studiato (Tab. 1), 9 di questi appartenenti al gruppo della specie e 5 a quello della sottospecie (Fig. 25). Non endemiche 82% Subendemiche 6% Endemiche 12% Fig. 25. E alto il numero degli endemiti e subendemiti presenti nel Comprensorio studiato. Fra i Molluschi endemici o subendemici, solo uno è presente esclusivamente in Toscana, Oxychilus meridionalis, gli altri presentano una distribuzione appenninica piuttosto estesa, fino all Appennino centrale o meridionale (Vitrea etrusca, Retinella olivetorum, Charpentieria itala punctata, Macrogastra attenuata iriana, Clausilia cruciata bonellii, Clausilia rugosa pinii), o una corologia che interessa altre regioni confinanti con la Toscana (Avenionia ligustica, Renea elegantissima, Vitrinobrachium baccettii, Cochlodina comensis lucensis, Limax sp. 2). Una specie di un certo interesse è Ciliella ciliata (W. Hartmann, 1821) che presenta una geonemia sud Europea: questo piccolo polmonato terrestre è piuttosto frequente sull arco alpino e sui Pirenei ma sono poche le località di raccolta note per l Appennino centro-meridionale, tutte a quote medio-alte; la sua distribuzione risulta quindi frammentata. Quelle individuate nel Comprensorio delle Tre Limentre costituiscono dunque un dato interessante, essendo conosciute nell intera Toscana solo altre 10 stazioni. 35

37 Fig. 26. Ciliella ciliata è un igromide poco comune sull Appennino, dove si rinviene generalmente a quote elevate. Tra le specie che saranno inserite nelle liste di attenzione del Repertorio Naturalistico Toscano (Re.Na.To.) ricordiamo Avenionia ligustica Giusti & Bodon, 1981 e Bythinella schmidtii (Küster, 1852). Sono entrambe entità crenobionti cioè legate agli ambienti sorgentizi che, dato il fabbisogno idrico sempre più pressante, vedono ridursi il loro habitat naturale a causa dell imbrigliamento delle acque sorgive o dell essiccamento a causa dell abbassamento delle falde freatiche. Ci sono poi altre specie da menzionare che, pur non rientrando negli elenchi regionali delle specie da proteggere, sono endemiti italiani o hanno una distribuzione ridotta. Oltre a Oxychilus meridionalis, endemita toscano, ricordiamo Vitrea etrusca (Paulucci, 1878), descritta per la Toscana, che presenta una geonemia limitata al centro Italia, e Platyla stussineri (Boettger, 1884), uno dei prosobranchi terrestri italiani più piccoli presente, fuori dei confini nazionali, solo in Slovenia. Aegopinella pura (Alder, 1830), piccolo gasteropode appartenente alla famiglia degli Zonitidi, è una specie di alta quota che vive nei boschi a altitudini superiori a 1000 metri (Fig. 27). Pur avendo un areale di distribuzione ampio (Europa, Turchia, Iran settentrionale) non è facilmente individuabile per le piccole dimensioni (3,5-4,2 mm). 36

