Sentiero Hans & Paula Steger. Alpe di Siusi

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1 Sentiero Hans & Paula Steger Alpe di Siusi 1

2 Il sentiero Hans & Paula Steger un progetto della Fondazione Hans e Paula Steger Attività e obiettivi della fondazione Conservazione di quanto già raggiunto dagli Steger e prosecuzione dell attività su tale impronta Valorizzazione del paesaggio naturale dell Alpe di Siusi Sostegno all attività di soccorso alpino nella regione dolomitica Contenuto L ALPE DI SIUSI 04 Coralli & Fonti I paesaggi prendono forma 06 Cacciatori & Dèi I primi abitanti dell Alpe 08 Alpeggi & Protezione della Natura La minaccia dello sfruttamento 10 Pioniere della Montagna & Leggenda dello Sci Hans e Paula Steger 12 Streghe dello Sciliar & C0. Le storie scritte nei paesaggi 14 ESTATE 16 Formiche & Regine Guardiani del bosco 18 Boschi & Suoni Foreste naturali di abete rosso 20 Fiori & Alpeggi Paradiso naturale in pericolo 22 INVERNO 24 Neve & Impronte Sopravvivere all inverno 26 LEGGENDA Il Partschott 28 3

3 L Alpe di Siusi Sopra alla stretta val d Isarco, alle propaggini occidentali delle Dolomiti, si estende l Alpe di Siusi. Posta ad un altitudine di circa 2000 metri, l Alpe copre una superficie di quasi 5700 ettari, ciò che la rende l Alpe più vasta del sistema alpino e dell intera Europa. Incorniciati dal Sassolungo e dallo Sciliar, i prati e i pascoli montani, intervallati da isolati boschetti, si adagiano sulle morbide rotondità delle colline. L altipiano era noto già in tempi preistorici a cacciatori e pastori, come dimostrano i numerosi reperti rinvenuti. L Alpe di Siusi e l intera regione dolomitica costituiscono l ambientazione di innumerevoli miti e saghe. unico nel suo genere e presentante una flora ricchissima di specie. Se nel XIX secolo questa regione veniva ancora considerata il paradiso floristico alpino più bello d Europa, l intensificarsi dell attività turistica e dello sfruttamento agricolo del territorio hanno poi provocato un deperimento del paesaggio naturale dell Alpe di Siusi. Nell area limitrofa a sud dell altipiano venne istituito nel 1974 il Parco Naturale Sciliar-Catinaccia. L altipiano stesso venne designato come Area di Tutela Paesaggistica dell Alpe di Siusi. L Alpe di Siusi Hotel Steger Dellai Le peculiarità geologiche della regione e la coltivazione del territorio, per secoli sempre rispettosa del patrimonio naturalistico, hanno dato luogo ad un panorama culturale 4

