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1 FIN.PROMO.TER. S.C.P.A. Informativa al pubblico Pillar III Informativa al pubblico secondo gli adempimenti al Pillar III degli Accordi di Basilea II

2 Indice INTRODUZIONE 2 TAVOLA 1 - ADEGUATEZZA PATRIMONIALE 4 Informativa qualitativa 4 Informativa quantitativa 15 TAVOLA 2 RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI GENERALI 17 Informativa qualitativa 17 Informativa quantitativa 21 TAVOLA 3 INFORMAZIONI RELATIVE AI PORTAFOGLI ASSOGGETTATI AL METODO STANDARDIZZATO 27 Informativa qualitativa 27 Informativa quantitativa 28 TAVOLA 4 TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO 28 Informativa qualitativa 28 TAVOLA 5 OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE 29 Informativa qualitativa 29 TAVOLA 6 RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE SULLE POSIZIONI INCLUSE NEL PORTAFOGLIO IMMOBILIZZATO 29 Informativa qualitativa 29 Informativa quantitativa 30 1

3 Introduzione Le Istruzioni di Vigilanza per gli Intermediari Finanziari iscritti nell Elenco Speciale, emanate con la circolare 216/2006 dalla Banca d Italia, disciplinano le metodologie di gestione dei rischi da parte degli intemediari, in particolare: prevedono un requisito patrimoniale per fronteggiare i rischi tipici dell attività finanziaria (credito, controparte, mercato e operativi), indicando metodologie per il calcolo degli stessi (cosidetto Primo Pilastro ); introducono un sistema di autovalutazione denominato ICAAP (Internal Capital Adequacy Assestment Process), che richiede agli intemediari di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo dell adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica (cosidetto Secondo Pilastro ); introducono l obbligo di pubblicazione di informazioni inerenti l adeguatezza patrimoniale, l esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei relativi sistemi di gestione e controllo (cosidetto Terzo Pilastro ). Il Terzo Pilastro, (in seguito anche Pillar 3), si basa sul presupposto che la Disciplina di Mercato possa contribuire a rafforzare la regolamentazione del capitale e quindi promuovere la stabilità di banche e intermediari vigilati. Scopo del Terzo Pilastro è quindi quello di integrare i requisiti patrimoniali minimi (Primo Pilastro) e il processo di controllo prudenziale (Secondo Pilastro), attraverso l individuazione di un insieme di requisiti di trasparenza informativa che consentano agli operatori di mercato di disporre di informazioni rilevanti, complete e affidabili circa l adeguatezza patrimoniale, l esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei sistemi preposti all identificazione, misurazione e gestione di tali rischi. Fin.Promo.Ter redige la propria informativa al pubblico coerentemente alla sezione XII, Capitolo V della circolare 216 di Banca d Italia. Tenuto conto degli ambiti di operatività e di complessità organizzativa, Fin.Promo.Ter S.c.p.a. pubblica solo le informazioni previste nelle Tavole allegate in normativa da 1 a 6; la tavola 7 spetta solo a coloro che esercitano attività di merchant banking. In ossequio al principio di proporzionalità, il livello di dettaglio informativo è commisurato alla complessità organizzativa e al tipo di operatività aziendale. Fin.Promo.Ter. S.c.p.a con frequenza annuale rende nota al pubblico la sua informativa tramite il sito internet 2

4 DENOMINAZIONE E FORMA GIURIDICA FIN.PROMO.TER SCPA SEDE LEGALE ED AMMINISTRATIVA Via Nazionale Roma RIFERIMENTI TELEFONICI Telefono Fax info@finpromoter.it; finpromoter@legalmail.it SITO INTERNET CODICE FISCALE E PARTITA IVA P.I C.F N. ISCRIZIONE ELENCO GENERALE INTERMEDIARI FINANZIARI DI CUI ALL EX ART. 107 DEL T.U.B D.LGS. 385/93 N. ISCRIZIONE: R.E.A

5 Tavola 1 - Adeguatezza patrimoniale Informativa qualitativa Fin.Promo.Ter. attribuisce una forte rilevanza alla gestione e al controllo dei rischi, quali condizioni per garantire un affidabile e sostenibile generazione di valore in un contesto di rischio controllato, dove adeguatezza patrimoniale, stabilità degli utili, liquidità e una forte reputazione rappresentano i cardini per preservare la propria redditività corrente e prospettica. I principi di base della gestione e controllo dei rischi sono i seguenti: chiara individuazione delle responsabilità di assunzione dei rischi; sistemi di misurazione e controllo allineati alla disciplina vigente; separatezza organizzativa tra funzioni deputate alla gestione e funzioni addette al controllo. Fin.Promo.Ter. si è dotata di un sistema di controlli interni idoneo a rilevare, misurare e verificare nel continuo i rischi tipici dell attività. Il sistema dei controlli interni è incentrato su un insieme di regole, procedure e strutture organizzative che mirano ad assicurare il rispetto delle strategie aziendali e il conseguimento delle seguenti finalità: efficacia ed efficienza dei processi aziendali; salvaguardia del valore delle attività e protezione dalle perdite affidabilità e integrità delle informazioni contabili e gestionali; conformità delle operazioni con la legge, la normativa di vigilanza nonché con le politiche, i piani, i regolamenti e le procedure interne. Il sistema dei controlli interni è periodicamente soggetto a verifica ed adeguamento in relazione all evoluzione dell operatività del Confidi e al contesto di riferimento. Fin.Promo.Ter. presenta una struttura dei controlli aderente alle indicazioni dettate dagli Organi di Vigilanza; infatti accanto ad un articolato sistema di controlli di linea che coinvolge tutto il personale addetto alle attività produttive, sono state costituite le funzioni di Risk Management e Compliance espressamente dedicate ai controlli di secondo livello. E inoltre presente una funzione dedita all attività di revisione interna. Dal punto di vista della struttura organizzativa, in particolare si ha: 4