38 Fig. 27. Aegopinella pura, piccolo gasteropode trovato nelle faggete del Comprensorio delle Tre Limentre. A fronte della presenza di specie di interesse regionale dobbiamo registrare purtroppo il rinvenimento di 7 specie alloctone entro i confini dell area in studio. Paralaoma servilis (Shuttleworth, 1852) (Carta 13), Lucilla scintilla (R.T. Lowe, 1852) (Carta 14) e Lucilla singleyana (Pilsbry, 1890) (Carta 15) sembrano ancora poco diffuse con presenze localizzate. L. scintilla, individuata in tre quadranti 1x1 km, è una specie della quale non è ancora noto l impatto (Lori et al., 2005; Lori & Cianfanelli, 2007), ma che sembra propensa ad invadere anche ambienti ben conservati, mentre la congenerica L. singleyana, trovata in un solo quadrante, sembra prediligere ambienti antropizzati a medio-basse altitudini (Lori & Cianfanelli, 2007). Anche P. servilis è più legata agli ambienti antropizzati e nel Comprensorio delle Tre Limentre è stata individuata in un'unica stazione. La grossa lumaca arancione Arion lusitanicus (J. Mabille, 1868) (Carta 12; Fig. 28) è molto invasiva (Cesari, 1978, Lori et al., 2007) ed è ormai pericolosamente diffusa sulle rive del F. Reno e su lungo la Limentra di. La presenza di questa specie desta particolari preoccupazioni, in quanto colonizza facilmente e rapidamente anche habitat forestali montani e anche in provincia di Prato e Pistoia la sua diffusione è in atto. Il pericolo è quello che, dopo un primo periodo di acclimatamento, possa esplodere demograficamente come accaduto in altre regioni, come il Piemonte, dove la sua presenza ha assunto una dimensione preoccupante, anche perché potrebbe entrare in competizione con altre specie autoctone ed endemiche, come alcuni limacidi. 37

39 Haitia acuta (Draparnaud, 1805) (Carta 11) è una piccola chiocciola, la prima specie di mollusco d acqua dolce ad essere stata introdotta in Italia alla metà del Oggi è diffusissima in tutta Italia e nelle isole (Cianfanelli et al., 2007). La specie ha un ampia valenza ecologica ma difficilmente vive sopra gli m di altitudine ed è per questo motivo che nel Comprensorio delle Tre Limentre è stata trovata in un solo quadrante nella zona di Ponte della Venturina ad una quota di 400 m s.l.m. Anche Potamopyrgus antipodarum (J.E. Gray, 1843) (Carta 10), una specie altamente invasiva originaria della Nuova Zelanda, predilige corsi d acqua a quote medio basse. La specie è stata rilevata infatti in due stazioni a quote inferiori a 600 m. s.l.m. Dreissena polymorpha (Pallas, 1771) (Carta 16) fra i molluschi è considerata la specie più invasiva e dannosa, sia per le alterazioni all ecosistema sia per gli ingenti danni economici che può causare. Considerata fra le 100 specie peste dall IUCN (organismo sopranazionale preposto alla conservazione della fauna), è stata trovata nel Comprensorio delle Tre Limentre nel 2003, ma sembra (Lori & Cianfanelli, 2007) che attualmente la specie non sia più presente nell invaso di Pavana dove fu segnalata per la prima volta in Toscana. Correlazioni tra i Molluschi e l ambiente Uno degli scopi del progetto era quello di cercare correlazioni fra i gruppi zoologici studiati e l ambiente, in particolare con la vegetazione. A tale scopo sono state individuate e scelte nel Comprensorio aree con interessanti emergenze floro-faunistiche e ambienti che nella maggior parte dei casi costituissero Habitat secondo le liste della Legge Regionale 56/2000. Nella tabella 2 sono elencate le aree scelte per effettuare tale tipo di indagine e sulle quali sono stati condotti campionamenti particolareggiati. Questi siti sono stati suddivisi in quadrati di lato 5-10 m e campionati con accuratezza, raccogliendo e archiviando distintamente i dati delle specie individuate a vista da quelli ottenuti dopo vaglio e analisi di lettiere, posature, sedimenti. In tabella sono riportati i nomi delle specie trovate in ciascun sito, però si rimanda alla trattazione particolareggiata e alla relativa cartografia per risultati ottenuti dall elaborazione dei dati correlati. Qui forniamo alcuni dati generali relativi le preferenze ecologiche di alcune specie di gasteropodi terrestri ricavate da studi e dalla letteratura specifica. La composizione della malacofauna in ambiente forestale dipende da 4 fattori: climatici, antropici, edafici e floristici (Giusti et al, 1985). Il clima è per i molluschi un fattore importante; la temperatura, l umidità e le precipitazioni meteoriche sono elementi che, in organismi igrofili e sciafili, hanno un peso 38