4 Coralli & Fonti I PAESAGGI PRENDONO FORMA Il nome Dolomiti deriva dalla pietra di cui la roccia è formata: la dolomite. Questa particolare miscela di calcio e carbonato di magnesio prende il nome dal geologo francese Déodat de Dolomieu che la scoprì nel E da qui cominciò lo studio dell origine delle Dolomiti, la più bella architettura della Terra. (Le Corbusier). Circa 280 milioni di anni fa lava incandescente sommerse questa regione. E si formarono gli odierni altipiani di Castelrotto, Siusi e Fiè - del complesso porfirico quarzifero di Bolzano. Più tardi ca. 250 milioni di anni fa circa il mare sommerse lentamente la terra e nelle lagune si depositarono diversi strati (a Bellerophon e di Werfen). Il livello del mare si abbassò e molti organismi marini come coralli, alghe calcaree e batteri formarono con i loro gusci e conchiglie un enorme scogliera la dolomia dello Sciliar. La cima della scogliera emerse dall acqua e diventò una rigogliosa isola tropicale. Nello stesso momento i vulcani sottomarini ricoprirono di lava e tufo il fondo del mare, mischiandosi con i resti dei organismi marini depositati: prima gli strati di Wengen e poi quelli di San Cassiano, che oggi ricoprono per gran parte l Alpe di Siusi. Le forme morbide dell Alpe le dobbiamo alla tendenza all erosione mentre il terreno fertile alla ricca miscela di argilla, sabbia, calcare e cenere vulcanica. L alto SINISTRA: Metacoceras discoideum Merla, Nautiloide fossile provenitente della Formazione a Bellerophon (ca milioni di anni fa) DESTRA: Ammonoide appartente alla famiglia delle Gymnitidae, Dolomia dello Sciliar (ca milioni di anni fa) contenuto di argilla rende inoltre la roccia impermeabile. A ciò si deve la grande quantità di fonti d acqua, ruscelli e paludi. L altopiano dello Sciliar è formato da diversi strati che lo proteggono dall erosione dell acqua e del vento, da cui prende l inconfondibile forma pianeggiante. SINISTRA: Tane di riposo di stelle marine provenienti della Formazione di Werfen (ca milioni di anni fa). DESTRA: Modello interno di un gasteropode, della Formazione a Bellerophon (ca milioni di anni fa). Ma l aspetto attuale del Sassolungo, del Sassopiatto, dello Sciliar e di tutti monti delle Dolomiti non è immutabile. Così come i continenti sono in continuo spostamento, innalzamento ed abbassamento, allo stesso modo anche l erosione agisce sull ambiente. Il un breve momento del costante processo di trasformazione della superficie terrestre. 6 7

5 Cacciatori & Dèi I PRIMI ABITANTI DELL ALPE Molti anni fa, quando sullo Sciliar vivevano ancora i giganti, uno di questi voleva lanciare un grosso masso dall Alpe di Siusi verso i giganti di Funes. Ma il sasso deve essere stato troppo pesante per il gigante, perché coprì soltanto un piccolo tratto del percorso previsto e si posò ai piedi dello Tschon Schwaige... così narra la leggenda. Dal punto di vista geologico si tratta del Sas dla Stria (Sasso delle streghe) o anche Tschonstoan, un masso erratico dell epoca glaciale. Si tratta cioè di una pietra che 15.ooo anni fa, in seguito al ritiro del ghiacciaio, è stato trasportato in questo posto, dove è rimasto. E sta a segnare il periodo in cui le grandi masse ghiacciate si sciolsero e SINISTRA: Riconstruzione di un cacciatore preistorico: Ötzi, l uomo venuto dal ghiaccio, poteva apparire cosi anni a.c. DESTRA: Dettagliodi una fibbia di bronzo dell Età del Ferro, ca. 500 anni a.c., luogo del ritrovamento, Fiè. l uomo poté così lentamente riconquistare le regioni centrali delle Alpi. A quel tempo la caccia era la principale risorsa di sopravvivenimportanza. E spesso i cacciatori stavano fuori per più giorni. Di grande importanza erano quindi i luoghi Ritrovamenti di pietra focaia dello Tschonstoan, a.c. di riposo e di ristoro, durante la caccia tra le cime delle montagne. I ritrovamenti archeologici testimoniano che già nel a.c. i cacciatori dell Età della Pietra utilizzavano lo Tschonstoan come base di partenza per le loro battute die caccia. E sono le tracce più antiche dei primi abitanti dell Alpe di Siusi. Nel Neolitico, l agricoltura e l allevamento del bestiame segnarono l inizio, tra il e il a.c., delle prime colonizzazioni solleggiate regioni tra Fiè e Siusi. Dopo il a.c. gli uomini impararono un po alla volta a conoscere, estrarre e a lavorare il metallo e questo periodo prese il nome di Età del Rame: a.c. Durante l Età del Bronzo, a.c., il Monte Castello era un luogo particolare dove si accendevano dei fuochi: difficile da raggiungere ma ben visibile sull altopiano dello Sciliar. I resti di carbone, le ossa bruciate ed i frammenti di ceramica dimostrano come questo posto fosse utilizzato come luogo di culto e per i sacrifici. In onore degli dei venivano sacrificate capre, pecore, buoi e maiali. 8 9