6 Il Consiglio di Amministrazione, organo con funzione di supervisione strategica, è responsabile della definizione, approvazione e revisione degli orientamenti strategici e delle linee guida di gestione dei rischi, nonché degli indirizzi per la loro applicazione e supervisione. Il Collegio Sindacale, coerentemente al proprio ruolo istituzionale di Organo con funzione di controllo, vigila sulla struttura e sull adeguatezza del sistema di gestione e controllo dei rischi, nonché del processo ICAAP, ai requisiti stabiliti dalla normativa. L Alta Direzione, costituita dalla Direzione Generale, in qualità di Organo con funzione di gestione, è responsabile della definizione, implementazione e supervisione di un efficace sistema di gestione e controllo dei rischi, in attuazione degli orientamenti strategici e delle linee guida definite dal Consiglio di Amministrazione. La Funzione di Risk Management è responsabile dei controlli di secondo livello. La Funzione di Compliance è responsabile dei controlli di secondo livello con riferimento al rischio di non conformità alle norme. La Funzione Internal Audit è responsabile dei controlli di terzo livello. Dal punto di vista operativo, Fin.Promo.Ter. ha individuato le seguenti macro-tipologie di controllo: controlli di linea, diretti ad assicurare il corretto svolgimento dell operatività quotidiana. Tali controlli sono effettuati dalle strutture produttive; controlli sulla gestione dei rischi, che hanno l obiettivo di concorrere alla definizione delle metodologie di misurazione, di verificare il rispetto dei limiti assegnati alle varie funzioni operative e di controllare la coerenza dell operatività delle singole strutture produttive con gli obiettivi di rischio definiti, quantificando il grado di esposizione ai rischi e gli eventuali impatti patrimoniali. Attività affidata a strutture diverse da quelle produttive; controlli di conformità, costituiti da politiche e procedure in grado di individuare, valutare, controllare e gestire il rischio conseguente al mancato rispetto di leggi, provvedimenti dell Autorità di Vigilanza e norme di autoregolamentazione; revisione Interna, volta ad individuare andamenti anomali, violazioni delle procedure e della regolamentazione, nonché a valutare la funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni (svolta da KPMG Audit). Fin.Promo.Ter., nell ambito del processo di autovalutazione dell adeguatezza patrimoniale, persegue la finalità di valutare la capacità della dotazione patrimoniale di fronteggiare i rischi assunti per 5

7 l operatività corrente e prospettica. Il processo interno di determinazione dell adeguatezza patrimoniale è suddiviso in specifiche fasi, ed è disciplinato da un apposito regolamento interno. In particolare questo si articola nelle seguenti fasi: 1) Mappatura dei rischi rilevanti; 2) misurazione e valutazione dei rischi e del relativo capitale interno; 3) stress test; 4) misurazione del capitale interno complessivo; 5) determinazione del capitale complessivo e riconciliazione con il patrimonio di vigilanza. Il Processo attivato per la valutazione dell adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica, rispetta il principio di proporzionalità, in base al quale i sistemi di governo societario, i processi di gestione dei rischi, i meccanismi di controllo interno e di determinazione del capitale ritenuto adeguato alla copertura dei rischi devono essere commisurati alle caratteristiche, alle dimensioni e alla complessività dell attività svolta dalla società. Mappatura dei rischi rilevanti Ai fini dell identificazione dei rischi ai quali Fin.Promo.Ter è esposta, quest ultima procede annualmente ad una attività di assessment che ha per oggetto: l analisi della normativa applicabile al Confidi e l analisi di fattori come il settore nel quale opera, le strategie e le politiche formalizzate e/o consolidate, la struttura e articolazione del business, l assetto organizzativo e le caratteristiche operative, l efficacia del sistema dei controlli interni. A seguito di tale attività di assessment, Fin.Promo.Ter. procede all individuazione dei rischi a cui risulta o potrebbe risultare esposta, ossia i rischi che potrebbero compromettere l operatività e il perseguimento delle strategie e degli obiettivi aziendali, all identificazione delle fonti che possono generare i vari tipi di rischio individuati e alla successiva valutazione della loro significatività. Sulla base di quanto rilevato dalle attività di analisi svolte, sono stati identificati come rilevanti i seguenti rischi: Rischio di credito: rappresenta il rischio di subire perdite derivanti dall insolvenza o dal deterioramento del merito creditizio delle controparti affidate. Ne rappresenta una fattispecie anche il rischio di controparte. Il business di Fin.Promo.Ter. si concentra esclusivamente nella concessione di garanzie a favore dei Confidi di I livello soci che, a loro volta, garantiscono i finanziamenti concessi alle piccole e medie imprese dagli enti creditizi per lo sviluppo delle 6

8 attività economiche e produttive. Le garanzie concesse sono esclusivamente sussidiarie e a valere sul patrimonio. Fin.Promo.Ter. risponde delle obbligazioni assunte con il suo patrimonio. Il rischio di credito costituisce il rischio principale per Fin.Promo.Ter. ed è legato prevalentemente all attività caratteristica di rilascio garanzie. Il portafoglio controgaranzie non è però l unica fonte di rischio di credito, sebbene sia quella principale, le altre esposizioni rilevanti sono quelle connesse alla gestione del portafoglio titoli e dei depositi in conto corrente. Data l attività del Confidi, i principali fattori che possono incidere sul rischio di credito consistono: o nella percentuale di garanzia; o nell inadempienza o nell insolvenza delle controparti affidate dai Confidi; o nell inadempienza o nell insolvenza dell emittente dei titoli nei quali sono investite le disponibilità liquide; o nell inadempienza o nell insolvenza degli istituti di credito presso i quali sono investite le disponibilità liquide. Fin.Promo.Ter. attribuisce grande importanza al presidio del rischio di credito al fine di garantire un adeguata preservazione del patrimonio sociale operando in un contesto di rischio controllato e di consentire una corretta misurazione e rappresentazione della rischiosità della propria clientela; Rischio di controparte: rappresenta il rischio che la controparte di una transazione, avente per oggetto determinati strumenti finanziari, risulti inadempiente prima del regolamento della transazione stessa e configura una particolare fattispecie del rischio di credito che si manifesta con riferimento ad alcune tipologie di transazioni, aventi ad oggetto determinati strumenti finanziari specificamente individuati dalla normativa. Il Rischio in questione scaturisce dalle operazioni di prestito titoli (operazioni SFT) poste in essere con gli Istituti di Credito; Rischio di mercato: consiste nella potenziale perdita dell intermediario a causa dell avverso andamento dei prezzi di mercato. Gli intermediari finanziari con un portafoglio di negoziazione di vigilanza significativo sono tenuti al rispetto dei requisiti patrimoniali per i rischi generati dall operatività sui mercati riguardanti strumenti finanziari e merci. Il portafoglio di 7