40 determinante. Di conseguenza, nel Comprensorio delle Tre Limentre, gasteropodi termofili di clima mediterraneo sono naturalmente assenti. Il fattore antropico determina la presenza di alcuni Molluschi che sono specie ruderali di clima mediterraneo, come per esempio Eobania vermiculata, Xerotricha conspurcata, Cernuella cisalpina, introdotti dall uomo negli agglomerati urbani. I fattori edafici in ambiente di bosco dipendono strettamente da quelli floristici e insieme a questi hanno un indubbia influenza sulla fauna malacologica. Nei biotopi propriamente forestali, la malacofauna si presenta generalmente povera e poco diversificata rispetto agli ambienti ecotonali o con affioramenti rocciosi calcarei. I boschi misti termofili sono i più ricchi in numero di taxa e albergano alcune entità a diffusione peninsulare, come Retinella olivetorum e Helix lucorum che non raggiungono, se non eccezionalmente, le formazioni forestali di ambienti più freschi a quote superiori. La malacofauna dei castagneti è simile, ma molto più povera, per il carattere solitamente più acido del suolo legato a questi ambienti. La faggeta ospita una taxocenosi tipica di ambienti più freschi e montani, come elementi igrofili e sciafili, in quanto i fattori climatici risultano discriminanti per le entità più termofile o di clima mediterraneo. Considerando che la composizione litologica del substrato sul quale si insedia la faggeta è la medesima, un importante variabile riguarda le altre essenze arboree che accompagnano il faggio, che giocano un ruolo rilevante nel condizionare il popolamento. Una faggeta pura o con infiltrazione di conifere produce una lettiera più acida, mentre una faggeta mista con altre latifoglie come frassini, aceri, carpino bianco, ontano, produce uno strato di foglie che oltre all acido tannico hanno calcio sotto forma di sali, gli ossalati, e che non hanno effetto immediato sul ph del suolo (Giusti et al., 1985). L importanza di avere boschi integri, con lettiere non alterate, sta nel fatto che l azione della flora batterica può agire sulle foglie delle latifoglie degradando gli ossalati che producono un azione di neutralizzazione dell acidità dello strato superficiale del suolo e che con la presenza di calcio, sotto forma di citrati, facilita la presenza di molluschi. L umidità del terreno e della lettiera ha un importanza notevole, favorendo lo sviluppo di flore fungine, importante fonte di approvvigionamento alimentare insieme al detrito vegetale, alle componenti della lettiera e al legname marcescente. In questo ambiente si riscontrano, tra le altre, Platyla stussineri, Acanthinula aculeata, Punctum pygmaeum, Cochlodina comensis lucensis, Aegopinella pura, Merdigera obscura, Ciliella ciliata che, sebbene non esclusive della faggeta, in quanto presenti anche in boschi di latifoglie a quote inferiori, vivono preferibilmente in questa fascia. I boschi di conifere rappresentano l ambiente più ostile per i molluschi, per la lettiera e il detrito acido; poche specie che tollerano questi ambienti riescono ad insediarsi, solo dove il 39

41 suolo è più favorevole, Acanthinula aculeata, Discus rotundatus, Limax sp. 2, ed Helicodonta obvoluta. Negli ambienti ecotonali (bosco-praterie montane) sono stati trovati Arion intermedius, Vitrinobrachium baccettii, Vitrina pellucida. Nelle aree umide con stillicidi e formazioni di muschi del Cratoneurion vivono diverse specie: Carychium tridentatum, Vitrinobrachium baccettii, Vitrea subrimata, Limax sp