6 Alpeggi & Protezione della Natura LA MINACCIA DELLO SFRUTTAMENTO L Alpe di Siusi viene menzionata per la prima volta in un documento del 14 secolo. Già allora l altopiano veniva utilizzato come malga estiva. Nel 1480 fu pubblicato il primo ordinamento giuridico per l utilizzo dell Alpe. Il Castelrutterischen Seiser-Albn-Zetl regolamentava l amministrazione, il pascolo e lo sfruttamento delle foreste. Il Regolamento Amministrativo dell Alpe venne costan-temente aggiornato nei secoli successivi e fu confermato anche dall Imperatore Carlo VI d Asburgo. Marx Sittich von Wolkenstein, un parente posteriore ad Oswald, descrive così, nel 1600, il paesaggio dell altopiano: Slittova Sopra il paese di Castelrotto si trova la più bella e più grande malga alpina, che in tutta la regione di uguali non ce ne sono, a un miglio di distanza dal paese: è chiamata Alpe di Siusi. Qui d estate si trovano ogni anno circa 1500 mucche e 600 buoi e vengono portati giù non meno di 1800 carri di fieno. Si producono anche diverse centinaia di mezzi quintali di strutto e di for-maggio. Ci devono anche essere circa 400 fienili (Heudillen) e 100 caseifici (Kaserdillen) e a San Giacomo (25 luglio), per 4 o 5 settimane, si riuniscono 4000 uomini e donne per lavorare il fieno. È il fieno più forte e più bello che si possa trovare nella regione. All inizio del 20 secolo l Alpe di Siusi, con i suoi 5700 ettari di pascoli e di boschi, si aprì al progresso e al turismo. L intenso sfruttamento, la grande espansione degli alberghi e la costruzione degli impianti di risalita cambiarono l aspetto dell Alpe di Siusi e questo paradiso naturale minacciò di scomparire. Agli inizi degli anni settanta il Piano Territoriale dell Alpe di Siusi riuscì a prevenire il crescente sfruttamento e nel 1974 fu creato il Parco Naturale dello Sciliar in cui entrarono a far parte le regioni ancora intatte dell Alpe. Il Progetto di Tutela delle Specie dell Alpe di Siusi cerca di ottenere un compromesso: prevede per i terreni particolarmente fertili una concimazione limitata e ricompensa con premi per l incentivazione e la cura del SINISTRA: La vita sull Alpe. DESTRA: Carico di fieno con buoi, paesaggio tutti quei contadini che rinunciano alla concimazione ed allo sfruttamento intensivo. Questi provvedimenti hanno decisamente migliorato l equilibrio naturale dell Alpe. Ma sono necessari ancora tanti sforzi per garantire un efficace protezione del paesaggio e del territorio