9 Fin.Promo.Ter. non è esposto a tale classe di rischio in quanto, le attività finanziarie sono classificate come Available for Sale e quindi riconducibili a un portafoglio immobilizzato; Rischio operativo: rappresenta il rischio di subire perdite derivanti dall'inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane, sistemi interni oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia, tra l altro, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzione dell operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali e catastrofi naturali. Nel rischio operativo è compreso anche il rischio legale, definito come il rischio di perdite derivanti da violazioni di leggi o regolamento, da responsabilità contrattuale o extracontrattuale ovvero da altre controversie, mentre non sono inclusi quelli strategici e di reputazione. Le tipologie di Rischio Operativo che interessano il Confidi sono state individuate in: o Eventi esogeni: sono presi in considerazione di rischi furti, guasti accidentali, incendio, infortuni, etc..; o Procedure: sono presi in considerazione i rischi d inadeguatezza, disfunzione e mancato rispetto delle procedure e in generale della normativa interna ed esterna. o Risorse umane: sono presi in considerazione i rischi connessi all organizzazione, alle competenze professionali, al rispetto delle normative sul lavoro, alla salute dei lavoratori e alla sicurezza sui luoghi di lavoro; o Sistemi interni: sono presi in considerazione i rischi connessi all attendibilità, alla tempestività e alla sicurezza del sistema informativo. Le politiche di gestione di tali ambiti di rischiosità si traducono nella definizione di normativa interna e nel monitoraggio sul rispetto di tale normativa attraverso le attività di controllo delle funzioni preposte (Compliance, Risk Management e Internal Audit). Con riferimento ai presidi organizzativi, assume pertanto rilevanza l istituzione della funzione di Conformità, deputata al presidio ed al controllo del rispetto delle norme, fornendo un supporto nella prevenzione e gestione del rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, di riportare perdite rilevanti conseguenti alla violazione di normativa esterna (leggi, normative, etc ) o interna ( statuto, regolamenti etc ). Rischio di concentrazione: è il rischio derivante da esposizioni verso controparti, gruppi di controparti connesse e controparti appartenenti al medesimo settore economico o che 8

10 esercitano la stessa attività e appartenenti alla medesima area geografica. Nell'ambito del settore del credito, il rischio di concentrazione è quello riconducibile alla presenza, nel portafoglio di un intermediario, di esposizioni creditizie verso alcune controparti (concentrazione single name) o nei confronti di specifici settori/aree geografiche (concentrazione settoriale/geografica) che assorbono una porzione significativa dei prestiti totali. La controparte di Fin.Promo.Ter, ai fini del rischio di concentrazione, è rappresentata dalle piccole-medie imprese del commercio, turismo e servizi, ossia i debitori finali il cui inadempimento fa scattare la controgaranzia. Il portafoglio garanzie per controparte si presenta altamente granulare grazie anche ai limiti imposti dal regolamento interno. I limiti di delibera sono condizionati all esposizione totale verso l impresa beneficiaria finale ed eventuali imprese collegate economicamente e/o giuridicamente e non alla singola richiesta di garanzia. Maggiore rilevanza può invece avere la concentrazione del portafoglio per settore merceologico, fisiologica per il Confidi che, per statuto, opera esclusivamente nel settore del commercio, turismo e servizi. Rischio di tasso di interesse: è il rischio che le variazioni nei tassi di mercato incidano sulla redditività e sul valore di un intermediario. Il rischio di tasso di interesse insiste su tutte le poste di un intermediario rientranti nel Banking Book. Per Banking Book devono intendersi tutte le attività e passività (posizioni lunghe e corte sensibili ai tassi di interesse) non classificate nel portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza. Lo squilibrio tra le scadenze dell attivo e del passivo associato alla variazione dei tassi di interesse sui mercati, può comportare possibili variazioni dei flussi di interessi attivi e passivi determinando un peggioramento del margine di interesse e quindi del profitto atteso di breve periodo; e possibili variazioni dei valori di mercato di attività e passività e quindi del valore economico del patrimonio netto. Questo secondo aspetto assume particolare importanza per Fin.Promo.Ter in quanto, il deprezzamento di taluni attivi (quelli sensibili ai tassi di interesse ovvero principalmente il portafoglio titoli) può portare ad intaccare il valore del Patrimonio Netto e generare maggiori costi, perdite o anche l insorgere di altri rischi (rischio di liquidità). Le politiche di assunzione e gestione del rischio di tasso portano alla definizione di linee guida per l attività di investimento; tali linee guida prevedono che i fondi siano suddivisi tra cash 9