42 TABELLA 2 Località Quota Bacino Habitat Specie Carychium minimum, Cepaea nemoralis, Chilostoma planospira, Ciliella ciliata, Cochlodina comensis lucensis, Deroceras panormitanum, Deroceras 1 Ponte a Rigoli 830 m Limentra Inferiore Ontaneta sull asta del reticulatum, Discus rotundatus, Galba truncatula, Hygromia cinctella, Torrente Limentra Lehmannia marginata, Limax sp. 2, Oxychilus draparnaudi, Pisidium personatum, Punctum pygmaeum, Tandonia rustica, Testacella scutulum, Vitrea subrimata, Vitrinobrachium baccettii Aegopinella pura, Ancylus fluviatilis, Bythinella schmidtii, Carychium Stillicidio con formazioni tridentatum, Chilostoma planospira, Cochlodina comensis lucensis, Deroceras reticulatum, Discus rotundatus, Galba truncatula, Helix lucorum, Hygromia 2 Cavanna 800 m Limentra di di muschi del cinctella, Limax sp. 2, Oxychilus draparnaudi, Pisidium personatum, Punctum Cratoneurion pygmaeum, Radix peregra, Renea elegantissima, Tandonia rustica, Testacella scutulum, Vitrea subrimata, Vitrinobrachium baccettii 3 Ancylus fluviatilis, Bythinella schmidtii, Carychium tridentatum, Chilostoma Stillicidio con formazioni San Pellegrino al planospira, Deroceras reticulatum, Galba truncatula, Helicodonta obvoluta, 650 m Limentra di di muschi del Cassero Hygromia cinctella, Limax sp. 2, Oxychilus draparnaudi, Pisidium personatum, Cratoneurion Punctum pygmaeum, Vitrinobrachium baccettii 41

43 Località Quota Bacino Habitat Specie Acanthinula aculeata, Ancylus fluviatilis, Argna biplicata, Bythinella schmidtii, Carychium tridentatum, Cepaea nemoralis, Chilostoma planospira, Cochlodina 4 Rio delle Lastre 720 m Limentra Inferiore Formazione arborea comensis lucensis, Cochlodina laminata, Helicodonta obvoluta, Limax sp. 2, ripariale Macrogastra plicatula, Oxychilus draparnaudi, Platyla gracilis, Platyla stussineri, Punctum pygmaeum, Testacella scutulum, Vitrea etrusca, Vitrea subrimata, Vitrinobrachium baccettii 5 Sassi Bianchi 900 m Limentra di Acanthinula aculeata, Aegopinella pura, Argna biplicata, Chilostoma Formazione ripariale ad planospira, Cochlodina comensis lucensis, Helicodonta obvoluta, Hygromia Alnus incana cinctella, Limax sp. 2, Platyla stussineri, Testacella scutulum 6 Pianezzi 1000 m Limentra di Acanthinula aculeata, Arion intermedius, Deroceras panormitanum, Deroceras Prati riferibili alla classe reticulatum, Galba truncatula, Milax nigricans, Oxychilus draparnaudi, Punctum Molinio- Arrhenateretea pygmaeum, Testacella scutulum, Truncatellina cilindrica, Vallonia pulchella Acanthinula aculeata, Cepaea nemoralis, Chilostoma planospira, Cochlodina 7 Forra del Cassero 700 m Limentra di Renea elegantissima, Tandonia rustica, Testacella scutulum Formazione arborea comensis lucensis, Helicodonta obvoluta, Limax sp. 2, Macrogastra attenuata ripariale iriana, Macrogastra plicatula, Oxychilus draparnaudi, Punctum pygmaeum, 42

