Tema n. 5. (Ipotetica PRIMA PROVA SCRITTA)

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1 Tema n. 5 IL CANDIDATO DESCRIVA LE DISCARICHE CONTROLLATE CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE MISURE VOLTE A CONTENERE I PROBLEMI DI INQUINAMENTO AMBIENTALE ALLA LUCE DELLA NORMATIVA VIGENTE. (Ipotetica PRIMA PROVA SCRITTA) Introduzione. In base alle recenti acquisizioni legislative dell' Unione europea e dell' Italia, per diminuire l'inquinamento ambientale, la gestione dei rifiuti è attuata attraverso la riduzione della loro produzione e il ricorso al riutilizzo, al riciclaggio, alla raccolta differenziata, al compostaggio e alla termovalorizzazione; in questo modo si ha una diminuzione della quantità e un miglioramento della qualità del rifiuto da portare in discarica, che viene ristretto ai sovvalli e ai residui delle lavorazioni precedenti. La discarica rappresenta pertanto una tecnica di confinamento dei rifiuti ancora importante ed irrinunciabile. Generalità. La discarica è un metodo che prevede lo stoccaggio definitivo dei rifiuti per strati sovrapposti. Due delle principali problematiche connesse alla realizzazione di una discarica per rifiuti non inerti sono la produzione di percolato e biogas, generati da processi di decomposizione anaerobica della sostanza organica presente nei rifiuti, e la cui diffusione nell ambiente circostante sarebbe causa di inquinamento del suolo, delle acque e dell aria. Per tale motivo i criteri di costruzione di una discarica controllata devono garantire la limitazione del flusso degli inquinanti verso l ambiente esterno (per esempio tramite impermeabilizzazione del fondo, sistemi di drenaggio del percolato, pozzi di captazione del biogas). Altri problemi che si devono affrontare nella realizzazione di una discarica sono le condizioni di stabilità e di assestamento del corpo dei rifiuti, i problemi di stabilità del terreno d appoggio e delle scarpate, e le attività di sistemazione finale e recupero dell area occupata dalla discarica. Tipologie di discarica. In funzione delle caratteristiche geomorfologiche ed idrogeologiche del sito prescelto, sono realizzati sostanzialmente tre tipi di discariche: a) discariche in avvallamento o in trincea: sono realizzate per riempimento di vecchie cave dismesse o di fosse scavate appositamente nel terreno; b) discariche in rilevato: poggiano a livello del piano campagna e si sviluppano in altezza; c) discariche in pendio: sono realizzate a ridosso di pendii, per riempimento di squarci aperti lungo i versanti dovuti, per esempio, a cave.

2 - le condizioni meteorologiche locali vanno anch' esse prese in considerazione nella valutazione di un potenziale sito; in particolare va considerata l intensità e la direzione prevalente del vento (per evitare la dispersione di polveri e odori) e la piovosità (le infiltrazioni nel cumulo di rifiuti aumentano la produzione di percolato). - gli usi finali dell'area interessata dalla discarica (successiva edificabilità, ecc.) devono essere stabiliti prima dell'avviamento del sito come discarica, in quanto ne influenzano il progetto e le operazioni. In linea generale la sistemazione finale dell area di discarica si propone i seguenti obiettivi: riduzione dell infiltrazione delle acque meteoriche di superficie, per contenere la produzione di percolato; controllo delle perdite di biogas nell atmosfera; recupero a verde dell'area o altra forma di recupero. Prevenzione dell inquinamento. L'obiettivo principale di una progettazione e di una gestione corrette della discarica è impedire l inquinamento del terreno, delle acque freatiche o delle acque superficiali; per questo motivo i siti di stoccaggio non dovrebbero rilasciare inquinanti. Poiché la dispersione degli inquinanti è veicolata dall'acqua e, in misura minore, dall'aria per via del trasporto degli odori e dei gas serra, la migliore protezione risulta quella di tenere l'acqua lontana dai rifiuti. In tal senso assumono particolare importanza gli aspetti idrogeologici del terreno/roccia che ospita la discarica e la vulnerabilità degli acquiferi. La vulnerabilità di un acquifero all inquinamento è legata, essenzialmente, a parametri idraulici ed idrogeologici del sistema acquifero, ad esempio la permeabilità dei terreni di copertura che condizionano la velocità di