7 Pioniere della Montagna & Leggenda dello Sci HANS E PAULA STEGER Paula Wiesinger nasce a Bolzano nel 1907 e all età di 13 anni vince le sue prime competizioni sportive. Ai successi delle gare di nuoto e di tuffi seguono i grandi risultati dello sci: a 20 anni vince la sua prima gara. Nel 1931 la Paula, come la chiamano i suoi fans, ottiene il suo primo titolo di campionessa nazionale. Tra il 1931 e il 1936 vince complessivamente 15 titoli nazionali. Una campionessa donna è qualcosa di eccezionale per l epoca e da quel momento in poi sui titoli dei giornali si legge un solo nome: Paula Wiesinger. Hans Steger nasce nel 1907 nella Baviera e lavora come falegname d arte. A 19 anni diventa Campione giovanile di pugilato. La voglia di avventura lo porta fino in Tunisia. Nel 1927 si stabilisce a Bolzano. E compie le sue prime escursioni sulle Dolomiti. Affascinato dallo spettacolo della natura decide di fermarsi per un po di giorni. Ma i pochi giorni diventano una vita intera. Due vite unite dall avventura. Dietro i successi di Paula si trova spesso Hans Steger, che Paula conosce nel 1929 durante un escursione in montagna. Uniti dalla stessa passione, si arrampicano in difficili e famose cordate sulle pareti e cime più rischiose delle Dolomiti. Paula è un eccellente arrampicatrice e sicuramente l unica donna nelle Alpi allora in grado di affrontare una parete del sesto grado di difficoltà. Hans diventa presto uno dei più amati maestri di sci ed una delle guide alpine più apprezzate in tutte le Dolomiti Occidentali. Vince anche diverse corse. È inoltre allenatore della Squadra Nazionale Alpina Italiana. Accanto alle tante attività, soprattutto sportive, diventano anche due famose controfigure di Luis Trenker e di Leni Riefenstahl. Hans e Paula si sposano nel 1942 ad Innsbruck e dopo la guerra vanno a vivere sull Alpe di Siusi. Nel 1949 comprano il famoso Rifugio Dellai che ristrutturano completamente. Hans muore nel 1989, Paula nel La Fondazione Hans e Paula Steger viene creata da Paula su forte desiderio di Hans. La tutela e la promozione dell Alpe di Siusi come area protetta è una delle missioni della Fondazione. SINISTRA: La Paula, SINISTRA: Hans era uno dei maestri di sci più amati e la guida alpina più DESTRA: Piazzamento alle Olimpiadi di Garmisch-Partenkirchen 1936 apprezzata di tutti i tempi. 12 DESTRA: Hans e Paula con Sua Maestà Leopoldo Re dei Belgi. 13

8 Streghe dello Sciliar & Co. LE STORIE SCRITTE NEI PAESAGGI Quando sull Alpe di Siusi il crepuscolo toglie la luce allo splendido paesaggio, dai laghi e dalle paludi, dalle buie foreste e dalle profonde gole salgono gli spiriti, i demoni e le streghe. Volano sul vento e si posano sulle travi e sui legni delle baite e dei fienili. Si sentono strani rumori e si è molto contenti quando le finestre ( Guggerlen ) sono troppo strette per farle entrare. Nelle baite il pastore e la contadina sono seduti a tavola dopo la cena e la preghiera della sera, alla luce fioca di una fiaccola di legno. Anche se l oscurità mette paura, il pastore chiede alla contadina di raccontargli un altra storia... Le leggende, le favole ed i miti sono racconti che si tramandano nel tempo e ci fanno vivere in un mondo pieno di mistero. Ci mostrano i pensieri e le emozioni di un epoca di cui non ci rimangono più alcune tracce o documenti. Gli abitanti delle montagne hanno le loro storie e leggende, che vivono in stretta relazione con l ambiente e la vita quotidiana. Compaiono sempre le stesse tematiche e figure: segnati da un destino avverso gli eroi combattono con le streghe, gli elfi con il diavolo, gli unicorni con i fagiani d oro, per vincere e sopravvivere. Le tante storie fantastiche prendono spesso spunto dalle forze della natura e da avvenimenti che spaventano l uomo con cose terribili ed inspiegabili. E parlano di sentimenti ed emozioni, come l amore, l odio, la gelosia e l invidia. L Alpe di Siusi e le montagne delle Dolomiti, con le rocce dalle strane forme, le tante bellezze ed i più diversi avvenimenti sono spesso i temi dei miti, delle leggende e di altre storie misteriose. Con l accusa di stregoneria sono state perseguitate nel Medioevo donne, giovani ragazzi e uomini. Nei due processi alle streghe di Castel Presule degli anni 1506 e Streghe dello Sciliar 1510 sono state accusate di stregoneria e bruciate sul rogo ben otto donne: gli atti del processo lo dimostrano. Si narra inoltre di numerose storie terribili sulle streghe dello Sciliar, che avvolgono di mistero fatti realmente accaduti. Molte note leggende parlano della pace tra l uomo e la natura. E il tempo promesso arriverà... (tratto dalla Leggenda di Partschott) 14 15

