DPI ANTICADUTA. uso caratteristiche tecniche manutenzione durata conservazione. DOCENTE: Segna p.i. Simone
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1 DPI ANTICADUTA uso caratteristiche tecniche manutenzione durata conservazione DOCENTE: Segna p.i. Simone
2 Per D.P.I. si intende qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi (residui) suscettibili di minacciarne la salute durante il lavoro (Art. 74 D.Lgs 81/08)
3 Legislazione Progettazione e Produzione Direttiva 89/686/CEE D.Lgs 475/92 Adozione ed uso Direttiva 89/655/CEE D.Lgs 81/08 (titolo III uso delle attrezzature e dei D.P.I.) Criteri per l'individuazione e l'uso dei DPI DM 2 maggio 2001 (art. 79 D.Lgs 81/08)
4 Dispositivi di protezione individuali 1. l'insieme costituito da prodotti diversi; 2. un DPI collegato; 3. i componenti intercambiabili di un DPI; 4. i sistemi di collegamento.
5 Prima Categoria Categorie di DPI Terza categoria Seconda categoria
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7 Categorie di DPI I Categoria Rischi minori DPI di progettazione semplice destinati a salvaguardare la persona da rischi di danni fisici di lieve entità Nel progetto deve presupporsi che la persona che usa il DPI abbia la possibilità di valutarne l efficacia e di percepire, prima di riceverne pregiudizio, la progressiva verificazione di effetti lesivi (guanti, scarpe, ecc.) II Categoria Tutti i DPI che non rientrano nelle altre due Categorie (casco, occhiali, ecc.) III Categoria Rischi gravi DPI di progettazione complessa destinati a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente. Nel progetto deve presupporsi che la persona che usa il DPI non abbia la possibilità di percepire tempestivamente la verificazione istantanea di effetti lesivi. (maschere antigas, semifacciali, tuta alluminizata, otoprotettori, cinture di sicurezza, ecc.)
8 CERTIFICAZIONE I dispositivi di protezione individuale anticaduta devono possedere NOTA INFORMATIVA, LIBRETTO D USO E MANUTENZIONE, ATTESTATO DI CERTIFICAZIONE CE ed una opportuna etichettatura nella quale siano presenti le seguenti informazioni: Nome del costruttore Data di fabbricazione Codice del prodotto o sua identificazione Norma EN di riferimento (Standard) Marchio CE con numerazione dell ente certificatore.
9 OBBLIGHI DEL PRODUTTORE E DOCUMENTAZIONE OBBLIGATORIA D.Lgs. 475/92 Requisiti essenziali All. II Categoria di appartenenza 1 Cat. 2 Cat. 3 Cat. Attestato di certificazione CE Art. 7 Controlli del prodotto finito, o Controlli del sistema qualità Nota informativa Art. 8/9 All. II Dichiarazione di conformità CE Art. 11 Marcatura CE Art. 12 Obblighi cui deve sottostare il produttore / Requisiti di prodotto Documentazione che deve accompagnare la vendita di un DPI
10 Requisiti essenziali di Salute e Sicurezza (D.Lgs. 475/92 all. II) Nota informativa rilasciata dal fabbricante Deve contenere obbligatoriamente: nome e indirizzo del fabbricante, oltre ad ogni informazione utile concernente: a) le istruzioni di deposito, di impiego, di pulizia,di manutenzione, di revisione e di disinfezione; b) le prestazioni ottenute agli esami tecnici effettuati per verificare i livelli o le classi di protezione; c) gli accessori utilizzabili con i DPI e le caratteristiche dei pezzi di ricambio appropriati; d) le classi di protezione adeguate a diversi livelli a rischio e i corrispondenti limiti di utilizzazione ; e) la data o il termine di scadenza dei DPI o di alcuni dei loro componenti; f) il tipo di imballaggio appropriato per il trasporto dei DPI; g) il significato della marcatura, se questa esiste; Deve essere redatta in modo preciso, comprensibile e almeno nella o nelle lingue ufficiali dello Stato membro destinatario h) se del caso, i riferimenti delle direttive applicate conformemente all'articolo 12-bis, comma 1; i) nome, indirizzo, numero di identificazione degli che intervengono nella fase di certificazione dei DPI.