11 (conti correnti) e titoli di Stato e che il portafoglio sia gestito non con finalità di redditività bensì di mantenimento del valore dello stesso e di garanzia di liquidabilità. In tale ottica i titoli presenti in portafoglio sono classificati nella voce contabile AFS; Rischio di liquidità: è il rischio di non poter far fronte alle richieste di rimborso di passività, inattese per volume e/o scadenza temporale, a causa di una incapacità nel reperimento dei fondi (funding liquidity risk) oppure di limiti allo smobilizzo delle attività (market liquidity risk). Nel rischio di liquidità si ricomprende anche il rischio di fronteggiare i propri impegni di pagamento a costi non di mercato, ossia sostenendo un elevato costo della provvista ovvero incorrendo in rilevanti perdite in conto capitale in caso di smobilizzo di attività. Il rischio di liquidità si riferisce alle disponibilità liquide dell'intermediario necessarie per fronteggiare i pagamenti non solo in condizioni di operatività ordinaria ma anche in presenza di tensioni acute, a livello interno o che interessano il mercato. Per Fin.Promo.Ter. il rischio di liquidità è legato principalmente alle escussioni delle garanzie prestate e, quindi, alle risorse disponibili per fronteggiare le escussioni stesse. Finpromoter si è dotato di policy interne e metodologie di monitoraggio a presidio del rischio di liquidità; Rischio reputazionale: Il rischio di reputazione rappresenta il rischio di incorrere in perdite derivanti da una percezione negativa dell'immagine del Confidi (rischio reputazionale interno) e/o da una riduzione della reputazione del complessivo comparto dei confidi (rischio reputazionale esterno). Con riferimento all attività caratteristica, tale rischio è presidiato principalmente monitorando la natura delle richieste di recesso dallo status di socio e dei reclami eventualmente pervenuti; Rischio residuo: rappresenta il rischio che le tecniche riconosciute per l'attenuazione dei rischi di credito utilizzate dall'intermediario risultino meno efficaci del previsto. Stante la specifica operatività del Confidi, che non utilizza tecniche di mitigazione, tale rischio non è valorizzabile. Rischio strategico: Il rischio strategico consiste nel rischio attuale e prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo o da decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo. L esposizione al rischio strategico non è pertanto legata a specifiche attività operative bensì all adeguatezza delle scelte ed all efficacia attuativa. Il rischio strategico attiene, in particolare, alle fasi di definizione delle strategie aziendali ed alle relative fasi 10

12 attuative e di monitoraggio costituite dalle attività di definizione del piano industriale, della pianificazione commerciale, del processo di budgeting, del controllo di gestione e di monitoraggio dei mercati e del contesto competitivo, dei processi di capital allocation e capital management. In particolare, gli eventi che possono generare un rischio strategico sono riconducibili alle seguenti categorie: o Condizioni di ordine macro-economico (fattori politici, indicatori macro economici, legislazioni, etc.); o Condizioni di mercato (concorrenti, prodotti sostitutivi, etc.); o Condizioni interne all organizzazione (strategie, risorse, struttura organizzativa, etc.). Misurazione e valutazione dei rischi e del relativo capitale interno Fin.Promo.Ter., quale intermediario finanziario appartenente alla Classe 3, è autorizzata all utilizzo delle sole metodologie standardizzate per i rischi di primo pilastro. il rischio di credito viene misurato attraverso l approccio standardizzato semplificato, mediante il quale è possibile calcolare l esposizione al rischio senza utilizzare i giudizi delle agenzie di rating. Il requisito patrimoniale a fronte di tale rischio viene calcolato applicando il coefficiente patrimoniale del 6% all attività ponderata per il rischio, coerentemente con quanto previsto dalla normativa di vigilanza. Il Rischio di Controparte viene misurato attraverso il metodo semplificato utilizzato nelle tecniche di CRM per determinare il valore dell esposizione (circ. 216, Parte Prima, Cap V, Sez. VI); Il Rischio Operativo viene misurato mediante l'applicazione del Metodo Base previsto dalla normativa di vigilanza (Basic Indicator Approach BIA). Il Metodo Base consente di determinare il requisito patrimoniale applicando un coefficiente del 15% alla media triennale del margine di intermediazione. Relativamente al Secondo Pilastro, tenuto conto della dimensione e della limitata complessità del Confidi, Fin.Promo.Ter. (rientrando nella Classe 3 degli intermediari vigilati) valuta i rischi mediante metodologie semplificate indicate dalla normativa di riferimento. Il Rischio di Tasso viene misurato sulla base del metodo semplificato previsto nelle disposizioni di vigilanza della Banca d Italia vigenti in materia. Con l adozione di tale metodologia semplificata 11

13 viene valutato l impatto di una variazione ipotetica dei tassi pari a 200 punti base sull esposizione al rischio di tasso di interesse relativo al portafoglio bancario. Rischio di concentrazione: Il Rischio di concentrazione single name viene misurato utilizzando la metodologia semplificata prevista dalle disposizioni di vigilanza (Granularity Adjustment). Tale metodologia consente di rilevare l eventuale sovraesposizione del Confidi su singoli clienti o gruppi di clienti connessi. La stima del capitale interno avviene mediante l utilizzo dell indice di Herfindahl e della relativa costante di proporzionalità determinata in funzione del tasso di default del portafoglio; Il Rischio di concentrazione geo settoriale viene misurato utilizzando la metodologia semplificata sviluppata in sede ABI dal Gruppo di Lavoro Pillar 2, il cui l'obiettivo è quello di stimare un eventuale add-on di capitale, dovuto ad un eccessiva concentrazione in un determinato ambito geografico o settoriale, rispetto al modello standardizzato/asrf; questa componente del rischio viene misurata dall indice di Herfindahl a livello di settore industriale (Hs) ed in termini relativi rispetto ad un ipotetico caso base (portafoglio benchmark). Poiché l'operatività di FinPromo.Ter. risulta abbastanza diffusa a livello nazionale, ai fini della determinazione del requisito di concentrazione viene effettuato il confronto rispetto al portafoglio benchmark nazionale, così come definito nel paper ABI sopra citato. Il rischio di concentrazione complessivo è costituito dalla somma del rischio di concentrazione single name e geo-settoriale. Relavitvamente ai Rischi di Secondo pilastro che non generano assorbimenti patrimoniali, Fin.Promo.Ter. procede ad una valutazione di carattere qualitativo. In particolare: Il Rischio di liquidità viene misurato sulla base di quanto disciplinato dalla linee guide contemplate nelle Disposizioni di Vigilanza della Banca d Italia vigenti in materia. Queste prevedono la stima dell esposizione al rischio di liquidità attraverso la realizzazione di un modello (maturity ladder) finalizzato all analisi della situazione complessiva della liquidità mediante il monitoraggio delle principali voci di entrata e di uscita classificate nelle varie fasce temporali secondo la loro vita residua (ciò garantisce l individuazione puntuale degli sbilanci di 12