9 Estate Il percorso conduce da Compatsch a Saltria, snodandosi attraverso i prati e i pascoli, e non presenta particolari difficoltà agli escursionisti. Esso offre meravigliose viste e panorami del magnifico paesaggio naturale. Le tavole esplicative di cui è corredato il sentiero forniscono informazioni sulle peculiarità di questa regione dalla bellezza unica. Lungo il percorso ad accompagnarvi vi sarà l avvincente storia di Partschott, una saga che non entusiasmerà solo i più piccoli! L Alpe di Siusi si trova in una zona di tutela paesaggistica ed il sentiero passa, in parte, attraverso il Parco Naturale Sciliar Catinaccio. Proteggete e rispettate anche la natura! 16

10 Formiche & Regine GUARDIANI DEL BOSCO Le formiche appartengono alla categoria degli insetti sociali. Vivevano sulla Terra già al tempo dei dinosauri, milioni di anni fa; e si sono poi diffuse in quasi tutte le regioni della terraferma. Dal punto di vista dell evoluzione sono una delle specie viventi di maggiore successo. Le ragioni di tale successo stanno soprattutto nella perfetta organizzazione, nell accurata suddivisione dei compiti e nella rigida gerarchia che governa il loro mondo. Le formiche, infatti, sono parte della comunità e non potrebbero sopravvivere da sole. La loro principale attività è la construzione del nido, il formicaio. È formato da una parte superficiale ed una sotterranea, con un complesso sistema di gallerie in continua evoluzione. Durante l inverno si rifugiano nella parte sotterranea e gli ingressi delle gallerie vengono chiusi. Le operaie sono femmine non fertili e senza ali. Sono responsabili della costruzione e della difesa del formicaio, dell allevamento delle covate e della ricerca del cibo. I maschi (fuchi) servono esclusivamente alla riproduzione e muoiono dopo l accoppiamento. Le regine vengono fecondate dai maschi una sola volta durante il volo nuziale e depongono le uova per tutto il SINISTRA: Le vie di comunicazione che portano dal nido alle zone di caccia possono raggiungere anche diverse centinaia di metri. DESTRA: Anche nel chaos più totale ogni formica sa sempre cosa deve fare. Le operaie portano anche resina di conifera nel loro nido: ha un effetto antibiotico e lo disinfetta da funghi e batteri. resto della vita. Durante l accoppiamento sia le regine che i maschi hanno le ali, che perdono subito dopo. Dalle uova nascono le larve, che si trasformano in pupe. Alla fine di questa fase le pupe diventano formiche. Quando la comunità diventa troppo grande per il nido viene costruito un nuovo formicaio. Fino a formare delle colonie, come quelle che vivono in questi luoghi. Le formiche dei boschi sono insetti predatori. Sono molto abili nel catturare tutti i tipi di insetti, i ragni e gli altri invertebrati; e limitano la diffusione di alcune specie dannose alla salute del bosco. Le formiche svolgono il ruolo fondamentale di guardiani del bosco e sono un prezioso elemento per tutto il delicato e complesso ecosistema. Le formiche e i loro nidi sono protetti dalle leggi provinciali. La specie più diffusa in questi luoghi è la Formica rossa dei boschi (Formica rufa)