11 Obblighi del Datore di Lavoro 1. Analisi e Valutazione dei Rischi 2. Scelta dei DPI adeguati ai rischi ed al contesto ambientale 3. Fornire ai lavoratori, a seguito della valutazione dei rischi idonei DPI in relazione all entità del rischio, frequenza dell esposizione e caratteristiche del posto di lavoro; 4. Assicurare l efficienza e le condizioni d igiene mediante la manutenzione, la riparazione e la sostituzione; 5. Destinare ogni DPI ad un uso personale; 6. Sorveglianza sul corretto utilizzo e Controllo che l utilizzo avvenga solamente per gli usi previsti; 7. Fornire istruzioni ai lavoratori sull uso e sui rischi anche rendendo disponibili nell azienda tutte le informazioni; 8. Assicurare una formazione adeguata e, se necessario, uno specifico addestramento (obbligatorio per DPI di III categoria).
12 Obblighi dei lavoratori 1. Utilizzare sempre i DPI conformemente all informazione, alla formazione ed all addestramento ricevuto; 2. Impiegare i DPI solo per gli usi previsti secondo quanto previsto dalle istruzioni del produttore; 3. Seguire le procedure aziendali in materia di gestione distribuzione e riconsegna dei DPI; 4. Avere cura dei DPI a loro assegnati, tenerli puliti 5. Non apportare alcuna modifica di propria iniziativa 6. Segnalare immediatamente difetti o inconvenienti; 7. Sottoporsi al programma di formazione ed addestramento circa l uso corretto dei DPI; Gli obblighi dei lavoratori sono sanzionabili (art. 59 D.Lgs. 81/2008 e ss.mm.ii.)
13 Utilizzano correttamente i DPI Hanno cura dei propri DPI e non apportano modifiche LAVORATORI Si sottopongono al programma di formazione e di addestramento quando necessario Segnalano difetti o inconvenienti specifici
14 INFORMAZIONE: semplice passaggio di conoscenze teoriche, attinenti una situazione specifica, che non richiedono interiorizzazione o spiegazioni ma solo memorizzazione FORMAZIONE: processo articolato che porta ad acquisire il Come ed il Perchè dei concetti che si vogliono trasmettere. E il percorso più complesso! Saper Essere ADDESTRAMENTO: trasferimento di abilità manuali (più semplice dell attività di informazione o formazione, poiché fa leva sulla memoria dei gesti e delle abilità pratiche) Saper fare
15 Sistema anticaduta: composto da 4 elementi Punto di ancoraggio Collegamenti con l operatore Imbracatura Elementi di collegamento Fissi Fissi (cordino + moschettone) Imbracatura (spallacci e cosciali) Moschettoni, ganci e pinze Mobili Scorrevoli (su fune o cavo) Cintura posizionam. UNI EN 358 Regolabili o retrattili
16 Sistemi di protezione contro le cadute dall alto 1. Nei lavori in quota ( ), è necessario che i lavoratori utilizzino sistemi di protezione idonei per l uso specifico composti da diversi elementi, non necessariamente presenti contemporaneamente, conformi alle norme tecniche, quali i seguenti: a) assorbitori di energia; b) connettori; c) dispositivo di ancoraggio; d) cordini; e) dispositivi retrattili; f) guide o linee vita flessibili; g) guide o linee vita rigide; h) imbracature abrogato 3. Il sistema di protezione deve essere assicurato, direttamente o mediante connettore lungo una guida o linea vita, a parti stabili delle opere fisse o provvisionali. 4. Nei lavori su pali il lavoratore deve essere munito di ramponi o mezzi equivalenti e di idoneo dispositivo anticaduta.
17 SISTEMI ANTICADUTA Principi guida Garantire libertà di movimento Arrestare la caduta nel minor tempo possibile Non può essere studiato un unico dispositivo anticaduta valido per tutte le possibili occasioni, Ogni DPI deve essere scelto attentamente prima di iniziare un lavoro pericoloso.