44 Gestione, tutela e sviluppo La tutela del patrimonio ambientale è strettamente legata alla gestione del territorio che deve accordarsi con lo sviluppo delle attività umane con modalità ecosostenibili. Lo sforzo assunto nel rispetto di alcune norme e i costi sostenuti sono ampiamente ripagati da tutte quelle piccole e grandi azioni che consentono la conservazione degli habitat. La salvaguardia dell ambiente naturale va di pari passo con la qualità della vita di chi lo vive poiché, se ben gestito, può e deve produrre reddito. Il Comprensorio delle Tre Limentre è un area prevalentemente boscata di media-alta quota che presenta emergenze floristiche e faunistiche di interesse (secondo la L. R. 56/2000). I risultati degli studi su questo territorio danno le informazioni necessarie per quantizzare e localizzare le emergenze zoologiche e botaniche, sulla base delle quali potranno essere improntate azioni atte allo sviluppo di questa area, fino ad ora non molto valorizzata da un punto di vista socio-ambientale. Per questo sarebbe opportuno conservare gli ambienti in modo che non incorrano in fenomeni di uniformazione e banalizzazione degli elementi dell ecosistema, come si è verificato in molte località toscane. Per gli ambienti acquatici occorre evitare le captazioni di sorgenti, fra l altro severamente regolamentate da normative specifiche. Nel caso fosse necessario effettuare approvvigionamenti idrici, si dovrebbero progettare captazioni che abbiano comunque una percentuale di deflusso destinata all ambiente (Cantonati, 1998). La captazione totale determina l estinzione della fauna crenobionte di molluschi e di altri organismi di svariati gruppi zoologici, oltre a ridurre nel territorio la fauna legata alle acque lotiche e lentiche. Non solo le captazioni vere e proprie, ma anche le sistemazioni delle fonti, allo scopo di creare punti di rifornimento per gli escursionisti o pozze per l abbeverata degli animali selvatici, possono essere altrettanto dannose per i molluschi e altri organismi altamente specializzati che vivono in questi ambienti (Bodon & Gaiter, 1989; Bodon, 2007), occorre pertanto una preparazione e una documentazione adeguata degli addetti alla realizzazione di tali opere. Anche la sistemazione dei corsi d acqua può avere effetti devastanti. Gli interventi sugli alvei e sugli argini, con asportazione del materasso alluvionale, cementificazione delle sponde, il taglio delle vegetazione ripariale, spesso fino alla riva stessa del corso idrico, sono anch essi deleteri. Interventi di questo tipo vengono di frequente estesi fino ai reticoli idrografici minori, senza essere dettati da una reale necessità. La salvaguardia degli ambienti acquatici deve tener conto anche delle introduzioni di specie alloctone ed è consigliabile intervenire con azioni preventive. La prevenzione può produrre effetti positivi, con maggiori probabilità di riuscita in territori ancora poco interessati 43