percolazione dell'inquinante, lo spessore della zona insatura nel caso di falda freatica e l altezza di massima escursione della stessa. Questi elementi determinano la vulnerabilità intrinseca (o naturale) dell' acquifero all'inquinamento. Un altro fattore importante per la sicurezza dei siti delle discariche è la stabilità geomeccanica sia dei terreni interessati dallo stoccaggio, sia dell'ammasso dei rifiuti. L'instabilità meccanica, infatti, non rappresenta solo un pericolo per le immediate vicinanze (frane, spostamenti del materiale stoccato, etc.) poichè può comportare il danneggiamento dello stesso sistema di impermeabilizzazione e ciò permetterebbe il rilascio degli inquinanti e la contaminazione delle aree circostanti. In base ai criteri di progettazione delle discariche indicati dalla normativa italiana, è necessario definire la stabilità del terreno di fondazione, dei versanti e dell'accumulo dei rifiuti. I problemi di stabilità dei versanti che si possono verificare in una discarica dipendono anche dalle modalità di costruzione dell'impianto: le discariche in rilevato avranno maggiori problemi delle discariche in trincea. Sistemi di drenaggio. In base alla maggiore o minore tossicità del rifiuto, bisogna evitare che l'acqua penetri in discarica facendo affidamento sulle caratteristiche di impermeabilità del terreno/ roccia ospitante, oppure sulle coperture impermeabilizzanti. Le caratteristiche della barriera rispetto ai requisiti di permeabilità (k) e spessore (s) sono differenti secondo la categoria di discarica; nella discarica per rifiuti inerti deve risultare k 10-7 m/s e s 1m; in quella per rifiuti non pericolosi k 10-9 m/s e s 1m; infine in quella per rifiuti pericolosi k 10-9 m/s e s 5m. La barriera deve impedire sia l'infiltrazione delle acque di pioggia nei rifiuti, sia quella del percolato nelle acque sotterranee; in particolare un opportuno 3

3 Tema n. 6 IL CANDIDATO DECSRIVA LA GESTIONE DEI RIFIUTI COME PREVISTA DALLA LEGISLAZIONE VIGENTE. (simulazione PRIMA PROVA SCRITTA) Il testo unico ambientale (D.Lgs 152/2006 e successive modifiche ed integrazioni) disciplina, alla parte quarta, la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati, rifacendosi in gran parte al D.lgs 22/1997 (Decreto Ronchi). Il codice definisce rifiuto una qualsiasi sostanza o oggetto che rientra nelle categorie riportate nell'allegato A della parte quarta e di cui il detentore si disfi, abbia deciso di disfarsi o abbia l'obbligo di disfarsi. Ad esempio: prodotti scaduti, batterie fuori uso, filtri usati, e qualunque altra sostanza o prodotto che non rientri nelle categorie sopra elencate. Non rientrano nella categoria di rifiuto i sottoprodotti e le materie prime seconde o secondarie. I sottoprodotti rappresentano una tipologia di residui di produzione, ossia sostanze o materiali originati da un processo non direttamente destinato alla loro produzione, che normalmente sono considerati rifiuti, ma che non lo diventano nelle circostanze in cui è possibile a fronte di nessun trattamento o di un trattamento che non rientri nelle operazioni di recupero elencate nell'allegato C un loro impiego per soddisfare un bisogno di mercato. Sono considerati i sottoprodotti, ad esempio, i materiali fecali e vegetali provenienti da attività agricole che possono essere utilizzati per produrre biogas, oppure le eccedenze derivanti dalle preparazione di cibi solidi che vengono ceduti alle strutture di ricovero per animali. Le materie prime seconde costituiscono, invece, il prodotto di operazioni di recupero elencati nell'allegato C, ad esempio combustibile da rifiuto (CDR) o solvente rigenerato. Non rientrano nel campo di applicazione della parte quarta in quanto regolati da altre disposizioni normative le acque di scarico, i rifiuti radioattivi, i materiali esplosivi in disuso, il materiale risultante da operazioni connesse allo sfruttamento di risorse minerarie o cave. Principi nella gestione dei rifiuti. La gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse. I rifiuti devono essere recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell'uomo e senza arrecare pregiudizio all'ambiente. In particolare vanno gestiti senza determinare rischi per l'acqua, l'aria, il suolo, la fauna, la flora, il paesaggio e limitando altresì gli inconvenienti da rumori ed odori. La gestione, inoltre, deve essere effettuata secondo i criteri di efficacia, efficienza, economicità e trasparenza e conformemente ai principi di prevenzione, precauzione, prossimità, cooperazione e del chi inquina paga. La prevenzione, in particolare, va intesa come prevenzione nella produzione del rifiuto, ossia nella riduzione del volume dei rifiuti e delle sostanze pericolose in essi contenute. Per far questo è necessario occuparsi di un bene non solo al termine della sua vita utile, 6