18 SISTEMI ANTICADUTA Procedure di valutazione per la scelta dei DPI Dimensione minima del campo di lavoro della persona Valutazione dei punti di ancoraggio (R = min 1000 Kg) Distanza tra punto di ancoraggio e campo di lavoro Quale tipo di collegamento
19 Priorità dei livelli di protezione 1. DPC Caduta impossibile 2. Caduta prevenuta 3. Caduta trattenuta 4. Caduta libera limitata (max 60 cm) 5. Caduta libera (max 150 cm) EFFICACIA PROTEZIONE GRAVITÀ EVENTO
20 Priorità dei livelli di protezione 1. DPC Caduta impossibile EFFICACIA PROTEZIONE GRAVITÀ EVENTO
21 Priorità dei livelli di protezione 2. Caduta prevenuta EFFICACIA PROTEZIONE GRAVITÀ EVENTO
22 Priorità dei livelli di protezione 4. Caduta libera limitata (max 60 cm) EFFICACIA PROTEZIONE GRAVITÀ EVENTO
23 Priorità dei livelli di protezione 5. Caduta libera (max 150 cm) EFFICACIA PROTEZIONE GRAVITÀ EVENTO
24 ANALISI DEI RISCHI DERIVANTI DA CADUTA DALL ALTO Oscillazione del corpo con urto contro ostacoli di varia natura (effetto pendolo); Sospensione inerte del corpo dell utilizzatore e tempo di permanenza in tale condizione (eventuale condizioni di incoscienza); Predisposizione procedure di intervento in caso di emergenza necessità di garantire la presenza di personale in possesso di capacità operative (e mezzi), e in grado di intervenire autonomamente; Procedure di intervento di Soccorso Pubblico.
25 FORZA DI IMPATTO IN FUNZIONE DELL ALTEZZA DI CADUTA 1 m 2 m 5 kn SENZA DISSIPATORE 3 m 4 m CON DISSIPATORE
26 FATTORE DI CADUTA
27 TIRANTE D ARIA Cordino + Dissipatore + Persona + Margine sic.
28 EFFETTO PENDOLO
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32 PUNTI DI ANCORAGGIO FISSI (UNI - EN 795) CLASSE A1 Ancoraggi destinati ad essere fissati a strutture verticali, orizzontali o inclinate (pareti, colonne, putrelle)
33 Classe A1 - prove - Prova statica con forza di 10 Kn per 3 minuti - Prova dinamica 100 Kg per caduta di 200/250 cm
34 PUNTI DI ANCORAGGIO FISSI (UNI - EN 795) Classe A2 Ancoraggi destinati ad essere fissati sulle travi portanti dei tetti inclinati (con rimozione delle tegole di copertura)
35 - Prova statica con forza di 10 Kn per 3 minuti - Prova dinamica 100 Kg per caduta di 200/250 cm
36 PUNTI DI ANCORAGGIO FISSI (UNI - EN 795) CLASSE B Ancoraggi portatili (treppiede - fettucce) Classe E Ancoraggi a corpo morto
37 PUNTI DI ANCORAGGIO FISSI (UNI - EN 795) Classi A1, A2 (tasselli), B (fettucce), E (corpo morto) Insieme degli ancoraggi definiti FISSI (singolo punto d aggancio e capo di azione limitato alla lunghezza del cordino) Scelta, impiego e metodo di fissaggio studiato e suggerito da tecnico qualificato
38 DISPOSITIVI DI ANCORAGGIO A CORPO MORTO EN 795-E Dispositivi destinati a creare un punto di ancoraggio ove non esiste la possibilità di forare le strutture (ad esempio in presenza di impermeabilizzazioni) Distanza minima dal bordo di caduta = 250 cm (non utilizzare in condizioni di gelo)
39 Ancoraggi a cravatta Resistenza struttura di ancoraggio = 1000 kg; Angoli dei lati della fune di ancoraggio 120 ; Protezioni agli angoli della struttura; Scivolamenti della cravatta da evitare; 120
40 PUNTI DI ANCORAGGIO MOBILI (UNI - EN 795) CLASSE C Dispositivi di ancoraggio costituiti da linee flessibili orizzontali (pendenza max. 15 %), in acciaio o linea tessile Classe D Dispositivi di ancoraggio costituiti da linee rigide orizzontali
41 Cordini UNI EN 354: Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto. CORDINI. Versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN 354 (edizione maggio 2002). La norma specifica i requisiti, i metodi di prova, le istruzioni per l'uso, la marcatura e l'imballaggio per i cordini fissi e regolabili UNI EN 358: Dispositivi di protezione individuale per il posizionamento sul lavoro e la prevenzione delle cadute dall'alto. Cinture di posizionamento sul lavoro e di trattenuta e cordini di POSIZIONAMENTO SUL LAVORO. Versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN 358 (edizione dicembre 1999).