45 dalle invasioni biologiche come quello del Comprensorio delle Tre Limentre. E noto che molluschi come Potamopyrgus antipodarum, Anodonta woodiana, Dreissena polymorpha sono spesso diffusi attraverso le attività di ripopolamento ittico e di pesca sportiva (Gherardi et al., 2008). Anche il monitoraggio delle acque da parte delle autorità preposte può portare alla diffusione di specie alloctone. Quindi, conoscendo le principali cause del trasporto degli elementi non indigeni, si possono predisporre misure atte a combattere e limitare il dannoso fenomeno dell introduzione di specie aliene. Anche alcune specie terrestri sono strettamente legate agli ambienti acquatici, in quanto abbisognano di luoghi molto umidi o si rifugiano in prossimità di questi durante i periodi più secchi, richiedendo dunque una costante presenza di umidità ed un livello idrico costante. Per quanto concerne gli habitat terrestri, come si è già ampiamente sottolineato, il territorio è in gran parte forestato e presenta una componente malacologica tipica di ambiente silvicolo. Risulta quindi ovvio che il disboscamento è sempre dannoso, e lo sono anche alcune pratiche colturali meno distruttive come la ceduazione. Decisamente negativi per la malacofauna sono i rimboschimenti con conifere, in particolare con entità alloctone, che acidificano il suolo tanto da consentire la sopravvivenza solo di poche specie specializzate di molluschi (Manganelli et al., 2000). La graduale riconversione degli impianti artificiali di conifere con boschi di latifoglie è quindi un intervento potenzialmente favorevole ai molluschi, anche se i tempi per una ripresa del popolamento possono essere lunghissimi (Bodon, 2007). La presenza all interno del bosco di habitat diversificati porta una maggiore diversificazione di specie, è quindi importante non alterare questa varietà: la conservazione di piante mature con grossi tronchi secolari, la presenza sul suolo di tronchi e ceppaie di grosse dimensioni, l integrità e la ricchezza del sottobosco, la disponibilità di anfratti e rifugi, il perdurare di umidità nei microhabitat, la presenza di modesti affioramenti rocciosi, scarpate stradali e muretti a secco, assumono un ruolo molto importante. Ogni intervento di sistemazione potrebbe avere effetti dannosi, come l eliminazione o l occlusione dei siti di rifugio. Sarà inoltre necessario adottare ogni precauzione per evitare l introduzione di specie alloctone, in particolare di Arion lusitanicus. Data la facilità di trasporto, di questa specie o di altri molluschi nudi, ogni intervento di messa a dimora di essenze forestali o di qualsiasi pianta erbacea dovrebbe essere effettuata con esemplari cresciuti in situ e riprodotti da seme. Si dovrebbe sempre evitare la messa a dimora di piante provenienti da vivai o colture provenienti da altre aree e che potrebbero contenere, nelle zolle di terra, esemplari giovani o uova di specie infestanti, e se non fosse possibile seguire questa strada, si dovrebbe esigere una certificazione dai vivaisti fornitori che attesti l assenza di fauna alloctona nei prodotti 44

46 forniti. Oltre a ciò dovrebbero essere tenute sotto controllo le piccole attività agricole (orti, giardini, etc.). Sarebbe quindi raccomandabile un adeguata opera di sensibilizzazione ed educazione che coinvolga tutti coloro che potrebbero essere gli inconsapevoli diffusori delle specie alloctone, come agricoltori, forestali, vivaisti, ma anche la cittadinanza e le strutture educative, facendo comprendere che il mancato rispetto delle norme atte al contenimento del fenomeno si ripercuote su tutti ma soprattutto su coloro che in qualche modo anche se involontariamente lo hanno causato. Fig. 28. Arion lusitanicus, lumaca altamente invasiva (Foto S. Cianfanelli). 45

47 Ringraziamenti Vogliamo ringraziare i colleghi del gruppo botanico (Bruno Foggi, Ernesto Venturi e Giulio Ferretti) ed erpetologico (Claudia Corti, Marta Biaggini e Emanuele Paggetti) per la loro professionalità e simpatia durante le ricerche sul campo. Siamo riconoscenti all amico Marco Bodon per i tanti utili consigli e dati forniti. Infine un sincero riconoscimento a Fabrizia Fagnani e Silvia Masi che assieme all Assessore Luigi Giorgetti hanno dimostrato sensibilità verso i problemi ambientali e rispetto verso l attuazione delle normative vigenti. Bibliografia AA.VV., Repertorio Naturalistico Toscano Re.Na.To. Banca dati delle specie, habitat e fitocenosi di interesse conservazionistico, Alzona C., 1971 Malacofauna Italica. Catalogo e bibliografia dei molluschi viventi, terrestri e d'acqua dolce. Atti della Società Italiana di Scienze Naturali e Museo Civico di Storia Naturale Milano, 111: Boato A., Bodon M., Giovannelli M.M. & Mildner P., 1989 Molluschi terrestri delle Alpi sudorientali. Biogeographia, 13: Boato A., Bodon M. & Giusti F., 1985 Molluschi terrestri e d'acqua dolce delle Alpi Liguri. Lavori della Società Italiana di Biogeografia, N.S., 9: Bodon M., 2007 Programma Interreg III C RFO «Robinwood». Studio sui Molluschi Terrestri del Parco dell Aveto. Relazione tecnica. Bodon M., Cianfanelli S., Manganelli G., Pezzoli E. & Giusti F., 2005 Mollusca Gastropoda. In: Ruffo S. & Stoch F. (a cura di) Checklist e distribuzione della fauna italiana. Memorie del Museo Civico di Storia Naturale di Verona, II serie, Sezione Scienze della Vita, 16, 307 pp. Bodon M. & Gaiter S., 1989 Considerazioni sul popolamento macrobentonico delle acque sorgive. Biologia Ambientale, Bollettino C.I.S.B.A., 3 (2): Bodon M., Manganelli G., Favilli L. & Giusti F., Prosobranchia Archaeogastropoda p.p. (generi ); Prosobranchia Caenogastropoda Architaenioglossa (generi ); Prosobranchia Caenogastropoda Neotaenioglossa p.p. (generi , 077, ); Heterobranchia Heterostropha p.p. (genere 294). In: Minelli A. Ruffo S. & La Posta S. [a cura di], Checklist delle specie della fauna d'italia, 14 (Gastropoda Prosobranchia, Heterobranchia): 60 pp. 46