14 cassa per ciascun periodo di osservazione); la determinazione dell aggregato Riserve di liquidità e il calcolo di indici di equilibrio e di copertura finanziaria. Rischio Strategico: il presidio del rischio strategico a medio/lungo termine avviene attraverso la pianificazione strategica che operativamente prevede la predisposizione, con frequenza triennale, del Piano Industriale. In occasione di tale attività viene effettuata una sistematica rilettura degli obiettivi strategici, per verificarne la validità e l adeguatezza prospettica alla luce dell evoluzione del contesto di riferimento e per adattarli, ove necessario, ai nuovi scenari. L attività di definizione degli obiettivi prevede l analisi anche della coerenza e della sostenibilità di quest ultimi rispetto agli assorbimenti patrimoniali generati dall operatività attuale e prospettica. Il presidio del Rischio Strategico a breve termine è garantito dalla predisposizione di budget annuali e dal conseguente monitoraggio continuativo e tempestivo dei risultati conseguiti, rilevando eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi definiti. Tale presidio permette alle competenti funzioni di analizzare le cause che hanno generato le differenze e di individuare le idonee azioni correttive, che possono comportare una ridefinizione degli obiettivi strategici ovvero di impattare esclusivamente sugli interventi attuativi di breve periodo. Rischio Reputazionale: il presidio del Rischio reputazionale è garantito dalla verifica sulla qualità degli assetti organizzativi e di controllo. L istituzione di una specifica Funzione di Compliance, dedicata al presidio e al controllo di conformità alle norme, si pone, infatti, come un presidio organizzativo specificamente rivolto alla gestione e controllo dei rischi legali e di quelli reputazionali a questi collegati. L importanza attribuita da Fin.Promo.Ter. al mantenimento del proprio standing reputazionale è riflessa dalla costante attenzione rivolta al livello dei servizi resi alla propria clientela, al rapporto con i Confidi soci, al rapporto con le Autorità di Vigilanza e all efficienza dell operatività ordinaria. I rischi misurabili formano oggetto di misurazione non solo in ottica attuale, ossia, relativamente alla situazione in essere alla fine dell esercizio chiuso al 31/12/2013, ma anche in ottica prospettica, ossia, relativamente alla situazione attesa per la fine dell esercizio in corso (31/12/2014). L analisi prospettica è eseguita tenendo conto di quanto previsto dal piano strategico e dai documenti di budget annuali in merito alla prevedibile evoluzione dei rischi e dell operatività del Confidi. 13

15 Stress Test I rischi misurabili formano oggetto di misurazione anche in ipotesi di stress. Tali analisi considerano eventi eccezionali, ma plausibili e consistono in analisi di sensitività (variazione di un singolo fattore di rischio). Le analisi di sensitività consentono di valutare gli effetti di eventi specifici sul grado di esposizione ad un determinato rischio di Fin.Promo.Ter, ovvero sul relativo Capitale Interno. Nell effettuare tali analisi, vengono simulati shock di diversa entità, valutando anche l impatto che una lieve recessione potrebbe avere sulla situazione economica di Fin.Promo.Ter. I risultati degli stress test, opportunamente analizzati, conducono ad una migliore valutazione dell esposizione ai rischi stessi e del grado di vulnerabilità del Confidi al verificarsi di eventi eccezionali ma plausibili. Nel caso in cui l analisi dei risultati degli stess test evidenzi l inadeguatezza patrimoniale del Confidi, viene valutata l adozione di appropriate misure correttive. Misurazione del Capital Interno Complessivo Il capitale interno complessivo viene determinato attraverso l approccio building block semplificato, che consiste nel sommare ai requisiti regolamentari a fronte dei rischi di primo pilastro l eventuale capitale interno relativo ai rischi di secondo pilastro: Rischio di Concentrazione; Rischio di Tasso. Determinazione del Capitale Complessivo e riconciliazione con il Patrimonio di Vigilanza In questa fase si procede all individuazione degli strumenti patrimoniali utilizzabili quali elementi del Capitale Complessivo. Fin.Promo.Ter al 31/12/2013 ha individuato nel Patrimonio di Vigilanza, definito come da normativa, il capitale utilizzabile a copertura del Capitale Interno Complessivo. Sia la misurazione del Capitale Complessivo che la valutazione dell adeguatezza del Capitale Complessivo rispetto alle esigenze patrimoniali di Fin.Promo.Ter. (definite come Capitale Interno Complessivo ), hanno carattere attuale e prospettico. L adeguatezza patrimoniale viene misurata in ragione dell esistenza di un patrimonio di vigilanza in misura almeno pari agli specifici requisiti patrimoniali previsti a fronte dei rischi tipici dell attività. La dotazione patrimoniale di Fin.Promo.Ter., attuale, prospettica e in ipotesi di stress, risulta essere più che adeguata alla esposizione complessiva ai rischi di primo e secondo pilastro. 14