42 DPI CORDINO (EN 354 e 358)
43 DPI CORDINO (EN 354)
44 DPI AVVOLGITORE RETRATTILE (EN 360)
45 DPI CONNETTORI (UNI EN 362) Sono elementi che consentono il collegamento tra i diversi componenti facenti parte integrante del sistema anticaduta (sono a tutti gli effetti dei DPI). I connettori non devono presentare bordi a spigolo vivo o ruvidi che potrebbero tagliare, consumare o danneggiare in altro modo le corde o le cinghie o causare lesioni all'utilizzatore. Sono caratterizzati dalle dimensioni e dall ampiezza di apertura, che ne determinano la scelta in funzione del supporto di aggancio. Possono essere a bloccaggio automatico o manuale (apertura consentita da due operazioni consecutive e volontarie)
46 DPI CONNETTORI (EN 362) Caratterizzati da resistenza statica e dinamica
47 Cordini di trattenuta/regolabili devono avere lunghezza massima tale per cui l operatore non possa mai raggiungere la posizione di rischio (caduta dall alto)
48 Assorbitori di energia UNI EN 355: Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto. Assorbitori di energia Versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN 355 (edizione maggio 2002). La norma specifica i requisiti, i metodi di prova, le istruzioni per l'uso, la marcatura e l'imballaggio per gli assorbitori di energia.
49 DPI ASSORBITORE a FETTUCCIA (EN 355) E abbinato ai cordini quando questi collegano l operatore ad un sistema anticaduta. È indispensabile quando c è pericolo di caduta nel vuoto con sospensione dell operatore. E costituito da tessuti cuciti tra di loro. Le cuciture si lacerano al momento della caduta per assorbirne l energia. La sua lunghezza iniziale è di circa 20 cm, aperto può arrivare ad una lunghezza di cm.
50 MASSA di 100 kg Altezza di caduta Incremento Totale 50 cm 96 Kg 196 Kg 100 cm 362 Kg 462 Kg 150 cm 778 Kg 878 Kg 200 cm 832 Kg 932 Kg
51 5 kn FORZA DI IMPATTO IN FUNZIONE DELL ALTEZZA DI CADUTA 1 m 2 m 3 m SENZA 1000 Kg DISSIPATORE 4 m CON DISSIPATORE
52 Regolabili Retrattili UNI EN 360 Versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN 360 (edizione maggio 2002).
53 DPI ANTICADUTA SU FUNE (EN 353-2) AUTOMATICO Uso su piano orizzontale e inclinato (tetto a falda)
54 SISTEMI DI POSIZIONAMENTO (EN 358/354) Si tratta di un sistema che permette di restare posizionati in luoghi in quota ove non è possibile avere una buona base di appoggio che garantisca equilibrio stabile senza l ausilio delle braccia. Il sistema, grazie all ausilio di un cordino di posizionamento, genera un punto di equilibrio. In combinazione con l azione di spinta delle gambe, permette all operatore di liberare le mani per effettuare le operazioni di lavoro. QUESTO SISTEMA NON È PROGETTATO PER SOPPORTARE DELLE CADUTE. Gli elementi che lo compongono sono fondamentalmente due. Cintura di posizionamento EN 358: Cordini di posizionamento EN 354 :
55 IMBRACATURE (UNI EN 361) Cinghie principali Punto di attacco dorsale Punto di attacco centrale Cinghie secondarie Punto di attacco sternale Punto di attacco laterale
56 56
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60 MANUTENZIONI e CORSI Tutti i dispositivi anticaduta devono essere verificati almeno una volta l anno da personale competente. Ogni volta che i dispositivi intervengono per trattenere una caduta devono essere sostituiti, o revisionati se la loro progettazione lo prevede. In riferimento a quanto richiesto dal DLG 81/2008 è obbligatorio da parte del datore di lavoro assicurare una formazione adeguata ed organizzare uno specifico corso di addestramento circa l uso corretto e l utilizzo pratico dei DPI di terza categoria. Per tutti i DPI Anticaduta è quindi obbligatorio non solo la formazione, ma uno specifico corso di ADDESTRAMENTO pratico.