11 Boschi & Suoni FORESTE NATURALI DI ABETE ROSSO L Alpe di Siusi, fino al Medioevo, cioè fino a 800 anni fa circa, era ricoperta di fitti boschi di conifere. Dopo il ritiro dei ghiacci, circa anni fa, le foreste hanno cominciato ad occupare il territorio dell attuale Alpe di Siusi. Al tempo dei cacciatori dell era mesolitica la vegetazione degli alberi non si era ancora molto diffusa. Ma nel corso dei secoli sono cresciute ampie distese di boschi di abeti rossi, che si sono conservate fino al Medioevo. Il disboscamento ha dato spazio a prati e pascoli, così come si possono oggi osservare. Le foreste che si sono conservate nelle piccole valli e ai margini dell Alpe, sono ciò che rimane dei boschi originari, che un tempo ricoprivano il territorio fino a circa 2000 SINISTRA: Cervus elaphus. Il cervo nobile è il più grande tra i mammiferi che viono qui. Ai maschi crescono ampie corna, che perdono una volta all anno. DESTRA: Picea abies. L abete rosso è la specie di albero più diffusa in Alto Adige. metri di quota. Oggi, questo prezioso patrimonio dell Alpe di Siusi è sotto la protezione del Parco Naturale Sciliar Catinaccio. L abete rosso è la principale specie di albero dell Alpe di Siusi, non ha grandi esigenze e trova qui le condizioni ottimali per crescere. Gli abeti rossi si sviluppano principalmente nelle zone di bassa quota e si spingono fino al limite dei 2100 m. Salendo di quota si possono incontrare anche larici e cembri. La scarsa vegetazione è la caratteristica di questi luoghi, I cespugli si trovano soltanto ai margini del bosco e nelle radure. Anche se la crescita delle piante è piuttosto modesta si possono incontrare tante specie di animali soprattutto insetti e uccelli. Il legno di risonanza. La peculiarità dei boschi dell Alpe di Siusi è il legano di risonanza degli abeti rossi. L abete maschio presenta una particolare struttura del legno, che è proprio un difetto di crescita. Gli anelli dell albero hanno una forma a V e le fibre ondulate mantengono a lungo vibrazioni e suoni continui. Si racconta che già Stradivari, il famoso costruttore di violini, scegliesse per i suoi strumenti il legno di abete maschio della Val di Fiemme (Trentino), e questo legno ha conservato fino ad oggi una fama eccezionale. In una foresta di abeti rossi soltanto pochissimi tronchi presentano una tale caratteristica di crescita. SINISTRA: Vulpes vulpes. Le volpi lasciano per la prima volta la tana quando hanno appena tre-quattro settimane di vita. DESTRA: Capreolus capreolus. Il capriolo è un animale diurno e notturno. Si può vedere frequentemente sull Alpe di siusi. Il legno di risonanza degli abeti rossi possiede delle caratteristiche molto particolari ed è molto apprezzato dai liutai

12 Fiori & Alpeggi PARADISO NATURALE IN PERICOLO Un tempo l Alpe di Siusi era ricoperta di fitte foreste di conifere. Le superfici senza alberi sono comparse circa 800 anni fa per fare posto alle coltivazioni. Attualmente gli alpeggi si estendono per quasi 1/3 del territorio dell Alto Adige. I pascoli dell Alpe di Siusi sono sicuramente i più conosciuti ed i più d Europa. Sull Alpe di Siusi e ai bordi dello Sciliar crescono molte specie di piante, con una varietà e concentrazione superiori a qualsiasi altra regione delle Dolomiti. L eterogeneità delle rocce e dei terreni, la posizione nel cuore delle Alpi e le scarse precipitazioni climatiche favoriscono una straordinaria vegetazione. Le cime e le pareti dello Sciliar, durante la grande era glaciale, sporgevano dai ghiacci permettendo alle piante e agli insetti di sopravvivere al lungo periodo di freddo. Si sono così formati nei secoli quei caratteristici prati magri e gli isolati boschi di larici, favoriti anche da una fienagione senza concimazione: una flora che nel 19 secolo faceva dell Alpe di Siusi uno dei più bei fioriti d Europa. La scoperta turistica dell Alpe, con la costruzione dei primi impianti di risalita e l utilizzo dei concimi, a partire dalla seconda metà del 20 secolo, hanno messo a dura prova la flora e la fauna della regione. I prati fioriti si sono trasformati in campi coltivati, con la scomparsa di numerose specie. L ambiente naturale di molti animali è stato sensibilmente distrutto. Il progetto di tutela delle specie dell Alpe di Siusi cerca di eliminare la concimazione e la coltivazione intensiva, aumentando la concentrazione di piante e animali. I prati che vengono oggi di nuovo coltivati in modo estensivo si distinguono per la ritrovata ricchezza di fiori. La grande SINISTRA: Dianthus superbus. Garofano superbo DESTRA: Leontopodium alpinum. Stella alpina varietà di piante aumenta anche le specie degli insetti e degli uccelli. La classica vegetazione dell Alpe di Siusi si può oggi prevalentemente osservare nelle zone ai margini dell altopiano. Mentre i vasti prati ai fianchi dello Sciliar e dei Denti di Terrarossa splendono come sempre di infiniti fiori e colori. Gymnadenia conopsea