4 biodegradazione di rifiuti liquidi nel suolo, l iniezione in pozzi e il deposito preliminare. I rifiuti da avviare allo smaltimento devono essere il più possibile ridotti sia in massa che in volume e lo smaltimento deve essere effettuato in condizioni di sicurezza per l ambiente e la salute pubblica. In particolare il deposito preliminare, sono delle diverse forme di stoccaggio dei rifiuti. Il deposito preliminare è realizzato in vista di una successiva operazione di smaltimento, mentre se lo stoccaggio è realizzato in vista di un'operazione di recupero si parla di messa in riserva. Il primo è definito al punto D15 dell'allegato B, dove sono elencate le operazioni di smaltimento, mentre la messa in riserva è definita al punto R13 dell'allegato C, dove sono elencate le operazioni di recupero. È vietato mescolare diverse categorie di rifiuti e, in particolare, rifiuti pericolosi con non pericolosi. Il deposito temporaneo è considerato anch esso un'attività di recupero (R14) che consiste nel raggruppare i rifiuti, per categorie omogenee, prima della raccolta nel luogo stesso in cui sono stati prodotti. Per poter effettuare il deposito temporaneo occorre rispettare alcune condizioni, ad esempio dal deposito temporaneo sono esclusi rifiuti contenenti determinate sostanze (es. diossine, furani o altri inquinanti) in concentrazione superiore a dei limiti prefissati; i rifiuti devono poi essere raccolti e avviati alle operazioni di recupero o smaltimento secondo determinate modalità, secondo un criterio temporale (es. con cadenza almeno trimestrale) oppure volumetrico (es. quando il deposito supera tot. m 3 ). L'operazione di deposito non necessita di autorizzazione, fatti salvi gli obblighi di tenuta dei registri di carico e scarico. Definizione e classificazione dei rifiuti. I rifiuti si classificano a seconda dell'origine in urbani e speciali (sostanzialmente quelli derivanti da attività produttive) oppure, in base alla pericolosità, in pericolosi e non pericolosi. Sono rifiuti urbani non pericolosi i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali adibiti ad uso di civile abitazione o ad essi assimilabili per qualità e quantità sulla base di criteri fissati dallo stato, i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade, o giacenti sulle spiagge e rive dei corsi d'acqua, i rifiuti vegetali provenienti dalla manutenzione delle aree verdi ed i rifiuti provenienti da esumazioni. Sono rifiuti urbani pericolosi, ad esempio, i medicinali scaduti o le pile esaurite. Sono rifiuti speciali i rifiuti da attività agricole e agro industriali, i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, attività di scavo (fermo restando quanto posto dall'articolo 186 per le rocce e terre da scavo; sostanzialmente le terre e rocce da scavo destinate all utilizzo per riempimenti o rilevati non costituiscono rifiuto, a patto che la concentrazione di inquinanti non superi dei limiti prestabiliti), i rifiuti da lavorazioni industriali, artigianali, da attività commerciali, da attività di servizio, rifiuti derivanti dall'attività di recupero e smaltimento di rifiuti, fanghi prodotti dalla potabilizzazione e depurazione delle acque, rifiuti derivanti da trattamenti di abbattimento dei fumi, da attività sanitarie, macchinari e apparecchiature obsolete, combustibile derivato dai rifiuti (CDR); alcuni rifiuti speciali sono pericolosi (es. residui della raffinazione del petrolio), altri no (es. rifiuti da demolizioni). Sono considerati rifiuti pericolosi i rifiuti non domestici indicati espressamente come tali, con apposito asterisco, nell'elenco dell'allegato D sulla base degli allegati G, H ed I. 8