61 DPI MANUTENZIONE Verifica Modalità Cadenza Responsabile Verifica cuciture Visivo Prima dell uso Operatore Verifica integrità bretelle (tagli, lacerazioni, ) Visivo Prima dell uso Operatore Verifica stato anelli metallici (saldature,..) Visivo Prima dell uso Operatore Verifica dello stato di fibbie (deformazioni..) Visivo Prima dell uso Operatore Verifica a cura di tecnico abilitato Annuale Personale competente Verifica ancoraggi permanentemente installati Verifica dispositivi di arresto di caduta Strumentale Strumentale Annuale o a seconda di quanto indicato su libretto Annuale o a seconda di quanto indicato su libretto Personale competente Personale competente Intervalli e modalità indicate dal fabbricante e presenti nel libretto d uso e manutenzione
62 DPI LINEA VITA FLESSIBILE (EN 795-C) Tipo PERMANENTE o PROVVISORIO
63 SCALE
64 PREMESSA I lavori in quota possono esporre i lavoratori a rischi particolarmente elevati per la loro salute e sicurezza, in particolare a rischi di caduta dall alto e quindi ad infortuni sul lavoro, che rappresentano una percentuale elevata del numero di infortuni totali, soprattutto per quanto riguarda quelli mortali. D. Lgs. n 81/2008 e ss.mm.ii.: art Scale D.G.R del 17 Agosto 2011 Scala semplice di appoggio Scala doppia Scala a castello
65 SCALE Scala semplice di appoggio Definizione: scala che, quando è pronta per l uso, appoggia la parte inferiore sul terreno e la parte superiore su una superficie verticale, non avendo un proprio sostegno. Può essere ad un solo tronco ovvero a più tronchi innestabili o sfilabili.
66 SCALE Scala doppia Definizione: scala auto stabile, che quando è pronta per l uso, si sostiene da sé, appoggiando i due tronchi sul terreno, permettendo la salita, a seconda della tipologia, da un lato oppure da entrambi.
67 SCALE Scala a castello Definizione: scala autoportante con solida base di appoggio, con un tronco di salita dotato di corrimano, e con ampia piattaforma di stazionamento dotata su tre lati di parapetto normale.
68 INDICAZIONI Scala semplice di appoggio
69 Premessa: la scala in appoggio è idonea anche come sistema di accesso ad altro luogo. Principali tipologie: scala semplice in appoggio ad un solo tronco. INDICAZIONI Scala semplice di appoggio N.b.: nelle scale lunghe più di 4 metri deve essere applicato anche un tirante intermedio.
70 INDICAZIONI Scala semplice di appoggio Gli appoggi alla sommità devono aderire entrambi ad una superficie piana, regolare, fissa, non scivolosa, stabile e non cedevole, ed ove previsto deve essere adeguatamente vincolata. Per le scale utilizzate per l accesso al piano, l ultimo piolo utile deve distare non più di 315 mm dal piano di sbarco, e dovrà essere assicurata una presa idonea ad un metro oltre il piano d arrivo. Un piolo per essere considerato utile deve sempre distare almeno 150 mm dalla parete.
71 INDICAZIONI Scala semplice di appoggio Principali tipologie: scala di appoggio ad elementi innestati (o all italiana). Le scale ad elementi innestati devono (D.Lgs. 81/08 art par. b): avere lunghezza in opera inferiore a m 15; essere dotate di rompitratta (scale ad elementi innestati di lunghezza in opera superiore a m 8).