16 Informativa quantitativa (b) Requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito Per il 2013 il requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito è pari ad (c) Requisito patrimoniale a fronte del rischio di mercato Fin.Promo.Ter. non risulta esposta a nessun tipo di rischio di mercato non avendo posizioni allocate nel portafoglio di negoziazione. (d) Requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi 1 Requisito Patrimoniale Rischio Operativo 31/12/2013 Coefficiente Patrimoniale Requisito Margine d'intermediazione t % Margine d'intermediazione t % Margine d'intermediazione t % Requisito Patrimoniale % (e) Ammontare del patrimonio di vigilanza suddiviso in Patrimonio di base, supplementare, complessivo. Patrimonio di Vigilanza 31/12/2013 Patrimonio di Base Patrimonio Supplementare Elementi da dedurre - Patrimonio di Terzo Livello - Totale Patrimonio di Vigilanza Totale Patrimonio di Vigilanza incluso il patrimonio di terzo livello Patrimonio di Base Gli elementi positivi del Patrimonio di Base sono rappresentati dalle componenti tradizionali costituite dal capitale e dalle riserve, mentre gli elementi negativi sono dati dalla riserva IAS 1 Il Requisito si basa sulla media del Margine di Intermediazione degli ultimi tre esercizi. 15

17 FTA, dalla riserva per aumento del capitale sociale, dalla riserva per rettifiche IAS TFR, dalla perdita dell esercizio in corso e da quelle degli esercizi precedenti portate a nuovo. Patrimonio Supplementare di secondo livello Gli elementi positivi del Patrimonio Supplementare sono rappresentati dal saldo positivo tra le riserve positive e quelle negative delle attività finanziarie disponibili per la vendita, mentre gli elementi negativi sono rappresentati dalla parte non computabile del saldo positivo tra le riserve positive e quelle negative delle attività finanziarie disponibili per la vendita. (f) Coefficienti patrimoniali totali e di base (Tier 1 ratio) Requisiti Prudenziali di Vigilanza 31/12/2013 Patrimonio di Base Patrimonio Supplementare Elementi da dedurre - Patrimonio di Vigilanza Rischio di Credito Rischio di Mercato - Rischio Operativo Rischi di Primo Pilastro Requisito Patrimoniale Complessivo Rischio di Tasso Rischio di Concentrazione Rischio di Liquidità Rischi di Secondo Pilastro Totale assorbimenti prudenziali Eccedenza del Patrimonio di Vigilanza rispetto ai requisiti minimi richiesti (Excess Capital) Attività di rischio ponderate Total Capital Ratio 27,67% 16

18 Tier 1 Capital Ratio 27,61% (g) Ammontare del patrimonio di vigilanza di 3 livello Al 31 dicembre 2013 non sono presenti voci classificabili nel patrimonio di vigilanza di 3 livello. Tavola 2 Rischio di credito: informazioni generali Informativa qualitativa a.1) Definizione crediti scaduti e deteriorati Per la classificazione delle esposizioni deteriorate, nelle diverse categorie di rischio, Fin.Promo.Ter. fa riferimento alla normativa emanata in materia da Banca d Italia. In considerazione dell operatività caratteristica, quale Confidi di secondo livello (controgaranzia), la rilevazione delle posizioni deteriorate e la successiva stima della potenziale perdita è speculare e strettamente dipendente dai flussi informativi prodotti dai Confidi di primo livello sulle esposizioni originarie. Alla ricezione delle comunicazioni inviate dai Confidi di primo livello, Fin.Promo.Ter. provvede, dopo un accurata analisi, alla corretta classificazione delle posizioni in procedura. La classificazione dell esposizione tra le deteriorate, contabilmente, prevede lo storno del fondo svalutazioni crediti di firma in bonis e il successivo accantonamento al fondo svalutazioni crediti di firma deteriorati. Le controgaranzie deteriorate non rientrano nella classificazione esposizioni per cassa, ma restano classificate come esposizioni fuori bilancio. Al momento dell escussione il credito di cassa non viene acceso in quanto, Fin.Promo.Ter., non effettuando attività di recupero (completamente a carico di Banche e confidi di primo livello), non procede alla surroga nei diritti dei creditori, ma provvede direttamente al passaggio a perdita definitiva della posizione mediante lo storno del fondo svalutazioni crediti di firma deteriorati e l imputazione diretta in Conto Economico dell eventuale differenza scaturita dall incapienza del relativo fondo svalutazioni. Il portafoglio garanzie, sotto il profilo del rischio assunto, è classificato come segue: Esposizioni in Bonis, posizioni che non presentano alcuna anomalia; 17

19 Esposizioni scadute deteriorate, posizioni che risultano scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni; Incagli oggettivi, posizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 270 giorni; Esposizioni incagliate, posizioni per le quali risulta la revoca del finanziamento, la risoluzione del contratto oppure la dichiarazione di decadenza dal beneficio del termine, etc.. Esposizioni in Sofferenza, posizioni per le quali risulta la dichiarazione di passaggio a sofferenza dell istituto di credito, è pervenuta la richiesta di liquidazione del Confidi di primo livello, è stata eseguita l escussione da parte della banca della garanzia del Confidi di grado primo livello, risultano in stato di fallimento, etc.. Con riferimento ai crediti di firma deteriorati, la cancellazione avviene a seguito del rientro delle anomalie riscontrate, del venir meno dell impegno di garanzia da parte del Confidi di primo livello, del ricevimento della comunicazione del Confidi di primo livello dell avvenuta estinzione del finanziamento garantito, della dichiarazione di inefficacia da parte del Comitato Esecutivo o della liquidazione a titolo definitivo della garanzia prestata. Il passaggio di classificazione delle posizioni nei vari status del deteriorato (scaduto deteriorato, incaglio oggettivo, incaglio e sofferenza di firma) e/o l eventuale ritorno in bonis, è deliberato dalla Direzione Generale, mentre l autorizzazione al pagamento (con conseguente passaggio a perdita) o la dichiarazione di inefficacia sono deliberate dal Comitato Esecutivo. a.2) Metodologie adottate per la determinazione delle rettifiche di valore In un primo momento, ossia nella fase di rilascio, le garanzie sono iscritte tra le passività per un importo pari al loro fair value, cioè alla quota parte delle commissioni incassate anticipatamente di competenza degli esercizi successivi conteggiata con il criterio del pro rata temporis (IAS 18). Il predetto fair value viene registrato nella voce altre passività dello stato patrimoniale. Alla chiusura di ogni esercizio la società valuta se la rischiosità calcolata in base allo IAS 37 eccede l importo dei risconti e, in tal caso, registra tale maggior valore tra le passività, alla voce definita fondi rischi per garanzie prestate. In occasione della predisposizione del bilancio d esercizio, le garanzie rilasciate sono sottoposte alla valutazione di impairment, per porre in evidenza eventuali perdite di valore e, di conseguenza, dare luogo a rettifiche di valore da imputare a conto economico. 18