5 combustibile da rifiuto di qualità elevata (CDR-Q). Tra le caratteristiche che vengono prese in considerazione ci sono l umidità, le ceneri, il potere calorifico inferiore, più limiti alla concentrazione di diverse sostanze quali rame, piombo, cloro, mentre per altre sostanze quali vetro, alluminio, ferro, rame e zinco non è previsto un limite. Documenti e procedure della gestione dei rifiuti Il produttore di rifiuti è colui la cui attività genera rifiuti mentre il detentore è colui che detiene il rifiuto; al momento della produzione dei rifiuti il produttore ne è necessariamente detentore, ma nel corso della gestione dei rifiuti possono essere detenuti da chi non le ha prodotte e questi soggetti possono essere dei detentori-smaltitori oppure detentore-recuperatori. Oneri dei detentori. Gli oneri relativi all'attività di smaltimento sono a carico del detentore, il quale consegna i rifiuti ad un raccoglitore autorizzato oppure ad un soggetto autorizzato a smaltirli. Per quanto riguarda il produttore o detentore di rifiuti speciali questo deve assolvere i propri obblighi con le seguenti priorità: autosmaltimento, conferimento dei rifiuti a terzi autorizzati, conferimento al servizio pubblico di raccolta dei rifiuti urbani (qualora il rifiuto speciale sia assimilabile ad essi). La responsabilità del detentore per il corretto recupero/smaltimento del rifiuto cessa quando egli conferisce i suoi rifiuti al servizio pubblico di raccolta; quando dopo avere inviato i suoi rifiuti ad un terzo ha ricevuto indietro, entro il tempo massimo di tre mesi, il formulario controfirmato che gli assicura che i rifiuti sono arrivati a destinazione oppure quando, scaduti i tre mesi e non avendo ricevuto il formulario controfirmato, abbia comunicato alla provincia questa mancata ricezione. Modello unico di dichiarazione (MUD). E una dichiarazione va presentata il 30 aprile di ogni anno con riferimento ai rifiuti prodotti, recuperati, smaltiti o trasportati nell'anno precedente. I soggetti obbligati alla presentazione del MUD sono tutti coloro che svolgono a titolo professionale le attività di raccolta, trasporto, intermediazione, recupero, smaltimento di rifiuti e produzione di rifiuti pericolosi. Hanno l'obbligo di presentare il MUD anche i soggetti istituzionali responsabili della gestione integrata dei rifiuti urbani ed assimilati; in particolare questi devono fornire informazioni sui rifiuti urbani e speciali raccolti nel proprio territorio, informazioni sulla raccolta differenziata, sugli obiettivi raggiunti, sui costi di gestione, etc.. Registri di carico e scarico. I soggetti che sono obbligati a presentare il MUD hanno anche l'obbligo di tenere un registro di carico e scarico dove annotano le informazioni, qualitative e quantitative, relative ai rifiuti con cui hanno avuto a che fare e che utilizzeranno, poi, per la comunicazione annuale al catasto dei rifiuti. Le annotazioni vanno fatte entro dei tempi prestabiliti, e se non si rispettano si va incontro a sanzioni amministrative. Ad esempio nel caso di impianto di termovalorizzazione si ha una presa l'incarico di rifiuti quando questi vengono conferiti all'impianto mente si hanno degli scarichi man mano che questi rifiuti bruciano. Questi registri sono tenuti presso gli impianti di produzione, stoccaggio, recupero e smaltimento dei rifiuti e presso la sede delle imprese che effettuano la raccolta, il trasporto ed il commercio. I registri relativi al trasporto dei rifiuti sono integrati con i formulari e vanno conservati per cinque anni dalla data dell'ultima registrazione (soltanto per lo smaltimento in discarica i registri vanno conservati a tempo indeterminato e riconsegnati al termine dell'attività a chi ha rilasciato l'autorizzazione). Formulario. E legato al trasporto dei rifiuti, infatti è durante il trasporto che i rifiuti sono accompagnati da un formulario di identificazione che deve contenere almeno queste informazioni: nome ed indirizzo del produttore e detentore, origine, tipologia e quantità di rifiuti trasportati, impianto di destinazione o nome ed indirizzo del destinatario, data e percorso dell'instradamento. Ci sono alcune eccezioni: ad esempio il formulario non si applica al trasporto di rifiuti urbani effettuato dal servizio pubblico oppure alla movimentazione dei rifiuti all'interno di aree private. Il produttore del rifiuto o il detentore redige il formulario in quattro copie, datandole e firmandole; 11

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