13 Inverno Anche nei mesi invernali il sentiero non presenta particolari difficoltà agli escursionisti. Durante l inverno il tragitto si accorcia a 5 km, poiché il tratto tra Laranz e Saltria non è agibile in questa stagione. Le chiare tavole esplicative offrono numerose informazioni relative alla vita sull Alpe di Siusi nella stagione invernale. L Alpe di Siusi si trova in una zona di tutela paesaggistica ed il sentiero passa, in parte, attraverso il Parco Naturale Sciliar Catinaccio. Proteggete e rispettate anche Voi la natura! 24

14 Neve & Impronte SOPRAVVIVERE ALL INVERNO Tanto tempo fa l Alpe di Siusi era ricoperta da una foresta fitta e impenetrabile. Le distese spoglie e senza alberi sono comparse circa 800 anni fa in seguito ai disboscamenti, con un rapporto tra foreste e zone coltivate che esiste ancora oggi. Quasi 1/3 della superficie dell Alto Adige è costituita da malghe. Tra queste c è la famosa Alpe di Siusi, il pascolo più esteso d Europa. D estate, l Alpe è un giardino fiorito dalla grande varietà di fauna alpina, mentre d inverno il panorama non è così ricco: gli alberi ed i cespugli sono spogli, ad eccezione della flora sempreverde, come ad esempio gli abeti rossi. Nella stagione fredda è raro vedere gli animali durante il giorno: la maggior parte sono in letargo o riposano per l inverno. neve isola dal freddo! E protegge la flora e la fauna non solo dal gelo ma anche dalla siccità. I raggi di sole riescono ad arrivare fin sotto lo strato di neve, portando la luce ai germogli delle piante che possono così crescere. D inverno è più facile riconoscere gli animali selvatici; sono alla continua ricerca di cibo e lasciano nella neve tracce e impronte che li rendono facilmente identificabili. Molti animali, a differenza delle piante, possono cambiare zona e gioni. Gli uccelli migratori, per esempio, volano verso sud e alcuni animali selvatici vanno in letargo o in riposo invernale. Tutte le specie di animali che affrontano e superano l inverno hanno sviluppato particolari caratteristiche o speciali strategie. Qualunque azione esterna da parte dei predatori o dell uomo disturba l equilibrio e toglie preziose risorse. Il cibo è scarso in inverno: risparmiare energie è quindi l esigenza fondamentale ed essenziale per sopravvivere. Vulpes Vulpes. La volpe crepuscolare-notturna possiede in inverno una pellicia molto folta e calda. Ma la vita delle piante e degli animali continua, sia sopra che sotto lo strato di neve che imbianca le montagne. La neve gioca infatti un ruolo fondamentale: il suo effetto iglù mantiene la temperatura relativamente mite sotto il manto bianco, anche a diversi gradi sotto lo zero, perché la SINISTRA: Cervus elaphus. I cervi, per risparmiare energia, vanno in uno stato di rigidità invernale quando è molto freddo. La temperatura delle parti più esterne del tronco può scendere fino a 15 gradi. DESTRA: Sciurus vulgaris. Lo scoiattolo va in riposo per l inverno, riducendo fortemente la frequenza cardiaca ed il consumo di energia