20 Il principio contabile internazionale n. 37 definisce i criteri contabili per la rilevazione e l informativa relativa agli accantonamenti. Gli elementi fondamentali considerati ai fini della valutazione di un accantonamento sono: la migliore stima della spesa richiesta per adempiere all obbligazione attuale, intesa quale ammontare che l impresa ragionevolmente pagherebbe alla data di chiusura di bilancio per estinguere l obbligazione o per trasferirla a terzi; i rischi e le incertezze; il valore attuale, qualora i tempi previsti per l esborso siano lunghi; gli eventi futuri, se esiste una sufficiente evidenza oggettiva che questi si verificheranno. Considerata l'esperienza acquisita nei precedenti esercizi e con il supporto di un primario operatore, Fin.Promo.Ter., già a valere sulla situazione contabile semestrale al 30 giugno 2013, ha affinato la propria metodologia di valutazione delle controgaranzie rilasciate, tenuto conto delle migliori ed aggiornate informazioni disponibili. La determinazione della misura delle svalutazioni è differenziata per singola categoria di deteriorato, in particolare: relativamente alle esposizioni scadute e agli incagli oggettivi la stima avviene attraverso l utilizzo di percentuali stabilite dal CdA; relativamente alle esposizioni incagliate la stima avviene attraverso l utilizzo del valore della percentuale di copertura dei crediti di cassa deteriorati (Fonte: Relazione Annuale Banca d Italia Anno 2012); relativamente alle esposizioni in sofferenza la stima avviene attraverso l utilizzo di un modello statistico di calcolo della LGD storica su base triennale; relativamente alle esposizioni in bonis la stima della svalutazione collettiva, a fronte del rischio fisiologico relativo alle controgaranzie rilasciate, avviene attraverso il calcolo della perdita attesa, dato dal prodotto tra la probabilità di default (PD), il tasso di perdita atteso in caso di default (LGD) e l esposizione alla data di riferimento della valutazione (EAD). I tassi di PD utilizzati sono quelli pubblicati trimestralmente su fonti ufficiali di Banca d Italia (tassi di decadimento), mentre la LGD utilizzata è un dato storico calcolato internamente, attraverso il rapporto tra l importo escusso e l importo contabilizzato a contenzioso. 19

21 Le rettifiche di valore complessive (relative alle garanzie deteriorate e a quelle in bonis ) registrate nel tempo e ancora in essere (fondi rettificativi delle garanzie) sono allocate nella voce altre passività dello stato patrimoniale. Le perdite di valore e le eventuali successive riprese di valore vengono rilevate nella voce 100 del conto economico rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie. Il Fondo svalutazioni viene stimato periodicamente e l adeguamento contabile avviene con frequenza mensile. 20

22 Informativa quantitativa (b) Esposizioni creditizie lorde relative al periodo di riferimento, distinte per principali tipologie di esposizione e controparte Clientela Banche ed enti finanziari Amministrazioni pubbliche altro Esposizioni/Controparti lorda Rettifiche di valore netta lorda Rettifiche di valore netta lorda Rettifiche di valore netta lorda Rettifiche di valore netta A - Esposizioni deteriorate A.1 Esposizioni per cassa sofferenze - incagli - esposizioni scadute deteriorate A.2 Esposizioni fuori bilancio sofferenze incagli esposizioni scadute deteriorate Totale esposizioni deteriorate B - Esposizioni in Bonis B.1 Esposizioni per cassa B.2 Esposizioni fuori bilancio Totale esposizioni in bonis Totale

23 (c) Distribuzione per aree geografiche significative delle esposizioni, ripartite per principali tipologie di esposizione La seguente tabella include la distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso la clientela e le banche Nord Est Nord Ovest Centro Sud ed Isole Esposizioni/Aree Geografiche lorda Rettifiche di valore netta lorda Rettifiche di valore netta lorda Rettifiche di valore netta lorda Rettifiche di valore netta A - Esposizioni per cassa A.1 Esposizioni in bonis A.2 Esposizioni deteriorate Totale esposizioni per cassa B - Esposizioni fuori bilancio B.1 Esposizioni in bonis B.2 Esposizioni deteriorate Totale esposizioni fuori bilancio Totale

24 (d) Distribuzione per settore economico o per tipo di controparte delle esposizioni, ripartite per tipologia di esposizione Di seguito la tabella riporta la distribuzione settoriale delle esposizioni fuori bilancio verso clientela. A - Esposizioni in bonis A - Esposizioni deteriorate settore/esposizioni lorda Rettifiche di valore netta lorda Rettifiche di valore netta Esposizioni fuori bilancio C ATTIVITÀ MANIFATTURIERE E FORNITURA DI ACQUA RETI FOGNARIE, ATTIVITÀ DI GES F COSTRUZIONI G COMMERCIO ALL'INGROSSO E AL DETTAGLIO RIP.AUTOVEI H TRASPORTO E MAGAZZINAGGIO I ATTIVITÀ DEI SERVIZI DI ALLOGGIO E DI RISTORAZIONE J SERVIZI DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE K ATTIVITÀ FINANZIARIE E ASSICURATIVE L ATTIVITA' IMMOBILIARI M ATTIVITÀ PROFESSIONALI, SCIENTIFICHE E TECNICHE N NOLEGGIO, AGENZIE DI VIAGGIO, SERVIZI DI SUPPORTO O AMMINISTRAZIONE PUBBLICA E DIFESA ASSICURAZ.SOCIA P ISTRUZIONE Q SANITA' E ASSISTENZA SOCIALE R ATTIVITÀ ARTISTICHE, SPORTIVE, DI INTRATTENIMENTO S ALTRE ATTIVITÀ DI SERVIZI Totale esposizioni fuori bilancio