72 INDICAZIONI Scala semplice di appoggio Principali tipologie: scala in appoggio a sfilo a due o tre tronchi.
73 INDICAZIONI Scala semplice di appoggio
74 INDICAZIONI Scala semplice di appoggio
75 INDICAZIONI Scala semplice di appoggio
76 INDICAZIONI Scala semplice di appoggio
77 INDICAZIONI Scala semplice di appoggio
78 INDICAZIONI Scala semplice di appoggio
79 INDICAZIONI Scala doppia e a castello Le scale doppie non devono superare l'altezza di m 5 e devono essere provviste di catena di adeguata resistenza o di altro dispositivo che impedisca l'apertura della scala oltre il limite prestabilito di sicurezza. Le scale doppie a gradini o a pioli possono essere ad un tronco di salita o a due tronchi di salita. La scala doppia può essere provvista di una piattaforma e di un guardiacorpo.
80 La scala doppia non è idonea come sistema di accesso ad un altro luogo. INDICAZIONI Scala doppia e a castello
81 INDICAZIONI Scala doppia e a castello Per evitare cadute dall alto è necessario attenersi a quanto segue (alcune indicazioni di carattere generale): 1. Il lavoratore che deve salire/scendere sulla scala deve indossare adeguato abbigliamento e idonei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) sulla base della effettuata valutazione dei rischi. 2. Controllare che non ci siano pericoli potenziali nella zona di attività, sia in alto vicino al luogo di lavoro che nelle immediate vicinanze. 3. Non usare la scala in ambiente aperto quando ci sono avverse condizioni atmosferiche (vento, pioggia, formazione di ghiaccio al suolo, ecc.). 4. Movimentare la scala con cautela, considerando la presenza di altri lavoratori, onde evitare di colpirle accidentalmente.
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83 INDICAZIONI Scala doppia e a castello 5. Nel trasporto della scala a spalla, occorre tenerla inclinata, mai orizzontalmente, specie quando la visibilità è limitata. 6. Nel trasporto della scala a spalla non inserire il braccio all interno della scala fra i gradini/pioli. 7. Collocare la scala solo nella posizione frontale rispetto alla superficie di lavoro: non salire/scendere mai con la scala nella posizione laterale in quanto il rischio di ribaltamento è più elevato. 8. Verificare che la scala sia correttamente e completamente aperta. 9. Non predisporre la scala come piattaforma di lavoro o passerella su cui salire/scendere.
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85 INDICAZIONI Scala doppia e a castello 10. Si dovrà salire sulla scala fino ad una altezza tale da consentire al lavoratore di disporre in qualsiasi momento di un appoggio e di una presa sicura. 11. Ogni spostamento della scala, anche piccolo, va eseguito a scala scarica di lavoratori. 12. Il lavoratore, quando si posiziona sulla scala, deve avere sempre una presa sicura a cui sostenersi. 13. Posizionare sempre entrambi i piedi sulla scala, non sbilanciandosi. 14. Sulla scala non devono salire/scendere e stazionare più lavoratori contemporaneamente. 15. Non salire/scendere sulla scala con indumenti che possano impigliarsi o finire sotto le scarpe.
86 INDICAZIONI Scala doppia e a castello
87 INDICAZIONI Scala doppia e a castello
88 INDICAZIONI Scala doppia trasformabile Una scala trasformabile, nelle sue possibili configurazioni deve essere usata: 1. Con una altezza massima di 5 metri per la configurazione doppia.
89 INDICAZIONI Scala doppia trasformabile 2. Con una altezza massima di 15 metri per la configurazione in appoggio.
90 Documenti ed elementi informativi a corredo della scala Secondo la normativa tecnica EN 131 e Acal 100, le scale devono essere corredate da un foglio o libretto istruzioni di uso e manutenzione, che contenga le seguenti informazioni: - la descrizione della scala - indicazioni per un corretto impiego - istruzioni per la manutenzione e la conservazione - verifiche iniziali precedenti l uso - posizionamento della scala - precauzioni durante l uso - conservazione - pittogrammi con rappresentazioni grafiche con i divieti di utilizzo
91 Documenti ed elementi informativi a corredo della scala Le scale devono inoltre essere dotate di Etichetta di Identificazione del Prodotto, ossia un adesivo, vedi esempio in figura, applicato su ogni esemplare in vendita, che riporti le seguenti informazioni: nome del produttore pittogrammi con rappresentazioni grafiche dei divieti utilizzo pittogrammi con rappresentazioni grafiche di corretto utilizzo Dichiarazione di conformità alla norma EN 131 oppure al DLgs 81/08 Definizione di tipologia della scala ed eventuale codice prodotto
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