48 Cantonati M., 1998 Epilogo per la protezione delle sorgenti. In Cantonati M. (ed.): Le sorgenti del Parco Adamello-Brenta. Ricerche idrobiologiche su fonti non captate. Parco documenti, Parco Adamello Brenta: Carpaneto G., 2006 Aspetti Faunistici. In Minelli A., Le faggete appenniniche. Avanguardie e relitti di foresta continentale. Quaderni Habitat, Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio, Museo Friulano di Storia Naturale, 15: Cesari P., 1978a Nota preliminare sulla diffusione in Italia e l esplosione demografica nel Veneto di Arion lusitanicus Mabille. Lavori, Società Veneta di Scienze Naturali, 3: 3-7. Cesari P., 1980 La malacofauna del territorio italiano (Note di aggiornamento e diffusione conoscitiva). 2 Contributo: il genere Cepaea (Pulmonata, Stylommatophora). Bollettino Malacologico, 16: Cianfanelli S., Lori E. & Bodon M., 2007 Alien freshwater molluscs in Italy and their distribution. Capitolo 5 in: Gherardi F. (ed.): Biological invaders in inland waters: profiles, distribution, and threats, Springer, The Netherlands, pp Falkner G., Binnenmollusken und Anhang. In: Fechter R. & Falkner G., Weichtiere. Europäische Meeres- und Binnenmollusken, Mosaik Verlag, München: Falkner G., Ripken T.E.J., Falkner M., 2002 Mollusques continentaux de la France. Liste de référence annotées et bibliographie. Patrimoines Naturels, Paris, 52: Ferreri D., Bodon M. & Manganelli G., 2005 Molluschi terrestri della provincia di Lecce. Thalassia Salentina, 28: Gavetti E., Birindelli S., Bodon M. & Manganelli G., 2008 Molluschi terrestri e d'acqua dolce della Valle di Susa (provincia di Torino, Italia; dipartimenti della Savoie e delle Hautes- Alpes, Francia). In stampa. Gherardi F., Bertolino S., Bodon M., Casellato S., Cianfanelli S., Ferraguti M., Lori E., Mura G., Nocita A., Riccardi N., Rossetti G., Rota E., Scalera R., Zerunian S. & Tricarico E., 2008 Animal xenodiversity in Italian inland waters: distribution, modes of arrival, and pathways. Biological Invasions, 10(4): Giusti F., Castagnolo L. & Manganelli G., 1985 La fauna malacologica delle faggete italiane: brevi cenni di ecologia, elenco delle specie e chiavi per il riconoscimento dei generi e delle entità più comuni. Bollettino Malacologico, 21: Giusti F., Manganelli G. & Schembri P. J., 1995 The non-marine molluscs of the Maltese Islands. Monografie Museo Regionale di Scienze Naturali (Torino), 15: 607 pp. Kerney M. P. & Cameron R.A.D., A field guide to the Land Snails of Britain and Northwest Europe. Ed. Collins, Glasgow, 288 pp. Kerney M.P. & Cameron R.A.D., Guide des escargots et limaces d Europe. Ed. Delachaux et Niestlé, Paris, 370 pp. 47