25 (e) Distribuzione per vita residua contrattuale dell intero portafoglio ripartito per tipologia di esposizione Di seguito la tabella riporta la distribuzione per vita residua delle esposizioni per cassa e fuori bilancio esposizioni/scaglioni temporali a vista da oltre 1 giorno a 7 giorni da oltre 7 giorn1 a 15 giorni da oltre 15 giorn1 a 1 mese da oltre 1 mese fino a 3 mesi da oltre 3mesi fino a 6 mesi da oltre 6 mesi a 1 anno da oltre 1 anno a 5 anni oltre 5 anni vita indeterminata A - Esposizioni per cassa Titoli di stato Altri titoli di debito Depositi Finanziamenti: verso banche verso clientela Altro TOTALE ATTIVITA' PER CASSA b - Esposizioni fuori bilancio Impegni Garanzie rilasciate TOTALE ATTIVITA' FUORI BILANCIO

26 (f.1) Esposizioni deteriorate e scadute suddivise per settore economico o per tipo di controparte L unico tipo di controparte significativa per Fin.promo.ter. è rappresentata dalla clientela imprese. Tipologia esposizioni/tipologie controparte imprese (corporate-retail) lorda Rettifiche di valore specifiche netta Esposizioni fuori bilancio a) Garanzie di natura finanziaria sofferenze incagli scaduti deteriorati b) Garanzie di natura commerciale TOTALE (f.2) Ammontare delle rettifiche di valore complessive Rettifiche di valore complessive su garanzie deteriorate: (f.3) Ammontare delle rettifiche di valore effettuate nel periodo di riferimento Rettifiche di valore per deterioramento garanzie:

27 (g) Ammontare delle esposizioni deteriorate e scadute e delle rettifiche di valore per aree geografiche significative Di seguito la tabella riporta la distribuzione territoriale delle esposizioni deteriorate e scadute verso la clientela e delle relative rettifiche di valore Nord Est Nord Ovest Centro Sud ed Isole Esposizioni/Aree Geografiche lorda Rettifiche di valore netta lorda Rettifiche di valore netta lorda Rettifiche di valore netta lorda Rettifiche di valore netta A - Esposizioni fuori bilancio A.1 Esposizioni deteriorate Totale esposizioni fuori bilancio

28 (h) Dinamica delle rettifiche di valore a fronte delle esposizioni deteriorate Il Fondo Svalutazione viene stimato periodicamente e l adeguamento contabile avviene con frequenza mensile. Il criterio di stima del Fondo varia a seconda dello status delle posizioni da valutare, in particolare la stima avviene secondo le modalità descritte nella presente Tavola, alla lettera a.ii). Saldo Iniziale rettifiche di valore totali - 31/12/ Cancellazioni effettuate nel periodo Rettifiche di valore effettuate nel periodo Riprese di valore effettuate nel periodo Saldo finale rettifiche di valore totali - 31/12/ perdite non coperte dal fondo rischi su controgaranzie deteriorate Tavola 3 Informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato Informativa qualitativa Tenuto conto delle proprie caratteristiche operative, ai fini della determinazione del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito, Fin.Promo.Ter. ha adottato il Metodo Standardizzato Semplificato previsto nella circolare 216/96, che non prevede agenzie esterne di valutazione del merito di credito. Il metodo prevede: la suddivisione delle esposizioni creditizie in diverse classi di esposizioni, in relazione alla natura della controparte ovvero delle caratteristiche tecniche del rapporto o modalità di svolgimento di quest ultimo. Le varie tipologie di esposizioni sono definite nella sezione III, Capitolo V, Parte Prima della Circolare Banca d Italia n.216 del 5 agosto 1996 e successivi aggiornamenti; l applicazione a ciascuna tipologia di esposizione dei coefficienti di ponderazione previsti dalla normativa di vigilanza (tabella 9 circolare 216). Le percentuali vanno dal 20% al 150% per le poste in default, con la possibilità di sfruttare la ponderazione dello 0% per le esposizioni verso le amministrazioni centrali e le banche centrali dei Paesi UE denominate e finanziate nella valuta nazionale di detta amministrazione centrale e banca centrale; 27

29 determinazione del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito, applicando il coefficiente patrimoniale del 6% (in quanto Fin.Promo.Ter non svolge attività di raccolta di risparmio presso il pubblico) alla sommatoria di tutte le classi di attività ponderate per il rispettivo fattore di rischio. Informativa quantitativa Requisito Patrimoniale Rischio di Credito 31/12/2013 Attivo Attivo Ponderato Requisito Cassa Esposizioni verso soggetti sovrani e Banche Centrali Esposizioni verso intermediari vigilati Esposizioni verso imprese Altre esposizioni Totale esposizioni per cassa Garanzie e impegni Esposizioni verso imprese Esposizioni al dettaglio Esposizioni scadute ponderazione 150% Esposizioni scadute ponderazione 100% Altre esposizioni Totale esposizioni fuori bilancio Totale Tavola 4 Tecniche di attenuazione del rischio Informativa qualitativa Fin.Promo.Ter. attualmente non pone in essere nessun contratto accessorio al credito ovvero altri strumenti e tecniche che determinano una riduzione del rischio di credito, riconosciute in sede di calcolo dei requisiti patrimoniali. 28

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