15 Leggenda PARTSCHOTT Tanto tempo fa il Re Laurino possedeva nelle regioni del nord una meravigliosa foresta di caccia. Dove vivevano in grande abbondanza di cibo cervi bianchi, splendidi fagiani dorati, agili caprioli e giovani camosci. Il guardiano era un vecchio di nome Partschott. Sorvegliava la selvaggina, mieteva i campi d estate e dava da mangiare agli animali in inverno. Un giorno il Re Laurino spedì tutta la sua corte nelle profondità della montagna. Ed il magnifico Rosengarten diventò di pietra. Si era però dimenticato di Partschott. Quando alla sera il guardiano tornò a casa, al posto dei fiori del Rosengarten trovò soltanto le rocce delle ripide cime. Il giorno dopo Partschott costruì una baita sul Dosso Grunes e continuò instancabilmente il suo lavoro di guardiano, fino a quando arrivarono degli stranieri a cacciare la sua selvaggina. Partschott cercò di andare d accordo con loro ma essi lo derisero. Bruciarono la foresta e portarono sempre più bestiame al pascolo; allora Partschott diventò molto triste e si ritirò. La magnifica foresta di caccia del Re Laurino diventò presto l altopiano spoglio dell Alpe di Siusi. E dei verdi boschi rimase ben poco. L ultimo cervo bianco è fuggito nel bosco di Castelvecchio. Mentre i fagiani dorati sono volati via sulle cime dei Denti di Terrarossa, dove si possono ancora vedere con le luci del tramonto. Il fedele Partschott vive nei boschi di Confin, sognando ancora la sua foresta di caccia. Gli abitanti lo hanno ormai già da tempo dimenticato. Quando lo vedono passare tra i pini credono che sia lo spirito dell Alpe ed hanno paura. In autunno, quando l Alpe è deserta ed il vento soffia tra i gioghi, Partschott sale su da Confin, appoggiandosi al suo bastone da pastore. Guarda desolato l altipiano e sente che dovrà fare ancora molte volte questa strada. E dopo tanto tempo, ecco che Partschott, camminando nell alba autunnale sull Alpe di Siusi verso Punta d Oro, vede il Cavaliere Oswald von Wolkenstein. Canta uno jodel così forte che si sente fino a Rasciesa e l eco risuona tutto intorno. Il tempo promesso è giunto e tutto diventa come era una volta. Oswald von Wolkenstein intona i suoi canti che da 28 29

16 tanto tempo ormai non si sentivano più. Il tempo promesso è giunto e tutto diventa come era una volta. Gli antichi castelli rinascono. Il Rosengarten ritorna al suo grande splendore, con i nani che coltivano le magnifiche rose. Il bosco di cembri si estende per tutta l Alpe di Siusi ed il vecchio Partschott è ancora il fedele custode della foresta di caccia del suo Re, come tanto tempo fa. IMPRESSUM Il sentiero è un progetto della Fondazione Hans e Paula Steger Onlus. Grafica: Felder Tourismuswerbung, Testi: Arnold Karbacher Fotos: Ufficio parchi naturali, Ufficio caccia e pesca, Museo Archeologico Alto Adige ( Maurizio Bedin, Manfred Felder ( Ulrike Fulterer, Sepp Hackhofer, Arnold Karbacher, Museum de Gherdëina, Naturmuseum Südtirol, Walter Nicolussi, Rainer Ploner, Thomas Wilhalm 30 31

17 - Brennero Waidbruck Ponte Gardena Völs Fiè Un progetto della fondazione Hans e Paula Steger

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