Tutorial per l uso di Goldwave per la misura dello spettro di un suono

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1 Tutorial per l uso di Goldwave per la misura dello spettro di un suono 1. All apertura appare questa schermata A questo punto si va sull iconcina open in alto a sinistra e nella cartella dove sono i file sonori preregistrato Si apre un file registrato e a questo punto compare una finestra come questa. Questo è il grafico dell intensità sonora normalizzata (u.a., non in decibel) in funzione del tempo. Presenta il tipico inviluppo di una nota: attacco, massimo e poi decadimento. In questo esempio il suono è quello di un diapason colpito tre volte.

2 Si può anche sentire il suono prodotto con il pulsantino verde nel menu in basso a destra Dopo averlo ascoltato si ingrandisce la finestra del menu in basso a destra

3 Dovrebbe comparire adesso una schermata come questa Se si va di nuovo sul pulsatino verde (che ora è in alto a sinistra) si vedrà un grafico diverso. Questo grafico è lo spettro, cioè l intensità (questa volta in decibel) in funzione della frequenza. E il grafico più interessante. Si può cambiare la scala sull asse x (quello delle frequenze) cliccando con il tasto destro sul grafico nero e scegliendo Properties

4 Si apre una finestrella in cui si sceglie il massimo dell asse Conviene scegliere 10 khz. Si fa ok e si ritorna al grafico di prima. Adesso si può cominciare la misura. Dopo aver fatto play si vedrà che il grafico ha dei massimi che poi diventano man mano che passa il tempo sempre meno intensi (il suono sta svanendo) tranne uno che è quello che dura di più. Quella è la cosiddetta fondamentale (grafico qui di seguito)

5 È lo stesso suono di prima ma adesso sono passati 7 secondi. Se si confrontano i due grafici si vedrà che in quelli precedenti (19 decimi di secondo) hanno più picchi, mentre quello sopra solo uno. Non bisogna farsi confondere da tutto il cosiddetto fondo. Come si vede, non è possibile distinguere a quale frequenza corrisponde maggiore intensità: si dice infatti che il rumore è bianco (white noise) perché ha un contenuto in frequenza tutto uguale e quindi le frequenze stesse non si riescono distinguere. Il nostro obiettivo è quello di misurare la fondamentale e gli altri picchi che compaiono all inizio (sempre maggiori del rumore di fondo) e che sono le cosiddette armoniche che decadono più velocemente della fondamentale. Idealmente non ci sono, ma il diapason è un oggetto reale per cui le vediamo. A questo punto si può procedere in vari modi. Dal primo grafico si stima dove sono i picchi. Eccoli indicati dalle frecce rosse. Però la misura è molto imprecisa. Quindi occorre zoomare sul grafico più volte per misurare meglio le frequenze delle armoniche. Ecco degli esempi di seguito

6 Questa è la fondamentale a f = 410 ± 5 (N.B. Si potrebbe prendere la semiampiezza del picco cioè ( )/2 = 25 Hz) Ecco le altre armoniche

7 f = 845 ± 50 Hz (perché il picco è più largo) f = 1300 ± 100 Hz (perché il picco è più largo)

8 f = 1800 ± 100 Hz Chiaramente più fai in fretta a fermare il suono e meglio riesci a vedere le armoniche. Eccone altre (l errore aumenterà sempre) f = 2300 ± 200 Hz (perché il picco è più largo va da 2.2 a 2.4) f = 2550 ± 200 Hz

9 f = 3050± 250 Hz f = 3550 ± 250 Hz f = 3950 ± 250 Hz Infine si costruisce una tabella con Excel delle armoniche e delle loro frequenze misurate dallo spettro Armonica Frequenza Hz ± ± ± ± ± ± ± ± ± 250 Quindi si fa grafico con Logger Pro ed il fit.

10 Con i dati di sopra viene una retta del tipo: f = ma + q m = 442 ± 7Hz q = 15 ± 42Hz Il coefficiente angolare rappresenta la migliore stima della fondamentale, mentre l intercetta deve essere compatibile con 0.