49 Kerney M.P., Cameron R.A.D. & Jungbluth J.H., Die Landschnecken Nord- und Mitteleuropas. Ed. Parey, Berlin, 384 pp. Legge Regionale 6 aprile 2000 n. 56. Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche. Pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana, 17 aprile 2000, n 17. Lori E., Bodon M. & Cianfanelli S., 2005 Molluschi continentali alieni in Italia: presenza e distribuzione. Abstracts IV International Congress of the European Malacological Societies, October Naples, Notiziario S.I.M., 23 (5-8): 71. Lori E. & Cianfanelli S., Relazione finale: La Malacofauna edule della Provincia di Pistoia. olce/convegno_molluschiedulicrostaceiacquadolce.htm Lori E. & Cianfanelli S., 2005 Molluschi. In: Biodiversità in Provincia di Prato. 2, Editrice Le Balze: Lori E. & Cianfanelli S., 2007 Studio sulla presenza e distribuzione di Molluschi terrestri e d acqua dolce alieni nel territorio della Provincia di Pistoia. Relazione tecnica finale per la Provincia di Pistoia, pp Manganelli G., Bodon M., Favilli L., Castagnolo L. & Giusti F., 1998 Checklist delle specie della fauna d'italia, molluschi terrestri e d'acqua dolce. Errata ed addenda, 1. Bollettino Malacologico, 33 (9-12): Manganelli G., Bodon M., Cianfanelli S., Favilli L. & Giusti F., 2000 Conoscenza e conservazione dei molluschi non marini italiani: lo stato delle ricerche. Bollettino Malacologico, 36 (1-4): Manganelli G., Bodon M., Favilli L. & Giusti F., 1995 Gastropoda Pulmonata. In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. [a cura di], Checklist delle specie della fauna italiana, 16: 60 pp. Manganelli G., Bodon M. & Giusti F., 2000 Checklist delle specie della fauna d'italia, molluschi terrestri e d'acqua dolce. Errata e addenda, 2. Bollettino Malacologico, 36 (5-8): Manganelli G. & Giusti F., 1988 Notulae Malacologicae, XXXVII. New data on Arion intermedius Normand (Pulmonata: Arionidae) in Italian Apennines and major Tyrrhenian islands. (Studies on the Sardinian and Corsican malacofauna, VII). Archiv für Molluskenkunde, 119 (1/3): Vigna Taglianti A., Audisio P.A., Belfiore C., Biondi M., Bologna M.A., Carpaneto G.M., De Biase A., De Felici S., Piattella E., Racheli T., Zapparoli M. & Zoia S., 1993 Riflessioni di gruppo sui corotipi fondamentali della fauna W-paleartica ed in particolare italiana. Biogeographia, Lavori della Società Italiana di Biogeografia, Nuova Serie, 16:

50 Vigna Taglianti A., Audisio P.A., Biondi M., Bologna M.A., Carpaneto G.M., De Biase A., Fattorini S., Piattella E., Sindaco R., Venchi A. & Zapparoli M., 1999 A proposal for a chorotype classification of the Near East fauna, in the framework of the Western Paleartic region. Biogeographia, Lavori della Società Italiana di Biogeografia, Nuova Serie, 20:

51 Appendice 1 Carte di distribuzione 50

52 Carta 1 - Renea elegantissima 51

53 Carta 2 - Arion intermedius 52

54 Carta 3 - Vitrinobrachium baccettii 53

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